IT202100025334A1 - Dispositivo distanziatore livellante per facilitare la posa in opera di piastrelle e analoghi elementi piani di rivestimento - Google Patents

Dispositivo distanziatore livellante per facilitare la posa in opera di piastrelle e analoghi elementi piani di rivestimento Download PDF

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IT202100025334A1
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Marco Angiolini
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Marco Angiolini
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Description

DISPOSITIVO DISTANZIATORE LIVELLANTE PER FACILITARE LA POSA IN OPERA DI PIASTRELLE E ANALOGHI ELEMENTI PIANI DI RIVESTIMENTO
DESCRIZIONE
CAMPO TECNICO
[0001] La presente invenzione riguarda perfezionamenti a dispositivi distanziatori livellanti, aventi lo scopo di facilitare la posa in opera di elementi piani di rivestimento per superfici orizzontali (pavimenti e soffitti) e verticali (pareti), quali piastrelle, lastre di rivestimento e simili.
ARTE ANTERIORE
[0002] Per facilitare la posa in opera di piastrelle e altri elementi piani di rivestimento ? noto il ricorso a dispositivi distanziatori livellanti, che vengono inseriti sotto due, tre o quattro piastrelle tra loro adiacenti. I dispositivi distanziatori livellanti comprendono in generale una base destinata a essere posta tra la superficie di posa e la superficie tergale delle piastrelle. Dalla base sporge una lamina di spessore pari alla dimensione della fuga che si desidera realizzare tra piastrelle adiacenti. La larghezza della fuga ? definita dallo spessore della lamina. Usando i dispositivi distanziatori livellanti ? possibile garantire che l?intero rivestimento sia posato con fughe di larghezza costante.
[0003] Inoltre, i dispositivi distanziatori livellanti comprendono, o sono associati a, un elemento pressore che si impegna alla lamina o ad un organo di solidale alla lamina. Gli elementi pressori hanno la funzione di premere le piastrelle sottostanti contro la superficie di posa in modo da garantire che esse risultino complanari. Gli elementi pressori possono essere multi-uso, e riutilizzati pi? volte, mentre la base e la lamina sono mono-uso. Tipicamente, quindi, un certo numero di elementi pressori pu? essere utilizzato pi? volte per applicare un gran numero di basi e relative lamine.
[0004] Durante l?uso, la base viene posta sotto due o pi? piastrelle o altri elementi di rivestimento, in modo tale che la lamina, o un organo di impegno solidale ad essa, sporga dalla fuga tra piastrelle adiacenti, cos? da poter vincolare l?elemento pressore alla lamina. L?elemento pressore ? configurato in modo da poggiare sulle due o pi? piastrelle adiacenti, sotto le quali ? posta la base del dispositivo distanziatore livellante. Inoltre, l?elemento pressore e l?organo di impegno sono configurati in modo tale da poter avvicinare l?elemento pressore alla base generando una spinta sulle superfici in vista delle piastrelle sulle quali poggia l?elemento pressore. Questa spinta fa s? che le piastrelle adiacenti siano forzate a disporsi tra loro complanari.
[0005] Una volta raggiunta la condizione di planarit?, e dopo che il collante applicato tra la superficie di posa e le piastrelle ha fatto presa e si ? indurito, gli elementi pressori vengono rimossi e la lamina viene troncata per staccarsi dalla base. Successivamente si procede alla stuccatura delle fughe. La base rimane nel volume tra le superfici tergali delle piastrelle e la superficie di posa, mentre la lamina o parte di essa viene rimossa e gettata.
[0006] Gli elementi pressori vengono recuperati e utilizzati per la posa in opera di altre piastrelle.
[0007] In alcune forme di realizzazione note, l?elemento pressore ? configurato come un cuneo che si inserisce in un?asola formata nella lamina, o tra la lamina e la base. Esempi di realizzazione di dispositivi distanziatori livellanti di questo tipo sono descritti in US21020/0080323 e in WO2008/118418. I dispositivi distanziatori livellanti di questo tipo sono poco pratici, perch? l?inserimento dei cunei richiede un elevato sforzo da parte dell?operatore. Inoltre, soprattutto nel caso di tre o quattro piastrelle convergenti nella zona di applicazione del dispositivo distanziatore livellante, questi dispositivi noti possono non garantire la complanarit? delle piastrelle, poich? la superficie con cui il cuneo preme sulle piastrelle ? molto piccola.
[0008] In altre forme di realizzazione note, l?elemento pressore ? in forma di manopola o calotta ed ? configurata per essere avvitata su uno stelo filettato solidale alla lamina, oppure per pu? presentare un?asola dentata, in cui si inserisce la lamina, che presenta una porzione con una dentatura complementare a quella dell?asola. Esempi di dispositivi distanziatori e livellanti di questo tipo sono descritti in US2020/0080323 e in WO2020245711.
[0009] I dispositivi distanziatori livellanti sono mono-uso, ad eccezione dell?elemento pressore, che pu? essere utilizzato pi? volte. Una parte del dispositivo distanziatore livellante rimane all?interno del rivestimento, tra le piastrelle e la superficie di posa in opera. L?altra parte del dispositivo distanziatore livellante, comprensivo della lamina, viene gettato dopo che la lamina ? stata troncata e rimossa dalla base.
[0010] Questo comporta un elevato consumo di plastica, con conseguenti costi di produzione e soprattutto un danno ecologico, a causa dell?immissione nell?ambiente di elevate quantit? di materiale polimerico non biodegradabile e difficilmente riciclabile, soprattutto per quanto riguarda la parte del dispositivo distanziatore livellante che rimane tra piastrelle e superficie di posa in opera, immersa nel collante e difficilmente separabile da esso nel caso di smantellamento del rivestimento.
