ITTO940597A1 - Dispositivo e procedimento per regolare l'avanzamento di articoli, ad esempio in impianti per il confezionamento automatico di prodotti alimentari. - Google Patents

Dispositivo e procedimento per regolare l'avanzamento di articoli, ad esempio in impianti per il confezionamento automatico di prodotti alimentari. Download PDF

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ITTO940597A1
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Italy
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phasing
conveyors
articles
length
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IT000597A
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Renzo Francioni
Duilio Pavese
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Cavanna Spa
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Description

DESCRIZIONE dell'invenzione industriale dal titolo:
"Dispositivo e procedimento per regolare l’avanzamento di articoli, ad esempio in impianti per il confezionamento automatico di prodotti alimentarin.
TESTO DELLA DESCRIZIONE
La presente invenzione affronta il problema di regolare l'avanzamento di articoli e si riferisce in modo più specifico ad un dispositivo avente le caratteristiche richiamate nel preambolo della rivendicazione 1.
Dispositivi di questo tipo sono ampiamente noti nella tecnica, così come documentato, ad esempio, dai documenti GB-1 412 679, US-A- 4 991 708, US-A- 4 962 844, US-A- 5 168 163, US-A- 5 170 877, tutti assegnati In titolarità alla stessa titolare della presente domanda.
In modo specifico, dispositivi del tipo sopra specificato sono destinati a far sì che, a partire da un flusso continuo o sostanzialmente continuo di articoli, possa essere generato un flusso ordinato di articoli che avanzano ad una distanza esattamente predeterminata l'uno dall'altro con una precisa relazione spazio-temporale (cosiddetta "fase" o "fasatura") rispetto al ciclo di funzionamento di un'unità di trattamento situata a valle. Tale unità può essere costituita, ad esempio, da una macchina confezionatrice del tipo correntemente denominato "form-fill-seal" (ffs) o "flow-pack".
Di solito, il funzionamento dei dispositivi di questo tipo si basa sul principio di creare su un convogliatore a monte (nel seguito della presente descrizione i termini "a monte" e "a valle" si intenderanno riferiti al normale verso di avanzamento degli articoli che vengono confezionati) un certo qual accumulo o addensamento (ossia un "polmone”) di articoli. Tali articoli vengono quindi prelevati in modo ordinato dall'accumulo per essere quindi distanziati l’uno dall’altro giocando sulle velocità relative dei convogliatori sui quali essi vengono successivamente avviati, con l’ulteriore possibilità di ottenere la collocazione spazio-temporale ('fasatura") desiderata accelerando e/o rallentando il movimento dei vari convogliatori in funzione di segnali di rilevazione generati da sensori (quali ad esempio sensori ottici) in grado di rilevare la posizione raggiunta dal singolo articolo che viene convogliato.
Per una completa illustrazione di tali criteri si fa naturalmente riferimento alla descrizione particolareggiata dei documenti già citati.
Nella pratica utilizzazione dei dispositivi del tipo sopra specificato si riscontra che l'efficacia ottimale dell'azione di messa in fase (che può essere ottenuta per effetto di interventi successivi - sullo stesso articolo di diversi convogliatori in cascata) si esplica in modo ottimale quando esiste una certa corrispondenza fra la lunghezza del convogliatore (rilevata nella direzione di avanzamento degli articoli) e la lunghezza (anch'essa rilevata nella stessa direzione) degli articoli stessi.
Ad esempio, un convogliatore che sia, per così dire, "troppo corto", non riesce ad intervenire in modo efficiente su un articolo che risulti più lungo del convogliatore stesso: in pratica l'articolo risulterà sempre disposto a ponte fra il convogliatore in questione ed almeno uno fra i convogliatori a monte ed a valle.
Di gran lunga peggiore è però la situazione che si determina in presenza di un convogliatore "troppo lungo", ovverosia di un convogliatore la cui lunghezza risulti essere un multiplo, anche di ordine elevato, delia lunghezza dell’articolo. In questo caso, le normali condizioni di impiego fanno infatti sì che sul convogliatore vengano a trovarsi simultaneamente due o più articoli. L'azione di correzione (ad esempio rallentamento) esercitata su un articolo può quindi risultare di verso esattamente opposto rispetto alla correzione (ad esempio accelerazione) necessaria per attribuire l'esatta fasatura all'articolo immediatamente successivo. L’azione di correzione tentata con un convogliatore troppo lungo può quindi non solo risultare insufficiente, ma addirittura peggiorare la situazione degli articoli rispetto alle condizioni di fasatura desiderate.
Le esperienze condotte dalla richiedente dimostrano che la condizione ottimale, in termini di efficacia dell'azione di messa in fase, si raggiunge di solito quando il convogliatore presenta una lunghezza pari a circa una volta e mezza la lunghezza dell'articolo.
