ITTO20110337A1 - Dispositivo di sicurezza contro perdite di fluido per elettrodomestici - Google Patents

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ITTO20110337A1
ITTO20110337A1 IT000337A ITTO20110337A ITTO20110337A1 IT TO20110337 A1 ITTO20110337 A1 IT TO20110337A1 IT 000337 A IT000337 A IT 000337A IT TO20110337 A ITTO20110337 A IT TO20110337A IT TO20110337 A1 ITTO20110337 A1 IT TO20110337A1
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IT000337A
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Luciano Bianchi
Costanzo Gadini
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Eltek Spa
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Description

DESCRIZIONE dell’invenzione industriale dal titolo:
“Dispositivo di sicurezza contro perdite di fluido per elettrodomestici†,
TESTO DELLA DESCRIZIONE
Campo dell'invenzione
La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo di sicurezza contro perdite di un fluido, particolarmente una sicurezza antiallagamento, destinato al collegamento tra una sorgente del fluido ed un apparato utilizzatore di tale fluido, quale un elettrodomestico.
Più particolarmente, l'invenzione à ̈ relativa ad un tale dispositivo di sicurezza del tipo che comprende:
- un primo corpo di raccordo ed un secondo corpo di raccordo, definenti un primo condotto ed un secondo condotto per il fluido, rispettivamente,
- almeno una disposizione valvolare su almeno uno tra il primo ed il secondo corpo di raccordo, includente un organo otturatore montato spostabile ed atto ad assumere una posizione di apertura ed una posizione di chiusura di almeno uno tra il primo condotto ed il secondo condotto,
- mezzi di comando, per trattenere l’organo otturatore nella rispettiva posizione di apertura, i mezzi di comando essendo azionabili per assumere una rispettiva posizione di rilascio dell’organo otturatore,
- un tubo flessibile interno ed un tubo flessibile esterno impermeabili al fluido, in cui il tubo interno collega in comunicazione di fluido il primo condotto ed il secondo condotto e si estende longitudinalmente almeno in parte all’interno del tubo esterno, in modo tale per cui tra almeno parte dei due tubi à ̈ definita un’intercapedine avente un’estremità prossimale ed un’estremità distale, l’intercapedine essendo sostanzialmente chiusa in corrispondenza di dette estremità per trattenere al proprio interno eventuale fluido di perdita.
Stato della tecnica
Dispositivi di sicurezza per elettrodomestici del tipo indicato sono largamente noti, particolarmente per l’impiego su macchine lavabiancheria e lavastoviglie. Tipicamente, nei dispositivi antiallargamento il tubo interno à ̈ destinato a condurre l'acqua da un raccordo della rete idrica all'interno dell’elettrodomestico, mentre il tubo esterno ha la funzione di impedire che eventuale acqua di perdita dal tubo interno possa disperdersi nell'ambiente domestico, provocando un allargamento. A tale scopo uno dei due corpi di raccordo, in seguito definito corpo valvola, à ̈ dotato di una disposizione valvolare, includente un otturatore che provvede a chiudere il condotto interno al corpo stesso, nel caso in cui venga rilevata una perdita di acqua.
In una prima tipologia di soluzioni note il tubo esterno e l’intercapedine sono aperti inferiormente, ossia all’estremità distale, all'interno dell’elettrodomestico, dove à ̈ previsto un vassoio di raccolta dell'eventuale acqua di perdita. Nell'ambito di tale vassoio à ̈ previsto un dispositivo sensore che può essere di tipo elettromeccanico (ad esempio un galleggiante con associato un microinterruttore) oppure meccanico (basato sull'espansione di una spugna anidra, che aumenta di volume al contatto con un liquido). A prescindere dal tipo di sensore, la disposizione à ̈ tale per cui, al rilevamento di acqua all'interno del vassoio, il sensore genera un segnale di comando (elettrico, pneumatico o meccanico, a seconda dei casi) che determina la commutazione della disposizione valvolare prevista nel corpo valvola, e quindi la chiusura del condotto di afflusso dell’acqua. In tal modo, in presenza di una rottura del tubo interno di adduzione dell'acqua viene evitato l'ulteriore afflusso e quindi il rischio di allagamento. Questi dispositivi di sicurezza hanno il vantaggio di interrompere l'alimentazione di acqua anche nel caso in cui la perdita non sia dovuta ad una rottura del tubo interno, ma piu t tos to a guas t i d i d i f ferent i component i idraul ic i monta t i a l l ' in terno dell’elettrodomestico. Per contro, tali dispositivi presuppongono una certa predisposizione specifica dell’elettrodomestico; gli stessi dispositivi debbono essere configurati in funzione della struttura dell’elettrodomestico, dovendosi accoppiare ad esso in modo sostanzialmente complementare. Inoltre, il fatto che tali dispositivi comprendano sostanzialmente due unità, collegate tra loro ma installate in punti differenti (il corpo valvola con i due tubi, da un lato, ed il gruppo sensore di perdita, dall'altro lato) rende questi dispositivi relativamente complicati e costosi ed a maggior rischio di difettosità. Il fatto che il comando di attuazione provenga da un punto remoto rispetto alla disposizione valvolare può essere motivo di criticità, soprattutto quando tale segnale à ̈ prodotto da componenti meccanici.
Sono anche stati proposti dispositivi di sicurezza antiallargamento di una seconda tipologia, più semplici dei precedenti e che non presuppongono una particolare predisposizione dell’elettrodomestico. In questa seconda tipologia di dispositivi l'intercapedine definita fra il tubo interno ed il tubo esterno à ̈ sostanzialmente chiusa alle due estremità, in modo da poter accumulare l'eventuale acqua di perdita dal tubo interno. I dispositivi di questo tipo basano il loro funzionamento sull'impiego di una spugna anidra, che à ̈ operativamente disposta in corrispondenza del primo corpo di raccordo, in comunicazione di fluido con l'intercapedine. La spugna anidra à ̈ solitamente accoppiata ad un organo di arresto, montato mobile tra una posizione di trattenimento ed una posizione di rilascio dell’otturatore di una valvola meccanica. Quando la spugna à ̈ nella sua condizione anidra, il suddetto organo di arresto trattiene l'otturatore nella posizione di apertura del condotto. In caso di una perdita, l’acqua raccolta nell’intercapedine risale sino a giungere a contatto con la spugna, causandone un aumento di volume e quindi uno spostamento dell'organo di arresto, verso la posizione di rilascio, in modo tale per cui l'otturatore della valvola possa chiudere il condotto di afflusso dell’acqua sotto la pressione dell’acqua. Un dispositivo di sicurezza antiallargamento di questo tipo à ̈ noto ad esempio dal brevetto tedesco DE 3618258 C a nome della Richiedente, sul quale si basa il preambolo della rivendicazione 1 (tale documento descrive inoltre dispositivi di sicurezza della prima tipologia sopra citata).
I dispositivi della seconda tipologia indicata sono decisamente più economici dei precedenti e possono essere installati in modo semplice e rapido su qualsiasi elettrodomestico, anche non predisposto allo scopo, ed anche in un momento successivo all’acquisto dell’elettrodomestico stesso. Per contro, atteso che tali dispositivi sono basati sull'impiego di una spugna anidra, essi presuppongono che l'acqua di perdita venga raccolta nell'intercapedine e risalga lungo la stessa, sino a raggiungere la spugna. Questo presuppone che il volume dell’intercapedine e della regione del dispositivo in cui opera la spugna sia comunque aperto in maniera significativa verso l'ambiente esterno, per consentire lo sfiato d’aria che permette all'acqua di risalire l’intercapedine.
A tale scopo, solitamente, il dispositivo ha un corpo di involucro avente almeno una apertura di sfiato. La presenza e le dimensioni di una tale apertura consentono però anche l'ingresso all'interno del dispositivo di eventuale umidità, e tale problema à ̈ particolarmente sentito in casi in cui l'elettrodomestico, con il relativo dispositivo di sicurezza antiallargamento, si trovi in un luogo particolarmente soggetto ad umidità (si pensi al caso di una lavastoviglie in una cucina o di una macchina lavabiancheria in un bagno, dove spesso - ad esempio nel corso di una cottura di cibo o di una doccia, rispettivamente - si sviluppa molto vapore). L'ingresso di umidità all'interno del dispositivo può quindi progressivamente inficiare il corretto funzionamento del dispositivo, ad esempio facendo intervenire in chiusura la disposizione valvolare, anche in assenza di una effettiva perdita di acqua. Anche l'occasionale rovesciamento di acqua dall’esterno sul corpo del dispositivo (si pensi ad un dispositivo montato su di una lavastoviglie di libera installazione in una cucina) può causare un’infiltrazione tale da provocare l’indesiderato intervento del dispositivo di sicurezza. Onde ridurre tali problematiche à ̈ stato proposto di associare all'apertura di sfiato un elemento sinterizzato poroso.
Tale soluzione complica però la realizzazione del dispositivo e la suddetta membrana può costituire un punto di accumulo di polvere e sporcizia, al punto da inficiare il corretto funzionamento del dispositivo in caso di un suo effettivo intervento. In alternativa à ̈ stato anche proposto di tappare l’apertura di sfiato con un tappo, quale un corpo sferico, atto ad essere espulso dall’apertura stessa dalla pressione generata in caso di perdita. In aggiunta a rendere più complicata la realizzazione del dispositivo, in questa soluzione si presenta il rischio che – soprattutto con il passare del tempo - il corpo sferico rimanga incastrato permanentemente nella relativa sede, inficiando anche in questo caso il corretto funzionamento del dispositivo; tale soluzione implica inoltre ridotte tolleranze dimensionali di accoppiamento tra tappo e relativa sede.
Scopo e sintesi dell'invenzione.
La presente invenzione si propone essenzialmente di risolvere i suddetti inconvenienti della tecnica nota ed indicare un dispositivo di sicurezza contro perdite di fluido, particolarmente una sicurezza antiallargamento della seconda tipologia indicata, di realizzazione semplice ed economica, nonché di funzionamento preciso ed affidabile.
Questi ed ad altri scopi ancora, che risulteranno maggiormente chiari in seguito, sono raggiunti secondo la presente invenzione da un dispositivo di sicurezza avente le caratteristiche indicate nella rivendicazione 1. Caratteristiche preferenziali sono indicate nelle sotto-rivendicazioni. Le rivendicazioni costituiscono parte integrante dell’insegnamento tecnico qui fornito in relazione all’invenzione.
