ITTO20100528A1 - Dispositivo blocco porta per elettrodomestici con attuatore termico - Google Patents

Description

“DISPOSITIVO BLOCCO PORTA PER ELETTRODOMESTICI CON ATTUATORE TERMICOâ€

DESCRIZIONE

La presente invenzione si riferisce ad un dispositivo per il blocco di una porta di un elettrodomestico in generale e di una macchina di lavaggio in particolare.

Come à ̈ noto nelle lavatrici e/o asciugatrici, nelle lavastoviglie, nei forni o in altri elettrodomestici dove à ̈ presente una porta accessibile dall’esterno, à ̈ previsto un dispositivo di sicurezza che ne impedisce l’apertura durante il funzionamento dell’elettrodomestico.

Questo può essere sia per ragioni di sicurezza, dato che nel caso di lavatrici qualcuno potrebbe aprire la porta causando danni dovuti ad una fuoriuscita di acqua oppure danni all’utente durante un ciclo di centrifuga, sia per motivi legati al funzionamento temporizzato dell’elettrodomestico come ad esempio nel caso di forni (a gas o anche a microonde) che eseguono cicli di cottura di durata impostata dall’utilizzatore.

I dispositivi che nei vari elettrodomestici svolgono simili funzioni vengono comunemente chiamati “blocco porta†e pertanto in questa descrizione e nelle successive rivendicazioni si manterrà questa definizione per semplicità.

Come si può comprendere i dispositivi anzidetti possono avere varie configurazioni, a seconda del tipo di elettrodomestico cui sono destinati; tuttavia si può dire che essi comprendono essenzialmente un catenaccio collegato ad un meccanismo, che coopera con la porta dell’elettrodomestico per il suo blocco.

Il meccanismo, che à ̈ comandato da un attuatore, può essere anche abbastanza complesso e prevedere vari elementi quali cursori, arpionismi, molle di contrasto, ingranaggi riduttori e quant’altro, a seconda delle scelte progettuali, mentre l’attuatore à ̈ di regola un elettromagnete o un attuatore di tipo termico.

Quest’ultimo viene controllato dal sistema di comando dell’elettrodomestico che ne coordina il funzionamento con quello generale della lavatrice, lavastoviglie, forno o altro, su cui à ̈ installato.

In talune tipologie di blocco-porta, come ad esempio quello descritto nella domanda di brevetto europeo EP 1 467 048, il meccanismo prevede un elemento mobile quale una slitta con funzione di catenaccio che, sotto l’azione di contrasto di mezzi elastici solitamente in forma di molla, si impegna con un elemento omologo della porta (un gancio o una apertura a seconda dei casi): l’attuatore blocca/libera l’elemento mobile a seconda delle fasi di funzionamento, facendo impegnare quello omologo sulla porta ed operando il blocco/sblocco di quest’ultima.

L’elemento mobile del dispositivo viene mantenuto nella condizione di blocco della porta per il tempo stabilito dal sistema di controllo dell’elettrodomestico, che provvede poi ad attivare o disattivare l’attuatore per far compiere un movimento inverso e consentire così l’apertura della porta.

Nella fase inversa l’attuatore provvede ad armare di nuovo il dispositivo di blocco porta, caricando i mezzi elastici che sono così pronti per un successivo ciclo operativo. Da un punto di vista funzionale i dispositivi di blocco porta appena considerati sono ampiamente collaudati e soddisfano le esigenze cui sono destinati; tuttavia essi sono abbastanza complessi dal punto di vista realizzativo, in quanto il meccanismo associato all’attuatore deve consentire non solo la chiusura della porta (come il catenaccio di una comune porta), ma deve anche impedirne la sua apertura non autorizzata a seconda delle fasi di funzionamento dell’elettrodomestico.

Ciò implica la presenza di ulteriori componenti quali riduttori o trasmissioni meccaniche e simili, il cui funzionamento deve essere coordinato con quello dell’elemento mobile per potere abilitare i movimenti di apertura e chiusura della porta. E’ comprensibile che la presenza di simili componenti addizionali rende più complesso il dispositivo blocco porta che, di conseguenza, risulta inevitabilmente piuttosto ingombrante.

Ulteriormente, nel caso di lavatrici non à ̈ raro che la formazione di incrostazioni di detersivo sui componenti meccanici del blocco porta possa causare dei malfunzionamenti dello stesso, con i conseguenti problemi che ne derivano facilmente immaginabili.

Per esempio, potrebbe formarsi un deposito indurito di detersivo sul gancio o sulla apertura della slitta, che nella relativa condizione di impegno faccia variare la posizione di questa, con il conseguente rischio di avere un blocco difettoso della porta perché l’attuatore non opera correttamente sulla slitta.

