ITRE20130039A1 - Dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di superfici - Google Patents

Dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di superfici

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ITRE20130039A1
ITRE20130039A1 IT000039A ITRE20130039A ITRE20130039A1 IT RE20130039 A1 ITRE20130039 A1 IT RE20130039A1 IT 000039 A IT000039 A IT 000039A IT RE20130039 A ITRE20130039 A IT RE20130039A IT RE20130039 A1 ITRE20130039 A1 IT RE20130039A1
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IT000039A
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Riccardo Sighinolfi
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Raimondi Spa
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Description

DESCRIZIONE
“DISPOSITIVO DISTANZIATORE LIVELLANTE PER LA POSA IN OPERA DI MANUFATTI LASTRIFORMI PER IL RIVESTIMENTO DI SUPERFICIâ€
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi, quali piastrelle, lastre di pietra naturale o simili, per il rivestimento di superfici, quali superfici calpestabili, pavimenti, rivestimenti di pareti o soffitti e simili. TECNICA PREESISTENTE
Nel settore della posa in opera delle piastrelle per il rivestimento di superfici, quali pavimentazioni, pareti e simili, à ̈ noto l’impiego di dispositivi distanziatori che, oltre a distanziare le piastrelle, ne permettono la disposizione planare, tali dispositivi sono comunemente detti dispositivi distanziatori livellanti.
I dispositivi distanziatori livellanti di tipo noto comprendono generalmente una base, posizionabile al di sotto della superficie di posa di almeno due piastrelle adiacenti, da cui si erge almeno un elemento separatore, atto a contattare, tramite le sue fiancate laterali, i fianchi affacciati delle due piastrelle da disporre accostate sulla superficie di posa.
Il dispositivo distanziatore livellante, poi, à ̈ dotato di mezzi pressori atti a premere le superfici in vista dei manufatti verso detta base in modo da livellarle, cooperando con la porzione dell’elemento separatore che emerge al di sopra del piano definito dalla superficie in vista delle piastrelle.
Tra i vari dispositivi distanziatori livellanti di tipo noto ve ne sono alcuni nei quali l’elemento separatore à ̈ mobile tra una posizione salvaspazio di stoccaggio, in cui à ̈ posto sostanzialmente complanare al piano della base, e una posizione operativa di lavoro, in cui si erge sostanzialmente a squadro dalla base stessa.
Esempi di tali dispositivi distanziatori livellanti di tipo noto sono descritti nella domanda di brevetto nr,. MO2002A000035 a nome della stessa Richiedente.
Tali dispositivi distanziatori livellanti, se da un lato permettono di diminuire l’ingombro spaziale degli stessi, permettendo un più razionale ed efficiente stoccaggio e trasporto, con conseguenti benefiche ripercussioni sui relativi costi, tuttavia presentano l’inconveniente di risultare più scomodi per il personale addetto alla posa, in quanto una volta posizionato l’elemento separatore nella posizione operativa di lavoro esso non rimane nella posizione desiderata (a squadro con la base) ma à ̈ libero di ritornare, anche solo di un limitato angolo, verso la posizione di stoccaggio, ad esempio per effetto di una certa elasticità intrinseca del materiale con cui à ̈ realizzato il dispositivo distanziatore livellante stesso.
Inoltre, la disposizione inclinata o leggermente inclinata dell’elemento separatore non permette l’esatto posizionamento delle piastrelle nell’intorno del dispositivo stesso definendo, quindi, fughe tra le piastrelle non perfettamente regolari ed à ̈ d’intralcio per il posizionamento delle piastrelle in accostamento alle piastrelle già posate.
Uno scopo della presente invenzione à ̈ quello di superare i menzionati inconvenienti della tecnica nota, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
<ESPOSIZIONE DELL'INVENZIONE>
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di superfici che comprende una base, posizionabile posteriormente alla superfice di posa di almeno due manufatti lastriformi adiacenti e affiancati rispetto una direzione di affiancamento, da cui si erge almeno un elemento separatore unito a detta base, atto a contattare i fianchi affacciati di detti due manufatti lastriformi, e mobile tra una posizione di stoccaggio in cui giace sostanzialmente parallelo a detta base e una posizione di lavoro in cui si erge sostanzialmente ortogonale a detta base.
Secondo l’invenzione il dispositivo distanziatore livellante comprende mezzi di bloccaggio dell’elemento separatore nella posizione di lavoro.
Grazie a tale soluzione, à ̈ possibile produrre e stoccare il dispositivo in modo da ridurre gli ingombri, riducendo i costi di impianto, di stoccaggio e trasporto, rendendo al contempo disponibile un dispositivo comodo da utilizzare per il personale addetto alla posa dei manufatti lastriformi alla stregua dei dispositivi con elemento separatore fisso. Vantaggiosamente, i mezzi di bloccaggio comprendono almeno una mensola di riscontro fissata ad almeno uno tra la base e l’elemento separatore, la quale à ̈ atta ad interferire con almeno un elemento di aggancio solidale all’altro tra l’elemento separatore e la base.
Grazie a tale soluzione à ̈ possibile definire i mezzi di bloccaggio in modo semplice e razionale e realizzare gli stessi in pezzo unico con gli elementi costituitivi del dispositivo distanziatore livellante.
Un aspetto dell’invenzione prevede, inoltre, che l’elemento di aggancio comprenda una lamella flessibile elasticamente cedevole aggettantesi a sbalzo da almeno uno tra detto elemento separatore e detta base e atta ad agganciarsi a scatto appoggiandosi su detta mensola di riscontro quando l’elemento di separatore à ̈ in posizione di lavoro in modo da impedire il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio.
In tal modo, grazie all’aggancio a scatto il bloccaggio dell’elemento separatore nella posizione di lavoro avviene in modo rapido e semplice per l’operatore, nonché in modo risolvibile, qualora fosse necessario.
In alternativa, à ̈ possibile prevedere che l’elemento di aggancio e la mensola di riscontro siano atti ad incastrarsi per interferenza meccanica essendo tra loro sostanzialmente affiancati quando l’elemento di separazione à ̈ in posizione di lavoro, in modo da impedire per attrito reciproco il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione prevede che l’elemento separatore sia unito alla base mediante una linea di piegatura atta a definire sostanzialmente una cerniera.
Vantaggiosamente, la linea di piegatura à ̈ realizzata da un intaglio conformato sostanzialmente a “V†realizzato nel punto di unione tra l’elemento separatore e la base, il quale ad esempio inoltre à ̈ atto definire una zona rastremata che definisce una linea o sezione a frattura prestabilita che permette la separazione tra l’elemento separatore 30 e la base 20.
Inoltre, vantaggiosamente la linea o sezione a frattura prestabilita e/o la detta linea di piegatura à ̈ disposta ad una quota compresa nello spessore della base con indubbi vantaggi in termini produttivi del dispositivo e di distacco dell’elemento separatore.
Un aspetto ancora del dispositivo distanziatore livellante, secondo l’invenzione, prevede che esso comprenda mezzi pressori associabili a detto elemento separatore e atti a premere le superficie in vista dei manufatti lastriformi verso detta base in modo da livellarli.
L’elemento pressore può essere di tipo qualunque, come noto al tecnico del ramo.
