ITSV20010032A1 - Elemento fotografico con sensitometria e resistenza meccanica migliorate - Google Patents

Elemento fotografico con sensitometria e resistenza meccanica migliorate Download PDF

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Luca Ceruti
Eva Genesio
Gianluigi Molinari
Ivo Zullo
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Ferrania Spa
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Description

DESCRIZIONE DI INVENZIONE INDUSTRIALE
CAMPO DELL’INVENZIONE
La presente invenzione si riferisce ad un elemento fotografico agli alogenuri d’argento. Più in particolare, la presente invenzione riguarda un elemento fotografico agli alogenuri d’argento, da usare in radiografia, avente migliori risultati sensitometrici e resistenza meccanica, che comprende una miscela di un derivato della gelatina, un destrano e un polisaccaride idrogenato.
STATO DELLA TECNICA
In questi recenti anni vi è stata una forte richiesta di alta sensibilità, bassa grana e velo in elementi fotografici agli alogenuri d’argento, nonché di trattamenti rapidi in cui lo sviluppo sia spedito. Recentemente, le richieste delle prestazioni fotografiche di un elemento sensibile alla luce è diventata ancora più forte. In particolare, sono diventate più forti che nel passato le richieste non solo delle prestazioni base come alta sensibilità, basso velo e grana migliore, ma anche di altre prestazioni quali trattamento rapido, resistenza meccanica e stabilità durante la conservazione.
In genere, i materiali fotografici agli alogenuri d’argento sensibili alla luce sono soggetti a svariate sollecitazioni meccaniche. Un film fotografico è soggetto a sollecitazioni meccaniche mentre è in produzione, oppure a piegature o abrasioni quando viene trasportato nelle macchine sviluppatrici automatiche. Come noto nell’arte, se sul materiale fotografico agli alogenuri d’argento vengono applicate sollecitazioni meccaniche, si producono cambiamenti nelle prestazioni fotografiche, per cui è richiesta una tecnica per migliorare la resistenza del materiale stesso a queste sollecitazioni meccaniche. Le emulsioni agli alogenuri d’argento attualmente impiegate negli elementi fotografici sono più sensibili ai segni da sollecitazioni meccaniche durante il trattamento automatico. C’è quindi bisogno di un elemento fotografico che abbia una migliore resistenza meccanica, senza per questo avere effetti negativi sulle proprietà sensitometriche.
Per risolvere questo problema sono stati fatti numerosi tentativi. Il tentativo più generale è stato quello di indurire gli strati di emulsioni, come descritto in numerosi brevetti e domande di brevetto, quali ad esempio i brevetti US 5.529.892 e 5.302.505. Un altro tentativo consiste nell’ introdurre uno strato intermedio di gelatina fra il supporto e lo strato di emulsione, come descritto per esempio nel brevetto US 3.637.389.
Ancora un altro tentativo si riferisce all’introduzione di additivi di stesa. Per esempio, metodi che includono l’uso di lattici polimerici o plastificanti, metodi in cui nello strato di emulsione agli alogenuri d’argento è ridotto il rapporto alogenuro d’argento - gelatina e metodi in cui allo strato protettivo viene aggiunto un lubrificante o silice colloidale sono ben noti come mezzi per migliorare la resistenza meccanica degli elementi fotografici. Una descrizione di adiuvanti di stesa utili si può trovare nella Research Disclosure n. 38597, settembre 1996, “Photographic Silver Halide Emulsione, Preparations, Addenda, Systems and Processing”, par. IX.
Il brevetto US 5.374.509 descrive una miscela di colloide idrofilo, un polisaccaride ramificato, una poliacrilammide, un polivinilidencloruro ed un poliacrilato in un legante.
Il brevetto JP 08-0122956 descrive un’emulsione agli alogenuri d’argento che contiene un agente chelante metallico (tipo acido tartarico, tetraacetato di etilendiammina, nitrotriacetato, uramildiacetato) ed un mono-, di- o poli-saccaride.
I brevetti JP 55-098745 e 55-098746 descrivono polisaccaridi aventi unità di glucosio come catena principale e mannosio, fucosio ed acidi glucoronici come catena laterale in soluzioni fotografiche per stese ad alta velocità e migliori proprietà fisiche.
Il brevetto US 5.370.986 descrive l’uso di stabilizzatori polidrossialchilici e di un agente costabilizzante in elementi fotografici al cloruro d’argento per prevenire la formazione di velo. Lo stabilizzatore polidrossialchilico è un oligosaccaride non riducente o il suo glucoside alchil-sostituito di formula con n=3-7, m=0-7, R=R1=H o alchile da 1-3C, Z=COOR’ o CONR’R’ e R’=alchile da 1-3C.
I brevetti WO 95-02614, EP 950.697 e EP 936.201 descrivono la preparazione e l’uso di polisaccaridi idrogenati per la preparazione di miscele con leganti minerali, riempitivi e/o pigmenti.
Il brevetto EP 965.880 descrive l’uso di polisaccaridi idrogenati in combinazione con un composto arilico che ha almeno due gruppi ossidrile per aumentare il rapporto sensibilità - Dmin di un elemento agli alogenuri d’argento sensibili alla luce.
SOMMARIO DELL’INVENZIONE
In un primo aspetto la presente invenzione si riferisce ad un’emulsione agli alogenuri d’argento che comprende granuli di alogenuro d’argento dispersi in una miscela colloidale idrofila comprendente dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina.
In un altro aspetto, la presente invenzione riguarda un elemento fotografico agli alogenuri d’argento che comprende un supporto, almeno uno strato di emulsione agli alogenuri d’argento steso su almeno una faccia di detto supporto, ed almeno uno strato protettivo steso su detto strato di emulsione, detto strato di emulsione comprendendo granuli di alogenuro d’argento dispersi in una miscela colloidale idrofila, caratterizzato dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina e dal fatto che detto elemento fotografico è preindurito.
