ITTO20110035U1 - Dispositivo di sicurezza antiallagamento per elettrodomestici, in particolare macchine di lavaggio - Google Patents

Dispositivo di sicurezza antiallagamento per elettrodomestici, in particolare macchine di lavaggio

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ITTO20110035U1
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Description

TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo del trovato
Il presente trovato si riferisce ad un dispositivo di sicurezza contro perdite di acqua, particolarmente una sicurezza antiallagamento, destinato al collegamento tra un punto di prelievo di una rete idrica ed un apparato utilizzatore di acqua, quale un apparato domestico o un elettrodomestico. Più particolarmente, il trovato è relativo ad un tale dispositivo di sicurezza del tipo che comprende:
- almeno un primo corpo di raccordo definente un primo condotto per l’acqua, il primo condotto avendo un ingresso ed un’uscita che si estendono secondo rispettivi assi longitudinali, l’ingresso del primo condotto essendo previsto per la connessione al punto di prelievo della rete idrica,
- un tubo flessibile interno ed un tubo flessibile esterno impermeabili all’acqua, in cui il tubo interno ha un’estremità prossimale, che è collegata a tenuta all’uscita del primo condotto, ed un’estremità distale che è prevista per la connessione fluidica all’apparato utilizzatore, ed in cui il tubo interno si estende longitudinalmente all’interno del tubo esterno in modo tale per cui tra almeno parte dei due tubi è definita un’intercapedine atta a convogliare verso l’apparato utilizzatore e/o a trattenere al proprio interno eventuale acqua di perdita,
- una disposizione valvolare montata sul primo corpo di raccordo comprendente un organo otturatore, at ta a passare da una posizione di apertura del primo condotto ad una posizione di chiusura del primo condotto a seguito della rilevazione di una perdita di acqua.
Stato della tecnica
Dispositivi di sicurezza per elettrodomestici del tipo indicato sono largamente noti, particolarmente per l’impiego su macchine lavabiancheria e lavastoviglie. Tipicamente, nei dispositivi antiallargamento il tubo interno è destinato a condurre l'acqua da un punto di prelievo della rete idrica all'interno dell’elettrodomestico, mentre il tubo esterno ha la funzione di impedire che eventuale acqua di perdita dal tubo interno possa disperdersi nell'ambiente domestico, provocando un allargamento. Nella maggior parte delle soluzioni note uno dei due corpi di raccordo, tipicamente quello destinato alla connessione al punto di prelievo della rete di alimentazione idrica, è dotato di una disposizione valvolare, includente un otturatore che provvede a chiudere il condotto interno al corpo stesso, nel caso in cui venga rilevata una perdita di acqua.
In una pr ima t ipologia di soluzioni note i l tubo es terno e l’intercapedine sono aperti inferiormente verso l'interno dell’elettrodomestico, dove è previsto un vassoio di raccolta dell'eventuale acqua di perdita. Nell'ambito di tale vassoio è operativo un dispositivo sensore che può essere di tipo elettromeccanico (ad esempio un galleggiante con associato un microinterruttore) oppure meccanico (basato sull'espansione di una spugna anidra, che aumenta di volume al contatto con un liquido). A prescindere dal tipo di sensore, la disposizione è tale per cui, al rilevamento di acqua all'interno del vassoio, il sensore genera un segnale di comando (elettrico, pneumatico o meccanico, a seconda dei casi) che determina la commutazione della disposizione valvolare prevista nel corpo di raccordo, e quindi la chiusura del condotto di afflusso dell’acqua. In tal modo, in presenza di una rottura del tubo interno di adduzione dell'acqua viene evitato l'ulteriore afflusso e quindi il rischio di allagamento. Questi dispositivi di sicurezza hanno il vantaggio di interrompere l'alimentazione di acqua anche nel caso in cui la perdita non sia dovuta ad una rottura del tubo interno, ma piuttosto a guasti di differenti componenti idraulici montati all'interno dell’elettrodomestico.
Sono anche noti dispositivi di sicurezza antiallargamento di una seconda tipologia, più semplici dei precedenti e che non presuppongono una particolare predisposizione dell’elettrodomestico. In questa seconda tipologia di dispositivi l'intercapedine definita fra il tubo interno ed il tubo esterno è sostanzialmente chiusa anche all’estremità inferiore, in modo da poter accumulare l'eventuale acqua di perdita dal tubo interno. I dispositivi di questo tipo basano tipicamente il loro funzionamento sull'impiego di una spugna anidra, che è operativamente disposta in corrispondenza del primo corpo di raccordo, in comunicazione di fluido con l'intercapedine. La spugna anidra è solitamente accoppiata ad un organo di arresto, montato mobile tra una posizione di trattenimento ed una posizione di rilascio dell’otturatore di una valvola meccanica. Quando la spugna è nella sua condizione anidra, il suddetto organo di arresto trattiene l'otturatore nella posizione di apertura del condotto. In caso di una perdita, l’acqua raccolta nell’intercapedine risale sino a giungere a contatto con la spugna, causandone un aumento di volume e quindi uno spostamento dell'organo di arresto verso la posizione di rilascio, in modo tale per cui l'otturatore della valvola possa chiudere il condotto di afflusso dell’acqua.
Dispositivi di sicurezza antiallargamento del tipo precedentemente citato sono noti, ad esempio dalla domanda di brevetto tedesco DE-A-3618258 a nome della Richiedente, sul quale si basa il preambolo della rivendicazione 1.
Scopo e sintesi del trovato
Nei dispositivi di sicurezza antiallagamento secondo la tecnica nota, indipendentemente dalla loro tipologia, il corpo di raccordo destinato alla connessione al punto di prelievo alla rete idrica, ovvero quello includente la disposizione valvolare, è configurato in modo tale per cui i relativi ingresso ed uscita siano disposti sostanzialmente coassiali o secondo assi sostanzialmente paralleli tra loro. Il condotto interno al corpo di raccordo previsto per la connessione all’elettrodomestico può essere rett i l ineo oppure -particolarmente nel caso di sicurezze con intercapedine chiusa all’estremità inferiore - includere due porzioni assialmente estese che sono perpendicolari tra loro.
A scopo esemplificativo, la figura 1 illustra in modo schematico un dispositivo di sicurezza antiallagamento prodotto dalla Richiedente (codice 10.0269), la cui parte superiore è realizzata secondo la rivendicazione 1 del brevetto tedesco DE-C-3743842; la figura 2 illustra in scala ingrandita il relativo corpo di raccordo destinato alla connessione al punto di prelievo della rete idrica.
Il disposit ivo, indicato nel complesso con 100, comprende essenzialmente due parti di estremità 102 e 103 ed una parte intermedia 104. La parte di estremità superiore 102 è destinata al collegamento idraulico, nonché meccanico, ad idoneo punto di prelievo della rete idrica, quale un rubinetto, non rappresentato, mentre la parte inferiore 103 è destinata al collegamento idraulico e meccanico all'elettrodomestico, pure non rappresentato.
La parte superiore 102 comprende un primo corpo di raccordo 120, in seguito definito “corpo valvola”, una ghiera 111 per il collegamento al punto di prelievo dell’acqua ed un corpo di involucro 112, accoppiato a tenuta superiormente alla parte superiore del corpo valvola 120 e nel quale viene convogliata l’acqua di perdita.
La parte inferiore 103 include un secondo corpo di raccordo 113 con associata una relativa ghiera 114 per il collegamento all'elettrodomestico, nonché alcuni ulteriori componenti di fissaggio e tenuta rispetto alla porzione intermedia 104, che comprendono una boccola o anello di bloccaggio 115. La parte intermedia 104 consta essenzialmente di un tubo esterno 116, particolarmente un tubo corrugato, entro il quale si estende un tubo interno a superficie liscia, visibile parzialmente in figura 2, dove è indicato con 117. Il diametro esterno massimo del tubo interno 117 è minore del diametro interno minimo del tubo esterno 116, cosicché tra di essi risulti definita un’intercapedine anulare.
Come si vede particolarmente in figura 2, il corpo valvola 120 include una porzione di ingresso 121 assialmente estesa a cui è associata la ghiera 111. Il corpo valvola 120 ha poi una porzione di uscita, non visibile in quanto racchiusa entro l’involucro 112, alla quale è fissata a tenuta un’estremità prossimale del tubo interno 117, l’estremità prossimale del tubo esterno 116 essendo invece accoppiata a tenuta alla parte inferiore dell’involucro 112. Nel caso del dispositivo 100 di tipo noto il corpo valvola 120 definisce un condotto - che si estende tra l’ingresso e l’uscita citati - lungo i quali operano mezzi valvolari di tipo meccanico, azionabili da una spugna anidra. Tale condotto presenta due porzioni di estremità, una superiore o d’ingresso (che si estende in parte internamente alla porzione 121) ed una porzione inferiore o d’uscita (alla quale è collegata l’estremità prossimale del tubo interno 117) che si estendono in direzioni sostanzialmente parallele tra loro.
Nel caso del dispositivo noto in esame, le due suddette porzioni di estremità del condotto sono leggermente sfalsate ed unite assialmente su di una rispettiva parte laterale (si veda, a riferimento, la figura 2 di DE-C-3743842; per simili soluzioni note si vedano a titolo di esempio anche EP-A-555679 ed EP-A-609842).
