ITMI941391A1 - Impianto per la produzione su scala industriale di alimenti cotti, a lunga conservazione pronti da consumare - Google Patents

Impianto per la produzione su scala industriale di alimenti cotti, a lunga conservazione pronti da consumare Download PDF

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ITMI941391A1
ITMI941391A1 IT001391A ITMI941391A ITMI941391A1 IT MI941391 A1 ITMI941391 A1 IT MI941391A1 IT 001391 A IT001391 A IT 001391A IT MI941391 A ITMI941391 A IT MI941391A IT MI941391 A1 ITMI941391 A1 IT MI941391A1
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IT
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communication
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Camillo Catelli
Roberto Notari
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Rossi & Catelli Spa
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    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65BMACHINES, APPARATUS OR DEVICES FOR, OR METHODS OF, PACKAGING ARTICLES OR MATERIALS; UNPACKING
    • B65B25/00Packaging other articles presenting special problems
    • B65B25/001Packaging other articles presenting special problems of foodstuffs, combined with their conservation
    • AHUMAN NECESSITIES
    • A23FOODS OR FOODSTUFFS; TREATMENT THEREOF, NOT COVERED BY OTHER CLASSES
    • A23LFOODS, FOODSTUFFS, OR NON-ALCOHOLIC BEVERAGES, NOT COVERED BY SUBCLASSES A21D OR A23B-A23J; THEIR PREPARATION OR TREATMENT, e.g. COOKING, MODIFICATION OF NUTRITIVE QUALITIES, PHYSICAL TREATMENT; PRESERVATION OF FOODS OR FOODSTUFFS, IN GENERAL
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce, in un suo aspetto generale, ad un impianto per la produzione su scala industriale di alimenti cotti, a lunga conservazione e pronti da consumare.
Più in particolare questa invenzione concerne un impianto in cui sono attuate in continuo le operazioni di cottura e/o sterilizzazione di prodotti alimentari disposti in contenitori aperti , che verranno poi sigillati e confezionati in asettico per ottenere, ad esempio, i cosiddetti piatti pronti a lunga conservazione.
In generale, per la preparazione di alimenti cotti del tipo considerato, è necessario soddisfare una duplice esigenza e cioè garantire, da un lato, la non tossicità del prodotto per tutto il tempo di "lunga conservazione" dichiarato e, dall’altro lato, il mantenimento delle qualità fisiche ed organolettiche del prodotto il più vicino possibile a quando preparato di fresco.
Al suddetto scopo la tecnica nota mette a disposizione molti procedimenti che possono essere divisi in due gruppi, ciascuno dei quali è basato su rispettive e diverse tecniche di somministrazione del
calore per attuare le operazioni di stabilizzazione/sterilizzazione e di cottura e cioè:
1 ) i procedimenti che prevedono, per la suddetta somministrazione di calore, l’impiego di energia elettromagnetica (in particolare microonde o raggi infrarossi) e,
2) i procedimenti che prevedono l’impiego di vapore e/o di un liquido di cottura (ad esempio acqua, olio e simili).
L’invenzione si riferisce a tecniche del secondo gruppo per le cui attuazioni è ben noto come siano a disposizione apparecchiature le cui caratteristiche strutturali e funzionali sono cosi specializzate da non consentire generalmente l’uso di una stessa apparecchiatura, non solo per due procedimenti diversi, ma addirittura per il trattamento, secondo uno stesso procedimento, di due diversi prodotti, appartenenti anche ad una stessa famiglia di prodotti. E ciò è soprattutto vero quando il prescelto procedimento deve essere effettuato in continuo.
E’ infatti noto che per l’ottenimento di prodotti ottimali sia da un punto di vista organolettico che da quello della conservazione, è necessario utilizzare temperature, tempi di trattamento e pressioni diversi, non solo per prodotti che sono di natura diversa (come ad esempio pasta, legumi, carne, selvaggina, ortaggi), ma anche di prodotti della stessa famiglia che risultano però diversi per spessore, per dimensioni, per consistenza, per peso e formato.
Di conseguenza è comprensibile che la rigidità di utilizzazione delle apparecchiature messe a disposizione dalla tecnica nota costituisce un serio problema per tutte quelle aziende che hanno interesse alla produzione di alimenti cotti a lunga conservazione, ad esempio piatti pronti, diversificati su un’ampia gamma di prodotti base. Alcuni tentativi effettuati per adattare una stessa apparecchiatura ad una diversificata produzione di alimenti cotti, ha avuto come risultato quello di notevoli complicazioni strutturali e funzionali e l’ottenimento di prodotti non completamente soddisfacenti dal punto di vista organolettico.
