ITMI952396A1 - Catalizzatori per l'ossiclorurazione dell'etilene,procedimento per la loro preparazione e procedimento di ossiclorurazione impiegante gli - Google Patents

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Abstract

"CATALIZZATORI PER LA OSSICLORURAZIONE DELL'ETILENE A 1,2-DICLORETANO COMPRENDENTI CLORURO DI RAME COME COMPONENTE PRINCIPALE, SOTTO FORMA DI GRANULI CILINDRICI CAVI AVENTI ALMENO TRE FORI PASSANTI, OTTENUTIPER FORMATURA PER COMPRESSIONE IMPIEGANDO PER LA LUBRIFICAZIONE UN LUBRIFICANTE DISPOSTO SULLE PARETI DELLA CAMERA DI FORMATURA E SUI PUNZONI DELLO STAMPO".

Description

Descrizione dell'invenzione industriale
La presente invenzione riguarda catalizzatori granulari per la ossiclorurazione su letto fisso di etilene a 1,2- dicioretano, ottenuti con un particolare processo di formatura per compattazione (tableting).
Riguarda in particolare un catalizzatore comprendente cloruro rameico (CuCl2) come componente attivo supportato su allumina.
I catalizzatori sono dotati di una distribuzione molto ristretta della porosità. Grazie all'elevato rapporto superficie/volume che i granuli dei catalizzatori permettono di realizzare ed alle caratteristiche di porosità del granulo, i catalizzatori permettono di ridurre notevolmente le perdite di carico che si verificano nei reattori a letto fisso e di migliorare sensibilmente l'attività e le selettività del catalizzatore.
In una precedente domanda della Richiedente, tuttora pendente, sono stati descritti catalizzatori e supporti per catalizzatori aventi forma geometrica definita, ad esempio forma cilindrica con fori passanti, a sezione trasversale cilindrica o multilobata, ottenuti per formatura per compattazione di polveri impiegando un lubrificante esterno applicato sulla superfid e della camera di formatura e sui punzoni dello stampo anziché essere disperso nella massa della polvere da pastigliare.
La domanda non descrive catalizzatori per la ossiclorurazione dell'etilene a 1,2-dicloretano.
La sintesi dell'1,2-dicloroetano per clorurazione ossidativa di etilene può essere, com'è noto, realizzata in un reattore a letto fluidizzato od in un reattore a letto fisso. Nel primo caso si ottiene una più uniforme distribuzione della temperatura nel reattore (evitando surriscaldamenti localizzati) a scapito di una certa difficoltà di fluidizzazione dovuta ad una tendenza all'incollaggio ("sticking") delle particelle catalitiche. Nel secondo caso la gestione dei parametri della reazione risulta più semplice ma, a causa del ridotto coefficiente di scambio termico tra i granuli di catalizzatore e tra questi ultimi ed il gas di reazione, possono verificarsi innalzamenti localizzati di temperatura ("hot spot"). Tali innalzamenti localizzati di temperatura devono essere evitati per ragioni di selettività e di vita utile del catalizzatore.
Un primo tentativo di soluzione del problema dello scambio termico fra i granuli di catalizzatore per ossiclorurazione di etilene ha visto il ricorso a granuli conformati ad anello od a granuli cilindrico-circolari aventi un determinato rapporto altezza-diametro.
Il problema del coefficiente di scambio termico non è l'unico problema tecnico da risolvere nel caso di una sintesi efficiente di 1,2-dicloroetano in un reattore a letto fisso.
Ad un catalizzatore in granuli utilizzato nell'ossiclorurazione a letto fisso di etilene sono infatti richieste anche le seguenti caratteristiche:
- bassa resistenza al flusso gassoso (bassa perdita di carico a parità di altezza di letto catalitico), elevata superficie effettiva, ovvero elevato rapporto area/ volume, e
buona resistenza meccanica per evitare la rottura delle particelle catalitiche ed il conseguente impaccamento del letto .