Questo tipo di configurazione dell’ingresso e dell’uscita del corpo valvola 120 determina, in talune condizioni di installazione, alcuni in convenienti di natura pratica, ad esempio quando un attacco filettato della rete idrica - alla quale deve essere fissata la ghiera 111 - si estende orizzontalmente, oppure quando il suddetto attacco si estende verticalmente ma le condizioni di installazione dell’elettrodomestico impongono che la parte intermedia 104 del dispositivo 100 debba essere posizionata sostanzialmente orizzontalmente o trasversalmente tra tale attacco e l’elettrodomestico. Si consideri ad esempio che, in caso di montaggio su di un tale attacco verticale, la parte intermedia 104 del dispositivo 100 deve poi essere curvata per estendersi trasversalmente, e questo comporta tipicamente una riduzione della lunghezza utile del tubo dovuta alla curvatura (che, come sarà chiarito in seguito, non può essere troppo stretta). Tale condizione è tipica nel caso di una lavabiancheria o di una lavastoviglie, dove la sicurezza è tipicamente collegata ad un rubinetto che si trova a fianco della macchina, per poter essere accessibile all’utente, o ancora più sfavorevolmente nel caso di macchine di lavaggio da incasso, dove tale rubinetto è tipicamente ben più distante (ad esempio tipicamente sotto il lavello della cucina).
Queste situazioni di istallazione determinano un ingombro accresciuto del dispositivo 100 e, soprattutto, delle pieghe significative del tubo interno di adduzione dell’acqua. In caso di curvatura, il tubo interno tende piegarsi o schiacciarsi su sé stesso, determinando una riduzione della sezione di passaggio per il liquido. Una piega o uno schiacciamento locale può anche determinare pressioni eccessive nel tubo interno di caricamento dell’acqua, non direttamente rilevabili dall’utilizzatore ma potenzialmente nocive sia per l’integrità del dispositivo che per il corretto funzionamento dell’elettrodomestico.
Il presente trovato si propone essenzialmente di risolvere i suddetti inconvenienti della tecnica nota, tramite un dispositivo di sicurezza antiallagamento di realizzazione semplice ed economica, nonché di funzionamento preciso ed affidabile. Questi ed ad altri scopi ancora, che risulteranno maggiormente chiari in seguito, sono raggiunti secondo il presente trovato da un dispositivo di sicurezza avente le caratteristiche indicate nella rivendicazione 1. Caratteristiche preferenziali sono indicate nelle sotto-rivendicazioni. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione al trovato.
In sintesi, secondo il trovato, in un dispositivo di sicurezza come indicato all’inizio l’asse dell’ingresso del condotto del primo corpo di raccordo si estende in una direzione trasversale rispetto all’asse dell’uscita dello stesso condotto. Preferibilmente, l’asse del detto ingresso e l’asse della detta uscita formano tra loro un angolo compreso tra 90° e 135°, preferibilmente compreso tra 90° e 115°. Nella forma di attuazione del trovato al momento ritenuta preferenziale, gli assi suddetti sono sostanzialmente ortogonali tra loro.
Grazie a tale disposizione, l’ingresso del primo corpo di raccordo risulta angolato rispetto all’uscita, e quindi rispetto all’estremità prossimale del tubo interno di caricamento dell’acqua: ciò consente di ridurre le piegature del tubo interno nei casi in precedenza citati. Tale disposizione consente anche di montare il primo corpo di raccordo su attacchi idrici disposti orizzontalmente, con ingombri comparativamente molto ridotti rispetto alla tecnica nota. La soluzione proposta consente poi di ridurre l’ingombro complessivo del primo corpo di raccordo, particolarmente quando questo include una disposizione valvolare.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue, effettuata con riferimento ai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, nei quali:
- le figure 1 e 2 sono viste schematiche in elevazione laterale, una complessiva e una parziale ingrandita, rispettivamente, di un dispositivo di sicurezza antiallagamento di tipo noto;
- le figure 3 e 4 sono viste prospettiche da diverse angolazioni di un dispositivo di sicurezza antiallagamento in accordo ad una possibile forma di attuazione del presente trovato;
- le figure 5, 6, 7, e 8 sono viste schematiche che pongono a confronto un dispositivo secondo le figure 1 e 2 con il dispositivo delle figure 3 e 4, in diverse configurazioni di installazione;
- la figura 9 è una vista schematica che pone a confronto il corpo valvola di un dispositivo secondo le figure 1 e 2 con il corpo valvola di un dispositivo secondo le figure 3 e 4;
- le figure 10 e 11 sono viste in prospettiva, in diverse angolazioni, di un primo corpo di raccordo, o corpo valvola, di un dispositivo realizzato in accordo ad una possibile forma di attuazione del trovato;
- la figura 12 è una vista in pianta dall'alto del corpo valvola delle figure 10 e 11;
- le figure 13 e 14 sono una vista prospettica ed una vista in pianta dall'alto di un organo di tenuta destinato al montaggio sul corpo valvola delle figure 10 e 11;
- la figura 15 è una vista prospettica di un corpo di involucro del corpo valvola delle figure 10 e 11;
- la figura 16 è una vista esplosa di una porzione di un dispositivo secondo il trovato;
- la figura 17 è una vista prospettica della porzione di figura 16, in condizione parzialmente assemblata;
- la figura 18 è una vista simile a quella di figura 17, ma con il corpo valvola ed alcuni elementi ad essa associati parzialmente sezionati.
Descrizione particolareggiata di forme di attuazione preferite del trovato
Il riferimento ad “una forma di attuazione” all’interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione è compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, i termini “in una forma di attuazione” e simili, presenti in diverse parti all’interno di questa descrizione, non sono necessariamente tutti riferiti alla stessa forma di attuazione. Inoltre, le particolari configurazioni, strutture o caratteristiche possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione, anche diverse da quelle esemplificate. I riferimenti utilizzati nel seguito sono soltanto per comodità e non definiscono l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione.
Si precisa che nel seguito della presente descrizione e delle allegate rivendicazioni verrà fatto riferimento solo per semplicità a perdite di un fluido o acqua dal tubo interno del dispositivo, dovute ad esempio a rotture di quest’ultimo, intendendosi però ricompreso il caso di perdite di un fluido o acqua che si verificano in altre parti del dispositivo anche in assenza di una rottura del tubo interno (ad esempio un trafilamento di acqua tra il tubo interno ed il corpo valvola o il secondo corpo di raccordo, a causa di un cedimento di relativi mezzi di tenuta).
Nelle figure 3 e 4, con 1 è indicato nel suo complesso un dispositivo di sicurezza antiallagamento secondo un possibile forma di attuazione del presente trovato. Nell’esempio, il dispositivo 1 è del tipo provvisto di una intercapedine chiusa anche all'estremità inferiore, e che quindi non presuppone alcuna particolare predisposizione di un elettrodomestico. Si noti in ogni caso che il trovato è suscettibile di applicazione anche al caso di dispositivi in cui il tubo esterno e l’intercapedine sono aperti inferiormente, verso l’interno dell’elettrodomestico.
Come da tecnica nota, il dispositivo 1 comprende due parti di estremità 2 e 3 ed una parte intermedia 4, dove la parte superiore 2 è destinata al collegamento idraulico, nonché meccanico, ad idoneo punto di prelievo della rete idrica, quale un attacco idraulico, non rappresentato, mentre la parte inferiore 3 è destinata al collegamento idraulico e meccanico all'elettrodomestico, pure non rappresentato. Si consideri che la suddetta parte inferiore 3 può anche essere assente, ad esempio nel caso di un’intercapedine aperta all’estremità distale, ovvero inferiormente (le estremità dei distali del tubo interno e/o del tubo esterno potrebbero quindi essere collegate direttamente all’apparato utilizzatore, senza una parte inferiore 3).
La parte superiore 2 comprende un primo corpo di raccordo 20 o corpo valvola, a cui sono associate una disposizione valvolare, mezzi di tenuta in seguito descritti, primi mezzi di collegamento 11 - quale una ghiera filettata -per il collegamento al suddetto attacco idraulico ed un corpo di involucro 12, che racchiude almeno parzialmente il corpo valvola 20. La parte inferiore 3 include un secondo corpo di raccordo 13 con associati relativi secondi mezzi di collegamento 14 - quali una ghiera filettata - per il collegamento all'elettrodomestico, nonché alcuni ulteriori componenti di fissaggio e tenuta rispetto alla porzione intermedia 4, di tipologia in sé nota, e che comprendono di preferenza una boccola o anello di bloccaggio 15. La parte intermedia 4 consta essenzialmente di un tubo interno, non visibile nelle figure 3 e 4, e di un tubo esterno 16, quale un tubo in materiale termoplastico. Nella forma di attuazione non limitativa illustrata, il tubo esterno 16 è un tubo corrugato o a parete ondulata, ovvero con una parete sostanzialmente cilindrica che definisce un’alternanza di creste ed avvallamenti, preferibilmente anulari e/o paralleli tra loro e/o disposti secondo una serie regolare; la parete del tubo esterno 16 potrebbe peraltro avere un avvallamento ed una cresta continua, con un andamento a spirale, o altra forma atta allo scopo. Nell'esempio qui descritto, il tubo interno - indicato con 17 nelle le figure 9, 16 e 18 - è preferibilmente un tubo cilindrico a superficie liscia, quale un tubo in materiale termoplastico o in elastomero, ma tale conformazione non deve essere intesa come limitativa, in quanto anche il tubo interno 17 potrebbe essere di tipo corrugato, ad esempio con forme del tipo descritto per il tubo esterno 16. Di preferenza, il diametro esterno massimo del tubo interno 17 è minore del diametro interno minimo del tubo esterno 16, in modo che tra di essi risulti definita un’intercapedine anulare, indicata con 18 nelle figure 16 e 18.
Come si nota, nell’esempio non limitativo illustrato, l’ingresso del corpo valvola, comprensivo della ghiera 11, è orientato a circa 90° rispetto all’uscita del corpo valvola, qui non visibile ma comunque sostanzialmente parallela o coassiale allo sviluppo illustrato del tubo esterno 16, e quindi sono orientati a circa 90° rispetto all’estremità prossimale del tubo interno 17 di caricamento dell’acqua.
Come risulterà chiaro in seguito, in una forma di attuazione preferita, tale disposizione è resa possibile dal fatto che il condotto interno del corpo valvola comprende una prima ed una seconda porzione di condotto che si estendono assialmente in direzioni trasversali o angolate tra loro, preferibilmente in direzioni sostanzialmente ortogonali tra loro, con l’ingresso e l’uscita del corpo di raccordo - ovvero di tale condotto interno - che sono definiti, rispettivamente, all’estremità di ingresso della prima porzione di condotto ed all’estremità di uscita della seconda porzione di condotto.