Per tenere conto di questo fatto è già stato proposto nella tecnica di realizzare dispositivi del tipo sopra specificato configurati in modo tale per cui il convogliatore o i convogliatori che realizzano l'azione di messa in fase possono essere sostituiti con un convogliatore o con convogliatori di lunghezza diversa così da poter raggiungere - almeno in modo approssimato - la condizione di adattamento desiderata. Almeno in alcuni casi, tenuto conto del fatto che i convogliatori in questione sono di solito costituiti da convogliatori a nastro, l'azione di adattamento desiderata può essere ottenuta semplicemente sostituendo, ad esempio, i nastri di due convogliatori in cascata con un unico nastro il cui ramo attivo presenta una lunghezza circa pari alla somma dei rami attivi dei due convogliatori i cui nastri vengono sostituiti.
Tanto la sostituzione del convogliatore nel suo complesso, quanto anche la sostituzione del solo nastro costituiscono operazioni abbastanza impegnative, tali da richiedere l'intervento di personale esperto, soprattutto per quanto riguarda la regolazione prima del riavviamento del dispositivo. In più non va dimenticato il fatto che negli impianti automatici di confezionamento esiste una marcata tendenza a realizzare sistemi che consentano di svolgere in modo quanto più automatizzato possibile l’operazione di "cambio formato", vale a dire l’adattamento del dispositivo di confezionamento alla manipolazione di articoli cón dimensioni diverse rispetto agli articoli in precedenza trattati.
La presente invenzione si prefigge lo scopo di realizzare un dispositivo del tipo sopra specificato in grado di soddisfare in modo eccellente alle esigenze espresse in precedenza.
Secondo la presente invenzione, tale scopo viene raggiunto grazie ad un dispositivo avente le caratteristiche richiamate in modo specifico nelle rivendicazioni che seguono. L'invenzione ha anche per oggetto il relativo procedimento di regolazione.
L'invenzione verrà ora descritta, a puro titolo di esempio non limitativo, con riferimento ai disegni annessi, comprendenti figure numerate da 1 a 7 che illustrano diverse condizioni di regolazione di un dispositivo secondo l'invenzione in funzione dell'esigenza dì manipolare articoli aventi dimensioni diverse.
Il dispositivo secondo l’invenzione, indicato nel complesso con 1, è sostanzialmente costituito da una cascata di convogliatori costituiti, nella forma di attuazione più corrente, da convogliatori a nastro motorizzato. Un tale dispositivo è suscettibile di essere utilizzato, ad esempio, per regolare l'avanzamento di articoli quali, ad esempio, articoli alimentari come biscotti, cioccolatini, tavolette di materiale alimentare, ecc., nell’ambito di un impianto automatico di produzione e/o confezionamento.
Per semplicità, si potrà supporre che tali articoli (biscotti, tavolette di cioccolato, etc.) siano costituiti, ad esempio, da tavolette di forma approssimativamente a parallelepipedo con base rettangolare. La larghezza di tali articoli (ossia la dimensione nella direzione trasversale al verso di avanzamento, dunque, nella direzione ortogonale al piano del foglio, con riferimento ai disegni) non è di per sé particolarmente rilevante ai fini della comprensione dell'invenzione, così come l'altezza (dimensione perpendicolare al piano di trasporto dei convogliatori). Significativa invece è la lunghezza, ossia la dimensione misurata nel verso generale di avanzamento degli articoli lungo il convogliatore 1.
Per chiarezza e semplicità di illustrazione, nelle figure 1 a 7 sono stati Indicati con numeri progressivi A1 , A2... A7 articoli (un solo articolo è illustrato in ciascun disegno, sul convogliatore situato più a monte nel verso di avanzamento degli articoli, che s’intenderà da sinistra verso destra) con dimensioni gradualmente crescenti.
In particolare, per fissare le idee, è possibile pensare che gli articoli in questione presentino lunghezze dell'ordine di quelle sottoindicate:
A1 30-40 mm
A 2 40-52 mm
A3 52-67,5 mm
A4 67,6-87,88 mm
A5 87,88-114 mm
A6 114-148,5 mm
A7 maggiore, di 148,5 mm.
Caratteristica saliente dei dispositivo secondo l'invenzione è data dal tatto che esso, conservando inalterata la sua struttura meccanica, è in grado di adattarsi al variare delle lunghezze degli articoli convogliati così da potere effettuare in condizioni ottimali l’azione di fasatura degli stessi.
In particolare, in tutte le configurazioni illustrate, con I è indicato un convogliatore di ingresso, con funzione di dosatore, sul quale si suppone che gli articoli A1, A2,... A7 pervengano in una generale configurazione di accumulo, ossia con ciascun articolo in contatto con quello che lo segue nel flusso. Con O è invece indicato un convogliatore di uscita configurato, nell’esempio di attuazione illustrato, sotto. forma di un convogliatore a trascinamento positivo comprendente una catena motorizzata 01 che si avvolge su un complesso di rispettive pulegge e sul quale sono montati elementi di trascinamento quali naselli N (uno solo di essi è illustrato nelle figure per semplicità di illustrazione).
La disposizione (di per sé ampiamente nota) è tale per cui naselli N portati dalla catena motorizzata 01 si insinuano dal disotto nel dispositivo 1 (in particolare nel convogliatore situato più a valle dello stesso), per prendere in consegna gli articoli in vista di alimentarli ad una stazione di manipolazione situata più a valle.