[0011] La dimensione (larghezza) delle fughe tra piastrelle di un rivestimento verticale od orizzontale pu? variare in maniera anche considerevole e dipende dall?effetto estetico che si desidera ottenere dal rivestimento. Mentre in alcuni casi si desidera realizzare rivestimenti con fughe molto piccole, ad esempio con una larghezza di 1 mm, in altri si ricerca l?effetto opposto, con fughe di due o pi? millimetri di larghezza. Questo comporta la necessit? di usare dispositivi distanziatori livellanti con lamine molto spesse. La dimensione complessiva delle lamine aumenta all?aumentare della dimensione della fuga che si desidera ottenere, e parimenti aumenta la quantit? di materiale polimerico utilizzato, che in buona parte viene prima o poi disperso nell?ambiente.
[0012] La quantit? di materiale polimerico che forma la lamina non pu? essere ridotta semplicemente riducendo la larghezza della lamina, poich? una lamina troppo piccola non fornisce adeguata resistenza alla trazione durante la fase di livellamento e non fornisce neppure un adeguato appoggio per i bordi delle piastrelle, con conseguente rischio di non-parallelismo delle piastrelle contigue e formazione di fughe di larghezza non costante.
[0013] Sarebbe vantaggioso, sia sotto il profilo del costo, sia sotto il profilo dell?impatto ambientale, realizzare un dispositivo distanziatore livellante che superi in tutto od in parte gli inconvenienti dei dispositivi dell?arte anteriore, e che consenta di ridurre la quantit? di materiale plastico necessario alla produzione, soprattutto della parte monouso del dispositivo distanziatore livellante.
SOMMARIO DELL?INVENZIONE
[0014] Secondo un aspetto, secondo la presente invenzione viene previsto un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di elementi piani di rivestimento, comprendente: una base avente una superficie inferiore e una superficie superiore; e una lamina realizzata di pezzo con la base ed estendentesi dalla superficie superiore della base ed avente una prima faccia piana e una seconda faccia piana tra loro parallele e circa ortogonali alla superficie superiore della base. La lamina ? atta ad inserirsi nella fuga tra due piastrelle adiacenti, mentre la base ? atta ad essere posizionata tra la superficie di posa del rivestimento e due o pi? piastrelle adiacenti, all?interno di uno strato di collante distribuito tra superficie di posa e piastrelle. Caratteristicamente, secondo l?invenzione, dalla superficie superiore della base sporgono alette distanziatrici, complanari alla lamina e distanziate da essa. Per complanari si intende che le alette distanziatrici e la lamina hanno un piano di giacitura comune. Il piano di giacitura della lamina e delle alette ? il piano mediano parallelo alle facce della lamina e delle alette ed equidistante da dette facce.
[0015] Nella presente descrizione si far? sempre riferimento a ?piastrelle? per il rivestimento di superfici, sia orizzontali (quali pavimenti e soffitti), sia verticali (pareti). Si deve intendere, peraltro, che in generale il dispositivo distanziatore livellante pu? essere utilizzato per qualunque tipo di elementi piani di rivestimento, in particolare anche per lastre di grandi dimensioni. L?uso di dispositivi distanziatori livellanti ? utile in particolare proprio per elementi piani di rivestimento di grandi dimensioni. Pertanto, il termine ?piastrella? non deve essere inteso in senso limitativo dei possibili differenti impieghi del dispositivo distanziatore livellante qui descritto.
[0016] Le alette distanziatrici hanno la funzione di mantenere la distanza tra le piastrelle adiacenti, sotto le quali ? stata posizionata la base, per garantire la costanza della fuga tra dette piastrelle. In questo modo non ? necessario che la lamina abbia lo spessore pari alla larghezza della fuga, bens? pu? essere anche marcatamente pi? sottile. Questo permette di ridurre in maniera sostanziale la quantit? di materiale polimerico necessario per la produzione del dispositivo distanziatore livellante. Infatti, la lamina deve avere un?altezza almeno pari allo spessore massimo delle piastrelle e una larghezza sufficiente a garantire la resistenza alla trazione da parte dell?elemento pressore. Non ? quindi possibile agire liberamente su queste due dimensioni (altezza e larghezza) per ridurre la quantit? di materiale plastico. Viceversa, lo spessore della lamina pu? essere sostanzialmente minore rispetto a quello dei dispositivi distanziatori livellanti dell?arte anteriore, grazie al fatto che la corretta distanza tra piastrelle adiacenti (cio? la dimensione in larghezza della fuga tra di esse) viene garantita dalle alette distanziatrici e non dalla lamina.
[0017] Le alette distanziatrici possono essere realizzate di altezza molto minore rispetto allo spessore delle piastrelle. Alette di piccola altezza sono utilizzabili anche con piastrelle di elevato spessore. Pertanto, la quantit? di materiale plastico necessario per la loro realizzazione pu? essere molto ridotta. Anche la larghezza delle alette distanziatrici pu? essere piccola, soprattutto se si utilizzano due alette distanziatrici tra loro distanziate e poste complanari alla lamina e su lati opposti di essa.
