ITMI20091926A1 - Dispositivo di protezione dei vertici a camere ammortizzanti in cartone vincolate a frizione - Google Patents

Dispositivo di protezione dei vertici a camere ammortizzanti in cartone vincolate a frizione Download PDF

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ITMI20091926A1
ITMI20091926A1 IT001926A ITMI20091926A ITMI20091926A1 IT MI20091926 A1 ITMI20091926 A1 IT MI20091926A1 IT 001926 A IT001926 A IT 001926A IT MI20091926 A ITMI20091926 A IT MI20091926A IT MI20091926 A1 ITMI20091926 A1 IT MI20091926A1
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IT
Italy
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wall
shock
fold
absorbing element
walls
Prior art date
Application number
IT001926A
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English (en)
Inventor
Maria Adele Galber
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Assograph Italia
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B65CONVEYING; PACKING; STORING; HANDLING THIN OR FILAMENTARY MATERIAL
    • B65DCONTAINERS FOR STORAGE OR TRANSPORT OF ARTICLES OR MATERIALS, e.g. BAGS, BARRELS, BOTTLES, BOXES, CANS, CARTONS, CRATES, DRUMS, JARS, TANKS, HOPPERS, FORWARDING CONTAINERS; ACCESSORIES, CLOSURES, OR FITTINGS THEREFOR; PACKAGING ELEMENTS; PACKAGES
    • B65D81/00Containers, packaging elements, or packages, for contents presenting particular transport or storage problems, or adapted to be used for non-packaging purposes after removal of contents
    • B65D81/02Containers, packaging elements, or packages, for contents presenting particular transport or storage problems, or adapted to be used for non-packaging purposes after removal of contents specially adapted to protect contents from mechanical damage
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    • B65D81/053Corner, edge or end protectors

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Mechanical Engineering (AREA)
  • Mechanical Operated Clutches (AREA)
  • Cartons (AREA)

Description

...
D E S C R I Z I O N E
Descrizione dell’ INVENZIONE INDUSTRIALE dal titolo:
“Dispositivo di protezione dei vertici a camere ammortizzanti in cartone vincolate a frizione”
A nome della ditta
ASSOGRAPH ITALIA S.r.l.
di nazionalità italiana con sede a Cesano Maderno (MI)
Via Po, 37
a mezzo mandatario Ing. Attilio Lo Magro dell’Ufficio
BREVETTI DOTT. ING. DIGIOVANNI SCHMIEDT S.r.l.
Via Aldrovandi 7 - M I L A N O
Depositata il
Con N.
Campo di applicazione dell'invenzione
La presente invenzione si riferisce settore degli imballaggi in cartone, e più precisamente ad un dispositivo di protezione dei vertici a camere ammortizzanti in cartone vincolate a frizione.
Rassegna dell'arte nota
I mobili, i computer ed altri oggetti similari possiedono vertici che subiscono inevitabilmente urti durante le operazioni di trasporto. Per prevenire eventuali danneggiamenti, i vertici vengono solitamente introdotti in cappucci di protezione realizzati in polistirolo o in cartone, che attutiscono l’impatto. Rispetto al polistirolo l’impiego del cartone ondulato riduce i problemi di stoccaggio in quanto il cappuccio è costruibile rapidamente e con semplicità all’occorrenza, a partire da un foglio di cartone tagliato e cordonato.
Il brevetto italiano n. 01296839, rilasciato il 02 agosto 1999 e di proprietà della stessa richiedente, descrive un cappuccio angolare per la protezione dei vertici e degli spigolo di mobili ed apparecchi in genere, ottenuto da fogli pressoché rettangolari di cartone ondulato provvisti di una serie di linee parallele a piegatura facilitata (cordonature). La figura 1, riferita alla domanda di brevetto citata, mostra il cappuccio angolare 1 comprendente un primo ed un secondo elemento tubolare 2 e 3 a sezione trasversale rettangolare, costituiti da pareti piegate ad angolo retto nello stesso senso l’una rispetto all’altra, congiunti perpendicolarmente tra loro mediante una prima piega 4 in corrispondenza delle loro pareti esterne. Il cappuccio angolare 1 comprende inoltre un terzo e quarto elemento tubolare 5 e 6 a sezione trasversale rettangolare, congiunti perpendicolarmente, mediante una seconda ed una terza cordonatura 7 e 8 rispettivamente ai due elementi tubolari 2 e 3, a formare un diedro per l’inserimento del vertice da proteggere. Gli elementi tubolari 2 e 3, 5 e 6 sono rispettivamente combacianti in corrispondenza di un taglio obliquo 9 nella direzione delle bisettrici degli angoli retti. La figura 2, riferita alla stessa citazione, mostra il cappuccio angolare 1 applicato al vertice di un mobile. Come è possibile notare, le cordonature 4, 7 e 8 sono parallele agli spigoli del mobile. Le pareti del terzo e quarto elemento tubolare 5 e 6 a contatto della faccia superiore del mobile proseguono in due linguette sporgenti 10 e 11 per consentire il fissaggio del cappuccio angolare al mobile mediante adesivi. Quando si verifica un urto in direzione del vertice, lo spigolo 12 del mobile può insinuarsi tra il primo ed il secondo elemento tubolare 2 e 3 in corrispondenza del taglio obliquo 9, divaricando il cappuccio 1 e riducendone quindi la capacità di attutire l’impatto. Una tale tendenza è ostacolata dalla presa fatta dalle linguette adesive 10 e 11 sul tetto del mobile, ma come è facile intuire, in caso di urti violenti specie se i mobili sono pesanti, la forza dell’adesivo non è assolutamente in grado di ostacolare la penetrazione. Inoltre, non sempre i vertici da incappucciare hanno a disposizione un piano idoneo all’applicazione delle strisce adesivizzate 10 e 11, potrebbero infatti avere delle costolature o altri rilievi che mal si adattano ad una tale soluzione. Per quanto detto, la presenza di mezzi di fissaggio all’oggetto attorno al vertice da proteggere parrebbe essenziale nel cappuccio angolare della citazione, non solo per ostacolare la naturale tendenza del cartone piegato ad aprirsi, per questo basterebbero le comuni linguette o un incollaggio tra le pareti di cartone, ma proprio perché il legame cappuccio-oggetto cerca in qualche misura di supplire alle manchevolezze del cappuccio angolare.
