ITTV950110A1 - Struttura di calzatura in particolare per pattini - Google Patents

Struttura di calzatura in particolare per pattini Download PDF

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Alessandro Pozzobon
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    • A43FOOTWEAR
    • A43BCHARACTERISTIC FEATURES OF FOOTWEAR; PARTS OF FOOTWEAR
    • A43B5/00Footwear for sporting purposes
    • A43B5/16Skating boots
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    • A43B5/16Skating boots
    • A43B5/1625Skating boots made from materials with different rigidities

Description

"STRUTTURA DI CALZATURA, IN PARTICOLARE PER PATTINI"
D E S C R I Z IO N E
La presente domanda ha per oggetto una struttura di calzatura, in particolare per pattini, calzature da montagna, da trekking, da arrampicata, da tempo libero, da calcio.
Oggigiorno è noto utilizzare, per dei pattini in linea, delle calzature che vengono associate ad un sottostante telaio di supporto e fulcraggio per delle ruote.
A tal fine è noto il brevetto Canadese N’ 2071806, rivendicante una priorità statunitense US 820,382 del 14.01.1992, in cui è illustrato un pattino con ruote in linea con una scarpetta morbida rimovibile.
Il pattino risulta costituito da un telaio di supporto per le ruote che comprende anche uno scafo il quale avvolge parzialmente la scarpetta in corrispondenza del suo bordo perimetrale mediante un travetto di ritegno che sporge superiormente dal lato esterno della punta del piede interessandone, per la disposizione inclinata rispetto all’asse longitudinale del piede, solo una parte soprastante le prime dita del piede.
Tale conformazione dello scafo prevede quindi solo delle zone di contenimento laterale sul puntale, sul tallone e molto limitatamente sui lati del piede limitando in questo modo il contenimento della zona mediano-laterale, in maniera tale da permettere l'estrazione della scarpetta con il piede ancora calzato anche durante la pratica sportiva.
La struttura dello scafo cosi conformato non assicura quindi il bloccaggio della scarpetta allo scafo stesso a causa del numero ridotto di punt i di bloccaggio che permettono alla scarpetta di compiere comunque dei movimenti relativi all'interno dello scafo, con la tendenza a muoversi sia in direzione longitudinale al pattino, e ciò anche serrando molto forte la leva posta sul gambetto, sia trasversalmente al pattino.
Tali movimenti possono cosi provocare la pericolosa fuoriuscita della scarpetta dallo scafo durante la pattinata, con <» >gravi conseguenze per 1 'utilizzatore.
Tali inconvenienti comportano anche un minor controllo e guidabilità dell'attrezzo sportivo; essendo la tecnica del pattinaggio caratterizzata da spinte laterali del piede per ottenere il movimento desiderato, risulta particolarmente svantaggiosa la limitata tenuta laterale operata dallo scafo sulla scarpetta.
Tale inconveniente si rileva anche nell'espletamento della tecnica di frenata cosiddetta in "derapata", la quale richiede una ottimale tenuta laterale dello scafo.
A parziale soluzione di tali inconvenienti è anche noto il brevetto Canadese N' 2101718 depositato
inerente un pattino con ruote in linea al cui telaio è associato ancora uno scafo parzialmente avvolgente una scarpetta morbida; tale scafo presenta un puntalino anteriore, avvolgente parzialmente la punta della calzatura, nonché delle sedi perimetrali di rinvio per una prima fascetta che avvolge la parte superiore del piede, schiacciandolo, e per una seconda fascetta che circonda il collo piede.
Pur consentendo tali fascette di trattenere la scarpetta nello scafo, evitandone la fuoriuscita, esse tuttavia non eliminano completamente il problema dei movimenti relativi tra i due componenti; inoltre l'effetto delle fascette é quello di schiacciare il piede contro il fondo dello scafo, senza poter fare aderire lateralmente la scarpetta allo scafo in maniera ottimale.
Durante la pratica sportiva gli sforzi agenti sullo scafo sono innumerevoli e di caratteristiche diverse, quindi 1'utilizzatore è costretto ad applicare un elevato grado di serraggio alla fascetta: la chiusura troppo stretta provoca però fastidiosi disturbi al piede dell'utilizzatore, quali delle zone di dolore dove la fascetta esercita la sua pressione o una difficile circolazione sanguigna del piede proprio a causa di una eccessiva pressione sul piede.
