ITMI941392A1 - Autoclave per la cottura e la sterilizzazione in continuo di prodotti alimentari in genere - Google Patents

Autoclave per la cottura e la sterilizzazione in continuo di prodotti alimentari in genere Download PDF

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ITMI941392A1
ITMI941392A1 IT001392A ITMI941392A ITMI941392A1 IT MI941392 A1 ITMI941392 A1 IT MI941392A1 IT 001392 A IT001392 A IT 001392A IT MI941392 A ITMI941392 A IT MI941392A IT MI941392 A1 ITMI941392 A1 IT MI941392A1
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Camillo Catelli
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce, nel suo aspetto più generale, ad un’autoclave per sottoporre a trattamento termico dei prodotti alimentari in genere, al fine di una loro cottura e sterilizzazione soprattutto intese per conferire a tali prodotti, quando opportunamente confezionati, una lunga vita di
scaffale.
Più in particolare, ma senza essere limitata da essa, questa invenzione concerne una autoclave per la cottura e la sterilizzazione in continuo di prodotti alimentari in genere, in rispettivi contenitori aperti.
Nel seguito della descrizione ed a solo scopo semplif icativo, verrà fatto riferimento alla produzione dei suddetti piatti pronti, restando inteso che i trattamenti termici attuabili nell’autoclave, oggetto della presente invenzione, possono essere finalizzati all’ottenimento di prodotti alimentari diversamente confezionati e di diversa destinazione .
Cosi, ad esempio, nell’autoclave di questa invenzione potranno essere trattati gli ingredienti scelti per ottenere:
- tutti i tipi di salse a base di pomodoro;
- tutti i tipi di salse a base di pomodoro e verdure ;
- tutti i tipi di ragù a base di carne ed a base di carne e verdure;
- spezzatino di carne con patate, con piselli; - arrosti di carne;
- coniglio, lepre, cinghiale, eccetera cotti alla "cacciatora" ;
- piatti a base di pesce;
- primi piatti.
E’ ben noto che per la preparazione di piatti pronti del tipo considerato è necessario soddisfare una duplice esigenza: garantire, da un lato, la non tossicità del prodotto per un tempo maggiore di quello della dichiarata "lunga conservazione" e, dall’altro lato, mantenere le qualità fisiche ed organolettiche del prodotto (piatto pronto) il più vicino possibile a quelle del piatto preparato di fresco.
Al suddetto scopo la tecnica nota mette a disposizione molti procedimenti che possono essere divisi in due gruppi ciascuno dei quali basato su rispettive diverse tecniche di somministrazione del calore per attuare le operazioni di cottura e sterilizzazione e cioè:
1) i procedimenti che prevedono l’impiego di energia elettromagnetica (in particolare microonde o raggi infrarossi e,
2) i procedimenti che prevedono l’impiego di vapore e/o di un liquido di cottura (ad esempio acqua, olio e simili).
Un procedimento del secondo gruppo è ad esempio descritto nel brevetto USA N. 4,882,191, dove è descritta una sequenza di operazioni (sterilizzazione mediante vapore, cottura in acqua, scolatura e raffreddamento ) effettuate, in un ambiente sterile, su pasta dosata in contenitori aperti ed una sigillatura finale di tali contenitori,sempre in ambiente sterile, previa eventuale aggiunta di un condimento.
In altri procedimenti del secondo gruppo, mirati in particolare alla preparazione di piatti pronti a base di carne, pesce, ortaggi e simili, dove per la cottura non viene utilizzato alcun liquido, non è prevista ovviamente la fase di scolatura; in altri procedimenti ancora, al liquido di cottura è affidato anche il compito di operare una sterilizzazione del prodotto e del contenitore in cui esso è caricato.
Sempre con riferimento ai procedimenti del secondo gruppo, per l’attuazione dei suddetti trattamenti termici, la tecnica nota mette da un lato a disposizione le convenzionali autoclavi e, dall’altro lato, apparecchiatura sostanzialmente a tunnel, opportunamente chiuse alle contrapposte estremità.
Come è noto le autoclavi consentono il raggiungimento di risultati ottimali dal punto di vista della effettuazione di trattamenti termici, in pressione, in ambiente sigillato, sterile e di facile controllo. Ma il loro impiego diventa problematico, se non proprio impossibile, quando il prodotto da trattare è dosato in contenitori aperti (come nel caso preso in considerazione in questa sede) che devono essere poi confezionati in asettico; ed addirittura non vengono prese in considerazione quando il processo produttivo deve essere (come generalmente è) effettuato in continuo .
Per questo tipo di processo (produzione in continuo) ben si adattano i tunnel di trattamento; essi infatti consentono un trattamento in continuo dei prodotti dosati in contenitori aperti; ma non sono completamente affidabili dal punto di vista della sterilità, della igienicità o, almeno, non sono così affidabili come le autoclavi.
