ITTV950166A1 - Procedimento per la realizzazione di una calzatura e calzatura ottenuta con detto procedimento - Google Patents

Procedimento per la realizzazione di una calzatura e calzatura ottenuta con detto procedimento Download PDF

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Description

"PROCEDIMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI UNA CALZATURA E CALZATURA OTTENUTA CON DETTO PROCEDIMENTO"
D E S C R I Z I O N E
La presente domanda ha per oggetto un procedimento per la realizzazione di una calzatura, particolarmente per pattini, e calzature ottenute con detto procedimento.
Oggi giorno sono noti pattini i quali sono essenzialmente costituiti da uno scafo, realizzato in materia plastica, a cui è girevolmente associato un gambetto, anch'esso in materia plastica, internamente ai quali risulta posizionata una scarpetta morbida nel mentre inferiormente allo scafo risulta associato un telaio di fulcraggio per dette ruote disposte ad esempio in linea tra loro.
Il procedimento per la realizzazione di tali prodotti prevede essenzialmente lo stampaggio dello scafo e del gambale, la loro interconnessione e il successivo inserimento all'interno della scarpetta morbida.
A tal fine è noto il brevetto tedesco DE 3.043.425 in cui è illustrata una struttura di pattino composta essenzialmente da tre corpi distinti: un telaio, dei supporti per delle ruote o una del piede dello sciatore, una scarpetta morbida ed una suoletta interna rigida.
Quest'ultima risulta provvista, nella parte inferiore, di predisposti piolini i quali, una volta associati alla scarpetta ed al telaio, permettono la interconnessione solidale dei tre componenti il pattino.
L'utilizzo di tale tecnica nota per conseguire il fissaggio della scarpetta al telaio richiede necessariamente la presenza di una struttura rigida, costituita dalla suoletta, all'interno della scarpetta, componente che va a diretto contatto con il piede.
Ciò penalizza il comfort per l'utilizzatore nonché la stabilità del piede all'interno della scarpetta.
Si rileva infatti come tale suoletta interna rigida debba essere conformata secondo una morfologia standardizzata di un piede e quindi non risulta potersi adattare in modo ottimale alla specifica morfologia di ogni singolo utilizzatore.
Si rileva inoltre come a causa delle sollecitazioni impresse durante la pratica sportiva i piolini segnalati risultino soggetti a deformazioni che alterano la connessione con gli altri due corpi componenti il pattino.
Conseguentemente risulta diminuire la sensibilità nella conduzione del pattino da parte dell'utilizzatore, la stabilità del pattino stesso e, in conclusione, anche la sicurezza per il E' anche noto il brevetto Canadese CA 2.071.806 in cui è illustrata una struttura di calzatura per un pattino con ruote in linea comprendente uno scafo il quale avvolge solo parzialmente parte della scarpetta interna morbida.
La conformazione dello scafo è tale da prevedere essenzialmente delle zone di contenimento laterale in corrispondenza del puntale e del tallone della scarpetta e, solo molto limitatamente, sui lati del piede: tale soluzione è atta a permettere l'estrazione della scarpetta morbida con il piede ancora calzato ed è consentita proprio dalla limitazione del contenimento della scarpetta nella zona mediano-laterale.
Tale soluzione però presenta degli inconvenienti: lo scafo cosi conformato non assicura infatti il bloccaggio della scarpetta morbida al medesimo dato il numero ridotto di punti di bloccaggio.
La scarpetta potrà quindi avere dei movimenti relativi all'interno dello scafo e tenderà a muoversi sia in direzione longitudinale del pattino sia trasversalmente al medesimo.
Tali movimenti relativi non risultano compensabili serrando ulteriormente le leve per cui è reale la possibilità di una fuoriuscita della scarpetta dallo scafo durante la pratica del pattinaggio con immaginabili gravi conseguenze per l 'utilizzatore
I movimenti relativi della scarpetta morbida all'interno minor controllo e guidabilità dell'attrezzo sportivo aggravata, per quanto concerne la insufficiente tenuta laterale dello scafo quando il pattinatore esegue delle spinte laterali per incrementare la sua velocità o effettua una frenata con la tecnica nota come "derapata" la quale prevede di disporre il pattino secondo una direzione circa perpendicolare a quella del moto.