Sono anche note allo stato dell’arte soluzioni diverse, come quella mostrata nel brevetto europeo 965677.

In questa soluzione la slitta viene spostata dal gancio durante la sua inserzione nella finestra sino a raggiungere una posizione di funzionamento, in cui à ̈ bloccabile, così da trattenere il gancio in posizione, prevenendo quindi l’apertura della porta.

Come si può ben comprendere, il corretto funzionamento di questa soluzione à ̈ tuttavia strettamente legato al corretto posizionamento del gancio nei confronti della slitta durante la fase di chiusura della porta.

Un erroneo posizionamento, infatti, comporterebbe uno spostamento insufficiente della slitta, che non perviene, in questo caso, nella posizione in cui à ̈ bloccabile, compromettendo quindi il bloccaggio del gancio e, in ultima analisi, la sicurezza della macchina su cui tale dispositivo à ̈ montato.

Questo inconveniente à ̈ maggiormente sentito nel caso in cui la porta e/o la sede che alloggia il dispositivo di blocco porta siano realizzate in plastica, come soventemente avviene nel caso di macchine lavabiancheria.

In questo caso, infatti, il gancio à ̈ soventemente realizzato di pezzo con la porta, mediante un unico processo di stampaggio.

I ritiri del materiale plastico dopo tale operazione di stampaggio possono generare un impreciso posizionamento del gancio, con il rischio che il dispositivo di blocco porta appena descritto vada incontro ad eventuali malfunzionamenti derivanti da un non corretto spostamento della slitta in posizione di bloccaggio.

Inoltre il materiale plastico à ̈ soggetto, nel tempo, a deformazioni di entità tale da causare una dislocazione del gancio, con le conseguenze sopra citate.

Sempre in questo senso si noti che tali problemi sono ancora maggiormente sentiti quando si abbia a che fare con macchine lavabiancheria a carica dall’alto.

In queste ultime infatti la porta presenta dimensioni rilevanti e pertanto essa à ̈ quasi sempre realizzata in plastica ed in pezzo unico con il gancio, secondo quanto appena discusso.

Le dimensioni rilevanti della porta, unitamente al fatto che le cerniere attorno a cui ruota sono realizzate anch’esse in plastica ed al fatto che il gancio à ̈ normalmente previsto sul bordo opposto a quello provvisto di cerniere, comporta spesso delle dislocazioni errate del gancio all’atto del suo inserimento nella finestra della slitta, con la conseguenza che il funzionamento del dispositivo di blocco porta potrebbe facilmente essere compromesso.

I diversi ritiri del materiale plastico tra la porta ed il gancio, dopo il processo di stampaggio e le variabilità nel montaggio del dispositivo di blocco porta comportano un ulteriore peggioramento della situazione.

Se a tutto ciò si sommano anche eventuali deformazioni derivanti dalle circostanze di funzionamento (come il calore o un non attento utilizzo da parte degli utenti), appare chiaro che il funzionamento di tali dispositivi sia soggetto all’influenza di numerose variabili che possono comprometterne il funzionamento qualora la posizione del gancio e quella della slitta non siano precise.

Si segnala anche che un eventuale posizionamento impreciso, che comporti ad esempio uno scorretto interfacciamento tra il gancio e la finestra, non può di norma essere corretto semplicemente utilizzando la forza applicata dall’attuatore, in quanto in queste applicazione esso à ̈ normalmente costituito da un elettromagnete, che esercita una forza piuttosto bassa e non in grado di forzare un corretto spostamento in bloccaggio della slitta qualora essa, per qualche motivo, si trovi impegnata dal gancio in una posizione non corretta.

Del resto, non à ̈ possibile neppure superare tale problema realizzando semplicemente una finestra di maggiori dimensioni sulla slitta, in quanto l’attuatore non potrebbe bloccarla correttamente, perché la slitta potrebbe avere una certa tolleranza di escursione anche dopo il bloccaggio, con conseguente rischio di sganciamento a seguito di una trazione sulla porta.

Eventuali incrostazioni di detersivo non possono poi che peggiorare questo stato delle cose, ed in particolar modo quando si considera l’applicazione sulle lavatrici a carica dall’alto, nelle quali à ̈ più facile la formazione di tali incrostazioni, dovuta al fatto che del detersivo può cadere inavvertitamente nel blocco porta durante il riempimento del dispensatore e/o all’atto del suo inserimento nel cestello.

Il problema tecnico che si pone pertanto alla base della presente invenzione à ̈ quello di migliorare questo stato della tecnica.

