ITPN20120041A1 - Impianto perfezionato per la regolazione della separazione di prodotti agricoli - Google Patents

Impianto perfezionato per la regolazione della separazione di prodotti agricoli Download PDF

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Description

«IMPIANTO PERFEZIONATO PER LA REGOLAZIONE DELLA SEPARAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI»
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un impianto perfezionato per la separazione di prodotti agricoli o vegetali che sono uniti tra loro da relative appendici di connessione, come piccioli, gambi, peduncoli etc., e che sono ad es. ciliegie, piccoli cespi di pomodorini etc. che sono stati precedentemente raccolti e che si presentano come aggregati in piccoli mazzi oppure che sono ancora collegati tra loro dai relativi piccioli, in particolare per le ciliegie.
E’ noto che tali prodotti vegetali vengono coltivati su scala industriale per essere commercializzati dalle reti della cosiddetta grande distribuzione; per essere preparati a tale utilizzo, detti prodotti devono normalmente subire dei trattamenti e delle lavorazioni adeguate, come il loro lavaggio, la loro separazione quando si presentano ancora in mazzi, cespi, etc.., la pesatura, la calibratura, la loro selezione in base a pre-definite loro caratteristiche come il colore, il loro grado di maturazione etc.
In generale, queste operazioni di calibratura sono ben note e facilmente realizzabili senza particolari inconvenienti quando i prodotti vegetali sono già presentati e caricati negli impianti di calibrazione in forma singola, come mele, pere, meloni etc.
Nel caso invece che questi si presentino ancora raggruppati, una delle prime operazioni che deve essere effettuata su tali prodotti à ̈ naturalmente la loro separazione.
Pertanto quando si tratta di lavorare dei prodotti agricoli che si presentano intrinsecamente riuniti in mazzi o cespi, come ad es. ciliegie, o fagioli, etc., risulta evidente che per singolarizzare (si da' per scontato che tale termine à ̈ ben noto al lettore se questi à ̈ un esperto del settore), diventa essenziale eliminare gli elementi vegetali, come piccioli, gambi, peduncoli che originariamente mantengono raggruppati detti prodotti vegetali.
Allo scopo, sono note varie modalità ed impianti che provvedono alla separazione di detti gruppi di prodotti in prodotti singoli, cioà ̈ separati tra loro.
Nel seguito, verranno considerati quegli impianti che provvedono alla separazione di detti cespi esclusivamente mediante il taglio, con lame rotanti, di detti gambi, piccioli etc.
Nel seguito della presente descrizione si farà specifico riferimento alle ciliegie, ma resta inteso che quanto illustrato si applica senza alcuna riserva o limitazione ad ogni altro tipo di prodotto che presenti simili caratteristiche di presentazione in mazzi, cespi etc.
Sono noti vari documenti e brevetti che illustrano varie modalità e mezzi atti a realizzare detta operazione di taglio dei gambi, come ad es.:
US 5,050,492, --- US 3,115,169, --- FR 2672 776 --- ES 2241465, --- FR 2 892 053.-La maggior parte di tali brevetti realizza il taglio trasportando i cespi da lavorare/tagliare mediante cinghie mobili, su cui i cespi stessi vengono accavallati in modo spesso disordinato.
La soluzione delle cinghie mobili, benché semplice da attuare, tuttavia non impedisce che il taglio dei gambi avvenga in modo irregolare, e soprattutto in un punto lontano dal nodo di unione dei gambi; questo si verifica anche se i gambi dei cespi sono accavallati sulle cinghie, proprio a causa del fatto che il loro caricamento sulle cinghie à ̈ normalmente disordinato e non guidato.
Questo risulta un serio inconveniente nel settore; infatti à ̈ ampiamente osservato che, allo scopo di assicurare la presentazione più gradevole ed attraente al consumatore medio, risulta essenziale che i gambi di tali prodotti, ad es. ciliegie, vengano tagliati nel punto più vicino al punto o nodo di unione tra gambi connessi, in modo da evitare il molto sgradevole effetto che alcuni gambi siano troppo corti, ed altri gambi restino inutilmente collegati in coppia mediante un punto di unione a †V†.
In pratica questo succede se i mezzi di trasporto e taglio non tengono conto del fatto fondamentale che la lunghezza dei gambi può variare, anche in modo molto significativo, da un lotto di prodotto all’altro.
E l’impiego di un medesimo impianto, sia a cinghie che a nastro convogliatore piano, per portare i cespi di caratteristiche differenti nella zona di taglio, genera quasi sempre l’inconveniente descritto.
Dal brevetto US 7,033,631 B1 à ̈ noto un apparato atto a trasportare i cespi da separare in una zona di taglio con una pluralità di lame rotanti, in cui i singoli cespi vengono avviati su una pluralità di rampe in salita e a sezione triangolare, in modo che i cespi vengano ad accavallarsi nel modo più opportuno così che la parte del gambo che si presenta per l’intersezione con la lama risulta naturalmente la parte più vicina al punto di unione dei gambi.
Inoltre l’altezza di dette rampe può essere regolata in funzione della lunghezza media dei gambi del lotto di prodotto da separare.
Tuttavia tale soluzione presenta alcuni seri inconvenienti; infatti il movimento dei cespi verso le lame rotanti viene ottenuto mediante uno scuotimento continuo su un piano di appoggio inclinato su cui vengono deposti i cespi da tagliare, e tale scuotimento risulta dannoso per i prodotti, soprattutto se questi sono delicati, a causa del loro sfregamento contro il piano stesso.
