ITFO20010032A1 - Sistema e mezzi per miscelare materiali d'impronta ad uso otontoiatrico e similari. - Google Patents

Sistema e mezzi per miscelare materiali d'impronta ad uso otontoiatrico e similari. Download PDF

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ITFO20010032A1
ITFO20010032A1 IT2001FO000032A ITFO20010032A ITFO20010032A1 IT FO20010032 A1 ITFO20010032 A1 IT FO20010032A1 IT 2001FO000032 A IT2001FO000032 A IT 2001FO000032A IT FO20010032 A ITFO20010032 A IT FO20010032A IT FO20010032 A1 ITFO20010032 A1 IT FO20010032A1
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mixing
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mixed
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Description

"SISTEMA E MEZZI PER MISCELARE MATERIALI D’IMPRONTA AD USO ODONTOIATRICO E SIMILARI "
DESCRIZIONE
Esistono alcuni impasti per uso odontoiatrico la cui presa è talmente rapida da rendere indispensabile la loro preparazione al momento dell’impiego e limitatamente alle quantità di volta in volta necessarie. Sono compresi tra questi impasti quelli di alginato e quelli di gesso: i primi utilizzati solitamente negli studi dentistici come materiale d’impronta ed i secondi invece impiegati nei laboratori odontoiatrici per la realizzazione dei modelli.
Sia per l’alginato come per il gesso si tratta di miscelare una sostanza in polvere con una soluzione acquosa ed in entrambi i casi attualmente si preferisce procedere manualmente in quanto i dispositivi miscelatori disponibili comportano, al termine di ciascuna miscelazione, una accurata ed immediata operazione di pulizia onde evitare la formazione di incrostazioni che ne pregiudicherebbero il successivo riutilizzo.
Problemi analoghi si riscontrano nello stesso settore anche con i materiali d’impronta siliconici che, costituiti da una base gelatinosa e da un catalizzatore più o meno fluido, devono essere miscelati al momento dell’impiego in quanto anche il loro composto indurisce piuttosto celermente.
Proprio per ridurre al minimo l’intervallo tra la miscelazione del composto ed il suo impiego, spesso la base gelatinosa ed il catalizzatore vengono confezionati in modo che dai rispettivi contenitori passino direttamente e simultaneamente in una sorta di ugello spiralato il cui semplice attraversamento li fa giungere all’uscita già miscelati.
L’unico aspetto negativo di un simile modo di miscelare i materiali d’impronta siliconici è quello economico in quanto i cosiddetti ugelli spiralati sono ovviamente monouso ed anche perché il composto che ogni volta resta inutilizzato al loro interno è all’incirca quanto quello effettivamente utilizzato.
E’ scopo del presente trovato risolvere i problemi esposti, sia quelli pratici come quelli di carattere economico, con un sistema operativo automatizzato che, dopo la miscelazione in automatico di ogni singola dose, all'occorrenza consenta di passare anche immediatamente alla miscelazione di quelle successive non essendo più necessario che, tra l’una e l’altra, si effettuino interventi di manutenzione o pulizia.
Infatti il sistema ideato si basa principalmente sull’impiego di unità miscelatrici che, intercambiabili e riutilizzabili, vengono riempite per tempo con una determinata quantità del componente in polvere da impastare o della base gelatinosa da catalizzare perché possano essere all’occorrenza utilizzate, una alla volta, in un impianto che provvede automaticamente ad aggiungervi la soluzione acquosa o il catalizzatore necessari, a miscelare tutti i componenti muovendo l’agitatore rotativo di cui è munita la stessa unità miscelatrice, ad aprire lo scarico dell’unità e ad espellere da questo tutto il composto agendo su una sorta di stantuffo, appartenente anch’esso all’unità miscelatrice, in grado di liberare da ogni residuo gli organi agitatori e l’intera camera di miscelazione. E’ quindi possibile passare anche immediatamente ad una nuova unità miscelatrice e rinviare ad un altro momento il lavaggio e la sterilizzazione in autoclave di quelle accantonate dopo l'utilizzo.