Tentativi di perfezionare i tunnel di trattamento o di adeguare le autoclavi alle esigenze di un processo continuo, hanno portato ad apparecchiature con caratteristi che strutturali e funzionali così specializzate da non consentire generalmente l’uso di una stessa apparecchiatura per due procedimenti diversi e, addirittura, per il trattamento, secondo uno stesso procedimento, di due diversi prodotti, appartenenti anche ad una stessa famiglia di prodotti.
E’ infatti noto che per l’ottenimento di prodotti ottimali sia da un punto di vista organolettico che da quello della conservabilità, è necessario utilizzare temperature e tempi di trattamento diversi, pressioni, volumi di liquido di cottura diversi, non solo per i prodotti che sono di natura diversa, ma anche per prodotti affini che risultano diversi solo per spessore, dimensioni, peso e formato.
Di conseguenza è comprensibile che la rigidità di utilizzazione delle apparecchiature messe a disposizione dalla tecnica nota costituisce un serio problema per tutte quelle Aziende che hanno interesse alla produzione di piatti pronti diversificati su un’ampia gamma di prodotti base.
Il problema che sta alla base della presente invenzione è proprio quello di realizzare e mettere a disposizione una apparecchiatura che consenta di effettuare in continuo la cottura e la sterilizzazione di prodotti alimentari in genere, cosicché essa possa essere vantaggiosamente utilizzata in processi continui di produzione dei cosiddetti piatti pronti a base di prodotti diversi, diversificati per natura, peso, consistenza, dimensioni e formato, consentendo al contempo un funzionamento automatico finemente controllabile in tutte le sue fasi operative.
Questo problema è risolto secondo la presente invenzione da una autoclave del tipo considerato, le cui caratteristiche sono evidenziate nelle successive rivendicazioni .
I vantaggi e le caratteristiche di una autoclave continua secondo l’invenzione, risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di un esempio di realizzazione di essa, fatta qui di seguito con riferimento ai disegni allegati, dati solo a titolo indicativo e non limitativo.
Nei disegni:
la Figura 1 rappresenta schematicamente in pianta ed in sezione un’autoclave continua secondo la presente invenzione;
- la Figura 2 rappresenta prospetticarpente ed a scala ingrandita un particolare accessorio dell’autoclave di questa invenzione,
- le Figure da 3 a 7 rappresentano schematicamente in vista laterale ed in pianta i mezzi di trasferimento dei prodotti alimentari da trattare nell'autoclave di questa invenzione;
- la Figura 8 rappresenta prospetticamente ed a scala ingrandita gli stessi mezzi di trasferimento di Figura 5;
- la Figura 9 rappresenta prospetticamente ed a scala ingrandita un particolare dell’autoclave di Figura 1, vista dall’interno di essa,
- la figura 10 rappresenta prospetticamente e schematicamente un particolare del trasportatore utilizzato nell’autoclave della presente invenzione;
- le figure 11 a 16 rappresentano schematicamente il funzionamento del trasportatore di figura 10.
Nelle sue linee essenziali, una autoclave secondo la presente invenzione comprende un corpo 1, cilindrico, ad asse A orizzontale, definente al suo interno una camera di trattamento 2, nella quale possono essere effettuati tutti i trattamenti termici dei prodotti alimentari che, ad esempio, stanno alla base dei cosiddetti piatti pronti, per una loro cottura e steri l izzazione.
La descrizione che segue è fatta con riferimento alla produzione di tali piatti pronti, senza tuttavia essere limitata ad essa.
La camera di trattamento 2 è generalmente una camera in pressione di vapore e sicuramente è una camera mantenuta in condizioni sterili. In essa, con 3 e 4 sono rispettivamente indicate la zona di ingresso dei piatti da trattare e la zona di uscita dei piatti trattati .
In prossimità della zona ingresso 3, è posizionata una stazione 8 di approntamento dei piatti da trattare e di disposizione di una pluralità di tali piatti su singolo supporti.
Nel caso preferito, ma non esclusivo, in cui i piatti comprendono un contenitore a vaschetta 9, del tipo ad esempio con due scomparti 10,11 aventi differenti capacità e perimetralmente munito di un bordo piano 9a, aggettante verso l’esterno, i supporti sono costituiti da vassoi 12, piastriformi, rettangolari, muniti di tante finestrature 12a, quanti sono i contenitori 9, destinati a ciascun vassoio. Nell’esempio di realizzazione illustrato, i vassoi 12 sono dimensionati per accogliere quattro contenitori 9, disposti in un allineamento; ovviamente è possibile ed in qualche caso vantaggioso, utilizzare vassoi dimensionati per il supporto di una pluralità di allineamenti di contenitori 9; in altri casi ancora, evitando l’impiego di contenitori a vaschetta, gli alimenti da trattare possono essere dosati in un unico grande vassoio, ovviamente privo di qualsiasi finestratura.