In un ulteriore aspetto, la presente invenzione si riferisce all’uso di una miscela colloidale idrofila comprendente dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina per migliorare la sensitometria e la resistenza meccanica di un elemento fotografico agli alogenuri d’argento.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL’INVENZIONE Di conseguenza, in un aspetto la presente invenzione si riferisce ad un’emulsione agli alogenuri d’argento che comprende granuli di alogenuro d’argento dispersi in una miscela colloidale idrofila comprendente dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina.
Secondo un aspetto preferito della presente invenzione, la miscela colloidale idrofila comprende dal 10 % al 20 % in peso di destrano, dal 25 % al 35 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 45 % al 55 % in peso di gelatina.
Destrano è il nome generico che denota glucani ad alto peso molecolare principalmente composti di legami alfa- 1— >6 fatti derivare dal sucrosio da Leuconostoc mesenteroides ed altri organismi. Il destrano è disponibile in commercio in una serie di pesi molecolari medi che vanno da 3.000 a 500.000. Intervalli preferiti di pesi molecolari medi da prendere in considerazione nella pratica della presente invenzione vanno da 5.000 a 50.000, più preferibilmente da 10.000 a 25.000. Derivati del destrano comprendono (1) carbossialchildestrani (come carbossimetildestrano), (2) dialchilamminoalchildestrani (come dietilamminoetildestrano), e (3) amminodestrani.
Ai fini della presente invenzione, il destrano è aggiunto tipicamente in quantità da 5 a 100 grammi per mole d’argento, preferibilmente in un intervallo da 10 a 80 grammi per mole d’argento, più preferibilmente da 20 a 40 grammi per mole d’argento. Tali quantità possono essere espresse in termini di grammi per metro quadrato per lato del risultante elemento radiografico agli alogenuri d’argento, per cui le suddette quantità corrispondono rispettivamente ad una quantità da circa 0,1 a 2,0, preferibilmente ad un intervallo da 0,2 a 1,6, più preferibilmente da 0,4 a 0,8 grammi per metro quadrato per lato.
Sono preferibilmente usati nella presente invenzione polisaccaridi idrogenati aventi un’unità ricorrente che comprende cinque o sei atomi di carbonio. Unità ricorrenti preferite comprendono, per esempio, adonitolo, arbitolo, xilitolo, dulcitolo, iditolo, mannitolo, sorbitolo, e simili. Il peso molecolare medio dei derivati di polisaccaride idrogenato usati nella presente invenzione è uguale o inferiore a 10.000, preferibilmente inferiore a 8.000 e ancora più preferibilmente è compreso nell 'intervallo da 6.000 à 1.000.
Polisaccaridi idrogenati sono disponibili in commercio per esempio sotto il nome commerciale Polysorb dalla Roquette, Lille, Francia. La preparazione di polisaccaridi idrogenati di solito parte dai prodotti naturali (quali, amido, agar, gomma adragante, gomma xan tanica, gomma di guar, e simili) tramite processi enzimatici (per ridurre il peso molecolare medio) e processi di riduzione (per saturare la molecola). Polisaccaridi idrogenati Polysorb utili nella presente invenzione sono elencati qui di seguito insieme al loro numero di registrazione CAS.
Ai fini della presente invenzione, i polisaccaridi idrogenati descritti sopra sono tipicamente aggiunti in quantità da 10 a 100 grammi per mole d’argento, preferibilmente nell’intervallo da 20 a 80 grammi per mole d’argento, più preferibilmente da 40 a 60 grammi per mole di argento.
Queste quantità possono essere espresse in termini di grammi per metro quadrato per lato del risultante elemento radiografico agli alogenuri d’argento, per cui le suddette quantità corrispondono rispettivamente a quantità da 0,2 a 2,0, preferibilmente ad un intervallo da 0,4 a 1,6, più preferibilmente da 0,8 a 1,2 grammi per metro quadrato per lato.
La gelatina è un colloide idrofilo derivato dal collagene animale. Può essere usata qualsiasi gelatina derivata da collagene animale, ma è preferibile la gelatina derivata da collagene di pelle di maiale, di pelle di mucca o di ossa di mucca. Il tipo di gelatina non è limitato in modo specifico, ma possono essere usati da soli o in combinazione diversi tipi di gelatina, quali, per esempio, gelatina trattata con calce, gelatina trattata con acidi, gelatina con gruppi ammino disattivati (come la gelatina acetilata, ftaloilata, malenoilata, benzoilata, succinoilata, di metilurea, fenilcarbamoilata e gelatina carbossi-modificata), oppure derivati della gelatina, quali, per esempio, quelli descritti nei brevetti pubblicati JP 38-4854/1962, 39-5514/1954, 40-12237/1965 , 42-26345/1967 e 2-13595/1990, nei brevetti US 2.525.753, 2.594.293, 2.614.928, 2.763.639, 3.118.766, 3.132.945, 3.186.846 e 3.312.553 e GB 861.414 e 103.189. I derivati della gelatina preferibilmente comprendono gelatina altamente deionizzata, gelatina acetilata e gelatina ftalata.
Ai fini della presente invenzione, la gelatina è tipicamente aggiunta in quantità da 50 a 200 grammi per mole d’argento, preferibilmente nell’intervallo da 75 a 150 grammi per mole d’argento, più preferibilmente da 80 a 120 grammi per mole d’argento. Queste quantità possono essere espresse in termini di grammi per metro quadrato per lato del risultante elemento radiografico agli alogenuri d’argento, per cui le quantità suddette corrispondono rispettivamente a quantità da circa 0,9 a 3,6, preferibilmente nell’intervallo da 1,3 a 2,7, più preferibilmente da 1,5 a 2,2 grammi per metro quadrato per lato.
L’emulsione agli alogenuri d’argento della presente invenzione può essere preparata o conducendo direttamente la formazione e crescita dei cristalli di alogenuro di argento nella suddetta miscela di colloide idrofilo o, preferibilmente, conducendo la formazione e crescita dei cristalli di alogenuro di argento in gelatina e quindi aggiungere la quantità opportuna di destrano e saccaride idrogenato per ottenere l’emulsione agli alogenuri d’argento della presente invenzione. In quest’ultimo caso, l’aggiunta di destrano e saccaride idrogenato può essere effettuata in qualsiasi momento precedente la stesa dell’emulsione di alogenuro d’argento. Il termine “qualsiasi momento precedente la stesa” significa dopo la fabbricazione dell’emulsione, prima, durante o dopo la sensibilizzazione chimica ed ottica, o appena prima della stesa. Più preferibilmente, l’aggiunta di destrano e saccaride idrogenato viene effettuata appena prima della stesa.