Vantaggiosamente, l’elemento separatore comprende un corpo lastriforme fissato alla base, dotato di una finestra passante, il cui bordo superiore, quando in posizione operativa di lavoro, à ̈ destinato ad essere posto superiormente al livello della superficie in vista dei manufatti lastriformi; in tal caso i mezzi pressori comprendendo un elemento a cuneo atto ad essere infilato all’interno della finestra e scorrere in appoggio sulle superfici in vista dei manufatti lastriformi cooperando con detto bordo superiore per la spinta dei manufatti lastriformi stessi verso la base.
In questo modo il sistema composto dal dispositivo e dall’elemento a cuneo à ̈ particolarmente facile e veloce da utilizzare per il personale addetto alla posa dei manufatti lastriformi, ad esempio mediante l’impiego di una semplice pinza ad azionamento manuale.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione prevede che il dispositivo possa comprendere un distanziale angolare che si erge dalla base in squadro rispetto all’elemento separatore e atto a venire in contatto coi fianchi ortogonali ai fianchi affacciati dei manufatti lastriformi per l’allineamento degli stessi lungo una direzione ortogonale alla direzione di affiancamento.
Grazie a ciò possono essere realizzati vari dispositivi distanziatori livellanti, che possono essere impiegati rispettivamente in corrispondenza dei bordi laterali di due manufatti lastriformi da affiancare, in corrispondenza degli spigoli di 3 o 4 manufatti da disporre a squadro.
Vantaggiosamente, il distanziale angolare à ̈ mobile tra una posizione sollevata, in cui sporge superiormente alla base, e una posizione di non interferenza con detti fianchi ortogonali dei manufatti lastriformi.
Grazie a tale soluzione, lo stesso elemento distanziatore livellante può essere impiegato indifferentemente sia in corrispondenza dei bordi laterali di due manufatti lastriformi da affiancare che in corrispondenza degli spigoli dei manufatti da disporre a squadro, indipendentemente dallo schema di posa dei manufatti stessi, svolgendo al contempo sia una funzione livellante per i manufatti posati in opera che la funzione di distanziare fra loro i manufatti posati stessi.
In particolare, il distanziale angolare à ̈ allineato con detta finestra lungo una direzione parallela alla direzioni di affiancamento.
Un ulteriore aspetto dell’invenzione può prevedere che la base comprenda almeno un foro passante presentante sezione variabile lungo lo spessore della base e decrescente dalla superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi verso la opposta superficie della stessa base.
Grazie a tale soluzione, à ̈ possibile utilizzare il dispositivo distanziatore livellante sopradescritto, oltre che per la posa di pavimentazioni o pareti, in cui il collante può penetrare all’interno del foro passante stesso migliorando la presa della piastrella, anche per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di soffitti, in quanto il foro passante, svasato, rende disponibile una superficie di riscontro per un organo di fissaggio (una vite, un chiodo o simili organi di fissaggio) compresa nello spessore della base, ovvero tra la superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi e la opposta superficie della stessa base.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione, tutelabile anche indipendentemente rispetto a quanto sopra descritto, rende disponibile un dispositivo distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di superfici che comprende una base, posizionabile posteriormente alla superfice di posa di almeno due manufatti lastriformi adiacenti e affiancati rispetto una direzione di affiancamento, da cui si erge almeno un elemento separatore, sostanzialmente a squadro (in uso) a detta base e atto a contattare i fianchi affacciati di detti due manufatti lastriformi, tale dispositivo à ̈ caratterizzato dal fatto che la base comprende almeno un foro passante presentante sezione variabile lungo lo spessore della base e decrescente dalla superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi verso la opposta superficie della stessa base. Grazie a tale soluzione, à ̈ possibile utilizzare il dispositivo distanziatore livellante anche per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di soffitti, in quanto il foro passante, svasato, rende disponibile una superficie di riscontro per un organo di fissaggio (una vite, un chiodo o simili organi di fissaggio) compresa nello spessore della base, ovvero tra la superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi e la opposta superficie della stessa base.
In pratica, attraverso il foro passante à ̈ possibile inserire, a scomparsa, una organo di fissaggio, la cui testa potrà serrare la sezione rastremata del foro passante contro una parete di riscontro del soffitto e, comunque essere disposta all’interno dello spessore della base, senza sporgere dalla superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi, in modo che la sola base funga da riscontro per il livellamento dei manufatti lastriformi.
Inoltre, un aspetto ulteriore dell’invenzione, tutelabile anche indipendentemente rispetto a quanto sopra descritto, rende disponibile un sistema distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di superfici che comprende:
- una base, posizionabile posteriormente alla superfice di posa di almeno due manufatti lastriformi adiacenti e affiancati rispetto una direzione di affiancamento, da cui si erge almeno un elemento separatore, sostanzialmente a squadro (in uso) a detta base e atto a contattare i fianchi affacciati di detti due manufatti lastriformi, tale dispositivo à ̈ caratterizzato dal fatto che la base comprende almeno un foro passante presentante sezione variabile lungo lo spessore della base e decrescente dalla superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi verso la opposta superficie della stessa base; e
- almeno un organo di fissaggio, ad esempio una vite o un chiodo o simile, destinato ad essere infilato in detto foro passante in modo da non sporgere dalla superficie della base destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate. La figura 1 à ̈ una prima vista assonometrica di una prima forma di realizzazione di un dispositivo distanziatore livellante, secondo l’invenzione, in posizione di stoccaggio.
La figura 2 Ã ̈ una seconda vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante di figura 1.
La figura 3 Ã ̈ una vista laterale di figura 1.
La figura 4 Ã ̈ una vista frontale di figura 1.
La figura 5 à ̈ una vista dall’alto di figura 1.
La figura 6 Ã ̈ un particolare ingrandito di figura 2.
La figura 7 à ̈ una prima vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante, secondo la prima forma di realizzazione dell’invenzione, in posizione operativa di lavoro.
La figura 8 Ã ̈ una seconda vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante di figura 7.
La figura 9 Ã ̈ una vista laterale di figura 7.
La figura 10 Ã ̈ una vista frontale di figura 7.
La figura 11 Ã ̈ un particolare ingrandito di figura 8.
La figura 12 à ̈ una prima vista assonometrica di una seconda forma di realizzazione di un dispositivo distanziatore livellante, secondo l’invenzione, in posizione di stoccaggio.
La figura 13 Ã ̈ una seconda vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante di figura 12.
La figura 14 Ã ̈ una vista laterale di figura 12.
La figura 15 à ̈ una vista dall’alto di figura 12.
La figura 16 à ̈ una vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante, secondo la seconda forma di realizzazione dell’invenzione, in posizione operativa di lavoro.
La figura 17 Ã ̈ una vista laterale di figura 16.
La figura 18 à ̈ una vista dall’alto di figura 16.
La figura 19 Ã ̈ una vista laterale del dispositivo di figura 16 con inserito un cuneo per il livellamento di un manufatto lastriforme.
Le figure 20 e 21 sono viste dall’alto del dispositivo di figura 16 con una possibile disposizione di manufatti lastriformi e, rispettivamente, prima e dopo l’inserimento del cuneo per il livellamento degli stessi.
La figura 22 à ̈ una vista assonometrica di una terza forma di realizzazione di un dispositivo distanziatore livellante, secondo l’invenzione, in posizione di stoccaggio.
La figura 23 Ã ̈ una vista laterale di figura 22.
La figura 24 à ̈ una vista dall’alto di figura 22.
