ITVI960054A1 - Chiodo endomidollare per l'osteosintesi delle fratture delle ossa lunghe - Google Patents

Description

D E S C R I Z I O N E

Secondo il trovato si viene a creare un particolare e nuovo chiodo tubolare endomidollare da impie garsi in ortopedia per la riduzione delle fratture delle ossa lunghe.-Caratteristica principale del chiodo ideato è il fatto di consentire la compattazione dei monconi di frattura per ancoraggio del chiodo stesso alla cavità interna delle ossa, evitando la possibilità di vizi di rotazione e permettendo allo stesso tempo un carico dinamico assiale dell'arto.-La caratteristica costruttiva del chiodo risiede nella sua composizione che prevede l'impiego di adeguati fili metallici i quali vengono fatti fuoriuscire dalla parete laterale del chiodo tubolare, mediante la manovra di avvitamento di adatti perni filettati inseriti all'interno del chiodo stesso.-L'estremità superiore del chiodo termina con una parte esagonale per ricevere nella giusta posizione una cuffia con labbro sporgente che si ancora alla parte prossimale dell'osso e si unisce monoliticamente al chiodo stesso, tramite l'applicazione di una vite micrometrica.-Nelle tavole di disegni unite, la fig.l mostra l'applicazione del chiodo ideato ad un femore con frattura semplice; la fig.2 mostra il femore compattato dal chiodo ; la fig.3 mostra un chiodo in un femore con frattura pluriframmentaria; la fig.4 mostra il femore compattato da un chiodo ancorato alle due estremità; la fig.5 mostra in due viste un chiodo con solo bloccaggio distale; la fig.6 rappresenta in sezione un chiodo previsto per il bloccaggio doppio, distale e prossimale; la fig. 7 mostra, in più viste, lo stessp chiodo a doppio effetto, con i fili inferiori uscenti dalla parete tubolare del chiodo, per l'ancoraggio distale; le figg.8-9-10 rappresentano, in sezione, una variante costruttiva semplificata del chiodo in oggetto; le figure della tavola V^ mostrano i particolari separati, componenti il chiodo stesso; le figg.

