ITRM20000456A1 - Metodo di decapaggio elettrolitico continuo di prodotti metallici concelle alimentate a corrente alternata. - Google Patents

Metodo di decapaggio elettrolitico continuo di prodotti metallici concelle alimentate a corrente alternata. Download PDF

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ITRM20000456A1
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Bruno Ferri
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Description

Descrizione dell'invenzione industriale dal titolo: "METODO DI DECAPAGGIO ELETTROLITICO CONTINUO DI PRODOTTI METALLICI CON CELLE ALIMENTATE A CORRENTE ALTERNATA"
DESCRIZIONE
La presente invenzione ha per oggetto un metodo di decapaggio elettrolitico continuo di prodotti metallici, in particolare di ferro, nichel, titanio e loro leghe, basato sull'uso di celle elettrolitiche alimentate da corrente alternata con soluzione elettrolitica costituita da soluzioni acquose acide o neutre.
Come è noto, il decapaggio - ad esempio, nel caso degli acciai inossidabili - viene attualmente effettuato al fine di eliminare la scaglia di ossidi termici, che si formano durante i trattamenti di laminazione a caldo e/o ricottura, e stessa. Questo metodo convenzionale è costituito da tre fasi concettualmente distinte: una prima fase di descagliatura, cioè di modificazione chimicofisica della scaglia con parziale rimozione di questa; una seconda fase di decapaggio vero e proprio, ovvero di rimozione e dissoluzione della scaglia residua ed eliminazione dello strato subsuperfic ale di lega impoverito di cromo; ed una terza fase, cosiddetta di finitura, che consiste in una passivazione superficiale. In molti casi le ultime due fasi di decapaggio e finitura sono effettuate in modo congiunto.
Allo stato attuale di evoluzione della tecnologia, la fase di descagliatura viene condotta in diversi modi, in funzione,del tipo di scaglia d'ossido presente sul metallo al termine dei trattamenti metallurgici.
Per la scaglia d'ossido prodotta nei processi di laminazione a caldo e ricottura, la fase di descagliatura viene realizzata nella maggior parte dei casi mediante sabbiatura con graniglia di particelle dure che opera la frammentazione e la parziale rimozione della scaglia.
descagliatura non può essere condotta mediante pallinatura della superficie, in quanto questo trattamento non è compatibile con la qualità superficiale del prodotto finito. Si usano pertanto procedimenti diversi in grado di indurre una sostanziale modificazione degli ossidi facilitando il successivo processo di decapaggio.
Le metodologie più diffuse a questo fine sono: a) descagliatura termo-chimica, che consiste nell 'immergere il materiale da decapare in un bagno di sali fusi ossidanti (400-600°C) capaci di alterare la scaglia aumentando il grado di ossidazione dei metalli costituenti gli ossidi. In particolare, bagni di Kolene (eutettico del sistema ternario NaOH, NaN03 e NaCl) a temperature intorno ai 500°C risultano tra i più utilizzati;
b) descagliatura elettrolitica mediante soluzioni acide o neutre, dove l'anione è in genere costituito da solfato, con parziale modificazione degli stati di ossidazione dei metalli costituenti la scaglia e conseguente dissoluzione della stessa.
laminazione a caldo che a freddo, viene condotta utilizzando in generale bagni acidi ad elevata capacità ossidante in grado dì dissolvere lo strato di lega sub-superficiale (impoverito di cromo per gli acciai inossidabili) determinando il distacco della scaglia ad esso aderente.
I bagni di decapaggio sono costituiti principalmente da miscele di acidi minerali tra i quali i più diffusi sono:
1) miscele di acidi nitrico e fluoridrico a temperature generalmente comprese tra 30 e 75°C per il decapaggio di acciai inossidabili e titanio e sue leghe;
2) miscele di acidi solforico, fluoridrico, cloridrico e fosforico con aggiunte di elementi ad alto potere ossidante (usati talvolta' in miscele) tra cui, ad esempio, permanganati, persolfati, cloruro ferrico, solfato ferrico e perossido di idrogeno, con temperatura compresa fra 50 e 100°C per il decapaggio di acciai inossidabili e titanio e sue leghe;
3) acido cloridrico o solforico con aggiunta di tra 50 e 85°C.