Tutto ciò potrà essere meglio compreso dalla descrizione che segue e dalle allegate undici tavole di disegno dove, a solo titolo indicativo e non limitativo, sono rappresentate:
- le FIGG. 1 e 2, che mostrano una vista laterale e la vista dal basso di una preferita forma di attuazione dell’unità miscelatrice intercambiabile di cui si avvale il trovato;
- la FIG. 3, che mostra l’unità miscelatrice aperta per l'inserimento del componente in polvere o della base gelatinosa da catalizzare;
- la FIG. 4, che mostra la sezione longitudinale RR riferita alla FIG. 3; - la FIG. 5, che mostra la sezione longitudinale dell’unità miscelatrice chiusa come in fase di stoccaggio ed anche di miscelazione;
- la FIG. 6, che mostra la sezione trasversale SS riferita alla FIG. 5; - la FIG. 7, che mostra la sezione longitudinale dell’unità miscelatrice durante l'espulsione del composto attraverso lo scarico aperto;
- la FIG. 8, che mostra la sezione trasversale SS riferita alla FIG. 7; - la FIG. 9, che mostra la sezione longitudinale dell'agitatore rotativo; - la FIG. 10, che mostra la sezione longitudinale dello stantuffo; la FIG. 11, che mostra la vista frontale di una preferita forma di attuazione dell’impianto automatizzato preposto ad operare con unità miscelatrici del tipo descritto nelle precedenti tavole;
- la FIG. 12 che mostra la sezione orizzontale TT riferita alla FIG. 11 ma con l’unità miscelatrice non ancora inserita sulla slitta di trasferimento;
- le FIGG. 13 e 14, che mostrano una vista laterale e la vista dal basso della suddetta slitta di trasferimento;
- la FIG. 15, che mostra la sezione trasversale UU della slitta;
- la FIG. 16 che, in sequenza con la FIG. 11, mostra la vista frontale dell'impianto con la slitta di trasferimento e l’unità miscelatrice appena giunte nella stazione di lavoro;
- la FIG. 17, che mostra la sezione W riferita alla FIG. 16;
- la FIG. 18, che mostra la sezione ZZ riferita alla FIG. 17;
- la FIG. 19 che mostra, in dettaglio, la sezione longitudinale dello stelo cavo filettato e del relativo puntale con all'interno l’ago fisso di autopulitura;
- la FIG. 20, che mostra la sezione verticale dell’impianto durante l’immissione della soluzione acquosa o del catalizzatore e la contemporanea miscelazione dei componenti;
- le FIGG. 21 e 22 che, attraverso le reciproche sezioni ZZ e W, mostrano l'impianto durante la fase di espulsione del composto previa apertura automatica dello scarico.
Dai disegni allegati ed in particolare da quelli delle prime tre tavole, raffiguranti in dettaglio l’unità miscelatrice intercambiabile riutilizzabile, si rileva che detta unità è costituita in linea di massima da un contenitore 2, di sezione circolare, chiuso superiormente da un agitatore rotativo 1 ed inferiormente da un elemento 3 scorrevole a cassetto.
Il contenitore 2, di sezione costante nella zona intermedia 2B estendetesi per buona parte della sua altezza, presenta un allargamento 2A nel bordo superiore per l’appoggio in chiusura dell’agitatore rotativo 1 mentre inferiormente presenta un restringimento tronco-conico 2C terminante nell’apertura di scarico 2D affacciatesi al centro della guida trasversale 2E dell’elemento di chiusura 3 i cui spostamenti lineari, in un senso o nell’altro, consentono all’occorrenza di aprire il suddetto scarico 2D allineandovi, come alla FIG. 7, una delle due bocchette 3B situate alle due estremità della porzione piana 3A che consente la chiusura e dalla quale si protende centralmente verso il basso l'appiglio 3C sul quale agire per l’esecuzione automatica di detti spostamenti.