Tale stazione (non specificatamente illustrata nei disegni) può essere costituita, ad esempio, da una macchina confezionatrice del tipo correntemente denominato ffs o flow-pack. Per una generale illustrazione dell'abbinamento di un dispositivo complessivamente simile al dispositivo 1 con una tale macchina, si può fare utilmente riferimento alla descrizione del brevetto US-A-4 914 889.
I riferimenti II, III, IV, V, e. VI indicano una pluralità di convogliatori motorizzati (nel seguito della descrizione si farà esplicito riferimento, a titolo di esempio, sempre a convogliatori a nastro motorizzati), disposti in cascata fra loro fra il convogliatore-dosatore I ed il convogliatore d’uscita O i cui naselli N emergono dal basso fra le due cinghie o nastrini appaiati di cui si compone (in modo di per sé noto) il convogliatore VI.
Tutti i convogliatori I a VI sono mossi da rispettivi motori (ad esempio motori elettrici - non illustrati) in funzione di rispettivi segnali di comando provenienti da un'Unità generale di controllo U costituita, ad esempio, da un cosiddetto controllore logico programmabile o PLC. Tutto ciò secondo criteri ampiamente noti nella tecnica, che non richiedono di essere descritti in questa sede, anche in quanto di per sé non rilevanti ai fini della comprensione dell'invenzione.
Parimenti noto è il fatto che i segnali di comando dei motori di azionamento dei convogliatori I a VI vengano erogati dal PLC U in funzione di un segnale "master" MX di movimento del dispositivo 1, corrispondente alla velocità (ed alla fase) di avanzamento del convogliatore d'uscita O, di solito asservito (se del caso per effetto dell’accoppiamento tramite una trasmissione meccanica) al movimento della stazione di manipolazione situata a vaile, tenendo conto di segnali provenienti da un complesso di fotocellule (o dispositivi sensori affini), associati ai vari convogliatori ed indicati con rispettivi riferimenti FC1, FC2, FC3, FC4, FC5 e FC6. Tali sensori, ampiamente noti nella tecnica, possono essere costituiti, ad esempio, dai dispositivi rivelatori a barriera ottica correntemente disponibili nella produzione della società Erwin Sick (Germania). Secondo una disposizione che si dimostra particolarmente vantaggiosa ai fini dell'attuazione dell'invenzione, ciascuna fotocellula è disposta in corrispondenza dell'estremità di uscita di un rispettivo convogliatore, a cavallo fra tale convogliatore e il convogliatore immediatamente successivo.
Così, la fotocellula FC1 è disposta all’estremità di uscita del convogliatore I in modo da svolgere la sua funzione di barriera ottica nel gap compreso fra il convogliatore I ed il successivo convogliatore II. Analogamente, la fotocellula FC2 è disposta all'estremità di uscita dei convogliatore II, la fotocellula FC3 all’uscita del convogliatore III, la fotocellula FC4 all'uscita del convogliatore IV, e la fotocellula FC5 all'uscita del convogliatore V.
A tale regola generale fa eccezione la fotocellula FC6, che agisce in corrispondenza del convogliatore VI ma che, invece di essere disposta in posizione fissa, è montata su un'incastellatura o equipaggio mobile 2 che trasla in direzione longitudinale rispetto al dispositivo 1 secondo criteri che verranno meglio illustrati nel seguito.
Dall'osservazione comparata delle figure 1 a 7 si noterà che nelle diverse figure sono illustrate diverse possibili configurazioni di collegamento fra il PLC U e le motorizzazioni dei vari convogliatori I a VI. La rappresentazione adottata nei disegni allegati è di natura simbolica. Infatti, anche se fisicamente il PLC U risulta stabilmente collegato a tutte le motorizzazioni di tutti i convogliatori in questione, nelle figure sono state rappresentate di volta in volta soltanto le linee di collegamento che devono intendersi al momento attive ai fini dello svolgimento dell'azione di fasatura degli articoli.
Cosi, ad esempio, nella figura 1 si intende che il PLC U svolga l’azione di messa in fase.controllando al momento le motorizzazioni dei convogliatori I, II, III e VI, mentre invece nella configurazione illustrata nella figura 2, il PLC U controlla simultaneamente, ai fini della messa in fase dei prodotti, le motorizzazioni di tutti i convogliatori, tranne il convogliatore V. Ancora, nella rappresentazione della figura 7, si è inteso indicare che il PLC U al momento controlla le motorizzazioni dei convogliatori II, II e IV in modo congiunto (ossia facendole muovere alla stessa velocità); ciò vale anche per le motorizzazioni dei convogliatori V e VI.