11-12 della Tav-VI^· rappresentano l'applicazione del chiodo in un femore, rispettivamente con fratture diafisarie semplice e pluriframmentaria; le figg.13-14 rappresentano io stesso chiodo in un femore rispettivamente con fratture semplice e pluriframmentaria, ma in zona distale; la figura 15 rappresenta una particolare esecuzione del chiodo endomidollare per risolvere le fratture sottotrocanteriche del femore; la figura 16 mostra un analogo chiodo per risolvere le fratture peritrocanteriche del femore.-NEL DETTAGLIO.- Come mostrano le figure 1-2-3 e 4 (tav. I^ e II^), il chiodo ideato è di forma tubolare allungata, per il suo inserimento nelle cavità endomidollari delle ossa lunghe, previo alesaggio delle stesse.- Detto chiodo è provvisto di una estremità inferiore arrotondata e porta una o due serie di fori periferici allungati 2 (figg.1-3) dai quali possono fuoriuscire altrettanti fili metallici 3 (flgg.2-4) con lo scopo di bloccare il chiodo stesso alla parete interna della cavità ossea.-Nei casi di frattura semplice (fig.l), la serie di fori 2^ è praticata verso l'estremità inferiore del chiodo per il suo bloccaggio alla cavità ossea nella parte distale (fig.2).-Il chiodo termina superiormente con una sua parte a sezione esagonale 4 nella quale si impegna il foro esagonale della cuffia 5 che consente il fissaggio prossimale mediante l'innesto del labbro 6 nella parete ossea esterna.-A questo punto è possibile compattare (frecce x-x di fig..2) i due monconi di frattura agendo sulla vite 7 inserita attraverso il foro assiale della cuffia 5 e che si impegna nella filettatura interna della parte esagonale 4.-Nei casi di fratture instabili e pluriframmentarie, il chiodo può essere dotato anche di un bloccaggio prossimale, sempre "ad espansione" (fig.4), con le stesse caratteristiche di quello distale e che consente la sintesi in neutralizzazione della fratture., mantenendo intatta la lunghezza dell'osso.-Per attuare le funzioni suesposte, il chiodo è stato composto di forma tubolare allungata con sviluppo assiale rettilineo (figg.5-6-7) o leggermente arcuato all'occorrenza, e comprendente all'interno del tubo 8 un elemento cilindrico 9 assialmente scorrevole nel tubo 8, provvisto di un foro assiale filettato 10 e di una serie di fili metallici 3 predisposti con la loro punta in uscita da altrettanti fori e a filo della superficie laterale esterna del tubo 8.-I detti fili 3 possono essere elettricamente saldati all'elemento cilindrico 9 e vengono spinti fuori dai rispettivi fori per la pressione assiale provocata dall'avvitamento del cilindretto 11 impegnato nel filetto 10 e mantenuto fisso in posizione assiale mediante coppie di spine passanti 12 alloggiate nella gola del cilindretto 11.-La manovra di rotazione del cilindretto avviene per mezzo di una lunga e sottile chiave esagonale manovrata dall'alto dopo il suo inserimento nella corrispondente sede attraverso il foro passante assiale del chiodo.- Lo stesso foro passante si prolunga fino all'estremità arrotondata 13 del chiodo, in modo da consentire il passaggio di una sottile sonda che funge da filo guida dello stesso chiodo endomidollare.-Nel caso di un chiodo a doppio effetto (fig.6) il blocchetto di espansione dei fili 3 viene montato nella zona prossimale con posizione capovolta rispetto a quello distale.- La sua manovra si effettua successivamente a quella distale per l'inserimento, sempre dall'alto, di una analoga chiavetta esagonale più grande della prima.-In sede di assemblaggio il chiodo viene chiuso superiormente da un tappo forato e filettato 4 con sezione esagonale, elettrosaldato al tubo 8 ed adatto a ricevere per innesto a pressione la cuffia 5 provvista del labbro di bloccaggio 6--Attraverso il foro in testa alla cuffia 5 verrà inserita la vite 7 mediante la quale si può esercitare la adeguata pressione per compattare i monconi della frattura.-Rispetto agli altri chiodi endomidollari esistenti, il sistema di bloccaggio distale e di fissaggio prossimale del chiodo ideato, viene effettuato dall' interno del chiodo stesso, non rendendo necessario il posizionamento finale di viti di bloccaggio transcorticale .-L'ancoraggio distale, unitamente al particolare sistema di fissaggio prossimale, tramite cuffia e vite, consente una compattazione micrometrica dei monconi di frattura, evitando la possibilità di vizi di rotazione e permettendo allo stesso tempo un carico dinamico assiale dell'arto.-Per ridurre le difficoltà costruttive del chiodo ideato, così come sopra descritto, si può rinunciare spesso al doppio bloccaggio, mantenendo ferma la soluzione del solo bloccaggio in zona distale.- In tal caso sì può adottare una soluzione costruttiva semplificata rappresentata in variante alle tavole IV^-V^-VI^ e VII^.-Tale variante costruttiva, che si ispira sempre allo stesso concetto inventivo di ancorare il chiodo tubolare alla cavità interna delle ossa lunghe, a mezzo di fili metallici fatti fuoriuscire dal corpo del chiodo stesso, è mostrata in sezione nelle figg.8-9-10 della Tav. IV^.-Il corpo tubolare 14 del chiodo ideato porta una sola serie di fori periferici allungati 15(figg.8-9) dai quali possono uscire radialmente altrettanti fili metallici con le estremità appuntite rivolte verso l'alto (fig.8) oppure verso il basso (fig.9).-La fuoriuscita avviene per l'azione rotatoria impressa a mezzo di una lunga e sottile chiave esagonale, ad un cilindretto provvisto di filettature destra e sinistra, che si impegnano superiormente nella parte centrale filettata del corpo 14 del chiodo, e inferiormente nella corrispondente filettatura di una slitta cilindrica 17 che porta i fili metallici 18 di bloccaggio del chiodo in zona distale.- La doppia filettatura, destra e sinistra, consente la trazione verso l'alto o la spinta verso il basso della slitta 17, la quale trasla assialmente, senza ruotare, avendo già le estremità dei fili 18 impegnate nei rispettivi fori 15 -La slitta 17, coi fili 18 preventivamente inseriti nelle rispettive nicchie della slitta stessa, e con il cilindretto 16 opportunamente avvitato in essa, viene inserito dal basso nel corpo 14, fino ad impegnare il filetto superiore del cilindretto 16 nella corrispondente filettatura centrale del corpo 14. L'operazione continua fino a far affiorare le punte dei fili 18 dai fori 15, punte che si impegnano nei fori stessi per espansione elastica dei fili metallici arcuati e che impediscono ogni ulteriore rotazione delle slitte 17.-Il chiodo può ora essere chiuso inferiormente con il tappo 19 ed essere innestato nella cavità dell'osso da compattare, nella posizione più idonea.-A questo punto, mediante la lunga chiave a testa esagonale, si può eseguire la manovra per la furiuscita dei fili 18 che si piantano nella parete interna distale della cavità ossea.-La soluzione di fig.8 con i fili 18 predisposti per la fuoriuscita verso l'alto, viene adottata per la compattazione di fratture semplici o pluriframmentarie prodotte nella zona centrale dell'osso, come è rappresentato nelle figure 11 e 12 rispettivamente.-La soluzione di fig.9, invece, che prevede la fuoriuscita verso il basso dei fili 18, viene adottata nei casi di fratture semplici o pluriframmentarle prodotte in vicinanza della zona distale dell'osso, come rappresentato nelle figure 13 e 14 rispettivamente .-Per eseguire la compattazione delle fratture semplici si applica successivamente, nella testa esagonale 20 (tav-V^) del chiodo, la cuffia 21 con il labbro arcuato 22 che va spinto a contatto della superficie prossimale esterna dell'osso.- La vite 23 inse rita attraverso la cuffia e impegnata nella filettatura interna superiore del corpo 14 , consente di compattare la frattura in maniera adeguata e precisa, evitando la possibilità di vizi di rotazione del chiodo.-Nelle fratture diafisarie pluriframmentarie per le quali risulta inidonea la normale compattazione, totalmente per trazione, si blocca l'estremità superiore del chiodo mediante l'inserimento della vite inclinata 24 (fig.,10-tav.IV^) passante attraverso il corpo del chiodo nella parte prossimale dell'osso.-In tal modo si ha la possibilità di fissare la compattazione dell'osso pluriframmentato alla giusta lunghezza dell'arto(confrontata mediante scopia con quella dell'altro arto) permettendo così anche il sostegno di un carico dinamico assiale dell'arto stesso.-Nelle fratture pertrocanteriche e sottotrocanteriche è possibile adottare il chiodo ideato per risolvere agevolmente le fratturo di questo tipo.-L 'esecuzione del chiodo è quella rappresentata nella fig.15; in testa al chiodo è presente, in questo caso, una rondella 25 che con il dado 26 permette di compattare, specialmente nelle fratture sottotrocanteriche, i monconi di frattura.-Il chiodo rappresentato nella fig.16 consente di risolvere le fratture del collo del femore (pertrocanteriche).

