ITRE20130047A1 - Distributore automatico di articoli - Google Patents

Distributore automatico di articoli

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Publication number
ITRE20130047A1
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Authority
IT
Italy
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article
chute
gripping member
slide
itself
Prior art date
Application number
IT000047A
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English (en)
Inventor
Massimo Flisi
Original Assignee
Reservice S R L
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Publication date
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    • GPHYSICS
    • G07CHECKING-DEVICES
    • G07FCOIN-FREED OR LIKE APPARATUS
    • G07F11/00Coin-freed apparatus for dispensing, or the like, discrete articles
    • G07F11/02Coin-freed apparatus for dispensing, or the like, discrete articles from non-movable magazines
    • G07F11/04Coin-freed apparatus for dispensing, or the like, discrete articles from non-movable magazines in which magazines the articles are stored one vertically above the other
    • G07F11/10Coin-freed apparatus for dispensing, or the like, discrete articles from non-movable magazines in which magazines the articles are stored one vertically above the other two or more magazines having a common delivery chute

Description

DESCRIZIONE
del Brevetto Italiano per Invenzione Industriale dal titolo:
“DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI ARTICOLIâ€
CAMPO TECNICO
La presente invenzione riguarda un distributore automatico di articoli.
Più in particolare, il presente trovato riguarda un distributore per l’erogazione automatica per la vendita di articoli inscatolati, quali pacchetti di sigarette ed altri tipi di pacchetti.
TECNICA PREESISTENTE
Come à ̈ noto esistono distributori automatici di articoli, quali sigarette o altri prodotti di consumo che sono destinati ad essere installati all’esterno di tabaccherie, farmacie, rivendite o comunque in zone destinate all’afflusso di utenti, i quali, mediante l’inserimento dell’importo richiesto e la selezione di un prodotto indicato in una pulsantiera di selezione, possono ritirare il prodotto selezionato da un’apposita bocchetta di erogazione dell’articolo.
Tali distributori di tipo noto, in particolare, comprendono un carter di supporto destinato ad essere fissato ad una parete o al pavimento, e atto a supportare una pluralità di magazzini in cui vengono stoccati, tra loro affiancati, una serie di pacchetti.
Ciascun magazzino sarà riempito di una pluralità di pacchetti tra loro uguali per tipologia e marca.
Inoltre, ciascun magazzino comprende un rispettivo elemento spintore atto a spingere un pacchetto dalla zona di stoccaggio, definita dal magazzino, alla zona di prelievo, definita dalla bocchetta di erogazione, in cui l’utente può prelevare il prodotto selezionato.
Inoltre, nella domanda di brevetto RE2012A000012 à ̈ descritta una tipologia nuova di distributori automatici, in cui sono presenti mezzi di prelievo e trasferimento degli articoli, i quali svolgono la duplice funzione sia di caricamento automatico degli articoli dividendoli nei rispettivi magazzini che di prelievo e scarico dell’articolo selezionato dall’utente dal magazzino alla bocchetta di erogazione.
I mezzi di prelievo e trasferimento comprendono un organo di presa atto a prelevare un articolo alla volta da uno dei magazzini e associato traslabile, lungo tre assi direzionali tra loro ortogonali, ad un’incastellatura per la guida della traslazione dell’organo di presa stesso, la quale à ̈ associata internamente al carter e delimita un volume (sostanzialmente parallelepipedo) che contorna la pluralità di magazzini, in modo che l’organo di presa possa avvicinarsi a ciascuno di essi per prelevare (e/o rilasciarvi) l’articolo.
La bocchetta di erogazione à ̈ generalmente posta esternamente al volume delimitato dall’incastellatura, ad esempio in corrispondenza di una parete del carter.
Si riscontra quindi il problema di scaricare l’articolo prelevato dall’organo di presa all’interno del volume delimitato dall’incastellatura in corrispondenza della bocca di erogazione che si trova al di fuori di tale volume stesso, senza per questo ostacolare la movimentazione degli elementi che costituiscono l’incastellatura stessa, ovvero i montanti verticali e/o le traverse orizzontali che sorreggono e guidano la traslazione dell’organo di presa all’interno del carter.
Uno scopo della presente invenzione à ̈ quello di risolvere in modo conveniente e vantaggioso tale problema, nell’ambito di una soluzione semplice, razionale e dal costo contenuto.
Tali scopi sono raggiunti dalle caratteristiche dell’invenzione riportate nella rivendicazione indipendente. Le rivendicazioni dipendenti delineano aspetti preferiti e/o particolarmente vantaggiosi dell’invenzione.
<ESPOSIZIONE DELL’INVENZIONE>
L’invenzione, particolarmente, rende disponibile un distributore automatico di articoli che comprende un carter scatolare, dotato di una bocchetta di erogazione di un articolo selezionato accessibile dall’esterno del carter, detto carter alloggiando una pluralità di vani per l’immagazzinamento di una pluralità di articoli e mezzi di prelievo e trasferimento comprendenti un organo di presa atto a prelevare un articolo alla volta da uno di detti vani e associato traslabile, lungo tre assi direzionali tra loro ortogonali, ad un’incastellatura per la guida della traslazione dell’organo di presa stesso, in cui detta incastellatura à ̈ associata internamente a detto carter ed atta a delimitare un volume immaginario contenente detta pluralità di vani, e detta bocchetta di erogazione à ̈ posta esternamente a detto volume, essendo previsto un dispositivo di distacco dell’articolo, atto ad operare il distacco dell’articolo dall’organo di presa e scaricarlo nella bocchetta di erogazione.
Secondo l’invenzione, il dispositivo di distacco à ̈ disposto internamente a detto volume e comprende almeno uno elemento di raccordo, atto a raccordare i mezzi di distacco con la bocchetta di erogazione e mobile tra una posizione di non raccordo, in cui à ̈ tutto contenuto all’interno di detto volume, e una posizione di raccordo, in cui si proietta almeno parzialmente all’esterno del volume.
Grazie a tale soluzione, à ̈ possibile scaricare l’articolo prelevato dall’organo di presa in modo rapido, efficace e senza intralciare la movimentazione degli elementi costituitivi dell’incastellatura all’interno del carter.
Vantaggiosamente, il dispositivo di distacco comprende uno scivolo associato solidalmente al carter e posto internamente a detto volume, detto elemento di raccordo comprendendo un elemento di prolunga di detto scivolo atto, in detta posizione di raccordo, a prolungare detto scivolo lungo la direzione di pendenza dello stesso.
In questo modo, la caduta dell’articolo nella bocchetta di erogazione potrà avvenire per semplice gravità, in modo dolce e senza urti per l’articolo stesso.
Un aspetto dell’invenzione prevede, inoltre, che detto scivolo comprenda almeno una feritoia passante cui à ̈ atto ad essere inserito dall’alto detto organo di presa per lasciare l’articolo in appoggio su detto scivolo.
Grazie a ciò, il rilascio dell’articolo sul piano inclinato à ̈ operabile mediante una semplice traslazione verticale, di abbassamento, dell’organo di presa, senza che sia necessaria l’apertura dell’organo di presa o altra soluzione complicata di robotizzazione dell’organo di presa stesso.
Un aspetto ancora dell’invenzione prevede che l’elemento di prolunga sia associato girevolmente all’estremità inferiore di detto scivolo.
In tal modo, l’oscillazione dell’elemento di prolunga, tra la posizione di raccordo e la posizione di non raccordo, potrà avvenire in modo semplice, razionale ed efficace.
Vantaggiosamente, l’elemento di prolunga comprende un pianale conformato sostanzialmente ad “L†, definente una pima falda e una seconda falda tra loro unite da un bordo piegato sostanzialmente a gomito incernierato a detta estremità inferiore dello scivolo, in modo che detta prima falda sia posta inferiormente allo scivolo e detta seconda falda possa oscillare tra detta posizione di raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente complanare a detto scivolo, e la posizione di non-raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente contenuta nell’ingombro verticale dello scivolo stesso.
Ancora, la prima falda presenta sviluppo longitudinale tale da prolungarsi oltre la proiezione verticale della feritoia passante in modo da occluderla da sotto, l’oscillazione del pianale essendo attivata dal passaggio dell’organo di presa all’interno della feritoia passante stessa.
Grazie a ciò, à ̈ possibile attivare l’oscillazione del pianale mediante l’avvicinamento dell’organo di presa allo scivolo stesso, in particolare immediatamente dopo il rilascio dell’articolo sullo scivolo viene portata, dall’organo di presa stesso, la seconda falda nella posizione di raccordo; quando l’organo di presa poi disimpegna la fenditura passante allontanandosi dallo scivolo, la seconda falda ritorna nella posizione di non raccordo, ad esempio per semplice gravità o per l’azione di un’eventuale molla di richiamo o altro meccanismo di richiamo.
Un aspetto ulteriore dell’invenzione rende disponibile un dispositivo di distacco di un articolo da un organo di presa di un distributore automatico che comprende un corpo scatolare chiuso superiormente da uno scivolo dotato di una fenditura passante atta a lasciare passare detto organo di presa trattenendo l’articolo in appoggio sullo scivolo, il quale comprende un elemento di prolunga di detto scivolo mobile tra una posizione di raccordo, in cui prolunga detto scivolo lungo la direzione di pendenza dello stesso, e una posizione di non raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente in cui à ̈ sostanzialmente contenuto nell’ingombro verticale dello scivolo stesso.