Con 14 è schematicamente indicata una camera di ricevimento dei vassoi 12, con relativi contenitori a vaschetta 9. In particolare questa camera 14 è strutturata e dimensionata per ricevere un vassoio 12 alla volta.
La camera 14 di ricevimento vassoi è estesa lateralmente al corpo 1 dell’autoclave, lungo un asse B perpendi colare all’asse A di essa, ed è in comunicazione con la zona ingresso 3, della camera di trattamento 2, attraverso una camera di compensazione 15. Anche la camera di compensazione 15 è esterna al corpo 1 di autoclave ed è estesa lungo lo stesso asse B della camera 14 di ricevimento vassoi. Come quest’ultima , la camera di compensazione 15 è dimensionata per l’accoglimento di un vassoio 12 alla volta, disposto lungo detto asse B.
Con riferimento alla figura 1, la camera di compensazione 15 è in comunicazione, da una parte, con la camera 14 di ricevimento vassoi, attraverso una prima apertura circolare 16, strutturata a sede di valvola e, dall’altra parte, con la zona ingresso 3 della camera di trattamento 2, attraverso una seconda apertura circolare 17, essa pure strutturata a sede di valvola.
Con 18 è globalmente indicato un primo gruppo vite 19-madrevite 20,a madrevite girevole,supportato lungo l’asse B, esternamente alla camera 14 di ricevimento vassoi e dal lato di essa opposto a quello aperto nella camera di compensazione 15.
La vite 19 è munita, ad una sua estremità, di un disco-otturatore 22, strutturato e dimensionato per cooperare con 1’apertura-sede di valvola 16, cosi da chiudere ermeticamente, quando richiesto, la camera di compensazione 15, a tenuta di fluido in pressione.
Con 23 è globalmente indicato un secondo gruppo vite-madrevite (24-25) uguale al precedente e come quello supportato lungo detto asse B esternamente al corpo 1 di autoclave, dal lato di esso opposto a quello che è in comunicazione con la camera di compensazione 15.
La vite 24 di detto gruppo vite-madrevite, è estesa attraverso la parete cilindrica del corpo 1, con interposizione di mezzi di tenuta non rappresentati; e alla estremità di detta vite 24 interna a detto corpo 1, è coassialmente fissato un disco-otturatore 26, strutturato e dimensionato per impegnare l’aperturasede di valvola 17 per chiudere ermeticamente la camera di compensazione 15 a tenuta di fluido in pressione.
Alla parete del disco otturatore 22, rivolta verso l’apertura 16, è fissata una coppia di rebbi 13a,13b, orizzontali e paralleli, reciprocamente irrigiditi da una pluralità di traversini; su tali rebbi 13a,13b, sono destinati a trovare appoggio i contrapposti lati lunghi di un vassoio 12. Tra il disco otturatore 22 ed i rebbi 13a,13b è previsto un riscontro 13c, per il posizionamento e la spinta dei vassoi 12, come risulterà dal seguito della descrizione.
I suddetti rebbi 13a,13b costituiscono essenzialmente una sorta di braccio-pala P1, spinto dalla vite 19 e destinato al supporto ed allo spostamento dei vassoi 12 lungo l’asse B, verso e dentro la camera di compensazione 15, come risulterà nel seguito della descrizione.
E’ da notare che, in accordo con una caratteristica di questa invenzione, i mezzi otturatori 22 che impegnano rimovibilmente la apertura-sede di valvola 16 della camera di compensazione 15, sono comandati dal suddetto braccio-pala P1. In tal modo sono meccanicamente garantiti i necessari sincronismi tra apertura-chiusura della sede di valvola 16 ed inserimento-disinserimento del braccio-pala nella e dalla camera di compensazione 15.
In modo del tutto analogo, alla parete del disco otturatore 26, rivolta verso l’apertura 17 della camera di compensazione 15, sono fissate le estremità di una rispettiva coppia di rebbi 28,29, orizzontali e paralleli, aventi lunghezza praticamente uguale alla lunghezza dei vassoi 12 e che costituiscono un secondo braccio-pala P2. Nell’esempio di realizzazione illustrato, questi rebbi 28 e 29 sono reciprocamente distanziati di un tratto maggiore della distanza che separa i rebbi 13a,13b precedentemente citati, con i quali devono cooperare. Le coppie di rebbi 13a,13b e 28,29 sono complanari e sono costituiti da profilati piatti, rettangolari, disposti di costa (a coltello). I rebbi 28,29 hanno ampiezza maggiore di quella dei rebbi 13a,13b, cosicché i loro lati superiori risultano ad una quota di poco maggiore di quella del lato superiore di questi ultimi.
Alle estremità libere dei rebbi 28,29, sono montate rispettive rotelle folli 30,31 (Figura 8), i cui assi di rotazione sono orizzontali e perpendicolari ai rebbi stessi. I diametri di queste rotelle 30,31 e la loro posizione sono scelte in modo che le rotelle stesse sporgono al di sopra dei profili superiori dei rispettivi rebbi 28 e 29.
