ITMT20090003A1 - Sollevatori a grande alzata libera - Google Patents

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Description

Descrizione dell'invenzione avente per titolo:
“Sollevatori a grande alzata liberaâ€
Descrizione
STATO DELL’ARTE
I carrelli elevatori utilizzano vari tipi di sollevatori telescopici tra i quali alcuni effettuano una prima corsa di sollevamento del carico, posizionato su una coppia di forche, senza alcun incremento dell'ingombro verticale del sollevatore, cioà ̈ senza che il sollevatore si allunghi in altezza. Ciò à ̈ ottenuto con quelli che vengono definiti sollevatori a grande alzata libera che di solito sono composti da un telaio fissato al telaio del carrello elevatore e uno oppure due telai mobili, scorrevoli uno dentro l’altro.
Ambedue i tipi di sollevatori a grande alzata libera, a uno o due telai mobili, realizzano la prima fase di sollevamento tramite lo stelo di un cilindro idraulico, di altezza ridotta rispetto all’altezza dei telai del sollevatore, posizionato in mezzeria del sollevatore, che allungandosi solleva la piastra porta forche sino al filo superiore dei montanti senza alcun scorrimento del o dei telai mobili, cioà ̈ conservando inalterata l’altezza del sollevatore.
La piastra porta forche, collegata al cilindro idraulico tramite catene e pulegge di rinvio, effettua una corsa pari al doppio di quella del cilindro stesso.
La seconda fase di sollevamento viene fatta tramite una coppia di cilindri idraulici montati sui lati esterni del sollevatore, o dietro di questo, che allungandosi provocano lo sfilamento dei telai mobili del sollevatore con conseguente incremento dell’ingombro in altezza.
Di solito il numero di cilindri utilizzati à ̈ pari a tre, uno centrale più corto per l’alzata libera e due laterali. In alcuni casi per migliorare la visibilità, invece di uno si preferisce montare due cilindri più corti, di sezione più piccola, posizionati simmetricamente sui lati all’interno del sollevatore e di conseguenza i cilindri diventano quattro.
SCOPO DELL’INVENZIONE
Lo scopo dell’invenzione à ̈ quello di realizzare sollevatori per carrelli elevatori, ad uno o due montanti mobili, a grande alzata libera che siano azionati soltanto da due cilindri idraulici, disposti lateralmente o posteriormante al sollevatore, eliminando cosi il clindro centrale, o i due cilindri centrali degli attuali sollevatori, ed ottenendo di conseguenza una migliore visibilità da parte del conducente del carrello elevatore.
Questo aspetto dell'invenzione à ̈ caratterizzato nelle rivendicazioni da 1 a 5.
Un altro scopo, alternativo al precedente, à ̈ quello di realizzare sollevatori a grande alzata libera riducendo il numero di cilindri idraulici da tre, o quattro, a soltanto uno con notevole riduzione dei costi. Questa parte dell'invenzione à ̈ caratterizzata nella rivendicazione 6.
Inoltre, un ulteriore beneficio in termini di riduzione dei costi consegue dal fatto che essendo fisso il punto di alimentazione del cilindro idraulico, cioà ̈ non soggetto ad alcun movimento durante le fasi sollevamento, non sono necessari i tubi flessibili e le relative carrucole che invece bisogna installare per portare l’alimentazione al cilindro o ai due cilindri centrali degli attuali sollevatori a grande alzata libera.
Il sistema in accordo con il primo scopo dell’invenzione à ̈ costituito da un sollevatore a due o tre telai, di cui uno sempre fisso al telaio del carrello elevatore e uno o due mobili, due cilindri idraulici a doppio stadio che, con uno specifico cinematismo costituito da catene e pulegge di rinvio, sono in grado dì tra mettere il moto alle parti mobili del sollevatore in modo tale da realizzare una prima corsa di sollevamento senza incremento dell’ingombro verticale del sollevatore, l’alzata libera, ed una successiva corsa fino alla massima altezza di sollevamento con reciproco sfilamento del o dei due montanti mobili.
I metodi di trasmissione del moto, a mezzo catene e pulegge, dai cilndri alle parti mobili del sollevatore al fine del sollevamento del carico sono molteplici e ad uno stesso tipo di sollevatore, ad uno oppure due telai mobili, à ̈ possibile abbinare più schemi cinematici di trasmissione.