Grazie a ciò à ̈ possibile alloggiare il dispositivo di distacco in qualsiasi posizione interna al carter di un distributore automatico di articoli, che sia interna anche al volume immaginario delimitato dall’incastellatura che movimenta l’organo di presa e trasferimento degli articoli, con i vantaggi suddetti.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell’invenzione risulteranno evidenti dalla lettura della descrizione seguente fornita a titolo esemplificativo e non limitativo, con l’ausilio delle figure illustrate nelle tavole allegate.
La figura 1 à ̈ una vista assonometrica anteriore di un distributore, secondo l’invenzione, senza lastre di tamponamento.
La figura 2 Ã ̈ una vista frontale di figura 1.
La figura 3 à ̈ una vista laterale da sinistra di figura 1. La figura 4 à ̈ una ulteriore vista assonometrica anteriore dall’alto del distributore di figura 1.
La figura 5 Ã ̈ una vista assonometrica posteriore da sinistra di figura 4.
La figura 6 Ã ̈ una vista assonometrica posteriore da destra di figura 4.
La figura 7 Ã ̈ il particolare VII ingrandito di figura 1.
La figura 8 à ̈ il particolare VIII ingrandito di figura 2. La figura 9 à ̈ la vista assonometrica di un gruppo di vani di immagazzinamento del distributore secondo l’invenzione.
La figura 10 e la figura 11 sono viste di dettaglio di rispettive due forme di realizzazione di contrappesi atti ad essere posti all’interno dei vani del distributore secondo l’invenzione.
La figura 12 Ã ̈ la vista lungo la traccia di sezione XII-XII di figura 3.
La figura 13 Ã ̈ una vista assonometrica della sezione di figura 12.
La figura 14 a)-d) à ̈ una sequenza rappresentativa delle fasi di carico di un articolo in un vano di un distributore, secondo l’invenzione.
La figura 15 a)-d) à ̈ una sequenza rappresentativa delle fasi di scarico di un articolo da un vano di un distributore, secondo l’invenzione.
<MODO MIGLIORE PER ATTUARE L’INVENZIONE>
Con particolare riferimento a tali figure, si à ̈ indicato globalmente con 10 un distributore automatico di articoli, particolarmente articoli impacchettati, quali sigarette, o altri articoli vendibili in pacchetti scatolari.
Il distributore 10 comprende un carter 20 scatolare.
Il carter 20, ad esempio, à ̈ del tipo di un armadio o un involucro simile ed à ̈ fissabile ad una parete, un pavimento o simile, e comprende, in una zona di rilascio del prodotto selezionato accessibile per un utilizzatore, almeno una bocchetta di erogazione 21 per almeno un articolo P, la quale mette in comunicazione (mediante opportuni mezzi schermanti) l’ambiente interno al carter 20 con l’ambiente esterno e in corrispondenza della quale, accedendo dall’esterno del carter stesso, à ̈ possibile ritirare il prodotto selezionato.
Il carter 20 risulta apribile mediante una porta o sportello per ispezioni e manutenzioni, non mostrata nelle figure in quanto di tipo noto al tecnico del ramo, collocata in posizione laterale o posteriore, mentre la zona di rilascio del prodotto à ̈ definita in corrispondenza della zona anteriore/laterale del carter stesso.
Inoltre, il carter 20 comprende un’unità di interfaccia, non mostrata nel dettaglio nelle figure, ad esempio posizionata anch’essa nella zona accessibile dall’utilizzatore, attraverso cui un utente può selezionare la tipologia dell’articolo P desiderato, ad esempio mediante una pulsantiera o altro sistema di selezione, ad esempio attivabile previo inserimento di una tessera e/o di denaro in una apposita feritoia.
Ancora, l’unità di interfaccia, come detto, comprende un sistema di selezione, non rappresentato, operabile da un utente per la scelta dell’articolo P da prelevare, che può essere del tipo di una pulsantiera con cui digitare un codice o un tasto singolo corrispondente all'articolo di interesse, una porta per la lettura di dati memorizzati in un dispositivo di identificazione dell'utente o altro.
All’interno del carter 20 sono alloggiati una pluralità di vani 30 per l’immagazzinamento di una pluralità di articoli P, i quali sono destinati ad essere smistati nei rispettivi vani, in modo che in ciascun vano 30 siano presenti articoli della stessa tipologia.
Ciascuno dei vani 30 comprende, vantaggiosamente, un canale 31 per l’impilamento degli articoli P che à ̈ dotato di almeno una bocca di accesso 32 per il carico e/o lo scarico, rispettivamente per caricare una pluralità di articoli P e per scaricare un solo articolo alla volta.
Vantaggiosamente, nella forma di realizzazione mostrata nelle figure, la bocca di accesso 32 Ã ̈ unica e funge sia da accesso per il carico che per lo scarico degli articoli P nei vani 30.
Ad esempio, ciascun canale 31 presenta asse longitudinale sostanzialmente verticale (o inclinato) ed à ̈ quindi dotato di una estremità superiore ed una estremità inferiore, la bocca di accesso 32 à ̈ posizionata, ad esempio, in corrispondenza dell’estremità inferiore di ciascun canale 31.
Ciascun canale 31 permette lo scorrimento nei due sensi della successione di articoli P lungo l’asse del canale stesso, permettendo che gli articoli si dispongano (una volta caricati) per gravità tra loro impilati e in appoggio sull’estremità inferiore.
Il canale 31 à ̈ ad esempio chiuso perimetralmente, la bocca di accesso à ̈ posta in una porzione anteriore del canale 31, in modo da permettere la fuoriuscita e l’ingresso degli articoli mediante una traslazione trasversale rispetto all’asse longitudinale del canale 31 stesso.
Il canale 31, à ̈ ad esempio a sezione quadrangolare di forma omologa alla forma in pianta del pacchetto (scatola) che contiene gli articoli, per il contenimento, con un discreto gioco, di pacchetti di articoli in configurazione sdraiata, ovvero tale da minimizzare l’ingombro verticale della pila di articoli P impilati all’interno del canale 31 .
Il canale 31 comprende una parete di fondo che definisce una fenditura comunicante con la bocca di accesso 32.
In pratica, la parete di fondo à ̈ realizzata da una coppia di lamierini 33, su cui appoggiano gli articoli P impilati e che sono associati all’estremità inferiore di due pareti laterali contrapposte del canale 31.
In una preferita forma di realizzazione mostrata nelle figure, i lamierini 33 sono associati solidalmente (e in squadro) alle pareti laterali del canale 31, non si esclude tuttavia che essi possano essere incernierati alle pareti laterali e mobili tra una posizione di trattenimento degli articoli impilati, in cui sono disposti sostanzialmente ortogonali alle pareti laterali stesse ed una configurazione di passaggio degli articoli, in cui sono inclinati rispetto alle pareti laterali, ovvero ripiegati all’interno (o all’esterno) del canale 31.
Il canale 31 comprende, infine, un elemento distanziale (allineato in pianta con uno o entrambi i lamierini 33) dell’articolo P che à ̈ posto all’estremità inferiore del canale stesso ed à ̈ atto ad agire sull’articolo P posto alla base della pila all’interno di ciascun vano 30 per spingerlo, lungo la seconda direzione orizzontale Y, nel verso che definisce un distacco dalla parete posteriore del canale 31 contrapposta alla bocca di accesso stessa.
All’interno di ciascun vano 30 à ̈ alloggiato un contrappeso 35 atto ad essere disposto in appoggio sulla parete di fondo del canale 31 quando il vano 30 à ̈ vuoto e alla sommità della pila di articoli P quando questi sono disposti all’interno del vano stesso.
In una forma di realizzazione basilare, il contrappeso comprende un blocchetto pesante sostanzialmente parallelepipedo di ingombro complessivo sostanzialmente pari all’ingombro di un articolo P.
Vantaggiosamente, il blocchetto parallelepipedo à ̈ disposto, come gli articoli P, sdraiato in appoggio su una faccia maggiore.
In una forma di realizzazione preferita e vantaggiosa, il contrappeso 35 comprende mezzi antiribaltamento.
In pratica, una delle facce minori del blocchetto saliente dalla faccia maggiore inferiore - ovvero la faccia minore che à ̈ destinata ad essere affacciata alla parete posteriore interna del canale 31, dalla parte opposta rispetto alla bocca di accesso 32 - à ̈ inclinata rispetto alla faccia maggiore inferiore di un angolo minore dell’angolo retto. Inoltre, lo spigolo tra la faccia maggiore inferiore e la faccia minore inclinata à ̈ sostanzialmente arrotondato.
In questo modo, qualora durante le fasi di carico e scarico degli articoli P nei vani il contrappeso si inclinasse all’indietro si viene ad evitare che questo rimanga sollevato e ribaltato all’indietro.
Il blocchetto che definisce il contrappeso 35 à ̈ sostanzialmente cavo internamente e può essere definito essenzialmente dalla sola faccia maggiore inferiore e dalla faccia minore inclinata (figure 10 e 14) e/o una faccia maggiore superiore parallela alla faccia maggiore inferiore (figure 11 e 15).