La figura 25 à ̈ una vista laterale del dispositivo distanziatore livellante, secondo la terza forma di realizzazione dell’invenzione, in posizione operativa di lavoro.
La figura 26 Ã ̈ una vista assonometrica di figura 25.
La figura 27 à ̈ una vista assonometrica di una quarta forma di realizzazione di un dispositivo distanziatore livellante, secondo l’invenzione, in posizione di stoccaggio.
La figura 28 Ã ̈ una vista laterale di figura 27.
La figura 29 à ̈ una vista dall’alto di figura 27.
La figura 30 à ̈ una vista assonometrica del dispositivo distanziatore livellante, secondo la quarta forma di realizzazione dell’invenzione, in posizione operativa di lavoro.
La figura 31 Ã ̈ una vista laterale di figura 30.
La figura 32 à ̈ una vista dall’alto di figura 30.
La figura 33a à ̈ una vista schematica in pianta di un primo possibile schema di posa di manufatti lastriformi, cosiddetto “ a sorella†.
La figura 33b à ̈ una vista schematica in pianta di un secondo possibile schema di posa di manufatti lastriformi, cosiddetto “sfalsato†.
La figura 33c à ̈ una vista schematica in pianta di un terzo possibile schema di posa di manufatti lastriformi, cosiddetto “complesso†.
La figura 34 Ã ̈ una vista assonometrica di una seconda variante di dispositivo distanziatore livellante in posizione di stoccaggio, utilizzabile in combinazione con un elemento pressore del tipo di un cursore.
La figura 35 à ̈ una vista assonometrica di una terza variante di dispositivo distanziatore livellante in posizione di stoccaggio, utilizzabile in combinazione con un elemento pressore cuneiforme con l’estremità rastremata biforcata.
<MODO MIGLIORE PER ATTUARE L'INVENZIONE>
Con particolare riferimento a tali figure, si à ̈ indicato globalmente con 10 un dispositivo distanziatore livellante atto ad agevolare la posa in opera di manufatti lastriformi, quali piastrelle e simili, indicate globalmente con la lettera P, e atti al rivestimento di superfici, ovvero pavimentazioni, pareti, soffitti e simili.
Il dispositivo 10 comprende una base 20 di forma allargata, ad esempio poligonale, circolare o di forma irregolare, definente una superficie inferiore 21, ad esempio piana.
La superficie inferiore 21 à ̈ atta ad essere appoggiata ad uno strato di collante disposto sul massetto che à ̈ destinato ad essere rivestito dalle piastrelle P o su una superficie piana di fissaggio, quale legno, cartongesso, o simile.
La superficie superiore 22 della base 20, anch’essa sostanzialmente piana, à ̈ invece destinata a ricevere in appoggio una porzione della superficie di posa di una o più piastrelle P.
In pratica, la base 20 viene posizionata al di sotto di almeno due (o più) piastrelle adiacenti come meglio apparirà nel seguito.
La base 20 nell’esempio raffigurato à ̈ un corpo monolitico che presenta una forma (in pianta) irregolare, dotata di una porzione ristretta 231 e una porzione allargata 232.
In pratica, la porzione allargata 232 presenta una forma sostanzialmente triangolare (con spigoli smussati), ad esempio un triangolo isoscele (con angolo al vertice di 90°), da una cui base (opposta al vertice) si deriva la porzione ristretta231, in direzione contrapposta al vertice della porzione allargata 232.
La porzione ristretta 231 presenta, ad esempio, una forma sostanzialmente quadrangolare, ad esempio sostanzialmente quadrata con spigoli smussati.
In pratica, la porzione ristretta231 presenta un ingombro trasversale (definito dal lato derivantesi dalla porzione allargata) sostanzialmente minore dell’ingombro trasversale della porzione allargata (definito dalla base opposta al vertice) da cui si deriva ed à ̈ connessa in corrispondenza di una zona centrale della stessa, in modo da lasciare definiti due bordi liberi (ovvero due porzioni estremali della base opposta al vertice) della porzione allargata 232 posti da parti opposte rispetto alla porzione ristretta231.
La base 20 presenta, ad esempio, almeno un bordo laterale 24 inclinato di un angolo acuto rispetto alla superficie inferiore 21.
Nell’esempio sono definiti due bordi laterali 24 inclinati contrapposti e posti in corrispondenza delle estremità distali libere, rispettivamente della porzione ristretta 231 e della porzione allargata 232.
Ciascun bordo laterale 24 definisce una rampa saliente inclinata che collega la superficie inferiore 21 alla superficie superiore 22 della base 20.
Nell’esempio raffigurato, i bordi laterali 24 sono equidistanti dal centro della base 20; inoltre i bordi laterali 24 sono paralleli alla linea (immaginaria) di congiunzione tra la porzione ristretta 231 e la porzione allargata 232 della base 20 stessa e quindi alla linea definita dai bordi liberi della porzione allargata stessa. La base 20, vantaggiosamente, comprende una paretina divisoria 25 piastriforme e saliente in modo ortogonale dalla superficie superiore 22 della base 20.
La paretina divisoria 25 Ã ̈ parallela alla linea (immaginaria) di congiunzione tra la porzione ristretta 231 e la porzione allargata 232 della base 20 stessa e quindi sostanzialmente allineata ai bordi liberi della porzione allargata stessa.
La paretina divisoria 25 presenta una altezza (di molto) minore rispetto allo spessore delle piastrelle P da posare Il dispositivo 10 comprende, inoltre, un elemento separatore 30 che à ̈ atto, in uso, a contattare almeno una porzione dei fianchi affacciati di almeno due piastrelle P da affiancare in opera lungo una direzione di affiancamento indicata nelle figure con la lettera A.
L’elemento separatore 30 à ̈ un corpo parallelepipedo lastriforme, ad esempio, a base rettangolare che definisce una parete di separazione sottile.
Particolarmente, l’elemento separatore 30 comprende due montanti laterali 31 tra loro paralleli e uniti superiormente da una traversa 310.
I due montanti laterali 31 sono uniti, in corrispondenza dell’estremità contrapposta alla traversa 310, alla base 20 come meglio verrà descritto nel seguito.
In pratica, l’elemento separatore 30 à ̈ mobile tra una posizione di stoccaggio in cui giace sostanzialmente parallelo alla base 20 e una posizione di lavoro in cui si erge sostanzialmente ortogonale dalla base stessa, ad esempio allineato in pianta con la mezzeria della base stessa (ovvero con la linea di giunzione tra la porzione ristretta 231 e la porzione allargata 232).
Inoltre, l’elemento separatore 30 presenta un’altezza maggiore dello spessore delle piastrelle P da posare, in modo che la sommità dell’elemento separatore stesso in posizione di lavoro, una volta che le piastrelle P sono in appoggio sulla superficie superiore 22 della base 20, sporga superiormente (abbondantemente) rispetto al piano da livellare definito dalla superficie in vista delle piastrelle P.
L’elemento separatore 30, inoltre, per la sua struttura a portale definisce una finestra 32 passante da parte a parte in direzione trasversale (circondata lateralmente dai montanti laterali 31 e superiormente dalla traversa 310), il cui bordo superiore 33 à ̈ destinato ad essere posto superiormente al livello della superficie in vista delle piastrelle P da livellare, quando l’elemento separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro.
In pratica, quando l’elemento separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro il bordo superiore 33 della finestra 32 à ̈ sostanzialmente allineato in pianta con la paretina divisoria 25, il cui bordo superiore definisce quindi il bordo inferiore della finestra stessa.