BREVE DESCRIZIONE DEI DISEGNI
Le caratteristiche dell’ invenzione saranno chiarite nella successiva descrizione che farà riferimento ai seguenti disegni allegati;
- i disegni da Fig. 1 a Fig. 6 mostrano i dettagli del cilindro idraulico bistadio nei diversi tipi di realizzazione;
- le Fig. 7(A-B-C) mostrano lo schema cinematico di trasmissione a catena nelle diverse fasi di sollevamento di un sollevatore, a grande alzata libera ad un montante mobile ed uno fisso, azionato da due cilindri idraulici bistadio;
- le Fig. 8(A-B-C) rappresentano lo schema cinematico di trasmissione a catena nelle diverse fasi di sollevamento di un sollevatore, a grande alzata lìbera a due telai mobili ed uno fisso, azionato da due cilindri idraulici bistadio nei quali la prima corsa avviene in senso opposto alla seconda;
- le Fig. 9(A-B-C) mostrano un altro schema cinematico, diverso dal precedente, di trasmissione a catena nelle diverse fasi di sollevamento di un sollevatore a grande alzata libera, a due telai mobili ed uno fisso, azionato da due cilindri idraulici bistadio;
- le Fig. 10(A-B-C) mostrano un altro schema cinematico di trasmissione a catena nelle diverse fasi di sollevamento di un sollevatore, a grande alzata libera ad un telaio mobile ed uno fisso, azionato da due cilindri idraulici bistadio nei quali la prima corsa avviene in senso opposto alla seconda;
- Fig. 11 à ̈ un esempio che rappresenta la vista anteriore di un sollevatore a grande alzata libera, ad un telaio mobile ed uno fìsso, funzionante secondo lo schema cinematico di Fig. 7(A-B-C), in accordo con il primo scopo dell'invenzione;
- Fig. 12 à ̈ un esempio delle possibili realizzazioni rappresentante la vista posteriore di un sollevatore a grande alzata libera, a due telai mobili ed uno fisso, funzionante secondo lo schema cinematico di Fig. 8(A-B-C), in accordo con il primo scopo dell’invenzione.
DESCRIZIONE DETTAGLIATA DI ALCUNE APPLICAZIONI
La Fig. 1 rappresenta il cilindro bistadio coassiale completamente retratto parzialmente sezionato longitudinalmente. Il cilindro (1) realizza la funzione di due cilindri oleodinamici.
Esso à ̈ composto da un tubo esterno (2) di lunghezza circa la metà del cilindro (1) alle cui estremità sono fìssati il fondello avvitato (3) in basso ed il fondello saldato (5) in alto. Ambedue i fondelli sono forati assialmente ed hanno al loro interno le guarnizioni di tenuta (4).
All’interno del tubo (2), à ̈ montato un secondo tubo (6) caratterizzato da due differenti spessori di parete (7-8) allo scopo di differenziare le sezioni di spinta nei due sensi di traslazione in quanto si fa riferimento alia versione di tipo “tuffante†per cui l’olio idraulico riempie ambedue le camere anulari al di sopra e al di sotto del pistone (9).
Il tubo (6) presenta alle estremità un fondello saldato (13) in alto, munito di foro e vite (14) per lo spurgo deH’aria, e dall’altra parte un fondello avvitato (10) all’interno del quale sono alloggiate le guarnizioni di tenuta (11). All’interno del tubo (6), in basso, à ̈ alloggiato un collare di fine corsa (12). A circa metà della lunghezza del tubo (6), in corrispondenza delia zona di variazione dello spessore della parete del tubo (6), à ̈ saldato il pistone (9).
Il pistone (9) presenta una cava anulare interna (15) ed una serie di cave longitudinali (16) sulla periferia, i quali insieme ai fori radiali (17) praticati sulla parete del tubo (6) consentono il passaggio dell’olio all’interno delle camere anulari, superiore ed inferiore, delimitate dai tubi (2) e (6) e dal pistone (9).
I tubi esterno (2) e quello interno (6) realizzano il cilindro idraulico esterno di tipo tuffante, cioà ̈ un cilindro in cui le due camere delimitate dal pistone (9) sono comunicanti tra loro, per cui il pistone à ̈ privo di guarnizioni di tenuta.
All’interno della canna (tubo) (6) à ̈ montato io stelo tubolare (18), alla cui estremità superiore à ̈ avvitato il pistone (19).
Lo stelo tubolare (18) Ã ̈ la parte fissa del cilindro idraulico bistadio.
il pistone (19) à ̈ forato assialmente e presenta una serie di fori radiali (21) che consentono il passaggio dell’olio dall’interno dello stelo tubolare (18) verso la camera anulare compresa tra lo stelo tubolare (18) ed il tubo (6). Anche in questo caso, il cilindro idraulico interno realizzato dal tubo (6) e dallo stelo (18) ed il pistone (19) à ̈ di tipo tuffante, cioà ̈ senza guarnizioni di tenuta sul pistone, per cui le due camere inferiore e superiore rispetto al pistone (19) sono in comunicazione tra di loro.