Emulsioni agli alogenuri d’argento secondo la presente invenzione possono essere preparate usando metodi convenzionali, comprendenti un metodo a getto singolo, a getto doppio, o una combinazione di questi metodi e possono essere maturate usando per esempio un metodo all’ammoniaca, a neutralizzazione, o agli acidi. I parametri che possono essere regolati per controllare la crescita dei granuli comprendono il pH, il pAg, la temperatura, la forma e le dimensioni del recipiente di reazione ed il metodo seguito nella reazione (per es. , precipitazione a velocità di flusso accelerata o costante, precipitazione interrotta, ultrafiltrazione durante la precipitazione, procedimenti di miscelazione inversa e loro combinazioni). Se si desidera si può usare un solvente per l’alogenuro d’argento, come ammoniaca, tioeteri, tiouree, ecc., per controllare le dimensioni e la struttura del granulo, la distribuzione delle dimensioni delle particelle dei granuli e la velocità di crescita del granulo. I metodi per preparare le emulsioni agli alogenuri d’argento sono in genere noti agli esperti del ramo e si possono trovare nella letteratura, come Trivelli e Smith, The Photographic Journal. Vol. LXXIX, Maggio 1939, pp. 330-338, T.H. James, The Theorv of The Photographic Process”. 4" edizione, cap. 3, Chimie et Phvsique Photo graphique. P. Glafkides, Paul Montel (1967), Photographic Emulsion Chemistry. G.F. Duffin, The Focal Press (1966), Making and Coating Photographic Emulsions. V.L. Zelikman, The Focal Press (1966); nei brevetti US 2.222.264, 2.592.250, 3.650.757, 3.917.485, 3.790.387, 3.716.276 e 3.979.213; nella Research Disclosure Sett. 1994, par. 36544 “Photographic Silver Halide Emulsions, Preparations, Addenda, Systems and processing”.
Nella preparazione delle emulsioni agli alogenuri d’argento, si possono usare le composizioni di alogeno dei granuli di alogenuro d’argento. Alogenuri d’argento tipici comprendono cloruro d’argento, bromuro d’argento, ioduro d’argento, cloroioduro d’argento, bromoioduro d’argento, clorobromoioduro d’argento, e simili. Tuttavia, bromuro d’argento e bromoioduro d’argento sono le composizioni di alogenuro d’argento preferite, con tenori di ioduro compresi nell’intervallo da 0 % a 10 % in moli, preferibilmente da 0,2 % a 5 % in moli, e più preferibilmente da 0,5 % a 1,5 % in moli. La composizione di alogeno dei singoli granuli può essere omogenea o eterogenea.
I granuli di alogenuro d’argento di queste emulsioni possono essere grossi o fini e la distribuzione delle loro dimensioni può essere stretta o estesa. Inoltre, i granuli di alogenuro d’argento possono essere regolari con strutture regolari del cristallo, come cubiche, ettaedriche e tetradecaedriche, o sferici o con strutture irregolari del cristallo, oppure ancora con difetti nel cristallo, come piani gemmati, o forme tabulari o combinazioni. Inoltre, la struttura del cristallo degli alogenuri d’argento può essere uniforme dal suo interno verso l’esterno, o essere a multistrato. In una forma di realizzazione, i granuli possono comprendere un nucleo ed un guscio, in ognuno dei quali vi possono essere composizioni di alogenuro diverse o possono essere fatte modifiche diverse come l’aggiunta di agenti dopanti. Oltre ad avere un nucleo ed un guscio con composizioni diverse, i granuli di alogenuro d’argento possono anche comprendere fasi diverse intermedie. Inoltre, gli alogenuri d’argento possono essere di tipo tale da far sì che un’immagine latente si formi principalmente sulla loro superficie o nel loro interno.
In una forma di realizzazione preferita della presente invenzione, sono impiegate emulsioni con alogenuri d’argento tabulari. Le emulsioni di alogenuro d’argento tabulari sono caratterizzate dal rapporto medio diametro: spessore (rapporto d’aspetto) dei granuli di alogenuro d’argento. I granuli di alogenuro d’argento tabulari hanno un rapporto d’aspetto di almeno 2:1, preferibilmente da 2:1 a 20:1, più preferibilmente da 2:1 a 14:1 e ancora più preferibilmente da 2:1 a 8:1. Il diametro medio dei granuli di alogenuro d’argento tabulari vanno da circa 0,3 a circa 5 μιη, preferibilmente da circa 0,5 a circa 3 μm , più preferibilmente da circa 0,8 a circa 1,5 pm. I granuli di alogenuro d’argento tabulari hanno uno spessore inferiore a 0,4 pm, preferibilmente inferiore a 0,3 pm e più preferibilmente compreso nell’intervallo da 0,1 a 0,3 μm. L’area proiettata dei granuli di alogenuro d’argento tabulari è almeno pari al 50%, preferibilmente all’ 80% e più preferibilmente al 90% dell’area proiettata di tutti i granuli di alogenuro d’argento dell’emulsione.
Le dimensioni dei granuli di alogenuro d’argento tabulari e le caratteristiche sopra descritte possono essere facilmente accertate con procedure ben note all’esperto del ramo. Il termine “diametro” sta ad indicare il diametro di un cerchio con un’area pari all’area proiettata del granulo. Il termine “spessore” indica la distanza fra due piani principali sostanzialmente paralleli che costituiscono i granuli di alogenuro d’argento tabulari. Dalla misurazione del diametro e dello spessore di un granulo, si può calcolare il rapporto diametro: spessore di quel granulo e si può fare la media del rapporto diametro: spessore di tutti i granuli tabulari per ottenerne il rapporto diametro: spessore medio. In altre parole, il rapporto diametro: spessore medio è la media dei rapporti diametro: spessore dei singoli granuli tabulari. In pratica, è più semplice ottenere un diametro medio e uno spessore medio dei granuli tabulari e calcolare il rapporto diametro spessore medio come rapporto di questi due valori medi. Qualunque sia il metodo usato, il rapporto diametro: spessore medio ottenuto non è comunque molto diverso.