[0018] Oltre al vantaggio di una riduzione della quantit? di materiale plastico necessario alla produzione di ciascun singolo dispositivo distanziatore livellante, si ottiene anche il vantaggio di mantenere le alette distanziatrici inglobate nella fuga tra piastrelle anche dopo che la lamina ? stata troncata e rimossa. Questo ? particolarmente utile nel caso in cui la lamina si rompa accidentalmente durante la trazione tramite l?elemento pressore, e quindi prima che il collante abbia fatto presa. Nei dispositivi dell?arte anteriore la rottura accidentale della lamina fa s? che tra piastrelle adiacenti non rimanga alcun elemento che garantisca la corretta posizione reciproca delle piastrelle e quindi il mantenimento della dimensione della fuga. Con il dispositivo dell?invenzione si risolve questo ulteriore problema, in quanto le alette distanziatrici non sono solidali alla lamina e non vengono rimosse con essa in caso di rottura accidentale.
[0019] Come sopra accennato, il dispositivo distanziatore livellante comprende in generale anche un elemento pressore, atto ad essere vincolato ad un organo di impegno solidale alla lamina; l?organo di impegno e l?elemento pressore sono configurati in modo tale da eseguire un movimento di reciproco avvicinamento tra l?elemento pressore e la base. Tuttavia, poich? l?elemento pressore pu? essere riutilizzato molte volte, in generale si avr? molto spesso un numero di dispositivi distanziatori livellanti maggiore del numero di elementi pressori. In altri termini, non ciascun dispositivo distanziatore livellante ? necessariamente corredato di un proprio univoco elemento pressore.
[0020] Possono essere previsti kit di dispositivi distanziatori livellanti con alette distanziatrici di spessore variabile, tipicamente da 1 a 5 mm, in funzione della larghezza della fuga che si desidera ottenere tra piastrelle adiacenti. In generale, le alette distanziatrici hanno uno spessore uguale o superiore allo spessore della lamina.
[0021] In linea di principio, il numero di alette distanziatrici complanari tra loro e alla lamina pu? essere variabile. Preferibilmente, tuttavia, sono previste due di alette distanziatrici, poste simmetricamente rispetto alla lamina e distanziate dai bordi laterali della lamina, i quali si sviluppano ortogonalmente rispetto alla base.
[0022] Nel presente contesto per ?complanari? si intendono due elementi che condividono lo stesso piano mediano o piano di giacitura, dove per piano mediano (o piano di giacitura) si intende il piano geometrico che attraversa l?elemento parallelamente alle sue facce principali ed equidistante da esse. Ad esempio, le alette distanziatrici e la lamina sono complanari nel senso che il piano geometrico mediano della lamina, parallelo alle due facce laterali della lamina ed equidistante da dette facce laterali ? anche il piano mediano delle alette distanziatrici, parallelo a contrapposte facce delle alette distanziatrici destinate ad essere in contatto con le piastrelle adiacenti.
[0023] Disponendo due alette distanziatrici su lati opposti della lamina e distanziate da essa per quanto consentito dalla dimensione della base del dispositivo distanziatore livellante, si garantisce una maggiore precisione nel controllo e mantenimento della fuga tra piastrelle adiacenti.
[0024] In vantaggiose forme di realizzazione, la superficie superiore della base del dispositivo distanziatore livellante ? preferibilmente piana, per poggiare completamente sulla superficie tergale delle piastrelle.
[0025] L?organo di impegno collegato alla lamina e l?elemento pressore possono essere mutuamente accoppiabili in qualunque modo idoneo a garantire la pressione livellante esercitata dall?elemento pressore sulle piastrelle sottostanti, sovrapposte alla base del dispositivo distanziatore livellante. Preferibilmente, anche al fine di facilitare l?applicazione dell?elemento pressore e la sua rimozione dopo l?uso, l?accoppiamento tra lamina ed elemento pressore ? un accoppiamento a vite, con una filettatura esterna solidale alla lamina, ad esempio realizzata su uno stelo che, in uso, rimane fuori dallo spessore delle piastrelle, e che si impegna in una filettatura interna formata in un foro dell?elemento pressore. Quest?ultimo pu? avere la forma di una manopola o calotta, facilmente impegnabile da un utilizzatore per ruotarla ed avvitarla sullo stelo filettato.
[0026] Ci? non esclude, tuttavia, la possibilit? di accoppiare meccanicamente la lamina all?elemento pressore in altro modo, ad esempio tramite un prolungamento della lamina che presenta una dentatura atta a cooperare con denti formati in un?asola dell?elemento pressore.
[0027] Per ottenere un?ulteriore riduzione della quantit? di materiale plastico necessario alla produzione della parte mono-uso del dispositivo distanziatore livellante, cio? della parte che rimane inglobata nel rivestimento dopo la posa in opera, in vantaggiose forme di realizzazione si pu? prevedere che la superficie inferiore della base abbia una forma concava, definente una cavit? centrale, preferibilmente circondata da un bordo giacente su un piano. In sostanza, in questo modo si riduce lo spessore medio della base, con conseguente risparmio di materiale polimerico. Il bordo piano che circonda la cavit? centrale della superficie tergale della base garantisce il corretto appoggio della base sulla superficie di posa e il parallelismo della superficie superiore della base rispetto alla superficie di posa. Questo a sua volta garantisce il parallelismo delle piastrelle alla superficie di posa.
[0028] Quando il dispositivo distanziatore livellante viene posto nella fuga tra due piastrelle accostate l?una all?altra, ? sufficiente la presenza di due alette distanziatrici parallele alla lamina. Tuttavia, in talune situazioni ? necessario o utile disporre il dispositivo distanziatore livellante nel punto di convergenza di quattro piastrelle, dove si forma una intersezione di due fughe a X, oppure in un punto intermedio del bordo di una piastrella, dove convergono due piastrelle adiacenti, con la formazione di due fughe intersecantisi a T.
[0029] In tal caso possono essere impiegati dispositivi distanziatori livellanti secondo l?invenzione, che comprendono, oltre alla lamina e alle alette distanziatrici complanari alla lamina, una o due alette distanziatrici ausiliarie che si estendono ortogonalmente alla superficie superiore della base e si sviluppano secondo un piano ortogonale al piano di giacitura della lamina.