I convogliatori che in una figura vengono indicati come non collegati al controllore U (ad esempio i convogliatori IV e V nella figura 1 o il convogliatore V nella figura 2) sono comunque attivi ai fini del convogliamento degli articoli. L'apparente sconnessione rispetto ai PLC U significa solo che al momento essi non assoggettati all’azione di regolazione della velocità di avanzamento, e dunque di messa in fase degli articoli A controllata dal PLC U. Tali convogliatori, illustrati come idealmente sconnessi rispetto al PLC U e che nel seguito della descrizione particolareggiata verranno talvolta definiti "disattivati", si muovono comunque con velocità costante (fissata in funzione della velocità lineare di avanzamento dei naselli N della catena di uscita 01), senza esercitare sugli articoli che transitano su di essi né un'azione di accelerazione, né un’azione di rallentamento, così come invece accade per ί convogliatori coinvolti nell'azione di fasatura. La "attivazione" e "disattivazione" dei ari convogliatori va dunque riferita allo svolgimento dell'azione di fasatura, non già - in assoluto - al fatto che tali convogliatori si muovono o meno.
Sempre con lo stesso formalismo, una freccia posta in corrispondenza di una delle fotocellule FC1... FC6 indica il fatto che tale fotocellula è al momento attivata e fornisce al PLC U (tramite linee di connessione non illustrate in modo esplicito per non rendere troppo intricati gli schemi delle figure) un corrispondente segnale di rilevazione sfruttato ai fini dell'azione di fasatura. Così, ad esempio, nella condizione illustrata nella figura 1, sono attive le fotocellule FC1, FC2, FC3 e FC6 mentre, ad esempio, nella condizione illustrata nella figura 6 sono attive le fotocellule FC1 , FC3 e FC5.
Si noterà che, in generale, la motorizzazione dei convogliatore di ingresso I, su cui si realizza l'accumulo dei prodotti sottoposti a fasatura, e costantemente assoggettata all'azione del PLC U in funzione del segnale di rilevazione . della fotocellula FC1, mantenuta costantemente attiva: questa situazione di fatto si determina proprio in considerazione della funzione del convogliatore I, che è quello che eroga in modo dosato gli articoli ai convogliatori situati a valle, destinati a svolgere l’azione di fasatura vera e propria. Si noterà altresì che anche il convogliatore VI, che coopera con il convogliatore di uscita O, è costantemente attivo con funzione di nastro fasatore, ma con lunghezza del ramo attivo resa variabile (secondo criteri che verranno meglio illustrati nel seguito) per effetto della variazione della geometria del convogliatore di uscita O.
Tale variazione di geometria è ottenuta essenzialmente traslando l'equipaggio mobile 2 sul quale è montata, oltre alla fotocellula FC6, anche la ruota di rinvio 3 della catena 01 situata in posizione a monte.
Il movimento di traslazione longitudinale dell'equipaggio 2 rispetto al dispositivo 1 si realizza su guide (non specificatamente illustrate nei disegni, che assumono - per chiarezza di illustrazione - forma volutamente schematica) sotto l'azione di un motore 4 assoggettato al controllo del PLC U. Ad esempio, il motore 4 è costituito da un motore elettrico bidirezionale, montato in posizione fissa rispetto al dispositivo 1, sul cui albero d'uscita è calettato un pignone 5 che ingrana con una cremagliera (non illustrata nei disegni) applicata sull'equipaggio mobile 2. Poiché si preferisce di solito che la ruota di rinvio 6 della catena 01 situata in posizione a valle sia collocata in posizione fissa rispetto al dispositivo 1 è necessario associare alla catena 01 stessa un dispositivo tenditore, costituito ad esempio da un braccio 7 montato oscillante alla sua estremità superiore intorno ad un asse X7.
Il braccio 7 porta alla sua estremità inferiore una ruota o rullo tendicatena 8 cooperante con la catena 01 ed è collegato in posizione intermedia ad un organo elastico 9 quale una molla (ad esempio una molla a gas) che agisce fra l'equipaggio mobile 2 ed il braccio 7 forzando quest’ultimo nel verso di oscillazione (orario con riferimento ai punto di vista della figura) che determina la messa in tensione della catena 01.
La lunghezza "netta" del ramo di trasporto superiore del convogliatore VI situato in posizione terminale più a valle nell’insieme dei convogliatori I a Vi è data dalla distanza fra l’estremità di ingresso di tale convogliatore ed il punto in cui i naselli N del convogliatore 0 emergono dal basso fra i due nastri o cinghie che formano il convogliatore in questione. Tale lunghezza netta è quindi selettivamente verificabile in funzione della geometria del convogliatore d'uscita 0, dunque della posizione raggiunta dal motore 4, controllato dal PLC U.
In termini essenziali, il dispositivo 1 secondo l'invenzione basa il suo funzionamento sul criterio di realizzare almeno una parte dei vari convogliatori fasatori in gioco sotto forma di un assortimento di convogliatori di lunghezze diverse, attivando, ai fini dello svolgimento dell’operazione di fasatura (che preferibilmente viene svolta - per conseguire una maggiore precisione di intervento - da più convogliatori in cascata) una rispettiva combinazione, selettivamente determinata, di tutti e soli quei convogliatori la cui lunghezza è sufficientemente vicina (ad esempio nel rapporto di circa una volta e mezza citato in precedenza) alla lunghezza degli articoli di volta in volta trattati.