Alla fine della formazione dei granuli di alogenuro d’argento, i sali solubili in acqua sono rimossi dall’emulsione con procedure note nell’arte. Procedimenti di lavaggio adatti sono quelli in cui il mezzo disperdente ed i sali solubili là disciolti possono essere rimossi dall’emulsione agli alogenuri d’argento in modo continuo, come per esempio con una combinazione di dialisi o elettrodialisi per rimuovere i sali solubili o una combinazione di osmosi o osmosi inversa per rimuovere il mezzo disperdente.
Fra le tecniche note per rimuovere il mezzo disperdente ed i sali solubili trattenendo i granuli di alogenuro d’argento nella dispersione rimanente, l’ultrafiltrazione è un procedimento di lavaggio particolarmente vantaggioso. Più precisamente, come procedimento di lavaggio, è usata un’unità di ultrafiltrazione comprendente membrane di polimeri inerti anionici. Poiché i granuli di alogenuro d’argento sono grossi a paragone del mezzo disperdente e i sali solubili o gli ioni, vengono trattenuti dalle membrane mentre il mezzo disperdente ed i sali solubili disciolti vengono rimossi.
Prima di essere usate, le emulsioni dei granuli di alogenuro d’argento sono in genere completamente disperse e sottoposte ad uno dei metodi noti per ottenerne la sensibilità desiderata. Un’esauriente descrizione dei metodi e dei composti utili nella sensibilizzazione chimica ed ottica si può trovare nella Research Disclosure n. 38597, sett. 1996, “Photographic Silver Halide Emulsions, Preparations, Addenda, Systems and Processing”,, cap. IV e 5.
La sensibilizzazione chimica viene fatta aggiungendo sensibilizzatori chimici ed altri composti addizionali all’emulsione agli alogenuri d’argento, e quindi con la cosiddétta" maturazione chimica ad alta temperatura per un intervallo di tempo predeterminato. La sensibilizzazione chimica può essere fatta con vari sensibilizzatori chimici, come oro, zolfo, agenti riducenti, platino, selenio, zolfo e oro, e simili. I granuli di alogenuro d’argento tabulari, dopo essere stati formati e desalificati, sono preferibilmente sensibilizzati chimicamente con almeno un sensibilizzatore all’oro e uno allo zolfo. Durante la sensibilizzazione chimica, possono essere aggiunti altri composti per migliorare le proprietà fotografiche della risultante emulsione agli alogenuri d’argento, come per esempio antivelo, stabilizzanti, sensibilizzatori ottici, supersensibilizzatori, e simili.
La sensibilizzazione con oro è fatta aggiungendo all’emulsione un sensibilizzatore all’oro e tenendo sotto agitazione l’emulsione stessa ad alta temperatura, preferibilmente di 40°C o più, per un intervallo di tempo predeterminato. Come sensibilizzatore all’oro, viene di norma usato qualsiasi sensibilizzatore d’oro che abbia un numero di ossidazione di 1 o 3. Esempi preferiti di sensibilizzatori d’oro sono l’acido cloroaurico, i suoi sali e i complessi d’oro, come quelli descritti nel brevetto US 2.399.083. Esempi specifici di sensibilizzatori d’oro comprendono l’acido cloroaurico, il cloroaurato di potassio, il tricloruro aurico, l’auritiosolfato di sodio, l’auritiocianato di potassio, l’acido tetracianoaurico, il 2-aurosulfobenzotiazolo metacloruro e l’aurotiocianato di ammonio.
La sensibilizzazione con zolfo è fatta aggiungendo un sensibilizzatore allo zolfo all’emulsione agli alogenuri d’argento e mantenendo sotto agitazione l’emulsione stessa ad alta temperatura, 40°C o più, per un intervallo di tempo predeterminato. Utili esempi di sensibilizzatori allo zolfo comprendono tiosulfonati, tiocianati, sulfinati, tioeteri e zolfo elementare.
Le quantità del sensibilizzatore all’oro e di quello allo zolfo cambiano in conformità delle varie condizioni, come l’attività del sensibilizzatore all’oro e allo zolfo, tipo e dimensioni dei granuli di alogenuro d’argento, temperatura, pH e tempi della maturazione chimica. Queste quantità, tuttavia, vanno preferìbilmente da 1 a 20 mg di sensibilizzatore all’oro per mole d’argento, e da 1 a 100 mg di sensibilizzatore allo zolfo per mole d’argento. La temperatura della maturazione chimica è preferibilmente di 45 °C o più, e più preferibilmente da 50 a 80°C. Il pAg e il pH possono avere valori arbitrari.
Durante la sensibilizzazione chimica, i tempi e l’ordine di aggiunta del sensibilizzatore all’oro e di quello allo zolfo non sono particolarmente limitati. Per esempio, i sensibilizzatori all’oro ed allo zolfo possono essere aggiunti nella fase iniziale della sensibilizzazione chimica o più tardi, sia assieme che separatamente. Di solito, i sensibilizzatori all’oro ed allo zolfo sono aggiunti all’emulsione agli alogenuri d’argento come soluzioni in acqua, in un solvente organico miscibile con l’acqua, come metanolo, etanolo ed acetone, o come miscela.
Uno stabilizzatore è preferibilmente aggiunto in qualsiasi momento prima dell’aggiunta del sensibilizzatore allo zolfo. Senza essere legati a qualche particolare teoria, si crede che agisca come stabilizzatore della rifusione e posizionatore per il sensibilizzatore allo zolfo. Preferibilmente, lo stabilizzatore viene aggiunto prima del sensibilizzatore chimico allo zolfo in quantità da 1 a 500 mg per mole d’argento, preferibilmente da 10 a 300 mg per mole d’argento.