Nel caso sia presente anche la faccia maggiore superiore (figure 11 e 15) la distanza tra la faccia maggiore inferiore e la faccia maggiore inferiore può essere dimensionata in modo tale che all’interno del contrappeso sia alloggiabile un articolo P, sfilabile ed infilabile attraverso la zona aperta del blocchetto contrapposta alla faccia minore inclinata (allineata ad essa rispetto alla seconda direzione orizzontale Y).
La faccia maggiore inferiore, in ogni caso (figure 10 e 11), comprende una fessura passante atta ad essere sovrapposta in pianta alla zona aperta di interspazio tra i lamierini 33, in modo da permettere il carico e lo scarico degli articoli P anche quando il contrappeso si trova in prossimità della bocca di accesso 32.
Vantaggiosamente, al fine di diminuire gli ingombri spaziali dei vani 30, il distributore 10 comprende una prima serie di vani 30 tra loro affiancati (nell’esempio in numero di 8) lungo una prima direzione X orizzontale, in cui la bocca di accesso 32 di ciascun vano 30 della prima serie à ̈ posta sostanzialmente alla stessa quota delle bocche di accesso 32 dei vani 30 della stessa serie.
Inoltre, il distributore 10 comprende una pluralità di tali prime serie (nell’esempio in numero di 4) tra loro allineate (una anteriormente all’altra) lungo una seconda direzione orizzontale Y e sostanzialmente ortogonale alla prima direzione orizzontale X.
In pratica, le bocche di accesso 32 delle prime serie anteriori presentando quote a scalare più alte rispetto alle bocche di accesso 32 delle prime serie ad esse posteriori, in modo che ciascuna bocca di accesso 32 sia frontalmente (ed inferiormente) libera dall’ingombro degli altri vani 30. In pratica, i vani 30 sono raggruppati in un gruppo compatto, come sopra descritto, all’interno del carter 20 (ed ivi fissato) e contenuto in un volume immaginario sostanzialmente parallelepipedo contenuto all’interno del carter 20 e distanziato dalle pareti dello stesso.
In una vantaggiosa forma di realizzazione, il distributore 10 comprende più di un gruppo come sopra descritto, ad esempio, il distributore 10 comprende tre gruppi di vani 30 sovrapposti, i quali globalmente sono contenuti in un volume immaginario sostanzialmente parallelepipedo contenuto all’interno del carter 20 e distanziato dalle pareti dello stesso.
Il distributore 10 comprende mezzi di prelievo e trasferimento 40 di almeno un articolo P, che sono operativamente collegati ad almeno un’unità di controllo e comando atta a comandarne e controllarne la movimentazione. I mezzi di prelievo e trasferimento 40, particolarmente, sono mobili, con tre gradi di libertà rispetto al carter 20, tra almeno una posizione di carico e scarico, in cui sono disposti in prossimità della bocca di accesso 32 di uno qualunque dei vani 30, per il prelievo selettivo di un articolo P dal rispettivo vano 30 che contiene la tipologia di articoli selezionata e/o per il carico di un articolo P nel vano stesso, ed una posizione di erogazione, in cui sono disposti in prossimità di una zona di rilascio, che verrà descritta più nel dettaglio nel seguito, asservita alla bocchetta d’erogazione 21, per lo scarico dell’articolo P prelevato.
L’unità di controllo e comando à ̈ operativamente collegata, a sua volta, all’unità di interfaccia ed à ̈ tale da controllare e comandare la movimentazione dei mezzi di prelievo e trasferimento 40 sia in funzione di un comando gestito dalla unità di interfaccia che in modo autonomo (ad esempio per la gestione delle operazioni di caricamento dei vani 30, come verrà descritto nel dettaglio più avanti).
Quando l’unità di controllo e comando à ̈ gestita dall’unità di interfaccia essa à ̈, vantaggiosamente, collegata anche a mezzi di consenso che sono attivabili a seguito dell’inserimento di mezzi di pagamento e/o identificazione dell’utente, quali monete, banconote, carte di credito o simili, per consentire ai mezzi di prelievo e trasferimento 40 di compiere un ciclo di trasferimento da una posizione carico e scarico alla posizione di erogazione, solo a pagamento avvenuto.
L’unità di controllo e comando à ̈ del tipo di un convenzionale processore programmabile (non rappresentato) e che à ̈ dotato di una memoria di informazioni relative alla posizione spaziale di ciascun vano 30 e alla tipologia di articoli P inseriti all’interno di ciascun vano 30.
La memoria à ̈, poi, collegata all’unità di interfaccia utente per l'aggiornamento di tali informazioni al variare delle caratteristiche degli articoli stessi alloggiati nei singoli vani 30 e/o l'inserimento di nuove informazioni.
Il sistema di selezione dell’unità di interfaccia à ̈ collegato in ingresso all'unità di controllo e comando per l'invio di informazioni relative all’articolo P da prelevare; nella memoria sono inoltre inserite istruzioni per l'associazione della tipologia dell’articolo P selezionato dall'utente alla posizione del vano 30 da cui effettuare il prelievo, ad esempio anche in relazione alla situazione corrente di giacenza o di scorta per quello specifico prodotto.
I mezzi di prelievo e trasferimento 40 comprendono un organo di presa 41 associato traslabile, lungo tre assi direzionali X,Y (orizzontali) e Z (verticale) tra loro ortogonali, all’interno del carter 20.
I mezzi di prelievo e trasferimento 40 comprendono un’incastellatura 42 per la guida della traslazione dell’organo di presa 41, che à ̈ associata internamente al carter 20 e delimita un volume immaginario sostanzialmente parallelepipedo che contiene tutti i vani 30.
In particolare, l’incastellatura 42 comprende due montanti 421 verticali, per la guida della traslazione lungo una direzione verticale Z ( i quali delimitano lateralmente tale volume immaginario), una traversa 422 orizzontale unita scorrevolmente alle opposte estremità ai montanti 421 (che delimita frontalmente il detto volume immaginario), per la guida della traslazione dell’organo di presa 41 lungo una prima direzione orizzontale X (parallela all’asse longitudinale della traversa 422 stessa).
L’organo di presa 41, infatti, à ̈ associato scorrevolmente alla traversa 422 rispetto all’asse longitudinale della traversa stessa.
I montanti 421 sono a loro volta associati scorrevolmente ad un basamento 43 (che delimita inferiormente il volume immaginario suddetto), solidale al carter 20, per la traslazione dei montanti stessi, nonché della traversa 422 e dell’organo di presa 41 ad essi associati, lungo la seconda direzione orizzontale Y.
In pratica, i montanti 421 sono tra loro distanziati di un interasse almeno superiore rispetto alla larghezza del gruppo di vani 30 rispetto alla prima direzione orizzontale X, in modo da poter essere disposti rispettivamente da parti opposte rispetto al/ gruppo/i di vani 30 e poter scorrere, lungo la seconda direzione orizzontale Y senza interferire con il/i gruppo/i di vani 30 stessi.
In pratica, grazie alla traslazione rispetto ai tre assi direzionali X,Y e Z à ̈ possibile muovere l’organo di presa 41 in modo che questo, spostandosi all’interno del volume immaginario delimitato dall’incastellatura 42, si possa portare in prossimità di ciascuno dei vani 30, ed in particolare in prossimità di ciascuna bocca di accesso 32 degli stessi.
Il volume immaginario à ̈ quindi delimitato lateralmente dal piano verticale di movimentazione dei montanti 421, frontalmente dal piano verticale di movimentazione della traversa 422 (posteriormente dai fine corsa imposti lungo la seconda direzione orizzontale Y), e inferiormente dal piano di giacitura orizzontale del basamento 43 (e superiormente dai fine corsa imposti dalla lunghezza dei montanti 421 alla corsa verticale della traversa 422).
I mezzi di prelievo e trasferimento 40 comprendono, inoltre, mezzi motori indipendenti, di tipo reversibile atti a movimentare l’organo di presa 41 in entrambi i versi, sia lungo la prima direzione orizzontale X che la seconda direzione orizzontale Y che la direzione verticale Z.
L’organo di presa 41 à ̈, ad esempio, associato scorrevolmente superiormente alla traversa 422 in modo da sporgere dal lato della stessa che si affaccia al/i gruppo/i di vani 30, ovvero che à ̈ posta internamente al volume immaginario.
In pratica l’organo di presa 41 à ̈ la parte più avanzata della traversa 422 rispetto alla seconda direzione orizzontale Y nel verso di avvicinamento ai vani 30.
L’organo di presa 41 comprende un piano d’appoggio 410 conformato per alloggiare un articolo P alla volta.
L’organo di presa 41, inoltre, comprende due sole sponde 411,412 salienti dal piano di appoggio 410 e poste da parti opposte lungo la seconda direzione orizzontale Y, ovvero la direzione di avvicinamento e allontanamento dell’organo di presa 41 dai vani 30.
In particolare, l’organo di presa 41 comprende una sponda anteriore 411 (rispetto al verso di avvicinamento dell’organo di presa ad un vano 30) ed una sponda posteriore 412, tra le quali à ̈ alloggiabile, ad esempio in presa tra le stesse, l’articolo P in appoggio sul piano d’appoggio 410. La sponda posteriore 412 à ̈, ad esempio, sostanzialmente sovrapposta in pianta alla traversa 422 o di poco sporgente anteriormente ad essa.