Di conseguenza, per la fasatura di articoli "corti", vengono utilizzati solo I convogliatori corti deH'assortimento. Di converso, per realizzare la fasatura di articoli "lunghi", vengono attivati solo i convogliatori lunghi, realizzati - se del caso - abbinando pervia elettronica più convogliatori di lunghezza ridotta, nei termini che verranno meglio illustrati nel seguito.
Quanto poi al convogliatore VI, situato in posizione terminale, immediatamente a monte del convogliatore di uscita 0, la lunghezza dello stesso viene automaticamente modificata, adattandola al variare delle dimensioni di lunghezza degli articoli trattati, modificando la geometrìa del convogliatore a catena 0.
Tutto questo senza richiedere alcun intervento manuale di sostituzione o modifica dei convogliatori o di parte degli stessi: si tratta quindi di un intervento che può essere svolto in modo automatico semplicemente intervenendo (secondo criteri alla portata del tecnico esperto, in particolare del tecnico esperto della programmazione dei dispositivi PLC) sulle funzioni di comando espletate dal PLC U nei confronti delle varie motorizzazioni dei convogliatori, in funzione dei segnali provenienti dalle varie fotocellule FC1 , FC6. Si noterà altresì che lo stesso PLC U è anche in grado di intervenire sul motore 4 così da variare selettivamente la geometria del convogliatore a catena di uscita O.
Con specifico riferimento ai campi di variabilità delle lunghezze degli articoli citati nella parte introduttiva della presente descrizione, si può pensare che i convogliatori II a V presentino lunghezze dell'ordine, rispettivamente, di 52, 67,6, 87,88 e 114,24 mm. Si tratta - beninteso - di valori di natura puramente esemplificativa, dunque non vincolante, che vanno riferiti ai possibili campi di variazione delle lunghezze degli articoli citati in precedenza. Si apprezzerà in particolare che i valori dimensionali cui si è fatto riferimento in precedenza per quanto riguarda la lunghezza dei convogliatori 11, III, IV, V sono tali per cui, indicando con I; la lunghezza dei singolo convogliatore con i = II a IV, vale in generale una relazione del tipo li+1/li≡ 1,2.
Nella configurazione illustrata nella figura 1 , adottata per trattare articoli corti (articoli A1 della lunghezza compresa fra 30-40 mm, con riferimento ai parametri dimensionali citati in precedenza), il PLC U viene alimentato con i segnali di rilevazione provenienti dalle fotocellule FC1 , FC2, FC3 e FC6 e comanda (ai fini dello svolgimento dell'azione di fasatura) le motorizzazioni dei convogliatori I, II, III e VI.
In particolare, il convogliatore I funge da convogliatore di erogazione degli articoli A1 , mentre i convogliatori II e III svolgono la funzione di fasatura vera e propria degli articoli in questione. I convogliatori IV e V sono, per quanto riguarda la funzione di fasatura, "disattivati" e dunque neutri nel senso che essi si muovono con velocità costante e non accelerano né rallentano il movimento degli articoli che transitano su di essi. L'azione di fasatura è infine perfezionata dal convogliatore VI la cui lunghezza è minima (regolazione dell'equipaggio mobile 2 in modo tale per cui la distanza che separa l'estremità a monte del convogliatore VI dal punto di intervento dei naselli N risulta praticamente dèlio stesso ordine di grandezza della lunghezza del prodotti).
Qualora insorga l'esigenza di convogliare articoli di lunghezza leggermente maggiore (ad esempio articoli A2 con lunghezza compresa fra 40 e 52 mm) il PLC U modifica la configurazione di intervento allungando leggermente il ramo attivo del convogliatore VI (ossia spostando leggermente a valle l'equipaggio mobile 2) predisponendosi poi così da attivare - sempre ai fini dell'azione di fasatura - le fotocellule FC1, FC2, FC3, FC4 e FC6 nonché le motorizzazioni dei convogliatori I, II, III, IV e VI (cfr. la figura 2).
In questo caso, oltre al convogliatore I, che funge come sempre da convogliatore dosatore, sono attivi, nello svolgimento dell’azione di fasatura, il convogliatore II e - soprattutto - i convogliatori III e IV, insieme al convogliatore VI situato in posizione terminale.
Quando si desiderino trattare articoli A3 di lunghezza ancora maggiore (52-67,5 mm), il PLC U interviene spostando ulteriormente aH'indietro l'equipaggio mobile 2 e disattivando, rispetto alla configurazione descritta con riferimento alla figura 2, la fotocellula FC2 e la motorizzazione del corrispondente convogliatore II che passa a muoversi con velocità costante: tale convogliatore risulterebbe infatti troppo corto per poter effettuare un’azione di fasatura efficace sugli articoli in questione. In questo caso (cui fa riferimento la figura 3), Il convogliatore I funge come sempre da dosatore, mentre gli altri convogliatori in cascata realizzano, con un grado di approssimazione sempre più preciso, l'azione di fasatura richiesta.
La configurazione illustrata nella figura 4 fa vedere come per trattare articoli A4 di lunghezza ancora maggiore (lunghezza compresa tra 67,6 e 87,88 mm) si possa sfruttare la possibilità di abbinamento di più convogliatori disposti in cascata.