Il collarino sporgente all’esterno del contenitore 2 in corrispondenza dell’allargamento 2A del bordo superiore è quello che consente l’appoggio dell’unità impastatrice nella slitta 6 dove resta inserita per l’intero ciclo di lavoro tra l’altro con il contenitore 2 necessariamente immobile durante la rotazione dell’agitatore 1 e con la guida trasversale 2E orientata in modo che l'appiglio 3C dell’elemento 3 venga agganciato dai mezzi di azionamento preposti ad aprire e chiudere automaticamente lo scarico 2D.
L’immobilità del contenitore 2 ed il corretto orientamento della suddetta guida 2E sono assicurati da due risalti 2F che, sporgendo da due punti diametralmente opposti della porzione cilindrica intermedia 2B ed a ridosso del collarino di battuta, vengono impegnati nei corrispondenti incavi del foro 6A della slitta 6 (TAV. 5).
Il già citato agitatore rotativo 1 è costituito da un corpo in plastica dal quale si protendono radialmente i denti della corona dentata 1A e dal quale discendono, parallelamente all’asse di rotazione e fino al fondo tronco-conico 26 del contenitore, una pluralità di aste miscelatrici 1B, preferibilmente di acciaio inox, con le quali amalgamare i due o più componenti.
All’agitatore 1 è abbinato uno stantuffo che, dovendo provvedere alla successiva espulsione del composto miscelato, è costituito da un corpo rigido 4 ricoperto inferiormente da un riporto 5 in silicone od altro materiale elastico sterilizzabile in autoclave.
Sia il corpo rigido 4 come il riporto elastico 5 sono attraversati, nei rispettivi fori 4D e 5A, dalle aste 1B che accompagnano nel loro movimento miscelatorio e che poi ripuliscono, insieme alle pareti della camera di miscelazione, nel discendere verso la sottostante apertura di scarico 2D del contenitore 2.
Dalle due facce della porzione discoidale 4B del corpo rigido 4 e perpendicolarmente ad esse sporge centralmente una sorta di capsula 4A, di sezione circolare, destinata ad accogliere lo stelo cavo 15 che vi giunge dal foro 1C dell’agitatore e che, prima di imprimere allo stantuffo 4-5 la spinta assiale necessaria all’espulsione del composto miscelato, accompagna la miscelazione fungendo da perno all’agitatore 1 ed immettendo la soluzione acquosa o il catalizzatore direttamente nella camera di miscelazione alla quale giunge attraversando, con un proprio ugello o puntale 16, il foro 4C situato nel fondo della capsula 4A ed il corrispondente taglio a croce 5B predisposto nel riporto 5 di materiale elastico.
Per ottenere l’espulsione di tutto il composto miscelato nel contenitore 2, anche il riporto elastico 5 è tronco-conico inferiormente ma, come si evince dalla FIG. 7, con una conicità meno accentuata di quella del fondo del contenitore 2 onde poggiarvi contro ad iniziare dalla zona periferica e da questa, per deformazione elastica, proseguire gradualmente verso il centro dove trovasi l’apertura di scarico 2D alla quale accompagnare così il materiale da espellere. Le suddette unità miscelatrici, che come già anticipato vengono riempite per tempo con una determinata quantità del componente in polvere da impastare o della base gelatinosa da catalizzare, giungono alla stazione di lavoro dell’impianto di miscelazione automatizzato (TAW. 4 e 5) trasportate una alla volta dalla slitta di trasferimento 6 sostenuta dalle guide orizzontali 7 e 9 alle quali è vincolata e delle quali la seconda è una vite solidale alla corona dentata 10 stabilmente ingranata nella corona dentata 11 del motoriduttore elettrico M1 le cui rotazioni determinano il trasferimento nei due sensi della slitta grazie alle traslazioni lineari della madrevite 8 collocata in una corrispondente rientranza della slitta suddetta durante l'inserimento di questa sulla guida filettata 9.