La sponda anteriore 411, (v. figura 15 a-d), à ̈ atta ad inserirsi all’interno di ciascun vano 30, posteriormente all’articolo P posto in appoggio sui lamierini 33 e, a seguito di un azionamento in traslazione dell’organo di presa 41 lungo la seconda direzione orizzontale Y nel verso di allontanamento dal vano 30, permette l’estrazione dell’articolo P dalla bocca di accesso 32, come meglio apparirà nel seguito.
La sponda posteriore 412, invece, permette la spinta dell’articolo P all’interno della bocca di accesso 32 di ciascun vano 30 per il caricamento dell’articolo stesso, a seguito dell’azionamento in traslazione dell’organo di presa 41 lungo la seconda direzione orizzontale Y nel verso di avvicinamento al vano 30.
La sponda anteriore 411 e la sponda posteriore 412 (v. figure 14 e 15) sono mobili reciprocamente rispetto alla seconda direzione orizzontale Y, in modo da poter stringersi a morsa sull’articolo P adattandosi alle dimensioni dell’articolo stesso.
L’organo di presa 41 comprende, particolarmente, mezzi di regolazione della distanza reciproca tra la sponda anteriore 411 e la sponda posteriore 412,.
Nell’esempio raffigurato, la sponda posteriore 412 à ̈ associata scorrevolmente rispetto al piano di appoggio 410, ad esempio all’interno di un’asola allungata e aperta superiormente ricavata lungo il piano di appoggio 410, il cui asse longitudinale à ̈ sostanzialmente parallelo alla seconda direzione orizzontale Y e la sua lunghezza à ̈ minore della lunghezza del piano di appoggio stesso lungo tale seconda direzione orizzontale Y.
Inoltre, i mezzi di regolazione comprendono almeno un elemento elastico, comprendente ad esempio una molla 413 elicoidale o simile interposta tra la sponda posteriore 412 e il piano di appoggio 410 e tale da spingere in avvicinamento la sponda posteriore 412 verso la sponda anteriore 411.
In pratica, l’articolo P quando à ̈ in appoggio sul piano d’appoggio 410 à ̈ atto ad essere trattenuto tra la sponda anteriore 411 e la sponda posteriore 412, in contrasto alla molla 413.
Il piano d’appoggio 410 e la sponda anteriore 411, come mostrato nelle figure, presentano larghezza (intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X) minore rispetto all’interspazio tra i due lamierini 33 di ciascun canale 31.
Inoltre, la sponda anteriore 411 presenta dimensioni complessive minori delle dimensioni complessive della bocca di accesso 32, in modo che la sponda anteriore 411 possa attraversare (con sufficiente gioco) la bocca di accesso 32 entrando nel canale 31 a seguito di una traslazione lungo la seconda direzione orizzontale Y.
La sponda posteriore 412, invece, presenta dimensioni complessive maggiori delle dimensioni complessive della bocca di accesso 32 (ad esempio à ̈ più larga della stessa, intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X), in modo che la sponda posteriore 412 riscontri contro le pareti del canale 31 senza entrare entro la bocca di accesso 32 a seguito di una traslazione lungo la seconda direzione orizzontale Y nel verso di avvicinamento dell’organo di presa 40 al vano 30.
In pratica, l’apertura delle sponde 411,412 per la presa a morsa e il rilascio di un articolo P in appoggio sul piano di appoggio 410 avviene a seguito dell’inserimento dell’organo di presa 41 nel vano 30, ovvero a seguito di una traslazione dello stesso lungo la seconda direzione orizzontale Y in avvicinamento al vano 30 quando il piano di appoggio 410 dell’organo di presa 41 à ̈ sostanzialmente complanare ai lamierini 33 (ovvero alla parete di fondo) del canale 31. Si ha infatti che, durante la traslazione suddetta, inizialmente la sponda anteriore 411 entra all’interno del canale 31, fino a quando la parete posteriore 412 entra in contatto con la parete anteriore del canale 31 che contorna la bocca di accesso 32; proseguendo poi la traslazione dell’organo di presa lungo la stessa seconda direzione orizzontale X nello stesso verso, la sponda anteriore 411 continua la sua corsa verso la parete posteriore del canale 31 mentre la sponda posteriore rimane (fissa) in appoggio sulla la parete anteriore del canale 31 che contorna la bocca di accesso 32.
In pratica la sponda anteriore 411 si allontana dalla sponda posteriore 412 in contrasto all’azione esercitata dalla molla 413 per poter alloggiare un articolo P in appoggio sul piano di appoggio 410, come meglio verrà descritto nel seguito.
Il distributore 10 comprende vantaggiosamente ma non limitatamente mezzi di riempimento 50 atti ad accogliere una pluralità di articoli P di differente tipologia alla rinfusa, ovvero senza un predeterminato ordine sia di tipologia che di posizione, i quali sono definiti ad esempio all’interno del carter 20, o in una zona comunque chiusa e posta accanto al carter 20.
I mezzi di riempimento 50 comprendono una camera di carico di volume sufficiente a contenere un elevato numero di articoli P, ad esempio la camera di carico presenta una capienza maggiore della capienza di un vano 30.
Ciascuno articolo P à ̈ dotato di un codice identificativo o una caratteristica distintiva per l’identificazione della tipologia dell’articolo.
E’ sufficiente riporre gli articoli P entro la camera di carico, senza che per essi sia necessaria, da parte dell’operatore addetto al caricamento, una scelta in base a tale codice identificativo o caratteristica distintiva degli stessi, ovvero si possono inserire all’interno della camera di carico alla rinfusa, tra loro mescolati rispetto alla tipologia.
Il codice identificativo può essere scelto tra il codice a barre del prodotto, il colore dell’articolo, la marca dello stesso, la forma dell’articolo o simile caratteristica identificabile otticamente.
In pratica, i mezzi di riempimento comprendono un tamburo 51 che delimita e definisce tale camera di carico; ad esempio, il tamburo 51 à ̈ cilindrico e ad asse orizzontale ed à ̈ associato girevolmente, rispetto al suo asse, al carter 20 (oppure ad un ulteriore carter fissabile, anche in modo removibile, al carter 20).
Ad esempio, il tamburo 51 à ̈ supportato in rotazione da uno o più barre portanti che definiscono il carter 20 (che per semplicità descrittiva definiamo come un unico carter che sostiene sia i vani che l’incastellatura 42 che il tamburo 51, sebbene possa essere realizzato in due parti separabili e reciprocamente fissabili solo al momento in cui l’operatore addetto provvede al caricamento del distributore 10) ed à ̈ destinato ad essere contenuto all’interno del carter stesso, in una zona affiancata (nell’esempio posteriore) al/i gruppo/i di vani 30.
Ad esempio il tamburo 51 (così come tutti i mezzi di riempimento 50) non à ̈ visibile dall’esterno del carter 20 (quando chiuso da lastre di tamponamento antimanomissione non mostrate, come noto al tecnico del settore) se non previa apertura dello sportello a cui ha accesso il solo personale addetto al caricamento e alla manutenzione del distributore 10 o attraverso eventuali porzioni trasparenti del carter stesso.
Il tamburo 51 comprende, in corrispondenza del mantello, una apertura 510, ad esempio sostanzialmente quadrangolare di forma coniugata alla forma in pianta di un articolo P sdraiato e di dimensioni complessive leggermente superiori ad esso, in modo che un articolo P possa entrare ed uscire dal tamburo 51 mediante l’apertura 510 stessa senza forzamenti.
Nell’esempio l’apertura 510 presenta forma rettangolare con asse longitudinale sostanzialmente parallelo all’asse del tamburo 51.
Durante la rotazione del tamburo 51 l’apertura 510 à ̈ mobile tra una posizione di carico, in cui à ̈ rivolta verso l’alto (intendendo per “verso l’alto†qualsiasi posizione in cui essa non à ̈ in grado di scaricare per gravità gli articoli P posti al suo interno), e una posizione di scarico, in cui à ̈ rivolta verso il basso (intendendo per “verso il basso†la posizione in cui l’apertura à ̈ allineata in pianta con l’asse del tamburo 51 ed à ̈ posta ad esso inferiormente e qualunque posizione nell’intorno di tale posizione di allineamento che permetta lo scarico spontaneo di almeno un articolo P dal tamburo 51 per gravità).
In pratica, con l’apertura 510 in una posizione di carico l’operatore addetto al caricamento degli articoli P nel distributore 10 può inserire, attraverso l’apertura 510 stessa, un numero a piacere di articoli P all’interno del tamburo 51; azionando poi in rotazione il tamburo stesso l’apertura 510 si porta in una posizione di scarico in modo che il tamburo 51 eroghi almeno un articolo alla volta per caduta gravitazionale.
I mezzi di riempimento 50 comprendono un elemento di azionamento in rotazione del tamburo 51, in particolare nell’esempio illustrato l’elemento di azionamento in rotazione comprende un motore elettrico, che à ̈ operativamente collegato all’unità di controllo e comando che ne comanda le fasi di arresto e corsa a seconda delle esigenze di carico e scarico degli articoli P nel tamburo 51.