In figura 5 sono messi a confronto un dispositivo noto 100 ed un dispositivo 1 secondo il trovato, in una medesima prima condizione di installazione. In particolare, in tale figura con R è indicato schematicamente un punto di prelievo di una rete idrica, e particolarmente un attacco idraulico avente una porzione terminale filettata R’ orientata verticalmente o perpendicolare rispetto ad una relativa parete, non rappresentata, quale la tipica configurazione di un rubinetto fissato nella parete di un’abitazione. Nella condizione di installazione illustrata, inoltre, l’elettrodomestico con il relativo attacco idraulico (non rappresentato), al quale debbono essere connessi i corpi di raccordo 113 e 13, si trova posizionato a sinistra rispetto all’attacco R (si noti che in figura 5 i corpi 113 e 13, con le relative ghiere 114 e 14, sono orientate verso il basso solo per esigenze di rappresentazione; nella condizione di effettiva installazione i corpi di raccordo saranno rivolti con le ghiere rivolte frontalmente, verso l’osservatore del foglio di figura 5).
Si supponga che l’elettrodomestico in questione sia una macchina di lavaggio, quale una lavabiancheria o una lavastoviglie.
Come si evince, con un tale tipo di installazione, il dispositivo noto 100 impone una piega significativa al tubo esterno, e quindi al tubo interno non visibile, con gli inconvenienti precedentemente citati. Grazie alla particolare realizzazione del suo corpo valvola 20, invece, il dispositivo 1 secondo il trovato può essere installato in assenza di significative pieghe dei suoi tubi. Naturalmente, per quanto la figura illustri un orientamento perfettamente orizzontale del tubo esterno, e quindi anche del tubo interno, nella pratica i due tubi potranno eventualmente essere inclinati diversamente, ad esempio dall’alto verso il basso, a partire dal corpo valvola verso l’elettrodomestico: si apprezzerà comunque che il collegamento potrà essere ottenuto in assenza di significative piegature dei tubi stessi. Inoltre, a parità di lunghezza dei dispositivi di sicurezza 1 e 100, il dispositivo 1 secondo l’invenzione consente un collegamento con apparati ubicati ad una distanza maggiore rispetto ad un dispositivo 100 secondo l’arte nota, stante l’assenza delle curvatura della porzione intermedia 4.
La figura 6 illustra una condizione di installazione simile a quella di figura 5, ma con le parti inferiori di raccordo 103 e 3 differentemente orientate (anche in questo caso, si consideri a titolo meramente esemplificativo la diposizione illustrata dei corpi 113 e 13 con le relative ghiere 114 e 14).
Le figure 7 e 8 mettono a confronto un dispositivo noto 100 ed un dispositivo 1 secondo il trovato, in una medesima seconda condizione d’installazione. In particolare è illustrato il caso di installazione ad un attacco idraulico R il cui tratto terminale R’ si estende sostanzialmente in orizzontale, ovvero ortogonale ad una relativa parete dell’ambiente di installazione. E’ immediato rilevare dalla figura 7 come, anche in questo caso, il tipo di realizzazione del dispositivo noto 100 imponga una piegatura significativa dei relativi tubi, del tutto assente nel caso del dispositivo 1 secondo il trovato. Si apprezzerà anche che tale piegatura determina anche un ingombro operativo accresciuto del dispositivo noto 100 e che, a parità di distanza tra l’attacco R ed il relativo raccordo dell’elettrodomestico, la lunghezza dei tubi del dispositivo 1 secondo il trovato può essere inferiore rispetto a quella necessaria per il dispositivo noto 100 (o, viceversa, a parità di lunghezza dei dispositivi di sicurezza 1 e 100, con il dispositivo 1 secondo il trovato è possono collegare apparati più distanti). Questi vantaggi sono ancora più immediatamente rilevabili dalla figura 8, nella quale il dispositivo noto 100 è rappresentato in primo piano rispetto al dispositivo 1 (la cui parte superiore 2 è quindi solo parzialmente visibile).
Si noti altresì che, nel caso di un collegamento ad un apparecchio ad incasso (ad esempio in un mobile di una cucina), dove lo spazio è estremamente ridotto, in particolare lo spazio posteriore, non sarebbero possibili collegamenti del dispositivo noto 100 del tipo indicato nelle figure 7 e 8).
La figura 9 pone a confronto le parti superiori 102 e 2, rispettivamente del dispositivo noto 100 e di un dispositivo 1 secondo il trovato, particolarmente realizzato secondo gli insegnamenti in seguito descritti con riferimento alle figure 10-18. La figura pone in evidenza parte degli ingombri caratteristici in un caso di installazione del tipo di cui alle figure 7 e 8, ovvero ad un attacco R con tratto terminale orizzontale. Si apprezza come l’ingombro orizzontale S della parte 2 del dispositivo 1 sia nettamente inferiore rispetto alla parte 102 del dispositivo noto 100 (e senza contrare l’ulteriore ingombro determinato dalla marcata piegatura dei tubi nel caso del dispositivo noto -vedere figure 7 e 8). Si apprezza anche come l’ingombro verticale V delle parti 2 e 102 sia sostanzialmente simile per i due dispositivi.
Ancora più particolarmente, nel dispositivo codice 10.0269 attualmente commercializzato dalla Richiedente, le quote S e V sono di circa 100 e 67 mm, rispettivamente; prototipi perfettamente funzionanti del dispositivo 1 secondo il trovato, testati dalla Richiedente nel proprio reparto interno di prova, avevano ingombri S e V di circa 73 e 66 mm, rispettivamente (l’ingombro massimo in pianta dei due dispositivi è sostanzialmente il medesimo, di circa 40 mm).
A mero scopo esemplificativo, nelle figure 10-18 è illustrata una possibile forma di attuazione di un dispositivo 1 secondo il trovato, nel quale l’azionamento della relativa disposizione valvolare è comandato in modo pneumatico o idraulico. Il trovato, in ogni caso, è applicabile anche al caso di dispositivi di sicurezza aventi una diposizione valvolare azionata meccanicamente, ad esempio mediante una spugna anidra, o ancora una disposizione valvolare includente mezzi azionati elettricamente.
Nelle figure 10-12 è illustrato, con viste diverse, un corpo valvola 20, che è preferibilmente formato di materiale termoplastico stampato a iniezione e nel quale possono essere essenzialmente identificate due porzioni sostanzialmente tubolari 21 e 22 - in seguito definite porzione di ingresso e porzione di uscita, rispettivamente - che nell’esempio sono tra loro ortogonali. Le due porzioni 21 e 22 includono rispettivi tratti 23a, 23b di un condotto interno 23 per l’acqua e sono raccordate in corrispondenza di una porzione di corpo intermedia 24, all'interno dalla quale i due suddetti tratti di condotto si intersecano. La porzione 21 definisce un ingresso 25 del corpo valvola 20, in prossimità del quale è formata almeno una flangia; nell’esempio illustrato sono previste due formazioni a flangia anulare esterne 26, per il montaggio in modo noto di una ghiera 11 (figure 3-4). Nella forma di attuazione esemplificata, inoltre, la superficie esterna della porzione di ingresso 21 comprende un tratto 27a rastremato verso la porzione intermedia 24 che, unitamente ad una ulteriore formazione a flangia 27b, realizza una sorta di sede 27, destinata a cooperare con un corpo di involucro 12, come risulterà in seguito.
La porzione di uscita 22, che definisce un’uscita 28 del corpo valvola 20, presenta, in una sua regione superiore, una serie di rilievi assiali 29, utili ai fini del rinforzo del corpo 20 e/o eventualmente per il posizionamento di mezzi di tenuta, in seguito descritti.
Una regione inferiore generalmente cilindrica della porzione di uscita 22 presenta esternamente degli elementi di accoppiamento 22a, quale una serie di denti o rilievi anulari di ritegno, per l’accoppiamento con una regione di ingresso o estremità prossimale del tubo interno del dispositivo, indicato con 17 in figura 16. Tra tale regione inferiore e l’estremità inferiore dei rilievi 29 è definita una zona di tenuta della porzione 22, preferibilmente di sezione circolare, indicata con 22b.
Nella porzione intermedia 24 del corpo valvola 20, e particolarmente nella sua zona superiore (con riferimento alle figure), è definita una cavità o alloggiamento 30 sostanzialmente a forma di coppa che - unitamente ad un elemento mobile o deformabile in seguito descritto - realizza una camera di comando. Nell’esempio, all'estremità superiore della cavità 30 il corpo valvola 20 è conformato per definire una sede anulare 31, destinata ad alloggiare almeno il bordo periferico del suddetto elemento mobile, particolarmente un elemento elasticamente deformabile, quale una membrana. Lungo il bordo esterno della formazione che definisce la sede 31 sono previste sedi di aggancio 32, destinate all’accoppiamento con agganci o denti di un coperchio, anch'esso in seguito descritto.
In una regione generalmente centrale della cavità 30 è prevista una sede assialmente estesa 33, per un organo di arresto in seguito descritto. Tale sede 33 si estende nella direzione assiale del tratto verticale 23b del condotto 23, interno alla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20, preferibilmente coassiale ad esso. Dalla figura 11 è possibile notare come, all'interno della porzione 21 e del relativo tratto orizzontale 23a del condotto 23, si estenda una porzione massiva di corpo, indicata con 34, nella quale è definita una sede di scorrimento 35 per lo stelo di un organo otturatore, come sarà in seguito descritto. Come precedentemente accennato, i due tratti 23a, 23b del condotto 23 che si estendono nelle porzioni 21 e 22 si intersecano tra loro in corrispondenza della porzione di corpo 24: stante la presenza della formazione 34, nella zona di intersezione, il tratto di condotto interno alla porzione di ingresso 21 ha sostanzialmente sagoma a semi-anello.