Inoltre lo scuotimento continuo del piano di appoggio inclinato richiede un meccanismo opportuno con un motore a cui vengono associati degli elementi eccentrici, e notoriamente la realizzazione di una movimento alternato di una struttura rigida rispetto ad un’altra struttura rigida richiede una maggiore complessità di realizzazione di tutti gli organi di comando e regolazione.
Infine, come osservabile dalla fig. 9 del qui discusso brevetto US 7,033,631 B1, la pendenza della rampa 46 à ̈ sostanzialmente costante, a parte il settore terminale 48 che ha una pendenza lievemente differente dalla pendenza del settore iniziale; e comunque queste pendenze di detta rampa 46 sono invariabili, cioà ̈ non possono essere modificate in funzione della lunghezza del gambo; questo provoca una inefficiente regolazione della operazione di taglio poiché, come appunto mostrato in detta Fig. 9, con gambi piuttosto corti le ciliegie possono raggiungere una posizione sulla rampa 46 tale da distaccarsi dal piano vibrante 38, e quindi il loro movimento verso le lame rotanti ne viene ovviamente ostacolato, ed anche impedito.
Sarebbe quindi desiderabile, ed à ̈ scopo principale della presente invenzione, di realizzare un tipo di impianto automatico di taglio dei gambi dei cespi di prodotti agricoli che consenta di tagliare detti gambi nella zona del punto di unione, e che non presenti gli inconvenienti appena descritti.
Tale scopo viene conseguito da impianto realizzato e funzionante secondo le rivendicazioni allegate.
Caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno evidenti dalla descrizione che segue, a titolo esemplificativo e non limitativo, con riferimento ai disegni allegati, in cui:
• la figura 1 mostra una vista in prospettiva esterna e da una posizione diagonale di un impianto secondo l’invenzione,
• le figure 2, 3 e 4 mostrano rispettive viste schematizzate ed ingrandite, simili alla Fig. 1, di rispettivi assetti operativi di un singolo modulo di taglio di un impianto secondo l’invenzione,
• le figure 2A, 3A e 4A mostrano rispettive viste in proiezione piana laterale di una porzione di un impianto secondo l’invenzione, rispettivamente corrispondenti agli assetti delle figure 2, 3 e 4;
• la fig. 5 mostra una vista in prospettiva diagonale dall’alto e semplificata di una porzione dell’impianto mostrato nella fig.1, osservata da un punto anteriore all’asse di rotazione delle lame rotanti,
• la fig.6 mostra una vista simile alla fig.5, ma con una sola porzione ingrandita e da un punto di osservazione più vicino all’asse di rotazione delle lame rotanti,
• la fig. 7 mostra una vista della porzione di Fig. 5, osservata in prospettiva diagonale dall’alto ma da un punto di osservazione posteriore all’asse di rotazione delle lame rotanti,
• la fig. 7A mostra un ingrandimento di una parte laterale della porzione dell’impianto della fig.7,
• la fig. 8 mostra una vista piana dall’alto della porzione di impianto delle figure 5• la fig.9 mostra una vista piana frontale dell’impianto delle figure 5-7A, • la fig. 10 mostra una vista piana laterale allineata di un particolare dell’impianto delle figure precedenti 5-7A,
• la fig. 11 mostra uno schema fondamentale di una modalità di funzionamento dell’invenzione,
• la fig. 12 mostra uno schema geometrico semplificato della modalità fondamentale di funzionamento dell’invenzione, come osservato con una vista piana laterale,
* * * *
Con riferimento alle figure, un impianto per il taglio dei gambi dei cespi di prodotti vegetali, in particolare ciliegie, comprende in generale:
- una struttura di supporto con un telaio con due longheroni paralleli, orizzontali 1A, 1B che definiscono al loro interno una superficie sostanzialmente piana “S†, tipicamente rettangolare; detta superficie “S†à ̈ una definizione puramente geometrica, e non identifica alcun mezzo materiale, come verrà chiaro nel seguito della descrizione;
- una pluralità di moduli di taglio 2A, 2B, 2C, 2D, 2E….., i quali sono sostanzialmente identici e ciascuno dotato di un comune albero rotante 32A, 32B, 32C,3 2D, 32E…...; detti alberi rotanti sono paralleli tra loro e sono disposti al di sopra di detta superficie “S†, e pertanto sono in successione, di modo da poter intercettare sostanzialmente la totalità dei cespi di prodotti trasportati dal sottostante pianale.
Detti moduli di taglio sono identici e pertanto, per semplicità, nel seguito verrà descritto uno solo di tali moduli, ad es. il modulo 2C (vedi fig.2), rimanendo inteso che quanto spiegato deve essere esteso a tutti gli altri moduli.
In generale la descrizione e le rivendicazioni si riferiranno talvolta ad un solo elemento, e talvolta a più elementi simili; poiché detti moduli di taglio sono sostanzialmente simili, e poiché ciascun modulo di taglio comprende una pluralità di lame rotanti e relativi elementi associati, in particolare le relative rampe ed i mezzi atti a modificarne la loro posizione, che sono simili o identici, resta analogamente inteso che il riferimento ad uno solo di tali moduli, oppure ad uno solo di detti mezzi o lame si deve estendere in modo iterativo ed ovvio a tutti gli altri moduli e altri mezzi o lame, come le figure allegate rappresentano in modo inequivocabile.