[0030] Per facilitare la produzione del dispositivo distanziatore livellante avente una o pi? alette distanziatrici ausiliarie, ortogonali alla lamina, si pu? vantaggiosamente prevedere che ciascuna aletta distanziatrice ausiliaria sia solidale alla lamina e sporgente da una rispettiva delle due contrapposte facce di essa, anzich? essere solidale alla base. Tuttavia non si esclude la possibilit? di realizzare le alette distanziatrici ausiliarie come sporgenze aggettanti dalla superficie superiore della base, analogamente alle alette distanziatrici principali, cio? quelle parallele al piano di giacitura della lamina.
[0031] Per ottenere fughe di larghezza costante, vantaggiosamente ciascuna aletta distanziatrice ausiliaria ha uno spessore pari o superiore allo spessore della lamina e preferibilmente uguale allo spessore delle alette distanziatrici.
[0032] Secondo un altro aspetto, viene previsto un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di elementi piani di rivestimento, comprendente: una base, avente una superficie inferiore e una superficie superiore; e una lamina estendentesi dalla superficie superiore della base ed avente una prima faccia piana e una seconda faccia piana tra loro parallele e circa ortogonali alla superficie superiore della base. La superficie inferiore della base ha una forma concava, definente una cavit? centrale circondata da un bordo giacente su un piano. Questa forma di realizzazione permette di ottenere alcuni dei vantaggi del dispositivo distanziatore livellante sopra definito, anche se ? meno vantaggiosa. In particolare, la superficie concava della base riduce la quantit? di materiale plastico necessario alla produzione del dispositivo distanziatore livellante e pu? fornire vantaggi anche nel caso in cui la larghezza della fuga tra piastrelle adiacenti sia garantita da una lamina pi? spessa, in assenza delle alette distanziatrici sopra descritte.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
[0033] L?invenzione verr? meglio compresa seguendo la descrizione e gli allegati disegni, che illustrano forme di realizzazione esemplificative e non limitative dell?invenzione. Pi? in particolare, nel disegno mostrano:
la Fig.1 una vista laterale di un dispositivo distanziatore livellante in una prima forma di realizzazione;
la Fig.2 una vista in pianta secondo II-II di Fig.1;
le Figg.2A e 2B sezioni secondo le linee A-A e B-B di Fig.2, rispettivamente; la Fig.3 una vista secondo III-III di Fig.2;
la Fig.4 una vista dal basso secondo IV-IV di Fig.3;
la Fig.5 una vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante delle Figg. 1 a 4;
le Figg. 6 a 10 una sequenza di utilizzo di un dispositivo distanziatore livellante;
la Fig.11 una vista laterale di un dispositivo distanziatore livellante in una seconda forma di realizzazione;
la Fig.12 una vista in pianta secondo XII-XII di Fig.11;
la Fig.13 una vista secondo XIII-XIII di Fig.12;
la Fig.14 una vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante delle Figg. 11 a 13;
la Fig.15 una vista schematica di una porzione di rivestimento in cui impiegare il dispositivo distanziatore livellante delle Figg.11 a 14;
la Fig.16 una vista laterale di un dispositivo distanziatore livellante in una terza forma di realizzazione;
la Fig.17 una vista in pianta secondo XVII-XVII di Fig.16;
la Fig.18 una vista secondo XVIII-XVIII di Fig.16;
la Fig.19 una vista schematica di una porzione di rivestimento in cui impiegare un dispositivo distanziatore livellante delle Figg.16 a 18;
le Figg.20 e 21 due viste assonometriche del dispositivo distanziatore livellante in una quarta forma di realizzazione; e
la Fig.22 una vista dal basso secondo XXII-XXII di Fig.18.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA
[0034] Una prima forma di realizzazione di un dispositivo distanziatore livellante secondo l?invenzione ? illustrata nelle Figg.1 a 5. In queste figure ? omesso l?elemento pressore, che sar? descritto con riferimento alle Figg.6 a 10 e che pu? avere la stessa conformazione per differenti forme di realizzazione.
[0035] Il dispositivo distanziatore livellante ? indicato complessivamente con 1. Esso presenta una base 3 avente due contrapposte superfici, che per praticit? si indicheranno come superficie superiore 3A e superficie inferiore 3B. In uso, come sar? chiarito pi? avanti, la superficie inferiore 3B ? rivolta verso la superficie di posa delle piastrelle di rivestimento, ad esempio la superficie di un massetto, mentre la superficie superiore 3A ? rivolta verso la piastrella o altro elemento piano di rivestimento.
[0036] La base 3 ha una forma sostanzialmente laminare. La superficie superiore 3A ? preferibilmente piana. In vantaggiose forme di realizzazione, la superficie posteriore 3B pu? essere concava come visibile in particolare nelle Figg. 2A, 2B e 4. In questa forma di realizzazione, la superficie inferiore 3B presenta una concavit? 3C con una forma a croce (Fig.4) circondata da un bordo perimetrale 3D, che ha preferibilmente una superficie piana, preferibilmente parallela alla superficie superiore 3A della base 3.
[0037] La presenza di una concavit? centrale 3C della superficie inferiore 3B della base 3 consente di ridurre la quantit? di materiale plastico necessario per la produzione del dispositivo distanziatore livellante 1. Il bordo 3D circondante la concavit? centrale 3C, avente una superficie piana parallela alla superficie superiore 3A, permette il corretto posizionamento del dispositivo distanziatore livellante sulla superficie di posa delle piastrelle o altri elementi piani di rivestimento, e conferisce sufficiente rigidit? alla base 3, anche quando lo spessore di quest?ultima nella zona dove ? presente la concavit? 3C ? molto limitato.