Il problema che sta alla base della presente invenzione è proprio quello di realizzare e mettere a disposizione una tecnica in cui la cottura e/o la sterilizzazione di prodotti alimentari disposti in contenitori aperti, possono essere effettuate in continuo, con funzionamento automatico, finemente controllabile in tutte le sue fasi operative e che possa essere vantaggiosamente ed indifferentemente utilizzato per l’ottenimento di prodotti diversi e diversificati per natura,peso, consistenza, dimensioni e formato.
Questo problema viene risolto secondo la presente invenzione da un impianto del tipo considerato, le cui caratteristiche sono evidenziate nella successiva rivendicazione 1.
Con l’impianto di questa invenzione, variando semplicemente ed in modo opportuno i parametri funzionali (temperatura dei fluidi di trattamento termico, tempi di permanenza, temperatura e pressione ambiente, eccetera) possono essere facilmente ottenuti, su scala industriale:
- tutti i tipi di salse a base di pomodoro, pomodoro e verdure,
- spezzatini di carne con patate, con piselli e con altri simili ingredienti e componenti,
- arrosti di carne,
- coniglio, lepre, cinghiale e simili preparati alla ,,cacciatora,‘,
- piatti a base di pesce e primi piatti in genere. I vantaggi e le caratteristiche di un impianto secondo la presente invenzione risulteranno maggiormente dalla seguente descrizione esemplificativa di esso, fatta con riferimento ai disegni allegati dati solo a titolo indicativo e non limitativo.
Nei disegni;
- la figura 1 rappresenta schematicamente una pianta di un primo esempio di impianto per la produzione in continuo di prodotti alimentari cotti, a lunga conservazione, pronti da consumare (cosiddetti piatti pronti) secondo la presente invenzione,
- la figura 2 rappresenta a scala ingrandita la stessa pianta di figura 1, opportunamente parzializzata;
- la figura 3 rappresenta prospetticamente ed a scala ingrandita un particolare accessorio dell’impianto di questa invenzione;
- la figura 4 rappresenta prospetticamente ed a scala ingrandita un mezzo di trasferimento dei prodotti alimentari da trattare nell'impianto di questa invenzione;
- la figura 5 rappresenta prospetticamente a scala ingrandita un particolare di figura 2 visto dall’interno ;
la figura 6 rappresenta prospetticamente e schematicamente un dispositivo di estrazione piatti dai rispettivi supporti secondo la presente invenzione; - la figura 7 rappresenta schematicamente, in pianta un secondo esempio di impianto per la produzione in continuo di prodotti alimentari cotti e/o strilizzati a lunga conservazione secondo la presente invenzione ;
- la figura 8 rappresenta schematicamente ed in alzata lo stesso impianto di figura 7 opportunamente parzial izzato.
Con riferimento alle figure da 1 a 4, viene ora descritto un impianto secondo la presente invenzione, realizzato per la produzione in continuo dei cosiddetti piatti pronti, vale a dire di prodotti alimentari cotti e/o sterilizzati in contenitori aperti, nei quali sono stati preventivamente dosati e nei quali vengono poi sigillati e confezionati in asettico.
Questo impianto comprende un’autoclave continua 1 descritta in dettaglio in una co-pendente domanda depositata a nome della stessa richiedente e qui inclusa per riferimento.
Detta autoclave continua 1 comprende un corpo cilindrico, ad asse A orizzontale, definente al suo interno una camera di trattamento 2, nella quale possono essere effettuati tutti i trattamenti termici dei suddetti prodotti alimentari per una loro stabilizzazione e/o sterilizzazione e cottura.
La camera di trattamento 2 è generalmente una camera in pressione di vapore e sicuramente è una camera mantenuta in condizioni sterili. In essa, con 3 e 4 sono rispettivamente indicate la zona di ingresso dei prodotti da trattare e la zona di uscita dei prodotti trattati.
In prossimità della zona ingresso 3, è posizionata una stazione 8 di approntamento dei piatti da trattare e di disposizione di una pluralità di tali piatti su singoii supporti.
Nel caso esemplificato in figura 3, i piatti comprendono un contenitore a vaschetta 9, a due scomparti 10,11, perimetralmente munito di un bordo piano 9a, aggettante verso l’esterno, mentre i supporti sono costituiti da vassoi 12, piastriformi, rettangolar i, muniti di tante finestrature 12a, quanti sono i contenitori 9, destinati a ciascun vassoio. Nell’esempio di realizzazione illustrato, i vassoi 12 sono dimensionati per accogliere quattro contenitori 9, disposti in un allineamento; ovviamente è possibile ed in qualche caso vantaggioso, utilizzare vassoi dimensionati per il supporto di una pluralità di allineamenti di contenitori 9; in un altro caso ancora, più avanti descritto, evitando l’impiego di contenitori a vaschetta, gli alimenti da trattare possono essere dosati in un unico grande vassoio.