Detti alberi rotanti sono montati al di sopra di mezzi di trasporto, che occupano detta superficie “S†, i quali mezzi di trasporto sono atti a trasportare i prodotti deposti su di esso verso dette lame rotanti.
Detto modulo 2C viene dotato:
- di una pluralità di lame rotanti 11, 12, 13, 14…., disposte in posizione fissa lungo la sua lunghezza,
- di una pluralità di rampe di posizionamento 11-1, 12-1, 13-1, 14-1, in cui ciascuna di dette rampe à ̈ montata in corrispondenza di una rispettiva lama rotante, - dette rampe aventi una forma allungata nella direzione del movimento di detti mezzi di trasporto e sensibilmente appiattita ed orientata in verticale,
- il cui rispettivo spigolo superiore allungato à ̈ orientato in basso verso detti mezzi di trasporto, con una inclinazione tale che l’altezza di detti spigoli sia crescente nella direzione delle rispettiva lama, montata al di sopra di detti mezzi di trasporto , - così che i cespi di prodotti deposti su detti mezzi di trasporto vengono trasportati verso dette rampe il cui spigolo superiore ad angolo acuto, rispettivamente 11-2, 12-2, 13-2, ….. (Fig. 10) determina il punto di intersezione dei gambi di ciascun cespo che viene intercettato dalla relativa lama.
Per esattezza, ciascuna rampa à ̈ allineata con la rispettiva lama, ed à ̈ disposta nella sua zona inferiore; allo scopo di consentire che la rampa convogli i cespi di prodotti verso la rispettiva lama, detta rampa viene dotata superiormente di una rispettiva incavatura 11-3, 12-3, 13-3, 14-3 di dimensioni tali che la relativa lama 11, 12, 13, 14…., si può inserire entro di essa; in tal modo i cespi di prodotti vegetali vengono trasportati verso dette rampe, ed ognuna di queste intercetta un singolo cespo alla volta e ne solleva il relativo gambo, che va ad accavallarsi ai due lati della rampa, e quindi, proseguendo il suo movimento, viene intercettato dalla relativa lama che lo taglia nel punto che corrisponde al rispettivo spigolo.
Inoltre, elemento essenziale per il funzionamento dell'invenzione, il trasporto ed il movimento di detti mezzi di trasporto viene realizzato come segue:
Con riferimento alla Figura 9, detti mezzi di trasporto comprendono un pianale formato da una pluralità di scanalature parallele 20, 21, 22, 23, 24, 25…. disposte in orizzontale e sostanzialmente ortogonali a detti alberi rotanti.
Dette scanalature sono reciprocamente separate da rispettive porzioni in rilievo 20-A, 21-A, 22-A, …; l’insieme di dette scanalature e relative porzioni in rilievo viene tipicamente formato da un nastro convogliatore in movimento continuo.
Questo si muove in senso parallelo a dette scanalature 20, 21, 22, 23, 24, 25 e relative porzioni in rilievo , e quindi si muove ortogonale a detti albero rotanti.
Inoltre ciascuna rampa à ̈ sovrapposta ad una rispettiva scanalatura ed à ̈ inclinata ed allineata rispetto a questa, così che la proiezione di ciascuna di dette rampe rispetto alla relativa scanalatura à ̈ allineata con la medesima scanalatura; in particolare, la posizione della punta 11-P, 12-P, 13-P, 14-P….. (Vedi Fig. 2) di dette rampe à ̈ disposta ad una altezza ottimale H1 dalla superficie superiore della rispettiva scanalatura, come mostrato nella fig.10.
Poiché infatti la grande maggioranza dei prodotti, in particolare ciliegie, che sono unite in un medesimo cespo, si trovano all’interno di una medesima scanalatura, diventa evidente che l’operazione di taglio dei gambi risulta molto più efficace e produttiva se le lame di sezionatura, e quindi le relative rampe, si trovano centrate ed allineate entro rispettive di dette scanalature.
Infatti il compito di provvedere al taglio di sostanzialmente tutti i gambi viene affidato al fatto di realizzare non un solo modulo di taglio, ma una pluralità di moduli di taglio 2A, 2B, 2C disposti in successione, uno a valle dell’altro, rispetto alla direzione di moto del pianale formato da dette scanalature alternate da rispettive porzioni in rilievo.
Il funzionamento dell’impianto descritto à ̈ il seguente: i vari cespi vengono depositati e distribuiti con mezzi e modalità note su detto pianale formato dalle varie scanalature 20, 21, 22, 23, 24, 25…. e relative porzioni in rilievo 20-A, 20-B, 20-C, 20-D…,.
Con il movimento di detto convogliatore verso dette rampe e lame rotanti, i prodotti raggiungono la posizione di dette rampe, e a causa del movimento di trascinamento a loro impresso, detti gambi vengono intercettati da rispettive rampe e quindi vengono naturalmente agganciati e quindi sollevati fino a che, sempre per effetto del moto di trascinamento, vengono portati fino alla relativa lama rotante che li taglia esattamente in corrispondenza dello spigolo superiore della relativa rampa.
Pertanto si ottiene un primo scopo dell’invenzione, che consiste nel trasportare i vari cespi alla stazione di taglio senza che questi vengano sottoposti a vibrazioni, sbattimenti etc., che naturalmente li danneggiano.