In altri termini il problema à ̈ quello di predisporre un dispositivo blocco porta, destinato in particolare ma non esclusivamente ad elettrodomestici quali lavatrici, asciugatrici e simili, avente caratteristiche di struttura e funzionamento tali da superare gli inconvenienti sopra menzionati con riferimento ai dispositivi noti.

L’idea di soluzione di tale problema consiste nel predisporre un dispositivo di blocco porta nel quale l’attuatore, oltre a comandare l’elemento mobile che si impegna con la porta, ne impedisce anche i movimenti non abilitati dal sistema di controllo dell’elettrodomestico.

A tal fine, in accordo con una forma di realizzazione preferita l’attuatore à ̈ collegato all’elemento mobile senza sistemi meccanici di trasmissione intermedi, in modo che sia lo stesso attuatore a comandare direttamente l’elemento mobile.

Preferibilmente l’attuatore à ̈ configurato in modo tale da permettere movimenti lineari alternati con fine corsa predefiniti, eliminando quindi la necessità di mezzi di arresto esterni, attivi sull’elemento mobile per arrestarne la corsa.

Il problema tecnico sopra delineato à ̈ risolto da un dispositivo di blocco porta le cui caratteristiche sono enunciate nelle rivendicazioni annesse alla presente descrizione. Tali caratteristiche e gli effetti vantaggiosi da esse conseguiti risulteranno maggiormente dalla descrizione che viene di seguito riportata, relativa ad un esempio preferito e non esclusivo di realizzazione insieme ad una sua variante, mostrato nei disegni allegati in cui:

- le fig. 1 e 2 mostrano una vista assonometrica da rispettivi lati opposti, di un dispositivo blocco porta secondo l’invenzione;

- le fig. 3 e 4 mostrano rispettivamente una vista laterale e i pianta del dispositivo delle figure precedenti, in una prima condizione operativa;

- le fig. 5 e 6 mostrano in viste analoghe a quelle di fig. 3 e 4 il dispositivo precedente, in una seconda condizione operativa;

- le fig. 7a e 7b mostrano una vista dal basso del dispositivo delle figure precedenti, in rispettive condizioni operative corrispondenti a quelle delle fig.3 e 5;

- la fig.8 mostra una vista in esploso del dispositivo precedente;

- le fig. 9a e 9b mostrano una vista parzialmente in sezione di un attuatore termico del dispositivo delle figure precedenti, in rispettive condizioni operative;

- la fig.10 mostra una variante del dispositivo delle figure precedenti.

Con riferimento ai disegni appena elencati, in essi con 1 à ̈ complessivamente indicato un dispositivo di blocco porta destinato preferibilmente ad una lavatrice; per semplicità quest’ultima non à ̈ mostrata nei disegni, ma essa à ̈ del tipo in cui la porta à ̈ munita di un dente di aggancio D, destinato all’impegno con una apertura 2 del dispositivo blocco porta.

Il dispositivo 1 comprende in questo caso una piastra di base 3 sulla quale sono montati i componenti, visibili separatamente nella figura 7, i quali comprendono un attuatore termico o termoelettrico 4 (nel seguito brevemente anche termo attuatore), un interruttore 5 ed una slitta 6.

L’attuatore termico 4 à ̈ del tipo in cui un materiale espandibile quale una cera o similari si dilata in seguito al suo riscaldamento favorendo il movimento assiale di uno stelo o pistone, il quale può assumere almeno due posizioni operative prefissate: una rientrata ed una estratta rispetto all’attuatore, visibili rispettivamente nelle fig.9a, 9b. Nel prosieguo si ritornerà meglio su alcuni dettagli costruttivi dell’attuatore 4, mentre per il momento serve solo aggiungere che esso comprende un corpo esterno 10 di forma sostanzialmente parallelepipeda, preferibilmente formato da due porzioni di corpo, in particolare tra loro uguali o simmetriche, dotato di due rilievi di fissaggio o ali 11, 12 sporgenti da rispettivi lati opposti per il suo montaggio sulla piastra di base 3, come si vedrà meglio in seguito.

Su un fianco del corpo 10 si trova inoltre una coppia di contatti elettrici 14a, 14b attraverso i quali l’attuatore 4 può essere collegato elettricamente all’impianto dell’elettrodomestico in cui à ̈ installato, in questo modo il materiale espandente o la cera all’interno del termo attuatore può essere scaldata tramite un riscaldatore elettrico, per produrre l’espansione necessaria ai movimenti dello stelo 16.

Da una estremità del corpo 10 del termo attuatore sporge una testa 15 del suo pistone 16, il quale à ̈ azionato dalla espansione della cera all’interno del corpo 10 secondo quanto si à ̈ menzionato più sopra.