In sintesi, secondo l'invenzione, in un dispositivo di sicurezza come indicato all’inizio:
- almeno uno tra il primo corpo di raccordo ed il secondo corpo di raccordo ha una camera di comando che comprende e/o à ̈ almeno in parte delimitata da un elemento mobile,
- i mezzi di comando comprendono un organo di comando associato all’elemento mobile, e
l’intercapedine à ̈ in comunicazione di fluido con la camera di comando per realizzare con essa un volume sostanzialmente chiuso, o comunque tale per cui una perdita interna di fluido, verso l’intercapedine o il suddetto volume sostanzialmente chiuso, causi un movimento dell’elemento mobile, e con ciò un azionamento o spostamento dell’organo di comando verso una posizione di rilascio dell’organo otturatore, ovvero un comando di sblocco di quest’ultimo, nella quale l’organo otturatore può assumere autonomamente, ossia indipendentemente dall’organo di comando, la rispettiva posizione di chiusura dell’almeno uno tra il primo ed il secondo condotto.
Secondo l’invenzione, il comando o rilascio dell'organo otturatore à ̈ generato direttamente dal fluido di perdita, in modo pneumatico oppure idraulico oppure combinato (idro-pneumatico), ed agisce in modo rapido sull'organo di comando mediante il suddetto elemento mobile, preferibilmente rappresentato da una membrana elastica. Una perdita di acqua interna al dispositivo, ad esempio dal tubo interno verso l'intercapedine, genera infatti una sovra-pressione all'interno dell’intercapedine stessa o del volume sostanzialmente chiuso che la comprende, la quale sovra-pressione viene trasferita alla camera di comando, con la conseguente flessione della membrana che produce lo spostamento dell'organo di comando: di conseguenza, l'organo otturatore viene liberato e può chiudere il condotto principale di afflusso dell’acqua. In talune condizioni di installazione peraltro - ad esempio quando il dispositivo à ̈ installato con i due tubi sostanzialmente in orizzontale - la stessa acqua di perdita può raggiungere la camera di comando, determinando così in modo idraulico la flessione della membrana, anziché in modo pneumatico.
In ogni caso, il funzionamento del dispositivo risulta totalmente indipendente dalle condizioni di umidità ambientale, così ovviando i problemi tipici della tecnica anteriore sopra citata. L’intervento in chiusura di sicurezza può essere più rapido, non essendo necessario attendere che l’acqua di perdita riempia l’intera intercapedine per giungere a contatto con la nota spugna anidra e/o che la spugna si dilati al punto da riuscire ad esercitare una forza o uno spostamento tale da causare l’intervento in sicurezza.
A tale riguardo si consideri che i dispositivi con spugna, per quanto relativamente rapidi, prevedono tipicamente un tempo d’intervento compreso tra 10 e 30 secondi, con una pur minima perdita di acqua verso l’esterno (da un circa un bicchiere a circa 0,5 litri). L’azionamento tramite spugna comporta sostanzialmente una sequenza di fasi. Dapprima la spugna inizia a bagnarsi nella sua parte esterna, iniziando ad aumentare di volume; in seguito, man mano che la spugna aumenta di volume, l’acqua tende a penetrare sempre più verso l’interno della stessa, che aumenta ulteriormente di volume: tuttavia, tale ulteriore espansione à ̈ ostacolata dai mezzi di reazione o blocco dell’otturatore, i quali ritardano l’infiltrazione del fluido verso il centro della spugna. Ne consegue che sui tempi di intervento possono incidere, oltre che il tempo necessario all’acqua per raggiungere la spugna, anche altri fattori, quali la geometria della spugna, la forma del relativo contenitore, le superfici effettivamente libere al fluido. Inoltre, onde ottenere una maggiore forza, à ̈ necessaria una maggiore sezione o base della spugna anidra, mentre per disporre di una adeguata corsa utile alla sua espansione occorre un maggior spessore della spugna, con costo accresciuto e maggior tempo d’intervento (o, per contro, maggior rischio di dilatazione spontanea tale da sviluppare una forza utile a far scattare in modo anomalo la sicurezza).
Secondo una versione preferenziale, grazie alla presenza di mezzi accumulatori di energia meccanica che sollecitano costantemente l'organo otturatore nella sua posizione di chiusura, il funzionamento del dispositivo secondo l’invenzione non à ̈ neppure influenzato dalle condizioni di pressione della rete idrica. In una rete idrica domestica possono infatti essere presenti anche pressioni differenti (ad esempio tra 0,2 bar e 10 bar) o verificarsi occasionalmente cadute di pressione o, in talune circostanze, anche depressioni. La presenza dei mezzi accumulatori di energia meccanica evita che, in condizioni di estremo sfavore - quali un intervento in sicurezza con bassa pressione di rete o un intervento seguito da una depressione di rete - l'otturatore della disposizione valvolare possa riaprirsi temporaneamente, consentendo eventualmente un ulteriore afflusso di acqua verso l’apparecchio domestico.
In una forma di attuazione preferita il suddetto elemento mobile à ̈ costituito da una membrana o simile elemento elasticamente deformabile, suscettibile di flettere tra una posizione inoperativa ed una posizione operativa. L’organo di comando à ̈ accoppiato alla membrana, sicché una flessione della membrana dalla posizione inoperativa alla posizione operativa causa uno spostamento dell’organo di comando verso la rispettiva posizione di rilascio dell’organo otturatore. Questo tipo di soluzione contribuisce ad aumentare la rapidità di intervento del dispositivo di sicurezza.
Nel dispositivo secondo l’invenzione la disposizione valvolare à ̈ vantaggiosamente di tipo bistabile, ossia atta a mantenere almeno due posizioni stabili, e segnatamente una posizione stabile di apertura in assenza di una perdita del fluido ed una posizione stabile di chiusura a seguito di una perdita. Tali posizioni stabili sono ottenute tramite i mezzi di ritegno rappresentati dall’organo di comando accoppiato all’elemento mobile o membrana e tramite i mezzi accumulatori di energia che sollecitano l’otturatore, rispettivamente.
In una forma di attuazione, tra il tubo esterno ed il corpo di raccordo sono operativamente disposti primi mezzi di tenuta, che definiscono o comprendono almeno un passaggio di collegamento, per collegare l'intercapedine alla camera di comando.
In questo modo l’intercapedine può essere sostanzialmente chiusa alla sua estremità prossimale o superiore, lasciando comunque un passaggio di sezione relativamente ristretta, per agevolare il rilevamento della sovra-pressione da parte della membrana elastica della camera di comando, o consentire il passaggio del fluido sino ad essa. In una forma di attuazione preferita, i suddetti primi mezzi di tenuta comprendono almeno un organo di tenuta sostanzialmente anulare, che à ̈ calzato su una porzione del corpo di raccordo e sul quale à ̈ a sua volta calzata una porzione di estremità prossimale del tubo esterno.
I citati primi mezzi di tenuta - così come la suddetta membrana - sono preferibilmente realizzati con un materiale elastico stampabile, quale un elastomero, una gomma o un silicone. A mero titolo esemplificativo, materiali utilizzabili sono ad esempio gli elastomeri termoplastici TPE o TPV (ad esempio quelli noti con i nomi commerciali Forprene® o Santoprene®), le gomme EPDM, le gomme NBR, le gomme SBR, le gomme FPM (ad esempio quelle note con i nomi commerciali Viton®, Fluorel®, Tecnoflon®) le gomme Cloroprene (ad esempio quelle note con i nomi commerciali Neoprene®, Baypren®, Butaclor®).
Preferibilmente, il corpo di raccordo definisce un condotto ausiliario che si apre nella camera di comando, al quale à ̈ accoppiata a tenuta di fluido l’intercapedine e/o un'uscita del suddetto passaggio di collegamento dei mezzi di tenuta, l’ingresso di quest’ultimo aprendosi sull’intercapedine. In una forma di attuazione l’organo di tenuta ha mezzi di accoppiamento e/o di fissaggio rispetto ad un condotto collegato alla camera di comando, quale il suddetto condotto ausiliario, dove in particolare il passaggio di collegamento à ̈ in comunicazione o à ̈ associato ai detti mezzi di accoppiamento e/o fissaggio. Preferibilmente, il suddetto passaggio di collegamento si estende parallelo ad una apertura passante dell’organo di tenuta, che alloggia a tenuta una porzione del corpo di raccordo, tale porzione includendo almeno un rispettivo tratto assialmente esteso del relativo condotto per il fluido.
Come risulterà maggiormente chiaro in seguito, la previsione dei mezzi di tenuta, ed in modo preferito del suddetto organo di tenuta anulare, nonché del suddetto condotto ausiliario definito dal corpo di raccordo, consentono all'occorrenza il funzionamento del dispositivo anche in assenza completa di un involucro esterno; ciò risulta particolarmente utile in fase di produzione del dispositivo, particolarmente in fase di collaudo. Si consideri che, nelle soluzioni secondo la tecnica nota, il dispositivo di sicurezza à ̈ tipicamente provvisto di un involucro aggiuntivo, che deve essere montato a tenuta sul corpo valvola, e nel quale viene convogliata l’acqua di perdita: in questi dispositivi noti deve essere prevista sia una tenuta idraulica tra l’involucro aggiuntivo ed il corpo valvola, sia tra il tubo esterno e l’involucro.
In una forma di attuazione preferenziale l'organo di comando ha una porzione che sporge dall’elemento mobile o membrana, all'esterno della camera di comando, con tale porzione sporgente che risulta almeno in parte visibile attraverso una finestra o un foro di un corpo di involucro del dispositivo. In tal modo, l'organo di comando funge anche da mezzo segnalatore dello stato operativo del dispositivo di sicurezza. L’organo di comando ed il mezzo di segnalatore sono preferibilmente realizzati come pezzo unico, con l’eventuale aggiunta di elementi di estremità e/o elementi di tenuta.
In una forma di attuazione particolarmente vantaggiosa il condotto del corpo di raccordo include due tratti assialmente estesi, che si estendono l’uno trasversalmente all’altro, particolarmente sostanzialmente perpendicolari tra loro. In pratica, con questa realizzazione, l'ingresso e l'uscita del corpo di raccordo si trovano in posizioni sostanzialmente ortogonali: questa disposizione risulta vantaggiosa quando il corpo di raccordo in questione à ̈ quello destinato al collegamento con una sorgente del fluido, ad esempio un rubinetto. Oltre che ottenere una configurazione particolarmente compatta del dispositivo, questo orientamento agevola anche l'installazione del dispositivo in varie situazioni, riducendo al contempo pieghe nei due tubi quando il dispositivo stesso à ̈ installato. Molto preferibilmente, in una tale attuazione, l'organo otturatore della disposizione valvolare à ̈ spostabile tra le rispettive posizioni di apertura e chiusura in una direzione che à ̈ sostanzialmente perpendicolare rispetto all'asse longitudinale del tubo interno, ovvero della sua estremità prossimale connessa al corpo di raccordo. Preferibilmente, inoltre, anche l'organo di comando si estende assialmente in una direzione perpendicolare rispetto a quella di spostamento dell'organo otturatore, particolarmente una direzione assiale rispetto al suddetto secondo tratto del condotto del primo corpo di raccordo. L’organo otturatore à ̈ preferibilmente realizzato come pezzo unico, con l’eventuale aggiunta di elementi di estremità e/o elementi di tenuta.