Tuttavia, come già anticipato in precedenza, la situazione appena descritta fornisce un risultato ottimale solo se la distanza dello spigolo superiore della rampa dal fondo delle scanalature adiacenti à ̈ sostanzialmente simile all’altezza del gambo, e più precisamente ad una lunghezza del gambo tale che, considerato anche la dimensione del frutto, il nodo del gambo si posiziona esattamente, o quasi, all’altezza dello spigolo superiore della rampa.
Infatti, se tale condizione non si verifica, e ad es. il gambo à ̈ più lungo, si osserva che la rampa può non agganciare e sollevare più il nodo, poiché questo si posiziona naturalmente sopra la rampa stessa; in tale situazione la lama raggiunge il gambo, e quindi lo taglia, in una posizione lontana dal nodo, cosa questa decisamente sgradita ed indesiderata.
Inoltre un altro grave inconveniente rilevato nelle macchine simili, già esistenti ed operanti nel mercato, consiste nel fatto che queste, sebbene costruite con una pluralità di moduli di taglio ciascuno dei quali à ̈ abbastanza simile, nel principio, ai moduli di taglio 2A, 2B, 2C, 2D, 2E…..,della presente invenzione, tuttavia richiedono che, ogni volta che risulta necessario modificare l’altezza o l’inclinazione delle rampe, diventi anche necessario azionare:
- non solo uno per uno i meccanismi/dispositivi che regolano l’altezza di ciascuno di detti moduli di taglio, e cioà ̈ l’altezza del rispettivo albero di rotazione sul detto pianale,
- ma anche regolare i dispositivi che modificano l’inclinazione delle rampe relative a ciascun albero di rotazione del rispettivo modulo di taglio.
Questa lavorazione, in sé semplice e facile, tuttavia risulta dal punto di vista produttivo, estremante dispendiosa poiché richiede di interrompere la lavorazione dei prodotti e di intervenire manualmente ed in modo successivo su ciascun singolo modulo di taglio.
Tale situazione risulta, dal punto di vista economico, altamente inaccettabile sia perché costringe ad un fermo-macchina che può raggiungere alcune ore, cosa inaccettabile quando si devono lavorare in tempi strettissimi dei prodotti freschi e quindi delicati e pregiati, sia per l’onere delle ore di manutenzione ed intervento che devono essere spese per registrare, uno per uno, la posizione dei singoli moduli di taglio.
Per superare tali gravi inconvenienti, i perfezionamenti che seguono insegnano a realizzare mezzi tali che consentono di regolare a volontà l’altezza della rampa rispetto al pianale (scanalature e porzioni in rilievo) sottostanti, e contestualmente di regolare anche l’altezza del relativo albero di rotazione, in modo che l’assetto tra albero, e quindi le relative lame rotanti, e le relative rampe, sia sostanzialmente o quasi costante, con una modalità e mezzi tali che consentono di regolare l’altezza di tutti moduli di taglio con una sola ed unica manovra, così che tutti i moduli di taglio vengono regolati per assumere una nuovo assetto operativo in modo automatico e contemporaneo.
E’ del tutto evidente che tali mezzi e la relativa modalità operativa consente una drammatica riduzione dei tempi prima richiesti per la regolazione della macchina; la cosa à ̈ talmente evidente che non verrà oltre specificata.
Allo scopo, e con riferimento alle figure, viene disposta una struttura mobile - formata sostanzialmente con una geometria simile alla geometria di detta struttura di supporto 1A, 1B, e comprendente due longheroni paralleli orizzontali 5-A, 5-B (Vedi Figure 1, 2 e 3)
- sovrapposta a questa,
- detta struttura mobile essendo connessa a detta struttura fissa mediante una pluralità di bracci mobili, ed idealmente solo quattro bracci 6, 7, 8, 9, (Fig.1)
- ciascuno dei quali à ̈ connesso, (Fig. 2A) con una sua estremità 6A, ad una posizione in detto longherone 1A, e con la rispettiva altra estremità 6B, ad una rispettiva posizione del longherone 5-A appartenente a detta struttura mobile, in cui dette estremità 6A, 6B relative ad un medesimo braccio 6 sono disposte su differenti rette verticali r, t.
Se quindi tale configurazione viene replicata, con identiche misure, per entrambi i longheroni sia di detta struttura mobile sia di detta struttura fissa, si ottiene la configurazione illustrata nella fig.1.
In pratica, ciascun longherone inferiore della struttura fissa viene collegato al longherone soprastante della struttura mobile con due coppie simili di distinti bracci 6, 7 e 8, 9.
Pertanto viene realizzata una costruzione del tipo “a parallelogramma†, per cui detta struttura mobile diventa atta a spostarsi rispetto a detta struttura fissa mediante un movimento che nel seguito definiremo “traslatorio secondo un percorso rotatorio†.
Infatti la struttura mobile certamente ruota attorno a pre-definiti punti della struttura fissa, poiché essa à ̈ imperniata su detti bracci 6, 7, 8 e 9, ma anche, data la struttura “a rombo†formata:
- da due bracci 6, 7 tra una stessa coppia di longheroni fissi e mobili 1A, e 5-A posti sostanzialmente sul medesimo piano verticale.
- e dalle porzioni degli stessi due longheroni compresi:
- tra i punti di perno 6A, 7A posti sul longherone 1A, ed analogamente tra i punti di perno 6B, 7B (questi mostrati nella Fig.11) relativi al longherone 5-A.