Con l’arrivo di ogni unità miscelatrice alla stazione di lavoro, ovvero all’allineamento verticale con lo stelo cavo 15 (FIGG. 16-17-18), si ottengono automaticamente:
- l’ingranamento della corona dentata 1A dell’agitatore rotativo 1 nella corona dentata 23 del motoriduttore elettrico M3 preposto alla movimentazione delle aste miscelatrici;
- l'inserimento dell’appiglio centrale 3C dell'elemento di chiusura 3 tra le due alette 31 del dispositivo di azionamento automatico;
- il posizionamento dell’agitatore rotativo 1 sotto l’anello pressatore 22 che, spinto dalla lamina elastica 21 e guidato dall’elemento tubolare 35 fissato alla staffa 20 coassialmente allo stelo 15, mantiene l'agitatore correttamente inserito sul contenitore 2 e conseguentemente ingranato nella corona dentata 23.
Una volta giunta nella stazione di lavoro, l’unità miscelatrice può ricevere lo stelo cavo 15 che, filettato ma impedito a ruotare dalla coppia di risalti 17 ad esso solidali ed impegnati in apposite feritoie longitudinali della guida 19 fissata alla staffa 20, discende dalla posizione della FIG. 18 a quella della FIG. 20 grazie alle rotazioni in tal senso della madrevite 14 che, supportata nella staffa 20 tra due cuscinetti assiali, è solidale alla corona dentata 13 stabilmente ingranata nella corona dentata 12 del motoriduttore elettrico M2 il cui primo intervento cessa all’affacciarsi del puntale 16 dello stelo cavo 15 nella camera di miscelazione (FIG. 20) dove immettere, in aggiunta al prodotto in polvere o alla base gelatinosa già presenti nell’unità miscelatrice, la soluzione acquosa o il catalizzatore fluido giungenti dal condotto flessibile 18.
Ciò nel mentre la porzione di stelo 15 addentratasi nell’unità miscelatrice funge da perno alle rotazioni dell’agitatore 1 mosso dal motoriduttore M3. Completata la miscelazione del composto, tra l’altro ottimizzata dalla sua esecuzione contemporaneamente all’immissione graduale del componenie fluido, cessa la rotazione imposta all’agitatore 1 dal motoriduttore elettrico M3 ed interviene il motoriduttore elettrico M4 per consentire lo scarico del composto miscelato portando l’elemento di chiusura 3 dalla posizione della FIG. 17 a quella della FIG. 22 dove una delle due bocchette 3B è in corrispondenza dell’apertura di scarico dell’unità miscelatrice.
Infatti, la corona dentata 24 del motoriduttore M4 (FIG. 20) è stabilmente ingranata in una corona dentata 25 coassialmente solidale alla madrevite 26 che, frapposta a due cuscinetti assiali nel supporto rigido 27, è attraversata longitudinalmente da una vite 30 avente in una estremità la coppia di alette 31 con cui agganciare rappiglio 3C dell’elemento 3 mentre dall’altra estremità sporge una coppia di risalti 29 che, impegnati in apposite feritoie longitudinali della guida 28 sbalzante dal supporto 27, costringono la suddetta vite 30 a traslare assialmente in un senso o nell’altro a seconda della rotazione della madrevite 26.
Dopo l’apertura dello scarico dell'unità miscelatrice e l’arresto del motoriduttore elettrico M4 a ciò preposto, attraverso una delle due bocchette 3B inizia l’espulsione del composto spinto, tramite lo stantuffo 4-5, dall’ulteriore discesa dello stelo cavo 15 dalla posizione della FIG.
20 a quella della FIG. 21.
Ultimata l’espulsione di tutto il composto appena miscelato e destinato ad essere immediatamente utilizzato, l'impianto provvede automaticamente ad attivare il motoriduttore elettrico M4 affinchè, sempre tramite la madrevite 26, l’elemento di chiusura 3 ritorni dalla posizione della FIG.
22 a quella della FIG. 17 essendo ciò utile per agevolare la successiva rimozione dell’unità miscelatrice vuota dalla slitta di trasferimento 6 ma soprattutto necessario perché tra le due alette 31 possa successivamente inserirsi l'appiglio 3C della nuova unità miscelatrice.