[0038] Dalla superficie superiore 3A della base 3 si sviluppa una lamina 5. La lamina 5 ha una prima faccia piana e una seconda faccia piana tra loro preferibilmente parallele, entrambe indicate con 5A, che si sviluppano ortogonalmente alla superficie superiore 3A della base 3. Le facce piane 5A sono equidistanti da un piano mediano, o piano di giacitura della lamina, indicato dalla traccia P-P (Fig.2).
[0039] Con 5B sono indicati due bordi laterali che uniscono le due facce piane 5A. I due bordi 5B sono rettilinei e tra loro paralleli, cos? che la lamina 5 ha una larghezza costante. Con 5C ? indicato un bordo della lamina 5 lungo la quale la lamina 5 ? unita alla base 3.
[0040] Nella forma di realizzazione illustrata, superiormente la lamina 5 ? unita, lungo un bordo di raccordo 5D, ad uno stelo filettato 7. In alcune forme di realizzazione, per ottenere una maggiore resistenza meccanica, la lamina 5 pu? avere una porzione superiore lungo il bordo 5B, opposta al bordo 5C, di spessore leggermente maggiore e che forma la zona di passaggio e di raccordo dalla parte laminare della lamina 5 allo stelo filettato 7. Con 7A ? indicata una filettatura esterna dello stelo filettato 7. Per facilitare l?utilizzo del dispositivo distanziatore livellante 1, la sommit? dello stelo 7 pu? avere un?appendice piatta 7B, complanare alla lamina 5 o comunque il cui piano mediano di giacitura ? parallelo al piano mediano, o piano di giacitura P-P della lamina
[0041] L?appendice piatta 7B consente di riconoscere l?orientamento della lamina anche quando questa ? completamente contenuta all?interno di fughe definite da piastrelle o altri elementi piani di rivestimento, in particolare quando il dispositivo distanziatore livellante 1 ? inserito in un incrocio tra due fughe, nella zona di convergenza di quattro piastrelle. Questo ? utile per facilitare la rimozione della lamina 5 e dello stelo 7 dopo la solidificazione del collante con cui le piastrelle vengono applicate alla superficie di posa.
[0042] Vantaggiosamente, per ridurre la quantit? di plastica necessaria alla produzione del dispositivo distanziatore livellante 1, la lamina 5 pu? essere dimensionata con uno spessore molto ridotto, compatibilmente con la resistenza meccanica richiesta in fase di livellamento delle piastrelle. Lo spessore pu? essere tanto minore quanto maggiore ? la larghezza della lamina 5, cio? la distanza reciproca tra i bordi 5B. Tale spessore non ? vincolato alla dimensione trasversale delle fughe tra piastrelle, come pi? avanti descritto.
[0043] Poich? il dispositivo distanziatore livellante 1 serve per posare le piastrelle alla corretta distanza reciproca, per avere una fuga della larghezza desiderata tra piastrelle adiacenti, poich? la lamina 5 ha uno spessore ridotto per gli scopi suddetti, il dispositivo distanziatore livellante presenta un componente indipendente e fisicamente separato dalla lamina 5, per garantire che piastrelle adiacenti vengano posate in opera alla giusta distanza reciproca, cio? con fuga della larghezza desiderata. Questa larghezza pu? essere pari o superiore, anche molto superiore allo spessore della lamina 5. Per esempio, la lamina 5 pu? avere uno spessore di 1 mm e la fuga pu? essere di 2-5 mm.
[0044] Al fine di garantire il corretto distanziamento reciproco delle piastrelle, il dispositivo distanziatore livellante 1 presenta una coppia di alette distanziatrici 11, che sporgono ortogonalmente dalla superficie superiore 3A della base 3. Le alette distanziatrici 11 presentano contrapposte facce piane 11A tra loro parallele. Il piano di giacitura delle alette distanziatrici 11, cio? il piano mediano parallelo alle facce 11A e equidistante da esse, coincide con il piano P-P di giacitura, cio? il piano mediano della lamina 5.
[0045] Come visibile in particolare in Fig.3, lo spessore delle alette distanziatrici 11 ? in questo esempio di realizzazione leggermente maggiore dello spessore della lamina 5, ma in altre forme di realizzazione lo spessore delle alette distanziatrici 11 pu? essere anche un multiplo dello spessore della lamina 5. Infatti, la lamina 5 pu? avere uno spessore di 1 mm, ad esempio, e le alette distanziatrici 11 possono avere spessori variabili esemplificativamente da 1 a 5 mm, per realizzare fughe di differenti larghezze, secondo le esigenze dell?utilizzatore.
[0046] La funzione delle alette distanziatrici 11 ? quello di posare le piastrelle adiacenti alla giusta distanza l?una rispetto all?altra, distanza che ? definita dallo spessore delle alette distanziatrici. A tale scopo non ? necessario che le alette distanziatrici 11 si estendano in altezza dalla base 3 oltre lo spessore massimo delle piastrelle, come invece ? necessario per la lamina 5. Inoltre, le alette distanziatrici 11 non hanno alcuna funzione meccanica di collegamento con il perno 7 e quindi il loro dimensionamento non deve soddisfare ad alcun requisito di resistenza alla trazione
[0047] Pertanto, le alette distanziatrici 11 possono presentare una larghezza e un?altezza sostanzialmente minori rispetto alla larghezza e all?altezza della lamina 5, in modo tale che la quantit? di materiale plastico (polimero) necessario per produrre le alette distanziatrici 11 ? ridotto al minimo.