Sommario dell’invenzione
Scopo dell’invenzione è quello di superare gli inconvenienti evidenziati, in particolare quello di dover confidare sul contributo di mezzi trasversali non strutturali, come l’adesivo, nella la protezione offerta dalla struttura ammortizzante angolare.
Per conseguire tale scopo la presente invenzione ha per oggetto un dispositivo di protezione dei vertici in unico foglio di cartone tagliato e piegato, comprendente elementi ammortizzanti a struttura tubolare, ciascuno includendo nell’ordine almeno una prima, una seconda, una terza, ed una quarta parete ruotate l’un l’altra di 90<o>attorno a pieghe del foglio, detti elementi ammortizzanti essendo disposti su piani ortogonali ed essendo dotati di mezzi di vincolo reciproco, in cui secondo l’invenzione il dispositivo include almeno tre elementi ammortizzanti aventi ciascuno una coppia di spigoli confluenti in un vertice comune, ed i mezzi di vincolo reciproco includendo:
− una prima piega del foglio congiungente una prima parete di un primo elemento ammortizzante ad una prima parete di un secondo elemento ammortizzante, le pareti del primo elemento ammortizzante delimitando internamente una intercapedine in cui la distanza tra superfici interne contrapposte più prossime è almeno uguale allo spessore del foglio di cartone;
− una seconda piega del foglio congiungente la detta prima parete del secondo elemento ammortizzante ad una prima parete di un terzo elemento ammortizzante;
− almeno una terza piega del foglio congiungente a 90<o>la prima parete del terzo elemento ammortizzante ad una prima parete frizionale interna all’intercapedine formata dalle pareti del primo elemento ammortizzante, ulteriormente vincolando tra loro gli elementi ammortizzanti durante l’urto grazie all’attrito sviluppato dalle superfici della parete frizionale a contatto delle superfici dell’intercapedine.
Ulteriori caratteristiche della presente invenzione ritenute innovative sono descritte nelle rivendicazioni dipendenti.
Il dispositivo dell’invenzione fornisce uno spazio cuspidale ammortizzato, e può essere vantaggiosamente applicato ai vertici di oggetti di forma parallelepipeda, come ad esempio, mobili, elettrodomestici, ecc.
In una forma realizzativa le prime pareti dei tre elementi ammortizzanti sono esterne allo spazio cuspidale ammortizzato, le seconde pareti sono laterali esterne, le terze pareti opposte alle prime sono interne, e almeno una delle quarte pareti opposte alle seconde ha funzione distanziale.
Nella suddetta forma realizzativa:
− la larghezza della prima parete del primo elemento ammortizzante è sostanzialmente uguale alla larghezza della sua parete opposta alla prima;
− la larghezza della prima parete del secondo elemento ammortizzante unito al primo dalla piega comune eccede la larghezza della propria parete opposta riferita alla distanza tra i lati paralleli alla piega comune, per lo spessore del primo elemento ammortizzante;
− la larghezza della prima parete del terzo elemento ammortizzante unito al secondo dalla piega comune eccede:
− la larghezza della parete opposta corrispondente alla distanza tra i lati paralleli alla piega comune, per lo spessore del secondo elemento ammortizzante.
− la larghezza della parete opposta corrispondente alla distanza tra la terza piega e la piega ad essa parallela, entrambe perpendicolari alla piega comune, per almeno la distanza della parete frizionale, comprensiva del suo spessore, dalla superficie esterna della parete opposta alla prima parete del primo elemento ammortizzante.
In una variante realizzativa, il dispositivo include un quarto elemento ammortizzante avente due spigoli ortogonali confluenti in un secondo vertice comune agli altri elementi ammortizzanti.
Il dispositivo della variante realizzativa fornisce uno spazio ammortizzato su due vertici tra loro opportunamente distanziati, e può essere vantaggiosamente, applicato ai vertici di oggetti di forma parallelepipeda e di spessore significativo comunque non prevalente rispetto alle altre dimensioni, come ad esempio i pianali o componenti similari di mobili, elettrodomestici, ecc. Con ciò nulla vieta di regolare la larghezza del diedro centrale per proteggere i due vertici ai due lati. Nella variante i mezzi di vincolo reciproco relativamente al quarto elemento ammortizzante includono:
− una quarta piega del cartone opposta alla seconda piega, detta quarta piega congiungendo la prima parete del secondo elemento ammortizzante ad una prima parete del quarto elemento ammortizzante;
− una quinta piega del foglio congiungente a 90<o>detta prima parete del quarto elemento ammortizzante ad una seconda parete frizionale interna all’intercapedine formata dalle pareti del primo elemento ammortizzante sul lato opposto alla prima parete frizionale per il medesimo scopo.
In una forma realizzativa gli elementi ammortizzanti hanno cinque pareti, di cui la quinta è combaciante con la prima e ad essa incollata. La quinta parete ha funzione di rinforzo della protezione e nel contempo, tramite incollaggio, consente la chiusura del rispettivo elemento, immobilizzandone le pareti. In mancanza della quinta parete e del relativo incollaggio, è comunque possibile utilizzare delle linguette con alette d’aggancio che si prolungano lateralmente dalla parete opposta alla prima del terzo elemento ammortizzante per introdursi in una corrispondente fessura nella parete adiacente. In alternativa alla linguetta è possibile incollare la quarta parete (distanziale) del secondo elemento ammortizzante alla parete adiacente.
