ITBG20070035A1 - Dispositivo per lo stoccaggio automatico di una unita' di carico in una corsa di stoccaggio. - Google Patents

Dispositivo per lo stoccaggio automatico di una unita' di carico in una corsa di stoccaggio. Download PDF

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Description

"DISPOSITIVO PER LO STOCCAGGIO AUTOMATICO DI UNA UNITA' DI CARICO IN UNA CORSIA DI STOCCAGGIO"
DESCRIZIONE
La presente invenzione è relativa ad un dispositivo per lo stoccaggio automatico di una unità di carico in una corsia di stoccaggio quale può essere, ad esempio, una corsia di un magazzino automatizzato.
Nel corso degli ultimi anni si è largamente diffuso l'impiego di magazzini automatizzati strutturati per consentire lo stoccaggio automatico di unità di carico. Fra le diverse tipologie di magazzini automatici risultano particolarmente richieste quelli comunemente detti "drive in". Questi magazzini sono studiati per immagazzinare prodotti a movimentazione ciclica e impiegano strutture portanti abbinate ad appositi sistemi di movimentazione e di guida per le unità di carico. Come noto le scaffalature drive-in consentono uno sfruttamento dello spazio migliore rispetto ad altre tipologie di scaffalature in quanto, ad esempio, eliminano i corridoi di prelievo. I magazzini di questo tipo si dimostrano inoltre estremamente produttivi quando vengono movimentati in sequenza molte unità di carico dello stesso codice articolo, ad esempio secondo la nota modalità operativa LIFO (Last in- First out).
Dal punto di vista costruttivo, dunque, le scaffalature drive-in comprendono una struttura a spalle e montanti che definisce una pluralità di corsie di stoccaggio di dimensioni variabili in funzione dei carichi previsti. Nelle versioni più moderne, le unità di carico vengono disposte/prelevate lungo/da tali corsie attraverso dei dispositivi automatici. Questi dispositivi in pratica depositano in modo automatico e in serie una pluralità di unità di carico su delle guide di appoggio predisposte su parti opposte lungo la corsia di stoccaggio. Più in dettaglio tale deposito avviene a partire da una estremità di una corsia o comunque dalla prima posizione libera individuata nella corsia stessa. L'unità di carico viene collocata sul dispositivo da un operatore o in alternativa da un mezzo automatico. Il dispositivo mantiene sollevato il carico rispetto alle guide di appoggio fino al raggiungimento della posizione di stoccaggio. Successivamente il dispositivo abbassa il carico in modo che lo stesso si appoggi su dette guide.
Tali dispositivi consentono ovviamente anche il prelevamento delle unità di carico presenti in corsia secondo corrispondenti modalità.
Un esempio di un dispositivo di stoccaggio conosciuto è descritto nella domanda di brevetto WO 2004/039701. In particolare tale dispositivo comprende essenzialmente un telaio supportato da una pluralità di ruote di movimentazione. Un pianale è predisposto per sostenere una unità di carico, mentre un sistema di sollevamento consente il sollevamento del pianale e conseguentemente del carico durante la movimentazione del carrello lungo la corsia di stoccaggio. Per essere più precisi il sistema di sollevamento impiegato, facendo leva sulle ruote di movimentazione, solleva non solo il pianale e il carico, ma anche il telaio. In altre parole tale sistema di sollevamento, in virtù di complessi cinematismi, solleva in sostanza tutte le masse in gioco a parte le ruote di movimentazione.
Questo principio di sollevamento è evidentemente sconveniente per diversi motivi. In primis è evidente che per svolgere la sua funzione, ovvero per sollevare tutte le masse in gioco, il cinematismo impiegato si presenta evidentemente complesso e di difficile realizzazione a causa delle sollecitazioni che lo stesso deve sopportare. Questo aspetto ovviamente comporta costi di realizzazione e di assemblaggio sconvenientemente elevati.
Un altro aspetto negativo del dispositivo di stoccaggio in questione si individua conseguentemente nell'affidabilità e nella durata che risultano strettamente condizionate proprio dalle sollecitazioni che gravano sulle parti meccaniche del sistema di sollevamento. E' chiaro che la scelta di sollevare tutte le masse si ripercuote negativamente su questi aspetti portando di riflesso altri svantaggi quale ad esempio la necessità di effettuare revisioni e interventi di manutenzione relativamente frequenti finalizzati a rimediare al degrado e all'usura dei componenti costituenti il cinematismo di sollevamento.
Un altro aspetto negativo del dispositivo di stoccaggio in questione, comune anche ad altri dispositivi conosciuti nel settore, si riscontra nel fatto che durante il prelievo di una unità di carico il sollevamento della stessa sovente accompagnato da un contatto (ad esempio uno sfregamento) con l'unità di carico adiacente collocata sulla guida. Questo vizio operativo si manifesta in quanto il sollevamento avviene sempre secondo una direzione esclusivamente verticale. E' evidente che il contatto relativamente intenso fra due unità di carico è da considerarsi comunque un inconveniente sia in relazione all'integrità delle unità di carico sia per i possibili spostamenti che potrebbero derivare da tali contatti.