In prossimità del disco-otturatore 26, i rebbi 28,29 sono muniti di rispettivi denti 32,33, uguali, sostanzialmente a dente di sega, disposti con lato inclinato o dorso 32a,33a, rivolto verso le estremità libere dei rebbi stessi. Questi denti 32,33 sono destinati ad impegnare corrispondenti fori 34,35 previsti nei lati corti dei vassoi 12 (figura 2), come risulterà nel seguito della descrizione.
Ciascuno dei rebbi 28,29 è inoltre munito di due uguali feritoie 36,37,sostanzialmente rettangolari, di prefissata ampiezza, disposte con lato lungo verticale ed aperte sul lato superiore dei rebbi stessi; dette feritoie sono reciprocamente distanziate di un tratto di prefissata lunghezza. Le feritoie 36 così come le feritoie 37 sono allineate lungo rispettive direzioni parallele all’asse A del corpo 1 di autoclave.
Con 40 è globalmente indicato un trasportatore orizzontale cosiddetto a passo di pellegrino, esteso longitudinalmente nella camera di trattamento 2 del corpo 1 di autoclave, preferibilmente in un piano diametrale di esso, dove è supportato con mezzi convenzionali non rappresentati.
Secondo una forma di realizzazione preferita, questo trasportatore comprende una prima coppia di profilati piatti 41,42, supportati fissi, di costa, in reciproca relazione distanziata ed estesi dalla zona di ingresso 3 alla zona di uscita 4, della camera di trattamento 2, ed una seconda coppia di profilati piatti 43,44 mobili, supportati di costa tra i profilati 41,42. Nei lati superiori dei profilati fissi e dei profilati mobili,sono ricavate rispettive uguali pluralità di incavi rettangolari 45,46, di lunghezza e profondità rispettivamente uguali alla larghezza e spessore dei vassoi 12, così da impegnarli trasversalmente , come risulterà nel seguito della descrizione .
I profilati mobili 43,44, sono fra loro distanziati di un tratto uguale alla distanza che intercorre tra le feritoie 36,37 dei rebbi 28,29 ed hanno spessore atto ad impegnare scorrevolmente dette feritoie 36,37. Inoltre i profilati 43,44 sono reciprocamente collegati da una pluralità di traverse 47, così da costituire con esse un telaio rigido, mobile.
Questo telaio mobile è cinematicamente collegato a dispositivi atti a conferire il desiderato movimento rettangolare per l’avanzamento a passo del trasportatore 40. Facendo riferimento ai profilati fissi 41,42, e a partire da una condizione iniziale in cui i profilati mobili sono ad una quota leggermente inferiore a quella dei profilati fissi e sono allineati con le feritoie 36,37 dei rebbi 28,29, del braccio-pala P2, detto movimento rettangolare comprende:
- uno spostamento orizzontale dei profilati mobili 43,44 fino ad impegnare dette feritoie passando al di sotto del vassoio 12 eventualmente presente su detti rebbi 28,29;
- uno spostamento verticale verso l’alto, fuori da dette feritoie 36,37 così da prelevare detto vassoio 12 dai rebbi 28,29;
- uno spostamento orizzontale, via da detti rebbi, ed infine,
- uno spostamento verticale di abbassamento per ritornare nella posizione iniziale, consegnando contemporaneamente ai profilati fissi 41,42 il vassoio 12 prelevato dai rebbi 28,29,
Poiché i dispositivi del tipo suddetto, così come i collegamenti cinematici di essi al telaio mobile sono di per sé noti, non vengono qui descritti né illustrati nel dettaglio.
A titolo solo indicativo, per gli spostamenti verticali del telaio mobile è esemplificato un albero 38 esteso lungo l’asse A ed, azionato da mezzi motore 38a, esterni al corpo 1 dal lato entrata di esso; detto albero 38 è e munito di una pluralità di camme 38b, che impegnano appropriati riscontri del telaio stesso, ad esempio le traverse 47 di esso. Per gli spostamenti orizzontali del telaio mobile, l’albero 38 può essere associato ad un gruppo vite-madrevite 38c posizionato esternamente al corpo 1 dal lato uscita di esso.
Longitudinalmente nella camera di trattamento 2 sono supportati condotti 39,39a di erogazione e dosaggio di fluidi previsti per i trattamenti termici degli alimenti dosati nei contenitori 9.
In corrispondenza della zona di uscita 4, al corpo 1 è esternamente fissato un gruppo vite-madrevite 48-49 a madrevite girevole, asservita a mezzi motori schematizzati in 50 per la sua rotazione. La vite 48 ha una estremità 51 aggettante nella zona 4 della camera di trattamento 2 ed a tale estremità 51 è coassialmente fissato un disco otturatore 52, dimensionato e strutturato per impegnare, a tenuta di fluido in pressione, una apertura a sede di valvola 53 che pone in comunicazione detta zona 4 della camera di trattamento 2, con una ulteriore camera di compensazione e raffreddamento 7, estesa esternamente al corpo di autoclave 1, lungo un asse C orizzontale e perpendicolare all’asse A di detta autoclave.