Dalla figura 10 si nota come, nella porzione intermedia 24, sia previsto un attacco o raccordo 37, che si estende assialmente in direzione generalmente parallela alla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20. In tale attacco 37 si estende un passaggio assiale 38, visibile in figura 12, che si apre sull'interno della cavità 30.
Di preferenza, tra il tubo esterno del dispositivo 1 ed il corpo valvola 20 sono operativamente interposti mezzi di tenuta. Più in particolare, e come risulterà maggiormente chiaro in seguito, questi mezzi realizzano una tenuta tra una superficie del corpo valvola 20, ed in particolare la superficie esterna 22b della sua porzione di uscita 22, ed almeno una superficie del tubo esterno - indicato con 16 in figura 16 - ed in particolare una sua superficie interna.
Nella forma di attuazione esemplificata nelle figure 13 e 14, i suddetti mezzi di tenuta comprendono un organo di tenuta di forma complessivamente anulare o tubolare, indicato con 40, che in seguito verrà definito per semplicità “guarnizione”, il cui corpo è formato con un materiale elasticamente cedevole, preferibilmente un elastomero. La guarnizione 40 comprende almeno una porzione o superficie di accoppiamento e/o tenuta rispetto al corpo valvola 20 ed almeno una porzione o superficie di accoppiamento e/o tenuta rispetto al tubo esterno 16.
Nella guarnizione 40 si individuano, sempre con riferimento alle figure, una porzione superiore 41, una porzione intermedia 42 ed una porzione inferiore 43. Dalla porzione superiore 41 si eleva una parte tubolare 44, la cui cavità prosegue all'interno del corpo della guarnizione 40 per formare un passaggio di collegamento 45, aprentesi sostanzialmente in corrispondenza della porzione inferiore 43.
La porzione tubolare 44 può sporgere radialmente dal profilo esterno principale della porzione superiore 41, come nel caso esemplificato, il che risulta utile ai fini dell’accoppiamento con il raccordo 37. Sempre di preferenza, il diametro o le dimensioni perimetrali del corpo della guarnizione 40 sono essenzialmente decrescenti dalla porzione superiore 41 verso la porzione inferiore 43, il che facilita in particolare l’accoppiamento a fini di tenuta tra il corpo valvola 20 ed il tubo esterno 16.
Come apprezzabile particolarmente dalla figura 14, dalla faccia superiore della porzione 41 si dipartono sedi, particolarmente in forma di scanalature o rientranze assiali 46, definite attorno al passaggio centrale 40a della guarnizione 40 e che si estendono eventualmente per un breve tratto anche nella porzione intermedia 42.
La guarnizione 40 è destinata ad essere innestata dal basso sulla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20 delle figure 10-11, con le rientranze 46 che ricevono, preferibilmente con interferenza elastica, i rilievi assiali 29 della suddetta porzione 22 del corpo valvola 20, anche al fine di garantire un preciso posizionamento relativo fra le parti. Nella condizione montata della guarnizione 40, inoltre, l'attacco 37 del corpo valvola 20 risulta innestato a tenuta nella porzione tubolare 44 della guarnizione, come ben visibile ad esempio in figura 18.
Tornando alle figure 13 e 14, il corpo della guarnizione 40 ha, preferibilmente nella sua porzione intermedia 42, forma e dimensioni tali da determinare un accoppiamento a tenuta rispetto al tubo esterno 16, quale un corrugamento superficiale esterno atto all’accoppiamento a tenuta elastica con il corrugamento del tubo 16. Naturalmente, essendo il corpo della guarnizione 40 in materiale elastico, le creste e gli avvallamenti del corrugamento della porzione intermedia 42 possono essere leggermente più grandi, ovvero avere una dimensione o diametro maggiore, di quelle del corrugamento del tubo esterno 16, o del suo diametro interno.
In una forma di attuazione il corpo della guarnizione 40 ha, preferibilmente nella sua porzione interna o passaggio centrale 40a, forma e dimensioni tali da determinare un accoppiamento a tenuta elastica rispetto al corpo valvola 20, quale un diametro o dimensione minore rispetto al diametro o dimensione della superficie 22b della porzione di uscita 22 del corpo valvola 20.
In ogni caso, la disposizione è tale per cui, dopo il montaggio della guarnizione 40 sul corpo valvola 20, una porzione di estremità prossimale del tubo esterno 16 può essere calzata con interferenza elastica rispetto ad una porzione della guarnizione 40, in particolare sulla porzione intermedia 42 della stessa guarnizione, in modo da ottenere un accoppiamento sostanzialmente di forma o complementare tra le parti.
Con particolare riferimento alla figura 17, in una forma di attuazione, nella faccia periferica della porzione superiore della guarnizione 40 sia prevista anche un’apertura ausiliaria 47, che realizza l'imbocco di un passaggio ausiliario, anch'esso aprentesi in corrispondenza della porzione inferiore 41 della guarnizione 40, non visibile in figura 13. Si noti che la porzione inferiore 43 della guarnizione 40 è, in uso, affacciata verso l'interno dell'intercapedine anulare definita fra il tubo esterno 16 ed il tubo interno del dispositivo di sicurezza, come si vede ad esempio in figura 18, dove l’intercapedine è indicata con 18. L'apertura 47 con il relativo passaggio ausiliario, quando previsti, sono utilizzabili per collaudare il dispositivo 1 in fase produttiva.
Come detto, in uso, la guarnizione 40 viene innestata sulla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20 e fatta scorrere su di essa sino a produrre l'impegno tra i rilievi assiali 29 (figura 10) e le rientranze 46 (figura 14), nonché l’impegno della zona di tenuta 22b del corpo valvola 20 con la porzione inferiore del passaggio 40a della guarnizione 40; la suddetta zona 22b e la relativa porzione di tenuta del passaggio 40a hanno profilo almeno approssimativamente circolare, o comunque preferibilmente privo di rilievi ed avvallamenti, al fine di garantire una tenuta radiale ottimale. A seguito di tale montaggio, come visibile in figura 18, nella porzione tubolare 44 della guarnizione 40 risulta innestata l’estremità inferiore dell'attacco 37 della porzione intermedia 24 del corpo valvola 20.
In tal modo, come si intuisce, la cavità 30 risulta in comunicazione di fluido, tramite il passaggio 38 di figura 12, con il passaggio 45 della guarnizione 40 (vedere figure 14-15), e quindi con l’intercapedine 18 tra i due tubi. Secondo una variante non raffigurata, il raccordo 37 ed il passaggio 38 possono anche attraversare interamente il passaggio 45 della guarnizione 40, sino all’intercapedine, essendo a tal fine opportunamente sagomati.
Dalla figura 17 si nota altresì come, nella condizione montata della guarnizione 40 sul corpo valvola 20, l'apertura ausiliaria 47 risulti direttamente rivolta verso l'esterno, ossia radialmente rispetto all’asse della guarnizione 40 o del corpo valvola 20.
In figura 15 è mostrato in maggior dettaglio il corpo di involucro 12, in seguito definito per semplicità “involucro", destinato a racchiudere parzialmente al proprio interno il corpo valvola 20, nonché la guarnizione 40 con l’associata porzione del tubo esterno 16. L’involucro 12 è preferibilmente realizzato in materiale termoplastico o un materiale almeno in parte elastico.
Nella forma di attuazione esemplificata, l’involucro 12 è configurato in un pezzo unico che definisce due semigusci 50 e 51 generalmente concavi, uniti tra loro da una porzione intermedia 52 che realizza una cerniera elastica. Si noti che, in possibili varianti di attuazione, l’involucro 12 può essere formato in due o più parti distinte tra loro, rese poi solidali, ad esempio tramite rispettivi agganci o viti, o tramite saldatura.
Lungo il bordo dei semigusci 50, 51 opposti alla porzione a cerniera 52 sono definite due prime sedi o incavi 53 a profilo sostanzialmente semicircolare; similmente, nella porzione inferiore di ciascun semiguscio 50, 51, sono definiti due seconde sedi o incavi 54, anch'essi aventi profilo sostanzialmente semicircolare. In tal modo, a seguito della chiusura di un semiguscio sull'altro, nel corpo di involucro 12 risultano definiti due passaggi circolari, uno laterale ed uno inferiore, i cui assi centrali sono sostanzialmente ortogonali tra loro. In corrispondenza degli incavi laterali 53 il profilo del bordo dei semigusci è conformato per definire un rilievo o dente semicircolare 55; i due denti 55, nella condizione assemblata del dispositivo 1, si accoppiano con la sede 27 di figura 10 (si veda anche la figura 17), onde garantire un posizionamento certo e centrato del corpo di involucro 12 rispetto alla porzione di ingresso 21 del corpo valvola 20 (preferibilmente grazie all'interazione tra il piano inclinato definito dai denti 55 e il piano inclinato definito dalla parte rastremata della sede 27 di figura 10 o 17). I denti 55 possono eventualmente operare in tenuta rispetto al corpo valvola 20 e/o la sede 27; tra gli incavi laterali 53 ed il corpo valvola 20 potrebbero all’occorrenza essere previsti ulteriori elementi di tenuta, non raffigurati. Il bordo dei semigusci 50, 51 che definisce gli incavi inferiori 54 è generalmente rastremato, onde realizzare almeno un rilievo 56 semicircolare, atto ad impegnarsi in uno degli avvallamenti del corrugamento del tubo esterno 16. Dalla faccia interna dei semigusci 50, 51 si elevano simili rilievi 56, atti all’impegno con altri avvallamenti del corrugamento del tubo 16, come ben visibile in figura 17. In tal modo, nella condizione assemblata, il corpo valvola 20 risulta accoppiato con precisione da un punto di vista meccanico rispetto al tubo esterno 16. I rilievi 56 possono eventualmente anche operare in tenuta rispetto al tubo esterno 16 (ad esempio i rilievi 56 possono essere rigidi e premuti a tenuta su un tubo esterno 16 cedevole elasticamente; tra i rilievi 56 ed il tubo 16 possono eventualmente essere previsti ulteriori elementi di tenuta, non raffigurati).