In alcuni impianti industriali, per aumentare la cinetica della fase di decapaggio, con tutte le miscele sopraindicate, vengono utilizzate celle elettrolitiche in grado di applicare al materiale densità di corrente elettrica continua, compresa ad esempio tra 3 e 40 A/dm<2>.
La fase di finitura degli acciai inossidabili, finalizzata alla formazione di un film passivo protettivo, quando non viene realizzata nella stessa fase di decapaggio, viene solitamente ottenuta in bagni ad alto potenziale redox. Questi bagni contengono gli acidi e gli ossidanti sopramenzionati a basse concentrazioni e minor contenuto degli ioni dei metalli provenienti dalla dissoluzione dei prodotti metallici che si vogliono decapare .
In generale, tra ogni vasca e, comunque, alla fine della linea di decapaggio, sono inserite delle sezioni di lavaggio costituite da sistemi a getto d'acqua, spesso corredate da spazzole rotanti. La funzione esercitata da questi sistemi è quella di rimuovere la soluzione di decapaggio, trascinata Allo stato attuale, esistono numerosi procedimenti relativi sia alla fase di descagliatura che alla fase di decapaggio degli acciai inossidabili e del titanio e delle sue leghe basati sull 'impiego di soluzioni acide che non contengono acido nitrico. In particolare, sono noti procedimenti per il decapaggio degli acciai inossidabili e del titanio e delle sue leghe basati sull 'utilizzo di soluzioni acide, esenti da acido nitrico, il cui potere ossidante è conferito dalla presenza di diversi elementi, tra cui gli ioni ferrici, il perossido di idrogeno, ed i persolfati.
In particolare, DE-A-19624436, WO 9826111, EP-A-763609 e JP95-130582 descrivono procedimenti di decapaggio in soluzione acida, esente da acido nitrico, in presenza di ioni ferrici con l'utilizzo di celle elettrolitiche alimentate in corrente continua (densità di corrente compresa tra 0,5 e 250 A/dm<2>). DE-C-3937438 descrive un procedimento in cui la corrente elettrica continua viene impiegata per la riossidazione dei ioni ferrosi a ferrici in soluzione di acido cloridrico.
EP-A-838542 descrive un procedimento di cui il nastro passa verticalmente tra coppie di controelettrodi tra i quali è applicata corrente elettrica continua con densità compresa tra 20 e 250 A/ dm<2>.
Le tecnologie note, che qui sopra sono state schematicamente riportate, presentano tuttavia importanti inconvenienti sia di carattere ambientale che di sicurezza sul lavoro, che di gestione del processo di decapaggio in termini di controllo e di costi.
Per quanto concerne la fase di descagliatura, il processo di rimozione meccanica della scaglia mediante sabbiatura o pallinatura, vede il suo principale inconveniente nella difficoltà di abbattimento delle polveri costituite da particelle di silice e di ossidi metallici, per non parlare dell'elevato inquinamento acustico delle zone dì lavoro circostanti.
La descagliatura chimica realizzata mediante sali fusi risulta particolarmente difficile da gestire sia per l'elevata temperatura del bagno (400-600°C) sia per la difficoltà di smaltimento delle soluzioni di lavaggio del prodotto metallico non trascurabili di cromo esavalente e di nitriti e nitrati .
L'impiego di bagni contenenti acido nitrico, per le fasi di decapaggio e finitura, comporta rilevanti problemi a livello ambientale, dovuti a diverse ragioni. Tra queste, le più importanti sono le seguenti:
A) difficoltà di abbattimento degli ossidi di azoto (NOx), altamente inquinanti, ottenuti dalle reazioni acido-metallo;
B) difficoltà di rispettare le normative vigenti, a tutela dell'ambiente, per lo smaltimento delle soluzioni esauste in relazione al loro elevato contenuto di nitrati.