I mezzi di riempimento 50 comprendono, inoltre, un gruppo di raccolta ed allineamento 60, atto a raccogliere gli articoli P erogati dall’apertura 510 del tamburo 51 e disporli in modo ordinato, ovvero tutti in posizione sdraiata stabilmente in appoggio su una faccia maggiore dell’articolo P.
Il gruppo di raccolta ed allineamento 60 comprende una tramoggia 61 (opzionale) atta ad essere disposta inferiormente al tamburo 51 ed allineata verticalmente con esso per accogliere gli articoli P che cadono dalla apertura 510 quando questa passa, ad esempio durante la rotazione, nella posizione di scarico.
Il gruppo di raccolta ed allineamento 60, poi, comprende vantaggiosamente un trasportatore 62,63, il quale à ̈ posto inferiormente alla tramoggia 61 (se presente) o direttamente al di sotto del tamburo 51, in modo da ricevere gli articoli P in caduta dalla apertura 510.
Il trasportatore 62,63 comprende un primo trasportatore, ad esempio un primo nastro trasportatore 62, che definisce un piano di raccolta mobile posto inferiormente (e allineato in pianta) alla tramoggia 61 (se presente) o direttamente al di sotto del tamburo 51, in modo da raccogliere gli articoli P che cadono dalla apertura 510 i quali si vanno ad appoggiare, dunque, sul primo nastro trasportatore 62.
Il primo nastro trasportatore 62 comprende almeno una parete fissa 620 inclinata rispetto alla direzione di avanzamento degli articoli sul primo nastro trasportatore stesso, la quale ad esempio presenta forma arcuata e attraversa tutta la campata del primo nastro trasportatore stesso da un’estremità laterale all’altra.
La parete fissa 620, in pratica, à ̈ atta venire in contatto con gli articoli P in transito sul primo nastro trasportatore 62 impartendo ad essi una rotazione (rispetto ad un asse ortogonale al piano di raccolta definito dal primo nastro trasportatore stesso) e convogliandoli verso un’estremità laterale del primo nastro trasportatore stesso per lo scarico da esso da una zona di scarico delimitata dalla parete fissa stessa.
Vantaggiosamente, nell’esempio illustrato, il primo nastro trasportatore 62 presenta asse longitudinale inclinato rispetto all’orizzontale, in modo che l’estremità di monte, rispetto al verso di avanzamento degli articoli P in transito sul primo nastro trasportatore stesso, si trovi ad una quota inferiore dell’estremità di valle dello stesso. Il trasportatore 62,63 comprende un secondo trasportatore, ad esempio un secondo nastro trasportatore 63 posto a valle del primo nastro trasportatore 62, nel verso di avanzamento degli articoli sul primo nastro trasportatore stesso, e atto a ricevere gli articoli P che cadono dal primo nastro trasportatore stesso a seguito della rotazione impartita dalla parete fissa 620.
Tra il primo nastro trasportatore 62 ed il secondo nastro trasportatore 63 sono interposti mezzi di rilevazione del passaggio di un articolo P.
I mezzi di rilevazione sono ad esempio del tipo di una fotocellula, la quale à ̈ atta a contare e indentificare il passaggio di un articolo ed, essendo operativamente collegata con l’unità di controllo e comando, à ̈ atta ad interrompere l’avanzamento imposto al primo nastro trasportatore 62 non appena un articolo P à ̈ stato da esso scaricato dalla zona di scarico, fino a quando tale articolo non viene scaricato dal secondo nastro trasportatore 63.
Il secondo nastro trasportatore 63 à ̈, ad esempio, posto con asse longitudinale sostanzialmente ortogonale all’asse longitudinale del primo nastro trasportatore 62.
Almeno una porzione (intermedia tra le estremità longitudinali del secondo nastro trasportatore 63 à ̈ posta inferiormente (allineata in pianta) alla zona di scarico del primo nastro trasportatore 62, in modo da ricevere in appoggio su di esso gli articoli scaricati dal primo nastro trasportare 62.
Il secondo nastro trasportatore 63, particolarmente, comprende mezzi per fare eseguire una rotazione di 90° agli articoli P in transito su di esso.
In pratica, il secondo nastro trasportatore 63 comprende una coppia di nastri di trasporto ad esempio sostanzialmente complanari, di cui un primo nastro 631 e un secondo nastro 632 che sono affiancati ad asse longitudinale parallelo e mobili in direzioni opposte.
Inoltre, il secondo nastro trasportatore 63 presenta piano di giacitura inclinato rispetto alla direzione di avanzamento degli articoli in transito sul secondo nastro trasportatore stesso, in modo che il primo nastro 631 si trovi ad una quota leggermente superiore rispetto al secondo nastro 632.
Inoltre, a lato del secondo nastro 632 il secondo nastro trasportatore 63 presenta una sponda laterale 633, la quale ad esempio presenta asse longitudinale parallelo all’asse longitudinale del secondo nastro stesso e si sviluppa per l’intera lunghezza dello stesso, in modo da trattenere lateralmente gli articoli in transito sul secondo nastro 632.
Gli articoli P a seguito della rotazione di 90° imposta dalla movimentazione inversa del primo e del secondo nastro 631,632 vengono forzati, per gravità, ad andare in appoggio sul solo secondo nastro 632 e sulla sponda laterale 633.
Il primo nastro trasportatore 62 e/o il secondo nastro trasportatore 63 comprendono ciascuno una asta di ribaltamento, rispettivamente 621 e 634, la quale à ̈ sospesa al di sopra del rispettivo nastro trasportatore, ad esempio fissata ad una sponda laterale dello stesso (nel caso del secondo nastro trasportatore 63 alla sponda laterale 633) e derivantesi a sbalzo da essa, ad una quota superiore rispetto alla altezza massima dell’articolo P in posizione sdraiata in appoggio su una faccia maggiore dello stesso e minore rispetto alla altezza massima dell’articolo P in posizione sdraiata in appoggio su una faccia minore dello stesso.
Ciascuna asta di ribaltamento, rispettivamente 621 e 634, Ã ̈ quindi atta ad entrare in contatto con un articolo P, ribaltandolo, che, in transito sul rispettivo nastro trasportatore 62,63, non fosse disposto in posizione sdraiata stabilmente in appoggio su una faccia maggiore dello stesso.
In tal modo a valle della asta di ribaltamento 621,631 gli articoli P sono certamente disposti in posizione sdraiata stabilmente in appoggio su una faccia maggiore degli stessi. Il secondo nastro 632 presenta una larghezza (dimensione trasversale rispetto all’asse longitudinale) minore rispetto alla larghezza del primo nastro 631 e, in particolare, la larghezza del secondo nastro 632 à ̈ sostanzialmente pari (o di poco superiore) alla larghezza minima di un articolo P sdraiato stabilmente in appoggio su una faccia maggiore dello stesso.
Il primo nastro 631 può comprendere, ad esempio, una o più bande trasversali (inclinate od ortogonali rispetto all’asse longitudinale del primo nastro stesso), le quali presentano una superficie ad elevato coefficiente di attrito, che quando passano al di sotto degli articoli P in transito in direzione opposta sul secondo nastro 632 ne forzano la rotazione di 90°.
Il secondo nastro trasportatore 63 comprende ulteriori mezzi di rilevazione del passaggio di un articolo P, posti in corrispondenza dell’estremità di valle del secondo nastro 632, nel verso di avanzamento dei prodotti P sul secondo nastro stesso.
Gli ulteriori mezzi di rilevazione sono ad esempio del tipo di una fotocellula, la quale à ̈ atta a contare e rilevare l’arrivo di un articolo P in prossimità dell’estremità di valle del secondo nastro 632 ed, essendo operativamente collegata con l’unità di controllo e comando, à ̈ atta ad interrompere l’avanzamento imposto al secondo nastro 632 (e al primo nastro 631) prima che l’articolo P sia da esso scaricato.
In pratica, sul secondo nastro trasportatore 63 Ã ̈ presente sempre un unico articolo P alla volta.
Il trasportatore 62,63 potrebbe, in alternativa a quanto sopra descritto, essere costituito dal solo secondo nastro trasportatore 63 sul quale cadono direttamente gli articoli (uno alla volta) direttamente dal tamburo 51.
Il gruppo di raccolta ed allineamento 60 comprende una bocca di uscita 64 di un articolo P alla volta, in cui tutti gli articoli P sono ordinati secondo quanto descritto sopra, e che à ̈ posta a valle (nel verso di avanzamento degli articoli P imposto dal secondo nastro 632) dell’estremità di valle del secondo nastro trasportatore 63, ovvero del secondo nastro 632.
La bocca di uscita 64 comprende un piano inclinato 640 di discesa che prolunga assialmente il secondo nastro 632 ed à ̈, ad esempio, dotata di sponde laterali 641 ad esempio convergenti.
Il piano inclinato 640 comprende una asola passante 642, sostanzialmente centrale la quale à ̈ aperta in corrispondenza dell’estremità inferiore dello stesso piano inclinato 640 (distale dal secondo nastro 63).