I mezzi di tenuta interposti fra il tubo esterno ed il primo corpo di raccordo comprendono di preferenza anche una apertura ausiliaria che à ̈ in comunicazione di fluido con l'intercapedine e che à ̈ tappata da un relativo elemento di chiusura.
Questa apertura ausiliaria risulta particolarmente vantaggiosa in quanto può essere sfruttata, in fase produttiva del dispositivo, per testare la funzionalità del medesimo. Tale collaudo può essere effettuato immettendo un fluido, quale aria, in pressione nell'apertura ausiliaria: essendo quest'ultima in comunicazione con l'intercapedine e con la camera di comando, risulta possibile simulare il funzionamento in sicurezza del dispositivo. Molto vantaggiosamente, come in precedenza accennato, la previsione dei mezzi di tenuta tra il tubo esterno ed il primo corpo di raccordo consente di effettuare tale collaudo in assenza di un involucro. Naturalmente, onde garantire il normale funzionamento del dispositivo, l'apertura ausiliaria deve essere tappata a tenuta.
In una forma di attuazione particolarmente vantaggiosa, l’elemento di chiusura impiegato per occludere a tenuta l'apertura ausiliaria appartiene ad un corpo di involucro del dispositivo. In tal modo, quando il suddetto involucro viene montato, in fase produttiva, sul corpo valvola già assemblato e collaudato, e comprensivo dei mezzi di tenuta e dei due tubi, l’elemento di chiusura suddetto si accoppia o si innesta nell'apertura ausiliaria, sigillandola senza la necessità di un componente specifico aggiuntivo.
In una forma di attuazione il dispositivo ha un corpo di involucro che racchiude almeno parzialmente il primo corpo di raccordo. Di preferenza, quando tale involucro à ̈ presente, almeno una sua parte à ̈ configurata per accoppiarsi con la superficie esterna del tubo esterno. Come risulterà in seguito, il tubo esterno utilizzato nel dispositivo secondo l'invenzione à ̈ di preferenza un tubo corrugato, ovverosia avente essenzialmente una parete cilindrica che definisce una successione di creste ed avvallamenti. Il corpo di involucro può così prevedere, in sue parti opposte, formazioni in rilievo atte ad impegnarsi con un corrugamento del tubo esterno, sostanzialmente con un accoppiamento di forma. In tal modo il tubo esterno à ̈ trattenuto meccanicamente in posizione rispetto all'involucro.
In una forma di attuazione l'involucro, quando previsto, può essere formato in due parti che vengono accoppiate sul corpo valvola, in modo separabile. A tale scopo, in una forma di attuazione preferita, le due parti suddette consistono essenzialmente in due semigusci formati in un pezzo unico ed uniti tra loro da una porzione a cerniera elasticamente deformabile. In tal modo, i due semigusci possono essere richiusi sul primo corpo di raccordo ed il tubo esterno, ed agganciati fra loro in modo semplice e rapido.
In una forma di attuazione, il primo corpo di raccordo definisce una prima sede assialmente estesa, in cui à ̈ montato scorrevole uno stelo dell'organo otturatore, nonché una seconda sede assialmente estesa, in cui à ̈ montato scorrevole l'organo di comando, dove le due sedi sono perpendicolari e si intersecano. In tale forma di attuazione, la prima sede include un’apertura di estremità che si apre all'esterno del primo corpo di raccordo, in posizione sostanzialmente opposta all’organo otturatore.
Con questa configurazione, sfruttando la presenza dell’apertura suddetta, à ̈ possibile ripristinare l’operatività del dispositivo anche dopo un intervento in sicurezza, ovvero riportare l'organo otturatore della disposizione valvolare nella sua posizione di apertura del condotto del primo corpo di raccordo, come sarà descritto in seguito.
Nella forma di attuazione al momento ritenuta preferenziale, la camera di comando à ̈ definita in parte direttamente dal primo corpo di raccordo ed à ̈ chiusa mediante la membrana elastica o altro elemento mobile. L'organo di comando ha preferibilmente una porzione sporgente dalla membrana, all'esterno della camera di comando, ed al corpo valvola à ̈ accoppiato un coperchio o simile, avente un passaggio di guida della suddetta porzione sporgente dell'organo di arresto, con la membrana che si trova in posizione intermedia tra il corpo valvola ed il coperchio.
Breve descrizione dei disegni
Ulteriori scopi, caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue, effettuata con riferimento ai disegni annessi, forniti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, nei quali:
- le figure 1 e 2 sono viste prospettiche da diverse angolazioni di un dispositivo di sicurezza antiallagamento secondo una forma di attuazione della presente invenzione;
- le figure 3 e 4 sono viste in prospettiva, in diverse angolazioni, di un primo corpo di raccordo, o corpo valvola, del dispositivo delle figure 1 e 2;
- le figure 5 e 6 sono una vista in elevazione posteriore ed una vista in pianta dall'alto del corpo delle figure 3 e 4;
- le figure 7, 8, 9 e 10 sono una vista prospettica, una vista in elevazione laterale, una vista in pianta dall'alto ed una vista in pianta dal basso di un organo di tenuta del dispositivo delle figure 1 e 2;
- la figura 11 Ã ̈ una vista prospettica del suddetto primo corpo di raccordo con montato il suddetto organo di tenuta;
- la figura 12 Ã ̈ una prospettica di un corpo di involucro del dispositivo delle figure 1 e 2;
- le figure 13 e 14 sono due viste esplose di una prima porzione del dispositivo delle figure 1 e 2;
- la figura 15 Ã ̈ una vista esplosa di una seconda porzione del dispositivo delle figure 1 e 2;
-la figura 16 Ã ̈ una vista della suddetta prima porzione delle figure 13 e 14, in condizione parzialmente assemblata;
- la figura 17 Ã ̈ una vista simile a quella di figura 16 ma con il primo corpo di raccordo ed alcuni elementi ad essa associati parzialmente sezionati;
- la figura 18 à ̈ una vista sezionata della suddetta seconda porzione di figura 15; - le figure 19-20, 20-21, 22-23 e 25 illustrano, tramite sezioni schematiche e relativi dettagli in maggior scala, una possibile procedura di ripristino dell’operatività del dispositivo secondo l’invenzione a seguito di un intervento in sicurezza;
- la figura 26 à ̈ una vista prospettica, parzialmente sezionata, di una porzione di un dispositivo di sicurezza in accordo ad una versione preferenziale dell’invenzione;
- la figura 27 Ã ̈ una sezione trasversale schematica del dispositivo di figura 26; e - la figura 28 Ã ̈ un dettaglio in maggior scala di figura 27.
Descrizione particolareggiata di forme di attuazione preferite dell'invenzione Il riferimento ad “una forma di attuazione†all’interno di questa descrizione sta ad indicare che una particolare configurazione, struttura, o caratteristica descritta in relazione alla forma di attuazione à ̈ compresa in almeno una forma di attuazione. Quindi, i termini “in una forma di attuazione†e simili, presenti in diverse parti all’interno di questa descrizione, non sono necessariamente tutti riferiti alla stessa forma di attuazione. Inoltre, le particolari configurazioni, strutture o caratteristiche possono essere combinate in ogni modo adeguato in una o più forme di attuazione, anche diverse da quelle esemplificate. I riferimenti utilizzati nel seguito sono soltanto per comodità e non definiscono l’ambito di tutela o la portata delle forme di attuazione.
Si precisa che nel seguito della presente descrizione e delle allegate rivendicazioni verrà fatto riferimento solo per semplicità a perdite di un fluido o acqua dal tubo interno del dispositivo, dovute ad esempio a rotture di quest’ultimo, intendendosi però ricompreso il caso di perdite di un fluido o acqua che si verificano in altre parti del dispositivo anche in assenza di una rottura del tubo interno (ad esempio un trafilamento di acqua tra il tubo interno ed il corpo valvola o il corpo di raccordo, a causa di un cedimento di relativi mezzi di tenuta).
Nelle figure 1 e 2, con 1 à ̈ indicato nel suo complesso un dispositivo di sicurezza contro perdite di un fluido, in particolare un dispositivo antiallagamento, secondo un possibile forma di attuazione della presente invenzione. Come già indicato nella parte introduttiva della presente descrizione, il dispositivo 1 à ̈ del tipo provvisto di una intercapedine chiusa anche all'estremità distale o inferiore, e che quindi non presuppone alcuna particolare predisposizione di un apparecchio domestico ai fini della funzione di sicurezza.
Il dispositivo 1 comprende essenzialmente due parti di estremità 2 e 3 ed una parte intermedia 4. Si supponga, nel seguito, che la parte di estremità superiore 2 sia destinata al collegamento fluidico o idraulico, nonché meccanico, ad idoneo punto di prelievo di una sorgente del fluido stesso, quale ad esempio una rete idrica, non rappresentata, mentre la parte inferiore 3 sia destinata al collegamento fluidico o idraulico e meccanico all'apparecchio domestico, quale un elettrodomestico, pure non rappresentato. Si noti tuttavia che la diposizione di collegamento potrebbe essere inversa, ovverosia con la parte 2 collegata all’elettrodomestico e la parte 3 collegata alla sorgente del fluido.
La parte superiore 2 comprende un primo corpo di raccordo 20, in seguito definito per semplicità “corpo valvola†, a cui sono associate una disposizione valvolare ad azionamento pneumatico o idraulico, mezzi di tenuta in seguito descritti, primi mezzi di collegamento 11 - quale una ghiera - per il collegamento alla rete idrica ed un corpo di involucro 12 che racchiude almeno parzialmente il corpo valvola 20. La parte inferiore 3 include un secondo corpo di raccordo 13 con associati relativi secondi mezzi di collegamento 14 - quali una ghiera - per il collegamento all'elettrodomestico, nonché alcuni ulteriori componenti di fissaggio e tenuta rispetto alla porzione intermedia 4 che saranno in seguito descritti e che comprendono di preferenza una boccola o anello di bloccaggio 15. La parte intermedia 4 consta essenzialmente di un tubo interno, non visibile nelle figure 1 e 2, e di un tubo esterno 16, quale un tubo in materiale termoplastico. Nella forma di attuazione non limitativa illustrata, il tubo esterno 16 à ̈ un tubo corrugato o a parete ondulata, ovvero con una parete sostanzialmente cilindrica che definisce un’alternanza di creste ed avvallamenti, preferibilmente anulari e/o paralleli tra loro e/o disposti secondo una serie regolare; la parete del tubo esterno 16 potrebbe peraltro avere un avvallamento ed una cresta continua, con un andamento a spirale, o altra forma atta allo scopo. Nell'esempio qui descritto, il tubo interno - in seguito indicato con 17 (si vedano ad esempio le figure 16 e 17) à ̈ preferibilmente un tubo cilindrico a superficie liscia, quale un tubo in materiale termoplastico o in elastomero, ma tale conformazione non deve essere intesa come limitativa, in quanto anche il tubo interno 17 potrebbe essere di tipo corrugato, ad esempio con forme del tipo descritto per il tubo esterno 16. Di preferenza, il diametro esterno massimo del tubo interno 17 à ̈ minore del diametro interno minimo del tubo esterno 16, in modo che tra di essi risulti definita un’intercapedine anulare, indicata con 18 ad esempio nelle figure 16 e 17). L’intercapedine 18 à ̈ atta a lasciar transitare il fluido di perdita tra il tubo esterno 16 ed il tubo interno 17, preferibilmente anche in senso assiale rispetto ai due tubi, in particolare verso il corpo valvola 20.