Ma prima che il motoriduttore elettrico M1 riporti la slitta 6 alla stazione della FIG. 11 in cui sostituire l’unità miscelatrice appena utilizzata, questa deve essere necessariamente liberata dalla presenza dello stelo cavo 15 che, con la rotazione inversa della madrevite 14 azionata dal motoriduttore elettrico M2, risale dalla posizione della FIG. 21 a quella della FIG. 18 ed in tale circostanza, più esattamente nel tratto finale della risalita, l’ago fisso 33 libera automaticamente l’ugello o puntale 16 dello stelo cavo 15 dall'eventuale occlusione formatasi durante l’espulsione del composto miscelato.
Infatti, come si evince dalle FIGG. 18 e 19, l’attacco posto all’estremità superiore dello stelo cavo 15 ed avente l’innesto del condotto 18 in corrispondenza di uno dei due risalti 17 impegnati nelle feritoie longitudinali della guida 19, è chiuso superiormente da una porzione 34 in gomma od altro materiale idoneo alla tenuta sull'ago 33 che, fissato in 32 alla sommità della suddetta guida 19, quando lo stelo cavo 15 è al fine corsa superiore (FIG. 18) si protende all’interno di questo e del relativo puntale 16 dal quale fuoriesce, con l’estremità del tratto terminale opportunamente assottigliato, quanto basta per non sporgere dall’anello pressatore 22.
In alternativa a questo modo semplice quanto efficace di assicurare sistematicamente ed automaticamente l’efficienza dell’impianto nella erogazione del componente fluido, si può ricorrere ad un accorgimento altrettanto semplice consistente nel ripulire internamente il puntale 16, alla fine di ogni ciclo operativo, espellendo immediatamente e con forza una piccolissima parte dello stesso componente fluido da miscelare che vi giunge dal condotto flessibile 18.
La preferita forma di attuazione rappresentata e descritta è stata concepita considerando le esigenze operative ed anche logistiche della maggior parte degli studi dentistici e dei laboratori odontoiatrici.
Da ciò la scelta di predisporre un impianto automatizzato dall’ingombro particolarmente contenuto e quindi più facilmente collocabile in zone di lavoro già attrezzate anche se ciò comporta l’intervento manuale dell’operatore che, disponendo di una scorta di unità miscelatrici intercambiabili già riempite per tempo con il prodotto in polvere da impastare o con la base gelatinosa da catalizzare, posiziona una alla volta tali unità miscelatrici sulla slitta di trasferimento dell’impianto e sempre manualmente poi le rimuove per accantonarle tra quelle da lavare e sterilizzare successivamente.
Non è escluso però che al movimento lineare alterno della slitta 6 si preferisca quello di un carosello che, formato da un gruppo di unità miscelatrici posizionate nelle sedi periferiche di un disco girevole o nei carrelli di un circuito motorizzato passante per una stazione di lavoro quale quella già descritta, provvede meccanicamente alla sostituzione di ciascuna unità miscelatrice utilizzata ed anche, in taluni impianti, al successivo trasferimento ad altre stazioni attrezzate per eseguire automaticamente il lavaggio, la sterilizzazione ed il riempimento con ulteriori dosi di materiale da miscelare.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1) "SISTEMA E MEZZI PER MISCELARE MATERIALI D’IMPRONTA AD USO ODONTOIATRICO E SIMILARI", caratterizzati in via principale dall’impiego di unità miscelatrici che, intercambiabili e riutilizzabili, vengono riempite per tempo con una parte dei componenti da miscelare, in particolare quelli in polvere o quelli gelatinosi, perché possano essere all’occorrenza utilizzate, una alla volta, in un impianto che provvede automaticamente ad aggiungervi i componenti fluidi necessari, a miscelare tutti i componenti muovendo l’agitatore rotativo di cui è munita la stessa unità miscelatrice, ad aprire lo scarico dell’unità e ad espellere da questo tutto il composto agendo su una sorta di stantuffo, appartenente anch’esso all’unità miscelatrice, in grado di liberare da ogni residuo gli organi agitatori e l’intera camera di miscelazione. 