Alla parete di detto disco-otturatore 52, rivolta verso la sede di valvola 53, è fissato un braccio-pala rettilineo P3, esteso parallelamente a detto asse C e che è strutturato e dimensionato in modo analogo al braccio-pala P1, più sopra descritto con riferimento al lato ingresso della camera di trattamento 2, per sostenere su di sé un vassoio 12. I componenti di questo braccio-pala P3 uguali a quelli del braccio P2, sono indicati con gli stessi numero di riferimento con l’aggiunta del suffisso "'a". La camera di compensazione e raffreddamento 7 è in comunicazione con l’esterno attraverso una apertura-sede di valvola 55 con la quale coopera un disco-otturatore 56, coassialmente fissato sull’estremità libera di una vite 57, azionata da madrevite 58, appropriatamente motorizzata, estesa lungo detto asse C e posizionata dal lato opposto del gruppo vite-madrevite 48-49.
Alla parete di detto disco-otturatore 56, rivolta verso la sede di valvola 55, è fissata una coppia di rebbi 59,60, costituenti un ultimo braccio-pala P4 e reciprocamente distanziati di un tratto atto ad accogliere tra loro il braccio P3 con il quale devono cooperare nel modo più avanti descritto.
Il funzionamento dell’autoclave della presente invenzione è il seguente.
In una condizione iniziale, il braccio pala P1 ed il relativo disco-otturatore 22, sono completamente retratti nella camera 14 di ricevimento vassoi, mentre il braccio pala P2 è completamente inserito nella zona ingresso 3 della camera di trattamento 2 ed i1 relativo disco-otturatore 26 chiude ermeticamente l’aperturasede di valvola 17. La camera di compensazione 15 è quindi aperta sulla camera 14 mentre è ermeticamente chiusa rispetto alla camera 2.
Il braccio-pala P3 è completamente inserito nella camera di compensazione e raffreddamento 7 che, pertanto, è chiusa sulla zona di uscita 4 della camera di trattamento 2; mentre il braccio pala P4 è completamente inserito nella camera 7, che è ermeticamente chiusa verso la camera sterile 61 o altra camera eventualmente in pressione, per l’impegno dell’ otturatore 56 con la sede di valvola 55. La descrizione che segue viene fatta con riferimento ad un solo vassoio 12 che porta quattro contenitori a vaschetta 9 con rispettive dosi di alimenti da trattare.
Nella camera 14, il vassoio 12 considerato viene posizionato sul braccio pala P1, poggiando i lati lunghi di esso sui rebbi 13a,13b di detto braccio. In tal modo è consentito ai contenitori 9 di sporgere al di sotto del vassoio 12.
Tramite azionamento del gruppo vite-madrevite 18, il braccio P1 ed il vassoio 12 su di esso caricato, vengono spostati verso e nella camera di compensazione 15.
Appena dopo l’ingresso in detta camera, il lato corto anteriore del vassoio 12 incontra le rotelle folli 30 e 31 dei rebbi 28,29. Proseguendo l 'avanzamento del braccio P1 che si inserisce tra detti rebbi 28,29, il vassoio 12 viene via via sollevato dal braccio P1 ed adagiato sui rebbi 28,29 del braccio P2. Successivamente, giungendo il prossimità del disco otturatore 26, il lato corto anteriore del vassoio 12 incontra i denti 32 e 33 che subito dopo vengono impegnati dai rispettivi fori 34 e 35 del vassoio 12. Con un tale impegno è completato il trasferimento del vassoio 12 dal braccio P1 ai rebbi 28,29 del braccio P2 e contemporaneamente il disco otturatore 22 ha impegnato a tenuta la corrispondente apertura/sede di valvola 16, chiudendo ermeticamente la camera di compensazione 15 dal lato della camera di ricevimento.
Il gruppo vite-madrevite 18 viene arrestato mentre viene posto in funzione il gruppo vite-madrevite 23, con conseguente spostamento del braccio P2, e relativo disco otturatore 26, via dalla camera di compensazione 15 e rispettivamente dalla apertura sede di valvola 17.
Tale spostamento è proseguito fino a che i rebbi 28 e 29 del braccio P2 con il vassoio da essi supportato risultano completamente all’interno della camera di trattamento 2-zona ingresso 3 di essa.
A questo punto viene posto in funzione il trasportatore 40 a passo di pellegrino che, come prima fase, effettua uno spostamento orizzontale dei profilati mobili 43,44 verso il vassoio 12. Con tale spostamento, i profilati mobili 43,44 impegnano le feritoie 36,37 dei rebbi 28,29, inserendosi al di sotto del vassoio 12. Successivamente (seconda fase) si ha i1 sollevamento dei profilati mobili 43,44 che portano con sè il vassoio 12 via dai rebbi 28 e 29.