Peraltro la figura 11 illustra in maniera inequivocabile la situazione geometrica appena descritta, e riferita ai soli longheroni 1A e 5-A.
Se ora la struttura superiore, comprendente i longheroni 5-A e 5-B viene sollevata, (cosa realizzabile con mezzi noti e non compresi nell’invenzione), allora, come schematicamente illustrato nella Fig. 11 detti stessi longheroni superiori 5A e 5B si spostano con un moto di tipo traslatorio, poiché questi si trovano sempre paralleli a sé stessi, ma anche di tipo rotatorio, perché i bracci mobili restano imperniati sui rispettivi punti di attacco sulla struttura inferiore fissa.
Abbiamo quindi spiegato il significato del movimento “traslatorio secondo un percorso rotatorio†sopra definito.
Peraltro questo à ̈ il movimento tipico di una qualsiasi struttura “a parallelogramma†.
In sostanza, data la configurazione illustrata, diventa possibile sollevare la struttura mobile, rispetto alla struttura fissa, ed in particolare i longheroni 5-A, 5-B, con un movimento traslatorio secondo un percorso rotatorio.
Inoltre dette rampe vengono connesse ai due longheroni superiori 5-A e 5-B della struttura mobile superiore, in modo tale che il sollevamento di questi generi automaticamente il sollevamento parziale anche delle relative rampe, senza tuttavia che la posizione delle rispettive punte aumenti o diminuisca la sua distanza in verticale dalla sottostante scanalatura, anche se può accadere che la posizione in orizzontale delle stesse punte venga modificata.
La modalità di tale connessione viene spiegata qui sotto.
Naturalmente diventa necessario che il sollevamento o abbassamento delle rampe non provochi inconvenienti rispetto alle rispettive lame, che non devono essere portate ad interferire con le rampe stesse, ed in ogni caso la distanza e geometria reciproca tra rampa e rispettiva lama deve essere rispettata.
Ne deriva che anche gli assi “X†degli alberi di rotazione devono essere resi solidali, nello stesso senso appena spiegato, con detti longheroni.
Allo scopo, e con riferimento alle figure 2A, 3A e 4A, detti alberi 32A, 32B, 32C,3 2D, 32E…...vengono montati sui due longheroni superiori 5-A e 5-B mediante normali dispositivi di impegno, qui rappresentati (Fig.6, 7, 7A) da due staffe 40, 41 per l’albero 32C.
Per quanto riguarda le rampe relative a questo modulo di taglio e a detto albero 32C, sono disposti mezzi di collegamento meccanico che comprendono, per ciascun modulo di taglio, una asta articolata 50 imperniata, ad una sua estremità 51, ad una posizione fissa di detta struttura di supporto, ed in pratica al longherone inferiore 1A, e con l’altra estremità 52 ad una prima connessione meccanica 53 vincolata ad un albero ausiliario 55 il quale à ̈ a sua volta vincolato ad una o più seconde connessioni meccaniche 54 (vedi in particolare le Figure 7 e 7A) collegate al rispettivo albero di rotazione 32-C nel modo che verrà subito spiegato.
Con particolare riferimento alle Figure 2B, 2C e 7A, detto albero ausiliario 55 à ̈ un albero non rotante, disposto parallelo al rispettivo albero rotante 32C, ed impegnato, ad una sua estremità 55A, alla prima connessione meccanica 53.
La seconda connessione meccanica 54 à ̈ impegnata, su una sua estremità 54A, su detto albero 55, e con l’altra estremità 54B, su detto albero rotante 32C, con una modalità che verrà descritta più sotto.
Inoltre sullo stesso albero ausiliario 55 à ̈ fissata in modo solidale una pluralità di bracci 56A, 56B, 56C, 56D,….. i quali tutti supportano ad una loro estremità inferiore rispettive rampe 11-1, 12-1, 13-1, 14-1,….
Deve essere subito chiarito che detti impegni di detto albero ausiliario 55 a dette connessioni meccaniche 53 e 54 e a detti bracci 56A, 56B, 56C, 56D,…. sono tali per cui l’albero 55 non à ̈ in grado di ruotare, intorno al proprio asse, rispetto a dette connessioni e rampe, per cui in buona sostanza detti tipi di impegni si traducono in fori passanti disposti su dette connessioni 53 e 54 e bracci 56A, 56B, 56C, 56D,...., i quali fori passanti sono attraversati da detto medesimo albero ausiliario 55, il quale tuttavia non à ̈ in grado di ruotare rispetto ad essi.
Infine il tipo di impegno di detta seconda connessione 54 con detta estremità 54B sull’albero rotante 32C à ̈ un impegno rotante, nel senso naturalmente che detto albero 32C attraversa in un opportuno foro passante detta estremità 54B di detta seconda connessione 54, ma esso può ruotare attorno al proprio asse, e quindi detto foro passante in detta estremità 54B funziona come un mezzo che mantiene solo una definita posizione geometrica tra la connessione 54 stessa e l’asse di rotazione dell’albero 32C, ma evidentemente non tra la connessione 54 stessa e l’albero 32C.
E quindi risulta che detta seconda connessione 54 à ̈ atta a ruotare, solo marginalmente però come verrà chiarito in seguito, attorno al rispettivo albero 32C.