Con 14 è schematicamente indicata una camera di ricevimento dei vassoi 12, con relativi contenitori a vaschetta 9. In particolare questa camera 14 è strutturata e dimensionata per ricevere un vassoio 12 alla volta.
La camera 14 di ricevimento vassoi è estesa lateralmente al corpo 1 dell’autoclave, lungo un asse B orizzontale, perpendicolare all’asse A di essa, ed è in comunicazione con la zona ingresso 3, della camera di trattamento 2, attraverso una camera di compensazione 15. Anche la camera di compensazione 15 è esterna al corpo 1 di autoclave ed è estesa lungo lo stesso asse B della camera 14 di ricevimento vassoi. Come quest'ultima, la camera di compensazione 15 è dimensionata per l’accoglimento di un vassoio 12 alla volta, disposto lungo detto asse B.
Con riferimento alla figura 2, la camera di compensazione 15 è in comunicazione, da una parte, con la camera 14 di ricevimento vassoi, attraverso una prima apertura circolare 16, strutturata a sede di valvola e, dall’altra parte, con la zona ingresso 3 della camera di trattamento 2, attraverso una seconda apertura circolare 17, essa pure strutturata a sede di val vol a .
Con 18 è globalmente indicato un primo gruppo vite 19-madrevite 20,a madrevite girevole,supportato lungo l’asse B, esternamente alla camera 14 di ricevimento vassoi e dal lato di essa opposto a quello aperto nella camera di compensazione 15.
La vite 19 è munita, ad una sua estremità, di un disco-otturatore 22, strutturato e dimensionato per cooperare con 1’apertura-sede di valvola 16, così da chiudere ermeticamente, quando richiesto, la camera di compensaz ione 15, a tenuta di fluido in pressione.
Con 23 è globalmente indicato un secondo gruppo vite-madrevite (24-25) uguale al precedente e come quello supportato lungo detto asse B esternamente al corpo 1 di autoclave, dal lato di esso opposto a quello che è in comunicazione con la camera di compensazione 15.
La vite 24 di detto gruppo vite-madrevite, è estesa attraverso la parete cilindrica del corpo 1, con interposizione di mezzi di tenuta non rappresentati e alla sua estremità interna a detto corpo 1, è coassialmente fissato un disco-otturatore 26, strutturato e dimensionato per impegnare l’aperturasede di valvola 17 e chiudere ermeticamente la camera di compensazione 15, a tenuta di fluido in pressione.
Alla parete del disco otturatore 22, rivolta verso l’apertura 16, è fissata una coppia di rebbi 13a,13b, orizzontali e paralleli sui quali sono destinati a trovare appoggio i contrapposti lati lunghi di un vassoio 12.
I suddetti rebbi 13a,13b costituiscono essenzialmente una sorta di braccio-pala P1, spinto dalla vite 19 e destinato al supporto ed allo spostamento dei vassoi 12 lungo l’asse B, verso e dentro la camera di compensazione 15, come risulterà nel seguito della descrizione.
In modo del tutto analogo, alla parete del disco otturatore 26, rivolta verso l’apertura 17 della camera di compensazione 15, sono fissate le estremità di una rispettiva coppia di rebbi 28,29, orizzontali e paralleli, aventi lunghezza praticamente uguale alla lunghezza dei vassoi 12 e che costituiscono un secondo braccio-pala P2. Questi rebbi 28 e 29 sono reciprocamente distanziati di un tratto maggiore della distanza che separa i rebbi 13a,13b precedentemente citati, con i quali devono cooperare per l’introduzione dei vassoi 12, uno dopo l’altro nella camera di trattamento 2, come risulterà nel seguito della descrizione.
Le estremità libere dei rebbi 28,29 (figura 4) supportano rispettive rotelle folli 30,31, i cui assi di rotazione sono orizzontali e perpendicolari ai rebbi stessi. I diametri delle rotelle 30,31 e la posizione dei loro assi sono scelti in modo che dette rotelle sporgano al disopra dei profili superiori dei rispettivi rebbi 28,29.
In prossimità del disco-otturatore 26, i rebbi 28,29 sono muniti di rispettivi denti 32,33, uguali, sostanzialmente a dente di sega, disposti con lato inclinato (o dorso) 32a,33a, rivolto verso le estremità libere dei rebbi stessi. Questi denti 32,33 sono destinati ad impegnare corrispondenti fori 34,35 previsti nei lati corti dei vassoi 12.