2) "SISTEMA E MEZZI...", come alla precedente rivendicazione, caratterizzati dal fatto che ciascuna unità miscelatrice è costituita da un contenitore 2, di sezione circolare, chiuso inferiormente da un elemento 3 scorrevole a cassetto e superiormente da un agitatore rotativo 1 dal quale si protendono radialmente i denti di una corona dentata 1A necessaria al suo azionamento e dal quale discendono, fino al fondo del contenitore 2, una pluralità di aste rigide 1B con le quali amalgamare i componenti presenti nella camera di miscelazione. 3) "SISTEMA E MEZZI...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che alle aste rigide 1B, parallelle all'asse di rotazione dell’agitatore 1 , è abbinato uno stantuffo attraversato longitudinalmente dalle suddette aste che accompagna nel loro movimento rotatorio e lungo le quali poi discende per espellere il composto attraverso l'apposito foro di scarico 2D situato sul fondo del contenitore 2. 4) "SISTEMA E MEZZI.. come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che lo stantuffo, costituito da un corpo rigido 4 ricoperto inferiormente da un riporto 5 in silicone od altro materiale elastico sterilizzabile in autoclave, è predisposto affinchè lo stelo cavo 15, destinato ad imprimergli la spinta necessaria per espellere il composto miscelato, possa inizialmente attraversarlo longitudinalmente con un proprio ugello o puntale 16 che immetta nella camera di miscelazione il componente necessario. 5) "SISTEMA E MEZZI...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che, per ottenere l’espulsione di tutto il composto miscelato, il fondo del contenitore 2 e la parte superiore dello stantuffo sono entrambi tronco-conici ma con una conicità diversa e più accentuata nel fondo del contenitore affinchè lo stantuffo possa poggiarvi contro ad iniziare dalla zona periferica e da questa, per deformazione elastica, proseguire gradualmente verso il centro dove trovasi il foro di scarico 2D al quale accompagnare così il materiale da espellere. 6) "SISTEMA E MEZZI...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che il foro di scarico 2D dell’unità miscelatrice si affaccia al centro della guida 2E dell’elemento di chiusura 3 i cui spostamenti, in un senso o nell’altro, consentono l’apertura dello scarico allineandovi una delle due bocchette 3B situate alle due estremità della porzione piana 3A che invece determina la chiusura e dalla quale si protende centralmente verso il basso rappiglio 3C per il dispositivo di azionamento automatico. 7) "SISTEMA E MEZZI...", come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che, essendo l’unità miscelatrice destinata ad operare inserita a sporgere sopra e sotto la slitta di trasferimento 6 di un impianto automatizzato, il tratto superiore del contenitore 2 è più ampio del foro 6A della slitta che tra l’altro è conformato per accogliere, in due incavi diametralmente opposti, i corrispondenti risalti 2F sporgenti dal contenitore 2 per mantenerlo immobile durante la miscelazione ed anche con la guida trasversale 2E orientata in modo che l'appiglio 3C dell’elemento scorrevole 3 possa essere agganciato ed azionato dai mezzi preposti ad aprire e chiudere automaticamente lo scarico 2D. 8) "SISTEMA E MEZZI..." come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che le unità miscelatrici contenenti il prodotto il polvere da impastare o la base gelatinosa da catalizzare giungono alla stazione di lavoro dell’impianto di miscelazione automatizzato trasportate una alla volta dalla slitta di trasferimento 6 sostenuta dalle guide orizzontali 7 e 9 alle quali è vincolata e delle quali la seconda è una vite solidale alla corona dentata 10 stabilmente ingranata nella corona dentata 11 del motoriduttore elettrico M1 le cui rotazioni determinano il trasferimento nei due sensi della slitta grazie alle traslazioni lineari della madrevite 8 collocata in una corrispondente rientranza della slitta suddetta durante l'inserimento di questa sulla guida filettata 9. 