La finestra 32, inoltre, nella preferita forma di realizzazione mostrata nelle figure, à ̈ di dimensioni tali da poter alloggiare (sostanzialmente in modo complanare e con gioco) la porzione ristretta 231 della base 20, quando l’elemento separatore 30 si trova nella posizione di stoccaggio.
Vantaggiosamente, l’elemento separatore 30 à ̈ unito alla base 20 in corrispondenza dei bordi liberi della porzione allargata 232, in modo che i montanti laterali 31 circondino lateralmente la porzione ristretta stessa quando l’elemento separatore 30 si trova nella posizione di stoccaggio (e il bordo inferiore 33 della finestra 32 si trovi affacciato al bordo laterale 24 della porzione ristretta 231).
L’elemento separatore 30 à ̈ unito alla base 20 mediante una linea di piegatura 34 atta a definire sostanzialmente una cerniera che permette la rotazione dell’elemento separatore 30 dalla posizione di stoccaggio alla posizione di lavoro (ed eventualmente viceversa).
La linea di piegatura 34 à ̈ realizzata da un intaglio conformato sostanzialmente a “V†realizzato sulla linea di unione tra l’elemento separatore 30 e la base 20.
L’intaglio a “V†presenta vantaggiosamente concavità rivolta da parte opposta rispetto alla superficie inferiore 21 della base, in modo da invitare la piegatura dell’elemento separatore 30.
In pratica, l’intaglio a “V†quando l’elemento separatore 30 à ̈ nella posizione di stoccaggio risulta aperto, invece i fianchi dello stesso vengono in contatto, chiudendo sostanzialmente l’intaglio, quando l’elemento separatore 30 à ̈ nella posizione di lavoro.
Vantaggiosamente i fianchi dell’intaglio a “V†sono tra loro inclinati sostanzialmente di un angolo retto (ad esempio ciascuno à ̈ inclinato di 45° rispetto alla superficie superiore 22 della base 20).
Inoltre, l’elemento separatore 30 presenta una linea o sezione a frattura prestabilita atta in uso ad essere disposta inferiormente al livello della superficie in vista delle piastrelle da distanziare e livellare, ad esempio allo stesso livello o più basso (come nell’esempio illustrato) della superficie superiore 22 della base 20.
Grazie a tale linea o sezione a frattura prestabilita la porzione emergente del dispositivo 10 può essere facilmente rimossa, una volta che le piastrelle P siano poste in opera ed il collante che le sostiene sia solidificato.
La linea o sezione a frattura prestabilita coincide, preferibilmente, con la linea di piegatura 34 ed à ̈ definita dallo stesso intaglio a “V†.
In pratica, l’elemento separatore 30 e la base 20 sono realizzati in pezzo unico, ad esempio mediante stampaggio di materie plastiche, uniti tra loro mediante la sezione ristretta definita dall’intaglio a “V†, la quale à ̈ atta ad essere strappata all’occorrenza come meglio apparirà nel seguito.
Particolarmente, agli scopi del presente trovato, il dispositivo 10 comprende mezzi di bloccaggio dell’elemento separatore 30 nella posizione di lavoro.
Ad esempio, i mezzi di bloccaggio sono di tipo rilasciabili o a bloccaggio temporaneo.
I mezzi di bloccaggio comprendono almeno una mensola di riscontro 250 fissata ad almeno uno tra la base 20 e l’elemento separatore 30, la quale à ̈ atta ad interferire con almeno un elemento di aggancio 311 solidale all’altro tra l’elemento separatore 30 e la base 20.
Negli esempi raffigurati, i mezzi di bloccaggio comprendono due mensole di riscontro 250 fissate alla base 20 e due elementi di aggancio 311 fissati all’elemento separatore 30, sebbene possano essere anche in numero diverso ad esempio un'unica mensola di riscontro 250 e un unico elemento di aggancio 311.
Ciascuna mensola di riscontro 250 Ã ̈ fissata alla paretina divisoria 25, ad esempio in modo da prolungarla longitudinalmente di un limitato tratto assiale che si deriva a sbalzo esternamente alla porzione ristretta 231. In pratica, ciascuna mensola di riscontro 250 Ã ̈ sostanzialmente allineata in pianta ad un bordo libero della porzione allargata 232.
Ciascuna mensola di riscontro 250 definisce una superficie anteriore 251 rivolta verso la porzione ristretta 231 (ovvero verso l’elemento separatore 30 quando questo à ̈ in posizione di stoccaggio) e una superficie posteriore 252 rivolta verso la porzione allargata 232.
Ciascuna mensola di riscontro 250 Ã ̈ sostanzialmente rigida o presenta una leggera cedevolezza elastica.
Ciascun elemento di aggancio 311 à ̈ fissato ad un montante 31 dell’elemento separatore 30, ad esempio in modo da prolungarlo internamente alla finestra 32 di un limitato tratto che si deriva a sbalzo dal montante stesso.
Ciascuna elemento di aggancio 311 Ã ̈ sostanzialmente piastriforme e, ad esempio, Ã ̈ sostanzialmente rigido o presenta una certa cedevolezza elastica.
Negli esempi illustrati, ciascun elemento di aggancio 311 comprende una lamella flessibile elasticamente cedevole, la quale à ̈ atta ad agganciarsi a scatto appoggiandosi sulla mensola di riscontro 250, in particolare sulla superficie posteriore 252 della stessa, quando l’elemento di separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro, in modo da impedire il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio.
In questo caso la mensola di riscontro 250 e l’elemento di aggancio 311 di ciascun lato sono sostanzialmente allineati lungo una circonferenza immaginaria centrata sulla linea di piegatura 34.
In pratica, facendo passare l’elemento separatore 30 dalla posizione di stoccaggio alla posizione di lavoro l’elemento di aggancio 311 prima si porta in contatto con la superficie anteriore 251 della mensola di riscontro 250, poi flettendosi oltrepassa quest’ultima e si porta in contatto con la superficie posteriore 252 della mensola di riscontro 250 e rimane ivi bloccata.
All’elemento separatore 30, bloccato in posizione di lavoro in cui à ̈ sostanzialmente a squadro alla base 20, à ̈ impedito il ritorno nella posizione di stoccaggio dalla mensola di riscontro 250 ed al contempo à ̈ impedito il ribaltamento dalla parte opposta dalla forma dell’intaglio a “V†che limita la corsa dell’elemento separatore stesso sostanzialmente all’angolo retto.
Ovviamente, non si esclude che la mensola di riscontro 250 sia flessibile ed elasticamente cedevole e l’elemento di aggancio 311 sia sostanzialmente rigido o semirigido, o che entrambi siano flessibili ed elasticamente cedevoli.
Inoltre, à ̈ possibile prevedere che, in alternativa, l’elemento di aggancio 311si incastri per interferenza meccanica con la mensola di riscontro 250 quando l’elemento di separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro.
In pratica à ̈ possibile prevedere che l’elemento di aggancio 311 e la mensola di riscontro 250, siano configurate in modo che vadano in contatto reciproco in corrispondenza delle loro estremità libere (distali dalle rispettive estremità vincolate rispettivamente al montante laterale 31 e alla paretina divisoria 25) e risultino sostanzialmente allineate (lungo l’asse della paretina divisoria stessa) a seguito di una leggera deformazione (plastica), in modo che sia impedito il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio mediante l’attrito reciproco tra l’elemento di aggancio 311 e la mensola di riscontro 250.