Nella porzione di sommità dei semigusci 50, 51, nel relativo bordo sono definiti due incavi semicircolari 57, che realizzano una finestra di ispezione, per le finalità in seguito descritte. Di preferenza, ma non necessariamente, tale finestra include anche un elemento di chiusura trasparente o spia, indicato con 58.
In varianti di attuazione non illustrate, ulteriori elementi di tenuta possono essere associati o ricavati di pezzo con i semigusci 50 e/o 51, in particolare al fine di definire almeno una reciproca tenuta e/o una tenuta rispetto ad almeno uno tra il corpo valvola 20, il tubo esterno 16 e l’elemento 58.
Ancora con riferimento alla figura 15, sempre nella parte interna dei semigusci 50 e 51, oltre ad eventuali altri rilievi destinati a cooperare con superfici esterne del corpo valvola 20, è prevista un’appendice 59 assialmente estesa, di forma preferibilmente cilindrica, che costituisce un elemento di chiusura dell'apertura ausiliaria 47 della guarnizione 40 (figura 17). Nella condizione assemblata del corpo di involucro 12, ossia con i due semigusci 50, 51 chiusi l'uno sull'altro e con interposto il corpo valvola 20 sul quale è montata la guarnizione 40, l'appendice 59 si insinua con interferenza elastica nell'apertura ausiliaria 47, tappandone il relativo passaggio. In una variante, le funzioni dell’appendice 59 sono svolte da un differente elemento di chiusura, distinto dall’involucro 12 ma comunque atto a chiudere l'apertura ausiliaria 47 (quale ad esempio una sfera inserita in modo forzato nell’apertura 47, con quest’ultima preferibilmente sagomata per trattenere la sfera in posizione e determinare una rispettiva tenuta idraulica, pneumatica e meccanica).
In uno dei due semigusci, nell’esempio il semiguscio 50, sono previsti seconde appendici o pioli 60, destinati all’innesto in relative sedi 61, previste in posizioni omologhe sull'altro semiguscio, qui il semiguscio 51. Uno dei due semigusci, preferibilmente il semiguscio che presenta le sedi 61, presenta -lungo il suo bordo - una pluralità di agganci 62, qui conformati a dente elastico, destinati all'impegno in rispettive sedi 63 previste in posizioni omologhe sull'altro semiguscio.
In figura 17 è visibile una condizione parzialmente assemblata della porzione superiore 2 del dispositivo 1, con l'involucro 12 aperto. Si nota l’interferenza tra i rilievi 56 del semiguscio 51 dell'involucro 12 con il corrugamento del tubo esterno 16, nonché il posizionamento della guarnizione 40 relativamente allo stesso tubo esterno 16, ovverosia con le relative porzioni intermedia ed inferiore che sono all'interno della regione di estremità prossimale del tubo; dalla figura in questione si nota altresì come l'apertura ausiliaria 47 risulti in una posizione tale da poter essere tappata dall’appendice 59, quando i due semigusci vengono richiusi l’uno sull’altro.
La figura 16 illustra, con una vista esplosa, componenti associati al corpo valvola 20. In tale figura, con 11 viene indicata la già citata ghiera, dotata di madrevite, che realizza parte dell’ingresso del corpo valvola, costituendo un’interfaccia per il collegamento meccanico ed idraulico del corpo 20 ad un punto di prelievo della sorgente del fluido, quale l’attacco idrico precedentemente indicato con R. Come detto, la ghiera 11 è di concezione nota nel settore, così come le sue modalità di ancoraggio rispetto al corpo valvola 20.
Con 70 è indicato un organo filtrante, atto a realizzare una filtrazione del fluido in ingresso al dispositivo 1, assemblato sul corpo 20 grazie alla ghiera 11: anche tale organo è di tipologia in sé nota nel settore. Il componente indicato con 71 è un organo diffusore, atto ad indirizzare il fluido in ingresso al dispositivo 1; anche tale organo è di concezione generalmente nota, ma è qui adattato per cooperare con lo stelo di un organo otturatore facente parte della disposizione valvolare del dispositivo 1. Eventualmente, a monte o a valle del diffusore 71 può essere previsto un regolatore di flusso, ad esempio del tipo a membrana deformabile sono la pressione dell’acqua in ingresso. Il citato organo otturatore, in seguito definito per semplicità “otturatore”, è indicato nel complesso con 72 e consta essenzialmente di uno stelo 73, assialmente esteso, in una zona intermedia del quale è previsto un elemento otturatore 74, definente in una sua parte intermedia una sede anulare 75 per un anello di tenuta 76. La porzione dello stelo 73 che sporge dall'elemento 74 in direzione del diffusore 71 è, nella condizione assemblata, inserito con possibilità di scorrimento in una sede assiale 71a del diffusore stesso, nella quale è inoltre alloggiata una molla 77, che realizza un mezzo accumulatore di energia meccanica atto a sollecitare costantemente l'otturatore 72 verso la rispettiva posizione chiusa, come risulterà in seguito.
Con 78 è indicata una boccola di guida per lo stelo 73, mentre con 79 sono indicati due anelli di tenuta di tipo o-ring, destinati a realizzare una tenuta tra la sede 35 di figura 11 rispetto al suddetto stelo.
Con 80 è indicato nel complesso il precedentemente citato elemento mobile o deformabile, che nell’esempio illustrato è costituito da una membrana suscettibile di flettere elasticamente, avente sostanzialmente la forma di piattello sagomato ed avente un bordo periferico 81 ed un foro centrale 82. Il bordo 81 è conformato per l’accoppiamento a tenuta all’interno della sede 31 di figura 10, che circonda la bocca della cavità 30 (vedere anche figura 18).
Il dispositivo include mezzi di comando o di ritegno, che sono atti a trattenere l’otturatore 72 in una rispettiva posizione di apertura e che sono azionabili per assumere una rispettiva posizione di rilascio dell’otturatore stesso. A tale scopo, nell’esempio raffigurato con 83 è indicato nel complesso un organo di comando o di ritegno per l'otturatore 72, quale un organo di arresto assialmente esteso, il quale comprende una porzione superiore 84, qui con sezione a croce, ed una porzione cilindrica inferiore 85, più lunga, tra le quali si trova una parte a flangia 86. Nella parte inferiore 85 è definita una gola anulare 87, per un relativo elemento di tenuta 88, particolarmente un oring. Nella condizione assemblata, l’organo di arresto 83 è inserito con interferenza e/o tenuta all'interno del foro centrale 82 della membrana 80, in modo che la sua parte inferiore cilindrica 85 comprensiva dell’elemento di tenuta 88 risulti a sua volta inserita con possibilità di scorrimento nella sede 33 definita centralmente alla cavità 30 del corpo valvola 20 (vedere ad esempio anche le figure 10-12 e 18).
Con 89 è indicato un elemento di fissaggio o coperchio, il quale è destinato ad essere accoppiato alla parte superiore del corpo valvola 20. Il coperchio 89 ha una sagoma generalmente a cupola, con un passaggio centrale 90 che realizza una guida al movimento assiale dell'organo di arresto 83. Lungo il bordo periferico del coperchio 89 sono previsti denti di aggancio 91, destinati ad accoppiarsi nelle relative sedi di aggancio 32 definite nella parte superiore del corpo valvola 20 (vedere figura 10). Nella condizione assemblata, come si intuisce dalle figure 17 e 18, il coperchio 89 trattiene quindi il bordo periferico 81 della membrana 80 all'interno della relativa sede 31, con la membrana stessa che è interposta fra il corpo valvola 20 ed il coperchio, preferibilmente in una condizione di compressione e/o tenuta del bordo periferico 81. La porzione superiore 84 dell'organo di arresto 83 sporge invece all'esterno della camera di comando formata dalla cavità 30 e dalla membrana 80, e risulta inserito nel passaggio 90 del coperchio 89, che ne realizza una guida. Il fatto che la porzione superiore 84 dell'organo 83 sia inserita nella guida 90 e la parte cilindrica inferiore 85 dello stesso organo sia inserita nella sede 33 vincola al movimento lineare l'organo stesso, fornendo anche una guida indiretta alla flessione della membrana elastica 80.
Dalla figura 18 è possibile notare come, nella condizione assemblata, la porzione superiore 84 dell'organo 83, ed in particolare la sua faccia superiore, risulti affacciata alla finestra 57-58 del corpo di involucro 12. Almeno parte di questa porzione superiore 84 ha una colorazione opportuna, preferibilmente diversa rispetto all'involucro 12, per realizzare un sistema di segnalazione visiva dello stato del dispositivo 1.
Ancora in figura 16, con 92 è indicata una bussola di fissaggio o cianfrinatura, destinata a serrare meccanicamente l’estremità prossimale del tubo interno 17 del dispositivo sulla parte terminale dentata della porzione di uscita 22 del corpo valvola 20, come si vede ad esempio in figura 18. Si consideri tuttavia che la bussola di fissaggio 92, tipicamente prevista per un tubo interno 17 liscio in elastomero, può essere sostituita da altro elemento di fissaggio e/o tenuta, quale un elemento di tenuta in elastomero sovrastampato ad un tubo interno di altro tipo, ad esempio un tubo corrugato in materiale termoplastico.
In figura 16 sono anche visibili in parte sia il tubo esterno 16 che il tubo interno 17. I materiali impiegati per la realizzazione dei tubi 16 e 17 possono essere di tipo noto nel settore, ad esempio PP per il tubo esterno 16 e PVC o PP per il tubo interno 17.
