ITMO20090014A1 - Apparato - Google Patents

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ITMO20090014A1
ITMO20090014A1 IT000014A ITMO20090014A ITMO20090014A1 IT MO20090014 A1 ITMO20090014 A1 IT MO20090014A1 IT 000014 A IT000014 A IT 000014A IT MO20090014 A ITMO20090014 A IT MO20090014A IT MO20090014 A1 ITMO20090014 A1 IT MO20090014A1
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IT
Italy
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dose
contrast
rolling elements
contrast element
transfer
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IT000014A
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Inventor
Giambattista Cavina
Fiorenzo Parrinello
Zeno Zuffa
Original Assignee
Sacmi
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    • B29C43/32Component parts, details or accessories; Auxiliary operations
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Description

Apparato
L’invenzione riguarda un apparato per ottenere dosi di materia plastica allo stato pastoso, tali dosi potendo essere formate per compressione per ottenere oggetti, ad esempio preforme che possono essere successivamente soffiate per ottenere contenitori.
Sono noti apparati per ottenere dosi di materia plastica comprendenti dei coltelli rotanti che passano periodicamente davanti ad una bocca di un estrusore dalla quale fuoriesce la materia plastica.
Durante la rotazione, i coltelli tagliano la materia plastica per ottenere le dosi.
Le dosi, dopo essere state separate dalla materia plastica che fuoriesce dall’estrusore, cadono per gravità verso elementi di trasferimento mobili lungo una prefissata traiettoria, ad esempio una traiettoria conformata come un anello chiuso.
Gli elementi di trasferimento ricevono le dosi all’interno di camere di trasferimento e, successivamente, trasferiscono le dosi a cavità di formatura di cui sono provvisti semistampi femmina di una macchina di formatura per compressione. Le cavità di formatura cooperano con punzoni di cui sono provvisti semistampi maschi della suddetta macchina di formatura per compressione per formare per compressione le dosi per ottenere oggetti, ad esempio preforme di contenitore.
Gli apparati noti comprendono inoltre un dispositivo di contrasto che impedisce che l’impatto esercitato dal coltello sulla dose che à ̈ stata appena separata dalla materia plastica allontani la dose dall’elemento di trasferimento destinato a riceverla. Ciò, infatti, potrebbe rendere più difficile, o addirittura impedire, la ricezione della dose nella rispettiva camera di trasferimento.
Il dispositivo di contrasto comprende un elemento di contrasto che riceve in appoggio la dose, mentre tale dose viene separata dalla materia plastica dal coltello.
Grazie all’elemento di contrasto, la dose risulta sostanzialmente longitudinalmente allineata con l’elemento di trasferimento e, pertanto, entra con maggiore facilità all’interno della camera di trasferimento.
Un difetto degli apparati sopra descritti à ̈ che il coltello, interagendo con la materia plastica, deforma la porzione superiore della dose in modo tale da formare zone appuntite – in particolare due zone appuntite contrapposte posizionate sulla faccia superiore della dose - che si raffreddano più velocemente rispetto alle restanti zone della dose generando porzioni almeno parzialmente solidificate. Le porzioni almeno parzialmente solidificate scorrono con maggiore difficoltà rispetto alla materia plastica pastosa che forma le restanti zone della dose. Ne consegue che le porzioni almeno parzialmente solidificate ostacolano lo scorrimento della materia plastica e rendono più difficile il trasferimento della dose.
In aggiunta, le zone almeno parzialmente solidificate sono meno deformabili durante la formatura per compressione. Ciò causa la formazione di difetti nella preforma e nel contenitore da essa ottenuto.
Un ulteriore difetto degli apparati sopra descritti à ̈ che il coltello deforma la dose causandone un’ovalizzazione della sezione e, quindi, un aumento del diametro massimo.
La dose ha una sezione trasversale teorica che à ̈ sostanzialmente circolare ed un diametro leggermente minore di quello della camera di trasferimento destinata a riceverla.
La porzione deformata della dose, avendo un diametro più prossimo a quello della camera di trasferimento, tende ad interagire con le pareti laterali della camera di trasferimento e a aderire a tali pareti laterali. La dose può, quindi, inclinarsi in modo indesiderato all’interno della camera di trasferimento. Ciò comporta un errato posizionamento della dose all’interno della cavità di formatura, in quanto la dose può aderire alle pareti laterali della cavità di formatura prima di raggiungere il fondo di quest’ultima. Ciò produce una distribuzione non uniforme della materia plastica nella cavità di formatura che può causare difetti nella preforma e nel contenitore da essa ottenuto.
Inoltre, possono verificarsi urti fra la dose e le pareti della camera di trasferimento, il che, oltre a rallentare la discesa della dose verso la cavità di formatura, può alterare la qualità superficiale della dose causando pieghe e deformazioni.