In base a queste considerazioni emerge chiaramente la necessità di fornire dispositivo per lo stoccaggio automatico di unità di carico che siano più efficienti di quelli attuali sia in termini di costi di realizzazione e assemblaggio sia in termini di prestazioni e affidabilità. Pertanto è da ritenersi scopo precipuo di quanto forma oggetto della presente invenzione quello di fornire un dispositivo per lo stoccaggio automatico di una unità di carico che consenta di superare le problematiche sopraesposte.
Nell' ambito di questo compito uno scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo che presenti una configurazione compatta e di facile realizzazione.
Un altro scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo che eviti durante il sollevamento di una prima unità di carico il contatto con una seconda unità di carico presente in corsia.
Non ultimo scopo di quanto forma oggetto della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo per lo stoccaggio automatico di una unità di carico che sia di elevata affidabilità e di facile realizzazione a costi competitivi.
Questo compito, nonché detti ed altri scopi relativi che meglio appariranno in seguito, sono raggiunti attraverso un dispositivo per lo stoccaggio automatico di una unità di carico comprendente un corpo provvisto di una pluralità di ruote atte a consentire la traslazione del dispositivo lungo una corsia di stoccaggio. Primi mezzi di movimentazione sono predisposti internamente al corpo per realizzare la traslazione del dispositivo.
Il dispositivo secondo 1'invenzione è caratterizzato dal fatto di comprendere una coppia di porzioni operative predisposte su lati opposti del corpo. Tali porzioni operative definiscono gli appoggi per l'unità di carico. Il dispositivo si avvale inoltre di secondi mezzi di movimentazione predisposti internamente al corpo e operativamente collegati alle porzioni operative per consentirne la movimentazione, rispetto al corpo, fra una posizione base e una posizione di sollevamento. In particolare tale movimentazione avviene in modo che il corpo del dispositivo mantenga una posizione fissa rispetto alle ruote per la traslazione.
Fra i vari aspetti vantaggiosi della presente invenzione, si osserva che il principio di funzionamento del dispositivo, si basa sul fatto di sollevare solo le masse strettamente necessarie a permettere la funzionalità del dispositivo stesso. In altre parole le masse movimentate sono la massa dell'unità di carico e la massa delle due porzioni operative sulle quali appoggia la stessa unità di carico. L'impiego di due porzioni operative siffatte è infatti sufficiente per fornire appoggi stabili per l'unità di carico senza ricorrere all'impiego di un pianale tradizionalmente impiegato per lo stesso scopo. I secondi mezzi di movimentazione sollevano quindi solo l'unità di carico e le porzioni su cui appoggia la stessa senza sollevare il telaio e le altre masse ausiliarie ad esso associate.
Ovviamente la riduzione delle masse in gioco nel sollevamento comporta, a parità di unità di carico, minore sollecitazioni sulle parti strutturali con evidenti vantaggi dal punto di vista dell'affidabilità e della durata del dispositivo.
Secondo un altro aspetto della presente invenzione, i secondi mezzi di movimentazione sono ad azionamento meccanico e sono strutturati attraverso cinematismi i quali consentono un sollevamento dell'unità di carico accompagnato da un movimento secondo una direzione ortogonale a quella di sollevamento. Tale soluzione risulta particolarmente vantaggiosa in quanto evita il contatto laterale fra due unità di carico durante il prelevamento in corsia. I cinematismi impiegati nell'ambito della presente invenzione consentono inoltre di sollevare in modo perfettamente equilibrato le porzioni operative sulle quali appoggia l'unità di carico differentemente da quanto realizzato da molte delle soluzioni tradizionali, ad esempio quelle che impiegano mezzi oleo-dinamici per il sollevamento del pianale.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno maggiormente nel corso della descrizione di forme realizzative preferite, ma non esclusive, del dispositivo per lo stoccaggio di una unità di carico secondo 1'invenzione illustrate a titolo esemplificativo e non limitativo negli uniti disegni in cui:
— le figura 1 e 1A sono viste prospettiche ,in differenti condizioni operative, di una prima forma di realizzazione di un dispositivo di stoccaggio secondo la presente invenzione;
— le figure 2,2A e 2B sono rispettivamente una vista in pianta e due viste laterali del dispositivo di stoccaggio illustrato nelle figure 1 e 1A;
— la figura 3 è una ulteriore vista prospettica del dispositivo illustrato nelle figure 1 e 1A;
— le figure 4 e 4A sono viste prospettiche, in differenti condizioni operative, di una seconda forma di realizzazione di un dispositivo di stoccaggio secondo la presente invenzione;
— le figure 5 e 5A sono viste laterali rispettivamente corrispondenti alla condizioni operative del dispositivo secondo l'invenzione illustrato nelle figure 4 e 4A;