Unico rimedio è quello di non serrare troppo le fascette, ma allora si ricade nell'inconveniente di non disporre di un buon bloccaggio della scarpetta allo scafo.
E' anche noto il brevetto PCT WO 95/03101 in cui è illustrata una struttura di una calzatura per un pattino con ruote in linea comprendente uno scafo che avvolge solo parzialmente una scarpetta morbida, quest'ultima venendo fissata allo scafo tramite l'incollaggio della stessa.
Allo scafo è articolato un gambale che presenta dei lembi che avvolgono la zona della tibia e serrano la scarpetta mediante una predisposta leva; lo scafo presenta lateralmente due sedi per il rinvio di una fascetta che interessa la zona del collo del piede.
Anche tale soluzione presenta però degli inconvenienti, quali la industrializzazione della fase di incollaggio della scarpetta che risulta alquanto difficoltosa, viste le forme usuali degli scafi a cui la scarpetta deve essere incollata.
L'incollaggio inoltre comporta finiture non perfette per la * possibile presenza di sbavature e sbordature di colla sulla scarpetta lungo il perimetro dello scafo, peggiorandone cosi l'aspetto estetico; inoltre, nel caso di scarti di produzione, sia la scarpetta che lo scafo non risultano recuperabili.
Infine durante la pratica sportiva il piede tende a muoversi all'interno della scarpetta per effetto delle forze applicate; le continue azioni di forze di compressione e trazione comportano il progressivo distacco della scarpetta dallo scafo permettendo cosi alla scarpetta di fare movimenti indesiderati, con diminuzione progressiva del controllo del pattino.
Compito principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati eliminando gli inconvenienti di cui alla tecnica nota citata e quindi realizzando una scarpetta che risulti amovibilmente associabile ad uno scafo rigido e che, una volta associata ad esso, risulti esente da possibili movimenti relativi all'interno dello scafo stesso permettendo la ottimale trasmissione degli sforzi ad un telaio di supporto per delle ruote o ad una suola.
Nell'ambito del compito sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che permetta un ottimale controllo e guidabilità del pattino ed una buona tenuta laterale dello scafo, sia nella fase di pattinata che in quella di frenata secondo la tecnica cosiddetta in "derapata".
Un ulteriore scopo è quello di ottenere un trovato che, pur conseguendo le caratteristiche precedenti, permetta di evitare la imposizione di forze localizzate in corrispondenza delle zone dell'avampiede e/o del collo del piede e/o uno schiacciamento del piede contro la superficie inferiore dello scafo.
Ancora un importante scopo é quello di ottenere una calzatura che consenta una più efficace industrializzazione e che permetta di recuperare eventuali errori durante la fase di montaggio.
Un ulteriore scopo è quello di ottenere una scarpetta in cui sia possibile escludere l'uso di collanti.
Non ultimo scopo è quello di realizzare un trovato che si presti ad essere personalizzato esteticamente e che risulti affidabile e sicuro nell’uso.
Il compito e gli scopi sopra accennati nonché altri che più chiaramente appariranno in seguito vengono raggiunti da una struttura di calzatura, in particolare per pattini, composta da uno scafo rigido con articolato o meno un gambale e da una scarpetta morbida che si caratterizza per il fatto che a detta scarpetta sono lateralmente resi solidali distinti mezzi di interconnessione a detto scafo rigido.
Opportunamente detti mezzi di interconnessione avvolgono almeno parzialmente detto scafo.
Vantaggiosamente a detti mezzi di interconnessione sono associati mezzi di serraggio per il primo ed il secondo lembo di detta scarpetta, detti mezzi di interconnessione non interessando la zona del dorso e/o del collo del piede.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune particolari forme di realizzazione, illustrate a titolo indicativo e non limitativo nelle allegate tavole di disegni in cui:
la fig. 1 illustra un pattino secondo il trovato;
la fig. 2 illustra i componenti il pattino;
la fig. 3 illustra una prima forma dello scafo;
la fig. 4 illustra una seconda forma dello scafo;
le figg. 5, 6, 7 e 8 illustrano il trovato in una vista operata secondo un piano di sezione trasversale alla scarpetta in diverse forme realizzaiive;
la fig. 9 illustra, in una vista laterale, una ulteriore forma realizzativa;
la fig. 10 illustra, in una vista di tre quarti laterale, una forma realizzativa per una fascetta;
la fig. 11 illustra, in una vista di tre quarti laterale, una ulteriore forma realizzativa per una fascetta;
la fig. 12 illustra, in una vista di tre quarti laterale, la scarpetta associata allo scafo di cui alla figura 4;
la fig. 13 illustra, in una vista di tre quarti laterale, la scarpetta di cui alla figura precedente.