I bagni di acido solforico e fluoridrico che utilizzano, in sostituzione dell'acido nitrico, sistemi ad elevato potenziale redox, hanno una gestione complessa, in relazione alle difficoltà di mantenere le corrette concentrazioni di reagenti capaci di assicurare le previste cinetiche di decapaggio .
Inoltre, sono elevati i costi dei reagenti, ad esempio del perossido di idrogeno stabilizzato, con gli agenti ossidanti diminuendo l'efficienza del processo.
La presente invenzione consente di superare tutti gli inconvenienti sopramenzionati, offrendo inoltre altri vantaggi che risulteranno evidenti nel seguito.
Scopo della presente invenzione, in particolare, è quello di fornire un metodo di decapaggio di prodotti continui in acciaio, e in lega di nichel e titanio, basato sull'utilizzo di celle elettrolitiche alimentate da corrente alternata in soluzioni acquose acide o neutre.
E', infatti, oggetto della presente invenzione un metodo di decapaggio elettrolitico continuo per acciai, superleghe di nichel, titanio e sue leghe, caratterizzato dal fatto che il materiale da trattare, per un tempo compreso fra 1 e 2000 secondi, viene immerso o attraversa almeno una cella elettrolitica con soluzione elettrolitica costituita da una soluzione acquosa neutra o acida, a temperatura compresa fra 20 e 95°C, con almeno una coppia di elettrodi collegata ad un alimentatore di corrente alternata di frequenza corrente di ampiezza efficace compresa nell'intervallo 0,5-250 A/dm<2>.
In particolare, la frequenza della corrente alternata può essere compresa nell'intervallo 40-70 Hz.
La soluzione elettrolitica può essere una soluzione acquosa, ad una temperatura compresa fra 20 e 95°C, contenente i seguenti componenti con concentrazione espressa in g/1:
acido solforico (H2S04) da 20 a 300, ed eventualmente almeno uno fra
acido fluoridrico (HF) da 5 a 50
acido ortofosforico (H3P04) da 5 a 200
ioni ferrici (Fe<+3>) da 1 a 40.
Nel caso di decapaggio degli acciai inossidabili, la soluzione elettrolitica è preferibilmente mantenuta a temperatura fra 50 e 90°C e comprende acido solforico a concentrazione compresa fra 50 e 250 g/1 ed, eventualmente, ioni ferrici (Fe<+3>) a concentrazione da 5 a 40 g/1.
Nel caso di superleghe a base di nichel e per titanio e sue leghe, la soluzione elettrolitica è a temperatura fra 70 e 90°C e comprende acido fra 5 e 50 g/1 ed acido cloridrico a concentrazione fra 1 e 50 g/1.
Per gli acciai al carbonio, la soluzione elettrolitica è a temperatura fra 40-90°C e comprende acido solforico a concentrazione fra 30 e 250 g/1.
In una forma di realizzazione, per tutte le applicazioni, la soluzione elettrolitica può essere una soluzione acquosa neutra di solfato di sodio (Na2S04) a concentrazione compresa nell'intervallo 25-300 g/1 e ad una temperatura tra 50 e 95°C.
In un’altra forma di realizzazione della presente invenzione, elettrodi affacciati su un lato del materiale da trattare sono collegati ad un alimentatore, in modo che le linee di corrente che fuoriescono da detti elettrodi ed attraversano il materiale, si richiudono su altri elettrodi opposti ai primi ed affacciati sul lato opposto del materiale da trattare, formando un percorso sostanzialmente ortogonale a detti lati.
Il metodo di decapaggio elettrolitico, secondo l'invenzione, può essere usato per indurre una modificazione chimico-fisica della scaglia degli che, nel caso degli acciai inossidabili, si verifica in un tempo di trattamento compreso fra 1 e 1000 secondi.