I catalizzatori normalmente utilizzati nel processo di ossiclorurazione a letto fisso (ed aventi una conformazione a sfere, a cilindri pieni o ad anelli di diverse dimensioni) non risolvono in modo soddisfacente i suddetti problemi. Inoltre, utilizzando tali conformazioni note la diffusione dei gas reagenti all'interno dei granuli di catalizzatore e la retrodiffusione dei prodotti dall'interno dei granuli risultano spesso molto limitate. Ciò significa che, poiché nel sistema eterogeneo considerato la reazione di ossiclorurazione avviene più facilmente ed in maniera selettiva sulla superficie esterna del granulo, i catalizzatori di ossiclorurazione di forma nota non sono utilizzati in modo efficiente. Perciò, allo scopo di ottenere la conversione desiderata, è necessario utilizzare un'elevata quantità di catalizzatore e pertanto, nel caso di letti fissi a fascio tubiero, è necessario ricorrere a tubi di altezza adeguata. Ciò comporta un ulteriore incremento, con i catalizzatori di ossiclorurazione di forma nota, di perdite di carico anche perché gli spazi vuoti tra i granuli di catalizzatore sono limitati.
Catalizzatori di forma diversa rispetto alle forme tradizionali sono descritti nel brevetto US 4441990 che riguarda granuli estrusi tubolari con sezione trasversale essenzialmente triangolare o quadrangolare polilobata. Con tali catalizzatori si hanno vantaggi in termini di resistenza alla rottura e di perdita di carico, ma i risultati non si discostano molto rispetto a quelli ottenibili con i catalizzatori tradizionali.
Il procedimento di formatura di catalizzatori industrialmente adottato è quello della formatura per estrusione.
Tale procedimento è tecnologicamente molto semplice da realizzare; presenta però l'inconveniente che non si presta assolutamente per la formatura di forme complesse che possono offrire una soddisfacente soluzione ai problemi sopra accennati.
I catalizzatori dell'invenzione vengono ottenuti con una tecnica di formatura per compattazione (tableting) in cui il lubrificate non viene disperso nella massa della polvere da sottoporre a formatura (lubrificazione in bulk) ma applicato sulle pareti della camera di formatura e sui punzoni dello stampo (lubrificazione esterna).
I catalizzatori ottenuti con questa tecnica presentano rispetto a quelli preparati utilizzando la lubrificazione in bulk una porosità più elevata e una distribuzione più ristretta del raggio dei pori. Più del 40% del volume dei pori ha raggio corrispondente al valore di picco della curva di distribuzione della porosità. La porosità è in genere compresa tra 0.20 e 0.5 cm<3>/g (determinata mediante assorbimento di mercurio) . L'area superficiale è in genere compresa tra so e 180 m<2>/g (metodo BET).
I catalizzatori presentano inoltre valori costanti dei parametri dimensionali. La costanza dì tali parametri non è invece ottenibile con i processi di formatura utilizzanti la lubrificazione in bulk a causa dei notevoli fenomeni di sintetizzazione che portano a deformazione di parte o di tutta la particella del catalizzatore.
A causa di queste deformazioni, il processo di formatura utilizzante la lubrificazione in bulk non è impiegabile nella pratica industriale per la produzione di granuli aventi forma geometrica complessa.
I catalizzatori di ossiclorurazione preferiti vengono preparati supportando su granuli di allumina aventi la forma geometrica desiderata, cloruro rameico ed un alogenuro alcalino o alcalino terroso (preferibilmente cloruro potassico e cloruro di magnesio).
Il supporto di allumina viene ottenuto sottoponendo a formatura col processo dell'invenzione allumina nella forma bohemite e calcinando poi i granuli a temperatura tra 400° e 700° C. I granuli vengono infine impregnati con una soluzione acquosa di cloruro di rame e cloruro di potassio. Una composizione in peso rappresentativa del catalizzatore è la seguente:
L' allumina bohemite utilizzata ha porosità che può variare entro ampi limiti, compresi ad esempio tra 0.5 e 1.9 cm<3>/g. Più del 40% del volume dei pori dei catalizzatori ottenuti da bohemite ha raggio di 60-70% À.l'area superficiale è compresa tra 80 e 380 m<2>/g.