Nelle figure 3-6 à ̈ illustrato, con viste diverse, il suddetto corpo valvola 20, che comprende un corpo preferibilmente formato di materiale termoplastico stampato a iniezione, nel quale possono essere essenzialmente identificate due porzioni sostanzialmente tubolari 21 e 22, in seguito definite per semplicità porzione di ingresso e porzione di uscita, rispettivamente, che nell’esempio sono tra loro ortogonali. Le due porzioni 2 e 22 includono rispettivi tratti 23a, 23b di un condotto principale 23 per il fluido e sono raccordate in corrispondenza di una porzione di corpo intermedia 24, all'interno dalla quale i due suddetti tratti di condotto si intersecano. La porzione 21 definisce un ingresso 25 del corpo valvola 20, in prossimità del quale à ̈ formata almeno una flangia; nell’esempio illustrato sono previste due formazioni a flangia anulare esterne 26, per il montaggio in modo noto della ghiera 11 di figura 1. Nella forma di attuazione esemplificata, inoltre, la superficie esterna della porzione di ingresso 21 comprende un tratto rastremato 27a verso la porzione intermedia 24 che, unitamente ad una ulteriore formazione a flangia 27b, realizza una sorta di sede 27, destinata a cooperare con il corpo di involucro 12, come risulterà in seguito.
La porzione di uscita 22, che definisce un’uscita 28 del corpo valvola 20, presenta, in una sua regione superiore, una serie di rilievi assiali 29, utili ai fini del rinforzo del corpo 20 e/o eventualmente per il posizionamento di mezzi di tenuta, in seguito descritti.
Una regione inferiore generalmente cilindrica della porzione di uscita 22 presenta esternamente degli elementi di accoppiamento 22a, quale una serie di denti o rilievi anulari di ritegno, per l’accoppiamento con una regione di ingresso del tubo interno 17 del dispositivo. Tra tale regione inferiore e l’estremità inferiore dei rilievi 29 à ̈ definita una zona di tenuta della porzione 22, preferibilmente di sezione circolare, indicata con 22b nelle figure 3 e 6.
Nella porzione intermedia 24 del corpo valvola 20, e particolarmente nella sua zona superiore (con riferimento alle figure), à ̈ definita parte di una camera di comando, indicata con 30, sostanzialmente a forma di coppa. All'estremità superiore di tale camera 30 il corpo valvola 20 à ̈ conformato per definire una sede anulare 31, destinata ad alloggiare almeno il bordo periferico di un elemento mobile in seguito descritto, particolarmente un elemento elasticamente deformabile, quale una membrana. Lungo il bordo esterno della formazione che definisce la sede 31 sono previste sedi di aggancio 32, destinate all’accoppiamento con agganci o denti di un coperchio, anch'esso in seguito descritto.
In una regione generalmente centrale della camera 30 à ̈ prevista una sede assialmente estesa 33, per un organo di arresto in seguito descritto. Tale sede 33 si estende nella direzione assiale del tratto 23b del condotto principale 23 interno alla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20, preferibilmente coassiale ad esso. Dalla figura 4 à ̈ possibile notare come, all'interno della porzione 21 e del relativo tratto 23a del condotto 23, si estenda una porzione massiva di corpo, indicata con 34, nella quale à ̈ definita una sede di scorrimento 35 per lo stelo di un organo otturatore, come sarà in seguito descritto. Come precedentemente accennato, i due tratti 23a, 23b del condotto 23 che si estendono nelle porzioni 21 e 22 si intersecano tra loro in corrispondenza della porzione di corpo 24. Stante la presenza della formazione 34, nella zona di intersezione, il tratto di condotto interno alla porzione di ingresso 21 ha sagoma a semi-anello, come si può apprezzare ad esempio in figura 17.
Dalla figura 6 à ̈ possibile notare come nella porzione intermedia 24 del corpo valvola 20, in una posizione generalmente opposta o affacciata alla porzione di ingresso 21, à ̈ previsto un foro o passaggio 36: tale foro realizza sostanzialmente un prolungamento della sede 35 per l’otturatore, per le funzioni che saranno in seguito spiegate.
Dalla figura 6 si nota altresì come, nella porzione intermedia 24 sia previsto un attacco o raccordo 37, che si estende assialmente in direzione generalmente parallela alla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20 (come visibile anche in figura 3). In tale attacco 37 si estende un passaggio assiale 38, visibile in figura 5, che si apre sull'interno della camera 30.
Di preferenza, tra il tubo esterno 16 ed il corpo valvola 20 sono operativamente interposti mezzi di tenuta. Più in particolare, e come risulterà maggiormente chiaro in seguito, questi mezzi realizzano una tenuta tra una superficie del corpo valvola 20, ed in particolare la superficie esterna 22b della porzione di uscita 22 del corpo valvola 20, ed almeno una superficie del tubo esterno 16, ed in particolare una superficie interna del tubo esterno 16.
Nella forma di attuazione esemplificata nelle figure 7-10, i suddetti mezzi di tenuta comprendono un organo di tenuta di forma complessivamente anulare o tubolare, indicato con 40, che in seguito verrà definito per semplicità “guarnizione†, il cui corpo à ̈ formato con un materiale elasticamente cedevole, preferibilmente un elastomero. La guarnizione 40 comprende almeno una porzione o superficie di accoppiamento e/o tenuta rispetto al corpo valvola 20 ed almeno una porzione o superficie di accoppiamento e/o tenuta rispetto al tubo esterno 16.
Nella guarnizione 40 si individuano, sempre con riferimento alle figure, una porzione superiore 41, una porzione intermedia 42 ed una porzione inferiore 43. Dalla porzione superiore 41 si eleva una parte tubolare 44, la cui cavità prosegue all'interno del corpo della guarnizione 40 per formare un passaggio di collegamento 45, aprentesi sostanzialmente in corrispondenza della porzione inferiore 43. Il passaggio di collegamento 45 ha preferibilmente almeno due tratti a sezione differente, quale un primo tratto a sezione circolare, ben visibile in 9, ed un secondo tratto a sezione rastremata o ristretta, ben visibile nelle figure 7 e 10; di preferenza il suddetto primo tratto à ̈ realizzato almeno in parte nella porzione superiore 41, e particolarmente almeno in parte nella parte tubolare 44, mentre il suddetto secondo tratto à ̈ realizzato almeno in parte nella porzione inferiore 43.
La porzione tubolare 44 può sporgere radialmente dal profilo esterno principale della porzione superiore 41, come nel caso esemplificato, il che risulta utile ai fini dell’accoppiamento con il raccordo 37. Sempre di preferenza, il diametro o le dimensioni perimetrali del corpo della guarnizione 40 sono essenzialmente decrescenti dalla porzione superiore 41 verso la porzione inferiore 43, il che facilita in particolare l’accoppiamento a fini di tenuta tra il corpo valvola 20 ed il tubo esterno 16.
Come apprezzabile particolarmente dalla figura 9, dalla faccia superiore della porzione 41 si dipartono sedi, particolarmente in forma di scanalature o rientranze assiali 46, definite attorno al passaggio centrale 40a della guarnizione 40 e che si estendono eventualmente per un breve tratto anche nella porzione intermedia 42.
Preferibilmente, ma non necessariamente, queste scanalature hanno disposizione asimmetrica e/o forma irregolare. La guarnizione 40 Ã ̈ destinata ad essere innestata dal basso sulla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20 delle figure 3-6, con le rientranze 46 che ricevono, preferibilmente con interferenza elastica, i rilievi assiali 29 della suddetta porzione 22 del corpo valvola 20, anche al fine di garantire un preciso posizionamento relativo fra le parti. Nella condizione montata della guarnizione 40, inoltre, l'attacco 37 del corpo valvola 20 risulta innestato a tenuta nella porzione tubolare 44 della guarnizione, come ben visibile ad esempio in figura 11: ai fini di una tenuta elastica tra le parti, il primo tratto del passaggio di collegamento 45 ha dimensione di sezione inferiore rispetto alla dimensione di sezione esterna del raccordo 37.
Tornando alle figure 7-10, il corpo della guarnizione 40 ha, preferibilmente nella sua porzione intermedia 42, forma e dimensioni tali da determinare un accoppiamento a tenuta rispetto al tubo esterno, quale un corrugamento superficiale esterno atto all’accoppiamento a tenuta elastica con il corrugamento del tubo esterno 16. Naturalmente, essendo il corpo della guarnizione 40 in materiale elastico, le creste e gli avvallamenti del corrugamento della porzione intermedia 42 possono essere leggermente più grandi, ovvero avere una dimensione o diametro maggiore, di quelle del corrugamento del tubo esterno 16, o del suo diametro interno.
In una forma di attuazione il corpo della guarnizione 40 ha, preferibilmente nella sua porzione interna o passaggio centrale 40a, forma e dimensioni tali da determinare un accoppiamento a tenuta elastica rispetto al corpo valvola 20, quale un diametro o dimensione minore rispetto al diametro o dimensione della superficie 22b della porzione di uscita 22 del corpo valvola 20.
In ogni caso, la disposizione à ̈ tale per cui, dopo il montaggio della guarnizione 40 sul corpo valvola 20, una porzione di estremità prossimale del tubo esterno 16 può essere calzata con interferenza elastica rispetto ad una porzione della guarnizione 40, in particolare sulla porzione intermedia 42 della stessa guarnizione, in modo da ottenere un accoppiamento sostanzialmente di forma o complementare tra le parti.
Con particolare riferimento alla figura 8, si nota come nella faccia periferica della porzione superiore 41 della guarnizione 40 sia prevista un’apertura ausiliaria 47, che realizza l'imbocco di un passaggio ausiliario 48, anch'esso aprentesi in corrispondenza della porzione inferiore 41 della guarnizione 40, come ben visibile in figura 10. Tale apertura ausiliaria 47 ha preferibilmente forma rastremata, e quindi per almeno un tratto più ampio rispetto alla dimensione di sezione del condotto 48.