Il dispositivo 10 comprende, inoltre, mezzi pressori associati all’elemento separatore 30 e atti a premere le superfici in vista delle piastrelle P verso la base 20, in modo da livellare le piastrelle stesse.
Particolarmente, i mezzi pressori comprendendo, ad esempio, un elemento a cuneo 40 (visibile per semplicità solo nelle figure 19 e 21) dotato di una superficie inferiore 41 piana e atta ad essere disposta, in uso, parallelamente alla base 20 e una superficie superiore 42 inclinata e dotata di elementi di riscontro, quali dentini o zigrinature.
L’elemento a cuneo 40 à ̈ atto ad essere infilato all’interno della finestra 32 e scorrere, con la superficie inferiore 41 in appoggio sulle superfici in vista delle piastrelle P, in modo che la superficie superiore 42 dello stesso vada a contatto con il bordo superiore 33 della finestra 32 - ad esempio in modo che i dentini impegnino lo stesso bordo superiore - e lo stesso elemento a cuneo 40 venga così premuto contro le piastrelle P per la spinta delle stesse verso la base 20.
Vantaggiosamente, l’elemento separatore 30 presenta un rinforzo, ad esempio una zona a sezione maggiore (di forma qualunque), posta superiormente alla finestra 32 (o nell’intorno del bordo superiore 33 della stessa) atta ad impedire, in uso, la flessione dell’elemento separatore stesso quando il cuneo 40 viene forzato entro la finestra 32.
Non si esclude, tuttavia, che i mezzi pressori possano comprendere in alternativa un blocchetto atto a scorrere lungo l’elemento separatore e dotato di denti atti ad impegnare un’apposita cremagliera associata all’elemento separatore stesso o altro sistema di tipo noto atto ad imprimere una pressione graduale e sostanzialmente uniforme sulla superficie in vista delle due o più piastrelle P affiancate da livellare.
Vantaggiosamente, il dispositivo 10, secondo la seconda e la quarta forma di realizzazione mostrate rispettivamente nelle figure da 12 a 19 e nelle figure da 27 a 32, comprende (oltre a tutto quanto descritto sopra) almeno un distanziale angolare 50 che si erge dalla base 20 in squadro rispetto all’elemento separatore 30.
In pratica, in pianta l’elemento separatore 30 e il distanziale angolare 50 sono disposti a crociera, ad esempio l’elemento angolare 50 à ̈ sostanzialmente allineato alla finestra 32 (lungo la direzione di affiancamento A), ovvero à ̈ disposto nella base in modo che, in uso, si possa disporre al di sotto dell’elemento a cuneo (si veda fig. 21).
Il distanziale angolare 50 à ̈ atto a venire in contatto coi fianchi ortogonali ai fianchi affacciati delle piastrelle P per l’allineamento degli stessi lungo una direzione D ortogonale alla direzione di affiancamento A.
Il distanziale angolare 50 à ̈, vantaggiosamente ma non limitatamente, mobile tra una posizione sollevata, in cui sporge superiormente alla base 20 risultando da essa sollevato e una posizione di non interferenza con i fianchi ortogonali delle piastrelle P (rispetto alla direzione D). In pratica, il distanziale angolare 50 può essere configurato in modo che nella sua configurazione di non interferenza si abbassi, così che il suo ingombro verticale sia contenuto totalmente o almeno parzialmente nell’ingombro verticale (spessore) della base 20.
Nella fattispecie, il distanziale angolare 50 comprende almeno un blocchetto 51 dotato di due fiancate laterali 52, le quali quando il blocchetto 51 Ã ̈ nella posizione sollevata sono atte a venire in contatto coi fianchi di due piastrelle P da affiancare lungo la detta direzione D.
Nella preferita forma di realizzazione mostrata nelle figure, il blocchetto 51 à ̈ associato alla base 20 in modo che nella posizione di non interferenza le fiancate laterali 52 siano tutte contenute nell’ingombro verticale della base 20, ovvero il blocchetto 51 risulti nascosto nella base 20, e nella posizione sollevata emergano superiormente alla base stessa in modo che possano fungere da elementi di riscontro per i fianchi delle piastrelle P da disporre a squadro.
Vantaggiosamente, lo spessore in pianta del distanziale angolare 50 Ã ̈ sostanzialmente pari allo spessore (orizzontale) in pianta del elemento separatore 30 (in particolare dei montanti laterali 31), in modo che le piastrelle P vengano distanziate sia lungo la direzione D che lungo la direzione di affiancamento A di una stessa distanza.
Non si esclude tuttavia che lo spessore in pianta del distanziale angolare 50 sia differente allo spessore in pianta del elemento separatore 30 a seconda delle diverse esigenze di posa delle piastrelle P.
Negli esempi raffigurati, il dispositivo 10 comprende, nella fattispecie, almeno due distanziali angolari 50, come sopra descritti e tra loro indipendenti, che sono disposti da parte opposta rispetto all’elemento separatore 30; in particolare, nell’esempio illustrato sono presenti due coppie di distanziali angolari 50 ciascuna coppia essendo disposta da parte opposta rispetto all’elemento separatore 30.
Le fiancate laterali 52 di ciascun distanziale angolare 50 sono a due a due sostanzialmente complanari tra loro e ortogonali ai montanti laterali 31 dell’elemento separatore 30, in modo da garantire l’effettivo allineamento dei fianchi delle piastrelle P lungo la direzione D.
Non si esclude tuttavia che il dispositivo 10 comprenda, in alternativa, un unico distanziatore angolare 50 che attraversi l’elemento separatore 30 (ad esempio attraverso la finestra 32).
In una preferita forma di realizzazione mostrata nelle figure 12-19 e 27-32 ciascun blocchetto 51 Ã ̈ realizzato in almeno un materiale plasticamente o elasticamente cedevole e si deriva a sbalzo dalla base 20.
In pratica, ciascun blocchetto 51 presenta un’estremità libera e l’estremità opposta fissata alla base 20 ed à ̈ realizzato in pezzo unico con la base stessa.
Grazie alla cedevolezza del materiale con cui à ̈ realizzato il blocchetto 51 esso à ̈ disposto ripiegato verso l’alto di un angolo acuto nella sua posizione sollevata, mentre à ̈ disposto sostanzialmente complanare con la base 20 nella sua posizione di non interferenza o abbassata.
Non si esclude che i distanziali angolari possano essere differenti da quelli mostrati nelle figure, ad esempio telescopici, removibili o simili, come quelli descritti nella domanda di brevetto europeo nr. EP2565346 a nome della stessa richiedente, che si intende qui incorporata per riferimento.
In pratica, grazie a tali distanziatori angolari 50 di tipo mobile mediante un unico dispositivo 10 à ̈ possibile conseguire più di una disposizione delle piastrelle P, ad esempio mediante una conformazione in pianta, dei distanziali angolari 50 (emersi dalla base) e dell’elemento separatore 30, sostanzialmente a croce, a “T†e/o rettilinea, lo stesso dispositivo 10 può essere impiegato in diverse zone della piastrella, come à ̈ reso più evidente dalle figure 33a, 33b e 33c in cui vengono illustrati tre diversi possibili schemi noti di posa di piastrelle.