— le figure 6 e 6A sono viste frontali rispettivamente corrispondenti alla condizioni operative del dispositivo secondo l'invenzione illustrato nelle figure 4 e 4A
— le figure 7 e 7A sono viste in sezioni secondo la linea IV-IV e V-V rispettivamente indicate nelle figure 2 e 2A;
— la figura 8 è una vista esplosa del dispositivo di stoccaggio secondo 1'invenzione illustrato nelle figure 4 e 4A;
— la figura 9 è vista di un primo gruppo di componenti del dispositivo di stoccaggio di figura 8; — la figura 10 è una vista prospettica di un secondo gruppo di componenti del dispositivo di stoccaggio di figura 8;
— la figura 11 è una vista in pianta del dispositivo di stoccaggio delle figure 4 e 4A privato del coperchio e delle porzioni di sollevamento;
— le figure 12 e 13 sono vista secondo la linea IX-IX e X-X indicate in figura 11;
— le figure 14 e 14A sono prime viste laterali che illustrano i secondi mezzi di movimentazione rispettivamente in due differenti posizioni di sollevamento;
— le figure 15 e 15A sono ulteriori viste che illustrano, secondo differenti punti di osservazione differenti, i secondi mezzi di movimentazione illustrati nelle figure 14 e 14A;
Con riferimento alle figure, il dispositivo 1 secondo l'invenzione comprende un corpo 6 provvisto di una pluralità di ruote ΙΟΑ,ΙΟΒ predisposte per consentire la traslazione del dispositivo stesso 1 lungo una corsia di stoccaggio, quale può essere ad esempio una corsia di un magazzino automatizzato della tipologia "drive in". E' da intendersi comunque che il dispositivo può essere impiegato anche in altre applicazioni ovvero in tutti quei casi, ad esempio, in un cui si configuri la necessità di immagazzinare automaticamente su una ben definita corsia una pluralità di unità di carico.
La traslazione del dispositivo 1 lungo la corsia di stoccaggio viene realizzata attraverso primi mezzi di movimentazione il i quali sono associati al corpo 6 e allo stesso tempo operativamente collegati ad una o più di dette ruote 10A, 10B. In pratica i primi mezzi di movimentazione il sono preposti a fornire l'energia necessaria alla movimentazione delle ruote, e conseguentemente del dispositivo 1, lungo la corsia di stoccaggio .
Il dispositivo 1 secondo l'invenzione si caratterizza per il fatto di comprendere una coppia di porzioni operative 7 predisposte su lati opposti del corpo 6. Le porzioni operative 7 definiscono un piano di appoggio PA (vedi figure 2A e 2B) per una unità di carico in virtù di una loro superficie piana di appoggio 7A. Il dispositivo 1 comprende inoltre secondi mezzi di movimentazione 31 associati al corpo 6 e operativamente collegati alle porzioni operative 7 per consentirne la movimentazione rispetto al corpo stesso. In particolare tali secondi mezzi 31 sono configurati in modo da movimentare le porzioni operative 7 rispetto al corpo 6 fra una prima e una seconda posizione operativa di sollevamento le quali, come più avanti meglio specificato sono rispettivamente caratteristiche di assenza e presenza dell'unità di carico.
Il dispositivo 1 secondo l'invenzione si caratterizza anche per il fatto che il corpo 6 mantiene una posizione fissa rispetto alle ruote 10A, 10B durante la movimentazione delle porzioni operative 7 fra le due posizioni operative assunte dalle stesse. In altre parole, durante la movimentazione delle porzioni operative 7, la posizione del corpo 6 rimane invariata rispetto agli assi di rotazione delle ruote 10A,10B. Questa soluzione tecnica appare estremamente vantaggiosa in quanto i secondi mezzi di movimentazione 31 sollevano solo le masse delle porzioni operative 7 e dell'unità di carico.
Differentemente da quanto avviene in alcuni dispositivi tradizionali, il corpo 6 e le ruote 10A,10B rimangono infatti mutuamente fissi durante l'azionamento dei secondi mezzi di movimentazione 31. Le masse delle due porzioni operative 7, movimentate dai secondi mezzi di movimentazione 31, rappresentano in sostanza la totalità delle masse sufficienti per consentire la funzionalità di sollevamento del dispositivo 1. Ciò consente ovviamente di contenere dimensioni e prestazioni richieste ai secondi mezzi di movimentazione 31.
Le figure 1 e 1A sono viste relative ad una prima possibile forma di realizzazione del dispositivo 1 secondo la presente invenzione. Il dispositivo illustrato comprende un corpo 6 che si contraddistingue per una configurazione sostanzialmente prismatica a pianta rettangolare. In particolare tale configurazione comprende un lato frontale 81, un lato posteriore 82 e una coppia di fianchi 83 che si sviluppano l'uno parallelo all'altro fra il lato frontale 81 e quello posteriore 82. Il corpo 6 comprende un telaio inferiore 6A, al quale è associata la pluralità di ruote 10A e 10B, per sostenere diversi dei componenti costituenti il dispositivo 1. Il corpo 6 comprende inoltre un coperchio 6B il quale è operativamente collegato al telaio 6A in modo da chiuderlo superiormente per definire un involucro compatto all'interno del quale si colloca la maggior parte dei componenti del dispositivo 1.