Il metodo di decapaggio elettrolitico continuo, secondo la presente invenzione, può essere usato in una fase successiva a quella di modificazione chimico-fisica della scaglia di ossidi metallici presenti sulla superficie del materiale da decapare. Nel caso degli acciai inossidabili, questa applicazione del metodo di decapaggio secondo l'invenzione, richiede tempi di trattamento compresi fra 1 e 1500 secondi.
Le celle elettrolitiche che possono essere impiegate nella presente invenzione, possono essere ad elettrodi verticali o ad elettrodi orizzontali, risultando i primi preferibili per la facilità di evacuazione dei gas prodotti per reazione elettrochimica al passaggio della corrente.
Gli elettrodi sono realizzati in materiali resistenti all'azione corrosiva dei bagni utilizzati .
Gli elettrodi nella singola cella possono essere collegati almeno secondo due schemi Elettrodi posti dallo stesso lato del materiale da decapare sono collegati alternativamente alle due uscite di un alimentatore. Con questa configurazione, elettrodi posizionati su lati opposti del materiale da decapare e collegati alla stessa uscita dell'alimentatore, possono essere costituiti da un unico anello toroidale.
La presente invenzione ha anche per oggetto celle elettrolitiche caratterizzate dal fatto di avere un collegamento di elettrodi come indicato nel seguito e rivendicato nelle rivendicazioni 15 e 16.
Tra i più importanti vantaggi connessi con l'adozione della presente invenzione si possono citare i seguenti:
messa a disposizione di un sistema di descagliatura capace di sostituire le tecnologie attualmente impiegate, riducendo al minimo le problematiche connesse con l'inquinamento e la sicurezza sul lavoro;
messa a disposizione di un sistema di decapaggio e finitura da eseguire dopo il sull'uso di soluzioni esenti da acido nitrico in grado di eliminare gli inconvenienti ambientali connessi con le emissioni di ossidi di azoto (NOx);
messa a disposizione di un sistema di decapaggio e finitura che non richiede 1'impiego di sostanze ad elevato potenziale redox, come ad esempio ioni ferrici e perossidi, per fornire il necessario potere ossidante alle soluzioni, risolvendo le problematiche connesse con il controllo dei reagenti in vasca ed i relativi costi;
messa a disposizione di un metodo di decapaggio in grado di riunire in un unico stadio le fasi di descagliatura, decapaggio e finitura, realizzando l'intero processo di decapaggio con un unico sistema di trattamento;
messa a disposizione di un sistema di decapaggio in grado di ridurre in modo significativo i tempi e, di conseguenza, i costi del trattamento.
Gli effetti positivi dell'adozione del metodo di decapaggio continuo secondo la presente alternata induce una sovratensione sulla superficie del materiale da decapare in modo da raggiungere sulla superficie potenziali elettrochimici capaci di promuovere alcune reazioni di ossidazione e riduzione che coinvolgono sia il metallo da decapare che lo strato di ossidi sovrastante, nonché la soluzione acquosa. ’ Pertanto, si realizza la variazione dello stato di ossidazione dei metalli presenti negli ossidi (in particolare, il cromo per gli acciai inossidabili) sulla superficie e la dissoluzione del metallo sottostante. Inoltre, si realizza l'elettrolisi dell'acqua con intensa produzione di idrogeno ed ossigeno.