La forma realizzativa è generalizzabile ad un numero di pareti uguale a 4N+1, dove N è un numero intero diverso da zero. La generalizzazione corrisponde all’inclusione di N-1 elementi ammortizzanti annidati all’interno della camera delimitata dalle pareti ortogonali, ciascuno comprendendo ulteriori pareti ruotate l’un l’altra di 90<o>secondo la comune direzione attorno a pieghe del foglio, di cui una prima piega è comune alla quarta parete dell’elemento ammortizzante principale.
Vantaggiosamente, la larghezza dell’elemento ammortizzante annidato è minore della larghezza interna dell’elemento che lo include, con ciò fornendo una nervatura trasversale di rinforzo.
In una forma realizzativa le pareti frizionali sono elementi composti da M pareti combacianti per l’inserimento in intercapedini di larghezza sostanzialmente uguale a M volte lo spessore del foglio di cartone.
In un’altra forma realizzativa in cui l’elemento ammortizzante che già include una parete frizionale nell’intercapedine al proprio interno è privo di elementi ammortizzanti annidati, e la detta parete frizionale è la parete iniziale di un ulteriore elemento ammortizzante a struttura tubolare comprendente almeno quattro pareti ruotate l’un l’altra di 90<o>in uno stesso senso attorno a pieghe del foglio, la parete opposta alla parete frizionale iniziale avendo il medesimo profilo incurvato, e la parete opposta alla parete ortogonale contigua alla parete frizionale iniziale essendo più corta di tanto quanto è ribassato il profilo, costituendo in tal modo un elemento tubolare frizionale interno all’intercapedine del primo elemento tubolare, e detta intercapedine essendo larga tanto quanto lo spessore dell’elemento ammortizzante frizionale.
In una forma preferita a cinque pareti, la quinta parete è interna e combaciante alla parete frizionale iniziale in modo da poter essere incollata.
Secondo un aspetto dell’invenzione relativo ad elementi ammortizzanti costituiti da quattro o cinque pareti e da pareti frizionali di singolo spessore, la larghezza della prima parete del terzo elemento tubolare corrispondente alla distanza tra pieghe contrapposte ortogonali alla seconda piega, eccede la larghezza della parete contrapposta alla prima per almeno due volte lo spessore del foglio di cartone su ciascun lato congiunto ad una parete frizionale.
L’insegnamento è generalizzabile ad elementi ammortizzanti con numero N di pareti sovrapposte superiore a cinque, a pareti frizionali composte da M pareti combacianti e a elementi, e a elementi ammortizzanti frizionali a struttura tubolare.
Secondo un aspetto dell’invenzione, le pareti frizionali hanno profilo ribassato con andamento preferibilmente circolare in corrispondenza dell’angolo esterno, consentendo l’inserimento delle stesse entro la detta intercapedine con movimento di rotazione del terzo elemento ammortizzante attorno alla seconda piega esercitando una moderata pressione. La moderata pressione è necessaria per vincere l’attrito superficiale che si determina sui due lati della parete frizionale a contatto delle superfici dell’intercapedine d’inserimento, ed in corrispondenza del dorso del profilo incurvato, specialmente vicino all’angolo. Maggiore è la curvatura del profilo e maggiore sarà la pressione da esercitare per introdurre la parete frizionale, e di conseguenza l’attrito che l’urto dovrà vincere per aprire la struttura. Ovviamente non potrà essere superata una curvatura massima il cui raggio corrisponde all’altezza della parete frizionale.
L’insegnamento è generalizzabile a elementi ammortizzanti frizionali a struttura tubolare.
È del tutto evidente che l’invenzione è pure rivolta ad un metodo di fabbricazione di un dispositivo di protezione in cartone avente le caratteristiche delle rivendicazioni. Tale metodo conterrà i passi che portano ad imprimere le richieste configurazioni di cordonature (pieghe) e di tagli entro un foglio di cartone, all’esecuzione di ripiegamenti attorno alle suddette cordonature, ed eventuali altre manovre necessarie al completamento del contenitore.
Vantaggi dell’invenzione
Il dispositivo di protezione oggetto d’invenzione comprende solo gli elementi veramente essenziali a fornire la massima protezione contro gli urti più pericolosi, cioè quelli in cui un oggetto pesante cade su un proprio vertice. Tali elementi sono tre tubolari ammortizzanti sostanzialmente parallelepipedi e reciprocamente ortogonali, la cui configurazione spaziale a doppio diedro si articola attorno a due pieghe in corrispondenza di due lati ortogonali di un elemento, che tramite quelle pieghe si congiunge agli altri due. L’eccedenza nella larghezza di alcune pareti rispetto ad altre consente ai tubolari di venire in reciproco contatto. Una tale configurazione, diversamente dalla citazione, fa sì che qualunque direzione puntante al vertice dall’interno dello spazio cuspidale trovi la via sbarrata dalla parete di un elemento ammortizzante parallela alla parete di contenimento. Di conseguenza, nessuno degli spigoli uscenti dal vertice del mobile o di altro oggetto pesante può divaricare gli elementi tubolari a causa di urto.
La struttura ammortizzante proposta ha l’ulteriore vantaggio di possedere una parete frizionale, o un elemento ammortizzante frizionale, con due ampie superfici soggette ad attrito le quali forniscono un vincolo tra i vari elementi ammortizzanti. Diversamente dalla citazione, il vincolo è strutturale e non coinvolge elementi trasversali non strutturali, come ad esempio l’adesivo sulle pareti dell’oggetto da proteggere. Inoltre il vincolo è reversibile, cioè consente di disassemblare il dispositivo e quindi riassemblarlo con estrema facilità.
La presenza di un elemento ammortizzante frizionale, anziché di una sola parete frizionale conferisce maggiore rigidità all’elemento ammortizzante tubolare che lo ospita.
L’ottima protezione fornita ad un vertice di un oggetto parallelepipedo, anche pesante, può essere raddoppiata su due vertici semplicemente aggiungendo un quarto elemento ammortizzante. La distanza tra l’elemento aggiunto e quello opposto può essere variata a piacere variando la larghezza del diedro centrale; ciò consente di adattarsi a pianali di vario spessore.