La figura 3 consente di apprezzare una particolare forma di realizzazione del coperchio 6B vantaggiosamente provvisto di un'anta 5 mobile che consente 1'accesso all'interno del corpo 6 del dispositivo ad esempio per la sostituzione di unità di alimentazione 3 la cui funzione è più avanti meglio descritta.
Le figure 1 e 1A illustrano rispettivamente il dispositivo 1 in una prima e una seconda configurazione operativamente definite dalla posizione delle porzioni operative 1. In particolare la prima posizione operativa corrisponde ad una posizione "base" delle porzioni operative 7 assunta quando il dispositivo si muove lungo la corsia di stoccaggio senza sollevare alcuna unità di carico. La seconda posizione operativa corrisponde invece ad una posizione "sollevata" delle porzioni operative 7 assunta quando il dispositivo solleva l'unità di carico immagazzinandola o prelevandola nella/dalla corsia di stoccaggio.
Le figure 4 e 4A sono viste prospettiche relative ad una forma di realizzazione preferita dell'invenzione che si distingue dalla precedente, ad esempio, per la presenza di mezzi di protezione 9 associati alle porzioni operative 7 e più avanti meglio specificati nel corso della descrizione.
Le figure 5 e 5A sono viste laterali del dispositivo 1 rispettivamente corrispondenti alle configurazioni illustrate nelle figure 4 e 4A. Dal confronto fra le figure in questione si osserva che in corrispondenza della seconda posizione operativa (fig.
5A) le porzioni di sollevamento 7 si collocano ad una altezza HI (misurata rispetto al piano di appoggio delle ruote 10A,10B) superiore all'altezza H2 assunta dalle porzioni stesse nella prima posizione operativa in virtù dell'azione dei secondi mezzi di sollevamento 31.
Tale relazione può essere dedotto dal confronto fra le figure 6 e 6A le quali sono viste frontali del dispositivo 1 corrispondenti alle configurazioni illustrate nelle figure 4 e 4A. Da tali figure si osserva che le porzioni operative 7, comprendono ciascuna una superficie di appoggio 7A la quale emerge dal coperchio 6B sia quando la corrispondente porzione operativa la prima posizione operativa (in seguito definita anche "posizione base") sia quando assume la seconda posizione operativa (in seguito definita anche "posizione di sollevamento"). In una forma di realizzativa non illustrata, le superfici di appoggio 7A potrebbero collocarsi in una posizione sottostante a coperchio 6B una volta che le porzioni operative 7 assumono la posizione base per poi emergere allo scopo di raggiungere la posizione sollevata.
Le figure 7 e 7A sono viste in sezione secondo le linee IV-IV e V-V rispettivamente indicate nelle figure 5 e 5A. Come visibile da tali figure e come sopra accennato, il dispositivo 1 comprende, per ogni porzione operativa 7, mezzi di protezione 9 associati alla corrispondente superficie di appoggio 7A. Tali mezzi di protezione si attivano quando le porzioni operative si muovono dalla posizione "base" alla posizione "di sollevamento" allo scopo di ostacolare l'accesso allo spazio sottostante le superfici di appoggio 7A. In altre parole i mezzi di protezione hanno lo scopo di mettere in sicurezza il dispositivo 1 per evitare, ad esempio, che un corpo estraneo si inserisca al di sotto delle superfici di appoggio durante il funzionamento del dispositivo 1.
Con riferimento nuovamente alle figure 4 e 4A, secondo una forma di realizzazione preferita dell'invenzione, i mezzi di protezione 9 comprendono, per ciascuna di dette porzioni operative 7, una coppia di protezioni laterali 71 e una coppia di protezioni frontali 72. In particolare le protezioni laterali 72 si sviluppano dalla corrispondente superficie di appoggio 7B della porzione operativa 7 per tutto lo sviluppo longitudinale di questa ultima. Analogamente le protezioni frontali 72 si sviluppano dalla superficie di appoggio 7B lungo lo sviluppo trasversale della corrispondente porzione operativa 7.
Le protezioni laterali 71 e quelle frontali 72 sono tali da estendersi, durante il sollevamento delle porzioni operative 7 dalla posizione "base" a quella "sollevata", fra il coperchio 6B e la superficie di appoggio in modo da impedire lateralmente e frontalmente l'accesso allo spazio sottostante le superfici di appoggio 7A delle porzioni operative 7.
Le figure 4 e 4a consentono di osservare più in dettaglio una forma di realizzazione preferita dei mezzi di protezione secondo la presente invenzione. In particolare in questa forma di realizzazione il coperchio 6B si estende al di sotto di ciascuna superficie di appoggio 7A e comprende una o più fessure longitudinali 87 (cioè sostanzialmente parallele ai fianchi 83 del corpo 6) in ciascuna delle quali si inserisce una delle protezioni laterali 71 quando la corrispondente porzione operativa 7 si abbassa dalla posizione "sollevata" a quella "base" (vedi figure 7,7B). Più in dettaglio nella soluzione illustrata una delle due protezioni laterali 71 si inserisce in una fessura longitudinale 87, mentre la seconda si colloca in modo da essere adiacente ad un fianco 83 del corpo 6.