A parziale soluzione di tali inconvenienti è anche noto il brevetto Canadese N° 2.101.718 depositato a nome Canstar Sports Group Inc. inerente un pattino con ruote in linea al cui telaio è associato ancora uno scafo parzialmente avvolgente una scarpetta morbida; tale scafo presenta un puntalino anteriore, avvolgente parzialmente la punta della calzatura, nonché delle sedi perimetrali di rinvio per una prima fascetta che avvolge la parte superiore del piede, schiacciandolo, e per una seconda fascetta che circonda il collo piede.
Pur consentendo tali fascette di trattenere la scarpetta nello scafo, evitandone la fuoriuscita, esse tuttavia non eliminano completamente il problema dei movimenti relativi tra i due componenti; inoltre l'effetto delle fascette é quello di schiacciare il piede contro il fondo dello scafo, senza poter fare aderire lateralmente la scarpetta allo scafo in maniera ottimale.
Durante la pratica sportiva gli sforzi agenti sullo scafo l'utilizzatore è costretto ad applicare un elevato grado di serraggio alla fascetta: la chiusura troppo stretta provoca però fastidiosi disturbi al piede dell'utilizzatore, quali delle zone di dolore dove la fascetta esercita la sua pressione o una difficile circolazione sanguigna del piede proprio a causa di una eccessiva pressione sul piede.
Unico rimedio è quello di non serrare troppo le fascette, ma allora si ricade nell'inconveniente di non disporre di un buon bloccaggio della scarpetta allo scafo.
E' anche noto il brevetto PCT WO 95/03101 in cui è illustrata una struttura di una calzatura per un pattino con ruote in linea comprendente uno scafo che avvolge solo parzialmente una scarpetta morbida, quest'ultima venendo fissata allo scafo tramite l'incollaggio della stessa.
Allo scafo è articolato un gambale che presenta dei lembi che avvolgono la zona della tibia e serrano la scarpetta mediante una predisposta leva; lo scafo presenta lateralmente due sedi per il rinvio di una fascetta che interessa la zona del collo del piede.
Anche tale soluzione presenta però degli inconvenienti, quali la industrializzazione della fase di incollaggio della scarpetta che risulta alquanto difficoltosa, viste le forme usuali degli scafi a cui la scarpetta deve essere incollata.
L'incollaggio inoltre comporta finiture non perfette per la scarpetta lungo il perimetro dello scafo, peggiorandone così l'aspetto estetico; inoltre, nel caso di scarti di produzione, sia la scarpetta che lo scafo non risultano recuperabili.
Infine durante la pratica sportiva il piede tende a muoversi all'interno della scarpetta per effetto delle forze applicate; le continue azioni di forze di compressione e trazione comportano il progressivo distacco della scarpetta dallo scafo permettendo cosi alla scarpetta di fare movimenti indesiderati, con diminuzione progressiva del controllo del pattino.
Compito principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati eliminando gli inconvenienti di cui alla tecnica nota citata e quindi realizzando un procedimento che permetta il conseguimento di una scarpetta morbida che risulti associabile ad uno scafo rigido e che, una volta associata ad esso, risulti esente da possibili movimenti relativi all'interno dello scafo stesso permettendo la ottimale trasmissione degli sforzi ad un telaio di supporto per delle ruote o ad una lama.
Nell'ambito del compito sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che permetta un ottimale controllo e guidabilità del pattino ed una buona tenuta laterale dello scafo, sia nella fase di pattinata che in quella di frenata secondo la tecnica cosiddetta in "derapata".
Un ulteriore scopo é quello di realizzare una calzatura per parti morbide, costituite essenzialmente dalla scarpetta, con quelle delle parti rigide, costituite dallo scafo, in modo da ridurre all'essenziale le parti strutturali rigide pur mantenendo elevate le prestazioni tecniche e di comfort.
Ancora un importante scopo è quello di realizzare un procedimento che permetta di conseguire un pattino che garantisca, oltre ad una ottimale trasmissione degli sforzi laterali dalla scarpetta allo scafo, anche una ottimale confortevolezza per il piede del pattinatore evitando lo schiacciamento del piede come da tecnica nota.
Un ulteriore scopo è quello di ottenere un trovato che, pur conseguendo le caratteristiche precedenti, permetta di evitare la imposizione di forze localizzate in corrispondenza delle zone dell 'avampiede e/o del collo del piede e/o uno schiacciamento del piede contro la superficie inferiore dello scafo.