Esempi specifici di stabilizzatori utili comprendono i derivati del tiazolo, del benzotiazolo; composti eterociclici mercapto-sostituiti (per es. , mercaptotetrazoli, mercaptotriazoli, mercaptodiazoli, mercaptopirimidine, mercaptoazoli); azaindeni (per es., triazaindeni e tetrazaindeni); triazoli; tetrazoli; e derivati sulfonici o sulfinici del benzene. Preferibilmente sono usati gli azaindeni, più preferibilmente i tetrazaindeni.
Un’emulsione di granuli di alogenuro d’argento può essere sensibilizzata otticamente ad una data regione dello spettro visibile. Metodi adatti per la sensibilizzazione spettrale sono noti. Per esempio, si può avere sensibilizzazione ottica usando un sensibilizzatore ottico, come un colorante cianinico, un colorante merocianinico, un colorante cianinico complesso e merocianinico, un colorante ossonolico, un colorante emiossonolico, un colorante stirilico e un colorante streptocianinico o loro combinazioni. Sensibilizzatori ottici utili comprendono le cianine derivate dalla chinolina, dalla piridina, dall’isochinolina, dal benzindolo, dall’ossazolo, dal tiazolo, dal selenazolo, dall’imidazolo. Sensibilizzatori ottici particolarmente utili sono i coloranti del tipo benzossazol-, benzimidazol- e benzotiazol-carbocianine. Tipicamente, l’aggiunta del sensibilizzatore spettrale viene fatta dopo il completamento della sensibilizzazione chimica. In alternativa, la sensibilizzazione spettrale può essere fatta assieme alla sensibilizzazione chimica, prima di essa e addirittura prima del completamento della precipitazione dell’ alogenuro d’argento. Quando la sensibilizzazione spettrale è fatta prima della sensibilizzazione chimica, si crede che l’assorbimento preferenziale dei coloranti sensibilizzatori spettrali sulle facce cristallografiche dei granuli tabulari faccia sì che la sensibilizzazione chimica abbia luogo in modo selettivo su diverse superimi cristallografiche dei granuli tabulari. In una forma di realizzazione preferita, i sensibilizzatori spettrali producono aggregati J, se adsorbiti sulla superficie dei granuli di alogenuro d’argento, ed una netta banda di assorbimento (banda J) con spostamento batocromo rispetto al massimo di assorbimento del colorante libero in soluzione acquosa.
Nell’ arte degli elementi radiografici è noto che l’intensità della banda di assorbimento (J-band) mostrata dal colorante sensibilizzatore spettrale assorbito sulla superficie dei granuli di alogenuro d’argento sensibile alla luce varia con la quantità del colorante specifico scelto e con le dimensioni e la composizione chimica dei granuli. L’intensità massima della banda J è stata ottenuta con granuli di alogenuro d’argento aventi le dimensioni e le composizioni chimiche sopra riportate sui quali siano stati assorbiti coloranti sensibilizzatori spettrali a banda J in concentrazioni dal 25 al 100% o più della copertura del monostrato di tutta l’area di superficie disponibile dei granuli di alogenuro d’argento. Livelli di concentrazione ottimali del colorante possono essere scelti nell’ intervallo da 0,5 a 20 millimoli per mole di alogenuro d’argento, preferibilmente da 2 a 10 millimoli.
I coloranti sensibilizzatori spettrali che producono aggregati J sono noti nell’arte. Si veda per esempio F.M. Hamer, “ Cyanine Dves and Related Compounds”. John Wiley & Sons, 1964, cap. XVII e T.H. James, “The Theory of thè Photograhic Process”. 4" edizione, MacMillan, 1977, cap. 8.
In una forma preferita, i coloranti che esibiscono banda J sono coloranti cianinici. Tali coloranti comprendono due nuclei eterociclici base uniti da un legame di gruppi metinici. I nuclei eterociclici preferibilmente comprendono anelli di benzene fusi per aumentare l’aggregazione J. I nuclei eterociclici sono preferibilmente sali quaternari di chinolinio, benzossazolio, benzotiazolio, benzoselenazolio, benzimidazolio, naftossazolio, naftotiazolio e naftoselenazolio.
Coloranti cianinici adatti, uniti da un legame metinico, comprendono due nuclei eterociclici base, come pirrolidina, ossazolina, tiazolina, pirrolo, ossazolo, tiazolo, selenazolo, tetrazolo e piridina e nuclei ottenuti fondendo un anello di idrocarburo aliciclico o aromatico ad uno dei suddetti nuclei, come indolenina, benzindolenina, indolo, benzossazolo, naftossazolo, benzotiazolo, naftotiazolo, benzoselenazolo, benzimidazolo e chinolina. Questi nuclei possono avere gruppi sostituenti.
Coloranti merocianinici adatti, uniti da un legame metinico, comprendono un nucleo eterociclico di base del tipo descritto sopra ed un nucleo acido, come un nucleo eterociclico a 5 o 6 termini derivato dall’acido barbiturico, 2-tiobarbiturico, dalla rodanina, dall’idantoina, dalla 2-tioidantoina, dalla 4-tioidantonina, dal 2-pirazolin-5-one, dal 2-isossazolin-5-one, dall’indan-1,3-dione, dal cicloesan-1,3-dione e dall’isochinolin-4-one.
I coloranti sensibilizzatori spettrali metinici sono generalmente noti nell' arte, come quelli descritti nei brevetti US 2.503.776, 2.912.329, 3,148,187, 3.397.060, 3.573.916 e 3.822.136 e FR 1.118.778. Anche il loro uso nelle emulsioni fotografiche è noto, in cui sono usati in concentrazioni ottimali che corrispondono ai valori desiderati di rapporto sensibilità-velo. Concentrazioni ottimali o vicino all’ottimo dei coloranti sensibilizzatori spettrali in genere vanno da 10 a 500 mg per mole d’argento, preferibilmente da 50 a 200 e più preferibilmente da 50 a 100.