In questo caso la testa 15 sporge dalla estremità del termo attuatore 4 che si trova dalla parte opposta rispetto all’apertura 2 del blocco porta, ed à ̈ sagomata con un collo 15a che ne permette l’impegno con la slitta 6 della quale si dirà più oltre.

La testa 15 potrebbe comunque essere configurata diversamente da quanto mostrato, ad esempio con forma sferica almeno in parte, atta ad accoppiarsi con una sede omologa similmente a quanto avviene per giunti o snodi sferici.

Più in generale si può dire che lo stelo 16 e la slitta 6 potranno avere mezzi di accoppiamento che potranno assumere le forme più diverse, con funzioni equivalenti a quelle che risulteranno meglio dal prosieguo di questa descrizione.

Il termo attuatore 4 à ̈ montato sopra una sede 30 presente sulla piastra 3, definita da almeno due rilievi o pareti contrapposte 31, 32; in particolare il corpo 10 del termo attuatore poggia sulle pareti 31, 32 anzidette, contro le quali à ̈ mantenuto in posizione da due appendici di aggancio 33, 34 che si estendono verticalmente dalla piastra 3. In pratica, per il montaggio del termo attuatore 4 esso viene inserito tra le appendici 33, 34, preferibilmente con un movimento sostanzialmente ortogonale all’asse di movimento della slitta 6 o dall’alto verso il basso con riferimento alle figure esemplificative, le quali appendici 33, 34 si divaricano leggermente in modo elastico e si richiudono così che le loro teste 33a, 34a possono stringere il corpo 10 del termo attuatore, come mostrato nei disegni.

Allo stesso tempo il corretto posizionamento del corpo 10 del termo attuatore in senso longitudinale rispetto alla sede 30, à ̈ assicurato dall’impegno delle sue ali sporgenti 11, 12 nelle sedi o colonne verticali di guida 35, 36.

Adiacente al termo attuatore 4, sulla piastra 3 à ̈ presente anche un interruttore 5 anch’esso di tipo noto in sé, destinato a trasmettere segnali elettrici al sistema di controllo del dispositivo blocco porta attraverso l’impianto elettrico (non mostrato nei disegni) cui à ̈ collegato tramite i contatti elettrici 50, 51 e 52; a tal fine l’interruttore 5 comprende un pulsante 55 che viene premuto dalla slitta 6 nei suoi movimenti che verranno considerati più avanti.

In questa occasione à ̈ solo da aggiungere che l’interruttore 5 à ̈ mantenuto in posizione sulla piastra 3 da delle appendici verticali di aggancio 57 e 58, simili a quelle già viste per il termo attuatore 4, le quali operano sul bordo o profilo esterno dell’interruttore 5 stesso, in abbinamento a pioli 59 verticali di fissaggio e dei fori 56 dell’interruttore 5.

Sotto quest’ultimo, nella sede 30 definita tra le pareti 31, 32 à ̈ alloggiata in modo scorrevole la slitta 6 la quale, come già detto, à ̈ accoppiata con la testa 15 dello stelo 16 del termo attuatore 4.

A tal fine su una estremità della slitta 6 à ̈ praticata una scanalatura 60 nella quale si inserisce il collo 15a della testa 15; la scanalatura 60 e il collo 15a della testa 15 realizzano i mezzi di accoppiamento complementari sopra citati, che collegano tra loro lo stelo 16 e la slitta 6.

La slitta 6 à ̈ inoltre dotata lateralmente di un’ala o rilievo 61 sporgente ed in corrispondenza di una porzione a gradino 62, anche di una finestra 63.

Ricollegandosi brevemente a quanto accennato più sopra, il termo attuatore 4 può assumere due condizioni operative prefissate stabili, in una prima delle quali l’attuatore 4 non à ̈ riscaldato o non à ̈ alimentato elettricamente, mentre in una seconda condizione esso à ̈ riscaldato o elettricamente alimentato.

Nella prima condizione lo stelo 16 Ã ̈ in una posizione rientrata nel corpo 10 (fig.9a), mentre nella seconda lo stelo 16 Ã ̈ in una posizione estratta da esso (fig.9b).

A tal fine intorno allo stelo 16 à ̈ disposta coassiale una molla 40 elicoidale che nelle condizioni operative rientrata ed estratta dello stelo risulta montata e/o in parte compressa tra un piattello di base 41 dello stelo, ed una parete di estremità 42 del corpo 10 dell’attuatore.

Il piattello 41 à ̈ a sua volta associato o solidale con un pistone 45 che fuoriesce da una camera 46 contenente un materiale termo espandibile di per sé noto, quale una cera.