Con riferimento alle figure precedentemente citate si è indicato con il numero 1 un pattino comprendente una struttura di calzatura 2 alla quale risulta inferiormente associato un telaio 3 su cui sono fulcrate, con asse trasversale al telaio 3, una pluralità di ruote 4, che nella particolare forma realizzativa sono in numero di quattro e disposte in linea tra loro.
La struttura di calzatura 2 risulta costituita da uno scafo 5 il quale presenta una base 6 associabile al telaio 3 o alla suola, rigida o meno, di una calzatura da calcio, da ciclismo, da ghiaccio, montagna, da trekking, da arrampicata, da tempo libero.
Dalla base 6 sporge anteriormente un puntale 7 ricurvo verso la parte posteriore dello scafo 5 ove sporge un guscio 8 atto ad avvolgere il tallone dell'utilizzatore.
Lo scafo 5 presenta inoltre una coppia di pareti laterali 9a e 9b, interposte tra il puntale 7 ed il guscio 8.
In tale coppia di pareti 9a e 9b sono ricavate una o più coppie di prime feritoie 10a e 10b, poste inferiormente al bordo perimetrale superiore e ricavate secondo una asse circa longitudinale allo scafo 5; preferibilmente dette feritoie sono ricavate in prossimità del guscio 8 e/o del puntale 7; le coppie di prime feritoie 10a e 10b risultano circa simmetricamente disposte tra loro rispetto ad un piano medio longitudinale alla base 6.
Dal bordo perimetrale superiore di detta coppia di pareti 9a e 9b sporgono una o più coppie di appendici Ila e llb, in corrispondenza di dette prime coppie di appendici essendo ricavate una o più coppie di seconde feritoie 12a e 12b.
Allo scafo 5 risulta eventualmente associabile un gambale 13, articolabile in corrispondenza del guscio 8, aperto anteriormente e serrabile mediante un primo elemento 14 di chiusura a leva del tipo noto.
La struttura di calzatura 2 comprende inoltre una scarpetta 15, di tipo morbido, inseribile nello scafo 5, con la prima zona 16 della punta in corrispondenza del puntale 7 e la seconda zona 17 del tallone in corrispondenza del guscio 8.
La scarpetta 15 presenta un gambetto 18 avvolgente parzialmente la gamba dell'utilizzatore, ed eventualmente avvolto dal gambale 13.
La scarpetta 15 presenta una apertura anteriore definente un primo ed un secondo lembo 19a e 19b, su cui sono ricavati una pluralità di fori 20 atti a permettere il passaggio di un laccio 20a al fine di poter serrare tra loro il primo lembo 19a ed il secondo lembo 19b così da bloccare il piede dell'utilizzatore all'interno della scarpetta 15.
Naturalmente possono essere impiegati altri dispositivi di serraggio di tipo noto, quali leve o fasce a strappo, senza perciò uscire dal concetto inventivo.
Dal primo e dal secondo lembo 19a e 19b sporgono lateralmente mezzi di interconnessione, ad essi solidali, quali ad esempio una prima ed eventualmente una seconda coppia di fascette 21a e 21b.
La prima coppia di fascette 21a, disposte circa simmetricamente tra loro, risultano associate con una estremità rispettivamente al primo lembo 19a ed al secondo lembo 19b e sono disposte in prossimità della prima zona 16 della punta; la seconda coppia di fascette 21b risulta invece disposta in prossimità del collo del piede.
Naturalmente il posizionamento di una o più coppie di fascette dipenderà dalla particolare conformazione dello scafo e dalle specifiche esigenze contingenti.