Ancora un importante scopo é quello di ottenere un procedimento che consenta una più efficace industrializzazione.
Un ulteriore scopo è quello di ottenere una calzatura la cui struttura permetta di conseguire un migliore aspetto estetico complessivo .
Il compito e gli scopi sopra accennati, nonché altri che più appariranno in seguito, vengono raggiunti da un procedimento per la realizzazione di una calzatura comprendente uno scafo rigido e una scarpetta morbida, che si caratterizza per il fatto di a) posizionamento di detta scarpetta morbida su di una apposita forma;
b) assemblaggio a secco di detto scafo su detta scarpetta;
c) sovrainiezione o colata di materia termoplastica o termoindurente su almeno parte del bordo perimetrale di detto scafo ad interessare detta scarpetta e telaio;
e struttura di calzatura, particolarmente per un pattino, che si caratterizza per il fatto di essere costituita da una scarpetta morbida a cui è associato uno scafo rigido presentante almeno un cordolo di interconnessione a detta scarpetta e a detto telaio.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune particolari, ma non esclusive, forme di realizzazione, illustrate a titolo indicativo e non limitativo, nelle allegate tavole di disegni in cui:
la fig. 1 illustra, in un esploso, i componenti la struttura di un pattino;
la fig. 2 illustra, in una vista laterale, la struttura di pattino;
la fig. 3 illustra, in una vista dal basso, lo scafo con associata la scarpetta;
la fig. 4 illustra, in una vista di tre quarti laterale, lo scafo in una ulteriore forma realizzativa;
la fig. 5 illustra, in un particolare, una sezione della scarpetta interna e scafo;
la fig. 6 illustra la struttura di calzatura in una ulteriore forma realizzativa in una vista operata secondo il piano di sezione VI-VI di fig. 4;
la fig. 7 illustra, in una forma di tre quarti laterale, uno scafo in una ulteriore forma realizzativa;
la fig. 8 illustra, in una vista laterale, una diversa forma realizzativa per la struttura di calzatura.
Con riferimento alle figure precedentemente citate si è indicato con il n. 1 un pattino, il quale risulta essere costituito da una scarpetta morbida 2, preferibilmente del tipo presentante una apertura frontale in corrispondenza della quale risulta posizionato un linguettone 3.
A costituire il pattino concorre inoltre un telaio 4, conformato essenzialmente ad U, tra le cui ali 5 risultano girevolmente fulcrate folli una pluralità di ruote 6 disposte cosi in linea tra loro
Posteriormente al telaio 4 risulta associato un dispositivo frenante 7 di tipo noto, costituito ad esempio da una asta 8 ad una estremità associata posteriormente alla scarpetta 2 ed all'altra presentante un tampone 9 interagente con il suolo, tale asta 8 presentando dei bracci 10 articolati ad una estremità in corrispondenza del medesimo asse dell'ultima ruota 6 posteriore.
A costituire il pattino concorre inoltre uno scafo 11, scafo presentando in corrispondenza della zona 12 della punta un puntale 13 e, in corrispondenza della zona 14 del tallone, un guscio 15 di contenimento per il medesimo.
Tali puntale 13 e guscio 14 sono tra loro raccordati mediante delle pareti laterali 16 sporgenti perimetralmente alla suola 17 ed essendo atte a contenere parzialmente la parte inferiore della scarpetta 2.
La suola 17 risulta poi interconnessa, mediante sistemi noti, al sottostante telaio 4.
Sia la scarpetta 2 che lo scafo 11 presentano inoltre, in corrispondenza circa della zona dei malleoli, predisposti primi fori 18 e secondi fori 19 per la reciproca articolazione mediante opportuni rivetti o borchie 20.
Allo scafo 11 pud essere inoltre girevolmente connesso un eventuale gambetto rigido, non illustrato nei disegni allegati.
Il procedimento per la realizzazione del pattino 1 prevede, anche in sequenze diverse, le seguenti fasi: una prima fase in cui avviene il posizionamento della scarpetta morbida 2 su una apposita forma, seguita da un assemblaggio a secco dello scafo 11 sulla scarpetta 2 stessa.