I lubrificanti utilizzabili per la preparazione dei catalizzatori dell'invenzione comprendono solidi e liquidi in grado di ridurre il coefficiente di attrito tra la polvere da pastigliare e le parti della pastigliatrice che vengono a contatto con la stessa.
Esempi di lubrificanti adatti sono acido stearico e paimitico; sali alcalini e alcalino-terrosi di tali acidi quali ad esempio stearato di magnesio, di potassio o di alluminio; nerofumo, talco, mono e trigliceridi quali glicerolo monostearato e glicerolo monooleato, olio di paraffina, perfluoropolieteri.
I lubrificanti liquidi possono essere impegnati in soluzione o in dispersione in agenti disperdenti.
La quantità di lubrificante liquido è in genere compresa tra 0.025 e 25 mg per granulo.
I lubrificanti solidi possono essere applicati mediante spolveratura della camera di stampaggio e dei punzoni, ricoprendo cioè gli stessi con un sottile strato di polvere di lubrificante trasportata da una corrente d'aria in modo continuo.
La camera di stampaggio ed i punzoni possono essere costruiti o rivestiti con materiali autolubrificante, quali politetrafluoroetilene o materiale ceramico. Ciò permette di evitare o ridurre l'uso del lubrificante.
I catalizzatori dell'invenzione presentano almeno tre fori passanti aventi preferibilmente assi sostanzialmente paralleli fra loro ed all'asse del granulo, e sostanzialmente equidistanti fra loro.
Preferibilmente i fori passanti sono a sezione circolare e presentano assi che, con la sezione trasversale della particella, definiscono vertici di un triangolo sostanzialmente equilatero, detti vertici essendo orientati verso i punti di contatto della sezione trasversale con la circonferenza circoscritta. Nella forma preferita di attuazione dell'invenzione, i granuli presentano lobi cilindrico-circolari uguali fra loro e coassiali ai fori passanti.
Grazie alle suddette caratteristiche è possibile, data la particolare forma geometrica dei granuli, promuovere un'elevata turbolenza del gas di reazione sui granuli stessi alle condizioni di marcia abitualmente adottate nei reattori di ossiclorurazione a letto fisso dell'etilene. Tali granuli, presentando un'elevata sezione libera, oppongono una minor resistenza al flusso gassoso con conseguenti minori perdite di carico. Inoltre il fatto di avere un basso diametro equivalente (intendendosi come diametro equivalente il valore 6°Volume/Area totale) significa una più elevata superficie effettiva ovvero un elevato rapporto area/volume. Ciò comporta un migliore contatto dei gas di reazione con la superficie del catalizzatore che favorisce la conversione dei reagenti e limita i fenomeni diffusionali interni, con un conseguente incremento della selettività della reazione di ossiclorurazione. Infatti con il catalizzatore secondo la presente invenzione si ottengono rese elevate in 1,2dicloroetano utilizzando una quantità di catalizzatore per unità di volume inferiore rispetto ai catalizzatori di forma nota.
Il granulo catalitico può anche presentare una sezione trasversale sostanzialmente triangolare con vertici arrotondati.
Il rapporto tra il passo dei fori (inteso come la distanza fra i rispettivi assi) ed il diametro dei fori stessi è preferibilmente compreso tra 1.15 e 1.5, più preferibilmente fra 1.3 e 1.4.
Il rapporto fra l'altezza della particella ed il passo dei fori è preferibilmente compreso tra 1.5 e 2.5, più preferibilmente fra 1.7 e 2.3.
Nel caso dei catalizzatori aventi sezione trasversale circolare il rapporto fra il raggio di curvatura di ciascun lobo ed il passo dei fori è preferibilmente compreso tra 0.6 e 0.9, più preferibilmente fra 0.7 e 0.8. Il rapporto tra il raggio di curvatura dei lobi ed il raggio dei fori passanti è preferibilmente compreso tra 1.3 e 2.7, più preferibilmente fra 1.8 e 2.10. Il rapporto tra il raggio della circonferenza circoscritta alla sezione trasversale ed il raggio di curvatura dei lobi circolari è preferibilmente compreso tra 1.6 e 2, più preferibilmente fra 1.7 e 1.85. Il rapporto superficie/volume di ciascun granulo nella versione polilobata risulta preferibilmente maggiore di 2.0, più preferibilmente maggiore di 2.2.