La presenza di elementi ammortizzanti annidati incrementa l’efficacia della protezione sugli spigoli contro urti trasversali.
Breve descrizione delle figure
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue di un esempio di realizzazione della stessa e dai disegni annessi dati a puro titolo esplicativo e non limitativo, in cui: − la figura 1 è una vista prospettica di un cappuccio angolare in cartone ondulato secondo l’arte nota;
− la figura 2 è una vista prospettica del cappuccio angolare di figura 1 applicato al vertice di un mobile;
− la figura 3 è una vista prospettica di un foglio di cartone tagliato e cordonato utilizzato nel dispositivo di protezione secondo la presente invenzione;
− le figure da 4 a 8 sono schematizzazioni prospettiche delle varie fasi di piegatura e immobilizzazione del foglio di cartone di figura 3;
− la figura 9 è una vista prospettica di un foglio di cartone tagliato e cordonato utilizzato in una variante realizzativa del dispositivo di protezione secondo la presente invenzione;
− le figure da 10 a 13 sono schematizzazioni prospettiche delle varie fasi di piegatura e immobilizzazione del foglio di cartone di figura 9.
Descrizione dettagliata di alcune forme preferite di realizzazione dell’invenzione
Nella descrizione che segue, elementi uguali che compaiono in figure differenti potranno essere indicati con gli stessi simboli. Nell’illustrazione di una figura è possibile fare riferimento ad elementi non espressamente indicati in quella figura ma in figure precedenti. La scala e le proporzioni dei vari elementi raffigurati non corrispondono necessariamente a quelle reali.
La figura 3 mostra un foglio 20 di cartone ondulato, tagliato e cordonato, completamente dispiegato su un piano. Il foglio 20 comprende una prima banda longitudinale 21 su cui sono state praticate cordonature trasversali in sequenza. Due cordonature 22 e 23, più prossime ad un bordo terminale della banda 21 che all’altro, delimitano una sezione 24, congiunta trasversalmente ad una sezione 25 da una cordonatura longitudinale 26. La sezione 25 è parte di una seconda banda longitudinale 27 che decorre parallelamente ala banda 21 ad una distanza prefissata da essa, dalla parte del segmento di banda 21 oltre la cordonatura 22 verso il bordo più prossimo.
Nella banda 21 procedendo a partire dall’estremità affiancata alla banda 27 verso l’altro bordo terminale, è possibile distinguere una sequenza di cordonature trasversali 42, 43, 22, 23 45, 46, 47 e 48 tra loro variamente distanziate, che assieme ai bordi della banda 21 delimitano delle sezioni: 29, 30, 31, 32, 24, 33, 34, 35, 36 e 37. Più precisamente:
− la sezione terminale 29 è compresa tra il bordo libero della banda 21 e la cordonatura 42;
− la sezione 30 è compresa tra le cordonature 42 e 43;
− la sezione 31 è compresa tra le cordonature 43 e 44;
− la sezione 32 è compresa tra le cordonature 44 e 22;
− la sezione 24 è compresa tra le cordonature 22 e 23;
− la sezione 33 è compresa tra le cordonature 23 e 45;
− la sezione 34 è compresa tra le cordonature 45 e 46;
− la sezione 35 è compresa tra le cordonature 46 e 47;
− la sezione 36 è compresa tra le cordonature 47 e 48;
− la sezione terminale 37 è compresa tra la cordonatura 48 e l’altra estremità della banda 1.
La sezione 33 ha una larghezza superiore a quella delle altre sezioni. In particolare: le sezioni 35 e 37 hanno una larghezza leggermente inferiore rispetto alla sezione 33, le sezioni 24 e 25 hanno una larghezza pari a circa 3/4 della larghezza della sezione 33, e le sezioni 32 e 34 hanno la stessa larghezza pari a circa 1/6 della larghezza della sezione 33. Anche le sezioni 30 e 36 hanno la stessa larghezza, leggermente inferiore rispetto alle sezioni 32 e 34.
Le sezioni 29 e 31 hanno la stessa larghezza, pari alla differenza tra le larghezze della sezione 24 e della sezione 34. L’altezza della banda 27 è pari alla differenza tra l’altezza della sezione 25 e la larghezza della sezione 32.
Nella banda 27, procedendo dall’estremità opposta alla sezione 29 nella direzione della sezione 25 è possibile distinguere una sequenza di cordonature trasversali 53, 54, 55 e 28 variamente distanziate, che assieme al bordo della banda delimitano delle sezioni rettangolari: 49, 50, 51 e 52. Più precisamente:
− la sezione 49 è compresa tra il bordo terminale della banda 27 e la cordonatura 53;
− la sezione 50 è compresa tra le cordonature 53 e 54;
− la sezione 51 è compresa tra le cordonature 54 e 55;
− la sezione terminale 52 è compresa tra le cordonature 55 e 28.
Le sezioni 49, 50, 51 e 52 hanno la stessa larghezza delle sezioni rispettivamente 29, 30, 31 e 32.
In figura 3 è possibile notare che il bordo della sezione 25 opposto alla banda 27 non è rettilineo, bensì comprende: un primo tratto 56 allineato alla cordonatura 23 e di lunghezza leggermente inferiore alla distanza tra la banda 27 e la banda 21; un secondo tratto 57 ortogonale al tratto 56 verso la banda 27 e di lunghezza pari al doppio dello spessore del foglio di cartone; ed un terzo tratto 58 che si congiunge al bordo longitudinale della sezione 25 ortogonalmente al tratto 57. Il foglio di cartone 20 comprende inoltre una parete 59 con ampio raccordo circolare 60 sull’angolo esterno opposto all’angolo formato dai tratti 57 e 58. Il raccordo sottende un quarto di circonferenza e si estende per circa un terzo del bordo esterno della parete 59, congiunta alla sezione 25 mediante una cordonatura in corrispondenza del tratto 58. La parete 59 ha una larghezza inferiore alla metà dell’altezza della banda 21 ed è separata dalla sezione 25 da un taglio in corrispondenza del tratto 57.