Il pistone (19) monta all’esterno l’anello di guida (20) ed all’interno porta la valvola cava (24) su cui agisce la molla (23). La valvola (24) presenta fori radiali (25) ed ha la funzione di ridurre la velocità nell’ultimo settore di discesa del tubo Nella Fig. 1 la valvola (24) à ̈ completamente chiusa per effetto dell’azione esercitata dal fondello (13) quando il tubo (6) à ̈ completamente chiuso sullo stelo (18).
Inferiormente, io stelo tubolare (18) termina con il fondello cilindrico cavo (22). Il fondello (22) presenta sia una filettatura esterna per il montaggio del raccordo del tubo di alimentazione dell’olio e sia una filettatura interna per il montaggio di una valvola di blocco (di sicurezza), non rappresentata in Fig. 1 , che interviene nel caso di rottura del tubo di alimentazione avvitato al fondello (22), evitando che l’olio all’interno del cilindro (1) fuoriesca troppo velocemente.
Dal punto di vista funzionale il cilindro (1) in oggetto realizza una coppia di cilindri oleodinamici.
Il cilindro esterno à ̈ composto dal tubo (2), dal tubo (6) e dal pistone (9) solidale al tubo (6).
Il cilindro interno à ̈ definito dal tubo (6), dallo stelo tubolare (18) e dal pistone (19) solidale allo stelo (18).
La Fig. 2 rappresenta il cilindro idraulico parzialmente sezionato quando il cilindro esterno ha completato la prima corsa, primo stadio, per effetto della pressione dell’olio idraulico mandato da una pompa. In questa condizione il tubo esterno (2) à ̈ a fine corsa in quanto il fondello (3) solidale al tubo (2) à ̈ a battuta sul pistone (9) del tubo (6).
L’olio entra dal fondello inferiore (22), attraversa lo stelo (18), i fori (21) del pistone (19), riempie la camera compresa tra lo stelo (18) e la canna interna (6), attraversa i fori (17) e le cave (15)-(16) del pistone (9) e giunge al cilindro esterno. L’olio in pressione fa traslare il tubo esterno (2) verso l’alto.
La Fig. 3, infine, rappresenta il cilindro idraulico parzialmente sezionato al termine della seconda corsa in cui il tubo interno (6) scorre sullo stelo tubolare (18). Durante questa traslazione, il tubo esterno (2) si muove solidale con il tubo (6). Al termine di questa fase il cilindro ha raggiunto la massima elongazione in quanto il collare (12) va a battuta sul pistone (19).
Quando, tramite un distributore idraulico, il fluido in pressione all'interno del cilindro viene messo in scarico verso il serbatoio attraverso il fondello (22) si ha la sequenza inversa di discesa per cui il tubo interno (6) scorre verso il basso rispetto allo stelo (18) trascinando anche il tubo esterno (2). Terminata la corsa del tubo interno (6), inizia la corsa di discesa del tubo esterno (2) fino a che il cilindro ritorna nella posizione di massima chiusura di Fig. 1.
In Fig. 4 à ̈ rappresentato il cilindro bistadio (1) nell’ultimo settore della corsa di discesa del tubo interno (6), quando interviene la valvola (24) a limitare la velocità. Durante questa fase di discesa del tubo interno (6), il fondello (13) viene a contatto con la valvola (24) che inizia a chiudersi. L’olio racchiuso nella camera (26) in fase di contrazione, à ̈ costretto a defluire attraverso i fori calibrati (25) della valvola (24) e può trafilare lungo il collare (20) del pistone (19), che come già detto non ha guarnizioni di tenuta. In questo modo, il flusso dell’olio in uscita dalla camera (26) à ̈ ridotto provocando l’effetto frenante per il tratto rimanente della corsa di discesa del cilindro (6).
Le Fig. 5(A-B-C) rappresentano una variante del cilindro (1), in quanto la corsa del cilindro esterno avviene in senso opposto a quella del cilindro interno.
La Fig. 5A rappresenta il cilindro bistadio (51) parzialmente sezionato longitudinalmente ed in condizioni di massima chiusura.
In questo caso il cilindro (51) à ̈ realizzato in modo tale che la prima corsa del cilindro esterno à ̈ verso il basso, cioà ̈ in direzione opposta al caso precedente del cilindro bistadio (1) di Fig. 1.