Ciascuno dei rebbi 28,29 è inoltre munito di uguali feritoie 36,37, di prefissata ampiezza, aperte sul lato superiore dei rebbi stessi; le feritoie 36,36 così come le feritoie 37,37 sono allineate lungo una direzione perpendicolare ai detti rebbi.
Con 40 è globalmente indicato un trasportatore orizzontale cosiddetto a passo di pellegrino, esteso longitudinalmente nella camera di trattamento 2 del corpo 1 di autoclave, preferìbilmente in un piano diametrale di esso, dove è supportato con mezzi convenzionali non rappresentati.
Secondo una forma di reaiizzazione preferita (figure 2 e 5) questo trasportatore comprende una prima coppia di profilati piatti 41,42, supportati fissi, di costa, in reciproca relazione distanziata ed estesi parallelamente all’asse A dalla zona di ingresso 3 alla zona di uscita 4, della camera di trattamento 2, ed una seconda coppia di profilati piatti 43,44 mobili, supportati di costa tra i profilati 41,42. Nei lati superiori dei profilati fissi e dei profilati mobili, sono ricavate rispettive uguali pluralità di incavi rettangolari 45,46, di lunghezza e profondità rispettivamente uguali alla larghezza e spessore dei vassoi 12, così da impegnarli trasversalmente, e trattenerli in posizione durante gli spostamenti del trasportatore, come risulterà nel seguito della descrizione .
I profilati mobili 43,44, sono fra loro distanziati di un tratto uguale alla distanza che intercorre tra feritoie 36,37 previste nei rebbi 28,29 ed hanno spessore atto ad impegnare scorrevolmente dette feritoie 36,37. Inoltre i profilati 43,44 sono reciprocamente collegati da una pluralità di traverse 47, così da costituire con esse un telaio rigido, mobile.
Questo telaio mobile è cinematicamente collegato a dispositivi atti a conferire il desiderato movimento rettangolare per l’avanzamento a passo del trasportatore 40. Facendo riferimento ai profilati fissi 4i,42, detto movimento rettangolare comprende:
uno spostamento orizzontale fino ad una posizione in cui i profilati mobili 43,44 impegnano le feritoie 36,37 dei rebbi 28,29, passando al di sotto del vassoio 12 presente su detti rebbi 28,29;
- uno spostamento verticale verso l’alto, fuori da dette feritoie 36,37 così da prelevare detto vassoio 12 dai rebbi 28,29;
- uno spostamento orizzontale, via da detti rebbi, ed infine,
- uno spostamento verticale di abbassamento per ritornare nella posizione iniziale, consegnando contemporaneamente ai profilati fissi 41,42 il vassoio 12 prelevato dai rebbi 28,29.
Poiché i dispositivi per gli spostamenti del trasportatore 40, così come i collegamenti cinematici di essi al telaio mobile sono di per sé noti, non vengono qui descritti né illustrati nel dettaglio. Possono essere vantaggiosamente adottati quelli descritti relativamente alla autoclave continua, oggetto di una copendente domanda di brevetto della stessa Richiedente.
Longitudinalmente nella camera di trattamento 2 sono supportati condotti 39,39a di erogazione e dosaggio di fluidi previsti per i trattamenti termici degli alimenti dosati nei contenitori 9.
In corrispondenza della zona di uscita 4 (figura 1), al corpo 1 è esternamente fissato un gruppo vitemadrevite 48-49 a madrevite girevole, asservita a mezzi motori schematizzati in 50 per la sua rotazione. La vite 48 ha una estremità 51 aggettante nella zona 4 della camera di trattamento 2 ed a tale estremità 51 è coassialmente fissato un disco otturatore 52, dimensionato e strutturato per impegnare, a tenuta di fluido in pressione, una apertura-sede di valvola 53, che pone in comunicazione detta zona 4 della camera di trattamento 2, con una ulteriore camera di preraffreddamento compensazione 7, estesa esternamente al corpo di autoclave 1, lungo un asse C orizzontale e perpendicolare all’asse A di detta autoclave.
Alla parete di detto disco-otturatore 52, rivolta verso la sede di valvola 53, è fissato un braccio-pala rettilineo P3, esteso parallelamente a detto asse C e che è strutturato e dimensionato in modo analogo al braccio-pala P1, più sopra descritto con riferimento al lato ingresso della camera di trattamento 2, per sostenere su di sè un vassoio 12. La camera 7 è in comunicazione con il lato ingresso 6a di una camera 6 di raffreddamento, attraverso una apertura-sede di valvola 55; con questa apertura 55 coopera un disco-otturatore 56, coassialmente fissato sulla estremità libera di una vite 57, azionata da una madrevite 58, appropriatamente motorizzata, estesa lungo detto asse C e girevolmente supportata, esternamente alla camera 6, dal lato opposto alla camera di compensazione 7.