In questa forma di realizzazione inoltre, le protezioni frontali 72 sono formate da elementi flessibili, ad esempio in gomma, i quali sono operativamente collegati ad una loro prima estremità al coperchio 6B e ad una loro estremità ad un lato frontale della corrispondente superficie di appoggio 7A. Attraverso questa soluzione quando le porzioni si sollevano, gli elementi flessibili si tendono così da impedire frontalmente 1'accesso sotto le superiici di appoggio 7A.
Rientra ovviamente nell'ambito del concetto inventivo la possibilità che le porzioni laterali siano realizzate nello stesso modo di quelle frontali e viceversa così come la possibilità di realizzare tali protezioni (sia laterali che frontali) secondo forme di realizzazione equivalenti a quelle sopra descritte.
La figura 8 è una vista esplosa del dispositivo 1 secondo l'invenzione la quale consente di osservare parte dei componenti collocati all'interno del corpo 6. Allo scopo di comandare i primi 11 e i secondi mezzi di movimentazione 31, il dispositivo 1 comprende una unità di controllo 27 associata al corpo 6 e mezzi di rilevazione operativamente collegati all'unità di controllo 27. Più precisamente tali mezzi di rilevazione generano uno o più segnali di controllo ciascuno dei quali caratteristico di una variabile operativa del dispositivo 1. Per variabile operativa si intende indicare, ad esempio, la posizione del dispositivo 1 rispetto alla corsia di stoccaggio o ancora la posizione delle porzioni operative 7 rispetto al corpo 6. L'unità di controllo 27 comanda ovviamente in modo automatico i primi e i secondi mezzi di movimentazione 11,31 in funzione di tali segnali di controllo. A sua volta l'unità di controllo 27 può essere programmata e controllata da un operatore, ad esempio attraverso comandi a remoto.
Le figure 9 e 10 sono viste prospettiche, del dispositivo 1 illustrato nella vista esplosa di figura 6 e illustrano rispettivamente un gruppo di componenti comprendenti essenzialmente il coperchio 6B, le porzioni operative 7, i mezzi di protezione e i secondi mezzi di movimentazione 31. La figura 10 mostra invece gli altri componenti del dispositivo 1 secondo l'invenzione.
Come sopra già accennato, i primi 11 e i secondi mezzi di movimentazione 31 sono entrambi associati al corpo 6. Con l'espressione "associato" si vuole intendere che tali mezzi si muovono rimanendo comunque solidali, almeno con una loro parte, al telaio 6A. Con riferimento in particolare alle figure 5 e 7, secondo una forma di realizzazione preferita dell'invenzione, il dispositivo 1 comprende una unità di alimentazione 3 (formato, ad esempio, da una serie di batterie al gel per assicurare il funzionamento anche in ambienti refrigerati) associata al telaio 6A e operativamente collegata all'unità di controllo 27, ai mezzi di rilevazione, ai primi 11 e ai secondi mezzi di movimentazione 31.
Le figure da 11 a 13 sono rispettivamente una vista in pianta e due viste in sezione del dispositivo 1 una volta privato del coperchio 6B e delle porzioni operative 7. In particolare la vista in pianta consente di osservare il layout dei componenti all'interno del corpo 6, mentre le viste in sezione 12 e 13 consentono di osservare particolari costruttivi dei primi 11 e dei secondi mezzi di movimentazione 31.
Come illustrato i primi mezzi di movimentazione 11 comprendono un primo azionamento 12 (costituito, ad esempio da un motore elettrico) operativamente collegato ad una o più di dette ruote 10A attraverso primi mezzi di trasmissione 51. Questi ultimi comprendono un primo albero di rotazione 9A associato al telaio 6A del corpo 6 e configurato per sopportare, in corrispondenza delle sue estremità, una prima coppia di ruote 10A. I primi mezzi di trasmissione 51 comprendono inoltre una prima trasmissione cinematica che collega il primo albero di rotazione 9A al primo azionamento 12, in modo tale che il primo albero di rotazione 9A sia portato in rotazione dal moto sviluppato dal primo azionamento 12.
Con riferimento in modo particolare alle viste di figura 13, secondo una forma di realizzazione preferita dell'invenzione, la prima catena cinematica comprende una catena di trasmissione 79 che collega una prima ruota dentata 71 calettata sul primo albero di rotazione 9A ed una seconda ruota dentata 72 calettata su un albero motore 12B di detto primo azionamento 12. In pratica il moto di tale albero motore 12B è trasferito al primo albero di rotazione 9A attraverso una trasmissione sostanzialmente ad assi paralleli. La rotazione del primo albero motore 9A si traduce a sua volta in una rotazione della prima coppia di ruote 10A le quali in sostanza diventano "ruote motrici" per il dispositivo 1.