Si noti che la porzione inferiore 43 della guarnizione 40 à ̈, in uso, affacciata verso l'interno dell'intercapedine 18 definita fra il tubo esterno 16 ed il tubo interno del dispositivo di sicurezza, come in seguito descritto. Come risulterà maggiormente chiaro in seguito, l'apertura ausiliaria 47 con il relativo passaggio ausiliario 48 sono utilizzati per collaudare il dispositivo 1 in fase produttiva.
Come detto, in uso, la guarnizione 40 viene innestata sulla porzione di uscita 22 del corpo valvola 20 e fatta scorrere su di essa sino a produrre l'impegno tra i rilievi assiali 29 (figura 3) e le rientranze 46 (figura 9), nonché l’impegno della zona di tenuta 22b del corpo valvola 20 con la porzione inferiore del passaggio 40a della guarnizione 40; la suddetta zona 22b e la relativa porzione di tenuta del passaggio 40a hanno profilo almeno approssimativamente circolare, o comunque preferibilmente privo di rilievi ed avvallamenti, al fine di garantire una tenuta radiale ottimale. A seguito di tale montaggio, come visibile in figura 11, nella porzione tubolare 44 della guarnizione 40 risulta innestata l’estremità inferiore dell'attacco 37 della porzione intermedia 24 del corpo valvola 20.
In tal modo, come si intuisce, l'interno della camera di comando 30 risulta in comunicazione di fluido, tramite il passaggio 38 di figura 5, con il passaggio 45 della guarnizione 40 (vedere figura 7 o 9), e quindi con l’intercapedine tra i due tubi. Secondo una variante non raffigurata, il raccordo 37 ed il passaggio 38 possono attraversare interamente il passaggio 45 della guarnizione 40, sino all’intercapedine, essendo a tal fine opportunamente sagomati. I mezzi di tenuta rappresentati dalla guarnizione 40 consentono quindi di ottenere una tripla tenuta idraulica, ed in particolare una prima tenuta rispetto al tubo esterno 16, una seconda tenuta rispetto al corpo valvola 20 ed una terza tenuta rispetto all’ingresso 37 della camera di comando 30.
Dalla figura 11 si nota altresì come, nella condizione montata della guarnizione 40 sul corpo valvola 20, l'apertura ausiliaria 47 risulti direttamente rivolta verso l'esterno, o radialmente rispetto all’asse della guarnizione 40 o del corpo valvola 20.
In figura 12 à ̈ mostrato in maggior dettaglio il corpo di involucro 12, in seguito definito per semplicità “involucro", destinato a racchiudere parzialmente al proprio interno il corpo valvola 20, nonché la guarnizione 40 con l’associata porzione del tubo esterno 16. L’involucro 12 à ̈ preferibilmente realizzato in materiale termoplastico o un materiale almeno in parte elastico.
Nella forma di attuazione esemplificata, l’involucro 12 à ̈ configurato in un pezzo unico che definisce due semigusci 50 e 51 generalmente concavi, uniti tra loro da una porzione intermedia 52 che realizza una cerniera elastica. Si noti che, in possibili varianti di attuazione, l’involucro 12 può essere formato in due o più parti distinte tra loro, rese poi solidali, ad esempio tramite rispettivi agganci o viti, o tramite saldatura.
Lungo il bordo dei semigusci 50, 51 opposti alla porzione a cerniera 52 sono definite due prime sedi o incavi 53 a profilo sostanzialmente semicircolare; similmente, nella porzione inferiore di ciascun semiguscio 50, 51, sono definiti due seconde sedi o incavi 54, anch'essi aventi profilo sostanzialmente semicircolare. In tal modo, a seguito della chiusura di un semiguscio sull'altro, nel corpo di involucro 12 risultano definiti due passaggi circolari, uno laterale ed uno inferiore, i cui assi centrali sono sostanzialmente ortogonali tra loro. In corrispondenza degli incavi laterali 53 il profilo del bordo dei semigusci à ̈ conformato per definire un rilievo o dente semicircolare 55; i due denti 55, nella condizione assemblata del dispositivo 1, si accoppiano con la sede 27 di figura 3 (si veda anche la figura 17), onde garantire un posizionamento certo e centrato del corpo di involucro 12 rispetto alla porzione di ingresso 21 del corpo valvola 20 (preferibilmente grazie all'interazione tra il piano inclinato definito dai denti 55 e il piano inclinato definito dalla parte rastremata della sede 27 di figura 3). I denti 55 possono eventualmente operare in tenuta rispetto al corpo valvola 20 e/o la sede 27; tra gli incavi laterali 53 ed il corpo valvola 20 potrebbero all’occorrenza essere previsti ulteriori elementi di tenuta, non raffigurati. Il bordo dei semigusci 50, 51 che definisce gli incavi inferiori 54 à ̈ generalmente rastremato, onde realizzare almeno un rilievo 56 semicircolare, atto ad impegnarsi in uno degli avvallamenti del corrugamento del tubo esterno 16. Dalla faccia interna dei semigusci 50, 51 si elevano simili rilievi 56, atti all’impegno con altri avvallamenti del corrugamento del tubo 16. In tal modo, nella condizione assemblata, il corpo valvola 20 risulta accoppiato con precisione da un punto di vista meccanico rispetto al tubo esterno 16. I rilievi 56 possono eventualmente anche operare in tenuta rispetto al tubo esterno 16 (ad esempio i rilievi 56 possono essere rigidi e premuti a tenuta su un tubo esterno 16 cedevole elasticamente; tra i rilievi 56 ed il tubo 16 possono eventualmente essere previsti ulteriori elementi di tenuta, non raffigurati).
Nella porzione di sommità dei semigusci 50, 51, nel relativo bordo sono definiti due incavi semicircolari 57, che realizzano una finestra di ispezione, per le finalità in seguito descritte. Di preferenza, tale finestra include anche un elemento di chiusura trasparente o spia, indicato con 58.
In varianti di attuazione non illustrate, ulteriori elementi di tenuta possono essere associati o ricavati di pezzo con i semigusci 50 e/o 51, in particolare al fine di definire almeno una reciproca tenuta e/o una tenuta rispetto ad almeno uno tra il corpo valvola 20, il tubo esterno 16 e l’elemento 58.
Ancora con riferimento alla figura 12, sempre nella parte interna dei semigusci 50 e 51, oltre ad eventuali altri rilievi destinati a cooperare con superfici esterne del corpo valvola 20, à ̈ prevista un’appendice 59 assialmente estesa, di forma preferibilmente cilindrica, che costituisce un elemento di chiusura dell'apertura ausiliaria 47 della guarnizione 40 (figura 9). Nella condizione assemblata del corpo di involucro 12, ossia con i due semigusci 50, 51 chiusi l'uno sull'altro e con interposto il corpo valvola 20 sul quale à ̈ montata la guarnizione 40, l'appendice 59 si insinua con interferenza elastica nell'apertura ausiliaria 47, tappando il relativo passaggio 48. In una variante, le funzioni dell’appendice 59 sono svolte da un differente elemento di chiusura, distinto dall’involucro 12 ma comunque atto a chiudere l'apertura ausiliaria 47 (quale ad esempio una sfera inserita in modo forzato nell’apertura 47, con quest’ultima preferibilmente sagomata per trattenere la sfera in posizione e determinare una rispettiva tenuta idraulica, pneumatica e meccanica).
In uno dei due semigusci, nell’esempio il semiguscio 50, sono previsti seconde appendici o pioli 60, destinati all’innesto in relative sedi 61, previste in posizioni omologhe sull'altro semiguscio, qui il semiguscio 51. Uno dei due semigusci, preferibilmente il semiguscio che presenta le sedi 61, presenta - lungo il suo bordo - una pluralità di agganci 62, qui conformati a dente elastico, destinati all'impegno in rispettive sedi 63 previste in posizioni omologhe sull'altro semiguscio.
In figura 16 à ̈ visibile una condizione parzialmente assemblata della porzione superiore 2 del dispositivo 1, con l'involucro 12 aperto. Si nota l’interferenza tra i rilievi 56 del semiguscio 51 dell'involucro 12 con il corrugamento del tubo esterno 16, nonché il posizionamento della guarnizione 40 relativamente allo stesso tubo esterno 16, ovverosia con le relative porzioni intermedia 42 ed inferiore 43 che sono all'interno della regione di estremità prossimale del tubo; dalla figura in questione si nota altresì come l'apertura ausiliaria 47 risulti in una posizione tale da risultare tappata dall’appendice 59, quando i due semigusci vengono richiusi l’uno sull’altro.
Le figure 13 e 14 illustrano, con viste esplose, componenti associati al corpo valvola 20. In tali figure, con 11 viene indicata la già citata ghiera, dotata di madrevite, che costituisce un’interfaccia per il collegamento meccanico ed idraulico del corpo 20 ad un punto di prelievo della sorgente del fluido, quale una rete idrica. Come detto, tale ghiera 11 à ̈ di concezione nota nel settore, così come le sue modalità di ancoraggio rispetto al corpo valvola 20.
Con 70 à ̈ indicato un organo filtrante, atto a realizzare una filtrazione del fluido in ingresso al dispositivo 1: anche tale organo à ̈ di tipologia in sé nota nel settore. Il componente indicato con 71 à ̈ un organo diffusore, atto ad indirizzare il fluido in ingresso al dispositivo 1; anche tale organo à ̈ di concezione generalmente nota, ma à ̈ qui adattato per cooperare con lo stelo di un organo otturatore facente parte della disposizione valvolare del dispositivo 1. Eventualmente, a monte o a valle del diffusore 71 può essere previsto un regolatore di flusso, ad esempio del tipo a membrana deformabile sono la pressione dell’acqua in ingresso. Il citato organo otturatore, in seguito definito per semplicità “otturatore†, à ̈ indicato nel complesso con 72 e consta essenzialmente di uno stelo 73, assialmente esteso, in una zona intermedia del quale à ̈ previsto un elemento otturatore 74, definente in una sua parte intermedia una sede anulare 75 per un anello di tenuta 76. La porzione dello stelo 73 che sporge dall'elemento 74 in direzione del diffusore 71 à ̈, nella condizione assemblata, inserito con possibilità di scorrimento in una sede assiale 71a del diffusore stesso, nella quale à ̈ inoltre alloggiata una molla 77, che realizza un mezzo accumulatore di energia meccanica atto a sollecitare costantemente l'otturatore 72 verso la rispettiva posizione chiusa, come risulterà in seguito.
Con 78 Ã ̈ indicata una boccola di guida per lo stelo 73, mentre con 79 sono indicati due anelli di tenuta di tipo o-ring, destinati a realizzare una tenuta tra la sede 35 di figura 4 rispetto al suddetto stelo.