La camera 46 comprende una parete esterna 47 in materiale metallico, collegata elettricamente da un lato con un primo contatto elettrico 14a e dall’altro lato con un riscaldatore elettrico o resistenza 48, in forma di un disco; quest’ultimo à ̈ inoltre collegato ad un secondo contatto elettrico 14b.

La parete 47 della camera 46 à ̈ quindi collegata elettricamente ad almeno uno dei contatti 14 (cioà ̈ 14a, 14b) dell’attuatore 4, in modo da alimentare la resistenza 48 che in una forma preferita ma non limitativa, à ̈ una resistenza di tipo PTC (Positive Thermal Coefficient).

La camera 46 contiene al suo interno la cera espandibile di cui si à ̈ già detto ed in essa à ̈ parzialmente alloggiato il pistone 45, il quale à ̈ direttamente a contatto con il materiale; a tal fine tra il la parete 47 della camera 46 ed il pistone 45 sono previsti opportuni mezzi di tenuta, quali rondelle metalliche e/o elastomeriche, guarnizioni anche di tipo O-ring.

Il pistone potrebbe tuttavia essere separato dal materiale espandibile tramite opportuni mezzi di isolamento e tenuta.

Come si può comprendere, quando l’attuatore 4 viene alimentato elettricamente a partire dalla condizione di fig. 9a in cui lo stelo 16 à ̈ rientrato nel corpo 10, la cera all’interno della camera 46 si espande; pertanto, a partire da una condizione iniziale in cui la molla 40 si trova a riposo o leggermente compressa, il pistone 45 fuoriesce dalla camera 46 sotto la spinta della cera espansa e sospinge il piattello 41 verso l’estremità del corpo 10.

Il movimento del piattello 41 sospinge a sua volta lo stelo 16 fuori dal corpo 10, comprimendo la molla 40 contro la parete di estremità 42 di questo: l’attuatore 4 rimane stabile in questa condizione (fig. 9b) con lo stelo 16 nella condizione estratta, fino a quando non viene interrotta l’alimentazione elettrica dal sistema di controllo del dispositivo.

In questa fase, ovvero a seguito del raffreddamento della cera nella camera 46 dell’attuatore termico 4, la forza della molla 40 vince la resistenza del materiale termo espandibile all’interno della camera 46, così che riporta l’attuatore verso la condizione iniziale facendo rientrare, almeno in parte, lo stelo 16 all’interno del corpo 10.

Da quanto sopra descritto à ̈ possibile comprendere il funzionamento del dispositivo di blocco 1, che avviene come segue.

La slitta 6 si muove longitudinalmente nella sede 30, delimitata dalle pareti o mezzi di guida 31, 32 in maniera solidale con lo stelo 16 del termo attuatore 4, al quale à ̈ collegata tramite l’impegno della scanalatura 60 con il collo 15a della testa 15.

Pertanto quando lo stelo si trova nella condizione estratta dal corpo 10 e mostrata nelle figure 3 e 4, la slitta 6 à ̈ in posizione avanzata (verso destra in fig. 3, 4) con la finestra 63 che non risulta allineata con l’apertura 2 del dispositivo, ovvero con una estremità o bordo 64 della slitta 6 che impegna almeno una porzione dell’apertura 2 e/o almeno una porzione del dente di aggancio D, quando presente nell’apertura 2; in questa condizione la slitta 6 può mantenere bloccato il dente di aggancio D della porta di una lavatrice, visibile parzialmente nelle figure.

Infatti il bordo 64 della porzione a gradino 62 della slitta 60 impedisce al dente D di sfilarsi, in quanto opportunamente sagomato con una estremità di aggancio G e quindi blocca il movimento di apertura della porta.

In questa condizione si deve segnalare che l'attuatore 4 manda direttamente in bloccaggio la slitta 6 con forza contro il dente D di aggancio, potendosi anche adattare alla posizione di esso e/o potendolo spostare opportunamente. In altre parole, considerando la forza del termoattuatore 4, anche nel caso di dente D di aggancio mal posizionato (es. per tolleranze o deformazioni della plastica) questi potrebbe essere spostato o riposizionato dalla spinta del termoattuatore, ottenendo una sorta di auto-regolazione del blocco porta rispetto al dente di aggancio.

Ulteriormente in questa condizione operativa del dispositivo 1, l’ala 61 della slitta 6 mantiene premuto il pulsante 55 dell’interruttore 5: quest’ultimo può quindi inviare un segnale al sistema di controllo dell’elettrodomestico, per comunicare lo stato di blocco della porta.

Quando si deve eseguire l’apertura della porta, il sistema di controllo del dispositivo 1 comanda la corsa di ritorno dello stelo 16 del termo attuatore 4, fino a riportarlo nella condizione ritratta di fig.5 e 6.