Quando tramite una pompa viene immesso olio in pressione, come nel caso precedente, attraverso lo stelo tubolare (18), i fori radiali (21), i fori radiali (17), le cave (15) e (16), il tubo esterno (52) trasla verso il basso in quanto gli spessori della parete (57) e (58) del tubo interno (56) sono invertiti rispetto al caso del cilindro (1) di Fig. 1, in modo tale che la risultante delle forze di spinta idraulica sia diretta verso il basso.
Lo stelo interno del cilindro (51) rimane uguale allo stelo (18) del cilindro (1). Invece, sulla canna esterna (52) i fondelli cavi di estremità sono invertiti nella posizione, cioà ̈ il fondello (3) à ̈ avvitato superiormente mentre il fondello (5) à ̈ saldato inferiormente, al contrario del cilindro (1).
La sequenza delle traslazioni à ̈ descritta nella Fig. 5B, che rappresenta la vista frontale del cilindro (51) quando il tubo esterno (52) ha completato la prima corsa verso il basso, e nella Fig. 5C, che rappresenta la vista frontale quando il tubo interno (56) ha completato la seconda corsa verso l’alto trascinando il tubo esterno (52).
Quando l’olio viene messo in scarico, si ha prima la traslazione verso il basso del tubo interno (56) solidalmente al tubo (52) ed il cilindro (51) ritorna nella posizione di Fig. 5B, rallentando nell’ultimo settore della discesa per l’intervento della valvola rallentatrice (24), come nel caso del cilindro (1). Completata la prima corsa in discesa, nella seconda fase il tubo esterno (52) trasla verso l’alto per effetto di una forza esterna, normalmente la forza peso della struttura o il carico a cui à ̈ collegato, riportandosi nella posizione di Fig. 5A.
Anche per il cilindro (51) il cilindro esterno, delimitato dal tubo esterno (52), dal tubo interno (56) e dal pistone (54), à ̈ di tipo “tuffante†, cioà ̈ senza guarnizioni di tenuta sul pistone (54), ma ciò non à ̈ una limitazione in quanto à ̈ possibile realizzare un cilindro esterno di tipo a “tenuta†sia nel caso del cilindro (51) e sia nel caso del cilindro (1), come si vedrà di seguito.
La Fig. 6 rappresenta il cilindro bistadio (61) completamente retratto e parzialmente sezionato longitudinalmente. Il cilindro (61) à ̈ la versione con cilindro esterno a tenuta e, come per il cilindro (1) di Fig. 1, ambedue le corse, la prima del cilindro esterno e la seconda del cilindro interno, sono nello stesso senso, cioà ̈ verso l’alto.
Le differenze tra il cilindro bistadio con cilindro esterno “a tenuta†(61) rispetto al cilindro (1) consistono in:
- la parete del tubo interno (66) a spessore costante;
- le guarnizioni (65) alloggiate nel pistone (69) che fanno tenuta sulla parete del cilindro esterno (62) e che isolano la camera superiore, cioà ̈ quella di espansione dell’olio, dalla camera inferiore che invece rimane a pressione atmosferica;
- le cave longitudinali (63) sul pistone (69) che non attraversano completamente il pistone;
- il collare di guida (67) alloggiato all'interno del fondello (3).
Risulta facile ricavare un cilindro bistadio con cilindro esterno a tenuta funzionalmente analogo al cilindro (51), cioà ̈ con la prima corsa in senso opposto alla seconda.
Il primo esempio applicativo à ̈ un sollevatore a grande alzata libera, caratterizzato da una piastra porta forche che scorre all’interno di un montante mobile che a sua volta scorre lungo un montante fisso. Questo sollevatore utilizza una coppia di cilindri idraulici bistadio (1) di Fig. 1.
La Fig. 7(A,B,C) à ̈ una vista laterale schematica che rappresenta la sequenza funzionale di un sollevatore (70) a grande alzata libera nelle tre condizioni di riposo Fig. 7A, prima corsa di sollevamento, l’alzata libera, Fig. 7B e seconda corsa di sollevamento Fig. 7C.