Con 80 à ̈ indicato nel complesso un elemento mobile, che nell’esempio illustrato à ̈ costituito da una membrana suscettibile di flettere elasticamente, avente sostanzialmente la forma di piattello sagomato ed avente un bordo periferico 81 ed un foro centrale 82. Il bordo 81 à ̈ conformato per l’accoppiamento a tenuta all’interno della sede 31 di figura 3, che circonda la bocca della camera di comando 30 (vedere anche figura 17).
Il dispositivo include mezzi di comando o di ritegno, che sono atti a trattenere l’otturatore 72 in una rispettiva posizione di apertura e che sono azionabili per assumere una rispettiva posizione di rilascio dell’otturatore stesso. A tale scopo, nell’esempio raffigurato con 83 à ̈ indicato nel complesso un organo di comando o di ritegno per l'otturatore 72, quale un organo di arresto assialmente esteso, il quale comprende una porzione superiore 84, qui con sezione a croce, ed una porzione cilindrica inferiore 85, più lunga, tra le quali si trova una parte a flangia 86. Nella parte inferiore 85 à ̈ definita una gola anulare 87, per un relativo elemento di tenuta 88, particolarmente un o-ring. Nella condizione assemblata, l’organo di arresto 83 à ̈ inserito con interferenza e/o tenuta all'interno del foro centrale 82 della membrana 80, in modo che la sua parte inferiore cilindrica 85 comprensiva dell’elemento di tenuta 88 risulti a sua volta inserita con possibilità di scorrimento nella sede 33 definita centralmente alla camera 30 del corpo valvola 20 (vedere ad esempio le figure 3, 6 e 17).
Con 89 à ̈ indicato un elemento di fissaggio o coperchio, il quale à ̈ destinato ad essere accoppiato alla parte superiore del corpo valvola 20. Il coperchio 89 ha una sagoma generalmente a cupola, con un passaggio centrale 90 che realizza una guida al movimento assiale dell'organo di arresto 83. Lungo il bordo periferico del coperchio 89 sono previsti denti di aggancio 91, destinati ad accoppiarsi nelle relative sedi di aggancio 32 definite nella parte superiore del corpo valvola 20 (vedere figure 3 e 6). Nella condizione assemblata, come si nota in figura 17, il coperchio 89 trattiene quindi il bordo periferico 81 della membrana 80 all'interno della relativa sede 31, con la membrana stessa che à ̈ interposta fra il corpo valvola 20 ed il coperchio, preferibilmente in una condizione di compressione e/o tenuta del bordo periferico 81. La porzione superiore 84 dell'organo di arresto 83 sporge invece all'esterno della camera di comando 30 e risulta inserito nel passaggio 90 del coperchio 89, che ne realizza una guida.
Il fatto che la porzione superiore 84 dell'organo 83 sia inserita nella guida 90 e la parte cilindrica inferiore 85 dello stesso organo sia inserita nella sede 33 vincola al movimento lineare l'organo stesso, fornendo anche una guida indiretta alla flessione della membrana elastica 80.
Dalla figura 17 Ã ̈ anche possibile notare come, nella condizione assemblata, la porzione superiore 84 dell'organo 83, ed in particolare la sua faccia superiore, risulti affacciata alla finestra 57-58 del corpo di involucro 12. Almeno parte di questa porzione superiore 84 ha una colorazione opportuna, preferibilmente diversa rispetto all'involucro 12, per realizzare un sistema di segnalazione visiva dello stato del dispositivo 1.
Ancora nelle figure 13 e 14, con 92 à ̈ indicata una bussola di fissaggio o cianfrinatura, destinata a serrare meccanicamente il tubo interno 17 del dispositivo sulla parte terminale dentata della porzione di uscita 22 del corpo valvola 20, come si vede ad esempio in figura 17. Si consideri tuttavia che la bussola di fissaggio 92, tipicamente prevista per un tubo interno 17 del suddetto tipo liscio in elastomero, può essere sostituita da altro elemento di fissaggio e/o tenuta, quale un elemento di tenuta in elastomero sovrastampato ad un tubo interno di altro tipo, ad esempio un tubo corrugato in materiale termoplastico o metallico.
In figura 15 sono visibili in parte sia il tubo esterno 16 che il tubo interno 17. I materiali impiegati per la realizzazione dei tubi 16 e 17 possono essere di tipo noto nel settore, ad esempio PP per il tubo esterno 16 e PVC o PP per il tubo interno 17.
In figura 15, con 13 à ̈ indicato il già citato secondo corpo di raccordo, conformato generalmente a “L†e definente al proprio interno un condotto 93, avente un ingresso ed un’uscita, non indicati.
Nella porzione di maggior lunghezza del corpo di raccordo 13 si individuano una prima porzione 94, che presenta esternamente una serie di denti o rilievi anulari di ritegno, ed una porzione intermedia 95, dotata di un corrugamento superficiale. Sulla porzione 94 à ̈ destinata ad essere innestata una regione di estremità distale o inferiore del tubo interno 17, la quale viene poi fissata meccanicamente in posizione mediante un anello o boccola di fissaggio o cianfrinatura 96, simile a quella precedentemente indicata con 92 nelle figure 13 e 14. Si noti che anche per il corpo di raccordo 13 possono essere previsti mezzi di accoppiamento, rispetto al tubo interno 17, analoghi o equivalenti a quelli sopra descritti con riferimento al corpo valvola 20.
Sulla porzione intermedia 95 à ̈ destinato ad essere innestato un ulteriore elemento di tenuta elasticamente cedevole, indicato con 98, conformato sostanzialmente a boccola ed avente preferibilmente almeno un corrugamento interno, atto ad accoppiarsi con quello della superficie esterna della porzione 95. Sull’elemento di tenuta 98 à ̈ destinato ad essere poi innestato un tratto terminale del tubo esterno 16, per realizzare una tenuta rispetto alla sua superficie interna e chiudere inferiormente l’intercapedine tra i due tubi; come si evince anche in figura 18, quindi, l’elemento di tenuta 98 risulta operativamente interposto fra il corpo del raccordo 13 ed il tubo esterno 16.
Sono poi previsti mezzi per bloccare meccanicamente in posizione anche il tubo esterno 16: a tale scopo, all’estremità inferiore della porzione intermedia 95 del corpo 13 sono definite due sedi semi-anulari, una delle quali indicata con 95a, in cui sono destinati ad essere accoppiati degli elementi di ritegno 99. Ciascun elemento 99 ha una parte di base a forma di semi-anello ed un’aletta 101, che si eleva ortogonalmente dalla base 100 e che reca un dentino di aggancio 102. Ai fini dell’assemblaggio, in ciascuna sede 95a viene accoppiato il semi-anello 100 di un relativo elemento 99, di modo che le alette 101 risultino orientate verso l’alto ed addossate al tubo esterno 16 in zone diametralmente opposte. Le alette 101, nella loro parte rivolta verso il tubo 16 presentano rilievi o corrugazioni 103, che si accoppiano in avvallamenti del corrugamento del tubo 16, in particolare al fine di un reciproco fissaggio. In seguito, una boccola di bloccaggio 15, preventivamente infilata sul tubo esterno 16, viene fatta scorrere verso il basso sulle alette 101, sino a quando i dentini 102 delle alette 101 si agganciano in rispettive sedi 105 previste nella boccola 15. In tal modo, considerando che la boccola 15 mantiene in posizione gli elementi di ritegno 99, rispetto al raccordo 13 ed al tubo esterno 16, anche il tubo esterno 16 risulta bloccato meccanicamente rispetto al corpo del raccordo inferiore 13.
Alla sua estremità di uscita il corpo 13 presenta una flangia 106 sulla quale, in uso, risulta addossata una guarnizione piana 107, trattenuta in posizione dalla ghiera 14, preventivamente calzata sul raccordo 13. La disposizione della ghiera 14 e dell’anello di tenuta 107, nonché le relative modalità di accoppiamento al corpo del raccordo 13 sono di tipo noto nel settore.
Nelle figure 17 e 18 à ̈ visibile la condizione assemblata delle parti fondamentali del dispositivo di sicurezza 1. In tali figure, oltre agli elementi già precedentemente indicati, à ̈ ben visibile l'intercapedine 18 definita tra i tubi 16 e 17. Nella forma di attuazione esemplificata, l'intercapedine 18 ha, come detto, forma sostanzialmente anulare, ovvero à ̈ definita da una pur minima distanza tra i tubi interno 17 ed esterno 16 (essendo il diametro esterno del tubo 17 preferibilmente minore rispetto al diametro interno del tubo 16).
Dalla figura 17 à ̈ ben visibile come l’estremità prossimale del tubo esterno 16 si estenda oltre l’estremità prossimale del tubo interno 17, con i mezzi di tenuta rappresentati dalla guarnizione 40 che sono montati sul corpo valvola 20 in una zona di quest’ultimo che si trova distanziata in direzione assiale, o più in alto, rispetto all’estremità prossimale del tubo 17, e quindi in una zona intermedia tra l’ingresso e l’uscita del corpo valvola 20, anche a vantaggio della compattezza del dispositivo 1.
La figura 17 illustra la condizione di normale operatività del dispositivo 1, nella quale l'acqua (o altro fluido) in ingresso da un attacco idraulico filettato sul quale à ̈ serrata la ghiera 11 può penetrare nel tratto di condotto 23a passando attraverso il filtro 70 ed il diffusore 71. In tale condizione, la membrana elastica 80 à ̈ in una rispettiva condizione inoperativa, nella quale l'organo di arresto 83 à ̈ in una posizione generalmente abbassata. In tale posizione, sull'organo di arresto 83 si attesta l'estremità interna dello stelo 73 dell'otturatore 72. In tal modo l'otturatore 72, ed in particolare il suo elemento 74, viene mantenuto in una posizione di apertura del condotto 23, in contrasto all'azione della molla 77 delle figure 13 e 14, non visibile in figura 17.
In pratica, quindi, l’elemento 74 dell'otturatore à ̈ mantenuto distanziato rispetto alla relativa sede di valvola, definita nella superficie del tratto di condotto 23a. In tale condizione, quindi, il fluido può percorrere il tratto di condotto 23a e poi passare nel tratto di condotto 23b, che percorre assialmente la porzione di uscita del corpo valvola 20, per passare all'interno del tubo interno 17. All'estremità distale del tubo interno 17 il fluido penetra poi nel condotto interno 93 nel raccordo inferiore 13 per raggiungere l'elettrodomestico.