Nel caso di catalizzatori aventi sezione trasversale triangolare, il rapporto tra il raggio di curvatura di ciascun vertice arrotondato ed il passo dei fori è preferibilmente compreso tra 0.6 e 0.9, più preferibilmente fra 0.7 e 0.8. Il rapporto tra il raggio della circonferenza circoscritta alla sezione trasversale ed il raggio di curvatura di ciascun vertice arrotondato è preferibilmente compreso fra 1.6 e 2, più preferibilmente fra 1.7 e 1.85. Il rapporto superiicie/volume di ciascun granulo nella versione a sezione triangolare risulta preferibilmente maggiore di 2.0, più preferibilmente maggiore di 2.2.
I seguenti esempi vengono forniti a titolo illustrativo ma non limitativo dell'invenzione.
ESEMPIO 1
Allumina bohemite in polvere avente area superficiale di 270 m<2>/g e volume dei pori di 0.5 cm<3>/g venne sottoposta a pastigliatura a formare corpi cilindrici trilobati con fori passanti in corrispondenza di ciascuno dei tre lobi. L'altezza dei cilindri era di 5 mm; il diametro dei fori di 1,7 mm; la dimensione massima della sezione trasversale di 5.7 mm; l'area superficiale totale media per granulo di 202 mm<2>.
Le pareti della camera di formatura ed i punzoni utilizzati per la formazione dei fori passanti erano stati ricoperti con un leggero strato di acido stearico trasportato da una corrente continua di aria.
I granuli trilobati vennero sottoposti a calcinazione a 550° C. per 3 ore e poi impregnati con una soluzione acquosa contenente cloruro rameico e cloruro potassico in quantità tale da fornire la seguente composizione in peso del catalizzatore CuCl2 = 15; Ku = 5%; A1203 = 80%.
Dopo impregnazione, i granuli vennero sottoposti ad essiccamento a 150° C per 3 ore.
I granuli di catalizzatore così ottenuti avevano un'area superficiale (BET) di 92 m<2>/g e porosità di 0.28 cm<3>/g (porosimetro a mercurio). La distribuzione del volume dei pori era tale che più del 40% degli stessi avevano raggio di 60-70 À. Il carico di rottura assiale era di 68 Kg/particella.
Al fine di determinare l'attività, la resa e selettività e la caduta di pressione, il catalizzatore venne caricato in un reattore tubolare in nichel avente diametro interno di 26.6 min e altezza di 1300 mm posto in bagno termostato di olio siliconico.
Il profilo di caricamento dall'alto verso il basso era il seguente:
un primo strato di 400 mm di spessore costituito da catalizzatore miscelato e grafite in forma di corpi cilindrici estrusi di 5x5 mm, nel rapporto in volume catalizzatore/diluente di 1:1;
- un secondo strato di 400 mm di spessore costituito da granuli di catalizzatore.
Una corrente gassosa venne alimentata dall'alto verso il basso con la seguente velocità:
etilene 21,6 Nl/h
HCl 40 Nl/h
aria 57 Nl/h
La temperatura del bagno termostatico viene mantenuta ad un valore tale da assicurare una conversione di HCl del 99%.
La pressione all'uscita del reattore era di 1 atm. e la pressione in testa al reattore era compensata tenendo conto della caduta di pressione attraverso il reattore.
I prodotti di reazione vennero raffreddati (quenched). La frazione liquida venne analizzata mediante gascromatografia usando un cromatografo Hewlett - Packard provvisto di colonna capillare per la separazione di 1,2-dicloretano, cloralio, etilcloruro e altri sottoprodotti clorurati. La frazione gassosa venne analizzata impiegando un gas cromatografo Fractovap modello Carlo Erba, munito di colonne adatte per la separazione di etilene, CO, C02, 02 e N2.