In tale configurazione, infatti, oltre a spostare ulteriormente a valle l'equipaggio mobile 2, così da rendere la lunghezza del ramo attivo del convogliatore VI corrispondente alla lunghezza degli articoli trattati, il PLC U modifica la configurazione di comando rispetto a quella illustrata in figura 3 riattivando la motorizzazione del convogliatore II accoppiandola di fatto a quella del convogliatore III in modo tale per cui i convogliatori 2 e 3 finiscono per comportarsi come un unico convogliatore il cui comportamento è comandato dal PLC U in funzione del segnale di rilevazione proveniente dalla fotocellula FC3 situata all’estremità di uscita del complesso dei convogliatori Il e III.
In pratica, nella configurazione della figura 4, l'azione di fasatura viene espletata oltre che dal convogliatore I, dai convogliatori II e III (operanti in tandem come un unico convogliatore di lunghezza pari alla somma delle lunghezze dèi due convogliatori accoppiati), dal convogliatore IV, dal convogliatore V e dal convogliatore VI.
La figura 5 fa vedere come, passando ad articoli A5 con lunghezza compresa fra 87,68 e 114 mm, la possibilità di abbinamento in tandem possa essere trasferita ai convogliatori III e IV, che funzionano come un unico convogliatore in funzione del segnale generato dalle fotocellule FC4. Il convogliatore II viene disattivato (ci si riferisce, come sempre, alla funzione di fasatura) così come la rispettiva fotocellula FC2, mentre i convogliatori V e VI continuano ad operare come convogliatori fasatori, in funzione dei segnali emersi dalle rispettive fotocellule FC5 e FC6.
Passando ad articoli ancora più lunghi (configurazione della figura 6, riferita ad articoli A6 aventi una lunghezza dell'ordine di 114-148,5 mm) la possibilità di abbinamento in tandem dei convogliatori viene sfruttata in misura ancor maggiore.
In questo caso, oltre a spostare ulteriormente a valle l’equipaggio mobile 2, il PLC U accoppia le motorizzazioni dei convogliatori II, II e IV in modo tale per cui tali convogliatori si comportino di fatto come un unico convogliatore la cui lunghezza è pari alla somma dei tre convogliatori accoppiati ed il cui movimento viene controllato in funzione del segnale di rilevazione generato dalla fotocellula FC3. Analogamente, i convogliatori V e VI vengono accoppiati fra loro, per quanto riguarda la motorizzazione, così da comportarsi come un unico convogliatore, ed asserviti al segnale di rilevazione proveniente dalla fotocellula FC5.
Dunque, nella configurazione della figura 6, il convogliatore I continua' a fungere da dosatore in funzione del segnale proveniente dalla fotocellula FC1 , mentre i convogliatori II, III, IV - funzionanti alla stessa velocità - da una parte, e i convogliatori V e VI - anch'essi funzionanti alla stessa velocità dall'altra parte, realizzano l'operazione di fasatura richiesta. Confrontando la configurazione della figura 6 con quelle illustrate nelle figure che precedono si noterà che, mentre nelle soluzioni di cui alle figure 1 a 5 il funzionamento di ciascun convogliatore attivo ai fini della fasatura è comandata in funzione del segnale di rilevazione proveniente da una fotocellula situata all’estremità di uscita del convogliatore stesso, la configurazione di cui alla figura 6 (lo stesso vale, come meglio si vedrà nel seguito, anche per quanto riguarda la configurazione di cui alla figura 7) è comandata - anche - in funzione dell'azione di rilevazione di fotocellule (FC3 FC5) situate non già in corrispondenza dell'estremità di uscita del complesso di convogliatori operanti in tandem con un unico convogliatore, ma in una posizione genericamente intermedia rispetto al complesso di convogliatori abbinati fra loro.
Le esperienze acquisite nel corso degli anni dalla richiedente dimostrano infatti che, ai fini dello svolgimento dell'azione di fasatura, il controllo in funzione di un segnale di rilevazione prelevato in posizione intermedia rispetto al convogliatore risulta ancor preferibile rispetto al controllo in funzione di un segnale di rilevazione prelevato in corrispondenza dell'estremità di uscita.
Dall'altra parte, collocare una fotocellula in corrispondenza dell’estremità di uscita di un convogliatore facendo in modo che la fotocellula operi nel gap compreso fra le estremità affacciate di due convogliatori in cascata si dimostra vantaggioso in termini di affidabilità e chiarezza di rilevazione. La configurazione di cui alla figura 6 riesce a combinaré idealmente le due esigenze, comandando l'azione di fasatura in funzione di un segnale di rilevazione prelevato in posizione intermedia rispetto ad un complesso di convogliatori che operano alla stessa velocità (essendo collegati elettronicamente fra loro) con la possibilità di utilizzare un segnale di rilevazione prelevato in corrispondenza di un gap fra convogliatori successivi.