[0048] Il dispositivo distanziatore livellante 1 sin qui descritto viene utilizzato nel modo illustrato nella sequenza operativa delle Figg. 6 a 10. In queste figure con S ? indicata una superficie di posa di piastrelle o altri elementi di rivestimento piani, indicati con ER. La superficie di posa S pu? essere la superficie superiore di un massetto M. Con C ? indicato un collante applicato sulla superficie di posa S.
[0049] La sequenza delle Figg. 6 a 10 illustra la posa di una piastrella o altro elemento di rivestimento piano ER2 a fianco di un elemento di rivestimento ER1 gi? posato in una fase precedente. Per applicare la seconda piastrella ER2 sulla superficie di posa S alla giusta distanza dalla piastrella ER1, viene in primo luogo inserito un dispositivo distanziatore livellante 1 con una parte della propria base 3 sotto la superficie tergale della prima piastrella ER1, tra questa e la superficie di posa S. Il dispositivo distanziatore livellante 1 ? posizionato, rispetto alla piastrella ER1, in modo tale che la lamina 5 e quindi le alette distanziatrici 11 siano parallele al bordo B1 della piastrella ER1. Una volta che la superficie posteriore 3B del dispositivo distanziatore livellante 1 ? stata portata in appoggio sulla superficie di posa S, e la base 3 ? immersa nello strato di collante C, le alette distanziatrici 11 si trovano a contatto con una delle proprie facce piane 11A con il bordo B1 della piastrella ER1 (Fig.7).
[0050] Successivamente, sulla superficie di posa S viene posizionata la seconda piastrella ER2, con il bordo B2 di essa parallelo al bordo B1 della piastrella ER1. La piastrella ER2 viene posizionata in modo che il suo bordo B2 sia in contatto con le facce piane 11A delle alette distanziatrici 11 opposte alle facce piane 11A in contatto con il bordo B1 della piastrella ER1.
[0051] La seconda piastrella ER2 viene poi spinta contro la superficie di posa S (Figg. 8 e 9) fino ad aderire a quest?ultima grazie al collante C e in battuta con la superficie superiore 3A della base 3. Per garantire la complanarit? delle piastrelle ER1, ER2, cio? per portare le loro superfici superiori in vista allo stesso livello, viene utilizzato un elemento pressore 15 che fa parte del dispositivo distanziatore livellante 1 durante la posa in opera delle piastrelle, ma che ne costituisce una parte riutilizzabile, mentre gli elementi illustrati nelle Figg. 1 a 5 sono mono-uso.
[0052] In questa forma di realizzazione, l?elemento pressore 15 presenta una forma genericamente a calotta o a manopola, con un bordo inferiore 15A giacente su un piano ortogonale ad un asse longitudinale della calotta. L?elemento pressore 15 comprende, inoltre, mezzi di presa e manipolazione 15B, che nell?esempio di realizzazione illustrato hanno la forma di una coppia di appendici superiori, ma che possono avere anche forme diverse. Nella zona superiore, opposta al bordo inferiore 15A, l?organo pressore 15 presenta una porzione cilindrica 15C, al cui interno ? realizzata una filettatura interna 15D. La filettatura interna 15D ? configurata per avvitare l?organo pressore sullo stelo filettato 7.
[0053] Per garantire la complanarit? delle piastrelle ER1 ed ER2 tra loro adiacenti, l?organo pressore viene avvitato sullo stelo 7 e portato con il proprio bordo inferiore piano 15A a battuta con le superfici in vista delle piastrelle ER1, ER2. L?operatore pu? avvitare con leggero sforzo l?organo pressore 15 sullo stelo 7 in modo da premere sulle piastrelle ER1, ER2 sottostanti e garantire che queste vengano a trovarsi con le superfici a vista tra loro complanari. Il risultato di questa operazione di livellamento ? mostrato nella Fig.9.
[0054] Dopo che il collante C ha fatto presa sulle piastrelle ER1, ER2, la parte del dispositivo distanziatore livellante 1 che sporge dalla superficie del rivestimento cos? ottenuto pu? essere rimossa. A tale scopo possono essere inizialmente rimossi tutti gli organi pressori 15 tramite svitamento dagli steli 7, e successivamente con un urto contro lo stelo 7 l?utente provoca la rottura della lamina 5 e il suo distacco dalla base 3. Quest?ultima, con le alette distanziatrici 11, rimane sotto e tra le piastrelle ER1, ER2, mentre lo stelo 7 e la lamina 5 vengono rimossi (cfr. Fig.10).
[0055] Come spiegato in precedenza, la funzione di posizionamento e distanziamento reciproco delle piastrelle ER1, ER2 viene ottenuta tramite le alette 11 del dispositivo distanziatore livellante 1, mentre la lamina 5 pu? avere uno spessore sostanzialmente inferiore rispetto alla distanza tra i bordi B1, B2 delle due piastrelle adiacenti. In questo modo si ottiene la possibilit? di dimensionare in maniera ottimale la lamina 5 per la funzione meccanica che deve espletare, senza vincoli per quanto concerne la dimensione della fuga F (Fig.10) tra piastrelle., riducendo gli sprechi di materiale.
[0056] Inoltre, soprattutto disponendo le alette distanziatrici 11 molto lontane l?una dall?altra, in particolare adiacentemente al bordo perimetrale della base 3, si garantisce un pi? preciso posizionamento reciproco delle due piastrelle ER1, ER2, poich? vengono tra loro allontanati i due punti di appoggio dei bordi B1, B2 delle piastrelle ER1, ER2.