Alla parete di detto disco-otturatore 56, rivolta verso la sede di valvola 55, è fissata una coppia di rebbi 59,60 formanti un braccio-pala P4 e distanziati di un tratto atto ad accogliere tra loro il bracciopala P3, con il quale devono cooperare nel modo più avanti descritto.
Nella camera asettica 6,è attivo un trasportatore a passo di pellegrino, globalmente indicato con 61. Questo trasportatore 61, così come i mezzi e dispositivi previsti per la sua movimentazione, non verranno descritti nel dettaglio poiché essi sono uguali al trasportatore 40 e relativi mezzi di azionamento, descritti con riferimento al corpo di autoclave 1.
I componenti di questo trasportatore 61, uguali a quelli del trasportatore 40, vengono individuati con uguali numeri di riferimento, aumentati di 100.
A circa metà della sua lunghezza, la camera 6 è in comunicazione (Fig. 1), attraverso un passaggio tubolare 62, con un’altra camera, definita in un corpo 63, fissato lateralmente alla camera 6.
Al disopra del passaggio tubolare 62, che è fissato a tenuta sia alla camera 6 che al corpo 63 tramite appropriate flange e guarnizioni, è montato un erogatore-dosatore 64 di sughi o altri condimenti.
In detto corpo 63 è operativa una chiuditrice non rappresentata, di per sé nota e convenzionale, atta a sigillare in asettico i contenitori a vaschetta 9 che le vengono man mano trasferiti dalla camera 6, come verrà descritto nel seguito.
Per un tale trasferimento, nella camera 6 ed in posizione sottostante al trasportatore 61,è installato un gruppo espulsore 65 (Fig. 6), per liberare i contenitori a vaschetta 9 dai rispettivi vassoi 12.
Detto gruppo 65 comprende essenzialmente un elemento piastriforme rettangolare 66, orizzontale, avente dimensioni trasversali uguali a quelle dei vassoi 12; questo elemento 66 è munito di una pluralità di risalti 67 parallelepipedi, che hanno spessore atto ad impegnare le finestrature 12a.
L’elemento rettangolare 66 è montato su una pluralità di steli 68, che sono azionati in direzione verticale tramite attuatori di per sè noti, preferibilmente attuatori meccanici.
E’ da notare che i risalti 67, dell’elemento 66, quando hanno impegnato le finestrature 12a di un vassoio 12 per "espellere" da esse i rispettivi contenitori 9, realizzano con detto vassoio 12 un piano continuo di supporto sul quale i contenitori 9 possono essere spostati (strisciando) senza intoppi.
Al di sopra del trasportatore 61 è supportato un telaio rettangolare 70, grigliato, a larghe maglie rettangolari 70a, esteso parallelamente all’elemento 66.
Ciascuna maglia 70a ha dimensioni atte a circondare un contenitore a vaschetta 9. Detto telaio 70 è mobile in direzione trasversale alla direzione di avanzamento del trasportatore 61.
I mezzi di azionamento di detto telaio sono esterni al corpo 5 e vengono schematicamente rappresentat i in figura 1 con il riferimento 38.
Tramite detti mezzi di azionamento 38, il telaio 70 e la relativa pluralità di contenitori 9, impegnate nelle maglie 70 di esso, possono essere spostati fuori dal trasportatore 61, lateralmente ad esso, su un ripiano 71, esteso attraverso il passaggio tubolare 62, dove è operativo il dispositivo 64 erogatore di sughi o altri simili condimenti.
Detto ripiano 71 è allineato con il piano di lavoro della chiuditrice, verso la quale i contenitori 9, riempiti con l’alimento cotto vengono alimentati per essere sigillati.
I vassoi 12, liberati dai contenitori 9, vengono spostati dal trasportatore 61 a passo di pellegrino verso la zona di uscita 6b della camera 6, da dove vengono espulsi attraverso un’apertura 72,mediante uno spintore 73, (vite-madrevite o azionato pneumaticamente) .
Il funzionamento dell’autoclave della presente invenzione è il seguente.