Data la configurazione degli organi e dispositivi coinvolti, e confrontando in modo combinato le tre figure 2A, 3A e 4A, le quali mostrano la posizione del longherone superiore 5-A nelle due posizioni estreme di minima distanza e di massima distanza, ed in una posizione intermedia, ne deriva che se i longheroni superiori 5-A e 5-B vengono sollevati, automaticamente vengono sollevati anche i rispettivi alberi di rotazione 32-A, 32-B, 32-C, i quali trascinano in sollevamento anche la seconda connessione 54, che trascina in sollevamento il rispettivo albero ausiliario 55 il quale a sua volta trascina in sollevamento i relativi bracci 56A, 56B, 56C… i quali, in ultima analisi, trascinano verso l’alto anche le relative rampe.
Tuttavia, per effetto del fatto che detto albero 55 non à ̈ libero, ma à ̈ vincolato alla sua estremità 55A alla relativa prima connessione 53, la quale à ̈ vincolata a detta asta articolata 50, la quale a sua volta à ̈ connessa al longherone inferiore con il punto di perno 51, risulta che dette connessioni meccaniche, e quindi detta rampa, vengono non solo sollevate, ma anche ruotate.
Senza voler addentrarci in una trattazione geometrica un poco complessa ma non essenziale, basterà far notare che dette rampe, detti mezzi di connessione meccanica, detti bracci mobili, i loro punti di applicazione sulle rispettive strutture, detti bracci articolati devono essere dimensionati, posizionati e tra loro aggregati in modo che il sollevamento di detta struttura mobile, esemplificata dai longheroni superiori 5-A e 5-B, - rispetto a detta struttura fissa, - ne provoca il movimento traslatorio-rotatorio il quale naturalmente trascina un uguale movimento negli assi dei rispettivi alberi rotanti poiché questi solo vincolati a detta struttura mobile superiore – a cui appartengono detti longheroni 5-A e 5-B - da dette staffe 40, 41.
Il movimento traslatorio-rotatorio di detti alberi rotanti 32-C trascina in sollevamento le rispettive seconde connessioni 54, le quali trascinano detto albero ausiliario 55 e con queste anche i bracci 56-A, 56B, 56-C… in modo tale che le punte delle rispettive rampe - le quali sono connesse a detti bracci - mantengono sostanzialmente la medesima altezza di separazione H1 sulla rispettiva scanalatura, mentre invece l’inclinazione di dette rampe muta con detto movimento traslatorio secondo un percorso rotatorio (Vedi fig.11).
L’esperto del settore à ̈ perfettamente in grado di immaginare e definire le grandezze necessarie; solo per maggior chiarezza, nella fig. 12 viene proposto uno schema estremamente semplificato dei dispositivi coinvolti e che sono stati appena descritti nelle due condizione di minima e di massima distanza tra i longheroni delle due strutture, fissa e mobile.
In detto schema sono mostrate in particolare:
- il longherone superiore 5-A nelle due posizioni dette,
- l’asse “X†dell’albero di rotazione nelle due corrispondenti posizioni,
- le connessioni meccaniche 53, 54, nelle due corrispondenti posizioni, in cui la posizione di massima distanza sopra-definita viene identificata con: 53, 53A e rispettivamente 54, 54A;
- l’asta articolata 50, nelle due corrispondenti posizioni 50 e 50A,
- ed infine la rampa relativa, che qui per maggiore comodità identifichiamo nelle due corrispondenti posizioni 71 e 72.
Poiché si vuole che la punta 11-P della rampa 71-72 mantenga una altezza costante e definita H1 rispetto alla scanalatura sottostante, basterà dimensionare i dispositivi coinvolti affinché tale condizione venga realizzata.
Il funzionamento del perfezionamento appena descritto à ̈ il seguente: quando si vuole modificare l’altezza delle rampe, la struttura mobile superiore viene sollevata dalla struttura fissa con mezzi di tipo convenzionale in sé noti.
Per effetto di tale sollevamento, detta struttura mobile si sposta in altezza, ma con un andamento “a parallelogramma†come spiegato sopra.
Detto movimento della struttura superiore mobile trascina con sé, attraverso dette staffe 40, 41, anche il corrispondente albero di rotazione 32C, il quale a sua volta trascina le connessioni meccaniche 54, 53 e l’albero ausiliario 55 tra queste interconnesso.
Poiché la prima connessione 53 à ̈ collegata, mediante il perno 52, all’asta articolata 50 la quale a sua volta à ̈ imperniata all’altra estremità 51 alla struttura fissa inferiore, ne risulta che l’effetto dei vincoli meccanici descritti, combinato con il sollevamento della struttura superiore ( Longheroni 5-A e 5-B) provoca il sollevamento dell’asta 50.
Un esame comparato delle posizioni dei dispositivi descritti, come si può osservare nelle figure 2A, 3A, 4A, dove le figure 2A e 4A mostrano le due posizioni estreme che possono essere raggiunte dalla struttura mobile superiore, indica che il sollevamento di questa causa il sollevamento dell’asta 50, e poiché questa à ̈ vincolata dal perno 51, detto sollevamento della relativa estremità 52 causa la rotazione in senso orario della stessa asta 50, e quindi in definitiva, tramite dette connessioni 53, 54 e l’albero 55, anche la rotazione del braccio 46-A,46-B, 46-C… e della rispettiva rampa 11-1.