I coloranti sensibilizzatori spettrali possono essere usati in combinazioni che risultano in una supersensibilizzazione, e cioè in una sensibilizzazione spettrale che è maggiore in una regione spettrale di quella data da qualsiasi concentrazione di un solo colorante o che risulterebbe da un effetto additivo dei coloranti. La supersensibilizzazione può essere ottenuta con combinazioni selettive di speciali coloranti sensibilizzatori e altre aggiunte, come stabilizzatori e antivelo, acceleratori e inibitori dello sviluppo, sbiancanti ottici, tensioattivi e d agenti antistatici, come descritto da Gilman, “ Photographic Science and Engineering”. 18, pp 418-430, 1974 e nei brevetti US 2.933.390, 3.635.721, 3.743.510, 3.615.613, 3.615.641, 3.617.295 e 3.635.721.
Prima o durante la stesa, all’emulsione agli alogenuri d’argento possono essere aggiunti altri additivi quali stabilizzatori o antivelo (e cioè, azaindeni, triazoli, tetrazoli, sali di imidazolio, composti poliidrossi ed altri); promotori dello sviluppo (per es., alcool benzilico, composti di tipo poliossietilenico, ecc.); stabilizzatori dell’immagine (e cioè, composti di tipo cromano, cumarano, bisfenolo, ecc.); e lubrificanti (e cioè, cera, gliceridi di acidi grassi superiori, esteri di alcool superiori di acidi grassi superiori, ecc.). Possono essere usati anche adiuvanti di stesa, modificatori della permeabilità nei liquidi di trattamento, agenti antischiuma, agenti antistatici e mattanti. Altri additivi utili sono descritti nella Research Disclosure. par. 17643, Dicembre 1978, nella Research Disclosure. par.
18431, Agosto 1979, nella Research Disclosure. par. 308119, sez. IV, Dicembre 1989 e nella Research Disclosure. par. 36544, Settembre 1994.
L’emulsione agli alogenuri d’argento viene quindi stesa su di un supporto per fare l’elemento fotografico della presente invenzione. Supporti adatti comprendono vetro, carta, carta politenata, metalli, film polimerici come nitrato di cellulosa, acetato di cellulosa, polistirene, polietilentereftalato, polietilene, polipropilene, e simili. Un supporto preferito è il polietilentereftalato.
Gli elementi fotografici agli alogenuri d’argento sensibili alla luce preferiti sono elementi sensibili alla luce radiografici impiegati nel procedimento di formazione di immagini radiografiche, che comprendono uno o più strati di emulsione agli alogenuri d’argento stesi su ambedue le facce di un supporto. Le emulsioni agli alogenuri d’argento sono preferibilmente stese sul supporto ad una copertura che va da 1,5 a 3 g/m2 per lato, più preferibilmente da 1,5 a 2,5 g/m2 per lato.
Di solito, gli elementi radiografici sensibili alla luce sono associati a schermi di rinforzo in modo da essere esposti alle radiazioni emesse dagli schermi. Schermi di rinforzo preferiti sono composti da strati relativamente spessi di fosfori che trasformano i raggi X in radiazioni più efficaci a formare un’immagine come luce (per es., luce visibile). In stato operativo, gli schermi assorbono una quantità più grande di raggi X di quanto non lo facciano gli elementi sensibili alla luce e sono usati per ridurre la dose di radiazioni necessaria ad otenere un’immagine utile. Sono preferibilmente usati schermi di rinforzo che assorbano più del 25 % di tutta la radiazione X. A seconda della loro composizione chimica, i fosfori possono emetere radiazioni nel ultravioleto, nel blu, nel verde o nel rosso dello spettro visibile e le emulsioni agli alogenuri d’argento sono sensibilizzate alla regione di lunghezza d’onda delle radiazioni emesse dagli schermi. La sensibilizzazione viene fatta usando coloranti sensibilizzatori spettrali assorbiti sulla superficie dei granuli di alogenuro d’argento, come descrito sopra.
Gli elementi fotografici della presente invenzione possono includere altri strati e additivi, come sottostrati, tensioattivi, coloranti filtro, strati intermedi, strati protettivi, strati antialo, strati barriera, sottostrati di colorante, composti inibitori dello sviluppo, agenti che aumentino la sensibilità, stabilizzatori, plastificanti, sensibilizzatori chimici, assorbitori di UV, e simili. Sottostrati di colorante sono particolarmente utili per ridurre il “cross-over” negli elementi fotografici agli alogenuri d’argento a doppia stesa. Riferimenti a sotostrati di coloranti ben noti si possono trovare nei brevetti US 4.900.652, 4.855.221, 4.857.446 e 4.803.150. In una forma di realizzazione preferita, un sottostrato di colorante è steso su almeno una faccia del supporto, più preferibilmente, su ambedue le facce del supporto, prima di stendere almeno due emulsioni agli alogenuri d’argento.
Gli elementi fotografici agli alogenuri d’argento della presente invenzione sono preinduriti. Esempi tipici di induritoli organici ed inorganici comprendono i sali di cromo (per es. , allume di cromo, acetato di cromo), aldeidi (per es., formaldeide e glutaraldeide), composti di carbamoil piridinio (1-(N,N-Dietilcarbamoil)-4-(2-sulfoetil)piridina), composti di isocianato (esametilendiisocianato), composti di alogeno attivo (per es., 2,4-dicloro-6-idrossi-s-triazina), composti epossi (per es., tetrametilene glicoldiglicidiletere), derivati dell'N-metilolo (per es., dimetilurea, metiloldimetilidantoina), aziridine, acidi mucoalogeno (per es., acido mucoclorico), derivati vinilici attivi (per es., derivati di vinilsulfonile e di vinilsulfonile idrossi-sostituito) e simili. Altri riferimenti ad induritoli noti si possono trovare nella Research Disclosure. Dicembre 1989, voi. 308, par. 308119, sez. X e nella Research Disclosure. Settembre 1994, voi. 365, par. 36544, sez. n(b). Gli induritoli più utili hanno una azione veloce e migrano facilmente attraverso i vari strati dell’elemento fotografico. L’induritore può essere aggiunto a qualsiasi strato dell’elemento fotografico della presente invenzione. L’induritore viene preferibilmente aggiunto allo strato protettivo in una quantità efficace per preindurire l’elemento fotografico risultante. Valori preferiti di durezza (misurata come descritto qui di seguito) sono superiori a 20, più preferibilmente superiori a 30, e ancora più preferibilmente superiori a 40. Quantità tipiche di induritore aggiunto all’elemento fotografico della presente invenzione sono nell’intervallo compreso tra 10 e 100 mg/m2, la specifica e preferita quantità essendo dipendente anche dalla natura chimica dell’ induritore.