Uno scopo dell’invenzione à ̈ migliorare gli apparati per ottenere dosi di materia plastica.
Un altro scopo à ̈ ottenere un apparato che fornisca dosi di materia plastica sostanzialmente prive di porzioni solidificate.
Un ulteriore scopo à ̈ ottenere un apparato che fornisca dosi di materia plastica sostanzialmente prive di porzioni deformate a causa dell’interazione tra mezzi di taglio e la materia plastica che forma le dosi.
Un ancora ulteriore scopo à ̈ ottenere un apparato che fornisca dosi di materia plastica aventi una sezione trasversale sostanzialmente costante, in particolare una sezione trasversale sostanzialmente circolare.
Secondo l’invenzione, à ̈ previsto un apparato, comprendente un dispositivo erogatore per erogare materia plastica, mezzi di taglio per tagliare detta materia plastica per ottenere una dose e mezzi di contrasto contrapposti a detti mezzi di taglio per ricevere in appoggio detta materia plastica durante e dopo il taglio, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di contrasto comprendono un primo elemento di contrasto ed un secondo elemento di contrasto reciprocamente mobili.
In una versione, l’apparato comprende inoltre mezzi di trasferimento – destinati a ricevere la dose e a trasferire la dose – distinti dai mezzi di contrasto. In particolare, i mezzi di trasferimento consegnano la dose a mezzi a cavità di stampo di mezzi a stampo di formatura per compressione nei quali la dose viene formata per compressione per ottenere un oggetto, ad esempio una preforma di contenitore. Il primo elemento di contrasto ed il secondo elemento di contrasto, essendo reciprocamente mobili, agiscono come mezzi sagomatori destinati a spostare le porzioni appuntite generate dall’interazione dei mezzi di taglio con la materia plastica verso una zona interna della dose stessa. Poiché in corrispondenza della zona interna della dose la materia plastica che forma la dose à ̈ più calda rispetto alla zona periferica della dose, le zone appuntite non solidificano neppure parzialmente.
In aggiunta, il primo elemento di contrasto ed il secondo elemento di contrasto, spostando verso la zona interna della dose le suddette porzioni appuntite, sostanzialmente annullano la deformazione – in particolare l’ovalizzazione -causata dall’interazione dei mezzi di taglio con la materia plastica. Di conseguenza, la dose presenta una sezione trasversale sostanzialmente costante e regolare, in particolare una sezione trasversale circolare.
Ciò limita il rischio che la dose aderisca alle pareti dei mezzi di trasferimento e dei mezzi a cavità di stampo e ne aumenta la velocità di trasferimento.
In un’ancora ulteriore versione della presente invenzione i mezzi di contrasto comprendono un primo elemento di contrasto ed un secondo elemento di contrasto reciprocamente mobili lungo una direzione sostanzialmente perpendicolare ad una direzione di trasferimento della dose di materiale plastico.
Il primo elemento di contrasto e il secondo elemento di contrasto servono per allineare la dose con una camera di trasferimento dei mezzi di trasferimento, destinata a ricevere detta dose e a trasferirla ai mezzi di formatura, evitando che la dose possa assumere una posizione inclinata rispetto ad un asse di detta camera di trasferimento, il che comporterebbe urti fra la dose e le pareti della camera di trasferimento, che, oltre a rallentare la discesa della dose verso i mezzi di formatura, possono alterare la qualità superficiale della dose causando pieghe e deformazioni. Tali mezzi di contrasto, per la loro conformazione interna, svolgono anche funzioni di parziale modellazione delle forme esterne delle dosi.