Sono rappresentati la piastra porta forche (75) con forca, il telaio mobile interno (72), il telaio fisso (71) e gli altri elementi specifici dell’invenzione in oggetto. Lo stelo (18) del cilindro (1) in Fig. 7(A-B-C) poggia in basso sul montante fisso (71). In alto il tubo interno (6) del cilindro (1) à ̈ rigidamente fissato al montante mobile (72). La canna esterna (2) del cilindro (1) à ̈ solidale alla puleggia (73). Quando il cilindro à ̈ alimentato con olio in pressione, Fig. 7B, si ha la prima corsa di sollevamento, cioà ̈ l’alzata libera. L’olio in pressione muove in alto il tubo (2) il quale tramite la puleggia (73) e la catena (74) solleva la piastra porta forche (75) e le forche di carico con velocità doppia rispetto a quella del cilindro, cioà ̈ con un rapporto di trasmissione pari a 2:1.
Completata la prima fase di salita, inizia la seconda fase, Fig. 7C, in cui il tubo (6) del cilindro (1) scorre sullo stelo (18) e trascina solidalmente il montante mobile (72), la canna esterna (2), la puleggia (73) e la catena (74), la piastra porta forche (75) con le forche. In questa seconda fase il rapporto di trasmissione à ̈ 1:1.
In accordo con il primo scopo dell'invenzione, cioà ̈ quello di migliorare la visibilità attraverso il sollevatore, la Fig. 11 rappresenta la vista anteriore di un sollevatore (70) a grande alzata libera ad un telaio mobile ed uno fisso che riproduce funzionalmente lo schema cinematico appena descritto di Fig. 7(A-B-C).
Sono visibili il telaio esterno fisso (71), il telaio mobile interno (72), la piastra porta forche (75), i due cilindri bistadio (1) posizionati sui lati esterni del sollevatore, le due catene (74) e le due pulegge (73) disposte simmetricamente all’interno del sollevatore. Si tratta esclusivamente di un esempio che non vuole limitare le effettive possibilità applicative in quanto, sempre utilizzando lo stesso schema cinematico di Fig. 7, à ̈ possibile realizzare configurazioni diverse da quella di Fig. 11 : per esempio le due catene (74) e le relative due pulegge (73) possono essere posizionate adiacenti ai lati esterni del sollevatore invece che all'interno.
In accordo, invece, con il secondo scopo dell’invenzione riguardante la riduzione dei costi di produzione, seguendo lo schema di Fig. 7 à ̈ possibile realizzare un sollevatore a grande alzata libera utilizzando un solo cilindro bistadio (1) posizionato al centro del sollevatore.
La Fig. 8(A,B,C) rappresenta in una vista laterale lo schema funzionale cinematico di un sollevatore (80) a grande alzata libera caratterizzato da due telai mobili (82,83) ed uno fisso (81). Per questo sollevatore sono utilizzati cilindri idraulici bistadio del tipo (51) di Fig. 5 in cui la direzione della corsa del primo stadio à ̈ opposta alla direzione della corsa del secondo stadio, come già spiegato nel paragrafo precedente.
Il sollevatore à ̈ schematicamente rappresentato nella posizione di riposo Fig. 8A, al termine della prima corsa o alzata libera Fig. 8B e al termine della seconda corsa di sollevamento Fig. 8C, cioà ̈ alla massima elevazione.
Lo stelo tubolare (18) del cilindro (51) poggia in basso sul telaio fisso (81), mentre in alto il tubo interno (56) del cilindro (51) à ̈ fissato al telaio mobile intermedio (82). La catena (86) à ̈ fissata da una parte al telaio fisso (81) e dall’altra parte alla piastra porta forca (87). Questa catena (86) à ̈ guidata dalla puleggia (84) solidale alla canna (52) del cilindro bistadio (51) e dalla puleggia (85) solidale al montante mobile interno (83).
Quando il cilindro viene alimentato con olio in pressione, Fig. 8B, si ha la traslazione verso il basso della canna esterna (52) e della puleggia (84) che, tramite la catena (86) e la puleggia (85), solleva la piastra porta forche (87) e le forche. La velocità di salita della piastra porta forche (87) à ̈ doppia rispetto alla velocità di discesa della canna (52) e della puleggia (84).
In Fig. 8C il sollevatore ha completato anche il secondo stadio. Durante la seconda fase il tubo interno (56) del cilindro (51) scorre in alto lungo lo stelo interno (18) trascinando alla stessa velocità il tubo esterno (52), quindi anche la puleggia (84), ed il montante mobile intermedio (82). Tramite la puleggia (88), solidale al telaio intermedio (82), e la catena (89), fissata ad una estremità al telaio fisso (81) ed all’altra estremità al montante mobile interno (83), il moto à ̈ trasmesso al montante mobile interno (83) con velocità doppia rispetto a quella del montante intermedio (82) e del tubo (56). Il montante interno (83) scorre lungo il montante intermedio (82) trascinando alla stessa velocità la piastra porta forche (87).