Tuttavia, essendo il movimento di detta rampa 11-1 un movimento complesso, risultante dalla combinazione del movimento a parallelogramma della struttura mobile superiore e del movimento rotatorio delle connessioni meccaniche 53, 54, ed anche dell’albero ausiliario 55 attorno all’albero 32-C, il quale à ̈ a sua volta vincolato alla struttura superiore mobile, l’effetto finale sulla rampa 11-1 à ̈ una sua rotazione in senso orario la quale, con un opportuno dimensionamento dei dispositivi coinvolti, può generare un aumento, con riferimento alla Figura 12, dell’inclinazione della rampa dalla posizione 71 alla posizione 72.
Sarà anche evidente che le Figure 3A, 4A, 5A sebbene illustrino solo i tre moduli di taglio che comprendono i tre alberi di rotazione 32A, 32B, e 32C, estendono il loro insegnamento anche a tutti gli altri moduli di taglio, non illustrati nelle dette figure, poiché tutti i moduli di taglio sono impegnati in modo identico alle stessa detta struttura superiore, a parte naturalmente la loro posizione rispetto a questa.
Tutti detti dispositivi coinvolti possono quindi assicurare che, con facili applicazioni di tipo geometrico, detta rampa e quindi in particolare il suo spigolo superiore vengano inclinati in modo da assumere una altezza superiore, con ciò consentendo di lavorare cespi i cui gambi presentino lunghezze differenti, senza che ciò presenti conseguenze negative:
- né sul reciproco posizionamento tra rampa e relativo albero di rotazione e quindi relativa lama rotante,
- né sull’altezza della punta della stessa rampa sulla rispettiva porzione in rilievo, su cui si accavallano i cespi di prodotti che ne sono trasportati fino ad essere intercettati e sollevati ed infine tagliati dalla relativa lama.
Lo scopo fondamentale dell’invenzione viene così facilmente ed efficacemente raggiunto; poiché tutti i moduli di taglio sono connessi e supportati dai due longheroni 5-A e 5-B à ̈ infatti possibile, con i mezzi e modalità sopra illustrate, regolare con una unica e semplice manovra la totalità dei moduli di taglio, ciascuno connesso alle relative lame ed anche alle relative rampe; infatti basterà provvedere a sollevare oppure abbassare con una sola operazione la posizione della struttura mobile, e quindi secondo l’invenzione i due longheroni 5-A e 5-B che ne fanno parte, per ottenere lo scopo fondamentale dell’invenzione di essere in grado di regolare, mediante una unica manovra, non solo l’inclinazione di tutte le rampe di tutti i moduli di taglio supportati da detta struttura mobile, ma anche tutti gli alberi di rotazione e relative lame.
Sarà anche evidente all’esperto del settore che gli organi e le modalità di sollevamento/abbassamento e del relativo controllo di detta struttura mobile sono tecniche del tutto alla portata dell’esperto del settore, e pertanto non verranno oltre specificate.
Con riferimento infine alle Figure 7A e 10, à ̈ risultato opportuno e vantaggioso che ciascuna di dette rampe 11-1, 12-1, 13-1… presenti sul rispettivo spigolo superiore 11-2, 12-2, 13-2… una rispettiva scanalatura 11-3, 12-3, 13-3... atta ad alloggiare il bordo inferiore della rispettiva lama rotante 11, 12, 13….
Tale caratteristica infatti, consente che tra la lama stessa ed il rispettivo spigolo superiore della rispettiva rampa si determini un corrispondente angolo acuto entro cui viene automaticamente inserito e spinto il gambo da tagliare, così che sia detto gambo non possa sfuggire sfilando al di sotto della lama, sia che (VEDI Fig. 10) l’angolo di taglio “t†tra il raggio “R†che unisce l’asse “X†dell’albero di rotazione ed il punto di interferenza virtuale “C†tra il perimetro di taglio della lama 11 ed il profilo del rispettivo spigolo superiore 11-2 della corrispondente rampa 11-1 sia sufficientemente elevato, e comunque maggiore di 90°.