La bocca di uscita 64 vantaggiosamente à ̈ disposta sostanzialmente allineata in pianta ad almeno un gruppo di vani 30 (ad esempio al di sotto del gruppo di vani 30 più basso), o comunque disposta in una zona compresa tra i montanti 421, in modo da poter essere raggiunta frontalmente (come meglio verrà descritto nel seguito) dai mezzi di prelievo e trasferimento 40.
In pratica, l’asola passante 642 à ̈ disposta con asse longitudinale parallela alla seconda direzione orizzontale Y.
I mezzi di prelievo e trasferimento 40 sono atti a prelevare un articolo P alla volta in uscita dalla bocca di uscita 64 del gruppo di raccolta ed allineamento 60 per portare lo stesso in ingresso ad uno dei vani 30 (quello a cui à ̈ destinato a seconda della tipologia) di un gruppo di vani 30.
In pratica, l’organo di presa 41 à ̈ atto a prendere in consegna (appoggiandolo sul piano di appoggio 410) un articolo P che si trova in appoggio sul piano inclinato 640. L’organo di presa 41, quando si trova in prossimità (in contatto) dell’estremità inferiore del piano inclinato 640, attiva un consenso che riattiva per un limitato periodo di tempo la movimentazione del secondo nastro 632 in modo tale che l’articolo P posto alla sua estremità di valle possa essere spinto a scendere lungo il piano inclinato 640.
Il piano d’appoggio 410 e la sponda anteriore 411, come mostrato nelle figure, presentano larghezza (intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X) minore rispetto alla larghezza della asola passante 642. La sponda posteriore 412, invece, presenta dimensioni complessive maggiori delle dimensioni complessive dell’asola passante 642 (ad esempio à ̈ più larga della stessa, intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X) in modo che la sponda posteriore 412 riscontri frontalmente contro le sponde laterali 641 del piano inclinato 640 senza entrare entro l’asola passante stessa a seguito di una traslazione lungo la seconda direzione orizzontale Y nel verso di avvicinamento dell’organo di presa 40 al piano inclinato 640.
In pratica il piano di appoggio 410 e la sponda anteriore 411 si dispongono al di sotto dell’asola passante 640 quando la sponda posteriore 412 riscontra contro le sponde laterali 641 del piano inclinato 640.
In pratica, l’apertura delle sponde 411,412 per la presa a morsa e il rilascio di un articolo P in appoggio sul piano di appoggio 410 avviene a seguito dell’’inserimento dell’organo di presa 41 nell’asola passante 642, ovvero a seguito di una traslazione dello stesso lungo la seconda direzione orizzontale Y in avvicinamento al vano 30 quando il piano di appoggio 410 dell’organo di presa 41 à ̈ sostanzialmente complanare all’estremità libera inferiore del piano inclinato 640. Si ha infatti che durante la traslazione suddetta, inizialmente, la sponda anteriore 411 entra all’interno dell’asola passante 642, fino a quando la sponda posteriore 412 entra in contatto con le sponde laterali 641 (e/o il fondo) del piano inclinato 640; proseguendo, poi, la traslazione dell’organo di presa 41 lungo la stessa seconda direzione orizzontale X nello stesso verso, la sponda anteriore 411 continua la sua corsa di avanzamento, mentre la sponda posteriore 412 rimane (fissa) in appoggio sulle sponde laterali 641 del piano inclinato 640.
In pratica la sponda anteriore 411 si allontana dalla sponda posteriore 412 in contrasto all’azione esercitata dalla molla 413 permettendo l’inserimento dell’articolo tra le sponde 411,412 stesse.
Quando l’articolo P, quindi, à ̈ posizionato al di sopra dell’asola passante 642 à ̈ sufficiente sollevare, lungo la direzione verticale Z, l’organo di presa 41 affinché il piano di appoggio 410, sollevandosi oltre il piano inclinato 640 (attraverso l’asola passante 642), riceva in appoggio l’articolo P.
In pratica le sponde laterali 641 (in particolare l’estremità inferiore delle stesse) presentano una altezza sufficiente per accompagnare la traslazione verticale della sponda posteriore 412 mantenendo la stessa in posizione di apertura rispetto alla sponda anteriore 411.
Continuando il sollevamento dell’organo di presa 41 (o arretrando l’organo di presa stesso lungo la seconda direzione orizzontale Y), fino a quando la sponda posteriore 412 libera l’impegno con le sponde laterali 641 del piano inclinato 640, la sponda anteriore 411 e la sponda posteriore 412 si chiudono a morsa sull’articolo P trattenendolo stabilmente in appoggio sul piano di appoggio 410.
Il distributore 10 può comprendere inoltre mezzi di centratura dell’articolo sull’organo di presa 4, i quali ad esempio sono posti subito a valle della bocca di uscita 64 nel verso di avanzamento degli articoli dal gruppo di raccolta ed allineamento 60 ad uno dei vani 30.
I mezzi di centratura comprendono una coppia di riscontri affacciati rispetto alla prima direzione orizzontale X e fissati internamente al carter 20 ad una distanza maggiore della larghezza degli articoli P (intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X in posizione sdraiata su una faccia maggiore dello stesso).
In pratica, i mezzi di centratura nell’esempio sono definiti dall’estremità libera inferiore delle sponde laterali 641. Una volta che l’organo di presa 41 ho preso in consegna l’articolo P, ovvero esso à ̈ in appoggio stabile sul piano di appoggio 410 ed à ̈ trattenuto a morsa tra la sponda anteriore 411 e la sponda posteriore 412, l’unità di controllo e comando ne comanda la traslazione nei due versi di un limitato tratto lungo la prima direzione orizzontale X. L’articolo P in appoggio sul piano di appoggio 41 viene, quindi, in contatto in sequenza con le sponde laterali 641 del piano inclinato 640, eventualmente traslando trasversalmente rispetto all’organo di presa 41 e disponendosi con asse longitudinale centrale sostanzialmente centrato sull’asse longitudinale centrale del piano di appoggio 410.
Una volta eseguito il centraggio dell’articolo P sull’organo di presa 41 i mezzi di prelievo e trasferimento 40 possono trasferire l’articolo P preso in consegna dall’organo di presa stesso verso uno dei vani 30 a cui à ̈ destinato.
Lungo il percorso seguito da ciascun articolo P tra il gruppo di raccolta ed allineamento fino al vano 30, ad esempio a seguito della presa in consegna dello stesso dall’organo di presa 41 (a valle della bocca di uscita 64), il distributore 10 comprende almeno un sensore ottico atto a leggere il codice identificativo dell’articolo P prelevato dalla bocca di uscita 64, il quale à ̈ operativamente collegato all’unità di controllo e comando dei mezzi di prelievo e trasferimento 40 per l’identificazione della tipologia e il comando della disposizione dell’articoli P selettivamente in ciascuno dei vani 30, in modo da dividere gli articoli in pile di articoli tra loro conformi rispetto al codice identificativo (alla tipologia) degli stessi.
Il sensore ottico, unitamente alla unità di controllo e comando, infatti, provvede a classificare la pluralità di tipologie differenti di articoli P distinguendoli a seconda del codice identificativo, ovvero, leggendo il codice identificativo, ad esempio il codice a barre dell’articolo P; il sensore ottico 11 invia poi un segnale all’unità di controllo e comando che comanda la movimentazione dei mezzi di prelievo e trasferimento 40 dalla zona prossimale alla bocca di uscita 64 ad una zona posta in prossimità della bocca di accesso 32 di uno qualunque dei vani 30, ovvero il vano 30 che à ̈ stato pre-memorizzato per quella determinata tipologia di articoli P che si trova sull’organo di presa 41.
In pratica, il distributore 10 immagazzina ciascun articolo P smistandoli nel pre-selezionato vano 30, dividendo gli stessi articoli in funzione del codice identificativo ovvero suddividendoli ed ordinandoli in rispettivi gruppi di articoli P, ciascuno dei quali presenta il medesimo codice identificativo o comunque facenti parte della medesima tipologia.
Vantaggiosamente, la fase di inserimento dell’articolo P prelevato dalla bocca di uscita 64 e posto sull’organo di presa 41 all’interno del vano 30 avviene mediante impilamento dell’articolo P all’interno di un vano 30 accedendo (dal basso) dalla rispettiva bocca di accesso 32, per formare una pila omogenea rispetto alla tipologia dell’articolo P (v. figura 14 a-d).
La fase di carico di un articolo P in un vano 30 prevede, in particolare, che l’articolo P, prelevato dalla bocca di uscita 64 e disposto in appoggio sul piano d’appoggio 41, entri attraverso la bocca di accesso 32 e venga rilasciato in appoggio sui lamierini 33 (ovvero alla parete di fondo) del canale 31.
L’inserimento del primo articolo P nel vano 30 potrà avvenire per semplice traslazione lungo la seconda direzione orizzontale Y dell’organo di presa 41, una volta che l’articolo posto su di esso, mediante la traslazione lungo la prima direzione orizzontale X e la direzione verticale Z, sia disposto sostanzialmente allineato lungo la seconda direzione orizzontale Y alla bocca di accesso 32.