La figura 4 mostra la struttura che si ottiene dopo aver effettuato la seguente sequenza di piegamenti:
− un piegamento iniziale della sezione 37 di 90° in senso antiorario verso l’interno attorno alla cordonatura 48;
− un piegamento nello stesso senso della sezione 36 di 90° attorno alla cordonatura 47;
− un piegamento nello stesso senso della sezione 35 di 90° attorno alla cordonatura 46;
− un piegamento nello stesso senso della sezione 34 di 90° attorno alla cordonatura 45. Al termine di questa manovra la sezione terminale 37 è sovrapposta alla sezione 33 e viene incollata alla stessa.
In figura 4 è possibile notare che la sequenza di ripiegamenti del tratto di banda 21 a destra della sezione 33 ha portato alla formazione di un elemento tubolare 70 a sezione rettangolare costituito da:
− una parete esterna corrispondente alla sezione 33;
− una parete laterale corrispondente alla sezione 34, congiunta alla parete esterna 33 perpendicolarmente ad essa mediante la cordonatura 45;
− una controparete della parete esterna 33 corrispondente alla sezione 35, congiunta alla parete laterale 34 perpendicolarmente ad essa mediante la cordonatura 46;
− una parete distanziale corrispondente alla sezione 36, congiunta alla controparete 35 perpendicolarmente ad essa verso la parete esterna 33, mediante la cordonatura 47;
− una parete di rinforzo corrispondente alla sezione 37, incollata alla parete 33 e congiunta alla parete 36 perpendicolarmente ad essa verso la parete 34, mediante la cordonatura 48.
La parete di rinforzo 37 incrementa la rigidità dell’elemento tubolare 70 e, insieme alle pareti 34, 35 e 36, delimita un’intercapedine 71 di spessore pressoché uguale allo spessore della parete 59.
La figura 5 mostra come si presenta la struttura della figura precedente dopo aver effettuato sul tratto di banda 21 che precede la sezione 24, e sulla banda 27 una sequenza di piegamenti simile a quella precedentemente illustrata. Più precisamente:
− un piegamento iniziale a 90° in senso orario verso l’elemento tubolare 70 delle sezioni 29 e 49 attorno alle cordonature rispettivamente 42 e 53;
− un piegamento a 90° nello stesso senso delle sezio ni 30 e 50 attorno alle cordonature rispettivamente 43 e 54;
− un piegamento a 90° nello stesso senso delle sezio ni 31 e 51 attorno alle cordonature rispettivamente 44 e 55;
− un piegamento di 90° nello stesso senso delle sezi oni 32 e 52 attorno alle cordonature rispettivamente 22 e 28. Al termine di questa manovra le sezioni terminali 29 e 49 sono sovrapposte alle sezioni 24 e 25 e vengono incollate alle stesse.
In figura 5 è possibile notare che la sequenza di ripiegamenti del tratto di banda 21 che precede la sezione 24, e della banda 27 sopra descritta ha portato alla formazione di altri due elementi tubolari 72 e 73 a sezione rettangolare. Dall’elemento tubolare 73 si protende la parete arrotondata 59 in posizione distesa. Nella descrizione duale, l’elemento tubolare 72 (73) è costituito da:
− una parete esterna corrispondente alla sezione 24 (25);
− una parete laterale corrispondente alla sezione 32 (52), congiunta alla parete esterna 24 (25) perpendicolarmente ad essa mediante la cordonatura 22 (28);
− una controparete della parete esterna 25 (24) corrispondente alla sezione 31 (51), congiunta alla parete laterale 32 (52) perpendicolarmente ad essa mediante la cordonatura 44 (55);
− una parete distanziale corrispondente alla sezione 30 (50), congiunta alla controparete 31 (51) perpendicolarmente ad essa verso la parete 24 (25) mediante la cordonatura 43 (54);
− una parete di rinforzo corrispondente alla sezione 29 (49), incollata alla parete 24 (25) e congiunta alla parete 30 (50) perpendicolarmente ad essa verso la parete 22 (52) mediante la cordonatura 42 (53).
Le pareti di rinforzo 29 e 49 sono utili in quanto contribuiscono ad aumentare la rigidità degli elementi tubolari 72 e 73, comunque garantita dalla struttura composta dalle quattro pareti 24, 30, 31, 32 e 25, 52, 51, 50, perpendicolari l’una all’altra e congiunte da cordonature attorno alle quali sono piegate secondo uno stesso senso di rotazione.
L’incollaggio delle pareti di rinforzo 29 e 49 alle pareti esterne 24 e 25 rispettivamente vincola tra loro le pareti degli elementi tubolari 72 e 73, ed impedisce agli stessi di “svolgersi” per effetto dell’elasticità del cartone, che tende a ritornare nella forma piana originaria.
In figura 5 è pure possibile notare che la larghezza della parete esterna 24 ec cede la larghezza della controparete 31 per un tratto 74 avente la stessa larghezza della sezione 34. Le larghezza della parete esterna 25 eccede la larghezza della controparete 51 per un tratto 75 avente la stessa larghezza della sezione 34 in una porzione adiacente alla cordonatura 26, e larghezza inferiore nel tratto adiacente all’aletta 59. L’altezza della parete esterna 25 eccede l’altezza della controparete 54 per un tratto 76 compreso tra gli elementi tubolari 73 e 73, ed avente la stessa larghezza della parete laterale 32.
La figura 6 mostra come si presenta la struttura della precedente figura al termine di un piegamento a 90° in senso antiorario del la parete arrotondata 59 attorno alla cordonatura 58, e della parete esterna 33 con tutto ciò che ad essa è connesso, attorno alla cordonatura 23. La parete distanziale 36 dell’elemento tubolare 70 è sovrapposta alla parete esterna 24 dell’elemento tubolare 72, occupando il tratto eccedente 74.