La slitta 6 si muove solidalmente allo stelo in maniera inversa rispetto a quanto visto in precedenza, in particolare a seguito della forza della molla 40 del termo attuatore 4, portando la finestra 63 in allineamento con l’apertura 2 del dispositivo: in questa condizione il dente D à ̈ quindi libero di muoversi e la porta cui à ̈ associato può essere aperta.

Contestualmente anche il pulsante 55 del microinterruttore 5 viene rilasciato dall’ala 61 sporgente della slitta, così che anche questa condizione operativa del dispositivo di blocco porta 1 viene segnalata al sistema di controllo dell’elettrodomestico.

E’ solo il caso di aggiungere che anche la condizione ritratta dello stelo 16 del termo attuatore 4 à ̈ stabile, così che non sono richiesti mezzi aggiuntivi al dispositivo per assicurare l’apertura della porta.

Come si può capire da quanto finora esposto, il dispositivo di blocco porta 1 risolve il problema tecnico che à ̈ alla base dell’invenzione.

Infatti la sua parte mobile (cioà ̈ la slitta 6 con la finestra 63) che impegna il corrispondente elemento della porta (il dente di aggancio D), à ̈ solidale con lo stelo dell’attuatore 4: in questo modo risulta notevolmente semplificata la struttura del dispositivo di blocco porta, anche in considerazione del fatto che l’attuatore 4 opera tra due posizioni operative prefissate.

Infatti queste caratteristiche funzionali permettono di non avere molle o altri elementi che mantengono la slitta nelle posizioni di fine corsa, disposti all’esterno del dispositivo e che quindi siano soggetti alle stesse problematiche di quelli della tecnica nota (ad esempio il deposito di incrostazioni di detersivo, urti ecc.).

In questo contesto à ̈ da sottolineare come l’uso di un termo attuatore come quello qui considerato, consente di applicare una forza sul dente D di aggancio della porta che mantiene stabilmente il blocco di quest’ultima, anche in caso di forzatura della porta. Infatti i termo attuatori di questo tipo hanno la caratteristica di mantenere stabilmente lo stelo nelle condizioni estratta o rientrata all’interno del corpo, così che non à ̈ possibile variarne la posizione dall’esterno come potrebbe accadere nel caso in cui qualcuno volesse aprire la porta forzando il dispositivo di blocco 1.

In altri termini, la scelta di un termo attuatore come sopra spiegato permette di eliminare arpionismi o altri meccanismi equivalenti destinati ad impedire il movimento retrogrado della slitta che blocca la porta, i quali sono invece normalmente previsti nei dispositivi noti dove gli attuatori non sono in grado di esercitare una forza sufficiente ad impedire l’apertura forzata della porta.

Il dispositivo secondo l’invenzione risulta quindi non solo più semplice e meno ingombrante, ma anche più affidabile e con prestazioni superiori.

Questi effetti vantaggiosi sono inoltre amplificati dalla particolare configurazione compatta dell’esempio mostrato, in cui l’attuatore termico 4 à ̈ disposto sopra la slitta 6, ovvero sostanzialmente negli ingombri di quest’ultima: in tal modo l’ingombro in pianta di questi componenti risulta limitato alla corsa della slitta 6.

Naturalmente sono possibili varianti dell’invenzione rispetto a quanto finora descritto.

Ad esempio, per quanto riguarda l’attuatore termico 4 esso potrà venire realizzato secondo diverse configurazioni, che consentano allo stelo 16 di assumere almeno due posizioni stabili, una estratta ed una rientrata nel corpo dell’attuatore; esempi di tali configurazioni sono descritti nelle domande di brevetto europeo EP 781920 ed EP 953 198 di cui à ̈ titolare la medesima richiedente della presente domanda.

Indicativamente la forma della slitta e la posizione relativa dell’attuatore potranno essere differenti; per esempio si potrebbe pensare di invertire sostanzialmente la posizione del micro-interruttore 5 con quella dell’attuatore 4: quest’ultimo avrà comunque uno stelo 16 con una testa 15 che si impegna con la slitta, ed in particolare con un’appendice laterale 61 della slitta 6, che in una simile variante si troverebbe a lato dell’attuatore.

Ciò comporterebbe la necessità di variare la forma della slitta in modo da consentirne il collegamento con la testa 15 dello stelo, senza tuttavia alterare la sostanza del dispositivo; tale slitta verrebbe conformata in modo da comprendere anche un ulteriore rilievo 61 atto a cooperare con il pulsante 51 dell’interruttore 5.

Volendo comunque lasciare l’attuatore 4 sopra la slitta 6, un’altra possibile variante sarebbe quella di invertire le posizioni delle sue estremità: così quella dove si trova la testa 15 dello stelo 16 potrebbe essere disposta verso l’apertura 2 della piastra 3.