La prima e la seconda coppia di fascette 21a e 21b risultano avvolgere lateralmente lo scafo 5 venendo inserite in corrispondenza della coppia di seconde feritoie 12a e 12b, per poi fuoriuscire dallo scafo 5 in corrispondenza della coppia di prime feritoie 10a e 10b ad interessare inferiormente ed esternamente lo scafo, e venendo bloccate inferiormente alla base 6.
Il bloccaggio della prima e della seconda coppia di fascette 21a e 21b può avvenire in modi diversi: così, ad esempio, in figura 5 è illustrata una soluzione in cui tale bloccaggio con la base 6 avviene mediante rivetti 22; come illustrato in fig. 7 il bloccaggio può interessare contestualmente il telaio 3.
In alternativa la prima e la seconda coppia di fascette 21a e 21b possono essere connesse fra loro inferiormente alla base 6 mediante incollaggio, saldatura od altri sistemi noti, come illustrato in figura 6.
La coppia di prime feritoie 10a e 10b e la coppia di seconde feritoie 12a e 12b consentono alla prima e all'eventuale seconda coppia di fascette 21 a e 21b di abbracciare lo scafo 5 in modo guidato impedendo lo spostamento longitudinale delle stesse rispetto allo scafo 5 stesso.
Il funzionamento risulta essere il seguente: l'utilizzatore tensionando il laccio 20, o dispositivi di serraggio analoghi o equivalenti, e serrando il medesimo farà aderire in modo ottimale la scarpetta 15 al piede; conseguentemente anche la prima e l'eventuale seconda coppia di fascette 21a e 21b, connesse solidalmente al primo e al secondo lembo 19a e 19b e contemporaneamente allo scafo 5, verranno ad essere parzialmente tensionate facendo aderire lo scafo alla scarpetta 15 cosi da conseguire la massima rigidità e compattezza strutturale.
Si è cosi constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati, essendosi escogitata una calzatura in cui una scarpetta morbida risulta amovibilmente associabile ad uno scafo rigido in modo tale da risultare esente da possibili movimenti relativi all'interno dello scafo stesso permettendo la ottimale trasmissione degli sforzi durante la pattinata; la calzatura cosi ottenuta risulta pertanto estremamente compatta e dotata di una elevata rigidità struttura.
Tale soluzione inoltre permette un ottimale controllo e guidabilità del pattino, sia nella fase di pattinata che in quella di frenata secondo la tecnica cosiddetta in "derapata", grazie alla ottimale aderenza della scarpetta alle pareti interne dello scafo che assicura una elevata tenuta laterale.
Ancora, il trovato permette di evitare la imposizione di forze localizzate in corrispondenza delle zone dell'avampiede e/o del collo del piede e/o uno schiacciamento del piede contro la superficie inferiore dello scafo, in quanto l'aderenza alle pareti dello scafo è ottenuta mediante una trazione operata sulla scarpetta per effetto delle fascette, anziché per una compressione agente sul piede.
Infine, si è ottenuta una calzatura che consente una più efficace industrializzazione e che permette di recuperare eventuali errori durante la fase di montaggio, in quanto la connessione tra scafo e scarpetta non è di tipo permanente.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del medesimo concetto inventivo.
Così ad esempio in figura 9 è illustrata una ulteriore forma realizzativa in cui il pattino 101 risulta costituito da un telaio 103 al quale risulta superiormente associato uno scafo 105, internamente al quale è alloggiabile una scarpetta 115 di tipo morbido.
Lo scafo 105 presenta anteriormente un puntale 107, sporgente superiormente e ricurvo verso la parte posteriore, in corrispondenza della quale è invece presente un guscio 108, sporgente dalla medesima parte del puntale 107 ed avvolgente il tallone dell 'utilizzatore.
Lo scafo 105 presenta inoltre una coppia di pareti laterali, interposte tra il puntale 107 ed il guscio 108.
In corrispondenza di ciascuna parete laterale sono ricavate una prima ed una seconda feritoia le quali sono ricavate longitudinalmente allo scafo 105 a partire dalla zona prossima al guscio 108 fino alla zona prossima al puntale 107.