Con lo schema funzionale di Fig. 8, appena descritto, à ̈ possibile realizzare un sollevatore a grande alzata libera sia con due cilindri bistadio (51) posizionati sui lati esterni del sollevatore o dietro di questo, in accordo con il primo scopo dell’invenzione, e sia con un solo cilindro bistadio (51) posizionato al centro del sollevatore, in accordo con la riduzione dei costi del secondo scopo.
Infatti, con riguardo al miglioramento della visibilità, primo scopo dell’invenzione, la Fig. 12 rappresenta la vista posteriore di un sollevatore (80) a grande alzata libera realizzato secondo lo schema funzionale di Fig. 8.
Sono indicati i tre telai, fisso (81), mobile intermedio (82) e mobile interno (83), la piastra porta forche (87), i due cilindri bistadio (51), le due catene (86) interne, le due pulegge (84) solidali alle canne esterne (52) dei cilindri (51), le due pulegge (85) solidali al telaio mobile interno (83), le due catene (89) esterne e le due pulegge (88) solidali al telaio intermedio (82).
Anche in questo caso, si tratta esclusivamente di un esempio che non vuole limitare le effettive possibilità realizzative.
La Fig. 9(A,B,C) rappresenta in una vista laterale lo schema funzionale cinematico di un sollevatore (90) a grande alzata libera. Come per il precedente, si tratta di un sollevatore caratterizzato da due telai mobili (82,83) ed uno fisso (81). Per questo sollevatore sono utilizzati cilindri idraulici bistadio del tipo (1) di Fig. 1 , cioà ̈ cilindri le cui corse avvengono nello stesso senso.
Il sollevatore à ̈ schematicamente rappresentato in Fig. 9A nella posizione di riposo, al termine della prima corsa o alzata libera Fig. 9B, e in Fig. 9C al termine della seconda corsa di sollevamento, cioà ̈ alla massima elevazione. In questo caso la trasmissione del moto dalle parti mobili del cilindro (1), cioà ̈ la canna esterna (2) e la canna interna (6), alle parti mobili del sollevatore, cioà ̈ la piastra porta forche (87), il telaio mobile intermedio (82) ed il telaio mobile interno (83), à ̈ assicurato da una coppia di catene (91) guidate da tre coppie di pulegge (92-93-94).
Lo stelo tubolare (18) del cilindro (1) poggia in basso sul telaio fisso (81), mentre in alto il tubo interno (6) del cilindro (1) à ̈ fissato al telaio mobile intermedio (82). La catena (91) à ̈ fissata da una parte al telaio fisso (81) e dall’altra parte alla piastra porta forca (87). La catena (91) à ̈ guidata dalla puleggia (92) solidale alla canna mobile esterna (2) del cilindro bistadio (1), dalle pulegge (93) e (94) solidali al montante mobile interno (83).
Al montante mobile interno (83) Ã ̈ fissata una staffa (95), o un dispositivo equivalente, di trascinamento del montante interno (83) da parte della piastra porta forche (87).
Quando il cilindro (1) viene alimentato con olio in pressione, Fig. 9B, si ha la traslazione verso l’alto della canna esterna (2) e della puleggia (92) che, tramite la catena (91) e le due pulegge (93) e (94), solleva la piastra porta forche (87) e le forche. La velocità di salita della piastra porta forche (87) à ̈ doppia rispetto alla velocità di salita della canna esterna (2) e della puleggia (92). Al termine della prima fase di salita, l’alzata libera, la piastra porta forche (87) viene a contatto con la staffa (95) solidale al telaio mobile interno (83).
In Fig. 9C il sollevatore ha completato anche la seconda fase di salita. Durante questa seconda fase, il tubo interno (6) del cilindro (1) scorre in alto lungo lo stelo fisso (18) trascinando alla stessa velocità il tubo esterno (2), quindi anche la puleggia (92), ed il montante mobile intermedio (82). La catena (91) solleva la piastra porta forche (87) che, essendo a contatto con la staffa (95), trascina il telaio interno (83). La piastra porta forche (87) ed il telaio mobile interno (83) si muovono con velocità doppia rispetto alla velocità di salita della canna interna (6) e del telaio intermedio (82).
Naturalmente, come per i precedenti casi, con lo schema funzionale di Fig. 9, appena descritto, à ̈ possibile realizzare un sollevatore a grande alzata libera a due telai mobili, sia con due cilindri bistadio (1) posizionati sui lati esterni del sollevatore o dietro di questo, in accordo con il primo scopo dell’invenzione, e sia con un solo cilindro bistadio (1) posizionato al centro del sollevatore, in accordo con la riduzione dei costi del secondo scopo.