In alternativa, i distanziatori angolari 50 possono essere rigidamente fissati alla base 20, come previsto nella domanda di brevetto MO2002A000035 a nome della stessa Richiedente.
Vantaggiosamente in aggiunta o in alternativa a quanto sopra descritto per la prima e la seconda forma di realizzazione, il dispositivo 10, secondo la terza e la quarta forma di realizzazione mostrate rispettivamente nelle figure da 22 a 26 e nelle figure da 27 a 32, presenta nella base 20 almeno un foro passante 26.
Nell’esempio sono illustrati numero quattro fori passanti, due in corrispondenza della porzione ristretta 231 e due in corrispondenza della porzione allargata 232, sebbene possano essere anche in numero diverso a seconda delle esigenze.
Il foro passante 26 ha la funzione, nel caso della posa in opera di piastrelle P da pavimentazione e da rivestimento, di definire un varco di accesso da sotto per il collante che può penetrare all’interno del foro passante 26 e andare in contatto anche con una porzione della superficie di posa della piastrella sovrapposta in pianta con la base 20, migliorando la presa.
Il foro passante 26, vantaggiosamente, presenta sezione variabile lungo lo spessore della base 20 e decrescente dalla superficie superiore 22 della base 20 verso la superficie inferiore 21 della stessa base.
Tale caratteristica, mostrata qui nel caso dei dispositivi 10 con elemento separatore 30 mobile dotati di mezzi di bloccaggio, può essere tuttavia adottata in qualsiasi tipo di dispositivo distanziatore livellante di tipo noto, ad esempio con elemento separatore mobile ma sprovvisto di mezzi di bloccaggio o removibile, con elemento separatore 30 fissato rigidamente alla base 20, con sistemi pressori di tipo a vite o a cursore, come noto al tecnico del settore. I fori passanti 26, ad esempio, presentano una sezione trasversale circolare con fianchi inclinati o a gradini, in modo da definire una superficie di riscontro rastremata rispetto all’imboccatura (definita in corrispondenza della superficie superiore 22).
In tal modo, il foro passante 26 può alloggiare sostanzialmente a scomparsa la testa di un organo di fissaggio, quale una vite 70 o un chiodo o altro organo di fissaggio analogo, il quale à ̈ atto a fissare il dispositivo 10 ad un piano di riscontro, quale cartongesso, legno o simile, ad esempio in corrispondenza di un soffitto da rivestire con elementi lastriformi quali ad esempio pannelli, piastrelle o simili.
In pratica, la testa della vite 70 à ̈ atta ad interferire con la superficie di riscontro rastremata definita dal foro passante 26 e stringerla contro il piano di riscontro e, al contempo, à ̈ atta ad essere contenuta all’interno dell’ingombro verticale (spessore) della base 20, la cui superficie superiore 22 rimane l’unica parte in contatto con il manufatto lastriforme da posare.
In questo caso, il dispositivo 10 e le viti 70 definiscono un sistema distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi per il rivestimento di superfici, particolarmente adatto al rivestimento di soffitti o parti sospese e rivolte verso il basso.
Alla luce di quanto sopra descritto, il funzionamento del dispositivo 10 Ã ̈ il seguente.
Il dispositivo 10 viene prodotto e confezionato con l’elemento separatore 30 in posizione di stoccaggio.
Per essere utilizzato il dispositivo 10 deve essere portato in posizione di lavoro, in pratica si procede portando l’elemento separatore 30 dalla posizione di stoccaggio alla posizione di lavoro facendolo ruotare rispetto alla linea di piegatura 34 di un angolo sostanzialmente pari all’angolo retto.
Quando l’elemento separatore 30 à ̈ sostanzialmente inclinato di un angolo retto rispetto alla base 20 (leggermente minore dell’angolo retto) l’elemento di aggancio 311 si trova a contatto con la superficie anteriore 251 della mensola di riscontro 250; continuando la rotazione dell’elemento separatore 30di un contenuto angolo l’elemento di aggancio 311 viene a flettersi ed oltrepassare la mensola di riscontro 250 per portarsi, poi, dalla parte opposta in appoggio sulla superficie posteriore 252 della mensola di riscontro stessa.
L’elemento di aggancio 311, nonostante sia flessibile, presenta comunque una certa rigidità che permette a quest’ultimo di rimanere agganciato alla mensola di riscontro 250 se non sollecitato, in pratica mantenendo bloccato l’elemento separatore 30 nella posizione di lavoro. Per rivestire una superficie con una pluralità di piastrelle P à ̈ sufficiente stendervi sopra uno strato di collante e, successivamente, à ̈ possibile posarvi le piastrelle P.
In pratica, laddove deve essere disposta la prima piastrella à ̈ sufficiente posizionare un primo dispositivo 10, la cui base 20 à ̈ destinata, ad esempio, ad essere posta sotto a quattro spigoli di rispettive quattro piastrelle P.
Una volta posizionata la base 20 à ̈ sufficiente posizionare le quattro piastrelle P in modo che ogni spigolo della stessa presenti una porzione del fianco laterale a contatto rispettivamente ad un montante laterale 31 dell’elemento separatore 30 e ad una fiancata laterale 52 di una coppia di blocchetti 51.
In questo modo à ̈ assicurata la disposizione a squadro e l’equidistanza tra le quattro piastrelle che circondano il dispositivo 10.Quando ad esempio le piastrelle P presentano dimensioni particolarmente grandi, allora à ̈ possibile posizionare un dispositivo 10 anche in corrispondenza di una zona mediana del fianco laterale della piastrella stessa. In questa configurazione, la base 20 viene posta al di sotto di due piastrelle P affiancate, in modo che il fianco laterale di ciascuna di esse si appoggi sui montanti laterali 31 dell’elemento separatore 30.
Nel far ciò, la piastrella P si appoggia su uno o più dei distanziali angolare 50, il quale viene portato, ad esempio grazie al peso della piastrella P o forzato dall’operatore addetto alla posa, dalla posizione sollevata alla posizione di non interferenza in cui si trova abbassato al di sotto del livello della superficie superiore 22 della base 20.
Non si esclude che ad esempio si operi posando prima una piastrella P e successivamente in corrispondenza dello spigolo o di un fianco della stessa si inserisca sotto ad essa una porzione di base 20 del dispositivo 10.
Una volta posizionate le varie basi 20 con i rispettivi elementi separatori 30 e distanziali angolari 50 come sopra descritto, fin quando il collante à ̈ comunque ancora non del tutto solidificato si procede con l’inserimento dei vari elementi a cuneo 40 che completano il dispositivo distanziatore livellante 10, i quali premendo sulla superficie in vista delle piastrelle P, localmente nei vari punti (mediani o di spigolo), permettono il perfetto livellamento delle superfici in vista delle piastrelle stesse.
Infine, quando il collante à ̈ indurito ed in presa si procede con il rompere l’elemento separatore 30 lungo il punto o la linea a frattura prestabilita e rimuovere così lo stesso elemento separatore 30 per poter stuccare le fughe tra le piastrelle P senza che la base 20 risulti visibile sulla superficie finita.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo.
Solo a titolo esemplificativo si illustrano nelle figure 34 e 35, rispettivamente, una prima variante e una seconda variante del dispositivo 10 (mostrate in posizione di stoccaggio), in cui i numeri di riferimento riportati nelle figure sono stati lasciati inalterati rispetto a quelli riportati nelle figure da 1 a 32, per quegli elementi strutturali del dispositivo analoghi, uguali o che svolgono la stessa funzione nelle varianti descritte nel seguito.