Nel caso di una perdita di fluido interna al dispositivo, ad esempio dal tubo interno a seguito di una sua rottura, si verifica un passaggio di acqua nell’intercapedine 18. Come in precedenza spiegato, il volume definito dall’intercapedine 18, dai passaggi 44-45 e 48 della guarnizione 40 e dalla camera di comando 30 con il relativo passaggio 37-38, à ̈ un volume sostanzialmente chiuso (tenendo conto quanto in seguito descritto con riferimento alle figure 26-28), atto a convogliare e contenere le perdite di fluido senza fuoriuscite dal dispositivo, almeno nel tempo intercorrente tra la perdita e l'intervento della disposizione valvolare. In uso, il passaggio 48 della guarnizione à ̈ tappato dall’appendice 59 del corpo di involucro 12: pertanto, l'acqua di perdita che penetra nell’intercapedine 18 à ̈ tale da causare un aumento di pressione all'interno del suddetto volume.
Questo aumento di pressione viene trasferito, attraverso il passaggio 44-45 della guarnizione 40 ed il relativo condotto 37-38 del corpo valvola 20, all'interno della camera di comando 30. L'aumento di pressione nella camera 30 determina la flessione elastica della membrana 80 verso l'alto, e quindi il sollevamento dell'organo di arresto 83. Tale sollevamento dell'organo 83 ha l'effetto di liberare lo stelo 73 dell'otturatore 72 che quindi, sotto l'azione della relativa molla 77, passa nella condizione di chiusura del condotto principale, ed in particolare del tratto di condotto 23a. In questo modo à ̈ prevenuto l'ulteriore afflusso di acqua all'interno del dispositivo 1, e quindi verso l'elettrodomestico. Preferibilmente il cinematismo à ̈ tale da realizzare un’attuazione di sicurezza o stabile, ovverosia un’attuazione dell’otturatore in posizione di chiusura che non può essere ripristinata o modificata autonomamente, ad esempio a causa di una riduzione di pressione del fluido nell’intercapedine 18 e/o nella camera di comando 30.
Stante il sollevamento della membrana 80, e quindi dell'organo di arresto 83, la porzione superiore 84 di quest'ultimo, guidata dal passaggio 90 del coperchio 89, raggiunge, o quantomeno si approssima, alla finestra 57-58 definita nella faccia superiore dell’involucro 12; come in precedenza accennato, la colorazione della porzione superiore 84 dell’organo 83 à ̈ di preferenza differente da quella del corpo di involucro 12, in modo tale per cui la variata posizione dell'organo 83 risulta più facilmente percettibile dall'esterno dell'involucro, attraverso la finestra 57-58. L'utilizzatore, in tal modo, può rilevare l’azionamento del dispositivo di sicurezza 1, ovvero il suo intervento per interrompere l'afflusso di acqua verso l'elettrodomestico.
Come accennato, in certe condizioni di installazione - ad esempio con il dispositivo montato sostanzialmente in orizzontale, oppure in verticale e con il corpo valvola 20 in posizione inferiore, ovvero connesso all’elettrodomestico anziché alla sorgente del fluido - à ̈ possibile che sia lo stesso fluido di perdita a raggiungere la camera di comando 30 e causare la flessione la membrana 80, con il conseguente spostamento dell’organo di arresto 83.
Da quanto precedentemente descritto si apprezzerà che il dispositivo di sicurezza 1 secondo l’invenzione à ̈ perfettamente in grado di funzionare anche in assenza dell'involucro 12, a condizione che l'apertura ausiliaria 47 della guarnizione 40 sia tappata in qualche modo. Tale apertura ausiliaria 47 à ̈ prevista per consentire il collaudo, in fase produttiva, del dispositivo 1. A tale scopo, prima del montaggio dell’involucro 12, à ̈ sufficiente iniettare dell'aria nell'apertura ausiliaria 47 e nel passaggio 48 della guarnizione 40, in modo da causare un aumento di pressione all'interno del precedentemente citato volume sostanzialmente chiuso. Tale aumento di pressione determina la flessione della membrana 80, e quindi il sollevamento dell'organo di arresto 83, come in precedenza spiegato, così simulando un intervento in sicurezza del dispositivo 1. Una volta verificata la funzionalità del dispositivo 1 deve essere ripristinata la condizione di apertura del condotto principale 23: ciò si può ottenere liberando l'apertura ausiliaria 47 e causando l'arretramento dell'otturatore 72 verso la relativa posizione originaria: a questo scopo, in una forma di attuazione particolarmente vantaggiosa dell'invenzione, il corpo valvola 20 presenta il foro o passaggio 36 di figura 6.
In particolare, come visibile nelle figure 19-20, nel passaggio 36 può essere inserito un idoneo utensile 200 avente una porzione anteriore 201 di diametro o sezione minore rispetto allo stelo 73 dell’otturatore 72; nell’esempio raffigurato, l’utensile 200 à ̈ un’asta prevalentemente cilindrica e la sua porzione 201 ha sezione sostanzialmente semicircolare. Nell’esempio raffigurato l'utensile 200 viene spinto nel passaggio 36 con la suddetta porzione anteriore 201 in basso: in questo modo lo stelo 73 dell’otturatore 72 può essere spinto verso la posizione di apertura del condotto 23, come visibile nelle figure 21-22. Al raggiungimento di tale posizione, tramite un ulteriore utensile 202 (oppure manualmente, stante l'assenza o l’apertura dell'involucro 12), à ̈ possibile premere l'organo 83 dall’alto verso il basso, in particolare agendo sulla sua porzione superiore (indicata con 84 in figura 17). Si ottiene quindi un primo abbassamento dell'organo di arresto 83, la cui estremità inferiore può ad un certo punto poggiare sulla porzione anteriore 201 dell’utensile 200, come visibile nelle figure 23-24. In tale condizione la parte inferiore dell'organo di arresto 83 à ̈ già affacciata ed impegna una zona superiore della sezione dello stelo 73: in questa fase l’otturatore 72 à ̈ quindi già bloccato in apertura ed à ̈ possibile continuare a premere l'organo 83 dall’alto verso il basso, mentre si effettua l’estrazione dell’utensile 200; in tal modo, quando la porzione anteriore 201 dell'utensile 200 si disimpegna completamente dall'organo di arresto 83, quest'ultimo può essere spinto completamente verso il basso, sino alla sua posizione iniziale visibile in figura 17 o 25, ovvero con l’organo d’arresto 83 che impegna in modo significativo e stabile lo stelo 73. Come si vede, con la disposizione illustrata, anche il collaudo del dispositivo di sicurezza 1 risulta molto semplice. Va da sé che uno o più utensili del tipo indicato, o comunque atti allo scopo, possono essere utilizzati per ripristinare la funzionalità del dispositivo 1 anche in altri casi, gli utensili potendo naturalmente anche avere forme differenti da quelle qui esemplificate e/o essere parte di un sistema o macchina di collaudo automatico.
Si noti che il foro 36 à ̈ isolato rispetto al fluido, tramite gli elementi di tenuta rappresentati dagli o-ring 79 e 88 che operano sullo stelo 73 e l’organo 83, e può quindi rimanere aperto; tuttavia, per maggior sicurezza, in possibili varianti di attuazione può essere previsto anche un idoneo tappo per il foro 36, ad esempio di forma sferica.
In una versione preferenziale dell’invenzione à ̈ previsto un micro-condotto di sfiato, di dimensioni tali da lasciar sfiatare l'aria dall’intercapedine 18, ma senza consentire l’uscita di una quantità significativa di acqua dal dispositivo, almeno nel tempo intercorrente tra una perdita e l'intervento della disposizione valvolare. Tale micro-condotto à ̈ di preferenza definito almeno in parte in almeno uno tra il corpo valvola 20 ed il corpo di raccordo 13, per quanto non sia da escludersi un suo ottenimento almeno parziale in almeno uno tra il corpo della guarnizione 40 e quello dell’elemento di tenuta 98.
Tale micro-condotto risulta particolarmente vantaggioso per evitare rischi di difettosità, ed in particolare per prevenire che durante l’immagazzinamento del dispositivo 1 si possano verificare attuazioni anomale, causate dall'aumento di pressione interna dovuto a variazioni di temperatura ambiente, in particolare a seguito di riscaldamento.
Nell’esempio illustrato nelle figure 26-28 il suddetto micro-condotto, indicato con 210, à ̈ realizzato sul corpo valvola 20, particolarmente nella zona 22b sulla quale à ̈ destinata ad operare in tenuta la guarnizione 40. Come si nota, il micro-condotto 210 à ̈ essenzialmente costituito da una scanalatura assiale formata nella zona 22b della porzione 22 del corpo valvola, di lunghezza tale da sporgere oltre la guarnizione 40 - o almeno aprirsi oltre la sua porzione di tenuta - sia inferiormente (e quindi in comunicazione con l’intercapedine 18) sia superiormente (e quindi in comunicazione con lo spazio esistente tra l’involucro 12 ed il corpo valvola 20, che à ̈ a pressione ambiente). Il micro-condotto 210 à ̈ calibrato, come detto, per consentire un modesto sfiato dell’aria, ma senza determinare fuoriuscite significative di acqua, ed a tale scopo la sua dimensione massima di sezione o profondità S (figura 28) à ̈ molto ridotta, indicativamente inferiore a 0,5 mm, particolarmente inferiore a 0.2 mm; preferibilmente, anche la dimensione massima di larghezza L (figura 28) à ̈ molto ridotta, indicativamente inferiore a 1 mm, particolarmente inferiore a 0.4 mm.
Le dimensioni del micro-condotto 210 sono comunque tali da non determinare uno sfiato atto ad impedire un aumento di pressione all’interno dell’intercapedine 18 e/o della camera di comando 30 in caso di perdite, ovvero l’eventuale presenza del microcondotto 210 à ̈ tale da non impedire l’attuazione del dispositivo a seguito perdite o anomalie, quale la rottura del tubo interno 17 o una significativa perdita di fluido da elementi di tenuta.
La precedente descrizione riferita al micro-condotto 210 costituisce un possibile esempio di quanto precedentemente indicato in relazione ad una camera o un’intercapedine o un volume sostanzialmente chiuso, ovverosia non perfettamente ermetico.
Dalla descrizione risultano chiare le caratteristiche della presente invenzione, così come chiari risultano i suoi vantaggi. È chiaro che numerose varianti sono possibili per la persona esperta del ramo al dispositivo di sicurezza antiallagamento descritto come esempio, senza per questo uscire dagli ambiti dell’invenzione, così come definiti dalle rivendicazioni allegate.
Le porzioni 21 e 22 del corpo valvola 20 e dei relativi passaggi del corpo di involucro 12 possono avere disposizione relativa diversa da quella sostanzialmente ortogonale descritta ed illustrata, preferibilmente una disposizione angolare compresa tra una disposizione ortogonale ed una disposizione assiale delle porzioni 21 e 22.