La figura 7 mostra un piegamento a 90° della parete esterna 25 con tutto ciò che ad essa è connesso, attorno alla cordonatura 26 verso l’elemento tubolare 72. Durante il ripiegamento, la parete arrotondata 59 va ad inserirsi entro l’intercapedine 71, le superfici laterali della stessa vengono a contatto delle superfici interne dell’intercapedine formata dalle pareti 35 e 37 dell’elemento tubolare 70, e il dorso arrotondato in prossimità dell’angolo entra successivamente in contatto con la superficie interna della parete 34. Essendo la larghezza dell’intercapedine sostanzialmente uguale allo spessore del cartone, l’introduzione della parete 59 richiede una leggera pressione per vincere l’attrito.
La figura 8 mostra la struttura della figura precedente al termine del ripiegamento. Il bordo libero delle pareti dell’elemento tubolare 72 rivolto verso l’elemento 73 è a contatto della parete esterna 25 dell’elemento tubolare 73, occupando il tratto eccedente 76. Analogamente, il bordo libero delle pareti 35 e 36 rivolto verso l’elemento 73 è in contatto con la parete esterna 25, occupando il tratto eccedente 75. La parete arrotondata 59 è completamente inserita nell’intercapedine dell’elemento tubolare 70, di modo che l’attrito esistente tra ciascuna superficie della detta parete e la rispettiva superficie interna delle pareti 35 e 37 distanti tra loro come uno spessore del cartone, vincola tra loro gli elementi tubolari 70 e 73, impedendo alla struttura dei tre elementi tubolari di aprirsi.
In una prima variante realizzativa avente lo scopo di incrementare la rigidità dell’elemento ammortizzante 70, che nella forma più semplice descritta sopra ha uno spessore ridotto a solo quattro volte lo spessore del foglio di cartone, la larghezza dell’intercapedine viene aumentata e la parete 59 è la prima di un ulteriore elemento ammortizzante a struttura tubolare (non mostrato in figura). Quest’ultimo comprende almeno quattro pareti, ma preferibilmente cinque, ruotate l’un l’altra di 90<o>attorno a pieghe del foglio secondo uno stesso senso; le pareti opposte alla parete 59 hanno il medesimo profilo incurvato, e la parete opposta alla parete ortogonale contigua alla parete frizionale 59 è più corta di tanto quanto è ribassato il profilo, costituendo in tal modo un elemento ammortizzante frizionale. La quinta parete è incollata alla parete frizionale 59.
In tale forma realizzativa la larghezza della parete esterna 25 eccede la larghezza della controparete 51 per un tratto sufficientemente largo da consentire il piegamento a 90° attorno alla cordonatura 58 del l’elemento ammortizzante frizionale (non mostrato) verso l’elemento ammortizzante 73. La larghezza dell’intercapedine 71 deve essere pari non più allo spessore del cartone ma allo spessore dell’elemento ammortizzante frizionale, cioè alla sua dimensione trasversale. L’attrito esistente tra superfici esterne dell’elemento ammortizzante frizionale e superfici interne a contatto delle pareti 35 e 37, vincola tra loro gli elementi ammortizzante 70 e 73, impedendo alla struttura dei tre elementi tubolari di aprirsi.
Come detto sopra, l’elemento ammortizzante frizionale incrementa la rigidità del solo elemento 70, per cui è prevista una seconda variante realizzativa avente lo scopo di incrementare la rigidità anche degli altri elementi ammortizzante 72 e 73. Secondo la variante è possibile dotare detti elementi di ulteriori pareti di rinforzo (non mostrate nelle figure) ruotate l’un l’altra di 90<o>secondo la comune direzione attorno a pieghe del foglio, di cui una prima piega è comune alla parete di rinforzo dell’elemento tubolare. La larghezza della struttura annidata è minore della larghezza interna dell’elemento che la include, con ciò fornendo una nervatura trasversale di rinforzo.
La figura 9 mostra un foglio di cartone ondulato 80, tagliato e cordonato, completamente dispiegato su un piano. Il foglio 80 include la struttura di tagli e cordonature del foglio 20 di figura 3 più un’ulteriore banda 83, uguale alla banda 27, disposta simmetricamente all’altro lato della banda 21 e pertanto egualmente distanziata da essa. Facendo riferimento alla figura 9, è possibile notare che la sezione 24 tramite una cordonatura longitudinale 82 è connessa trasversalmente ad una sezione 81 ad una estremità della banda 81.
Nella banda 83, procedendo dall’estremità opposta alla sezione 81, è possibile distinguere una sequenza di cordonature trasversali 89, 90, 91 e 84 diversamente distanziate, che insieme al bordo della detta banda delimitano delle sezioni affiancate: 85, 86, 87 e 88. Più precisamente:
− una sezione 85 compresa tra il bordo libero della banda 83 e la cordonatura 89;
− una sezione 86 compresa tra le cordonature 89 e 90;
− una sezione 87 compresa tra le cordonature 90 e 91;
− una sezione terminale 88 compresa tra le cordonature 91 e 84.
Le sezioni 85, 86, 87 e 88 hanno la stessa larghezza delle sezioni rispettivamente 29, 30, 31, 32 e 49, 50, 51, 52.
Il foglio di cartone 80 comprende una parete 92 di forma e dimensioni uguali alla parete 59, congiunta alla sezione 81 mediante una cordonatura trasversale 93.
Il foglio di cartone 80 viene piegato come indicato nelle figure successive.
La figura 10 mostra la struttura che si ottiene dopo aver effettuato le sequenze di ripiegamenti già descritte in riferimento alle figure 4 e 5, ed effettuando sulla banda 80 una sequenza di ripiegamenti simile a quella effettuata sulla banda 27. Più precisamente:
− un piegamento iniziale a 90° in senso orario verso l’elemento tubolare 70 della sezione 85 attorno alla cordonatura 89;
− un piegamento a 90° nello stesso senso della sezio ne 86 attorno alla cordonatura 90;
− un piegamento a 90° nello stesso senso della sezio ne 87 attorno alla cordonatura 91;
− un piegamento a 90° nello stesso senso della sezio ne 88 attorno alla cordonatura 84. Al termine di questa manovra la sezione terminale 85 è sovrapposta alla sezione 81 e viene incollata alla stessa.