Operando con una temperatura da bagno termostatico di 200° C, la selettività della conversione a 1,2-dicloretano era del 99% molare; la formazione di etilcloruro di 0.15% molare e di cloralio di 0.15% molare.
La caduta di pressione era di 3.5 mm H20.
ESEMPIO DI CONFRONTO
La preparazione del catalizzatore dell'esempio 1 venne ripetuta con la differenza che i granuli cilindrici trilobati di allumina vennero ottenuti impiegando il 3% in peso di acido stearico disperso nella polvere di allumina da sottoporre a pastigliatura .
Il catalizzatore così ottenuto presentava un'area superficiale di 107 m<2>/g una porosità di 0.31 cm<3>/g con una distribuzione piuttosto larga del volume dei pori (con il 70% del volume di pori avente raggio distribuito tra 50 e 200 À).
La selettività catalitica determinata nella condizioni dell'esempio 1, era del 98% molare; la formazione di etilcloruro di 0.2 % molare e quella di cloruro di 0.15% molare

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Catalizzatori per la ossiclorurazione dell'etilene a 1,2-dicloretano comprendenti cloruro di rame come componente attivo, in forma di granuli cilindrici cavi aventi almeno tre fori passanti, caratterizzati dal fatto che almeno il 40% del volume dei pori ha raggio corrispondente al valore del picco della curva di distribuzione della porosità.
  2. 2. Catalizzatori secondo la rivendicazione 1 aventi area superficiale compresa tra 80 e 380 m<2>/g.
  3. 3. Catalizzatori secondo le rivendicazioni 1 o 2 aventi più del 40% del volume dei pori con raggio di 60-70 À.
  4. 4. Catalizzatori secondo le rivendicazioni 1, 2 o 3 in cui i fori passanti sono sostanzialmente paralleli tra loro e all'asse del granulo.
  5. 5. Catalizzatori secondo la rivendicazione 4 in cui i fori passanti hanno sezione trasversale circolare con assi che, nella sezione trasversale del granulo, definiscono vertici di un triangolo sostanzialmente equilatero.
  6. 6. Catalizzatori secondo le rivendicazioni 4 o 5 in cui il rapporto tra la superficie ed il volume di granuli è maggiore di 2.
  7. 7. Catalizzatori secondo le rivendicazioni 4 o 5 in cui il rapporto tra il raggio di curvatura dei lobi ed il raggio dei fori passanti è compreso tra 1.3 e 2.7.
  8. 8. Catalizzatori secondo le rivendicazioni 4 o 5 in cui il rapporto tra l'altezza del granulo ed il passo dei pori inteso come distanza tra i rispettivi assi è compresa tra 1.5 e 2.5.
  9. 9. Catalizzatori secondo la rivendicazione 5 aventi carico di rottura assiale superiore a 65 Kg per particella.
  10. 10. Catalizzatori secondo le rivendicazioni precedenti ottenuti con un processo comprendente la formatura per compressione di allumina impiegando un lubrificante disposto sulle pareti della camera di formatura e sui punzoni dello stampo e la successiva impregnazione, previa calcinazione a 400°-600°C., con una soluzione acquosa di cloruro rameico e di un cloruro di un metallo alcalino o alcalino terroso .
  11. 11. Procedimento per la preparazione di catalizzatori per la ossiclorurazione di etilene a 1,2-dicloretano comprendente cloruro di rame come componente attivo, in forma di granuli cilindrici cavi aventi almeno tre fori passanti caratterizzato dal fatto che i granuli dei catalizzatori e del supporto per il catalizzatore vengono preparati mediante formatura per compressione impiegando per la lubrificazione un lubrificante disposto sulle pareti della camera di formatura e sui punzoni dello stampo.
  12. 12. Procedimento per la ossiclorurazione su letto fisso di etilene a 1,2-dicloretano in cui il letto fisso comprende un catalizzatore come definito nelle rivendicazioni da 1 a 10 o ottenuto secondo il procedimento della rivendicazione 11.
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