9) "SISTEMA E MEZZI..." come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che l’immissione del componente fluido (soluzione acquosa, catalizzatore od altro) all’interno dell’unità miscelatrice, la miscelazione dei componenti, l’apertura dello scarico e l’espulsione del composto miscelato sono operazioni eseguite automaticamente dall’impianto nel mentre l’unità operatrice resta immobile nella cosiddetta stazione di lavoro situata sulla verticale dello stelo cavo 15 preposto all’immissione del componente fluido ed all’azionamento dello stantuffo situato all’interno dell’unità miscelatrice. 10) "SISTEMA E MEZZI...” come alla rivendicazione 9), caratterizzati dal fatto che, nel giungere l’unità miscelatrice alla stazione di lavoro (FIGG. 16-17-18), la corona dentata 1A dell’agitatore rotativo va ad ingranarsi nella corona dentata 23 del motoriduttore elettrico M3 preposto alla rotazione del suddetto agitatore con le relative aste miscelatrici 1B. 11) "SISTEMA E MEZZI...” come alla rivendicazione 9), caratterizzati dal fatto che, nel giungere l’unità miscelatrice alla stazione di lavoro (FIGG. 16-17-18), l’appiglio centrale 3C dell’elemento scorrevole 3 di cui alla rivendicazione 6) si dispone tra le due alette 31 del relativo dispositivo di azionamento automatico preposto al suo trasferimento dalla posizione di scarico chiuso delle FIGG. 17-18 a quella di scarico aperto delle FIGG. 21-22 e viceversa. 12) "SISTEMA E MEZZI...” come alla rivendicazione 9), caratterizzati dal fatto che, nel giungere l’unità miscelatrice alla stazione di lavoro (FIGG. 16-17-18), l’agitatore rotativo 1 si dispone sotto l’anello pressatore 22 che, spinto dalla lamina elastica 21 e guidato dall’elemento tubolare 35 fissato alla staffa 20 coassialmente allo stelo 15, mantiene l’agitatore 1 correttamente inserito nel contenitore 2 e conseguentemente ingranato nella corona dentata 23. 13) "SISTEMA E MEZZI...” come alla rivendicazione 9), caratterizzati dal fatto che, l’unità miscelatrice, una volta giunta alla stazione di lavoro, riceve lo stelo cavo 15 che, filettato ma impedito a ruotare dalla coppia di risalti 17 ad esso solidali ed impegnati in apposite feritoie longitudinali della guida 19 fissata alla staffa 20, discende dalla posizione della FIG. 18 a quella della FIG. 20 grazie alle rotazioni in tal senso della madrevite 14 che, supportata nella staffa 20 tra due cuscinetti assiali, è solidale alla corona dentata 13 stabilmente ingranata nella corona dentata 12 del motoriduttore elettrico M2 il cui primo intervento cessa all’affacciarsi del puntale 16 dello stelo cavo 15 nella camera di miscelazione (FIG. 20) dove immettere, in aggiunta al prodotto in polvere o alla base gelatinosa già presenti nell’unità miscelatrice, la soluzione acquosa o il catalizzatore fluido giungenti dal condotto flessibile 18. 14) "SISTEMA E MEZZI...” come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che la rotazione dell’agitatore 1 ad opera del motoriduttore elettrico M3 avviene nel mentre la porzione di stelo 15 addentratasi nell’unità miscelatrice come alla FIG. 20 funge da perno al suddetto agitatore e dal puntale 16 fuoriesce gradualmente il componente fluido da miscelare con quello già presente nella camera di miscelazione. 15) "SISTEMA E MEZZI...” come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che, completata la miscelazione del composto, cessa la rotazione imposta all’agitatore 1 dal motoriduttore elettrico M3 ed interviene il motoriduttore elettrico M4 per consentire lo scarico del composto miscelato portando l’elemento di chiusura 3 dalla posizione della FIG. 17 a quella della FIG. 22 dove una delle due bocchette 3B è in corrispondenza dell’apertura di scarico dell’unità miscelatrice. 