Sia al primo che al secondo lembo 119 della scarpetta 115 risulta associata una estremità di una unica coppia di fascette 121, costituente detto mezzo di interconnessione; le fascette 121 presentano una lunghezza longitudinale circa corrispondente alla lunghezza della prima e della seconda feritoia 112.
Anche tale soluzione consente di raggiungere il compito e gli scopi prefissati.
In figura 8 è illustrata una ulteriore forma realizzativa nella quale il pattino 201 risulta costituito da un telaio 203, supportante uno scafo 205 presentante lateralmente almeno una prima coppia ed una seconda coppia di feritoie, disposte parallelamente fra loro.
Al primo ed al secondo lembo della scarpetta 215, risulta associata almeno una coppia di fascette 221a e 221b ciascuna avvolgente lateralmente ed inferiormente lo scafo 205.
Tra la superficie laterale interna di ciascuna fascetta 221a e 221b e la superficie laterale esterna dello scafo è interposto un supporto 223, rigido, controsagomato alle fascette 221a e 221b in modo da ottenere un irrigidimento di queste ultime e consentire l'utilizzo di sistemi di chiusura tra il primo ed il secondo lembo quali leve, lacci, oppure mediante l'utilizzo di fasce a strappo.
In figura 10 è illustrata una ulteriore forma realizzativa in cui una coppia di fascette 421a presentano, in corrispondenza delle estremità superiori associabili al primo ed al secondo lembo di una scarpetta, predisposte sedi 424a e 424b per la connessione di mezzi di serraggio quali ad esempio delle leve.
La coppia di fascette 42la presenta, inoltre, una pluralità di supporti 423, rigidi, associati superiormente o inferiormente alle fascette stesse ed atti a migliorare la rigidità delle medesime; i supporti 423 possono essere ottenuti integralmente dallo scafo mediante il prolungamento delle appendici laterali, indicate con 11a e 11b in una precedente forma realizzativa.
Anche tale soluzione consente di raggiungere il compito e gli scopi prefissi.
In figura 11 è illustrata una ulteriore forma realizzativa in cui è indicata con il numero 515 una scarpetta morbida, inserita in uno scafo.
Tale scarpetta 515 presenta almeno una coppia di fascette 521a e 521b avvolgenti inferiormente detto scafo, le cui estremità risultano associate, mediante cucitura o altro, ad un primo e ad un secondo lembo 519a e 519b di detta scarpetta 515.
Alla coppia di fascette 521a e 521b risultano associate una prima ed una seconda cinghia 525a e 525b presentanti una pluralità di fori 526 passa-laccio, tutti disposti lungo una medesima direttrice parallela al primo e al secondo lembo 519a e 519b rispettivamente.
Alla coppia di fascette 521a e 521b è inoltre associato un supporto 523 atto a migliorare la rigidità delle medesime.
Nelle figure 12 e 13 è illustrata una ulteriore forma realizzativa in cui con il numero 615 si è indicata una scarpetta di tipo morbido, presentante un primo ed un secondo lembo 619a e 619b da riunire.
Al primo ed al secondo lembo 619a e 619b risultano associate una prima ed una seconda coppia di fascette 621a e 621b le quali fanno corpo unico con una prima ed un seconda cinghia 625a e 625b, associate al primo ed al secondo lembo e forate per contenere mezzi di serraggio, quale ad esempio un laccio 626.
La scarpetta 615 risulta inseribile in uno scafo 605, presentante lateralmente una prima ed una seconda coppia di feritoie atte a consentire il passaggio della prima e della seconda coppia di fascette 621a e 62lb, le quali avvolgono così inferiormente lo scafo 605 stesso.
Anche tale soluzione consente di raggiungere il compito e gli scopi prefissati.
Naturalmente anche i materiali nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti il dispositivo potranno essere i più consoni a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (19)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1) Struttura di calzatura, in particolare per pattini, composta da uno scafo rigido con articolato o meno un gambale e da una scarpetta morbida che si caratterizza per il fatto che a detta scarpetta sono lateralmente resi solidali distinti mezzi di interconnessione a detto scafo rigido.
  2. 2) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di interconnessione avvolgono almeno parzialmente detto scafo.
  3. 3) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il fatto che a detti mezzi di interconnessione sono associati mezzi di serraggio per il primo ed il secondo lembo di detta scarpetta.