In figura 10 è possibile notare che la sequenza di ripiegamenti della banda 80 ha portato alla formazione di un quarto elemento tubolare 95 a sezione rettangolare speculare all’elemento tubolare 73 e costituito da:
− una parete esterna corrispondente alla sezione 81;
− una parete laterale corrispondente alla sezione 88, congiunta alla parete esterna 81 perpendicolarmente ad essa mediante la cordonatura 84;
− una controparete della parete esterna 81 corrispondente alla sezione 87, congiunta alla parete 88 perpendicolarmente ad essa mediante la cordonatura 91;
− una parete distanziale corrispondente alla sezione 86, congiunta alla parete 87 perpendicolarmente ad essa verso la parete 81 mediante la cordonatura 90;
− una parete di rinforzo corrispondente alla sezione 85, incollata alla parete 81 e congiunta alla parete 86 perpendicolarmente ad essa verso la parete 88 mediante la cordonatura 89.
Analogamente a quanto è stato detto per gli elementi tubolari 72 e 73, la parete 85 è utile in quanto aumenta la rigidità dell’elemento tubolare 95, comunque garantita dalla struttura composta dalle quattro pareti più esterne 24, 32, 31 e 30, congiunta da pieghe e perpendicolari l’una all’altra secondo un comune senso di piegatura.
L’incollaggio della parete di rinforzo 85 alla parete esterna 81 vincola tra loro le pareti dell’elemento tubolare 95, impedendo allo stesso di “svolgersi” per effetto dell’elasticità del cartone, che tende a ritornare nella forma piana originaria. In figura 10 è pure possibile notare che la larghezza della parete esterna 24 eccede la larghezza della controparete 31 per il tratto 74 avente la stessa larghezza della sezione 34. La larghezza delle pareti esterne 25 e 81 eccede la larghezza delle contropareti 51 e 87 per un tratto, rispettivamente 75 e 96, avente la stessa larghezza della sezione 34 nelle porzioni adiacenti alle cordonature 26 e 82 rispettivamente, e larghezza inferiore nei tratti adiacenti alle alette 59 e 92. L’altezza delle pareti esterna 25 e 81 eccede l’altezza delle contropareti 51 e 87 per un tratto, rispettivamente 76 e 97, compreso tra gli elementi tubolari 72, 73 e 72, 95 rispettivamente, ed avente la stessa larghezza della parete laterale 32.
La figura 11 mostra come si presenta la struttura della precedente figura al termine di un piegamento a 90° in senso antiorario del le pareti arrotondate 59 e 92 attorno alle cordonature 58 e 93, e della parete esterna 33 con tutto ciò che ad essa è connesso, attorno alla cordonatura 23. La parete distanziale 36 dell’elemento tubolare 70 è sovrapposta alla parete esterna 24 dell’elemento tubolare 72, occupando il tratto eccedente 74.
La figura 12 mostra un piegamento degli elementi tubolari 73 e 95 verso l’elemento tubolare 72 attorno alle cordonature 26 e 82. Durante il piegamento, le pareti arrotondate 59 e 92 vanno ad inserirsi entro l’intercapedine 71, da rispettivi lati, venendo in contatto con le pareti 35 e 37 dell’elemento tubolare 70. La larghezza dell’intercapedine ed il meccanismo di frizione che involve la parete arrotondata aggiuntiva 92 è quello descritto in precedenza relativamente alla parete speculare 59.
La figura 13 mostra la struttura della figura precedente al termine del ripiegamento. Il bordo libero delle pareti dell’elemento tubolare 72 rivolto verso l’elemento 73 è a contatto della parete esterna 25 dell’elemento tubolare 73, occupando il tratto eccedente 76. Il bordo libero delle pareti dell’elemento tubolare 72 rivolto verso l’elemento 95 è a contatto della parete esterna 81 dell’elemento tubolare 95, occupando il tratto eccedente 97. Analogamente, il bordo libero delle pareti 35 e 36 rivolto verso l’elemento 73 è in contatto con la parete esterna 25, occupando il tratto eccedente 75. Il bordo libero delle pareti 35 e 36 rivolto verso l’elemento 95 è in contatto con la parete esterna 81, occupando il tratto eccedente 96.
Le pareti arrotondate 59 e 92 sono completamente inserite entro l’intercapedine definita dalle pareti dell’elemento tubolare 70, e l’attrito esistente tra le superfici laterali di ciascuna parete 59 e 92 e le superfici interne delle pareti 35 e 37 vincola tra loro gli elementi tubolari 70-73 e 70-95, impedendo ala struttura di aprirsi durante l’urto.
La prima variante realizzativa può essere applicata anche alla parete frizionale 92 per ottenere in corrispondenza un secondo elemento tubolare frizionale (non mostrato in figura). Lo stesso dicasi per la seconda variante realizzativa da applicarsi all’ottenimento di un elemento tubolare annidato nell’intercapedine dell’elemento tubolare 95.