L’invenzione potrà essere meglio compresa ed attuata con riferimento agli allegati disegni, che ne illustrano alcune forme esemplificative e non limitative di attuazione, in cui:
Figura 1 Ã ̈ una vista laterale schematica di un apparato per ottenere dosi di materia plastica;
Figura 2 Ã ̈ una vista prospettica di una dose di materia plastica;
Figura 3 à ̈ una sezione trasversale di mezzi di contrasto dell’apparato di Figura 1;
Figura 4 Ã ̈ una vista in pianta dei mezzi di contrasto di Figura 3 in una configurazione chiusa;
Figura 5 Ã ̈ una vista in pianta dei mezzi di contrasto di Figura 3 in una configurazione aperta;
Figura 6 à ̈ una vista prospettica dal basso dei mezzi di contrasto dell’apparato di Figura 1;
Figura 7 Ã ̈ una vista in pianta dal basso dei mezzi di contrasto di Figura 6;
Figura 8 à ̈ una vista prospettica dall’alto dei mezzi di contrasto di Figura 6;
Figura 9 à ̈ una vista in pianta schematica di un’ulteriore versione di mezzi di contrasto in un’ulteriore configurazione aperta;
Figura 10 à ̈ una vista come quella di Figura 9 che mostra i mezzi di contrasto in un’ulteriore configurazione chiusa; Figura 11 à ̈ una vista prospettica schematica dall’alto di un’ancora ulteriore versione di mezzi di contrasto secondo la presente invenzione;
Figura 12 Ã ̈ una vista prospettica schematica dal basso dei mezzi di contrasto di Figura 11;
Figura 13 Ã ̈ una vista prospettica di un particolare dei mezzi di contrasto delle Figure 11 e 12;
Figure 14, 15 e 16 illustrano schematicamente esempi di realizzazione di elementi volventi facenti parte dei mezzi di contrasto delle Figure 11, 12 e 13;
Figura 17 illustra una forma di attuazione di elementi volventi facenti parte dell’apparato secondo l’invenzione; Figura 18 illustra un’ulteriore forma di attuazione di elementi volventi facenti parte dell’apparato secondo l’invenzione.
Una macchina per la produzione di preforme comprende un dispositivo 100 per ottenere dosi D di materia plastica.
La macchina per la produzione di preforme comprende inoltre un dispositivo di trasferimento disposto per ricevere le dosi D e per trasferire le dosi D ad un dispositivo di formatura per compressione.
Il dispositivo di trasferimento comprende una giostra girevole che supporta una pluralità di elementi di trasferimento 101.
Il dispositivo di formatura per compressione comprende un’ulteriore giostra girevole che supporta una pluralità di stampi di formatura per compressione, ciascuno dei quali comprende un semistampo femmina, provvisto di una cavità di stampo destinata ad essere alimentata con una dose D, ed un semistampo maschio, provvisto di un punzone destinato ad essere ricevuto nella cavità di stampo per formare la dose D.
Gli elementi di trasferimento 101 possono essere mobili rispetto alla suddetta giostra girevole, in modo tale che il percorso definito da un elemento di trasferimento 101 durante la rotazione della suddetta giostra girevole ed il percorso definito da una corrispondente cavità di stampo durante la rotazione della suddetta ulteriore giostra girevole si sovrappongano per un tratto di lunghezza prefissata, in modo tale che una dose D possa essere trasferita con precisione dall’elemento di trasferimento 101 alla cavità di stampo.
Il dispositivo 100 comprende un dispositivo plastificatore, ad esempio un estrusore 1 che estrude una materia plastica 2 e mezzi di taglio 3 che separano le dosi D dalla materia plastica 2.
L’estrusore 1 comprende una bocca d’estrusione 4 dalla quale viene estrusa in direzione sostanzialmente verticale – dall’alto verso il basso - la materia plastica 2.
I mezzi di taglio 3 comprendono un coltello 5, ad esempio un coltello rotante che si muove lungo una traiettoria circolare.
La traiettoria circolare à ̈ tale che una lama 6 del coltello 5, ad ogni giro del coltello 5, interagisce con la materia plastica 2 che fuoriesce dalla bocca d’estrusione 4 per tagliarla così da ottenere una dose D.
Durante il taglio, la lama 6 si muove lungo una direzione di avanzamento A.
In alternativa, al posto del coltello rotante à ̈ possibile prevedere un coltello mobile linearmente.
La dose D ha una forma allungata e una sezione trasversale sostanzialmente circolare.
La dose D, dopo essere stata separata dalla materia plastica 2, viene ricevuta in un recesso di un elemento di trasferimento 101. Il recesso presenta una sezione avente una forma come di “C†, o di “U†, o di “J†, ed un’apertura di ingresso attraverso la quale la dose D penetra all’interno dell’elemento di trasferimento 101.
La suddetta giostra movimenta ciascun elemento di trasferimento 101 in modo tale che l’elemento di trasferimento 101, quando riceve la dose D, si sposti lungo una direzione di movimentazione B sostanzialmente parallela alla direzione di avanzamento A. In tal modo, la suddetta apertura di ingresso à ̈ rivolta verso la dose D.
Il dispositivo 100 comprende inoltre mezzi di contrasto 7 posizionati, sostanzialmente di fronte ai mezzi di taglio 3 lungo la direzione di avanzamento A.
I mezzi di contrasto 7 sono contrapposti ai mezzi di taglio 3. In tal modo, la dose D à ̈ ricevuta in appoggio sui mezzi di contrasto 7 durante e dopo il taglio e rimane a contatto con i mezzi di contrasto 7 per un certo intervallo di tempo, mentre si sposta verso una camera di trasferimento dell’elemento di trasferimento 101 posizionata inferiormente al recesso. I mezzi di contrasto 7 impediscono che il coltello 6 allontani la dose D dall’elemento di trasferimento 101.