Una descrizione dettagliata degli elementi fotografici e dei vari strati ed additivi si può trovare nella Research Disclosure 17643 Dicembre 1978, nella Research Disclosure 18431 Agosto 1979, nella Research Disclosure 18716 Novembre 1979, nella Research Disclosure 22534 Gennaio 1983, nella Research Disclosure 308119 Dicembre 1989, e nella Research Disclosure 36544, Settembre, 1994.
La presente invenzione sarà ora descritta in maggior dettaglio con riferimento ai seguenti esempi non limitativi. Svariate modifiche e adattamenti di questa invenzione saranno apparenti agli esperti del ramo senza che si diverga dallo spirito e dallo scopo di questa invenzione. Deve essere considerato che gli aspetti illustrativi qui descritti non devono indebitamente limitare la presente invenzione.
Tutte le quantità espresse nei seguenti esempi sono relative ad una mole di argento nella emulsione agli alogenuri d’argento risultante salvo diversa indicazione. Tutte le quantità sono espresse per una faccia.
ESEMPI 1-5
E’ stata preparata un’emulsione di bromoioduro d’argento con il metodo a doppio getto usando 89,5 g di gelatina. I granuli di bromoioduro d’argento dell’emulsione risultante avevano un diametro medio equivalente di 1,20 micron, uno spessore medio di 0,22 micron, un coefficiente di variazione (COV) del 40% e lo 0,9% di ioduro in moli rispetto agli ioni totali di alogenuro. Il COV è un coefficiente che indica l’ampiezza della curva di distribuzione delle dimensioni dei granuli e può essere definito dalla formula seguente:
L’emulsione è stata sensibilizzata chimicamente e spettralmente usando sensibilizzatori convenzionali allo zolfo, all’oro ed al palladio più un sale di trietilammonio di 5,5’-dicloro-9-etil-3,3’-di-(3-sulfopropil)-ossacarbocianina come colorante sensibilizzatore spettrale. La digestione è stata fatta per circa 120-150 minuti a 60°C. L’emulsione è stata poi stabilizzata con 200 mg di ioduro di potassio e 1366 mg di 5-metil-7-idrossi-2-3-4-triazoindolizina (4-idrossi-6-metil-l,3,3a,7-tetrazaindene) prima del raffreddamento e conservata a freddo fino alla sua stesa.
L’emulsione agli alogenuri d’argento sensibilizzata è stata rifusa a 45 °C e sottoposta ai trattamenti finali di stesa. Come ausiliari di stesa sono stati aggiunti 1,37 g di nitrato di calcio, 50 mg di bimorfolide azobicarbossilica, 19,87 g di polietilacrilato (in dispersione al 30% in acqua), 260 mg di Colanyl blue e 53 mg di Flexonyl violet come correttori cromatici, la quantità di destrano (CAS n. 9004-54-0) riportata nella Tabella 1 e la quantità di polisaccaride idrogenato disponibile in commercio sotto la denominazione commerciale di Polysorb 70/12/12 (CAS n. 167140-15-0), della Roquette Frères, Lille, Francia, riportata nella Tabella 1. Il pH è stato infine regolato a 6,5.
La risultante emulsione agli alogenuri d’argento è stata stesa immediatamente sulle due facce di un supporto di poliestere blu da 7 mil con uno strato superficiale antistatico convenzionale basato su gelatina (1,19 g/m<2>) contenente tensioattivi (11 mg/m<2 >di Niaproof, nome commerciale di un tensioattivo anionico del tipo alcansolfato, 42 mg/m<2 >di Zonyl FSN100, nome commerciale di un tensioattivo perfluoroalchilpoliossietilenico non ionico e 12 mg/m<2 >di dietanolammide acido laurico), agenti mattanti (75 mg/m<2 >di particelle di polimetilmetacrilato) e una quantità di agente induritore (1,3-bisvinilsulfonil-2-propanolo, a meno che non sia indicato diversamente) come riportato nella Tabella 1. La copertura di argento risultante è stata regolata a circa due grammi per metro quadrato, come riportato nella seguente Tabella 2.
Campioni di film fresco sono stati tenuti per 3 giorni a 38 °C prima di essere sottoposti all’esposizione alle radiazioni X usando un tubo a raggi X da 70 Kilovolt e 160 milliampere per 0,1 secondi con due schermi ad emissione nel verde disponibili in commercio sotto la denominazione schermi medi LifeRay prodotti dalla Ferrania S.p.A., Italia.
I film esposti sono stati trattati per in un ciclo da 90 secondi da secco a secco in una macchina sviluppatrice radiografica automatica tipo XP-515 (prodotta dalla Ferrania S.p.A., Italia) con un trattamento disponibile in commercio (sviluppo LifeRay XAD-3 e fissaggio LifeRay XAF-3 ambedue della Ferrania S.p.A., Italia o sviluppo e fissaggio Kodak RP X-Omat).
I risultati sensitometrici e la valutazione dei segni di trattamento sono riportati nella Tabella 2 sotto. La durezza è stata misurata 24 ore dopo la stesa con uno strumento munito di uno stilo di zaffiro soggetto ad un peso variabile come descritto nelle norme ANSI PH1-37-1977. Il campione è stato preparato imbibendolo in acqua a 20 °C per 5 minuti. Quindi, il campione è stato messo nello strumento ed è stata misurata la lunghezza L dell’incisione (espressa in mm) ottenuta con un peso P (espresso in grammi). I valori di durezza (Hv) furono ottenuti applicando la seguente formula Hv = (120-L)*P/160. Maggiore è il valore di durezza, maggiore è la durezza del materiale. La valutazione dei segni da trattamento è rappresentata dal voto medio (da 1 , il peggiore, a 10, il migliore) ricavato da tre valutazioni fatte da diversi osservatori su graffiature o altri segni sulla superficie del film radiografico dopo trattamento.