Come già si è detto, la configurazione illustrata nella figura 7 fa riferimento alla fasatura di articoli di notevole lunghezza, ed a questo fine, la possibilità di arretramento dell'equipaggio mobile 2 viene sfruttata al massimo grado. La configurazione di collegamento è sostanzialmente identica a quella illustrata con riferimento alla figura 6, con eccezione data dal fatto che l’azione di fasatura condotta attraverso i convogliatori V e VI, collegati elettricamente fra loro, viene svolta in funzione del segnale di rilevazione fornito dalla fotocellula FC6, che, rispetto alla configurazione illustrata nella figura 6, è stata ulteriormente spostata all'indietro per effetto dell'azionamento del motore 4. Questa scelta, seppure non imperativa, può essere dettata dal fatto che, in presenza di articoli molto lunghi, il segnale di rilevazione prelevato dalla fotocellula FC6 può dimostrarsi preferenziale, ai fini dell'effettuazione dell'azione di fasatura da parte dei convogliatori V e VI, rispetto al segnale proveniente dalla fotocellula FC5 che, in presenza di articoli molto lunghi, può finire per trovarsi eccessivamente in prossimità dell'estremità di ingresso del complesso dei convogliatori V e VI.
Naturalmente, fermo restando il principio dell'invenzione, i particolari di realizzazione e le forme di attuazione possono essere ampiamente variati rispetto a quanto descritto ed illustrato, senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione.

Claims (6)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per regolare l'avanzamento di articoli (A1....A7) in una direzione data tramite una pluralità di convogliatori fasatori (I, II, III, IV, V, VI) disposti in cascata fra loro con associati mezzi di controllo (FC1. FC6; U) suscettibili di realizzare un'azione di controllo selettivo della velocità di movimento di detti convogliatori fasatori per variare in modo corrispondente la velocità di avanzamento di detti articoli che transitano su detti convogliatori fasatori (II, III, IV, V, VI), caratterizzato dal fatto che almeno alcuni (II, III, IV, V) di detti convogliatori fasatori vengono realizzati con lunghezze, rilevate in detta direzione data di avanzamento degli articoli, diverse fra loro così da costituire un assortimento; detti mezzi di controllo (1 ) realizzando detta azione di controllo della velocità di movimento su combinazioni selettivamente determinate di detti convogliatori fasatori di detto assortimento in funzione della lunghezza di detti articoli (A1 A7) in detta direzione data.
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1 , caratterizzato dal fatto che i convogliatori fasatori di detto assortimento (II, III, IV, V) presentano lunghezze corrispondenti, per ciascun convogliatore fasatore deH’assortimento, ad un rispettivo possibile campo di variazione di detta lunghezza degli articoli (A1,...A7) in detta direzione data.
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che convogliatori fasatori di detto assortimento (II, III, IV, V) presentano lunghezze corrispondenti, per ciascun convogliatore fasatore dell'assortimento, a circa una volta e mezza la lunghezza degli articoli (A1 ,... A7) compresi in detto rispettivo possibile campo di variazione della lunghezza degli articoli.
  4. 4. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che I convogliatori fasatori di detto assortimento (II, III, IV, V) presentano lunghezze gradualmente crescenti, la lunghezza (li+1) di ciascun convogliatore fasatore dell’assortimento situato a valle di un altro convogliatore fasatore dell'assortimento essendo pari a circa 1 ,2 volte la lunghezza (li) del convogliatore fasatore situato a monte.
  5. 5. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di controllo (U) sono suscettibili di accoppiare una pluralità di detti convogliatori fasatori di detto assortimento, per cui i convogliatori fasatori di volta in volta accoppiati si comportano come un unico convogliatore fasatore avente una lunghezza pari alla somma delle lunghezze dei singoli convogliatori fasatori accoppiati fra loro. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di controllo comprendono rispettivi mezzi sensori (FC1 ,...FC6) ciascuno dei quali è localizzato in corrispondenza dell'estremità di uscita di un rispettivo convogliatore fasatore. 7. Dispositivo secondo la rivendicazione 5 e la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di controllo (U) sono suscettibili di realizzare, in presenza di convogliatori fasatori accoppiati fra loro, un'azione di controllo selettivo delle velocità di movimento di detti convogliatori fasatori accoppiati in funzione del segnale di rilevazione generato da mezzi sensori associati all'estremità di uscita di un convogliatore fasatore che occupa una posizione non di valle nel gruppo di convogliatori fasatori accoppiati fra loro.