L’invenzione à ̈ stata descritta con particolare riferimento ad un dispositivo di sicurezza contro perdite di acqua, ma si apprezzerà che la soluzione à ̈ suscettibile di impiego anche per il controllo di perdite di altri fluidi utilizzati in apparati domestici, ad esempio gas.
In accordo ad una ulteriore variante, non raffigurata, à ̈ possibile definire direttamente nel corpo valvola un passaggio di collaudo avente finalità simili a quelle dell’apertura precedentemente indicata con 47 e 48, in comunicazione diretta con l’intercapedine oppure con la camera di comando; in tale implementazione, il passaggio di collaudo può essere sigillato, dopo il collaudo, con un elemento di chiusura, quale una sfera piantata, oppure mediante un elemento appartenente all’involucro 12 o portato da esso, avente funzione simile a quello sopra indicato con 59 (ad esempio un elemento in materiale elastico montato su di un rilievo rigido del tipo precedentemente indicato con 59).
I primi mezzi di tenuta, ovvero la guarnizione 40, possono essere eventualmente associati al corpo valvola tramite uno stampaggio di materiale elastomero, quale un sovra-stampaggio o co-stampaggio. Inoltre primi mezzi di tenuta, ovvero la guarnizione 40, possono all’occorrenza essere configurati per operare o essere interposti tra il corpo valvola 20 ed una porzione di estremità e/o una zona esterna del tubo 16. Considerazioni analoghe valgono per l’elemento di tenuta 98 del raccordo 13.
In una possibile forma di attuazione, almeno uno tra gli elementi di tenuta 40 e 98 à ̈ co-stampato con il tubo interno, particolarmente un tubo interno corrugato, dove tale almeno un elemento realizza anche una tenuta rispetto alle estremità 22a o 94 dei corpi 20 o 13 su cui si monta il tubo interno 17.
In una possibile variante la disposizione valvolare di uno dei corpi di raccordo à ̈ concepita con il relativo otturatore atto a passare nella rispettiva posizione di chiusura sotto la spinta del fluido in ingresso, venendo poi agganciato in tale posizione da idonei mezzi di ritegno.
Come in precedenza accennato, la struttura dell’organo otturatore 72, comprensiva del relativo stelo 73 e dell’elemento 74 può essere realizzata in un pezzo unico. Su tale struttura i relativi mezzi di tenuta 76 possono anche essere sovrastampate. Parimenti, anche i mezzi di tenuta 88 dell’organo di arresto 83 possono essere stampati su quest’ultimo; eventualmente, anche il corpo della membrana 80 può essere stampato sul corpo dell’organo di arresto 83. In termini generali, una o più parti, quali i vari elementi di tenuta, possono essere sovrastampati o co-stampati rispetto a corpi rigidi del dispositivo, quali i corpi di raccordo 13 e 20.
Nell’esempio illustrato la parte 2 del dispositivo 1 à ̈ prevista per la connessione alla sorgente del fluido, mentre la parte 3 à ̈ prevista per la connessione all’elettrodomestico; come già detto, peraltro, à ̈ possibile una configurazione inversa, ovvero con la parte 2 connessa all’elettrodomestico e la parte 3 connessa alla sorgente del fluido (e quindi con il corpo valvola 20 all’estremità di uscita del dispositivo). E’ anche possibile provvedere entrambi i corpi di raccordo 13 e 20 di una rispettiva disposizione valvolare del tipo precedentemente descritto.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo di sicurezza contro perdite di un fluido per apparecchi domestici, destinato al collegamento tra una sorgente del fluido ed un apparecchio domestico, comprendente: - un primo corpo di raccordo (20) ed un secondo corpo di raccordo (13), definenti un primo condotto (23) ed un secondo condotto (93) per il fluido, rispettivamente, - una disposizione valvolare, includente un organo otturatore (72) montato sul primo corpo di raccordo (20) ed atto ad assumere una posizione di apertura ed una posizione di chiusura del primo condotto (23), - mezzi di comando, per trattenere l’organo otturatore (72) nella rispettiva posizione di apertura, i mezzi di comando essendo azionabili per assumere una rispettiva posizione di rilascio dell’organo otturatore (72), - un tubo flessibile interno (17) ed un tubo flessibile esterno (16) impermeabili al fluido, in cui il tubo interno (17) collega in comunicazione di fluido il primo condotto (23) ed il secondo condotto (93) e si estende longitudinalmente almeno in parte all’interno del tubo esterno (16), in modo tale per cui tra almeno parte dei due tubi (16, 17) à ̈ definita un’intercapedine (18) avente un’estremità prossimale ed un’estremità distale, l’intercapedine (18) essendo sostanzialmente chiusa in corrispondenza di dette estremità per trattenere al proprio interno eventuale fluido di perdita, caratterizzato dal fatto che - il primo corpo di raccordo (20) comprende una camera di comando (30) che à ̈ almeno in parte delimitata da un elemento mobile (80), - i mezzi di comando comprendono un organo di comando o di ritegno (83) associato all’elemento mobile (80), dove l’intercapedine (18) à ̈ in comunicazione di fluido con la camera di comando (30) per realizzare con essa un volume sostanzialmente chiuso, o comunque tale per cui una perdita interna di fluido verso l’intercapedine (18) o il suddetto volume sostanzialmente chiuso causi un movimento dell’elemento mobile (80), e con ciò un azionamento o spostamento dell’organo di comando (83) alla relativa posizione di rilascio dell’organo otturatore (72), nella quale l’organo otturatore (72) à ̈ libero di assumere la rispettiva posizione di chiusura del primo condotto (23).
  2. 2. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui - l’elemento mobile à ̈ costituito da un elemento elasticamente deformabile (80), particolarmente una membrana, suscettibile di flettere tra una posizione inoperativa ed una posizione operativa, - l’organo di comando (83) à ̈ accoppiato all’elemento deformabile (30) in modo tale per cui una flessione dell’elemento deformabile (80) dalla posizione inoperativa alla posizione operativa causi uno spostamento dell’organo di comando (83) verso la rispettiva posizione di rilascio.
  3. 3. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, in cui la disposizione valvolare comprende mezzi accumulatori di energia meccanica (77) per sollecitare l’organo otturatore (72) verso la rispettiva posizione di chiusura del primo condotto (23).
  4. 4. Il dispositivo secondo la rivendicazione 1 o la rivendicazione 2, comprendente primi mezzi di tenuta (40), operativamente interposti tra il tubo esterno (16) ed il primo corpo di raccordo (20) e definenti un passaggio di collegamento (44-45) per collegare l’intercapedine (18) alla camera di comando (30).
  5. 5. Il dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui i primi mezzi di tenuta comprendono un organo di tenuta sostanzialmente anulare (40), che à ̈ accoppiato a tenuta su almeno una porzione (22a, 37) del primo corpo di raccordo (20) e sul quale à ̈ a sua volta accoppiata a tenuta una porzione di estremità prossimale del tubo esterno (16).
  6. 6. Il dispositivo secondo la rivendicazione 5, in cui il primo corpo di raccordo (20) definisce un condotto ausiliario (37-38) che si apre nella camera di comando (30), al quale à ̈ accoppiata a tenuta un’uscita (44) del passaggio di collegamento (44-45) dell’organo di tenuta (40), l’ingresso del passaggio di collegamento (44-45) aprendosi sull’intercapedine (18).
  7. 7. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’organo di comando (83) ha una porzione sporgente (84) dall’elemento mobile (30) all’esterno della camera di comando (30), la porzione sporgente (84) essendo almeno in parte visibile attraverso un finestra (57-58) o simile di un corpo di involucro (12) in cui il primo corpo di raccordo (20) à ̈ almeno in parte contenuto, per fornire un’indicazione di uno stato operativo del dispositivo (1).
  8. 8. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il primo condotto (23) comprende un primo tratto assialmente esteso (23a) ed un secondo tratto assialmente esteso (23b) che si estendono sostanzialmente perpendicolari tra loro o secondo una disposizione angolare compresa tra una disposizione ortogonale ed una disposizione assiale.
  9. 9. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’organo otturatore (72) à ̈ spostabile tra le rispettive posizioni di apertura e chiusura in una direzione sostanzialmente perpendicolare rispetto ad un asse del tubo interno (17) o di una sua estremità prossimale.
  10. 10. Il dispositivo secondo la rivendicazione 4 o la rivendicazione 5, in cui i primi mezzi di tenuta (40) hanno un’apertura ausiliaria (47-48) che à ̈ in comunicazione di fluido con l’intercapedine (18), l’apertura ausiliaria (47-48) affacciandosi verso l’esterno dei mezzi di tenuta (40) ed essendo chiusa a tenuta da un relativo elemento di chiusura (59), l’elemento di chiusura (59) appartenendo preferibilmente ad un involucro (12) del primo corpo di raccordo (20).
  11. 11. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, comprendente un corpo di involucro (12) che racchiude almeno parzialmente il primo corpo di raccordo (20), dove in particolare il corpo di involucro (12) comprende due parti (50, 51) accoppiate sul primo corpo di raccordo (20) in modo separabile, dove in particolare le due parti comprendono due semi-gusci (50, 51) che hanno mezzi di accoppiamento reciproco (60-61, 62-63) e sono uniti tra loro da una porzione a cerniera (52).
  12. 12. Il dispositivo secondo la rivendicazione 11, in cui almeno una porzione (56) del corpo di involucro (12) à ̈ configurata per l’accoppiamento, particolarmente con un accoppiamento sostanzialmente di forma, con una superficie esterna del tubo esterno (16).
  13. 13. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui - il primo corpo di raccordo (20) definisce una prima sede assialmente estesa (35), in cui à ̈ montato scorrevole uno stelo (73) dell’organo otturatore (72), ed una seconda sede assialmente estesa (33), in cui à ̈ montato scorrevole l’organo di comando (83), dove in particolare le due sedi (33, 34) sono sostanzialmente perpendicolari e si intersecano l’una rispetto all’altra e/o la prima sede (35) à ̈ in corrispondenza di un passaggio (36) aprentesi all’esterno del primo corpo di raccordo (20) in posizione sostanzialmente opposta all’organo otturatore (72).
  14. 14. Il dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui - il primo corpo di raccordo (20) definisce una parte della camera di comando (30), e/o - l’organo di comando (83) ha una porzione sporgente (84) dall’elemento mobile (80) all’esterno della camera di comando (30), e/o - al primo corpo di raccordo (20) à ̈ accoppiato un coperchio (89) avente un passaggio di guida (90) di una porzione sporgente (84) dell’organo di comando (83), e/o - l’elemento mobile (80) à ̈ in posizione intermedia tra il primo corpo di raccordo (20) ed il coperchio (89).
  15. 15. Metodo per la produzione e/o il collaudo di un dispositivo di sicurezza contro perdite di un fluido per apparecchi domestici, secondo una o più delle caratteristiche descritte e/o rivendicate.
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