Una volta portato l’articolo P all’interno del canale 31 in modo che si sovrapponga in pianta ai lamierini 33, viene comandato l’abbassamento dell’organo di presa 41 lungo la direzione verticale Z che, passando nell’interspazio aperto tra i lamierini stessi, lascia l’articolo P in appoggio stabile sui lamierini 33 e libera così il piano d’appoggio 41.
Quando l’organo di presa 41 entra nel canale 31 attraverso la bocca di accesso 32 apre, come sopra descritto, la sponda anteriore 411 rispetto alla sponda posteriore 412 lasciando l’articolo libero di essere rilasciato all’interno del canale 31.
Nel caso vi siano già articoli P disposti nel canale 31 in appoggio sui lamierini 33, l’organo di presa 41 verrà disposto, in modo tale che la sponda anteriore 411 contatti da sotto una zona perimetrale frontale (prossimale alla bocca di accesso 32) della faccia inferiore maggiore dell’articolo P più basso della fila.
Quando l’organo di presa 41 si trova in tale posizione viene sollevato lungo la direzione verticale Z, sollevando al contempo l’articolo P più basso della pila, che si inclinerà all’indietro.
Il sollevamento lungo la direzione verticale Z dell’organo di presa 41 si arresta quando il piano d’appoggio 410 à ̈ sostanzialmente complanare o di poco sopraelevato rispetto al piano definito dai lamierini 33.
Successivamente, l’organo di presa 41 à ̈ spinto verso la parete posteriore del canale 31 lungo la seconda direzione orizzontale Y e l’articolo P, in appoggio sul piano d’appoggio 41, scorre al disotto della pila di articoli P già presenti all’interno del canale 31 fino a quando à ̈ allineato verticalmente ai lamierini 33.
Una volta che l’articolo P à ̈ disposto completamente internamente al canale 31 e gli altri articoli P presenti nel canale stesso sono sovrapposti ad esso, l’organo di presa 41 viene abbassato lungo la direzione verticale Z e, passando nell’interspazio aperto tra i lamierini stessi, lascia l’articolo P in appoggio stabile sui lamierini 33 e libera così il piano d’appoggio 41.
Quando l’organo di presa 41 entra nel canale 31 attraverso la bocca di accesso 32 apre, come sopra descritto, la sponda anteriore 411 rispetto alla sponda posteriore 412 lasciando l’articolo libero di essere rilasciato all’interno del canale 31.
Per operare lo scarico di un articolo P da un vano 30 l’unità di controllo e comando à ̈ atta ad azionare i mezzi di prelievo e trasferimento 40 all’inverso rispetto a quanto sopra descritto.
In particolare (v. figura 15 a-d) l’organo di presa 41, mediante la traslazione dello viene posizionato al di sotto del vano 30, in modo tale che la sponda anteriore 411 sia disposta inferiormente ed allineata verticalmente all’interspazio tra l’articolo P più basso - in appoggio sui lamierini 33 e la parete posteriore del canale 31, interspazio determinato come descritto sopra dall’elemento distanziale.
Inoltre, la sponda posteriore 412, riscontrando contro il bordo della bocca di accesso 32 durante la traslazione in avvicinamento dell’organo di presa 41 al vano 30 lungo la seconda direzione orizzontale Y, si apre rispetto alla sponda anteriore 411 rendendo possibile l’accesso al piano di appoggio 410 dell’articolo P.
Operando una traslazione verticale di sollevamento dell’organo di presa 41 questo oltrepassa i lamierini 33 e prende in consegna l’articolo P più basso della pila, sollevandolo leggermente dall’appoggio sui lamierini 33.
Successivamente, l’unità di controllo e comando comanda l’arretramento dell’organo di presa 41 lungo la seconda direzione orizzontale Y, in modo da estrarre l’articolo P dalla bocca di accesso 32.
La sponda anteriore 411, durante tale arretramento si stringe, tramite l’azione della molla 413, sull’articolo P prelevato mantenendolo saldamente in presa.
Il distributore 10, come detto sopra, comprende poi una zona di rilascio dell’articolo P che viene prelevato da un vano 30 a seguito della selezione dall’utente operata attraverso i mezzi di interfaccia.
La zona di rilascio comprende, oltre alla bocchetta di erogazione 21, anche un dispositivo di distacco 70 dell’articolo P, atto ad operare il distacco dell’articolo P in appoggio sul piano di appoggio 410 dall’organo di presa 41 per renderlo disponibile per la bocchetta di erogazione stessa.
Particolarmente, agli scopi del presente trovato, il dispositivo di distacco 70 à ̈ disposto sostanzialmente allineato in pianta ad almeno un gruppo di vani 30 (ad esempio al di sopra del gruppo centrale di vani 30), o comunque disposto in una zona compresa tra i montanti 421 (all’interno dell’ingombro spaziale dell’incastellatura 42, ovvero del detto volume immaginario che contiene tutti i vani 30), in modo da poter essere raggiunto (come meglio verrà descritto nel seguito) dai mezzi di prelievo e trasferimento 40.
La bocchetta di erogazione 21 à ̈, invece, à ̈ posta al di fuori dell’ingombro spaziale della incastellatura 42 ed à ̈ separata dai mezzi di distacco (sia verticalmente che orizzontalmente).
Il dispositivo di distacco 70 comprende uno scivolo 71 associato solidalmente internamente al carter 2, ad esempio lo scivolo 71 à ̈ ricavato in pezzo unico (o fissato) con alcuni canali 31 dei un gruppo di vani 30, in una zona superiore ed anteriore del gruppo di vani stessi, in modo che risulti accessibile dall’alto (mediante una traslazione lungo la direzione verticale Z verso il basso) dall’organo di presa 41.
Lo scivolo 71 comprende una feritoia passante 710 la quale à ̈ aperta in corrispondenza dell’estremità anteriore, ovvero l’estremità rivolta verso la traversa 422 che sorregge l’organo di presa 41.
In pratica, feritoia passante 710 Ã ̈ disposta con asse longitudinale parallela alla seconda direzione orizzontale Y.
Il piano d’appoggio 410 e la sponda anteriore 411, come mostrato nelle figure, presentano larghezza (intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X) minore rispetto alla larghezza della feritoia passante 710.
La sponda posteriore 412 (così come l’articolo P), invece, presenta dimensioni complessive maggiori delle dimensioni complessive dell’asola passante 642 (ad esempio à ̈ più larga della stessa, intendendo per larghezza la dimensione lungo la prima direzione orizzontale X) in modo che l’articolo P sdraiato su una faccia maggiore non possa entrare entro la feritoia passante 710 stessa a seguito di una traslazione lungo la direzione verticale Z nel verso di avvicinamento dell’organo di presa 40 allo scivolo 71.
In pratica, per operare il distacco dell’articolo P dall’organo di presa 41 à ̈ sufficiente posizionare l’organo di presa stesso in modo che risulti verticalmente sovrapposto allo scivolo 71, con il piano di appoggio 410 (e la sponda anteriore 411) allineato in pianta con la feritoia passante 710.
In tale posizione la sponda posteriore 412 à ̈ disallineata in pianta con lo scivolo, in modo da non interferire con esso nemmeno a seguito di un abbassamento lungo la direzione verticale Z dell’organo di presa 41.
Con l’organo di presa 41 in tale posizione l’unità di controllo e comando comanda l’abbassamento lungo la direzione verticale Z dell’organo di presa 41, per il quale il piano di appoggio 410 (e la sponda anteriore 411), entrando dapprima entro la feritoia passante 710, si dispone poi ad un livello inferiore rispetto ad essa lasciando, al contempo, l’articolo P in appoggio sullo scivolo 71.
In pratica, lo scivolo 71 funge da riscontro verticale (contro l’abbassamento) per l’articolo P che si viene quindi a sfilare dalla morsa della sponda anteriore 411 e della sponda posteriore 412 e rimane libero di scorrere (lateralmente) lungo la direzione di pendenza dello scivolo 71.
L’asola passante 710, essendo aperta anteriormente, non offre alcuna resistenza all’organo di presa 41 che, quindi, può scorrere verticalmente distaccandosi dall’articolo P. Nella pratica, lo scivolo 71 à ̈ la parete superiore di un corpo scatolare 711 sostanzialmente cavo e vuoto internamente, il quale à ̈ fissato superiormente ed anteriormente ad un gruppo di vani 30, nella cui parete frontale anteriore à ̈ ricavata una ulteriore feritoia passante aperta superiormente che prolunga verticalmente la feritoia passante 710 e definisce, inferiormente, un fine corsa verticale per l’organo di presa 41.
Il dispositivo di distacco 70 comprende un elemento di raccordo, atto a raccordare lo scivolo 71 alla bocchetta di erogazione 21.
L’elemento di raccordo à ̈, vantaggiosamente, mobile alternativamente tra una posizione di raccordo, in cui prolunga assialmente ed inferiormente lo scivolo 71, proiettandosi esternamente ad esso (per il raccordo dello stesso con la bocchetta di erogazione 21), e una posizione di non raccordo, in cui à ̈ retratto in modo da essere sostanzialmente contenuto all’interno dell’ingombro verticale dello scivolo 71.
L’elemento di raccordo comprende un pianale 72.
Il pianale 72, ad esempio, à ̈ associato in modo oscillante allo scivolo 71 in corrispondenza dell’estremità inferiore dello scivolo stesso
Non si esclude, che il pianale 72 possa essere associato allo scivolo 71 in modo telescopico o mediante altro collegamento che ne permetta il passaggio tra la posizione di raccordo e la posizione di non raccordo.