  6. 6. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni, caratterizzato dal fatto che detti convogliatori fasatori comprendono un convogliatore fasatore (VI) situato in posizione terminale di valle nel complesso dei convogliatori fasatori (I a VI) e dal fatto che la lunghezza attiva di detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI) è selettivamente variabile in funzione della lunghezza di detti articoli (A1, ... A7) in detta direzione data. 9. Dispositivo secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che è provvisto, a valle di detto convogliatore fasatore in posizione terminale (IV), un convogliatore di uscita (O) sostanzialmente costituito da un convogliatore positivo, con formazioni (N) di trascinamento degli articoli, a detto convogliatore di uscita (O) essendo associato un equipaggio mobile (2) traslabile longitudinalmente rispetto al dispositivo In vista di far variare selettivamente la posizione di impegno degli articoli che transitano su detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI) da parte di dette deformazioni di trascinamento (N); la disposizione essendo tale per cui, la variazione di detta posizione di impegno determina una variazione della lunghezza utile del ramo di trascinamento di detto convogliatore fasatore di valle in posizione terminale (VI). 10. Dispositivo secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che detto convogliatore di uscita (O) è un convogliatore a naselli (N), detti naselli emergendo selettivamente nel piano di trascinamento di detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI). 11. Dispositivo secondo la rivendicazione 9 o la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di controllo comprendono un sensore (FC6) associato a detto equipaggio mobile (2) e suscettibile di comandare lo svolgimento detrazione di controllo della velocità di movimento di detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI), la traslazione di detto equipaggio mobile (2) determinando lo spostamento di detto elemento sensore (FC6) rispetto a detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI). 12. Procedimento per regolare l’avanzamento di articoli (A1....A7) in una direzione data tramite una pluralità di convogliatori fasatori (I, II, III, IV, V, VI) disposti in cascata fra loro, variando selettivamente la velocità di movimento di detti convogliatori fasatori e, di conseguenza, la velocità di avanzamento di detti articoli sui convogliatori fasatori (1, II, III, IV, V, VI) stessi, caratterizzato dal fatto che comprende le operazioni di: realizzare almeno alcuni (II, III, IV, V) di detti convogliatori fasatori con lunghezze, rilevate nella direzione data di avanzamento degli articoli, diverse fra loro così da costituire un assortimento; e variare selettivamente la velocità di movimento di combinazioni selettivamente determinate dei convogliatori fasatori di detto assortimento in funzione della lunghezza degli articoli (A1,..., A7) in detta direzione data. 13. Procedimento secondo la rivendicazione 12, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di scegliere le lunghezze di detti convogliatori fasatori dell'assortimento (II, III, IV, V) in modo che esse corrispondano, per ciascun convogliatore fasatore dell'assortimento, ad un rispettivo possibile campo di variazione di detta lunghezza degli articoli (A1,..., A7) in detta direzione data. 14. Procedimento secondo la rivendicazione 13, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di scegliere le lunghezze di detti convogliatori fasatori dell’assortimento (II, III, IV, V) in modo che esse corrispondano, per ciascun convogliatore fasatore dell'assortimento a circa una volta e mezza la lunghezza degli articoli (A1,... A7) compresi in detto rispettivo possibile campo di variazione delle lunghezze degli articoli. 15. Procedimento secondo una qualsiasi delle precedenti riveridicazioni 12 a 14, caratterizzato dal fatto che comprende l’operazione di scegliere in modo gradualmente crescente la lunghezza dei convogliatori fasatori di detto assortimento (II, III, IV, V) per cui la lunghezza ( li+1) di ciascun convogliatore fasatore dell'assortimento situato a valle di un altro convogliatore fasatore dell'assortimento è pari a circa 1,2 volte la lunghezza del convogliatore fasatore situato a monte. 16. Procedimento secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 12 a 15, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di accoppiare una pluralità di detti convogliatori fasatori di detto assortimento, per cui i convogliatori fasatori di volta in volta accoppiati si comportano come un unico convogliatore fasatore avente una lunghezza pari alla somma delle lunghezze dei singoli convogliatori fasatori accoppiati fra loro. 17. Dispositivo secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 12 a 16, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di variare selettivamente la velocità di movimento di detti convogliatori fasatori in funzione della posizione di detti articoli (A1,... A7) rilevata tramite rispettivi mezzi sensori (FC2....FC5) ciascuno dei quali è localizzato in corrispondenza dell'estremità di uscita di un rispettivo convogliatore fasatore. 18. Dispositivo secondo la rivendicazione 16 e la rivendicazione 17, caratterizzato dal fatto in presenza di convogliatori fasatori accoppiati fra loro, la velocità di movimento di detti convogliatori fasatori accoppiati fra loro viene regolata in funzione della posizione di detti articoli A7) rilevata tramite rispettivi mezzi sensori associati all’estremità di uscita di un convogliatore fasatore che occupa una posizione non di valle nel gruppo di convogliatori fasator accoppiati fra loro. 19. Procedimento secondo una qualsiasi delle precedenti rivendicazioni 12 a 18, caratterizzato dal fatto che comprende l’operazione di provvedere un convogliatore fasatore (6) situato in posizione terminale di valle nel complesso dei convogliatori fasatori (I a VI) e l’operazione di variare selettivamente la lunghezza attiva di detto convogliatore fasatore (VI) in posizione terminale in funzione della lunghezza di detti articoli (A1,... A7) in detta direzione data. 20. Procedimento secondo la rivendicazione 19, caratterizzato dal fatto che comprende l'operazione di trascinare positivamente (N) detti articoli, a partire da una posizione di impegno su detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI), la variazione di detta posizione di impiego determinando la variazione della lunghezza utile del ramo di trascinamento di detto convogliatore fasatore in posizione terminale (VI).
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