In una condizione iniziale, il braccio pala P1 ed il relativo disco-otturatore 22, sono completamente retratti nella camera 14 di ricevimento vassoi, mentre il braccio pala P2 è completamente inserito nella zona ingresso 3 della camera di trattamento 2 ed il relativo disco-otturatore 26 chiude ermeticamente 1'aperturasede di valvola 17. La camera di compensazione 15 è quindi aperta sulla camera 14 mentre è ermeticamente chiusa rispetto alla camera 2.
II braccio-pala P3 è completamente inserito nella camera di raffreddamento e compensazione 7 che, pertanto, è chiusa sulla zona di uscita 4 della camera di trattamento 2; anche il braccio pala P4 è completamente inserito nella camera 7, che è quindi ermeticamente chiuso anche verso la camera 6 per l’impegno dell’otturatore 56 con la sede di valvola 55.
La descrizione che segue viene fatta con riferimento ad un solo vassoio 12 che porta quattro contenitori a vaschetta 9 con rispettive dosi di alimenti da trattare.
Nella camera 14, il vassoio 12 considerato viene posizionato sul braccio pala P1.
Tramite azionamento del gruppo vite-madrevite 18, il braccio P1 ed i1 vassoio 12 su di esso caricato, vengono spostati verso e nella camera di compensazione 15, dove avviene il trasferimento del vassoio 12 dal braccio P1 ai rebbi 28,29 del braccio P2 mentre contemporaneamente il disco otturatore 22 ha impegnato a tenuta la corrispondente apertura/sede di valvola 16, chiudendo ermeticamente la camera di compensazione 15 dal lato della camera di ricevimento vassoi.
Il gruppo vite-madrevite 18 viene arrestato mentre viene posto in funzione il gruppo vite-madrevite 23, con conseguente spostamento del braccio P2, e relativo disco otturatore 26, via dalla camera di compensazione 15 e rispettivamente dalla apertura sede di valvola 17.
Tale spostamento è proseguito fino a che i rebbi 28 e 29 del braccio P2 con il vassoio da essi supportato risultano completamente all’interno della camera di trattamento 2-zona ingresso 3 di essa.
A questo punto viene posto in funzione il trasportatore 40 a passo di pellegrino che, come prima fase, effettua uno spostamento orizzontale dei profilati mobili 43,44 verso il vassoio 12. Con tale spostamento, i profilati mobili 43,44 impegnano le feritoie 36,37 dei rebbi 28,29, inserendosi al di sotto del vassoio 12. Successivamente (seconda fase) si ha i1 sollevamento dei profilati mobili 43,44 che portano con sè il vassoio 12 via dai rebbi 28 e 29.
Con i successivi spostamenti orizzontale (in direzione opposta a quella precedentemente considerata) e di abbassamento, viene completato il ciclo rettangolare di spostamento del trasportatore 40 a passo di pellegrino e, contemporaneamente, il vassoio 12 viene adagiato sui profilati fissi 41,42.
A questo punto il braccio P2 e relativo otturatore 26 vengono riportati nella camera di compensazione 15 con chiusura ermetica della sede di valvola 17. A chiusura avvenuta, il braccio P1 può essere riportato nella camera 14 per ricevere un nuovo vassoio 12 con relativi contenitori.
Continuando il funzionamento del trasportatore 40, il vassoio 12 viene fatto avanzare a passo verso la zona 4 di uscita della camera 2.
Durante un tale percorso gli alimenti caricati nei diversi contenitori 9 subiscono i previsti trattamenti termici, ad esempio di pastorizzazione e/o sterilizzazione e/o cottura da parte dei fluidi di trattamento erogati dai condotti 39 e 39a.
Con operazioni identiche ed opposte a quelle precedentemente descritte in relazione al prelievo del vassoio 12 dal braccio pala P2, il trasportatore 40 consegna il vassoio 12 e relativi contenitori di alimenti trattati, al braccio pala P3.
Per una tale operazione, viene utilizzato un carrello trasferitore associato al trasportatore 40 e con esso cooperante. Un tale carrello è del tutto identico a quello descritto e illustrato con riferimento ad una autoclave continua, oggetto di una copendente domanda di brevetto della stessa Richiedente, per cui esso non viene qui descritto.
Ponendo ora in funzione il gruppo vite-madrevite 48,49, il braccio pala P3 ed il vassoio da esso supportato vengono trasferiti nella camera di raffreddamento e compensazione 7. Al termine di questo spostamento, il braccio pala P3 è completamente posizionato nella camera 7, mentre il disco otturatore 52 da esso supportato ha impegnato a tenuta la corri spondente apertura sede di valvola 53. Nel l a camera di compensazione di raff reddamento e compensazione 7, avviene il passaggio del vassoio 12 dal braccio P3 al braccio P4 e contemporaneamente un preraffreddamento degli alimenti cotti.