I campioni 1 e 2 che avevano una minore quantità di Polysorb e una maggiore quantità di destrano hanno mostrato ottimi risultati in termini di segni da trattamento, ma poveri risultati sensitometrici. I campioni 4 e 5 che avevano una maggiore quantità di Polysorb e una minore quantità di destrano hanno avuto ottimi risultati sensitometrici, ma poveri risultati in termini di segni da trattamento.
Il campione 3 della presente invenzione ha invece evidenziato ottimi risultati sensitometrici pur mantenendo buoni risultati in termini di segni da trattamento.
ESEMPI 6-10
La procedura sui campioni 1-5 è stata ripetuta usando le quantità di destrano, Polysorb, gelatina e induritore riportate nella Tabella 3. I risultati sensitometrici e relativi ai segni da trattamento sono riportati nella Tabella 4 assieme ai valori di copertura dell’argento.
Questa serie di esperimenti è stata fatta per valutare l’effetto di quantità diverse di induritore sull’invenzione. Facendo il paragone con i campioni 6-9 che avevano quantità decrescenti di induritore, si può notare che gli effetti dell’invenzione sono stati mantenuti anche se i migliori risultati si ottengono con i campioni 6 e 7. Gli effetti dell’invenzione sono invece scomparsi nel campione 10 (paragonato al campione 9) dove la percentuale di destrano e Polysorb era al di fuori dell’intervallo proprio dell’invenzione.
ESEMPI 11-16
La procedura sui campioni 1-5 è stata ripetuta usando le quantità di Polysorb, destrano, gelatina e induritore riportate nella Tabella 5. I risultati sensitometrici e le valutazioni dei segni da trattamento sono riportati nella Tabella 6 assieme ai valori di copertura dell’argento.
o
e
La serie di esperimenti è stata fatta per valutare gli effetti di diversi induritoli sull’invenzione. I risultati hanno dimostrato che i vantaggi dell’invenzione si mantengono anche con diversi induritori.

Claims (15)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Emulsione agli alogenuri d’argento che comprende granuli di alogenuro d’argento dispersi in una miscela colloidale idrofila, caratterizzata dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina.
  2. 2. Emulsione agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende dal 10 % al 20 % in peso di destrano, dal 25 % al 35 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 45 % al 55 % in peso di gelatina.
  3. 3. Emulsione agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende una quantità di destrano compresa tra 5 e 100 grammi per mole di argento, una quantità di polisaccaride idrogenato compresa tra 10 e 100 grammi per mole di argento, e una quantità di gelatina compresa tra 50 e 200 grammi per mole di argento.
  4. 4. Emulsione agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende una quantità di destrano compresa tra 10 e 80 grammi per mole di argento, una quantità di polisaccaride idrogenato compresa tra 20 e 80 grammi per mole di argento, e una quantità di gelatina compresa tra 75 e 150 grammi per mole di argento.
  5. 5. Emulsione agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende quantità di destrano compresa tra 20 e 40 grammi per mole di argento, quantità di polisaccaride idrogenato compresa tra 40 e 60 grammi per r di argento, e una quantità di gelatina compresa tra 80 e 120 grammi per mole di argento.
  6. 6. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento comprendente un supporto, almeno uno strato di emulsione agli alogenuri d’argento steso su almeno una faccia di detto supporto ed almeno uno strato protettivo steso su detto strato di emulsione, detto strato di emulsione comprendendo granuli di alogenuro d’argento dispersi in una miscela colloidale idrofila, caratterizzato dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina e dal fatto che detto elemento fotografico è preindurito.
  7. 7. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende dal 10 % al 20 % in peso di destrano, dal 25 % al 35 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 45 % al 55 % in peso di gelatina.
  8. 8. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fato che detto elemento fotografico ha un valore di durezza superiore a 20.
  9. 9. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detto elemento fotografico ha un valore di durezza superiore a 30.
  10. 10. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detto elemento fotografico è preindurito con almeno un induritore scelto nel gruppo che consiste dei sali di cromo, composti di carbamoilpiridinio, composti isocianati, composti di alogeno attivo, composti epossidici, derivati del N-metilolo, aziridine, acidi mucoalogeno e derivati vinilici attivi.
  11. 11. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che detto induritore è aggiunto in quantità da 10 a 100 mg/m<2>.
  12. 12. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende una quantità di destrano compresa tra 5 e 100 grammi per mole di argento, una quantità di polisaccaride idrogenato compresa tra 10 e 100 grammi per mole di argento, e una quantità di gelatina compresa tra 50 e 200 grammi per mole di argento.
  13. 13. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende una quantità di destrano compresa tra 10 e 80 grammi per mole di argento, una quantità di polisaccaride idrogenato compresa tra 20 e 80 grammi per mole di argento, e una quantità di gelatina compresa tra 75 e 150 grammi per mole di argento.
  14. 14. Elemento fotografico agli alogenuri d’argento secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detta miscela colloidale idrofila comprende una quantità di destrano compresa tra 20 e 40 grammi per mole di argento, una quantità di polisaccaride idrogenato compresa tra 40 e 60 grammi per mole di argento, e una quantità di gelatina compresa tra 80 e 120 grammi per mole di argento.
  15. 15. Uso di una miscela colloidale idrofila comprendente dal 5 % al 25 % in peso di destrano, dal 20 % al 40 % in peso di un polisaccaride idrogenato avente un peso molecolare medio pari o inferiore a 10.000 e dal 40 % al 60 % in peso di gelatina per migliorare la sensitometria e la resistenza meccanica di un elemento fotografico agli alogenuri d’argento.
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