Queste reazioni, in ordine crescente di potenziale standard delle rispettive coppie redox, sono :
reazioni di ossidazione dei metalli costituenti l'acciaio o il titanio e le sue leghe o il nichel e le sue leghe
la scaglia di ossidi termici della lega da decapare
reazioni di elettrolisi dell'acqua ' in soluzioni acide
La formazione di cromati (Cr esavalente), per ossidazione del cromo costituente la scaglia di ossidi, contribuisce ad incrementare la cinetica di dissoluzione della lega metallica e l'ossidazione dello ione ferroso a ione ferrico secondo le reazioni
Il ferro in soluzione, nella forma di ione ferroso derivante dalla dissoluzione dell'acciaio, è capace di promuovere la riduzione, secondo la ioni cromo (VI) non siano presenti in soluzione. Per gli acciai inossidabili, la presenza in soluzione della coppia redox costituita da ioni ferrici e ferrosi (E°=771 mV/SHE) eleva il potere ossidante del bagno conferendogli capacità passivanti .
Lo sfasamento tra tensione e corrente, determinato mediante la tecnica della spectroscopia di impedenza d'elettrodo, è tale che a frequenze comprese tra 40 e 70 Hz più del 90% della corrente che attraversa la cella è in fase con la tensione applicata (componente attiva della corrente) e rende possibili le reazioni elettrochimiche sopramenzionate. Solamente il 10% della corrente risulta sfasata di -90° rispetto alla tensione (componente reattiva della corrente) essendo impiegata, per la carica, la scarica del pseudocondensatore costituito dal doppio strato elettrico di carica sulla superficie degli elettrodi. Al crescere della frequenza, la componente attiva tende a decrescere a favore di quella reattiva, diminuendo la frazione della corrente che fa avvenire le reazione elettrochimiche necessarie al idrogeno, durante la polarizzazione catodica, e di reazioni di sviluppo di ossigeno, durante la polarizzazione anodica, producono una intensa azione discagliatrice, che favorisce il rapido distacco dalla matrice dello strato di ossidi.
Le cinetiche di dissoluzione delle leghe da decapare risultano elevate, in modo particolare considerando che l'ossido non è in alcun modo precondizionato prima del trattamento elettrolitico in cella.
Si è data finora della presente invenzione una descrizione di carattere generale. Con l'aiuto delle figure e degli esempi, che hanno valore esplicativo ma non limitativo, verrà ora fornita una descrizione più dettagliata di sue’ specifiche forme di realizzazione finalizzate a farne meglio comprendere scopi, caratteristiche, vantaggi e modalità di applicazione.
La figura 1 mostra l'andamento della perdita in peso espressa in g/m<2 >in funzione del tempo per 1 'intero trattamento di decapaggio in soluzione acquosa di acido solforico a concentrazione di 200 g/1 per un acciaio inossidabile X6CrTil2 (tipo AISI degli elettrodi in cui elettrodi 1 posti dallo stesso lato del nastro N sono connessi alternativamente alle due uscite di un alimentatore in modo che le linee di corrente uscenti da primi elettrodi si richiudano su secondi elettrodi adiacenti ai primi e posizionati sullo stesso lato del nastro dopo aver attraversato le superfici dèi nastro ad essi affacciate. Con questa configurazione gli elettrodi 2 posti dal lato opposto del nastro sono collegati allo stesso modo dei corrispondenti sull'altro lato. Con questa configurazione coppie di elettrodi fra loro affacciati e opposti rispetto alla superficie del nastro da decapare possono essere costituiti da un unico anello toroidale.
La figura 3 mostra una seconda configurazione in cui gli elettrodi 1 posti dallo stesso lato del nastro N sono collegati alla stessa uscita di alimentatori e gli elettrodi opposti 2 sono collegati all'altra uscita degli altri alimentatori in modo che le linee di corrente uscenti da primi elettrodi si richiudano su elettrodi opposti ai primi e affacciati sul lato del nastro da decapare ESEMPIO 1
Decapaggio di un nastro (coil) di AISI 409LI laminato a freddo e ricotto
Le caratteristiche del nastro da decapare sono: larghezza nastro 1270 mm spessore nastro 1 ,5 mm<1 >peso coil 18900 kg lunghezza coil 1270 m Soluzione di decapaggio:
concentrazione di acido solforico (H2S04)
200 g/1 temperatura soluzione 60±5°C La corrente viene applicata mediante la configurazione degli elettrodi mostrata in figura 2. La distanza tra gli elettrodi è pari ad 80 mm. All'uscita delle celle elettrolitiche è stato inserito un sistema di lavaggio a getto di acqua e di spazzolatura con spazzole seguita da una serie di rulli strizzatori. La soluzione presente in vasca è tale da mantenere un rapporto con la superficie del nastro immersa non inferiore a 0.5 m<3 >soluzione/m<2 >nastro.