Sulla base della descrizione fornita per un esempio di realizzazione preferito, è ovvio che alcuni cambiamenti possono essere introdotti dal tecnico del ramo senza con ciò uscire dall’ambito dell’invenzione come risulta dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (12)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Dispositivo di protezione dei vertici in unico foglio di cartone (20) tagliato e piegato, comprendente elementi ammortizzanti a struttura tubolare (70, 72, 73), ciascuno includendo nell’ordine almeno una prima (24, 25, 33), una seconda (32, 34, 52), una terza (31, 35, 51), ed una quarta parete (30, 36, 50) ruotate l’un l’altra di 90<o>attorno a pieghe del foglio, detti elementi ammortizzanti essendo disposti su piani ortogonali ed essendo dotati di mezzi di vincolo reciproco, caratterizzato dal fatto che include almeno tre elementi ammortizzanti (70, 72, 73) aventi ciascuno una coppia di spigoli confluenti in un vertice comune, ed i mezzi di vincolo reciproco includendo: − una prima piega (23) del foglio congiungente una prima parete (33) di un primo elemento ammortizzante (70) ad una prima parete (24) di un secondo elemento ammortizzante (72), le pareti (33, 34, 35, 36) del primo elemento ammortizzante (70) delimitando internamente una intercapedine (71) in cui la distanza tra superfici interne contrapposte più prossime è almeno uguale allo spessore del foglio di cartone (20); − una seconda piega (26) del foglio congiungente la detta prima parete (24) del secondo elemento ammortizzante (72) ad una prima parete (25) di un terzo elemento ammortizzante (73); − almeno una terza piega (58) del foglio congiungente a 90<o>la prima parete (25) del terzo elemento ammortizzante (70) ad una prima parete frizionale (59) interna all’intercapedine (71) formata dalle pareti (33, 34, 35, 36) del primo elemento ammortizzante (70), ulteriormente vincolando tra loro gli elementi ammortizzanti durante l’urto grazie all’attrito sviluppato dalle superfici della parete frizionale a contatto delle superfici dell’intercapedine.
  2. 2. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che: − la larghezza della prima parete (33) del primo elemento ammortizzante (70) è sostanzialmente uguale alla larghezza della sua parete (35) opposta alla prima (33); − la larghezza della prima parete (24) del secondo elemento ammortizzante (72) unito al primo (70) dalla piega comune (23) eccede la larghezza della propria parete opposta (31) riferita alla distanza tra i lati paralleli alla piega comune (23), per lo spessore del primo elemento ammortizzante (70); − la larghezza della prima parete (25) del terzo elemento ammortizzante (73) unito al secondo (72) dalla piega comune (26) eccede: − la larghezza della parete opposta (51) corrispondente alla distanza tra i lati paralleli alla piega comune (26), per lo spessore del secondo elemento ammortizzante (72); − la larghezza della parete opposta (51) corrispondente alla distanza tra la terza piega (58) e la piega (28) ad essa parallela, entrambe perpendicolari alla piega comune (26), per almeno la distanza della parete frizionale (59), comprensiva del suo spessore, dalla superficie esterna della parete (35) opposta alla prima parete (33) del primo elemento ammortizzante (70).
  3. 3. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che include un quarto elemento ammortizzante (95) avente due spigoli ortogonali confluenti in un secondo vertice comune agli altri elementi ammortizzanti (70, 72, 73).
  4. 4. Il dispositivo della rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di vincolo reciproco relativamente al quarto elemento ammortizzante (95) includono: − una quarta piega (82) del cartone opposta alla seconda piega (26), detta quarta piega (82) congiungendo la prima parete (24) del secondo elemento ammortizzante (72) ad una prima parete (81) del quarto elemento ammortizzante (95); − una quinta piega (93) del foglio congiungente a 90<o>detta prima parete (81) del quarto elemento ammortizzante (95) ad una seconda parete frizionale (92) interna all’intercapedine (71) formata dalle pareti (33, 34, 35, 36) del primo elemento ammortizzante (70) sul lato opposto alla prima parete frizionale (59).
  5. 5. Il dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detti elementi ammortizzanti (70, 72, 73, 95) hanno cinque pareti, di cui la quinta (29, 37, 49, 85) è combaciante con la prima (24, 33, 25, 81) e ad essa incollata.
  6. 6. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che include delle linguette con alette d’aggancio che si prolungano lateralmente dalla parete opposta (51) alla prima (25) del terzo elemento ammortizzante (73) per introdursi in una corrispondente fessura nella parete adiacente (31).
  7. 7. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta quarta parete (30) del secondo elemento ammortizzante (72) è incollata alla parete adiacente (35).
  8. 8. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta parete frizionale è costituita da M pareti combacianti per l’inserimento in un’intercapedine di larghezza sostanzialmente uguale a M volte lo spessore del foglio di cartone.
  9. 9. Il dispositivo della rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la larghezza della prima parete (25) del terzo elemento ammortizzante (73) corrispondente alla distanza tra pieghe contrapposte ortogonali alla seconda piega (26), eccede la larghezza della parete (51) contrapposta alla prima (25) per almeno due volte lo spessore del foglio di cartone.
  10. 10. Il dispositivo della rivendicazione 1 o 3, caratterizzato dal fatto che la parete frizionale (59, 92) ha un profilo ribassato con andamento preferibilmente circolare in corrispondenza dell’angolo esterno.
  11. 11. il dispositivo secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detta parete frizionale (59, 92) è la parete iniziale di un ulteriore elemento ammortizzante a struttura tubolare comprendente almeno quattro pareti ruotate l’un l’altra di 90<o>in uno stesso senso attorno a pieghe del foglio, la parete opposta alla parete frizionale iniziale (59, 92) avendo il medesimo profilo ribassato, e la parete opposta alla parete ortogonale contigua alla parete frizionale iniziale, essendo più corta di tanto quanto è ribassato il profilo, costituendo in tal modo un elemento ammortizzante frizionale interno all’intercapedine (71) formata dalle pareti del primo elemento ammortizzante (70), detta intercapedine essendo larga tanto quanto lo spessore dell’elemento ammortizzante frizionale.
  12. 12. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 3, caratterizzato dal fatto che ciascun elemento ammortizzante (72, 73, 95) eccetto il primo (70) include un ulteriore elemento ammortizzante annidato all’interno della camera delimitata dalle pareti, e l’elemento annidato comprendendo ulteriori pareti ruotate l’un l’altra di 90<o>secondo lo stesso senso delle precedenti pareti attorno a pieghe del foglio, di cui una prima piega è comune alla quarta parete (36, 50, 86) dell’elemento ammortizzante ospitante (72, 73, 95).
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