Ovviamente in tal caso anche la disposizione della slitta 6 dovrebbe essere invertita, in modo che l’estremità dove si trova la scanalatura 60 risulti anch’essa concorde con lo stelo 16.

Secondo una ulteriore possibile variante, in alternativa ad un termo attuatore 4 del tipo descritto sopra, e definibile a spinta, si potrebbe usare un termo attuatore del tipo cosiddetto a trazione, cioà ̈ provvisto di uno stelo che quando l’attuatore à ̈ alimentato elettricamente, tende a rientrare (invece che uscire come nel caso precedente) nel corpo dell’attuatore.

Altre varianti possibili sono quelle in cui l’attuatore 4 à ̈ di tipo diverso da quello termico; tuttavia questa soluzione à ̈ comunque da ritenere preferibile per i motivi esposti sopra, ai quali si deve anche aggiungere la silenziosità degli attuatori termici. Infine à ̈ da considerare che le considerazioni esposte finora valgono, mutatis mutandis, anche in relazione a dispositivi di blocco porta in cui l’elemento mobile comprende un gancio che si impegna in un elemento omologo della porta, costituito da una apertura.

Una soluzione di questo genere à ̈ mostrata nella figura 8 dove gli elementi strutturalmente o funzionalmente equivalenti a quelli già descritti, sono indicati con la stessa numerazione contraddistinta un apice.

Come si vede, in questo caso l’elemento mobile che coopera con la porta (non mostrata nel disegno) à ̈ costituito da una leva 6’ configurata a squadra (o a “L†), oscillante rispetto ad un fulcro 70’ di incernieramento e dotata di un’estremità 73’ a gancio: quest’ultima à ̈ destinata ad impegnare una apertura della porta per il blocco della porta, secondo i principi noti nella tecnica che qui non si ripetono per brevità. La leva oscillante 6’ à ̈ comandata dallo stelo 16’ dell’attuatore termico 4’, la cui testa 15’ à ̈ configurata come un perno che si impegna in una scanalatura 60’ presente sull’altra porzione della leva 6’, rispetto a quella dell’estremità 73’.

In questa variante dell’invenzione, per le operazioni di blocco della porta dell’elettrodomestico l’attuatore 4’ muove lo stelo 16’ nella condizione estratta così che la sua testa 15’ avanza orizzontalmente (verso sinistra nella fig.10).

Il perno 15’ della testa si impegna in modo scorrevole nella scanalatura 60’ della leva 60, similmente ad un glifo: in conseguenza di ciò la leva 6’ oscilla in senso antiorario (in fig.10) rispetto al suo fulcro 70’, così che l’estremità 73’ può impegnare l’apertura omologa presente sulla porta (non mostrata nei disegni in quanto di tipo noto in sé) per ottenerne il blocco.

In fase di apertura della porta il dispositivo 1’ funziona in modo inverso a quanto appena visto.

Pertanto l’attuatore 4’ porta lo stelo 16’ nella condizione ritratta all’interno del corpo 10’ e di conseguenza la leva 6’ ruota in senso orario con riferimento alla fig.10, così che la sua estremità 73’ possa disimpegnare l’apertura presente sulla porta dell’elettrodomestico.

Come si può capire, anche in questa variante l’attuatore 4’ trasmette il movimento alla leva 6’ dalla posizione di blocco della porta a quella di sblocco, e viceversa; non à ̈ quindi necessario l’impiego di alcun elemento di contrasto elastico quali molle e similari, per fare compiere la corsa di andata o quella di ritorno all’elemento mobile 6’ (cioà ̈ la leva).

Ciò aumenta l’affidabilità del dispositivo di blocco porta, oltre a ridurre i suoi componenti meccanici a vantaggio dell’affidabilità e della compattezza.

In questo contesto si deve sottolineare come l’attuatore 4’ à ̈ collegato direttamente all’elemento mobile 6’ senza la presenza di meccanismi a camma, riduttori o l’ausilio di mezzi di contrasto elastico: ne consegue che l’elemento mobile 6’ à ̈ di fatto solidale con lo stelo 16’ dell’attuatore 4’.

Le posizioni di fine corsa di quest’ultimo sono quindi trasmesse all’elemento mobile 6’, il quale attraverso il pulsante 55’ del micro interruttore 5 le trasmette al sistema di controllo del dispositivo di blocco porta.

Anche in questo caso l’attuatore 4’ à ̈ preferibilmente del tipo in grado di assumere due posizioni operative stabili, ed ancor più preferibilmente esso à ̈ di tipo termico (ad esempio come quello sopra considerato o come descritto in EP 781920 o EP 953198 della stessa titolare odierna), in cui le posizione estratta e ritratta dello stelo 16’ corrispondono con quelle di espansione e di ritiro della cera al suo interno.