Con i successivi spostamenti orizzontale (in direzione opposta a quella precedentemente considerata) e di abbassamento, viene completato il ciclo rettangolare di spostamento del trasportatore 40 a passo di pellegrino e, contemporaneamente, il vassoio 12 viene adagiato sui profilati fissi 41,42.
A questo punto il braccio P2 e relativo otturatore 26 vengono riportati nella camera di compensazione 15 con chiusura ermetica della sede di valvola 17. A chiusura avvenuta, il braccio P1 può essere riportato nella camera 14 per ricevere un nuovo vassoio 12 con relativi contenitori.
Continuando il funzionamento del trasportatore a passo 40, il vassoio 12 viene fatto avanzare a passo verso la zona 4 di uscita della camera 2.
Durante un tale percorso gli alimenti caricati nei diversi contenitori 9 subiscono i trattamenti di pastorizzazione e/o sterilizzazione e/o cottura da parte dei fluidi di trattamento erogati dai condotti 39 e 39a.
Per uscire dall’autoclave 1, il vassoio 12 che ha ultimato il percorso attraverso la camera 2 di trattamento, deve essere trasferito dalla posizione finale raggiunta sul trasportatore 40 al braccio-pala P3 .
In accordo con una caratteristica ulteriore della presente invenzione, al suddetto scopo viene utilizzato un carrello trasferitore 62 (figura 10), posizionato tra i profilati mobili 43,44 del trasportatore 40, ai quali è associato nel modo qui di seguito descritto.
Secondo una forma di realizzazione preferita, ma non esclusiva, un tale carrello trasferitore 62 comprende una coppia di profilati piatti 63,64, disposti a coltello, reciprocamente irrigiditi da traverse 65. Nei lati superiori di detti profilati 63,64, sono ricavati rispettivi incavi rettangolari 66,67, uguali e contrapposti, previsti per impegnare e trattenere un vassoio 12.
Tali profilati 63,64 hanno spessore atto ad impegnare rimovibilmente le feritoie 36a,37a del braccio-pala P3.
Il carrello trasferitore 62 è mobilmente guidato lungo i profilati 43 e 44, mentre è solidale con essi in occasione dei loro spostamenti verticali.
Per gli spostamenti orizzontali di detto carrello 62 sono vantaggiosamente previsti ed utilizzati mezzi motori (ad esempio un gruppo vite-madrevite) indipendenti da quelli preposti al movimento dei profilati 43,44.
Il carrello 62 può, quando desiderato e/o richiesto, essere reso solidale ai profilati mobili 43,44, ad esempio tramite un appropriato azionamento dei rispettivi mezzi motore.
Con riferimento a figure 11-16 viene preso in considerazione un tempo t0 nel funzionamento del trasportatore 40 in cui (figura 11) il carrello 62 è rientrato tra i profilati mobili 43,44 e su di esso (così come su detti profilati mobili e sui profilati fissi del trasportatore 40) è trasversalmente posizionato un vassoio 12, con relativi contenitori 9 di alimenti cotti. Il braccio-pala P3 è libero, mentre sul braccio-pala P2 è presente un vassoio 12 con relativi contenitori 9 di alimenti da cuocere.
Inizia ora il movimento rettangolare del trasportatore 40; in particolare (figura 12), i profilati mobili 43,44 vengono spostati orizzontalmente per impegnare il braccio-pala P2 al di sotto del vassoio 12 su di esso presente, mentre il carrello 62 è trattenuto nella posizione iniziale sopra considerata. Si ha in sostanza uno "sfilamento" del carrello 62 dai profilati mobili 43,44, cioè un sostanziale allungamento telescopico di questi profilati. Durante questo movimento il vassoio 12 che rimane sui profilati fissi 41,42 negli incavi 45,46 viene a trovarsi al di sopra del carrello 62, con gli incavi 66,67 allineati con quelli 45,46 dei profilati fissi. A questo proposito è da rilevare che i lati superiori dei tratti terminali dei profilati 43,44 sono lisci.
Terminato il suddetto spostamento orizzontale, il carrello 62 viene reso solidale con i profilati 43,44 anche per quanto riguarda gli spostamenti orizzontali.
A questo punto (figura 13) i profilati 43 e 44 ed il carrello 62 vengono sollevati, cosicché avviene il prelievo del vassoio 12 dal braccio-pala P2 e dai profilati fissi 41,42. Dopo di che (figure 14 e 15) i profilati mobili 43,44 vengono spostati orizzontalmente via dal braccio-pala P2 e quindi riabbassati alla quota iniziale. Con questi spostamenti il carrello 62 con relativo vassoio 12 è dapprima spostato al di sopra del braccio-pala P3 e poi abbassato ad impegnare le feritoie 36a,37a di esso. A conclusione di questo impegno, il carrello 62 ha consegnato il proprio vassoio 12 al braccio-pala P3.