L'interconnessione tra la scarpetta e lo scafo avviene mediante una successiva sovrainiezione o colata di materia . termoplastica o termoindurente in corrispondenza di almeno parte del bordo perimetrale 21 dello scafo 11 stesso e quindi del bordo 16, ottenendosi cosi un cordolo 23 circa anulare e preferibilmente chiuso.
Nella particolare forma realizzativa illustrata la scarpetta morbida 2 presenta, in corrispondenza del lato esterno del piede, una appendice 22 la quale è posizionabile esternamente alla parete laterale 16 e parzialmente ripiegabile in corrispondenza della suola 17 dello scafo 11, come illustrato in fig. 3.
Nella particolare soluzione illustrata l'interconnessione tra scarpetta e scafo avviene mediante una sovrainiezione o colata di materia termoplastica a definirsi un cordolo 23, il quale interessa l'intero bordo perimetrale del guscio 15 per poi interessare il bordo perimetrale laterale 24 dell'appendice 22 e passare quindi inferiormente allo scafo 11 ad interessare la suola 17 raccordandosi al bordo perimetrale 21 del puntale 13 e quindi il bordo perimetrale 21 dell'altra parete laterale 16 dello scafo 11 stesso a conseguire una conformazione ad anello chiuso.
Si è cosi constatato come il procedimento ed il prodotto abbiano conseguito il compito e gli scopi prefissati, dato che il procedimento permette di realizzare una calzatura costituita da una scarpetta morbida associabile ad uno scafo rigido in modo da escludere possibili movimenti relativi all'interno dello scafo stesso e permettendo allo stesso tempo la ottimale trasmissione degli sforzi al telaio di supporto per delle ruote o ad una lama.
ottimale controllo e guidabilità ed una buona tenuta laterale sia nella fase di pattinata che in quella di frenata secondo la tecnica cosiddetta in "derapata".
Il cordolo 23 può anche essere utilizzato come elemento di protezione per la struttura, antiurto e antiabrasione.
Il procedimento, inoltre, permette di conseguire una struttura di pattino che dà una ottimale confortevolezza per il piede del pattinatore, evitandone lo schiacciamento.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del medesimo concetto inventivo.
Cosi, ad esempio, nelle figg. 4 e 5 è illustrata una variante per quanto concerne l'ottenimento dello scafo 111, quest'ultimo presentando, in corrispondenza delle zone interessate dalla sovrainiezione precedentemente segnalata, predisposte aperture 125, passanti lo spessore dello scafo 111, e vantaggiosamente comunicanti con predisposti canali 126 atti a favorire ed orientare lo scorrimento della materia termoplastica o termoindurente costituente il cordolo 123.
In tale modo tale sovrainiezione o colata segue, per quanto concerne il fluire della materia plastica, un percorso preferenziale e controllato atto a garantire la perfetta adesione tra lo scafo e la scarpetta 102.
Tali canali 126 potranno essere realizzati ad esempio sollecitate durante la pratica sportiva.
Tali aperture 125 e canali 126 consentono quindi di creare zone di maggiore o minore adesione variando le dimensioni e/o il posizionamento delle aperture dei canali stessi.
Inoltre lo spessore di materia termoplastica che viene a crearsi internamente tra scafo e scarpetta non va a diminuire la calzata della scarpetta stessa o a provocare punti di pressione localizzati non controllabili e questo data la presenza e la conformazione estrinseca dei canali che definiscono una "camera di contenimento" della materia termoplastica.
Nella particolare soluzione illustrata nella fig. 6 è ottenuta una apertura 125 ed un canale 126 in corrispondenza della suola 117 dello scafo 111, questo facendo aderire tra loro non solo le pareti laterali 116 ma anche una o più zone di appoggio della pianta del piede.
L'aspetto ulteriore della struttura del pattino risulta inoltre molto più gradevole rispetto ai pattini di tipo noto, venendo a mancare i componenti rigidi in esse contenuti e questo grazie alle dimensioni ridotte dello scafo.
L'utilizzo, evidenziato nella figura precedente, della appendice 22 consente inoltre di mascherare lo scafo, questo potendosi conseguire anche variando lo spessore e/o l'altezza del cordolo 23.