L’ultimo esempio applicativo à ̈ un sollevatore a grande alzata libera, ad un solo telaio mobile, come nel caso di Fig. 7(A-B-C), caratterizzato dai cilindri idraulici bistadio (51) di Fig. 5, cioà ̈ cilindri bistadio in cui la direzione della corsa del primo stadio à ̈ opposta alla direzione della corsa del secondo stadio.
La Fig. 10(A,B,C) rappresenta la sequenza funzionale di un sollevatore (100) ad un telaio mobile (72), a grande alzata libera, nelle tre condizioni di riposo Fig.
10A, prima corsa di sollevamento, l’alzata libera, Fig. 10B, e seconda corsa di sollevamento Fig. 10C.
Sono rappresentati la piastra porta forche (75), il telaio mobile interno (72), il telaio fisso (71), il cilindro bistadio (51) e gli altri elementi specifici descritti di seguito.
Lo stelo (18) del cilindro (51) poggia in basso sul montante fisso (71). In alto il tubo interno (56) del cilindro (51) Ã ̈ rigidamente fissato al montante mobile (72). La canna esterna (52) del cilindro (51) Ã ̈ solidale alla puleggia (103). La puleggia (102) Ã ̈ fissata al telaio mobile (72).
La catena (101) ad una estremità à ̈ collegata alla piastra porta forche (75) ed all’altra à ̈ collegata al telaio fisso (71),
Quando il cilindro (51) à ̈ alimentato con olio in pressione, Fig. 10B, si ha la prima corsa di sollevamento, cioà ̈ l’alzata libera. L’olio in pressione muove in basso il tubo esterno (52) e la puleggia (103), che tramite la catena (101) solleva la piastra porta forche (75) e le forche di carico con velocità doppia rispetto a quella del cilindro, cioà ̈ con un rapporto di trasmissione di 2:1.
Completata la prima fase di salita, inizia la seconda fase in cui il tubo interno (56) scorre sulo stelo (18) e trascina solidalmente in alto il montante mobile (72), la canna esterna (52) con la puleggia (103) e la piastra porta forche (75). La Fig. 10C rappresenta il sollevatore alla massima elevazione, al termine della seconda fase. La seconda fase avviene con un rapporto di trasmissione di 1:1. Anche con lo schema funzionale di Fig. 10, à ̈ possibile realizzare un sollevatore, a grande alzata libera ad un telaio mobile, sia con due cilindri bistadio (51) posizionati sui lati esterni del sollevatore o dietro di questo, in accordo con il primo scopo dell’invenzione, e sia con un solo cilindro bistadio (51) posizionato al centro del sollevatore, in accordo con la riduzione dei costi del secondo scopo.

Claims (1)

  1. Rivendicazioni 1 - Sollevatore telescopico a grande alzata libera (80) per carrello elevatore, ad azionamento idraulico, comprendente un telaio fisso (81), un telaio mobile intermedio (82) scorrevole sul fisso (81), un telaio mobile interno (83) scorrevole sull’intermedio (82), una piastra porta forche (87), o un dispositivo equivalente di presa del carico, scorrevole sul telaio mobile interno (83), caratterizzato da • due cilindri idraulici bistadio (51), a corse contrapposte, cioà ̈ la prima corsa delia canna esterna (52) avviene verso il basso, in senso opposto alla seconda corsa, verso l’alto, della canna interna (56), disposti sui lati esterni del sollevatore, o dietro a questo, con gli steli tubolari interni (18) appoggiati in basso sul montante fisso (81) e i tubi interni (56) fissati al montante mobile intermedio (82) in alto, ognuno caratterizzato da: > lo stelo tubolare (18) terminante ad una estremità con un fondello (22) cavo filettato e dall’altra con il pistone (19) cavo dotato di fori radiali (21), di collare di guida (20), di valvola rallentatrice (24) interna con molla di richiamo (23) e con fori radiali calibrati (25); > la canna interna (56), scorrevole sullo stelo (18), caratterizzato dai fori radiali (17) per il passaggio dell’olio, dallo spessore (58) della parete superiore, al di sopra del pistone (54), più grande dello spessore della parete inferiore (57), al di sotto del pistone (54), dalle estremità terminanti da una parte con un fondello (13) saldato e dall’altra con un fondello cavo (10) avvitato e con guarnizioni (11) di tenuta sullo stelo tubolare interno (18); > il collare di fine corsa (12); > il pistone (54), saldato, o comunque fissato, all’esterno della canna interna (56), caratterizzato da una cava (15) anulare interna e una serie di cave (16) periferiche longitudinali; > la canna esterna (52), scorrevole sulla canna interna (56), chiusa inferiormente da un