Il corpo di raccordo inferiore 13, ed i componenti ad esso associati, non sono illustrati in dettaglio nelle figure, in quanto realizzabili secondo modalità in sé note alla persona esperta del ramo. Qui basti precisare che, nell’esempio non limitativo illustrato, il corpo di raccordo 13 è conformato generalmente a “L” ed in modo da definire al proprio interno un condotto, avente un ingresso ed un’uscita, tra loro ortogonali, dove all’estremità di ingresso di tale condotto è connessa a tenuta l’estremità distale del tubo interno 17. Inoltre, al corpo di raccordo 13 sono associati mezzi di tenuta e di fissaggio meccanico, volti a sigillare inferiormente l’intercapedine 18, con modalità di per sé note; questi mezzi possono comprendere ad esempio un elemento anulare di tenuta elasticamente cedevole, interposto tra il corpo di raccordo 13 e l’interno del tubo 16, e la boccola 15 delle figure 2 e 3, che blocca meccanicamente in posizione il tubo esterno 16 sul suddetto elemento di tenuta anulare. Alla sua estremità di uscita il corpo di raccordo 13 presenta poi una flangia, non visibile, sulla quale è addossata una guarnizione piana, trattenuta in posizione dalla ghiera 14.
Nelle figure 17 e 18 è visibile la condizione assemblata delle parti fondamentali del dispositivo di sicurezza 1. In tali figure è ben visibile l'intercapedine 18 definita tra i tubi 16 e 17. Nella forma di attuazione esemplificata, l'intercapedine 18 ha, come detto, forma sostanzialmente anulare. E’ inoltre ben visibile la disposizione angolata - qui ortogonale -degli assi indicati con A e B, che corrispondono agli assi dei tratti di condotto 23a e 23b; si apprezza inoltre come la ghiera 11, il filtro 70, il diffusore 71 (e l’eventuale regolatore di flusso) siano sostanzialmente coassiali all’asse A, mentre l’estremità prossimale del tubo interno 17 (nonché del tubo esterno 16) sia sostanzialmente coassiale all’asse B.
Dalla figura 18 è ben visibile come l’estremità prossimale del tubo esterno 16 si estenda oltre l’estremità prossimale del tubo interno 17, con i mezzi di tenuta rappresentati dalla guarnizione 40 che sono montati sul corpo valvola 20 in una zona di quest’ultimo che si trova distanziata in direzione assiale, o più in alto, rispetto all’estremità prossimale del tubo 17, e quindi in una zona intermedia tra l’ingresso e l’uscita del corpo valvola 20, anche a vantaggio della compattezza del dispositivo 1.
La figura 18 illustra la condizione di normale operatività del dispositivo 1, nella quale l'acqua in ingresso da un attacco filettato R’ sul quale è serrata la ghiera 11 dell’ingresso può penetrare nel tratto di condotto orizzontale 23a, passando attraverso il filtro 70 ed il diffusore 71. In tale condizione, la membrana elastica 80 è in una rispettiva condizione inoperativa, nella quale l'organo di arresto 83 è in una posizione generalmente abbassata. In tale posizione, sull'organo di arresto 83 si attesta l'estremità interna dello stelo 73 dell'otturatore 72. In tal modo l'otturatore 72, ed in particolare il suo elemento 74, viene mantenuto in una posizione di apertura del condotto 23, in contrasto all'azione della molla 77 della figura 16, non visibile in figura 18.
In pratica, quindi, l’elemento 74 dell'otturatore è mantenuto distanziato rispetto alla relativa sede di valvola, definita nella superficie del tratto di condotto orizzontale 23a. In tale condizione, quindi, l’acqua può percorrere il tratto di condotto 23a e poi passare nel tratto di condotto verticale 23b, definito assialmente nella porzione di uscita del corpo valvola 20, per passare all'interno del tubo interno 17. All'estremità distale del tubo interno 17 il fluido penetra poi nel condotto interno nel raccordo inferiore 13, per raggiungere l'elettrodomestico.
Nel caso di perdita di fluido interna al dispositivo, ad esempio dal tubo interno, ad esempio a seguito di una sua rottura, si verifica un passaggio di acqua nell’intercapedine 18. Il volume definito dall’intercapedine 18, dai passaggi 44-45 della guarnizione 40 e dalla camera di comando 30, 80 con il relativo condotto 37-38, è un volume sostanzialmente chiuso, atto a convogliare e contenere le perdite di acqua senza fuoriuscite dal dispositivo, almeno nel tempo intercorrente tra la perdita e l'intervento della disposizione valvolare. Si noti che, quando prevista, l’apertura 47 della guarnizione 40 è tappata dall’appendice 59 del corpo di involucro 12: pertanto, l'acqua di perdita che penetra nell’intercapedine 18 è tale da causare un aumento di pressione all'interno del suddetto volume.
Questo aumento di pressione viene trasferito, attraverso il passaggio 44-45 della guarnizione 40 ed il relativo condotto 37-38 del corpo valvola 20, all'interno della camera di comando formata dalla cavità 30 e dalla membrana 80. L'aumento di pressione in tale camera determina la flessione elastica della membrana 80 verso l'alto, e quindi il sollevamento dell'organo di arresto 83. Tale sollevamento dell'organo 83 ha l'effetto di liberare lo stelo 73 dell'otturatore 72 che quindi, sotto l'azione della relativa molla, passa nella condizione di chiusura del condotto 23, ed in particolare del tratto di condotto orizzontale 23a. In questo modo è prevenuto l'ulteriore afflusso di acqua all'interno del dispositivo 1, e quindi verso l'elettrodomestico. Preferibilmente il cinematismo è tale da realizzare un’attuazione di sicurezza o stabile, ovverosia un’attuazione dell’otturatore in posizione di chiusura che non può essere ripristinata o modificata autonomamente, ad esempio a causa di una riduzione di pressione del fluido nell’intercapedine 18 e/o nella camera di comando.
Stante il sollevamento della membrana 80, e quindi dell'organo di arresto 83, la porzione superiore 84 di quest'ultimo, guidata dal passaggio 90 del coperchio 89, raggiunge, o quantomeno si approssima, alla finestra 57-58 definita nella faccia superiore dell’involucro 12; come in precedenza accennato, la colorazione della porzione superiore 84 dell’organo 83 è di preferenza differente da quella del corpo di involucro 12, in modo tale per cui la variata posizione dell'organo 83 risulta più facilmente percettibile dall'esterno dell'involucro, attraverso la finestra 57-58. L'utilizzatore, in tal modo, può rilevare l’azionamento del dispositivo di sicurezza 1, ovvero il suo intervento per interrompere l'afflusso di acqua verso l'elettrodomestico.
In certe condizioni di installazione - ad esempio con il dispositivo 1 montato sostanzialmente in orizzontale, oppure in verticale e con il corpo valvola 20 in posizione inferiore, ovvero connesso all’elettrodomestico anziché ad un attacco R - è possibile che sia la stessa acqua di perdita a raggiungere la camera di comando e causare la flessione la membrana 80, con il conseguente spostamento dell’organo di arresto 83: anche al fine di favorire un tale tipo di funzionamento, il corpo valvola 20 può essere provvisto di un micro-condotto di sfiato, di sezione trasversale inferiore al millimetro o comunque di dimensioni tali da lasciar sfiatare l'aria dall’intercapedine 18, ma senza consentire l’uscita di una quantità significativa di acqua dal dispositivo, almeno nel tempo intercorrente tra una perdita e l'intervento della disposizione valvolare. Tale micro-condotto è di preferenza definito almeno in parte in almeno uno tra il corpo valvola 20 ed il corpo di raccordo 13, per quanto non sia da escludersi un suo ottenimento almeno parziale in almeno uno tra il corpo della guarnizione 40 e quello di un elemento di tenuta 98.
Tale micro-condotto risulta particolarmente vantaggioso anche per evitare rischi di difettosità, ed in particolare per prevenire che durante l’immagazzinamento del dispositivo 1 si possano verificare attuazioni anomale, causate dall'aumento di pressione interna dovuto a variazioni di temperatura ambiente, in particolare a seguito di riscaldamento.
Come si vede, nella forma di attuazione esemplificata, il comando di rilascio dell'organo otturatore è generato direttamente dal fluido di perdita, in modo pneumatico oppure idraulico oppure combinato (idro-pneumatico), ed agisce in modo molto rapido sull'organo di arresto, mediante l’elemento mobile rappresentato dalla membrana 80. Grazie alla presenza dei mezzi accumulatori di energia meccanica rappresentati dalla molla 77 di figura 16, che sollecitano costantemente l'organo otturatore nella sua posizione di chiusura, il funzionamento del dispositivo 1 esemplificato non è influenzato dalle condizioni di pressione della rete idrica (la presenza dei mezzi accumulatori di energia meccanica evita che, in condizioni di estremo sfavore - quali un intervento in sicurezza con bassa pressione di rete o un intervento seguito da una depressione di rete - l'otturatore possa riaprirsi temporaneamente, consentendo un ulteriore afflusso di acqua).
La presenza della guarnizione 40 consente di chiudere sostanzialmente l’intercapedine 18 alla sua estremità superiore, lasciando comunque un passaggio di sezione relativamente ristretta, per agevolare il rilevamento della sovra-pressione da parte della membrana 80, o consentire il passaggio dell’acqua sino all’interno della cavità 30.
Da quanto precedentemente descritto si apprezzerà che il dispositivo di sicurezza 1 esemplificato in precedenza è perfettamente in grado di funzionare anche in assenza dell'involucro 12, a condizione che l'apertura ausiliaria 47 della guarnizione 40 – se prevista - sia tappata in qualche modo. In una forma di attuazione tale apertura ausiliaria 47 è prevista per consentire il collaudo, in fase produttiva, del dispositivo 1. A tale scopo, prima del montaggio dell’involucro 12, è sufficiente iniettare dell'aria nell'apertura ausiliaria 47, in modo da causare un aumento di pressione all'interno del precedentemente citato volume sostanzialmente chiuso. Tale aumento di pressione determina la flessione della membrana 80, e quindi il sollevamento dell'organo di arresto 83, come in precedenza spiegato, così simulando un intervento in sicurezza del dispositivo 1. Una volta verificata la funzionalità del dispositivo 1, dovrà naturalmente essere ripristinata la condizione di apertura del condotto 23: ciò si può ottenere liberando l'apertura ausiliaria 47, causando l'arretramento dell'otturatore 72 verso la relativa posizione originaria e l’abbassamento dell’organo di arresto 83 nella sua posizione di trattenimento dell’otturatore.