Nella prima variante di figura 34 il dispositivo 10 à ̈ atto ad essere utilizzato per il livellamento di piastrelle P mediante l’impiego di un elemento pressore del tipo di un cursore.
Il dispositivo 10 comprende una base 20 che nell’esempio raffigurato à ̈ un corpo monolitico che presenta una forma (in pianta) irregolare, dotata di una porzione biforcata 231 e una porzione allargata 232.
In pratica, la porzione allargata 232 Ã ̈ del tutto analoga alla porzione allargata della prima variante del dispositivo 10.
La base 20, vantaggiosamente, comprende una paretina divisoria 25 piastriforme e saliente in modo ortogonale dalla superficie superiore della base 20.
La paretina divisoria 25 Ã ̈ parallela alla linea (immaginaria) di congiunzione tra la porzione biforcata 231 e la porzione allargata 232 della base 20 stessa e quindi sostanzialmente allineata alla zona di biforcazione della porzione biforcata stessa.
In pratica, sono presenti due paretine divisorie 25 complanari e poste da parti opposte rispetto alla zona di biforcazione della porzione biforcata 231 della base 20.
Ciascuna paretina divisoria 25 presenta una altezza (di molto) minore rispetto allo spessore delle piastrelle P da posare.
Il dispositivo 10 comprende, inoltre, un elemento separatore 30 che à ̈ atto, in uso, a contattare almeno una porzione dei fianchi affacciati di almeno due piastrelle P da affiancare in opera lungo una direzione di affiancamento indicata nelle figure con la lettera A.
L’elemento separatore 30 à ̈ un corpo parallelepipedo lastriforme, ad esempio a base rettangolare, che definisce una parete di separazione sottile.
Inoltre, l’elemento separatore 30 presenta un’altezza maggiore dello spessore delle piastrelle P da posare, in modo che la sommità dell’elemento separatore stesso in posizione di lavoro, una volta che le piastrelle P sono in appoggio sulla superficie superiore 22 della base 20, sporga superiormente (abbondantemente) rispetto al piano da livellare definito dalla superficie in vista delle piastrelle P.
L’elemento separatore 30 nell’esempio à ̈ una banda sostanzialmente inestensibile ad esempio dotata di tacche o dentelli di riferimento per un cursore.
Vantaggiosamente, l’elemento separatore 30 à ̈ unito alla base 20 in corrispondenza della zona di biforcazione, in modo che il lembi della porzione biforcata 231 circondino lateralmente la porzione di base dell’elemento separatore 30 quando l’elemento separatore 30 si trova nella posizione di stoccaggio.
L’elemento separatore 30 à ̈ unito alla base 20 mediante una linea di piegatura 34 atta a definire sostanzialmente una cerniera che permette la rotazione dell’elemento separatore 30 dalla posizione di stoccaggio alla posizione di lavoro (ed eventualmente viceversa).
La linea di piegatura 34 à ̈ realizzata da un intaglio conformato sostanzialmente a “V†realizzato sulla linea di unione tra l’elemento separatore 30 e la base 20.
L’intaglio a “V†presenta vantaggiosamente concavità rivolta da parte opposta rispetto alla superficie inferiore della base 20, in modo da invitare la piegatura dell’elemento separatore 30.
In pratica, l’intaglio a “V†quando l’elemento separatore 30 à ̈ nella posizione di stoccaggio risulta aperto, invece i fianchi dello stesso vengono in contatto, chiudendo sostanzialmente l’intaglio, quando l’elemento separatore 30 à ̈ nella posizione di lavoro.
Vantaggiosamente i fianchi dell’intaglio a “V†sono tra loro inclinati sostanzialmente di un angolo retto (ad esempio ciascuno à ̈ inclinato di 45° rispetto alla superficie superiore 22 della base 20).
Inoltre, l’elemento separatore 30 presenta una linea o sezione a frattura prestabilita atta in uso ad essere disposta inferiormente al livello della superficie in vista delle piastrelle da distanziare e livellare, ad esempio allo stesso livello o più basso (come nell’esempio illustrato) della superficie superiore della base 20.
Grazie a tale linea o sezione a frattura prestabilita la porzione emergente del dispositivo 10 può essere facilmente rimossa, una volta che le piastrelle P siano poste in opera ed il collante che le sostiene sia solidificato.
La linea o sezione a frattura prestabilita coincide, preferibilmente, con la linea di piegatura 34 ed à ̈ definita dallo stesso intaglio a “V†.
In pratica, l’elemento separatore 30 e la base 20 sono realizzati in pezzo unico, ad esempio mediante stampaggio di materie plastiche, uniti tra loro mediante la sezione ristretta definita dall’intaglio a “V†, la quale à ̈ atta ad essere strappata all’occorrenza come meglio apparirà nel seguito.
Il dispositivo 10 comprende mezzi di bloccaggio dell’elemento separatore 30 nella posizione di lavoro del tutto analoghi a quelli descritti per la prima variante di dispositivo 10 descritta sopra con riferimento alle figure da 1 a 32.
Nell’esempio i mezzi di bloccaggio comprendono una mensola di riscontro 250 fissata ad almeno uno tra la base 20 e l’elemento separatore 30, la quale à ̈ atta ad interferire con un elemento di aggancio 311 solidale all’altro tra l’elemento separatore 30 e la base 20.
La mensola di riscontro 250 Ã ̈ fissata ad una paretina divisoria 25 (o entrambe), ad esempio in modo da prolungarla longitudinalmente di un limitato tratto assiale che si deriva a sbalzo internamente alla zona di biforcazione.
In pratica, ciascuna mensola di riscontro 250 Ã ̈ sostanzialmente allineata in pianta ad un bordo libero della porzione allargata 232 che definisce la zona biforcata.
La mensola di riscontro 250 Ã ̈ sostanzialmente rigida o presenta una leggera cedevolezza elastica.
L’elemento di aggancio 311 à ̈ fissato all’elemento separatore 30, ad esempio in modo da prolungarlo lateralmente di un limitato tratto che si deriva a sbalzo da esso.
Ciascuna elemento di aggancio 311 Ã ̈ sostanzialmente piastriforme e, ad esempio, Ã ̈ sostanzialmente rigido o presenta una certa cedevolezza elastica.
Negli esempi illustrati, ciascun elemento di aggancio 311 comprende una lamella flessibile elasticamente cedevole, la quale à ̈ atta ad agganciarsi a scatto appoggiandosi sulla mensola di riscontro 250, in particolare sulla superficie posteriore della stessa, quando l’elemento separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro, in modo da impedire il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio.
In questo caso la mensola di riscontro 250 e l’elemento di aggancio 311 sono sostanzialmente allineati lungo una circonferenza immaginaria centrata sulla linea di piegatura 34.
In pratica, il funzionamento di tale seconda variante di dispositivo 10 Ã ̈ del tutto analogo a quello descritto per la prima variante (figure 1-32), a cui si rimanda per i dettagli.
La terza variante di dispositivo 10, mostrata in figura 35, differisce dalla seconda variante (figura 34) per il fatto che à ̈ utilizzabile per il livellamento delle piastrelle P con un elemento pressore, ad esempio, comprendente un cuneo (come quello mostrato per la prima variante), ma con l’estremità rastremata biforcata.