In una possibile forma di realizzazione alternativa a quella indicata e non illustrata, i primi mezzi di trasmissione 51 potrebbero comprendere una ulteriore trasmissione cinematica per collegare operativamente il primo albero di rotazione 9A ad una seconda coppia di ruote 10B ciascuna predisposta in una posizione sostanzialmente opposte alle ruote della prima coppia 10A ovvero (come illustrato) lungo uno di detti fianchi 83 in posizione vicinale al lato frontale 81. Tramite questa soluzione, il dispositivo 1 presenterebbe in sostanza quattro ruote che possono definirsi "motrici" portate in rotazione attraverso un comune azionamento. Tale soluzione ovviamente aumenta ulteriormente la stabilità del moto di traslazione del dispositivo 1.
Dalle soluzioni illustrate, si intuisce comunque che i primi mezzi di movimentazione il trasferiscono il moto alle ruote motrici 10A (eventualmente anche 10B) attraverso l'impiego di trasmissioni ad assi paralleli e sfruttando in modo particolare trasmissioni ad elementi flessibili E' da intendersi che tali tipologie di trasmissioni potrebbero essere ovviamente sostituite da altre funzionalmente equivalenti, il cui impiego pertanto deve anch'esso considerarsi come rientrante nell'ambito del concetto inventivo.
Le figure 14, 14A, 15 e 15A illustrano una possibile configurazione dei secondi mezzi di movimentazione 31 che come sopra indicato consentono la movimentazione delle porzioni operative 7 fra la prima e la seconda posizione operativa. Più in dettaglio le figure 14 e 15 illustrano, secondo punti di osservazione differenti, i secondi mezzi di movimentazione 31 in una delle due posizioni operative (quella "base"), mentre le figure 14A e 15A illustrano gli stessi mezzi nell'altra posizione (quella "sollevata").
Secondo la soluzione illustrata in queste figure, i secondi mezzi di movimentazione 31 comprendono un secondo azionamento 32 operativamente collegato alle porzioni operative 7 attraverso secondi mezzi di trasmissione 52 in modo tale che il moto dell'azionamento stesso si traduca in un corrispondente moto delle porzioni operative 7.
Come illustrato, i secondi mezzi di trasmissione 52 comprendono un secondo albero di rotazione 9B associato al telaio 6A del corpo 6 attraverso una coppia di supporti 93 che definiscono in sostanza 1'asse di rotazione del secondo albero 9B. Occorre sottolineare che i supporti 93 sono a tutti gli effetti parti fisse del telaio 6A essendo a questo ultimo stabilmente collegati. Nelle figure in questione; come anche nelle figure 8 e 9, tali supporti 93 sono rappresentati come separati dal telaio 6A solo per scopi descrittivi. Dal confronto fra le figure 10 e la si osserva che in corrispondenza della posizione di sollevamento le porzioni operative 7 si collocano ad altezza Ti (misurata rispetto alla base dei supporti 93) superiore a quella T2 assunta nella posizione "base" in virtù dell'azione dei secondi mezzi di movimentazione 31.
I secondi mezzi di trasmissione 52 comprendono inoltre una struttura cinematica che collega operativamente il secondo albero di rotazione 9B alle porzioni operative 7 e che risulta configurata in modo tale da trasformare la rotazione del secondo albero 9B in una traslazione delle porzioni operative 7 fra la posizione base e quella di sollevamento.
Con riferimento in modo particolare alle figure 14 e 14A, tale struttura cinematica comprende una coppia di meccanismi articolati 40 ciascuno dei quali operativamente collegato ad una di delle porzioni operative 7 in corrispondenza di una superficie inferiore 7B sostanzialmente opposta alla superficie di appoggio 7A destinata a sostenere l'unità di carico. Ciascun meccanismo articolato 40 comprende una prima 41 e una seconda leva 42 incernierate, in corrispondenza di una loro prima porzione 41A,42A, rispettivamente ad una prima 61 e ad una seconda boccola di supporto 62 (vedi figura 4) predisposta sul telaio 6A del corpo 6. Tali boccole configurano un asse di rotazione ili per ciascuna corrispondente leva 41,42.
Le due leve 41 e 42 sono mutuamente collegate attraverso un'asta di collegamento 45 in corrispondenza di una loro seconda porzione 41B,42B in modo tale che il movimento dell'una comporti un corrispondente movimento dell'altra. Ciascuna di dette leve 41,42 comprende una terza porzione 41C,42C collegata alla superficie inferiore 7B della corrispondente porzione operativa 7, preferibilmente attraverso un collegamento snodato come quello illustrato nelle figure 9A e 9B.