Inoltre, i mezzi di contrasto 7 impediscono che l’elemento di trasferimento 101, urtando la dose D, proietti la dose D lungo la direzione di movimentazione B, in modo tale da allontanare la dose D dal recesso, ribaltandola cioà ̈ in avanti in detta direzione di movimentazione, facendole perdere il suo allineamento in una direzione sostanzialmente verticale.
La lama 6, durante il taglio, deforma una porzione superiore 8 della dose D formando zone appuntite 9 su una superficie superiore 10 della dose D. Le zone appuntite 9 tendono a raffreddarsi più velocemente rispetto ad una restante parte della dose D per formare porzioni parzialmente solidificate aventi una minore deformabilità rispetto alla materia plastica 2 che forma la restante parte della dose D.
Inoltre, la lama 6, durante il taglio, deforma la dose D aumentandone una dimensione trasversale massima H. In altre parole, l’azione esercitata dalla lama 6 tende ad ovalizzate la sezione trasversale della dose D.
I mezzi di contrasto 7 comprendono una coppia di elementi di contrasto reciprocamente mobili.
Nelle versioni mostrate nelle Figure da 3 a 10, gli elementi di contrasto sono entrambi mobili.
In una versione non raffigurata, un primo elemento di contrasto si mantiene in posizione fissa, mentre un secondo elemento di contrasto si muove in avvicinamento al, ed in allontanamento dal, secondo elemento di contrasto.
I mezzi di contrasto 7 comprendono porzioni destinate ad interagire con le dosi D che fungono da mezzi sagomatori 12 disposti per sagomare le porzioni superiori 8 e per fungere da mezzi stabilizzatori della posizione delle dosi D.
Con riferimento alle Figure da 3 a 5, i mezzi sagomatori 12 comprendono una coppia di elementi sagomatori 13 girevolmente fissati ad una struttura di supporto 14 di cui sono provvisti i mezzi di contrasto 7.
Sono previsti mezzi di movimentazione 15 che spostano gli elementi sagomatori 13 l’uno rispetto all’altro.
Gli elementi sagomatori 13 sono mobili tra una configurazione aperta O, mostrata in Figura 5, nella quale gli elementi sagomatori 13 sono più distanti l’uno dall’altro per ricevere una dose D, ed una configurazione chiusa C, mostrata in Figura 4, nella quale gli elementi sagomatori 13 sono più vicini l’uno all’altro per interagire con la dose D.
In particolare, gli elementi sagomatori 13 sono conformati in modo tale da deformare la dose D – quando sono nella configurazione chiusa C - così da spingere le zone appuntite 9 verso l’interno della dose D. In tal modo, la materia plastica (più fredda) che forma le zone appuntite 9 viene immersa nella materia plastica (più calda) che forma la restante parte della dose D. La materia plastica che forma le zone appuntite 9, pertanto, non si raffredda fino a solidificare. Inoltre, la materia plastica che forma le zone appuntite 9 rimane in uno stato pastoso – e quindi scorrevole – similmente alla materia plastica che forma la restante parte della dose D. In altre parole, la materia plastica che – immediatamente dopo il taglio – formava le zone appuntite 9 e la materia plastica che formava la restante parte della dose D si mescolano mutuamente per effetto degli elementi sagomatori 13 in modo da presentare proprietà fisiche sostanzialmente omogenee. Ciò consente di limitare significativamente i difetti in una preforma ottenuta formando per compressione la dose D e/o in un contenitore ottenuto soffiando la suddetta preforma.
Inoltre, gli elementi sagomatori 13 deformano la porzione superiore 8 in modo tale da diminuirne la dimensione trasversale massima H. In altre parole, i mezzi sagomatori 13 deformano la porzione superiore 8 in modo tale che la dose D abbia una sezione trasversale sostanzialmente circolare.
Ciò riduce il rischio che la dose D interagisca con – ed aderisca a - pareti della camera di trasferimento. In tal modo, si evita che la dose D si inclini all’interno della camera di trasferimento così da ostacolare un corretto trasferimento ad una corrispondente cavità di stampo e si favorisce comunque la sua scorrevolezza agevolandone il trasferimento.
La struttura di supporto 14 comprende un corpo 16 nel quale sono ricavati canali 17 di alimentazione e di scarico di un fluido di raffreddamento.
I canali 17 di alimentazione e di scarico sono collegati tramite bocche 18 rispettivamente ad un dispositivo di alimentazione disposto per alimentare i mezzi sagomatori 12 con il fluido di raffreddamento e ad un dispositivo di scarico disposto per evacuare il fluido di raffreddamento dai mezzi sagomatori 12.