Le caratteristiche del chiodo endomidollare sopra descritte, sia nella realizzazione più complessa, che in quella, semplificata, non trovano riscontro in alcun altro tipo di chiodo endomidollare fin qui realizzato e lo rendono perciò unico nella sua particolarità conferendogli i caratteri di novità e originalità brevettuali .-Nella fase costruttiva il chiodo comporterà alcune modifiche ai suoi particolari esecutivi, sempre restando nei concetti ampiamente esposti.-Ogni variante costruttiva rientrerà nell'ambito della presente invenzione.

Claims (1)

1. R I V E N D I C A Z I O N I 1)-"CHIODO ENDOMIDOLLARE PER LOSTEOSINTESI DELLE FRATTURE DELLE OSSA LUNGHE", caratterizzato dal fatto che esso viene impiegato in ortopedia per la riduzione delle fratture delle ossa lunghe permettendo una micrometrica compattazione dei monconi tramite bloccaggio distale, doppio bloccaggio e fissaggio prossimale e ciò per manovra eseguita dall’interno del chiodo stesso.-2) -"CHIODO ENDOMIDOLLARE ... ", come alla Riv.l), caratterizzato dal fatto che il suo bloccaggio o il doppio bloccaggio distale e prossimale, avviene provocando, con la manovra interna di adatta chiave,la fuoriuscita dalla parte esterna tubolare del chiodo, di un certo numero di fili metallici che penetrano nella ccrticale ossea della cavità interna, impedendo la rotazione del chiodo stesso, infilato nella cavità.-3)-"CHIODO ENDOMIDOLLARE . . . ", come alle Riv.l) e 2), caratterizzato dal fatto che il fissaggio prossimale del chiodo alla superficie esterna dell'osso, avviene per l'inserimento di una cuffia con foro esagonale nella sommità del chiodo tubolare e con un labbro sporgente piantato sull'osso stesso, la quale riceve una vite micrometrica per esercitare la necessaria trazione, al fine di compattare i monconi della frattura.-4)-"CHIODO ENDOMIDOLLARE ... ", come alle Riv. da 1) a 3), caratterizzato dal fatto che che esso può venire realizzato anche in forma semplificata per il bloccaggio nella sola zona distale, e ciò sempre a mezzo della fuoriuscita di fili metallici con le punte rivolte verso la parte diafisaria dell'osso nel caso di fratture situate nella stessa zona intermedia, oppure rivolte verso la parte distale se le fratture sono troppo basse per adottare la soluzione precedente.-5)-"CHIODO ENDOMIDOLLARE ... ", come alla Riv.4),caratterizzato dal fatto che nella variante semplificata i fili di bloccaggio sono inseriti in apposite nicchie ricavate nella slitta scorrevole internamente al chiodo e mossa verso l'alto o verso il basso a seconda della soluzione adottata, per l'azione di avvitamento di un cilindretto provvisto di due filettature, destra e sinistra, che si impegnano rispettivamente all'interno del corpo cavo del chiodo e all'interno della slitta scorrevole.-6)-"CHIODO ENDOMIDOLLARE ... ", come alle Riv. 4)e 5), caratterizzato dal fatto che la sua realizzazione con adatte varianti e dimensioni è prevista anche per la risoluzione delle fratture sottotrocanteriche e pertrocanteriche consentendo di compattare perfettemente i tronconi delle fratture.