Il pianale 72, ad esempio, à ̈ conformato sostanzialmente ad “L†, in pratica definendo una pima falda 721 e una seconda falda 722 tra loro unite da un bordo piegato sostanzialmente a gomito, ad esempio, di un angolo ottuso sostanzialmente pari all’angolo di inclinazione (pendenza) dello scivolo 71 rispetto alla verticale.
Il pianale 72, ad esempio, à ̈ associato in modo oscillante allo scivolo 71 in corrispondenza dell’estremità inferiore dello scivolo stesso e del bordo ripiegato del pianale 72, in modo che una delle falde 721,722 del pianale 72 (nell’esempio la seconda falda 722) possa prolungare assialmente lo scivolo 71 e l’altra sia contenuta all’interno dell’ingombro verticale dello scivolo stesso. In pratica, la seconda falda 722 à ̈ alternativamente mobile tra la posizione di raccordo e la posizione di non raccordo, come meglio apparirà nel seguito.
La prima falda 721 Ã ̈ posta internamente al corpo scatolare 711 mentre la seconda falda 722 Ã ̈ posta esternamente al corpo scatolare 711 per prolungare assialmente lo scivolo 71.
La seconda falda 722 nella posizione di raccordo à ̈ sostanzialmente parallela o di poco inclinata (e complanare) allo scivolo 71, mentre nella posizione di non raccordo à ̈ posta sostanzialmente verticale (e la prima falda 721 à ̈ sostanzialmente parallela allo scivolo 71 a battuta al di sotto di esso) in una posizione di equilibrio stabile.
La prima falda 721 Ã ̈ conformata in modo che il suo sviluppo in pianta si prolunghi oltre la proiezione verticale della feritoia passante 710 (anche quando la seconda falda 722 Ã ̈ nella posizione di raccordo).
In pratica, la prima falda 721 à ̈ (sia nella posizione di raccordo che nella posizione di non raccordo) allineata in pianta con almeno una porzione della feritoia passante 710. L’organo di presa 41 à ̈ atto a portare il pianale 72 dalla posizione non di raccordo alla posizione di raccordo, ad esempio in contrasto alla forza di gravità agente sul pianale 72.
In pratica, il piano di appoggio 410, entrando all’interno della feritoia passante 710, come sopra descritto e prolungando la sua corsa verso il basso, à ̈ atto ad entrare in contatto con la prima falda 721 abbassandola e facendola ruotare, così, la seconda falda 722 dalla posizione verticale di non raccordo ruoti a sua volta verso la posizione di raccordo.
In pratica, l’articolo P, che viene rilasciato dall’organo di presa 41 sullo scivolo 71, percorre quest’ultimo fino all’estremità libera dello stesso dalla quale passa alla seconda falda 722 che, nel frattempo, si à ̈ sollevata per prolungare assialmente lo scivolo stesso.
La seconda falda 722 à ̈ conformata in modo che l’estremità libera della stessa sia allineata in pianta con la bocchetta di erogazione 21 (ad esempio attraverso ulteriori scivoli fissi, ad esempio fissati al carter 20, o altri ulteriori mezzi di trasporto dell’articolo, ad essa asserviti) in modo da scaricare l’articolo P, ad esempio per gravità, nella bocchetta di erogazione stessa.
L’invenzione così concepita à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti tutte rientranti nell’ambito del concetto inventivo, in pratica il dispositivo di distacco 70 può essere utilizzato anche in distributori di tipo noto, come ad esempio i distributori descritti nella domanda di brevetto nr. RE2012A000012 o anche in distributori privi di mezzi di riempimento nei quali l’operatore addetto al caricamento dei distributore provvede manualmente a caricare i singoli vani con articoli impilati.
Inoltre tutti i dettagli sono sostituibili da altri elementi tecnicamente equivalenti.
In pratica i materiali impiegati, nonché le forme e le dimensioni contingenti, potranno essere qualsiasi a seconda delle esigenze senza per questo uscire dall’ambito di protezione delle seguenti rivendicazioni.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Distributore (10) automatico di articoli che comprende un carter (20) scatolare, dotato di una bocchetta di erogazione (21) di un articolo (P) selezionato accessibile dall’esterno del carter (20), detto carter (20) alloggiando una pluralità di vani (30) per l’immagazzinamento di una pluralità di articoli (P) e mezzi di prelievo e trasferimento (40) comprendenti un organo di presa (41) atto a prelevare un articolo (P) alla volta da uno di detti vani (30) e associato traslabile, lungo tre assi direzionali (X,Y,Z) tra loro ortogonali, ad un’incastellatura (42) per la guida della traslazione dell’organo di presa stesso, in cui detta incastellatura (42) à ̈ associata internamente a detto carter (20) ed atta a delimitare un volume immaginario contenente detta pluralità di vani (30), e detta bocchetta di erogazione (21) à ̈ posta esternamente a detto volume, essendo previsto un dispositivo di distacco (70) dell’articolo (P), atto ad operare il distacco dell’articolo (P) dall’organo di presa (41) e scaricarlo nella bocchetta di erogazione (21), caratterizzato dal fatto che il dispositivo di distacco (70) à ̈ disposto internamente a detto volume e comprende almeno uno elemento di raccordo (72), atto a raccordare i mezzi di distacco (70) con la bocchetta di erogazione (21) e mobile tra una posizione di non raccordo, in cui à ̈ tutto contenuto all’interno di detto volume, e una posizione di raccordo, in cui si proietta almeno parzialmente all’esterno del volume.
  2. 2. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detto dispositivo di distacco (70) comprende uno scivolo (71) associato solidalmente al carter (2) e posto internamente a detto volume, detto elemento di raccordo comprendendo un elemento di prolunga (72) di detto scivolo (71) atto, in detta posizione di raccordo, a prolungare detto scivolo (71) lungo la direzione di pendenza dello stesso.
  3. 3. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1, in cui detto scivolo (71) comprende almeno una feritoia passante (710) in cui à ̈ atto ad essere inserito dall’alto detto organo di presa (41) per lasciare l’articolo (P) in appoggio su detto scivolo (71).
  4. 4. Distributore (10) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto elemento di prolunga (72) à ̈ associato girevolmente all’estremità inferiore di detto scivolo (71).
  5. 5. Distributore (10) secondo la rivendicazione 4, in cui detto elemento di prolunga (72) comprende un pianale conformato sostanzialmente ad “L†, definente una pima falda (721) e una seconda falda (722) tra loro unite da un bordo piegato sostanzialmente a gomito incernierato a detta estremità inferiore dello scivolo (71), in modo che detta prima falda (721) sia posta inferiormente allo scivolo (71) e detta seconda falda (722) possa oscillare tra detta posizione di raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente complanare a detto scivolo (71), e la posizione di non-raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente contenuta nell’ingombro verticale dello scivolo stesso.
  6. 6. Distributore secondo la rivendicazione 5, in cui la prima falda (721) presenta sviluppo longitudinale tale da prolungarsi oltre la proiezione verticale della feritoia passante (710) in modo da occluderla da sotto, l’oscillazione del pianale (72) essendo attivata dal passaggio dell’organo di presa (41) all’interno della feritoia passante stessa.
  7. 7. Dispositivo di distacco (70) di un articolo (P) da un organo di presa (41) di un distributore automatico che comprende un corpo scatolare (711) chiuso superiormente da uno scivolo (71) dotato di una fenditura passante (710) atta a lasciare passare detto organo di presa (41) trattenendo l’articolo (P) in appoggio sullo scivolo (71), caratterizzato dal fatto di comprendere un elemento di prolunga (72) di detto scivolo (71) mobile tra una posizione di raccordo, in cui prolunga detto scivolo (71) lungo la direzione di pendenza dello stesso, e una posizione di non raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente in cui à ̈ sostanzialmente contenuto nell’ingombro verticale dello scivolo stesso.
  8. 8. Dispositivo (70) secondo la rivendicazione 7, in cui detto elemento di prolunga (72) à ̈ associato girevolmente all’estremità inferiore di detto scivolo (71).
  9. 9. Dispositivo (70) secondo la rivendicazione 8, in cui detto elemento di prolunga (72) comprende un pianale conformato sostanzialmente ad “L†, definente una pima falda (721) e una seconda falda (722) tra loro unite da un bordo piegato sostanzialmente a gomito incernierato a detta estremità inferiore dello scivolo (71), in modo che detta prima falda (721) sia posta inferiormente allo scivolo (71) e detta seconda falda (722) possa oscillare tra detta posizione di raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente complanare a detto scivolo (71), e la posizione di non-raccordo, in cui à ̈ sostanzialmente contenuta nell’ingombro verticale dello scivolo stesso.
  10. 10. Dispositivo (70) secondo la rivendicazione 9, in cui la prima falda (721) presenta sviluppo longitudinale tale da prolungarsi oltre la proiezione verticale della feritoia passante (710) in modo da occluderla da sotto, l’oscillazione del pianale (72) essendo attivata dal passaggio dell’organo di presa (41) all’interno della feritoia passante stessa.
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