[0057] Il dispositivo distanziatore livellante 1 qui descritto presenta, inoltre, il vantaggio che la sua funzione di distanziamento viene mantenuta anche qualora la lamina 5 dovesse rompersi durante la fase di avvitamento dell?elemento pressore 15, in quanto le alette distanziatrici 11 rimangono in posizione corretta e garantiscono il mantenimento della corretta distanza (fuga F) tra le piastrelle.
[0058] La filettatura 7A costituisce un possibile organo di impegno, solidale alla lamina 5, atto a vincolare la lamina 5 all?organo pressore 15. Tuttavia, non si escludono altri mezzi di impegno reciproco tra organo pressore 15 e lamina 5. Ad esempio, la lamina 5 pu? avere una lunghezza maggiore di quella illustrata e circa pari alla lunghezza complessiva del componente formato dalla lamina5 e dallo stelo 7. La lamina 5 pu? essere corredata, almeno nella parte pi? distante dalla base 3, di denti su una o entrambe le facce 5. L?organo pressore 15 pu? in questo caso essere corredato di un?asola con una forma complementare alla porzione dentata della lamina 5 per ottenere un accoppiamento irreversibile tra organo pressore e lamina. Organi di impegno reciproco di questo tipo sono descritti ad esempio in US2020/0080323, cui pu? essere fatto riferimento per maggiori dettagli costruttivi.
[0059] Il dispositivo distanziatore livellante della presente invenzione pu? essere realizzato anche in altre versioni, particolarmente utili quando le piastrelle devono essere posate formando fughe che si incrociano a T o a X. Le Figg.11 a 14 mostrano viste di un dispositivo distanziatore livellante 1 in una seconda forma di realizzazione, particolarmente adatto per l?inserimento in un punto di accostamento di tre piastrelle con due fughe intersecantisi a T. La Fig.15 mostra schematicamente una porzione di rivestimento con piastrelle disposte secondo righe sfalsate, in cui con T ? indicata la zona di intersezione di due fughe, in cui pu? essere impiegato il dispositivo distanziatore livellante delle Figg. 11 a 14. In queste figure, numeri uguali indicano parti uguali od equivalenti a quelle gi? descritte con riferimento alle Figg. 1 a 5 e che non verranno nuovamente descritte.
[0060] Il dispositivo distanziatore livellante 1 delle Figg. 11 a 14 differisce dal dispositivo distanziatore livellante delle Figg.1 a 5 per la presenza di una prima aletta distanziatrice ausiliaria 31 che si estende ortogonalmente alla superficie superiore 3A della base 3 e ortogonalmente alle facce piane 5A della lamina 5. Nella forma di realizzazione delle Figg. 11 a 14 l?aletta distanziatrice ausiliaria 31 ? solidale alla lamina 5 e sporge da una faccia piana 5A di essa, perch? questo consente una semplificazione dello stampo di produzione, ma non si esclude la possibilit? che aletta distanziatrice ausiliaria 31 sia solidale alla base 3 e si estenda dalla superficie superiore 3A di questa.
[0061] Vantaggiosamente, l?aletta distanziatrice ausiliaria 31 ha uno spessore sostanzialmente uguale allo spessore delle alette distanziatrici 11.
[0062] In alcuni casi ? utile disporre un dispositivo distanziatore livellante in corrispondenza del punto in cui convergono quattro piastrelle e in cui si forma un incrocio a X di due linee di fuga. In tal caso ? vantaggioso l?impiego di un dispositivo distanziatore livellante 1 in una variante di realizzazione illustrata nelle Figg.16, 17 e 18. In queste figure, numeri uguali indicano parti uguali a quelle gi? descritte con riferimento alle figure precedenti e che non verranno nuovamente descritte. La differenza tra il dispositivo distanziatore livellante 1 delle Figg. 16 a 18 rispetto alla forma di realizzazione delle Figg. 11 a 14 consiste nella presenza di due alette distanziatrici ausiliarie 31, tra loro complanari e opposte rispetto al piano mediano, cio? al piano di giacitura della lamina 5. Anche in questa forma di realizzazione le alette ausiliarie 31 possono essere realizzate di pezzo con la lamina 5, come illustrato nelle figure allegate, al fine di semplificare la realizzazione dello stampo. Non si esclude, tuttavia, la possibilit? di realizzare le alette distanziatrici ausiliarie 31 solidali alla base 3 e sporgenti ortogonalmente dalla superficie superiore 3A di detta base.
[0063] In Fig.19 sono mostrate schematicamente quattro piastrelle che definiscono due fughe F1, F2, intersecantisi nella zona indicata con X in Fig.19. In questo punto di convergenza di quattro piastrelle adiacenti pu? essere posizionato un dispositivo distanziatore livellante 1 del tipo illustrato nelle Figg. 16 a 18, con le alette distanziatrici 11 inserite nella fuga F1 e le alette distanziatrici ausiliarie 31 inserite nella fuga F2, o viceversa.
[0064] Tutte le versioni sopra descritte del dispositivo distanziatore livellante 1 della presente invenzione hanno il vantaggio di definire le fughe tra piastrelle accostate per mezzo di alette distanziatrici 11 e/o alette distanziatrici ausiliarie 31, separate e distinte rispetto alla lamina 5, la cui funzione residuale ? quella di fornire un collegamento meccanico tra la base 3 del dispositivo distanziatore livellante 1 e l?elemento pressore 15, tramite il quale si esercita su piastrelle adiacenti la spinta di livellamento. Come accennato in precedenza, l?utilizzo di alette distanziatrici distinte e aggiuntive rispetto alla lamina 5 ha vantaggi sotto molteplici punti di vista, inclusa in particolare la riduzione della quantit? di plastica necessaria per la produzione di ciascun dispositivo distanziatore livellante 1, con vantaggi in termini di costo e di riduzione dell?inquinamento ambientale.