In tal caso il dispositivo 10 comprende una base 20 analoga a quella sopra descritta per la seconda variante di figura 34, da cui si deriva un elemento separatore 30 in modo analogo rispetto a quanto descritto per la seconda variante stessa (a cui si rimanda per i dettagli costruttivi).
Tra elemento separatore 30 e la base 20 sono, inoltre, sempre previsti mezzi di bloccaggio, come una mensola di riscontro 250 e un elemento di aggancio 311, uguali a quelli sopra descritti e funzionanti nello stesso modo sopra illustrato.
L’elemento separatore 30 della terza variante di figura 35 differisce dall’elemento separatore 30 della seconda variante di figura 34 per il fatto che la banda che si deriva dalla base 20 presenta una minore larghezza ed à ̈ tale da entrare nella biforcazione presente all’estremità rastremata del cuneo.
Inoltre, l’elemento separatore 30 comprende, alla sua estremità libera una traversa 310.
In pratica l’elemento separatore 30 à ̈ conformato sostanzialmente a “T†.
I bordi inferiori 33 della traversa 310 (posti da parti opposte rispetto alla porzione di elemento separatore 30 si deriva dalla base 20 sono destinati ad essere posti superiormente al livello della superficie in vista delle piastrelle P da livellare, quando l’elemento separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro.
In pratica, quando l’elemento separatore 30 à ̈ in posizione di lavoro ciascun bordo inferiore 33 à ̈ sostanzialmente allineato in pianta con una paretina divisoria 25.
L’elemento a cuneo biforcato à ̈ atto ad essere infilato sotto la traversa 310 e scorrere, con la superficie inferiore in appoggio sulle superfici in vista delle piastrelle P, in modo che la superficie superiore biforcata dell’elemento a cuneo vada a contatto con i bordi inferiori 33 della traversa 310 - ad esempio in modo che i dentini impegnino gli stessi - e lo stesso elemento a cuneo venga così premuto contro le piastrelle P per la spinta delle stesse verso la base 20.
Vantaggiosamente, l’elemento separatore 30 presenta un rinforzo, ad esempio una zona a sezione maggiore (di forma qualunque), posta in corrispondenza della traversa 310 atta ad impedire, in uso, la flessione dell’elemento separatore stesso quando il cuneo viene forzato sotto la traversa stessa.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (10) distanziatore livellante per la posa in opera di manufatti lastriformi (P) per il rivestimento di superfici che comprende una base (20), posizionabile posteriormente alla superfice di posa di almeno due manufatti lastriformi (P) adiacenti e affiancati rispetto una direzione di affiancamento (A), da cui si erge almeno un elemento separatore (30) unito a detta base (20), atto a contattare i fianchi affacciati di detti due manufatti lastriformi (P), e mobile tra una posizione di stoccaggio in cui giace sostanzialmente parallelo a detta base (20) e una posizione di lavoro in cui si erge sostanzialmente ortogonale a detta base (20), caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi di bloccaggio (250,311) di detto elemento separatore (30) in detta posizione di lavoro.
  2. 2. Dispositivo (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detti mezzi di bloccaggio comprendono almeno una mensola di riscontro (250) fissata ad almeno uno tra detta base (20) e detto elemento separatore (30) atta ad interferire con almeno un elemento di aggancio (311) solidale all’altro tra detto elemento separatore (30) e detta base (20).
  3. 3. Dispositivo (10) secondo la rivendicazione 2, in cui detto elemento di aggancio (311) comprende una lamella flessibile elasticamente cedevole aggettantesi a sbalzo da almeno uno tra detto elemento separatore (30) e detta base (20) e atta ad agganciarsi a scatto appoggiandosi su detta mensola di riscontro (250) quando l’elemento separatore (30) à ̈ in posizione di lavoro in modo da impedire il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio.
  4. 4. Dispositivo (10) secondo la rivendicazione 2, in cui detto elemento di aggancio (311) e detta mensola di riscontro (250) sono atti ad incastrarsi per interferenza meccanica essendo tra loro sostanzialmente affiancati quando l’elemento di separatore (30) à ̈ in posizione di lavoro, in modo da impedire per attrito reciproco il ritorno spontaneo dell’elemento separatore stesso nella posizione di stoccaggio.
  5. 5. Dispositivo (10) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti , in cui detto elemento separatore (30) à ̈ unito alla base (20) mediante una linea di piegatura (34) atta a definire sostanzialmente una cerniera.
  6. 6. Dispositivo (10) secondo la rivendicazione 5, in cui detta linea di piegatura (340) à ̈ realizzata da un intaglio conformato sostanzialmente a “V†realizzato nel punto di unione tra l’elemento separatore (30) e la base (20).
  7. 7. Dispositivo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere mezzi pressori (40) associabili a detto elemento separatore (30) e atti a premere le superficie in vista dei manufatti lastriformi (P) verso detta base (20) in modo da livellarli.
  8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 7, in cui detto elemento separatore (30) comprende una corpo lastriforme fissato alla base (20), dotato di una finestra passante (32), il cui bordo superiore (33), quando in posizione operativa di lavoro, à ̈ destinato ad essere posto superiormente al livello della superficie in vista dei manufatti lastriformi (P), detti mezzi pressori comprendendo un elemento a cuneo (40) atto ad essere infilato all’interno della finestra (32) e scorrere in appoggio sulle superfici in vista dei manufatti lastriformi (P) cooperando con detto bordo superiore (34) per la spinta dei manufatti lastriformi stessi verso la base (20).
  9. 9. Dispositivo (10), una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui l’elemento separatore (30) presenta una linea o sezione a frattura prestabilita (35) atta, in uso, ad essere disposta inferiormente al livello della superficie in vista dei manufatti lastriformi (P) da distanziare e livellare.
  10. 10. Dispositivo (10) secondo le rivendicazioni 5 e 9, in cui detta linea o sezione a frattura prestabilita (35) coincide sostanzialmente con detta linea di piegatura (340).
  11. 11. Dispositivo (10) secondo le rivendicazioni 5 e 9, in cui almeno una tra linea o sezione a frattura prestabilita (35) e detta linea di piegatura (340) Ã ̈ disposta ad una quota compresa nello spessore della base (20).
  12. 12. Dispositivo (10) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere almeno un distanziale angolare (50) che si erge dalla base (20) in squadro rispetto all’elemento separatore (30) e atto a venire in contatto coi fianchi ortogonali ai fianchi affacciati dei manufatti lastriformi (P) per l’allineamento degli stessi lungo una direzione (D) ortogonale alla direzione di affiancamento (A).
  13. 13. Dispositivo (10) secondo la rivendicazione 12, in cui il distanziale angolare (50) Ã ̈ mobile tra una posizione sollevata, in cui sporge superiormente alla base (20), e una posizione di non interferenza con detti fianchi ortogonali dei manufatti lastriformi (P).
  14. 14. Dispositivo secondo la rivendicazione 12, in cui il distanziale angolare (50) Ã ̈ allineato con detta finestra (32) lungo la direzione di affiancamento (A).
  15. 15. Dispositivo (10) secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta base (20) comprende almeno un foro passante (26) presentante sezione variabile lungo lo spessore della base (20) e decrescente dalla superficie della base (20) destinata ad andare in contatto con la superfice di posa dei manufatti lastriformi (P) verso la opposta superficie della stessa base.
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