La struttura cinematica comprende inoltre una coppia di meccanismi a biella-manovella ciascuno dei quali operativamente collegato ad uno dei meccanismi articolati 40 per trasferire il moto di rotazione del secondo albero motore 9B al corrispondente meccanismo articolato 40. Ogni meccanismo a biella-manovella comprende una manovella 67 calettata sul secondo albero di rotazione 9B e una biella 68 collegata, in corrispondenza di una sua prima estremità 68A alla manovella 67 e in corrispondenza di una sua seconda estremità 68B ad una delle due leve 41,42 di uno dei due meccanismi articolati 40. Il principio di funzionamento della struttura cinematica è di facile intuizione dal confronto fra le figure 10 e 10A. Il secondo azionamento 12 porta in rotazione il secondo albero 9B il quale conduce a sua volta in rotazione la manovella 67, Quest'ultima attraverso la biella 68 determina una rotazione della prima leva 41 attorno al corrispondente asse di rotazione 111. Per effetto dell'asta di collegamento 45, anche la seconda leva 42 ruota attorno al suo asse di rotazione 111 concordemente alla prima leva 41. La rotazione delle due leve 41,42 determina uno spostamento della corrispondente porzione operativa 7 rispetto ai centri di rotazione delle leve stesse ovvero rispetto al telaio 6A del corpo 6.
La forma di realizzazione dei secondi mezzi di movimentazione così configurati, consente una movimentazione delle porzioni operative 7 assolutamente affidabile in virtù del principio di funzionamento e della configurazione degli elementi che costituiscono la struttura cinematica di trasmissione del moto. In particolare la struttura dei meccanismi articolati 40 realizza una traslazione delle porzioni operative 7 su un piano sostanzialmente ortogonale alla superficie di appoggio 7A delle porzioni stesse. Più precisamente tale traslazione determina un sollevamento/abbassamento H delle porzioni operative 7 rispetto al telaio 6A del corpo 6, ma anche un contemporaneo movimento delle porzioni 7 secondo una direzione R ortogonale a quella di sollevamento H. Questa soluzione appare estremamente vantaggiosa in quanto evita, ad esempio, il contatto laterale (ad esempio per sfregamento)fra due unità di carico adiacenti. Tale vantaggio si manifesta in modo particolare durante il prelevamento delle unità di carico. Infatti durante il prelievo il dispositivo 1 solleva una unità di carico rispetto al telaio 6A del corpo 6 allontanando l'unità stessa da una unità adiacente.
Le soluzioni tecniche adottate per il dispositivo secondo la presente invenzione consentono di assolvere pienamente i compiti e gli scopi prefissati. Il dispositivo così concepito si presenta estremamente affidabile in virtù di un principio di sollevamento che vantaggiosamente consente di contenere le sollecitazioni che interessano le parti strutturali. Il dispositivo si contraddistingue inoltre per una configurazione semplice, estremamente compatta e di facile realizzazione che vantaggiosamente permette di contenere sia i costi di realizzazione che quelli di assemblaggio.
In pratica, i materiali impiegati nonché le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo (1) per lo stoccaggio automatico di una unità di carico comprendente: — un corpo (6) provvisto di una pluralità di ruote (10A,10B) atte a consentire la traslazione di detto dispositivo lungo una corsia di stoccaggio ; — primi mezzi di movimentazione (11) predisposti internamente a detto corpo (6) e operativamente collegati ad una o più di dette ruote (10A,10B) per realizzare detta traslazione di detto dispositivo (1), caratterizzato dal fatto di comprendere una coppia di porzioni operative (7) predisposte su lati opposti di detto corpo (6), dette porzioni operative (7) definendo un piano di appoggio (PA) per detta unità di carico, detto dispositivo (1) comprendendo secondi mezzi di movimentazione (31) predisposti internamente a detto corpo (6) e operativamente collegati a dette porzioni operative (7), detti secondi mezzi di movimentazione (12) movimentando dette porzioni operative (7) rispetto a detto corpo (6) fra una posizione base e una posizione di sollevamento, detto corpo (6) mantenendo una posizione fissa rispetto a dette ruote (10A,10B) durante la movimentazione di dette porzioni operative (7) .
  2. 2. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detto corpo (6) comprende un telaio inferiore (6A) al quale è associata detta pluralità di ruote (10), detto corpo (6) comprendendo un coperchio (6B) il quale chiude superiormente detto telaio (6A), dette porzioni operative (7) emergendo da detto coperchio (6B) quando assumono detta posizione di sollevamento .
  3. 3. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che ciascuna di dette porzioni operative (7) è definita da una superficie di appoggio (7A) la quale emerge da detto coperchio (6B) quando la stessa porzione operativa (7) assume detta posizione di sollevamento e/o detta posizione base .
  4. 4. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto di comprendere, per ogni porzione operativa (7), mezzi di protezione (9) associati ad una corrispondente superficie di appoggio (7A) , detti mezzi di protezione (9) attivandosi quando dette porzioni operative (7) si spostano da detta posizione base a detta posizione di sollevamento, detti mezzi di protezione (9) ostacolando l'accesso allo spazio sottostante a dette superfici di appoggio(7A).
  5. 5. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di protezione (9) comprendono, per ciascuna di dette porzioni operative (7), una coppia di protezioni laterali (71) che si sviluppando da detta superficie di appoggio (7B) per tutta lo sviluppo longitudinale della corrispondente porzione operativa (7), detti mezzi di protezione (9) comprendendo una coppia di protezioni frontali (72) che si sviluppano da detta superficie di appoggio (7A) per tutto lo sviluppo trasversale della corrispondente porzione operativa (7).