fondello cavo (5) saldato e superiormente da un fondello cavo (3) avvitato, ambedue con guarnizioni di tenuta sulla canna interna (56); • due catene (86), o mezzi equivalenti di trasmissione del moto, fissate da una estremità alla piastra porta forche (87), o dispositivo equivalente di presa del carico, dall’altra al montante fisso (81) in aito; • quattro pulegge di guida delle due catene (86), di cui due pulegge (85) fissate in alto al montante mobile interno (83) e due (84) solidali ai tubi esterni (52) dei due cilindri idraulici (51); • due catene (89), o mezzi equivalenti di trasmissione del moto, fissate ad una estremità al montante mobile interno (83) in basso, e all’altra estremità al montante fisso (81); • due pulegge (88) di guida delle due catene (89) fissate in alto al montante mobile intermedio (82), essendo questo solidale ai tubi interni (56) dei due cilindri idraulici bistadio (51). 2 - Sollevatore telescopico a grande alzata libera (90) per carrello elevatore, secondo la rivendicazione 1 caratterizzato da: • due cilindri bistadio (1), disposti sui lati esterni del sollevatore o dietro a questo, caratterizzati dalla prima corsa, verso l’alto, della canna esterna (2) nello stesso senso della seconda corsa, verso l’alto, della canna interna (6); . due catene (91) fissate ad una estremità alla piastra porta forche (87), o dispositivo equivalente di presa del carico, e all’altra estremità al montante fisso (81); •sei pulegge di guida delle due catene (91), di cui due (94) fissate in alto sul montante mobile interno (83), due (93) fissate in basso al montante mobile interno (83) e le altre due (92) solidali ai tubi esterni (2) dei due cilindri bistadio (1); • un dispositivo (95), fissato al montante interno (83), di trascinamento del montante mobile interno (83) da parte della piastra porta forche (87). 3 - Sollevatore telescopico a grande alzata libera (70) per carrello elevatore, ad azionamento idraulico, comprendente un telaio fisso (71), un telaio mobile (72) scorrevole sul fisso (71), una piastra porta forche (75), o comunque un dispositivo di presa del carico, scorrevole sul telaio mobile interno (72), caratterizzato da: • due cilindri bistadio (1), disposti sui lati esterni del sollevatore, o dietro a questo, le cui aste interne (18) fisse sono appoggiate in basso sul montante fisso (71) e i cui tubi interni (6) sono fissati in alto al montante mobile (72); • due catene (74 ) fissate ad una estremità alla piastra porta forche (75), o dispositivo equivalente di presa del carico, e all’altra estremità al montante mobile (72), essendo questo solidale ai tubi interni (6) dei cilindri bistadio (1); • due pulegge (73), di guida delle due catene (74), fissate solidalmente ai tubi esterni (2) dei due cilindri (1). 4 - Sollevatore telescopico a grande alzata libera (100) per carrello elevatore, secondo la rivendicazione 3 caratterizzato da: • due cilindri idraulici bistadio (51) a corse contrapposte, cioà ̈ la prima corsa della canna esterna (52) à ̈ diretta verso il basso, in senso opposto alla seconda corsa verso l’alto della canna interna (56), disposti sui lati esterni del sollevatore, o dietro di questo, i cui steli tubolari interni (18) fissi sono appoggiati in basso sul montante fisso (71) e i cui tubi interni (56) sono fissati in alto al montante mobile (72); • due catene (101) fissate ad una estremità alla piastra porta forche (75), o dispositivo equivalente di presa del carico, e all’altra estremità al montante mobile (72); • quattro pulegge di guida delle due catene (101), di cui due pulegge (102) fissate in alto al montante mobile interno (72) e due pulegge (103) fissate solidalmente ai tubi esterni (52) dei due cilindri bistadio (51). 5 - Sollevatore telescopico a grande alzata lìbera secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4 caratterizzato dal fatto che: • il cilindro esterno dei cilindri idraulici bistadio à ̈ di tipo a tenuta, essendo il cilindro esterno definito dalla canna mobile esterna, dalla canna mobile interna e dal pistone solidale alla canna mobile interna. 6 - Sollevatore telescopico a grande alzata libera secondo una delle rivendicazioni da 1 a 5 caratterizzato dal fatto che l’azionamento à ̈ effettuato da un solo cilindro bistadio posizionato al centro del sollevatore.
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