  4. 4) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di interconnessione non interessano la zona del dorso e/o del collo del piede.
  5. 5) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto di essere costituita da uno scafo presentante una base cui sporge anteriormente un puntale e posteriormente un guscio atto ad avvolgere il tallone del-1'utilizzatore, detto scafo presentando una coppia di pareti laterali interposte tra detti puntale e guscio.
  6. 6) Struttura come alla rivendicazione 5 che si caratterizza per il fatto che in detta coppia di pareti sono ricavate una o più coppie di prime feritoie, circa simmetriche rispetto ad un piano medio longitudinale a detto scafo, dette feritoie essendo ricavate preferibilmente in prossimità di detti guscio e/o puntale.
  7. 7) Struttura come alla rivendicazione 5 che si caratterizza per il fatto che in detta coppia di pareti sono ricavate almeno una prima ed almeno una seconda feritoia, circa parallele tra loro secondo un asse circa longitudinale a detto scafo e di lunghezza inferiore a quella intercorrente tra detti puntale e guscio.
  8. 8) Struttura come alla rivendicazione 5 che si caratterizza per il fatto che dal bordo perimetrale superiore di detta coppia di pareti sporgono una o più coppie di appendici in corrispondenza delle quali sono ricavate una o più coppie di seconde feritoie .
  9. 9) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti, comprendente una scarpetta presentante una apertura anteriore definente un primo ed un secondo lembo provvisti di opportuni dispositivi di serraggio al fine di poter serarre detti primo e secondo lembo tra loro, che si caratterizza per il fatto che da detti primo e secondo lembo sporgono lateralmente mezzi di interconnessione, ad essi solidali, quali almeno una coppia di fascette.
  10. 10) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 9 che si caratterizza per il fatto che dette fascette sono associate con una estremità rispettivamente a detti primo e secondo lembo ed avvolgono lateralmente detto scafo venendo inserite in corrispondenza di detta coppia di seconde feritoie per poi fuoriuscire da detto scafo in corrispondenza di detta coppia di prime feritoie ad interessare inferiormente detto scafo e venendo bloccate inferiormente a detta base.
  11. 11) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 10 che si caratterizza per il fatto che detto bloccaggio di detta almeno una coppia di fascette è consentito da rivetti.
  12. 12) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 10 che si caratterizza per il fatto che detto bloccaggio di detta almeno una coppia di fascette interessa contestualmente detto telaio.
  13. 13) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 10 che si caratterizza per il fatto che detto bloccaggio di detta almeno una coppia di fascette è consentito mediante incollaggio, saldatura od altri sistemi noti.
  14. 14) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di interconnessione comprendono una prima ed una seconda coppia di fascette disposte, rispettivamente, in prossimità di detta zona della punta ed in prossimità del collo del piede.
  15. 15) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che a detti primo e secondo lembo di detta scarpetta è associata almeno una coppia di fascette ciascuna avvolgente lateralmente ed inferiormente detto scafo, tra la superficie laterale interna di ciascuna fascetta e la superficie laterale esterna di detto scafo essendo interposto un supporto, rigido, controsagomato a detta fascetta in modo da ottenere un irrigidimento a consentire l'utilizzo di sistemi di chiusura tra detti primo e secondo lembo quali leve, lacci, oppure mediante l'utilizzo di fasce a strappo.
  16. 16) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che dette fascette presentano, in corrispondenza delle estremità superiori associabili a detti primo e secondo lembo, predisposte sedi per la connessione di mezzi di serraggio quali delle leve, dette fascette presentando una pluralità di supporti, rigidi, associati superiormente o inferiormente alle stesse ed ottenuti integralmente da detto scafo mediante il prolungamento di dette appendici.
  17. 17) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che a dette fascette sono associate, una prima ed una seconda cinghia presentanti una pluralità di fori passa-laccio, tutti disposti lungo una medesima 3⁄4 direttrice parallela a detti primo e secondo lembo rispettivamente.
  18. 18) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che a detti primo e secondo lembo sono associate una prima ed una seconda cinghia facenti corpo unico con detta prima e seconda coppia di fascette e forate per contenere mezzi di serraggio, quali un laccio.
  19. 19) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per quanto descritto e illustrato nelle allegate tavole di disegni.
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