Quando questo passaggio è completato, tramite azionamento del gruppo vite-madrevite 57,58 il braccio pala P4 e relativo disco otturatore 56 vengono portati fuori dalla camera di compensazione e preraffreddamento 7, nella zona ingresso 6a della camera 6 dove avviene il completamento del raffreddamento degli alimenti trattati .
Mentre nella camera 6, il vassoio 12 viene preso dal trasportatore 61 e fatto avanzare verso la posizione centrale ella camera stessa, il disco otturatore 56 è riportato in chiusura della rispettiva sede di valvola 55.
Nella posizione centrale della camera 6 è operativo il gruppo espulsore 65, che provvede a liberare i contenitori 9 dal vassoio 12 ed a spostare i contenitori stessi uno dopo l’altro, sul ripiano 71, esteso lateralmente e perpendicolarmente al trasportatore 61. Dopo l’espulsione dell’ultimo contenitore 9, il vassoio 12 cosi liberato procede verso il lato uscita 6b della camera 6, mentre i contenitori 9 vengono sospinti attraverso il passaggio 62, nella camera 63 dove la chiuditrice provvede alla loro sigillatura in asettico.
Nelle figure 7 e 8 è rappresentata una variante di reai izzazione dell’impianto di questa invenzione.
In particolare, nel suddetto impianto i prodotti alimentari da sottoporre a trattamento sono dosati in grandi contenitori aperti, sostanzialmente in grandi vassoi, ciascuno dei quali è strutturato e dimensionato per essere accolto longitudinalmente nelle camere di compensazione e, trasversaimente, sui trasportatori a passo dell’autoclave e della camera di raffreddamento. Vantaggiosamente il suddetto impianto è progettato secondo una disposizione ad anello.
Anche in questa variante, l'impianto secondo l’invenzione comprende un’autoclave 72, la cui camera interna, attrezzata per il trattamento termico dei prodotti alimentari, ha rispettive zone di ingresso e di uscita vassoi in comunicazione con corrispondenti camere di compensazione 73,74, estese lateralmente all’autoclave e da uno stesso lato di essa.
Una camera 75 di accoglimento dei vassoi è in comunicazione, da un lato, con detta camera di compensazione 73 lato-ingresso e dall’altra parte, con un sistema di trasporto-vassoi schematizzato in 76, esteso perpendicolarmente all’asse A dell’autoclave. I mezzi 77 di trasferimento dei vassoi dalla camera di accoglimento 75 alla camera di compensazione 73 (mezzi che possono essere costituito da gruppo vitemadrevite già descritta con riferimento alla figura 1 oppure da mezzi pneumatici o simili, hanno retta di azione parallela all’asse A dell’autoclave.
La camera di compensazione e raffreddamento 74 lato-uscita, è in comunicazione con la zona di ingresso della camera di raffreddamento 78 che, ricordiamo, è in asettico. Questa camera 78 di raffreddamento è estesa parallelamente all’autoclave 72 e verso la zona ingresso di essa.
La detta camera di raffreddamento 78 è in comunicazione con un serbatoio 79 asettico di raccolta del prodotto trattato, disposto al di sotto della stessa camera di raffreddamento 78; in corrispondenza di questo serbatoio asettico 79, nella camera di raffreddamento 78 è installato un dispositivo di svuotamento dei contenitori, schematicamente indicato con 80, che preferibi Imente è costituito da una apparecchiatura di ribaltamento dei vassoi.
I vassoi, liberati dal prodotto trattato, vengono espulsi dalla camera di raffreddamento 78 tramite mezzi di trasferimento 81 ed accolti in una ulteriore camera 82, dalla quale i vassoi vengono avviati ad una sezione di lavaggio 83 e, successivamente, tramite un sistema di trasporto 84 esteso parallelamente all’autoclave 72, al sistema di trasporto 76 precedentemente citato, con ciò chiudendo la disposizione ad anello dell’impianto di questa invenzione.
Il serbatoio asettico 79, nel quale vienescaricato il prodotto trattato (stabilizzato e/o sterilizzato, cotto), può essere posto in comunicazione di fluido, attraverso una o più uscite 79a, con rispettivi condotti di alimentazione di, ad esempio:
una riempitrice asettica 85 per sacchi di qualche chilogrammo fino a 25-30 chilogrammi,
- una riempitrice asettica 86 per sacchi da 50-250 o 400-1200 chilogrammi,
- una riempitrice asettica 87 per astucci di carta,
- una riempitrice dosatrice 88 per una vasta gamma di contenitori a vasetto in vetro e simili.