[0065] Quest?ultimo vantaggio ? incrementato dal realizzare la base 3 del dispositivo distanziatore livellante 1 con una zona concava centrale 3C, che riduce ulteriormente la massa di polimero necessaria.
[0066] Questo vantaggio si pu? ottenere anche in un dispositivo distanziatore livellante 1 privo di alette distanziatrici 11 e/o di alette distanziatrici ausiliarie 31, in cui la lamina 5 conserva la funzione di elemento distanziatore tra piastrelle adiacenti come nei dispositivi dell?arte anteriore. Una forma di realizzazione di questo tipo ? illustrata nelle Figg.20, 21 e 22, in cui numeri uguali indicano parti uguali o equivalenti a quelle delle forme di realizzazione descritte con riferimento alle Figg.1 a 19 e che non verranno nuovamente descritte.

Claims (18)

DISPOSITIVO DISTANZIATORE LIVELLANTE PER FACILITARE LA POSA IN OPERA DI PIASTRELLE E ANALOGHI ELEMENTI PIANI DI RIVESTIMENTO Rivendicazioni
1. Un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di elementi piani di rivestimento, comprendente:
una base avente una superficie inferiore e una superficie superiore;
una lamina estendentesi dalla superficie superiore della base ed avente una prima faccia piana e una seconda faccia piana tra loro parallele e circa ortogonali alla superficie superiore della base;
in cui dalla superficie superiore della base sporgono alette distanziatrici, complanari alla lamina e distanziate da essa.
2. Il dispositivo della rivendicazione 1, comprendente inoltre un elemento pressore, atto ad essere vincolato ad un organo di impegno solidale alla lamina, l?organo di impegno e l?elemento pressore essendo configurati in modo tale da eseguire un movimento di reciproco avvicinamento tra l?elemento pressore e la base.
3. Il dispositivo della rivendicazione 1 o 2, in cui dalla superficie superiore della base sporgono due di dette alette distanziatrici, poste simmetricamente rispetto alla lamina.
4. Il dispositivo della rivendicazione 1 o 2 o 3, in cui la superficie superiore della base ? una superficie piana.
5. Il dispositivo di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui detto organo di impegno comprende una filettatura esterna, atta ad impegnarsi in una filettatura interna dell?elemento pressore.
6. Il dispositivo della rivendicazione 5, in cui la lamina presenta un primo bordo, lungo il quale la lamina ? vincolata alla base, e un contrapposto secondo bordo, distanziato dal primo bordo; ed in cui la filettatura esterna dell?organo di impegno ? formata su uno stelo estendentesi dal secondo bordo della lamina in direzione opposta alla base.
7. Il dispositivo di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui le alette distanziatrici hanno uno spessore uguale o superiore allo spessore della lamina.
8. Il dispositivo di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, in cui la superficie inferiore della base ha una forma concava, definente una cavit? centrale circondata da un bordo giacente su un piano.
9. Il dispositivo della rivendicazione 8, in cui la superficie superiore della base ? piana ed il bordo circondante la concavit? centrale della superficie inferiore giace su un piano parallelo alla superficie superiore della base.
10. Il dispositivo di una o pi? delle rivendicazioni precedenti, comprendente una prima aletta distanziatrice ausiliaria, estendentesi ortogonalmente alla superficie superiore della base e sviluppantesi secondo un piano ortogonale al piano di giacitura della lamina e preferibilmente equidistante dalle due alette distanziatrici.
11. Il dispositivo della rivendicazione 10, in cui la prima aletta distanziatrice ausiliaria ? solidale alla lamina e sporge dalla prima faccia piana della lamina, ortogonalmente ad essa.
12. Il dispositivo della rivendicazione 10 o 11, comprendente una seconda aletta distanziatrice ausiliaria, estendentesi ortogonalmente alla superficie superiore della base e complanare alla prima aletta distanziatrice ausiliaria.
13. Il dispositivo della rivendicazione 12, in cui la seconda aletta distanziatrice ausiliaria ? solidale alla lamina e sporge dalla seconda faccia piana della lamina, ortogonalmente ad essa.
14. Il dispositivo di una o pi? delle rivendicazioni 10 a 13, in cui ciascuna aletta distanziatrice ausiliaria ha uno spessore uguale o superiore allo spessore della lamina e preferibilmente uguale allo spessore delle alette distanziatrici.
15. Un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di elementi piani di rivestimento, comprendente:
una base, avente una superficie inferiore e una superficie superiore;
una lamina estendentesi dalla superficie superiore della base ed avente una prima faccia piana e una seconda faccia piana tra loro parallele e circa ortogonali alla superficie superiore della base;
in cui la superficie inferiore della base ha una forma concava, definente una cavit? centrale circondata da un bordo giacente su un piano.
16. Il dispositivo della rivendicazione 15, comprendente inoltre un elemento pressore, atto ad essere vincolato ad un organo di impegno solidale alla lamina, l?organo di impegno e l?elemento pressore essendo configurati in modo tale da eseguire un movimento di reciproco avvicinamento tra l?elemento pressore e la base;
17. Il dispositivo della rivendicazione 15 o 16, in cui la superficie superiore della base ? piana ed il bordo circondante la concavit? centrale della superficie inferiore giace su un piano parallelo alla superficie superiore della base.
18. Il dispositivo della rivendicazione 15, 16 o 17, comprendente inoltre le caratteristiche di una o pi? delle rivendicazioni 1 a 14.
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