I canali 17 di alimentazione e di scarico sono inoltre collegati tramite condotti, ad esempio condotti flessibili 22, ad un condotto di raffreddamento 19 ricavato all’interno di ciascuno degli elementi sagomatori 13 e disposto per mantenere ciascun elemento sagomatore 13 ad un’opportuna temperatura.
Il condotto di raffreddamento 19 à ̈ definito da una pluralità di porzioni rettilinee, disposte una di seguito all’altra e mutuamente comunicanti, che possono essere ottenute tramite forature effettuate con un utensile. Sono previsti elementi di chiusura 60 – ad esempio tappi - disposti per chiudere estremità aperte delle suddette porzioni.
Il fluido di raffreddamento utilizzato può essere un liquido, oppure un gas, quale, ad esempio, azoto, anidride carbonica o aria compressa. Nel caso di utilizzo di un fluido di raffreddamento gassoso à ̈ vantaggioso realizzare i mezzi sagomatori 12 con un materiale poroso, in modo che il fluido gassoso di raffreddamento, alimentato all’interno di detti mezzi sagomatori, raffreddi direttamente la dose D, fuoriuscendo dai pori delle superfici dei mezzi sagomatori 12 che vengono a contatto con la dose D.
Una porzione 21 di ciascun elemento sagomatore 13 Ã ̈ girevolmente collegata alla struttura di supporto 14 tramite un rispettivo perno 20.
I mezzi di movimentazione 15 comprendono una coppia di elementi di collegamento 23 – conformati come leve -ciascuno dei quali ha un’estremità 24 girevolmente collegata ad un corrispondente elemento sagomatore 13 ed un’ulteriore estremità 25 girevolmente collegata ad un elemento mobile di azionamento, ad esempio un elemento traslante 26. L’elemento traslante 26 à ̈ ricevuto in una cavità 27 – ad esempio di forma sostanzialmente rettangolare - ricavata nella struttura di supporto 14.
L’elemento traslante 26 à ̈ mobile tra una posizione avanzata M, mostrata in Figura 5, nella quale l’elemento traslante 26 à ̈ più vicino alla bocca d’estrusione 4, ed una posizione arretrata N, mostrata in Figura 4, nella quale l’elemento traslante 26 à ̈ più lontano dalla bocca d’estrusione 4.
L’elemento traslante 26 à ̈ fissato ad una prima estremità 32 di mezzi ad albero 28 scorrevolmente impegnati in mezzi a foro 30 ricavati nella struttura di supporto 14. I mezzi ad albero 28 comprendono una coppia di alberi 29 ed i mezzi a foro 30 comprendono una coppia di fori, ciascun albero 29 essendo ricevuto in un corrispondente foro.
I mezzi ad albero 28 sono inoltre scorrevoli in ulteriori mezzi a foro 61 ricavati in un blocco 62 solidale alla struttura di supporto 14. Gli ulteriori mezzi a foro comprendono un’ulteriore coppia di fori.
Una seconda estremità 33 dei mezzi ad albero 28 – opposta alla prima estremità 32 - à ̈ fissata ad un supporto 31 al quale à ̈ girevolmente collegata una rotella 35 disposta per rotolare all’interno di una pista 36 realizzata in un corpo, ad esempio una piastra 47, azionato a rotazione da mezzi motori 37. La rotella 35 e la pista 36 definiscono a mezzi a camma 34 che spostano l’elemento traslante 26 – con un moto rettilineo alternato - dalla posizione avanzata M alla posizione arretrata N, e viceversa.
L’elemento traslante 26, a sua volta, sposta gli elementi sagomatori 13 dalla configurazione aperta O alla configurazione chiusa C, e viceversa.
In particolare, mentre l’elemento traslante 26 si muove dalla posizione arretrata N alla posizione avanzata M, gli elementi sagomatori 13 si allontanano reciprocamente. Quando l’elemento traslante 26 à ̈ nella posizione avanzata M gli elementi sagomatori 13 sono nella configurazione aperta O. Similmente, mentre l’elemento traslante 26 si muove dalla posizione avanzata M alla posizione arretrata N, gli elementi sagomatori 13 si avvicinano reciprocamente. Quando l’elemento traslante 26 à ̈ nella posizione arretrata N gli elementi sagomatori 13 sono nella configurazione chiusa C. Durante il funzionamento del dispositivo 100, la lama 6, mentre separa la dose D dalla materia plastica 2, spinge la porzione superiore 8 a contatto con una porzione sagomante dei mezzi sagomatori 12.