E’ da notare che nella camera di raffreddamento 78 può essere previsto un dispositivo espulsore 65 del tipo descritto con riferimento alla figura 6, dispositivo che, sebbene non utilizzato in questo secondo impianto (in cui i prodotti alimentari sono caricati in grandi vassoi), lo rende adatto a trattare prodotti dosati in contenitori a vaschetta, supportati da vassoi piastriformi (come quelli descritti nel primo impianto).

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Impianto per la produzione su scala industriale di alimenti cotti, a lunga conservazione, pronti da consumare, caratterizzato dal fatto di comprendere : un’autoclave (1) continua definente al suo interno una camera (2) di trattamento-alimenti, avente una zona ingresso (3) degli alimenti da trattare disposti in rispettivi contenitori (9) aperti ed un lato uscita (4) degli alimenti trattati e comprendente mezzi (39,39a) per la erogazione e dosaggio di fluidi di cottura o sterilizzazione termica dei suddetti alimenti , - una prima ed una seconda camera di compensazione (15,7) associate lateralmente a detta autoclave (1) ed in comunicazione con il lato ingresso (3) e rispettivamente con il lato uscita (4) di detta camera di trattamento, attraverso corr ispondenti aperture (17,53) munite di organi valvolari e di intercettazione (26,52), - primi e secondi mezzi di trasferimento (P2, P3) dei contenitori (9) aperti, caricati con i rispettivi alimenti, da detta prima camera di compensazione (15) al lato ingresso (3) della camera di trattamento (2) e rispettivamente dal lato uscita (4) di essa alla seconda camera di compensazione e raffreddamento (7), una camera sterile (6) di raffreddamento alimenti, in comunicazione con detta seconda camera (7) attraverso una apertura (55)munita di organi valvolari (56) di intercettazione, - una chiuditrice di per sè nota per la chiusura ermetica dei contenitori (9), attiva in un ambiente asettico (63) in comunicazione con detta camera sterile (6) di raffreddamento, - mezzi (P4, 38) per trasferire i vassoi (12) con i contenitori (9) da detta seconda camera di raffreddamento e compensazione (7) a detta camera di raffreddamento (6) e successivamente a detta chiuditrice.
  2. 2. Impianto secondo la rivendicazione 1, caratter izzato dal fatto che detta prima camera di compensazione (15) è in comunicazione, dal lato opposto a detta autoclave (1), con una camera (14) di ricevimento-contenitori , attraverso una apertura (16) munita di organi valvolari di intercettazione (22), mezzi (PI) essendo previsti per il trasferimento dei vassoi (12) con cui i contenitori (9) da detta camera di ricevimento (14) a detta prima camera di compensazione (15).
  3. 3. Impi anto secondo l a ri vendi cazione 1 , caratterizzato dal fatto che una pluralità di detti contenitori (9) sono disposti in almeno un allineamento su un vassoio di supporto (12).
  4. 4. Apparecchiatura secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che detti contenitori (9) comprendono un corpo a vaschetta munito di bordo (9a) perimetrale piano, aggettante verso l'esterno.
  5. 5. Impianto secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detti vassoi di supporto comprendono un elemento piastriforme (12) munito di una pluralità di finestrature (12a) disposte in almeno un allineamento e dimensionate per essere impegnate dai corpi di detti contenitori a vaschetta (9).
  6. 6. Impianto secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che in detta camera di raffreddamento (6) è previsto un trasportatore a passo (61), esteso dal lato ingresso (6a) al lato uscita (6b) di essa.
  7. 7. Impianto secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta camera di raffreddamento (6) è in comunicazione con detta chiuditrice asettica attraverso un passaggio tubolare (62) in cui è operativo un erogatore-dosatore (64) di condimenti in genere.
  8. 8. Impianto secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che in detta camera asettica (6) di raffreddamento in corrispondenza di detto passaggio tubolare (62) è posizionato un gruppo espulsore (65) per liberare i contenitori (9) dai rispettivi supporti a vassoio (12).
  9. 9. Impianto secondo la rivendicazione 1, caratter izzato dal fatto che detta camera di raffreddamento (6) asettica è in comunicazione, con un serbatoio asettico (79) di raccolta dei prodotti trattati, in detta zona è previsto un dispositivo (80) di svuotamento dei contenitori.
  10. 10. Impianto secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto serbatoio asettico (79) è in comunicazione di fluido, attraverso una o più uscite (79a) con rispettivi condotti di alimentazione di riempitrici asettiche (85,86) per sacchi, riempitrici asettiche per astucci (16) e riempitricedosatrice (17) per contenitori a vasetto in vetro e simili.
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