L’idea alla base del trovato, ovvero di prevedere un corpo valvola con ingresso ed uscita tra loro sostanzialmente angolati o disposti trasversalmente l’uno all’altro, particolarmente ortogonali, è applicabile anche al caso di dispositivi di sicurezza con un sistema di comando di diverso da quello pneumatico o idraulico precedentemente esemplificato, ad esempio della tipologia descritta in DE-C-3743842.
Si segnala quindi che struttura e caratteristiche descritte in precedenza a titolo di esempio per il dispositivo 1 sono in larga parte utilizzabili anche nel caso di un azionamento della disposizione valvolare mediante un elemento deformabile diverso da una membrana, quale ad esempio una spugna anidra. Ciò può essere ottenuto, molto semplicemente, associando all’organo di arresto 83 una spugna anidra, che risulta ospitata nella cavità 30 o in un simile alloggiamento, operativamente interposta tra il fondo della cavità stessa ed un idoneo riscontro associato all’organo 83, ad esempio la sua flangia intermedia 86. In una tale realizzazione, la cavità 30 non deve essere necessariamente chiusa a tenuta nella sua parte superiore, e quindi la membrana 80 può essere omessa; per una tale applicazione, inoltre, il coperchio 89, se previsto, può essere dotato di una apertura 90 più piccola di quella illustrata, per lo sfiato dell’aria, o tale sfiato può essere ottenuto fruttando una minima luce esistete tra il coperchio 89 ed il corpo 20, in assenza di una specifica apertura sul coperchio.
In una tale implementazione, quando la spugna è in condizione anidra, e quindi ha un volume ridotto, l’organo di arresto 83 si trova in una posizione assimilabile a quella visibile in figura 18. Quando invece l’acqua di perdita raggiunge la cavità 30 e causa la bagnatura della spugna, questa aumenta di volume tra il fondo della cavità 30 e ed il suddetto riscontro, così generando una forza di sollevamento dell’organo di arresto 83: l’otturatore 72 viene cosi liberato è può portarsi nella posizione di chiusura del condotto 23, similmente a quanto in precedenza descritto.
L’idea alla base del trovato è quindi applicabile anche al caso di dispositivi antiallagamento in cui un comando di intervento in sicurezza di tipo pneumatico è generato in posizione remota rispetto al corpo valvola o l’intercapedine del dispositivo (ad esempio all’interno dell’elettrodomestico) e/o in cui tale comando non è determinato direttamente da una perdita di liquido, ma da un relativo sensore/attuatore.
Come precedentemente accennato, inoltre, l’idea di base del trovato è applicabile anche al caso di dispositivi di sicurezza antiallagamento del tipo in cui la disposizione valvolare è di tipo elettrico, ad esempio comprendente un’elettrovalvola di tipo in sé noto, il cui otturatore è atto a chiudere il condotto 23, ad esempio lungo il suo tratto verticale 23b, che sarà all’uopo previsto di una relativa sede di valvola (ad esempio una sede di valvola del tipo descritto in EP-A-1798326), i cui insegnamenti in relazione a tale aspetto si considerano incorporati nella presente descrizione.
Naturalmente, inoltre, l’idea di base del trovato trova applicazione anche nel caso di dispositivi di sicurezza in cui il tubo esterno e la relativa intercapedine sono aperti nella loro parte inferiore, ovvero verso l’interno dell’elettrodomestico, per convogliare verso un recipiente di raccolta l’acqua di perdita, in tale recipiente esseno previsti i mezzi sensori di acqua che generano il comando di chiusura della suddetta elettrovalvola, sia esso un comando di tipo elettrico (come ad esempio nel già citato EP-A-1798326) o meccanico (come ad esempio in DE-A-4402502) o ancora pneumatico (come ad esempio nel già citato DE-C-3743842), i cui insegnamenti al riguardo si considerano incorporati nella presente descrizione.
Dalla descrizione risultano chiare le caratteristiche del presente trovato, così come chiari risultano i suoi vantaggi. È chiaro che numerose varianti sono possibili per la persona esperta del ramo al dispositivo di sicurezza antiallagamento descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti del trovato, così come definiti dalle rivendicazioni allegate.
La precedente descrizione è stata effettuata con particolare riferimento ad una disposizione sostanzialmente a 90° dell’ingresso e dell’uscita del corpo valvola 20: come già accennato, peraltro, i vantaggi del trovato sono ottenibili anche altre disposizioni angolari degli assi dell’ingresso e dell’uscita, che saranno preferibilmente comprese tra circa 90° e circa 135°, molto preferibilmente comprese tra circa 90° e circa 115°.
Tra le possibili varianti, si cita ad esempio la possibilità di realizzare un involucro per il corpo valvola 20 tramite sovra-stampaggio o costampaggio di materiale, ad esempio un materiale termoplastico, direttamente sullo stesso corpo valvola. Anche con una tale realizzazione, il suddetto involucro sarà configurato per avere due passaggi i cui assi saranno disposti trasversali l’uno all’altro, dove da uno di tali passaggi sporgerà una porzione assialmente estesa del corpo valvola 20 che include l’ingresso con la relativa ghiera, mentre dall’altro passaggio sporgerà il tubo esterno oppure una seconda porzione assialmente estesa del corpo valvola includente la relativa uscita.
In accordo ad una ulteriore variante, non raffigurata, è possibile definire direttamente nel corpo valvola un passaggio di collaudo avente finalità simili a quelle dell’apertura precedentemente indicata con 47, in comunicazione diretta con l’intercapedine oppure con la camera di comando; in tale implementazione, il passaggio di collaudo può essere sigillato, dopo il collaudo, con un elemento di chiusura, quale una sfera piantata, oppure mediante un elemento appartenente all’involucro 12 o portato da esso, avente funzione simile a quello sopra indicato con 59 (ad esempio un elemento in materiale elastico montato su di un rilievo rigido del tipo precedentemente indicato con 59).
I primi mezzi di tenuta, ovvero la guarnizione 40, possono essere eventualmente associati al corpo valvola tramite uno stampaggio di materiale elastomero, quale un sovra-stampaggio o co-stampaggio. Inoltre primi mezzi di tenuta, ovvero la guarnizione 40, possono all’occorrenza essere configurati per operare o essere interposti tra il corpo valvola 20 ed una porzione di estremità e/o una zona esterna del tubo 16.
In una possibile variante la disposizione valvolare di uno dei corpi di raccordo è concepita con il relativo otturatore atto a passare nella rispettiva posizione di chiusura sotto la spinta del fluido in ingresso, venendo poi agganciato in tale posizione da idonei mezzi di ritegno.
La struttura dell’organo otturatore 72, comprensiva del relativo stelo 72 e dell’elemento 74 può essere realizzata in un pezzo unico. Su tale struttura i relativi mezzi di tenuta 76 possono anche essere sovrastampate. Parimenti, anche i mezzi di tenuta 88 dell’organo di arresto 83 possono essere stampati su quest’ultimo; eventualmente, anche il corpo della membrana 80 può essere stampato sul corpo dell’organo di arresto 83. In termini generali, una o più parti, quali i vari elementi di tenuta, possono essere sovrastampati o costampati rispetto a corpi rigidi del dispositivo.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo di sicurezza antiallagamento per un apparato utilizzatore, particolarmente un elettrodomestico, destinato al collegamento tra un punto di prel ievo di una rete idrica e l’apparato utilizzatore, comprendente: - almeno un primo corpo di raccordo (20) definente un primo condotto (23) per l’acqua, il primo condotto (23) avendo un ingresso (11, 25) ed un’uscita (28) che si estendono secondo rispettivi assi longitudinali (A, B), l’ingresso (11, 25) del primo condotto (23) essendo previsto per la connessione al punto di prelievo (R) della rete idrica, - un tubo flessibile interno (17) ed un tubo flessibile esterno (16) impermeabili all’acqua, in cui il tubo interno (17) ha un’estremità prossimale, che è fissata a tenuta in corrispondenza dell’uscita (28) del primo condotto (23), ed un’estremità distale che è prevista per la connessione fluidica all’apparato utilizzatore, ed i n cu i i l t ubo i n t e rno (17 ) s i e s t ende longitudinalmente all’interno del tubo esterno (16) in modo tale per cui tra almeno parte dei due tubi (16, 17) è definita un’intercapedine (18) atta a convogliare verso l’apparato utilizzatore e/o a trattenere al proprio interno eventuale acqua di perdita, - una disposizione valvolare montata sul primo corpo di raccordo (20) e comprendente un organo otturatore (72), atta a passare da una posizione di apertura del primo condotto (23) ad una posizione di chiusura del primo condotto (23) a seguito della rilevazione di una perdita di acqua, caratterizzato dal fatto che l’asse (A) del detto ingresso (11, 25) si estende in una direzione trasversale rispetto all’asse (B) della detta uscita 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui l’asse (A) del detto ingresso (11, 25) e l’asse (B) della detta uscita (28) formano tra loro un angolo compreso tra circa 90° e circa 135°, preferibilmente compreso tra circa 90° e circa 115°. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui l’asse (A) del detto ingresso (11, 25) e l’asse (B) della detta uscita (28) sono tra loro sostanzialmente ortogonali. 4. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui il detto ingresso (11, 23) include un organo sostanzialmente tubolare (11) per il fissaggio al punto di prelievo della rete idrica (R), quale una ghiera, che si estende assialmente in una direzione trasversale rispetto alla detta uscita (28) o all’estremità prossimale del tubo interno (17). 5. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui al primo corpo di raccordo (20) è inoltre operativamente associato, a monte dell’uscita (28) del primo condotto (23), almeno uno tra un organo filtrante (70), un organo diffusore di flusso (72), un organo regolatore di flusso. 6. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5, in cui l’almeno uno tra l’organo filtrante (70), l’organo diffusore di flusso (72) e l’organo regolatore di flusso è operativamente disposto secondo un asse (A) che è trasversale rispetto all’asse (B) della detta uscita (28) o dell’estremità prossimale del tubo interno (17). 7. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 1 a 3, comprendente un secondo corpo di raccordo (13), definente un secondo condotto per l’acqua, avente un ingresso ed un’uscita (14) prevista per la connessione all’apparato utilizzatore, l’ingresso del secondo condotto (13) essendo collegata all’estremità distale del tubo interno (17). 8. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui il primo condotto (23) comprende una prima ed una seconda porzione di condotto (23a, 23b) che si estendono secondo rispettivi assi (A, B) disposti trasversalmente l’uno all’altro, particolarmente ortogonali tra loro, l’ingresso (25) e l’uscita (28) del primo condotto (23) essendo, rispettivamente, all’estremità di ingresso della prima porzione di condotto (23a) ed all’estremità di uscita della seconda porzione di condotto (23b). 9. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 8, comprendente inoltre un corpo di involucro (12) che racchiude almeno in parte il primo corpo di raccordo (20), il corpo di involucro (12) avendo un primo passaggio (53) ed un secondo passaggio (54) disposti sostanzialmente coassiali all’ingresso (25) ed all’uscita (28) del primo condotto (23), rispettivamente. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 9, in cui dal primo passaggio (53) del corpo di involucro (12) sporge una prima porzione (21) assialmente estesa del primo corpo di raccordo (20) facente parte del detto ingresso (25). 11. Il dispositivo secondo la rivendicazione 10, in cui dal secondo passaggio (54) del corpo di involucro (12) sporge uno tra il tubo esterno (16) ed una seconda porzione assialmente estesa (22) del primo corpo di raccordo (20) facente parte della detta uscita (28). 12. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 9 a 11, in cui almeno una porzione (56) del corpo di involucro (12) è configurata per l’accoppiamento, particolarmente un accoppiamento sostanzialmente di forma, con una superficie esterna di almeno uno tra il tubo esterno (16) ed un organo di tenuta (40) cooperante con il tubo esterno (16). 13. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 9 a 12, in cui il corpo di involucro (12) è di materiale termoplastico stampato. 14. Il dispositivo secondo une delle rivendicazioni da 9 a 13, in cui il corpo di involucro (16) è sovrastampato al primo corpo di raccordo (20). 15. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 9 a 14, in cui il corpo di involucro (12) comprende almeno due parti (50, 51) accoppiate sul corpo di raccordo (20) in modo separabile, dove in particolare le due parti comprendono due semi-gusci (50, 51) uniti tra loro da una porzione a cerniera (52). 16. Un dispositivo di sicurezza antiallagamento contro perdite di un fluido per un apparato utilizzatore, particolarmente un elettrodomestico, destinato al collegamento tra un punto di prelievo del fluido (R) e l’apparato utilizzatore, comprendente - un primo corpo di raccordo (20), definente un primo condotto (23) avente un ingresso (11, 23) ed un’uscita (28), - almeno una disposizione valvolare sul primo corpo di raccordo, includente un organo otturatore (72) montato spostabile ed atto ad assumere una posizione di apertura ed una posizione di chiusura del primo condotto (23), - mezzi di comando, atti a mantenere l’organo otturatore (72) nella rispettiva posizione di apertura, i mezzi di comando essendo controllabili per assumere una rispettiva posizione di rilascio dell’organo otturatore (72), - un tubo flessibile interno (17) ed un tubo flessibile esterno (16) impermeabili al fluido, in cui il tubo interno (17) si estende longitudinalmente almeno in parte all’interno del tubo esterno (16), in modo tale per cui tra almeno parte dei due tubi (16, 17) è definita un’intercapedine (18) atta a convogliare verso l’apparato utilizzatore e/o a trattenere al proprio interno eventuale fluido di perdita, caratterizzato dal fatto che - il primo corpo di raccordo (20) ha una camera di comando (30) che comprende e/o è almeno in parte delimitata da un elemento mobile (80), - i mezzi di comando comprendono un organo di comando (83) associato all’elemento mobile (80), e l’intercapedine (18) è in comunicazione di fluido con la camera di comando (30) per realizzare con essa un volume sostanzialmente chiuso, o comunque tale per cui una perdita interna di fluido, verso l’intercapedine (18) o il suddetto volume sostanzialmente chiuso, causi un movimento dell’elemento mobile (80), e con ciò un azionamento o spostamento dell’organo di comando (83) verso una posizione di rilascio dell’organo otturatore (72), ovvero un comando di sblocco di quest’ultimo, nella quale l’organo otturatore (72) può assumere autonomamente, ossia indipendentemente dall’organo di comando (83), la rispettiva posizione di chiusura del primo condotto (23). 17. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente mezzi di segnalazione (84, 57, 58), atti a segnalare visivamente il passaggio della disposizione valvolare alla rispettiva posizione di chiusura. 18. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la disposizione valvolare include mezzi accumulatori di energia meccanica (77) per sollecitare l’organo otturatore (72) verso la rispettiva posizione di chiusura. 19. Il dispositivo secondo la rivendicazione 18, in cui l’organo otturatore (72) è spostabile tra le rispettive posizioni di apertura e chiusura in una direzione sostanzialmente parallela rispetto ad uno tra l’asse (A) del detto ingresso (11, 25) e l’asse (B) della detta uscita (28). 20. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la disposizione valvolare è di tipo ad azionamento meccanico. 21. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 19, in cui la disposizione valvolare è di tipo ad azionamento elettrico. 22. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 19, in cui la disposizione valvolare è di tipo ad azionamento pneumatico o idraulico. 23. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’intercapedine (18) è chiusa a tenuta ad una sua estremità distale, per trattenere al proprio interno eventuale acqua di perdita. 24. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 22, in cui l’intercapedine (18) è aperta ad una sua estremità distale, per convogliare eventuale acqua di perdita verso un recipiente di raccolta. 25. Il dispositivo secondo la rivendicazione 20 o 22, in cui la disposizione valvolare comprende un elemento mobile o deformabile (80) da una condizione inoperativa ad una condizione operativa, per generare un comando di attuazione che determina il passaggio della disposizione valvolare dalla posizione di apertura alla posizione di chiusura, rispettivamente. 26. Il dispositivo secondo la rivendicazione 25, in cui l’intercapedine (18) è in comunicazione di fluido con un alloggiamento (30) dell’elemento mobile o deformabile (80), in modo tale per cui una perdita di acqua verso l’intercapedine (18) è tale da causare uno spostamento o una deformazione dell’elemento mobile o deformabile (80) dalla condizione inoperativa alla condizione operativa. 27. Il dispositivo secondo la rivendicazione 26, in cui l’alloggiamento comprende una camera di comando (30) che è almeno in parte delimitata dall’elemento mobile o deformabile (80). 28. Il dispositivo secondo la rivendicazione 27, in cui l’elemento mobile o deformabile comprende una membrana elasticamente deformabile (80). 29. Il dispositivo secondo la rivendicazione 26, in cui in cui l’elemento mobile o deformabile comprende una spugna anidra. 30. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui la disposizione valvolare include mezzi di ritegno (83) per trattenere l’organo otturatore (72) nella rispettiva posizione di apertura. 31. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 26 e 30, in cui - l’elemento mobile o deformabile comprende una membrana elasticamente deformabile (80), l’alloggiamento comprende una camera di comando (30) che è almeno in parte delimitata dalla membrana (80) ed i mezzi di ritegno comprendo un organo di arresto (83) accoppiato alla membrana (80) in modo tale per cui una flessione della membrana (80) dalla condizione inoperativa alla condizione operativa causi uno spostamento dell’organo di arresto (83) verso una rispettiva posizione di rilascio, nella quale l’organo otturatore (72) è libero di passare nella rispettiva posizione di chiusura, oppure - l’elemento mobile o deformabile comprende una spugna anidra, l’alloggiamento comprende una sede (30) nella quale la spugna anidra è almeno in parte contenuta ed i mezzi di ritegno comprendo un organo di arresto (83) operativamente accoppiato alla spugna anidra in modo tale per cui una variazione di volume della spugna anidra dalla condizione inoperativa alla condizione operativa causi uno spostamento dell’organo di arresto (83) verso una rispettiva posizione di rilascio, nella quale l’organo otturatore (72) è libero di passare nella rispettiva posizione di chiusura. 32. Il dispositivo secondo una delle rivendicazioni precedenti, comprendente un organo di tenuta (40) sostanzialmente anulare, calzato su una porzione (22) del primo corpo di raccordo (20) e sul quale è a sua volta calzata una porzione di estremità prossimale del tubo esterno (16). 33. Il dispositivo secondo le rivendicazion126 e 32, in cui l’organo di tenuta (40) ha un corpo in cui è definito un passaggio di collegamento (44, 45) per collegare l’intercapedine (18) all’alloggiamento (30). 34. Il dispositivo secondo la rivendicazione 33, in cui il primo corpo di raccordo (20) definisce un condotto ausiliario (37, 28) che si apre verso l’alloggiamento (30), al quale è accoppiato a tenuta di fluido un’uscita (44) del passaggio di collegamento (44, 45) dell’organo di tenuta (40), l’ingresso del passaggio di collegamento (44, 45) aprendosi sull’intercapedine (18). 35. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 32, in cui l’organo di tenuta (40) ha una apertura ausiliaria (47) che è in comunicazione di fluido con l’intercapedine (18) e che è chiusa a tenuta da un relativo elemento di chiusura (59). 36. Il dispositivo secondo le rivendicazioni 17 e 30, in cui i mezzi di segnalazione visiva (57, 58, 84) comprendono almeno parte (84) dei mezzi di ritegno (83).
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