Claims (7)

  1. «IMPIANTO PERFEZIONATO PER LA REGOLAZIONE DELLA SEPARAZIONE DI PRODOTTI AGRICOLI» RIVENDICAZIONI 1) Impianto per la separazione di prodotti vegetali, in particolare ciliegie, comprendente: - una struttura fissa di supporto con un telaio con due longheroni paralleli, orizzontali (1A, 1B) che definiscono al loro interno una superficie (“S†) sostanzialmente piana, e preferibilmente rettangolare, - una pluralità di moduli di taglio (2A, 2B, 2C, 2D…), disposti in successione al di sopra di detta superficie (“S†), ciascun modulo essendo dotato di un rispettivo albero rotante (32A, 32B, 32C…) avente una pluralità di lame rotanti (11, 12, 13, 14…), disposte in posizione fissa lungo la sua lunghezza; detti alberi sono paralleli tra loro e montati al di sopra di mezzi di trasporto atti a trasportare i prodotti deposti su di essi verso dette lame rotanti, - una pluralità di rampe di posizionamento (11-1, 12-1, 13-1, 14-1,…,) montate in corrispondenza di una rispettiva lama rotante, - dette rampe aventi una forma allungata nella direzione del movimento di detti mezzi di trasporto e sensibilmente appiattita ed orientata in verticale, - il cui rispettivo spigolo superiore allungato à ̈ orientato in basso verso detti mezzi di trasporto, con una inclinazione tale che l’altezza di detti spigoli sia crescente nella direzione di avanzamento di detti mezzi di trasporto, - così che i cespi di prodotti deposti su detti mezzi di trasporto vengono trasportati verso dette rampe (11-1, 12-1, 13-1, 14-1,…,), il cui rispettivo spigolo superiore (11-2, 12-2, 13-2, 14-2,…,), determina il punto di intersezione tra la rispettiva lama ed i gambi di ciascun cespo che viene trasportato sotto alla rispettiva lama, caratterizzato dal fatto che - à ̈ disposta una struttura mobile comprendente due longheroni sostanzialmente paralleli (5-A, 5-B), - formata sostanzialmente con una geometria simile alla geometria di detta struttura di supporto (1A, 1B), - sovrapposta a questa, - detta struttura mobile essendo connessa a detta struttura fissa mediante una pluralità di bracci mobili (6, 7, -- 8, 9), - ciascuno dei quali à ̈ connesso, con una sua estremità (6A), ad una posizione in detta struttura fissa, e con la rispettiva altra estremità (6B), ad una rispettiva posizione di detta struttura mobile, in cui dette estremità (6A,6B) relative ad un medesimo braccio (6) sono disposte su differenti rette verticali (r, t), - di modo che detta struttura mobile diventa atta a spostarsi rispetto a detta struttura fissa mediante un movimento traslatorio secondo un percorso rotatorio, simile al movimento di un parallelogramma, - e che gli assi (X) di detti alberi di rotanti (32A, 32B, 32C…) sono resi solidali con detta struttura mobile mediante opportuni elementi di collegamento e supporto (40, 41).
  2. 2) Impianto secondo la riv.1, caratterizzato dal fatto che detta struttura mobile à ̈ atta ad allontanare/avvicinare in modo contemporaneo la posizione di detti moduli di taglio, e quindi dei rispettivi alberi rotanti (32A, 32B, 32C…) e delle relative rampe rispetto a detta struttura fissa imprimendo a detta struttura mobile un unico spostamento di tipo traslatorio secondo un percorso rotatorio.
  3. 3) Impianto secondo la riv. 1 oppure 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di trasporto comprendono un pianale formato da una pluralità di scanalature parallele (20, 21, 22, 23….) sostanzialmente ortogonali a detti alberi rotanti (32A, 32B, 32C, ….), dette scanalature essendo reciprocamente separate da rispettive porzioni in rilievo (20-A, 21-A, 22-A, 23-A….), - in cui detto pianale si muove in senso parallelo a dette scanalature (20, 21, 22, 23….), e quindi ortogonale a detti alberi rotanti (32A, 32B, 32C…), - che dette rampe sono disposte in corrispondenza di rispettive dette scanalature, e la proiezione di ciascuna di dette rampe rispetto ad una di dette scanalature à ̈ allineata con la medesima scanalatura.
  4. 4) Impianto secondo la riv.3, caratterizzato dal fatto che - sono disposti mezzi di connessione meccanica che comprendono, per ciascun modulo di taglio (2A, 2B, 2C, 2D, 2E…..,), una asta articolata (50) imperniata, ad una sua estremità (51), ad una posizione fissa di detta struttura di supporto (1A, 1B), e con l’altra estremità (52) ad una prima connessione meccanica (53) la quale à ̈ vincolata ad un albero ausiliario (55) al quale à ̈ a sua volta impegnata una seconda connessione meccanica (54), una estremità della quale (54B) à ̈ dotata di un foro passante entro il quale à ̈ atto a ruotare il rispettivo albero rotante (32C), - e che la rampa associata ad un rispettivo albero rotante à ̈ vincolata, preferibilmente mediante un rispettivo braccio (56A) al rispettivo albero ausiliario (55).
  5. 5) Impianto secondo la riv. 3 oppure 4, caratterizzato dal fatto che dette rampe, detti mezzi di connessione meccanica, detti aste articolate, detto albero ausiliario, detti elementi di supporto, sono dimensionate, posizionate e tra loro aggregate in modo che l’allontanamento/avvicinamento di detta struttura mobile rispetto a detta struttura fissa ne provoca uno spostamento traslatorio-rotatorio il quale trascina un uguale movimento negli assi dei rispettivi alberi rotanti, i quali determinano che le rampe relative ad un medesimo albero di rotazione (32C) sono atte a spostarsi in un piano sostanzialmente ortogonale al relativo albero di rotazione, e con un movimento che comprende il cambiamento della inclinazione di detta rampa sulla rispettiva scanalatura.
  6. 6) Impianto secondo la riv.5, caratterizzato dal fatto che le rampe relative ad un medesimo albero di rotazione (32C) sono atte a spostarsi con un movimento tale che le punte (11-P, 12-P, 13-P…) di rispettive rampe, che sono orientate in senso contrario al movimento di detto pianale (20, 20-A, 21, 21-A, 22, 22-A…), mantengono sostanzialmente la medesima altezza di separazione (H1) sulla rispettiva scanalatura.
  7. 7) Impianto secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che ciascuna di dette rampe (11-1, 12-1, 13-1…) presenta sullo spigolo superiore (11-2, 12-2, 13-2…) una rispettiva scanalatura (11-3, 12-3, 13-3…) atta ad alloggiare il bordo inferiore della rispettiva lama rotante (11, 12, 13…).
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