Da ultimo (figura 16) il carrello 62 viene retratto tra i bracci mobili 43,44 riassumendo la posizione iniziale considerata al tempo t0 ,al di sotto di un nuovo vassoio 12 che è presente sui profilati fissi .
Ponendo ora in funzione il gruppo vite-madrevite 48,49, il braccio pala P3 ed il vassoio da esso supportato vengono trasferiti nella camera 7. Al termine di questo spostamento, il braccio pala P3 è completamente posizionato nella camera di compensazione e raffreddamento 7, mentre il disco otturatore 52 da esso supportato ha impegnato a tenuta la corrispondente apertura-sede di valvola 53. Entrando nella camera di compensazione e raffreddamento 7, il lato corto anteriore del vassoio 12 incontra le rotelle folli dei rebbi 59 e 60 che, sollevando via via il vassoio 12, determinano il passaggio di esso dal braccio P3 al braccio P4.
Quando questo passaggio è completato, tramite azionamento del gruppo vite-madrevite 57,58 il braccio pala P4 e relativo disco otturatore 56 vengono portati fuori dalla camera 7, in un ambiente 61 dove, ad esempio, può essere completato il raffreddamento degli alimenti trattati per un loro confezionamento in asettico .

Claims (20)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Autoclave per il trattamento termico in continuo di cottura e sterilizzazione di alimenti in genere dosati in rispettivi contenitori aperti, caratteri zzato dal fatto di comprendere: - un corpo autoclave (1), - una camera (2) di trattamento di detti alimenti, definita all’interno di detto corpo (1) e comprendente in successione, a) una zona (3) di ingresso degli alimenti, b) una zona di trattamento termico degli alimenti dosati in contenitori aperti, in detta zona essendo previsti mezzi (39) di erogazione di fluidi di trattamento, c) una zona (4) di uscita degli alimenti trattati , - una prima ed una seconda camera di compensazione (15,7) associate esternamente e lateralmente a detto corpo autoclave (1) ed in comunicazione con la zona ingresso (3) e rispettivamente la zona uscita (4) di detta camera di trattamento (2) attraverso corrispondent i aperture (17,53) munite di organi valvolari di intercettazione (26,52), un trasportatore (40) in detta camera di trattamento (2) per trasferire detti contenitori aperti (9) con i rispettivi alimenti dalla zona di ingresso (3) alla zona di uscita (4) attraverso detta zona (2) di trattamento termico, - primi e secondi mezzi (P2,P3) di trasferimento dei contenitori (9) aperti, caricati con i rispettivi alimenti, da detta prima camera di compensazione (15) alla zona di ingresso (3) della camera di trattamento (2) e rispettivamente dalla zona di uscita (4) di essa alla seconda camera di compensazione (7), - terzi e quarti mezzi (P1,P4) per introdurre detti contenitori aperti (9), in detta prima camera di compensazione (15)e rispettivamente per estrarre detti contenitori (9) con gli alimenti trattati da detta seconda camera di compensazione e raffreddamento (7).
  2. 2. Autoclave secondo la rivendicazione 1, caratteri zzato dal fatto che ciascuno di detti contenitori aperti (9) comprende un vassoio (12) piastriforme allungato.
  3. 3. Autoclave secondo la rivendicazione 1, caratter izzato dal fatto che detta prima camera di compensazione (15) è in comunicazione con l’ambiente esterno attraverso almeno una ulteriore apertura (16) munita di rispettivi organi valvolari (22) di intercettazione e che detta camera di compensazione (7) è in comunicazione con un ambiente sterile.. (61) attraverso una rispettiva apertura (55), munita di organi valvolari di intercettazione (56).
  4. 4. Autoclave secondo la rivendicazione 3, caratter izzata dal fatto che dette aperture (16,17; 53,55), sono strutturate a sede di valvola, rimovibi lmente impegnate da rispettivi otturatori (22-26; 52-56).
  5. 5. Autoclave secondo la rivendicazione 1, caratter izzato dal fatto che ciascuno di detti mezzi di trasferimento dei contenitori (9) comprendono un braccio pala (P1,P2,P3,P4), avente larghezza e lunghezza sostanzialmente uguale a quella di detto vassoio (12) e mezzi per trattenere rimovibilmente detto vassoio (12) su detto braccio pala.
  6. 6. Autoclave secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto braccio pala comprende un coppia di rebbi astiformi (13a,13b; 28,29; 28a,29a; 59,60), paralleli, reciprocamente distanziati di un tratto non maggiore della larghezza di detti vassoi (12) e reciprocamente associati in corrispondenza di una loro estremità dove sono muniti di riscontri a dente di sega (32,33) per impegnare rimovibilmente rispettive feritoie (34,35) previste nel bordo di detti vassoi (12).