Tutte le varianti sopra delineate e quelle ad esse equivalenti rientrano comunque nell’ambito delle rivendicazioni che seguono.

In queste rientrano quindi tutte le varie applicazioni possibili del dispositivo dell’invenzione, che includono preferibilmente gli elettrodomestici quali le lavatrici ed in particolare quelle a carica dall’alto, ma anche forni e quant’altro.

Ulteriormente, sebbene nella descrizione si sia fatto riferimento al fatto che i dispositivi 1, 1’ sono montati sull’elettrodomestico, ciò non deve comunque essere inteso in modo limitativo e pertanto essi potrebbero comunque venire applicati sulla porta di un elettrodomestico.

In tal caso l’elemento mobile 6, 6’ del dispositivo applicato sulla porta dell’elettrodomestico, si impegnerà in un elemento corrispondente presente sulla struttura di quest’ultimo.

Claims (16)

1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di blocco della porta di un elettrodomestico o similari, comprendente un elemento (6, 62, 63; 6’, 73’) mobile tra una posizione di blocco ed una di sblocco della porta, atto a cooperare con un elemento omologo (D) predisposto sulla porta o sulla struttura dell’elettrodomestico per ottenere il blocco e lo sblocco della porta, un attuatore (4; 4’) di azionamento dell’elemento mobile (6; 6’), caratterizzato dal fatto che l’attuatore (4; 4’) impartisce all’elemento mobile (6; 6’) almeno il movimento tra la posizione di sblocco e quella di blocco.
2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, in cui l’attuatore (4; 4’) à ̈ collegato all’elemento mobile (6; 6’) in maniera solidale con esso nei movimenti.
3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui l’attuatore (4) comprende una parte mobile (16) atta ad assumere posizioni stabili in corrispondenza di quelle di blocco e di sblocco della porta da parte dell’elemento mobile (6; 6’).
4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3, in cui la parte mobile comprende uno stelo (16) collegato direttamente all’elemento mobile (6; 6’) di blocco della porta, senza meccanismi di trasmissione intermedi.
5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 4, in cui lo stelo (16; 16’) à ̈ scorrevole tra una posizione estratta ed una rientrata rispetto al corpo (10; 10’) dell’attuatore (4; 4’), il quale à ̈ solidale all’elemento mobile (6; 6’) per impartire i movimenti a quest’ultimo tra dette posizioni di blocco e di sblocco, e viceversa.
6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 5, in cui le posizioni estratta e rientrata dello stelo (16; 16’) dell’attuatore (4) sono stabili.
7. 7. Dispositivo secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui l’elemento mobile comprende una slitta (6) scorrevole alternatamente tra dette posizioni di blocco e di sblocco della porta.
8. 8. Dispositivo secondo la rivendicazione 7, in cui la direzione di scorrimento della slitta (6) à ̈ parallela a quella longitudinale dell’attuatore (4).
9. 9. Dispositivo secondo le rivendicazioni 7 o 8, in cui l’attuatore (4) à ̈ in posizione affiancata o sovrapposta alla slitta (6), in particolare al fine di ridurre gli ingombri in pianta.
10. 10. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni da 7 a 9, in cui la slitta (6) comprende ad una estremità mezzi di accoppiamento (60) con lo stelo (16) dell’attuatore (4), in particolare configurati sostanzialmente come una scanalatura (60) associata ad una testa (15, 15a) dello stelo (16) dell’attuatore (4), così da risultare sostanzialmente solidale in movimento con esso.
11. 11. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni da 7 a 9, in cui la slitta comprende una finestra (63) atta a cooperare con un dente (D) di una porta di un elettrodomestico, per il blocco e lo sblocco di questa.
12. 12. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni da 1 a 6, in cui l’elemento mobile comprende una leva (6’) oscillante tra dette posizioni di blocco e di sblocco della porta.
13. 13. Dispositivo secondo una qualunque delle rivendicazioni precedenti, in cui l’attuatore (4; 4’) à ̈ di tipo termico.
14. 14. Dispositivo secondo la rivendicazione 13, in cui l’attuatore (4) comprende mezzi elastici (40) che cooperano con lo stelo (16) per far assumere ad esso almeno una tra dette posizioni di blocco e di sblocco della porta, in maniera stabile.
15. 15. Elettrodomestico caratterizzato dal fatto di comprendere un dispositivo di blocco porta secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
16. 16. Elettrodomestico secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto di essere una lavatrice o una lavabiancheria.