Tale porzione sagomante comprende una superficie sagomante 38 di ciascun elemento sagomatore 13 ed un’ulteriore superficie sagomante 39 ricavata in una porzione d’estremità 40 della struttura di supporto 14. Le superfici sagomanti 38 e l’ulteriore superficie sagomante 39 sono curve, in modo da avvolgere parzialmente la dose D per conferire alla dose D una forma desiderata. Quando gli elementi sagomatori 13 sono nella configurazione chiusa C, la superficie sagomante 38 di ciascun elemento sagomatore 13 e l’ulteriore superficie sagomante 39 definiscono una sede 102 avente un profilo conformato come un settore circolare, avente centro L.
E’ vantaggioso che il centro L della sede 102 non sia disposto sull’asse I del dispositivo estrusore 1, ma sia spostato rispetto ad esso nella direzione di avanzamento A. Questo posizionamento del centro L serve a prevenire il rischio che una dose D appena formata possa riunirsi con il flusso di materiale plastico uscente dal dispositivo estrusore 1. Infatti, per effetto dell’azione dinamica del coltello 5, la dose D subisce una spinta in avanti in detta direzione di avanzamento A, così che, grazie a detto posizionamento del centro L della sede 102, una dose D appena formata viene stabilizzata e modellata in una posizione leggermente avanzata, rispetto al flusso di materiale plastico dal quale il coltello 5 separerà la dose D immediatamente successiva. I mezzi sagomatori 12 vengono quindi in contatto con le dosi D quando queste non sono più allineate con l’asse I del flusso di materiale plastico uscente dall’estrusore 1 e ne stabilizzano la posizione assorbendo l’energia di spinta che esse hanno ricevuto per effetto dell’azione dinamica del coltello 5.
I mezzi di movimentazione 15 spostano gli elementi sagomatori 13 dalla configurazione aperta O alla configurazione chiusa C, nella quale le superfici sagomanti 38, cooperando con l’ulteriore superficie sagomante 39, spingono la materia plastica che forma le zone appuntite 9 all’interno della materia plastica che forma la restante parte della dose D e riducono la dimensione trasversale massima H.
La dose D cade per gravità verso il corrispondente elemento di trasferimento 101 ed à ̈ ricevuta nella camera di trasferimento.
Per evitare che la dose D, a causa dell’urto con l’elemento di trasferimento 101, sia allontanata da quest’ultimo, à ̈ possibile movimentare i mezzi di contrasto 7 lungo la direzione di movimentazione B. In tal modo, i mezzi di contrasto 7 accompagnano l’elemento di trasferimento 101 - e la dose D da esso supportata - per impedire che la dose D si allontani dall’elemento di trasferimento 101. Mentre i mezzi di contrasto 7 e l’elemento di trasferimento 101 si muovono lungo un percorso comune per un tratto di prefissata lunghezza, la dose D si sposta verso la camera di trasferimento. I mezzi di contrasto 7, muovendosi insieme all’elemento di trasferimento 101, limitano gli urti tra la dose D e le pareti dell’elemento di trasferimento 101 riducendo i rischi che la dose aderisca alle suddette pareti.
I mezzi di contrasto 7 sono fissati ad un supporto mobile, ad esempio una piattaforma 41 scorrevole lungo la direzione di movimentazione B rispetto a mezzi a telaio 42 del dispositivo 100.
La piattaforma 41 Ã ̈ dotata mezzi di scorrimento 43, ad esempio rotaie 44, disposte lungo la direzione di movimentazione B che scorrono rispetto a mezzi di guida 45, ad esempio guide 46 fissate ai mezzi ai telaio 42.
Ai mezzi a telaio 42 sono fissati mezzi attuatori 52, ad esempio un attuatore pneumatico 54, collegati tramite una flangia di collegamento 53 alla piattaforma 41 e disposti per movimentare la piattaforma 41 lungo la direzione di movimentazione B.
Alla piattaforma 41 sono fissati i mezzi motori 37 che azionano a rotazione la piastra 47. In particolare, i mezzi motori 37 comprendono un motore elettrico 48 dotato di un albero motore 49 disposto sostanzialmente verticalmente. La piattaforma 41 à ̈ dotata di una finestra passante 50 attraverso la quale passa una estremità 51 dell’albero motore 49 alla quale à ̈ fissata la piastra 47.
Con riferimento alla Figure 9 e 10, Ã ̈ mostrata una versione di mezzi di contrasto 107 comprendenti una coppia di elementi di collegamento 123.
Un'estremità 124 di ciascun elemento di collegamento 123 à ̈ dotata di una testa filettata 132 su cui à ̈ avvitata una prima parte 127 di un giunto sferico 128.