16) "SISTEMA E MEZZI...” come alle rivendicazioni 6) e 15), caratterizzati dal fatto che la corona dentata 24 del motoriduttore M4 (FIG. 20) è stabilmente ingranata in una corona dentata 25 coassialmente solidale alla madrevite 26 che, frapposta a due cuscinetti assiali nel supporto rigido 27, è attraversata longitudinalmente da una vite 30 avente in una estremità la coppia di alette 31 con cui agganciare l'appiglio 3C dell’elemento 3 mentre dall’altra estremità sporge una coppia di risalti 29 che, impegnati in apposite feritoie longitudinali della guida 28 sbalzante dal supporto 27, costringono la suddetta vite 30 a traslare assialmente in un senso o nell’altro a seconda della rotazione della madrevite 26. 17) "SISTEMA E MEZZI..." come alla rivendicazione 15), caratterizzati dal fatto che, dopo l’apertura dello scarico dell’unità miscelatrice e l’arresto del motoriduttore elettrico M4 a ciò preposto, attraverso una delle due bocchette 3B inizia l’espulsione del composto spinto, tramite lo stantuffo 4-5, dall’ulteriore discesa dello stelo cavo 15 dalla posizione della FIG. 20 a quella della FIG. 21. 18) "SISTEMA E MEZZI...” come alla rivendicazione 16), caratterizzati dal fatto che, ultimata l’espulsione di tutto il composto miscelato, rimpianto provvede automaticamente ad attivare il motoriduttore elettrico M4 affinchè, sempre tramite la madrevite 26, l’elemento di chiusura 3 ritorni dalla posizione della FIG. 22 a quella della FIG. 17 essendo ciò utile per agevolare la successiva rimozione dell’unità miscelatrice vuota dalla slitta di trasferimento 6 ma soprattutto necessario perché tra le due alette 31 possa successivamente inserirsi l’appiglio 3C della nuova unità miscelatrice. 19) "SISTEMA E MEZZI...” come alle rivendicazioni 13) e 17), caratterizzati dal fatto che durante la risalita dello stelo cavo 15 dalla posizione della FIG. 21 a quella della FIG. 18, ottenuta con la rotazione inversa della madrevite 14 e sempre ad opera del motoriduttore elettrico M2, un ago fisso 33, che si protende dalla sommità della guida 19 ed attraverso un tappo in gomma 34 od altro materiale di tenuta si addentra nella cavità dello stelo 15, provvede a liberare automaticamente l’ugello o puntale 16 dall’eventuale occlusione formatasi durante l’espulsione del composto miscelato. 20) "SISTEMA E MEZZI.. .” come alla precedente rivendicazione, caratterizzati dal fatto che quando lo stelo cavo 15 è al fine corsa superiore (FIG. 18), l’ago di autopulitura 33 attraversa longitudinalmente l’intero stelo ed anche il relativo puntale 16 dal quale fuoriesce, con l’estremità del tratto terminale assottigliato, quanto basta per non sporgere dall'anello pressatore 22. 21) "SISTEMA E MEZZI.. ." come alle precedenti rivendicazioni, caratterizzati dal fatto che, in alternativa o in aggiunta a quanto già previsto alle rivendicazioni 19) e 20) per assicurare sistematicamente ed automaticamente l’efficienza dell’impianto nell’erogazione del componente fluido, il puntale 16, alla fine di ogni ciclo operativo, sarà ripulito all’interno espellendo immediatamente e con forza una piccolissima parte dello stesso componente fluido da miscelare che vi giunge dal condotto flessibile 18. 22) "SISTEMA E MEZZI PER MISCELARE MATERIALI D’IMPRONTA AD USO ODONTOIATRICO E SIMILARI”, come a tutte le precedenti rivendicazioni, sostanzialmente come illustrati e descritti per gli scopi specificati ed indipendentemente da quelle modifiche o varianti che in pratica potranno essere apportate, senza esulare dal presente ambito brevettuale, anche nel caso in cui al movimento lineare alterno della slitta 6 si preferisca quello di un carosello che, formato da un gruppo di unità miscelatrici posizionate nelle sedi periferiche di un disco girevole o nei carrelli di un circuito motorizzato passante per una stazione di lavoro quale quella già descritta, provvede meccanicamente alla sostituzione di ciascuna unità miscelatrice utilizzata ed anche, in taluni impianti, al successivo trasferimento ad altre stazioni attrezzate per eseguire automaticamente il lavaggio, la sterilizzazione ed il riempimento con ulteriori dosi di materiale da miscelare.
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