  6. 6. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detto coperchio (6B) di detto corpo (6) si estende al di sotto di ciascuna superficie di appoggio (7B) di detta porzione operativa (7), detto coperchio (6B) comprendendo una o più fessure longitudinali (87) in ciascuna delle quali si inserisce una di dette protezioni laterali (71).
  7. 7. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che dette protezioni frontali (72) comprendono elementi flessibili operativamente collegati ad una prima loro estremità a detto coperchio (6B) e ad una seconda estremità a detta superficie di appoggio (7A) di detta porzione operativa (7).
  8. 8. Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 2 a 7, caratterizzato dal fatto di comprendere una unità di controllo (27) associata a detto telaio (6A) di detto corpo (6) per il comando di detti primi e di detti secondi mezzi di movimentazione (11,31), detto dispositivo (1) comprendendo mezzi di rilevazione operativamente collegati a detta unità di controllo (27) per generare uno o più segnali di controllo ciascuno caratteristico di una variabile operativa di detto dispositivo (1), detta unità di controllo (27) comandando detti primi e detti secondi mezzi di movimentazione in funzione di detti segnali di controllo .
  9. 9. Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 2 a 8, caratterizzato dal fatto di comprendere una unità di alimentazione (3) associata a detto telaio (6A) di detto corpo (6) e operativamente collegata a detta unità di controllo (27), a detti mezzi di rilevazione e a detti primi e secondi mezzi di movimentazione (11,31), detta unità di alimentazione essendo accessibile attraverso un piatto mobile (5) predisposto su detto coperchio (6B) .
  10. 10. Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 9, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi di movimentazione (11) comprendono un primo azionamento (12) operativamente collegato ad una o più di dette ruote (10A) attraverso primi mezzi di trasmissione (51) .
  11. 11. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti primi mezzi trasmissione (51) comprendono un primo albero di rotazione (9A) associato a detto telaio (6), almeno una coppia di ruote (10A) essendo calettate su detto primo albero di rotazione (9A) il quale è portato in rotazione da detto primo azionamento (12), detti primi mezzi di trasmissione (51) comprendendo una prima trasmissione cinematica che collega detto primo albero di rotazione (9A) a detto primo azionamento (12).
  12. 12. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detta prima trasmissione cinematica comprende una prima catena di trasmissione (79) che collega una prima ruota dentata (71) calettata su detto primo albero di rotazione (9A) ad una seconda ruota dentata (72) calettata su un albero (12B) di detto primo azionamento .
  13. 13. Dispositivo (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 12, caratterizzato dal fatto che detti secondi mezzi di movimentazione (31) comprendono un secondo azionamento (32) operativamente collegato a dette porzioni operative (7) attraverso secondi mezzi di trasmissione (52).
  14. 14. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che detti secondi mezzi di trasmissione (52) comprendono un secondo albero di rotazione (9B) associato a detto telaio (6A) di detto corpo (6) e operativamente collegato a detto secondo azionamento (32), detti secondi mezzi di trasmissione (52) comprendendo una struttura cinematica che collega operativamente detto secondo albero di rotazione (9B) a dette porzioni operative (7), detta struttura cinematica essendo configurata in modo tale da trasformare la rotazione di detto secondo albero (9B) in una traslazione di dette porzioni operative (7) fra detta posizione base e detta posizione di sollevamento.
  15. 15. Dispositivo (1) secondo la rivendicazione 14, caratterizzato dal fatto che detta struttura cinematica comprende: — una coppia di meccanismi articolati (40) ciascuno associato ad una superficie inferiore (7B) di una di dette porzioni operative (7) sostanzialmente opposta alla superficie di appoggio (7A) di detta unità di carico, ciascuno di detti meccanismi articolati (40) comprendendo una prima (41) e una seconda leva (42) incernierate in corrispondenza di una loro prima porzione (41A,42A) rispettivamente ad una prima (61) e ad una seconda (62) parte di detto telaio (6A) di detto corpo (6), una seconda porzione (41B) di detta prima leva (41) essendo collegata ad una corrispondente seconda porzione (42B) di detta seconda leva (42) attraverso un'asta di collegamento (45), dette leve (41,42) comprendendo ciascuna una terza porzione estremità (41C,42C) collegata a detta superficie inferiore (7B) di una corrispondente porzione operativa (7); — una coppia di meccanismi bielle-manovella ciascuno dei quali operativamente collegati ad uno di detti meccanismi articolati (40), ciascuno di detti meccanismi biella-manovella comprendendo una manovella (67) calettata su detto secondo albero di rotazione (9B) e una biella (68) collegata, in corrispondenza di una sua prima estremità (68A) a detta manovella (67) e in corrispondenza di una seconda estremità (68B) ad una di dette leve (41,42) di uno di detti meccanismi articolati (40).
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