Una seconda parte 129 del giunto sferico à ̈ dotata di un gambo filettato 130 disposto per essere avvitato in un foro filettato 131 realizzato in un corrispondente elemento sagomatore 113.
Gli elementi sagomatori 113 sono girevolmente collegati alla struttura di supporto 14 tramite perni 120.
Un’ulteriore estremità 125 di ciascun elemento di collegamento 123 à ̈ girevolmente collegata all’elemento traslante 26 che à ̈ azionato con le modalità descritte in precedenza.
La Figura 9 mostra gli elementi sagomatori 113 nella configurazione aperta O, mentre la Figura 10 mostra gli elementi sagomatori 113 nella configurazione chiusa C.
Nelle Figure 9 e 10 Ã ̈ inoltre mostrata una sezione trasversale iniziale S (tratteggiata) della porzione superiore 8 prima che gli elementi sagomatori 113 modellino la dose D e una sezione trasversale finale F (non tratteggiata) della porzione superiore 8 dopo che gli elementi sagomatori 113 hanno modellato la dose D.
Nelle Figure 11 e 12 à ̈ illustrata un’ancora ulteriore versione di mezzi di contrasto 207 secondo l’invenzione.
In questa ancora ulteriore versione, i mezzi di contrasto 207 comprendono un primo elemento di contrasto 208 e un secondo elemento di contrasto 210 mobili parallelamente l’uno rispetto all’altro in una direzione E sostanzialmente perpendicolare ad una direzione F di trasferimento della dose D verso l’elemento di trasferimento 101 destinato a trasferire la dose D in una cavità a stampo del dispositivo di formatura. Il primo elemento di contrasto 208 e il secondo elemento di contrasto 210 sono inoltre mobili in un’ulteriore direzione G perpendicolare sia alla direzione E sia alla direzione F. Il primo elemento di contrasto 208 à ̈ disposto sotto il secondo elemento di contrasto 210. Sono previste delle regolazioni indipendenti della posizione del primo elemento di contrasto 208 e del secondo elemento di contrasto 210 nella direzione F che consentono sia di variare la posizione reciproca dei due elementi di contrasto, sia di allontanarli entrambi dalla, o avvicinarli entrambi alla, direzione di trasferimento F delle dosi D, portandoli in una posizione non operativa, per poi riportarli in posizione operativa. Tutto ciò à ̈ necessario in tutte quelle attività di funzionamento preliminare dell’apparato e, in particolare, del dispositivo estrusore 1, allorché si debbono effettuare degli spurghi, prima di passare alla fase produttiva.
E’ previsto che il riposizionamento dei due mezzi di contrasto 208 e 210 in posizione operativa possa avvenire in modalità automatica ed in forma sincronizzata con le altre attività dell’apparato, per esempio con l’attività di taglio, in modo che il tutto diventi operativo a partire dall’avviamento dell’apparato.
Il primo elemento di contrasto 208 ha forma come di U con una coppia di bracci paralleli, indicati rispettivamente con i numeri di riferimento 216 e 217, raccordati da un tratto curvilineo 218. All’interno del tratto curvilineo 218 sono disposti degli elementi volventi folli 209, ad esempio dei rulli folli, che servono a facilitare e guidare il movimento della dose D di materiale plastico lungo detta direzione F di trasferimento.
Il secondo elemento di contrasto 210 à ̈ a forma come di piastra, dotata, ad un’estremità rivolta verso il tratto curvilineo 218 del primo elemento di contrasto 208, di una sede 211 avente sostanzialmente forma semicircolare.
Il tratto curvilineo 218 del primo elemento di guida 208 e la sede semicircolare 211 del secondo elemento di guida 210 formano come un canale di guida che serve per allineare detta dose D di materiale plastico in detta direzione F di trasferimento, correggendo eventuali disallineamenti della dose D rispetto a detta direzione F di trasferimento, causati dall’azione dinamica del coltello 5.
Spostando reciprocamente il primo elemento di contrasto 208 e il secondo elemento di contrasto 210 nella direzione E Ã ̈ possibile adattare le dimensioni di detto canale di guida alle dimensioni trasversali di detta dose D di materiale plastico e definire una dimensione trasversale ottimale del canale di guida, che consenta di guidare la dose D in detta direzione di trasferimento F, senza ostacolarne il moto.
Inoltre per ottimizzare le condizioni di discesa delle dosi D lungo la direzione F, il primo mezzo di contrasto 208 e il secondo mezzo di contrasto 210 possono anche essere leggermente spostati entrambi, o uno solo di essi, nella direzione G, per prevenire il rischio che una dose D appena formata possa riunirsi con il flusso di materiale plastico uscente dal dispositivo estrusore 1.