Nelle figg. 7 e 8 è illustrata una ulteriore forma realizcui vengono utilizzati dei lacci per la chiusura della zona del collo del piede, presenta almeno una coppia di fasce 227 sporgenti del bordo perimetrale 221 in una zona attigua il guscio 215, tali fasce, disposte quindi circa trasversalmente allo scafo, supportando un dispositivo di serraggio a leva 228 di tipo noto.
Un dispositivo di serraggio a leva può essere impiegato anche in una calzatura comprendente uno scafo del tipo illustrato con il numero 11; in questo caso si dovranno prevedere, in corrispondenza dei punti di fissaggio del dispositivo, predisposte placchette rigide inserite nella scarpetta 2.
Naturalmente i materiali nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti la struttura potranno essere i piu pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (11)

1) Procedimento per la realizzazione di una calzatura comprendente uno scafo rigido e una scarpetta morbida, che si caratterizza per il fatto di comprendere, anche in sequenze diverse, le seguenti fasi: a) posizionamento di detta scarpetta morbida su di una apposita forma; b) assemblaggio a secco di detto scafo su detta scarpetta; c) sovrainiezione o colata di materia termoplastica o termoindurente su almeno parte del bordo perimetrale di detto scafo ad interessare detta scarpetta e telaio; e struttura di calzatura, particolarmente per un pattino, che si caratterizza per il fatto di essere costituita da una scarpetta morbida a cui è associato uno scafo rigido presentante almeno un cordolo di interconnessione a detta scarpetta e a detto telaio.
2) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il fatto che detto scafo, rigido, presenta, in corrispondenza della zona della punta, un puntale e, in corrispondenza della zona del tallone, un guscio di contenimento per detto tallone, detti puntale e guscio essendo tra loro raccordati mediante delle pareti laterali, sporgenti perimetralmente alla suola costituente detto telaio ed atte a contenere parzialmente la parte inferiore di detta scarpetta morbida.
3) Procedimento e struttura come alle rivendicazioni 1 e 2 che si caratterizzano per il fatto che detta sovrainiezione o corrispondenza di almeno parte del bordo perimetrale detti puntale, guscio e pareti laterali.
4) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 2 che si caratterizza per il fatto che detta scarpetta morbida presenta, in corrispondenza del lato esterno del piede, una appendice la quale è posizionabile esternamente a detta, attigua, parete laterale e parzialmente ripiegabile in corrispondenza di detta suola di detto scafo.
5) Procedimento e struttura come alle rivendicazioni 1 e 4 che si caratterizzano per il fatto che la interconessione tra dette scarpetta e scafo avviene mediante una sovrainiezione o colata di materia termoplastica o termoindurente atta a definire un cordolo interessante interamente il bordo perimetrale di detto guscio, il bordo perimetrale laterale di detta appendice, passando quindi inferiormente a detto scafo ad interessare detta suola per poi raccordarsi a detto bordo perimetrale di detto puntale e al bordo perimetrale dell'altra tra dette pareti laterali di detto scafo a conseguire una conformazione ad anello chiuso.
6) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che detto scafo presenta, in corrispondenza delle zone interessate da detta sovrainiezione o colata, una o più predisposte aperture, passanti o meno lo spessore di detto scafo.
7) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 6 che si caratterizza per il fatto che dette una o più predisposte aperture comunicano con uno o più predisposti canali atti a favorire ed orientare lo scorrimento della materia termoplastica o termoindurente costituente detto cordolo, detti uno o più canali essendo ricavati in predisposte zone di detto scafo.
8) Procedimento e struttura come alle rivendicazioni 1, 3 e 7 che si caratterizzano per il fatto che detti uno o più canali sono ricavati per parte dello spessore di detto scafo.
9) Procedimento e struttura come alle rivendicazioni 1 e 7 che si caratterizzano per il fatto di presentare una o più di dette aperture comunicante con uno o più di detti canali in corrispondenza della suola di detto scafo.
10) Procedimento e struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizzano per il fatto che detto scafo presenta almeno una coppia di fasce sporgenti da detto bordo perimetrale e disposte circa trasversalmente a detto scafo, detta almeno una coppia di fasce supportando un dispositivo di serraggio a leva.
11) Procedimento per la realizzazione di una calzatura, particolarmente per pattini, e calzature così ottenute come ad una o piu delle rivendicazioni precedenti che si caratterizzano per quanto descritto ed illustrato nella allegata tavola di disegni .
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