  7. 7. Autoclave secondo la rivendicazione 6, caratteri zzato dal fatto che detti bracci-pala (P1-a-P4 ) sono posizionati rispettivamente in detta zona ingresso (3), in detta zona uscita (4) della camera di trattamento (2) e nelle camere di compensazione (15,7), in asse con le aperture-sede di valvola che pongono in comunicazione dette zone (3,4)con le rispettive camere di compensazione (15,7), i bracci-pala essendo disposti a due a due in contrapposizione.
  8. 8. Autoclave secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che ciascuno di detti braccipala (P1-a-P4) supporta un rispettivo disco-otturatore (22,26,52,56) destinato ad impegnare una corrispondente di dette aperture sede di valvola (16,17,53,55).
  9. 9. Autoclave secondo la rivendicazione 8, caratterizzata dal fatto che detti bracci-pala (P1-a-P4) sono mobilmente guidati da detta zona ingresso (3) in detta prima camera di compensazione (15) e viceversa e rispettivamente da detta zona di uscita (4) in detta seconda camera di compensazione e raffreddamento (7) e viceversa, mezzi motori essendo previsti per gli spostamenti rettilinei alternati di detti bracci-pala (P1-a-P4 ).
  10. 10. Autoclave secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che detti mezzi motore per gli spostamenti rettilinei alternati di detti bracci-pala sono costituiti da gruppi vite-madrevite (18,23,50), in cui la madrevite è girevole ed in cui la vite è fissata ed estesa in allineamento ad un rispettivo bracciopala.
  11. 11. Autoclave secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che i bracci-pala (P2,P4) di trasfer imento dei vassoi (12) da detta prima camera di compensazione (15) alla zona di ingresso (3) e dalla zona di uscita (4) alla seconda camera di compensazione (7) hanno rebbi (28,29; 59,60) distanziati di un tratto atto ad accogliere tra loro i rispettivi contrapposti bracci-pala (P1,P3).
  12. 12. Autoclave secondo la rivendicazione 11, caratter izzata dal fatto che detti bracci-pala (P2,P4) sono muniti di rispettivi mezzi (31,32) di prelievo di un vassoio (12) dal contrapposto braccio-pala (P1,P3) e trasferirlo su di sè.
  13. 13. Autoclave secondo la rivendicazione 12, caratterizzata dal fatto che detti mezzi di prelievo comprendono due rotelle (30,31) montate folli alle estremità libere dei rebbi (28,29; 59,60) di detti bracci-pala (P2,P4) ed aventi assi di rotazione perpendicolari alla direzione di spostamento dei bracci stessi, dette rotelle folli (28,29; 59,60) sporgendo al di sopra del profilo superiore dei rispettivi rebbi.
  14. 14. Autoclave secondo la rivendicazione 1, caratter izzata dal fatto che detto trasportatore (40) è del tipo ad avanzamento a passo.
  15. 15. Autoclave secondo la rivendicazione 14, caratterizzata dal fatto che detto trasportatore (40) comprende una prima coppia di profilati piatti (41,42) supportati fissi in detta camera di trattamento (2) ed estesi parallelamente all’asse A dal lato ingresso (3) al lato uscita (4) di essa, una seconda coppia di profilati piatti (43,44) mobilmente supportati tra detti profilati fissi (41,42), mezzi essendo previsti per spostare detti profilati mobili (43,44) rispetto a quelli fissi (41,42) secondo un movimento rettangolare.
  16. 16. Autoclave secondo la rivendicazione 15, caratteri zzata dal fatto che detti profilati piatti fissi e mobili del trasportatore a passo (40) sono disposti di costa, i profilati mobili (43,44) avendo ad una loro estremità rispettivi tratti impegnanti rimovibi lmente corrispondenti feritoie (36,37) ricavate nei rebbi (28,29) del braccio-pala (P2) di trasferìmento-vassoi nella zona ingresso (3) della camera di trattamento (2).
  17. 17. Autoclave secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che detto trasportatore (40) comprende un carrello (62) di trasferimento di detti vassoi (12) da detti profilati fissi (41,42) a detto braccio pala (P3) di uscita dei vassoi (12) dalla camera di trattamento (2).
  18. 18. Autoclave secondo la rivendicazione 16, caratterizzata dal fatto che detti profilati fissi e mobili sono muniti, in corrispondenza dei loro lati superiori , di rispettive pluralità di incavi (45,46) uguali, dimensionati per accogliere su di sé detti vassoi (12).
  19. 19. Autoclave secondo la rivendicazione 16, caratterizzata dal fatto che detti profilati mobili (43,44) sono reciprocamente irrigiditi da una pluralità di traverse (47) a formare un telaio mobile.
  20. 20. Autoclave secondo la rivendicazione 18, caratterizzata dal fatto che i mezzi per spostare detto telaio mobile secondo detto movimento rettangolare sono posizionati all’esterno di detto corpo-autoclave (1).
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