Valutando perdita per correnti che si richiudono tra gli elettrodi senza interessare il nastro da decapare inferiore all'8% è stata fissata una densità di corrente pari a 135 A/dm<2>.
Il tempo di trattamento, inteso come periodo in cui il materiale è sottoposto all'azione della corrente elettrica alternata, è stato fissato a 20 secondi, in relazione alla velocità del nastro ed alle dimensioni degli elettrodi. ’ La perdita in peso che è stata ottenuta al termine del trattamento è pari a circa 27 g/m<2 >di scaglia e metallo.
La figura 1 mostra il grafico relativo alle perdite in peso dell'acciaio oggetto dell'esempio in funzione del tempo di trattamento e per due diverse densità di corrente applicate.
ESEMPIO 2
Decapaggio secondo l'invenzione di un nastro (coll) di AISI 304 laminato a freddo e ricotto e pretrattato con pallinatrice
Le caratteristiche del nastro da decapare sono: lunghezza nastro 1270 mm spessore nastro 3,0 mm peso coil 19500 kg lunghezza coil 665 m Soluzione di decapaggio:
concentrazione di acido solforico (H2S04)
250 g/1 temperatura soluzione 60±5°C La corrente è stata applicata mediante la configurazione degli elettrodi mostrata in figura 3. La distanza tra gli elettrodi è pari a 80 min. All'uscita delle celle elettrolitiche è stato inserito un sistema di lavaggio a getto di acqua<1 >e di spazzolatura con spazzole seguita da una serie di rulli strizzatori. La soluzione presente in vasca è tale da mantenere un rapporto con la superficie del nastro immersa non inferiore a 0.5 m<3>soluzione/m<2>nastro.
Valutando perdita per correnti che si richiudono tra gli elettrodi senza interessare il nastro da decapare inferiore all' 6%, è stata fissata una densità di corrente pari a 105 A/dm<2>.
Il tempo di trattamento, inteso come periodo in cui il materiale è sottoposto all'azione della corrente elettrica alternata, è stato fissato in 35 secondi .
La perdita in peso, che è stata ottenuta al termine del trattamento, è pari a circa 75 g/m<2 >di nastro.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo di decapaggio elettrolitico continuo per acciai, superleghe di nichel, titanio e sue leghe, caratterizzato dal fatto che il materiale da trattare, per un tempo compreso fra 1 e 2000 secondi, viene immerso o attraversa almeno una cella elettrolitica con soluzione elettrolitica costituita da una soluzione acquosa neutra o acida a temperatura compresa fra 20 e 95°C, con almeno una coppia di elettrodi collegata ad un alimentatore di corrente alternata di frequenza compresa nell'intervallo 1-1000 Hz, il trattamento elettrolitico essendo condotto ad una densità· di corrente di ampiezza efficace compresa nell'intervallo 0,5-250 A/dm<2>. 2. . Metodo di decapaggio elettrolitico come da rivendicazione 1, in cui la frequenza della corrente alternata è compresa nell'intervallo 40 -70 Hz. 3. Metodo di decapaggio elettrolitico come da rivendicazione 1 o 2, in cui la soluzione elettrolitica è una soluzione acquosa, ad una temperatura compresa fra 20 e 95°C, contenente in concentrazioni espresse in g/1 acido solforico (H2S04) da 20 a 300 ed eventualmente almeno uno fra acido fluoridrico (HF) da 5 a 50 acido ortofosforico (H3P04) da 5 a 200 acido cloridrico (HCl) da 1 a 50 g/1 o loro miscele, ione ferrico (Fe<+3>) da 1 a 40. 4. Metodo di decapaggio elettrolitico per acciai inossidabili come da una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui la soluzione elettrolitica è mantenuta a temperatura fra 50 e 90°C e comprende acido solforico con concentrazione fra 50 e 250 g/1 ed eventualmente ioni ferrici (Fe<+3>) con concentrazione tra i e 40 g/1. 5. Metodo di decapaggio elettrolitico per superleghe a base di nichel e per titanio e sue leghe come da rivendicazioni da 1 a 3, in cui la soluzione elettrolitica è mantenuta a temperatura fra 70 e 90°C e comprende acido solforico a concentrazione tra 30 e 250 g/1, ed almeno uno fra acido fioridrico a concentrazione tra 5 e 50 g/1 ed acido cloridrico a concentrazione tra 1 e 50 g/1. 6. Metodo di decapaggio elettrolitico per acciaio al carbonio come da una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 3, in cui la soluzione elettrolitica è mantenuta a temperatura compresa tra 40-90°C e comprende acido solforico a concentrazione tra 150 e 250 g/1. 7. Metodo di decapaggio elettrolico come da rivendicazione 1 o 2, in cui la soluzione elettrolitica è una soluzione acquosa di solfato di sodio (Na2S04) a concentrazione compresa nell'intervallo 25-300 g/1 ad una temperatura compresa fra 50 e 95°C. 8 . Metodo di decapaggio elettrolitico come da una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7, in cui elettrodi affacciati su un lato del materiale da trattare sono collegati ad almeno un alimentatore, in modo che le linee di corrente, che fuoriescono da detti elettrodi ed attraversano il materiale, si richiudono su altri elettrodi opposti ai primi e affacciati sul lato del materiale da trattare opposto al primo, formando un percorso sostanzialmente ortogonale a detti lati del materiale da trattare. 9. Metodo di decapaggio elettrolitico come da una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 7, in cui elettrodi affacciati su un lato del materiale da trattare sono collegati alternativamente alle uscite di alimentatori in modo che le linee di corrente uscenti da primi elettrodi si richiudano su secondi elettrodi adiacenti ai primi e posizionati sullo stesso lato del nastro dopo aver attraversato le superfici del nastro ad essi affacciate . 10. Uso del metodo di decapaggio elettrolitico, come da rivendicazioni da 1 a 9, per indurre una modificazione chimico-fisica della scaglia di ossidi metallici presenti sulla superficie del materiale da decapare. 11. Uso del metodo di decapaggio elettrolitico, come da rivendicazione 10, per acciai inossidabili, con un tempo di trattamento compreso fra 1 e 1000 secondi. 12 . Uso del metodo di decapaggio elettrolitico, come da rivendicazioni da 1 a 9, in una fase successiva a quella di modificazione chimico-fisica della scaglia di ossidi metallici presenti sulla superficie del materiale da decapare . 13. Uso del metodo di decapaggio elettrolitico, come da rivendicazione 12 - in una fase successiva a quella della modificazione chimico-fisica della scaglia di ossidi metallici presenti sulla superficie del materiale da decapare per acciai inossidabili, con un tempo di trattamento compreso fra 1 e 1500 secondi. 14. Uso del metodo di decapaggio, come da rivendicazioni da 1 a 13, in combinazione con altri sistemi di decapaggio convenzionali. 15. Celle elettrolitiche, caratterizzate dal fatto di avere un collegamento di elettrodi come indicato nella rivendicazione 8. 16. Celle elettrolìtiche, caratterizzate dal fatto di avere un collegamento di elettrodi come indicato nella rivendicazione 9. 17. Metodo di decapaggio elettrolitico continuo e suo uso, e celle elettrolitiche come precedentemente descritto, esemplificato e rivendicato .
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