Nella Figura 13 Ã ̈ illustrata una forma di realizzazione del primo elemento di contrasto 208 nella quale sono previsti tre elementi volventi 209a 209b e 209c, comprendenti un elemento volvente centrale 209a e due elementi volventi laterali 209b e 209c.
Gli elementi volventi 209a, 209b e 209c sono girevoli su rispettivi alberi 220a, 220b e 220c (Fig. 13). Tra gli elementi volventi 209a, 209b, 209c e i rispettivi alberi 220a, 220b, 220c sono interposte coppie di cuscinetti 221, che agevolano la rotazione degli elementi volventi 209a, 209b, 209c sui rispettivi alberi 220a, 220b, 220c.
E’ vantaggioso che i due elementi volventi laterali 209b e 209c siano orientabili rispetto all’elemento volvente centrale 220a. A questo scopo, un’estremità dei rispettivi alberi 220b e 220c rivolta verso l’elemento volvente centrale 209a à ̈ fissata ad un rispettivo elemento a perno 222b, 222c, che può essere ruotato intorno ad un asse, rispettivamente 223b e 223c, perpendicolare all’asse del rispettivo albero 220b, 220c (Figura 14).
Ruotando i perni 222b e 222c à ̈ possibile variare la posizione degli elementi volventi laterali 209b e 209c rispetto all’elemento volvente centrale 209a in modo da variare l’ampiezza dello spazio delimitato dagli elementi volventi 209a, 209b, 209c all’interno del primo elemento di contrasto 208. Ciò consente di ottimizzare le condizioni di guida e discesa delle dosi D e di adattare lo spazio delimitato dagli elementi volventi 209a, 209b, 209c a dosi D aventi dimensioni trasversali diverse.
Il numero degli elementi volventi 209 può essere maggiore di tre, ad esempio gli elementi volventi 209 possono essere in numero di cinque, con un elemento volvente centrale 209a e quattro elementi volventi laterali 209b, 209c, 209d, 209e, girevoli su rispettivi alberi 220a, 220b, 220c, 220d, 220e, come illustrato nelle Figure 17 e 18 , o anche in numero maggiore di cinque. Inoltre, gli elementi volventi 209a, 209b, 209c, 209d, 209e possono essere disposti in modo da abbracciare un angolo di 180°, come illustrato in Figura 17, o un angolo minore di 180°, come illustrato in Figura 18, dipendentemente dalle esigenze operative dell’apparato 1. Anche nelle configurazioni delle Figure 17 e 18, gli elementi volventi laterali 209b, 209c, 209d, 209e possono essere resi orientabili tra loro e rispetto all’elemento volvente centrale 209a, per adattarli alle dimensioni trasversali della dose D. Analogamente a quanto illustrato nella Figura 14, un’estremità di ciascun albero 220b, 220c, 220d, 220e di ciascun elemento volvente laterale 209b, 209c, 209d e 209e à ̈ fissata ad un rispettivo elemento a perno 222b, 222c, 222d e 222e, girevole intorno ad un rispettivo asse 223b, 223c, 223d, 223e.
La dose D di materiale plastico, dopo essere passata attraverso detto canale di guida definito dal primo elemento di trasferimento 208 e dal secondo elemento di trasferimento 210 si dirige verso un elemento di trasferimento 101 del dispositivo di trasferimento, che trasferisce la dose D ad una cavità di stampo del dispositivo di formatura.
L’elemento di trasferimento 101 comprende un corpo 219 nel quale à ̈ ricavata una camera di trasferimento 215, aperta ad entrambe le estremità, il cui asse, durante il trasferimento della dose D nell’elemento di trasferimento 101, à ̈ reso sostanzialmente coincidente con detta direzione F di trasferimento, o comunque parallelo ad essa.
Il dispositivo di trasferimento 101 comprende inoltre un elemento di imbocco 212 di forma sostanzialmente semicilindrica, sulla cui superficie interna sono disposti degli ulteriori elementi volventi folli 213, ad esempio in forma di rullini, atti a guidare la dose D nella camera di trasferimento 215, evitando inoltre che la dose D possa aderire anche solo parzialmente alla superficie interna dell’elemento di imbocco 212. Anche le pareti interne della camera di trasferimento 215 sono dotate di ancora ulteriori elementi volventi folli 214, anch’essi ad esempio in forma di rullini, che guidano la dose D attraverso la camera di trasferimento 215 e la mantengono sostanzialmente allineata lungo la direzione F di trasferimento.
Talvolta, può essere conveniente che l’asse P (Figura 1) delle dosi D sia incidente, cioà ̈ non parallelo, rispetto alla direzione F, in modo che un primo contatto tra la dose D e la parte interna dell’elemento di imbocco 212 avvenga sostanzialmente in corrispondenza della sola parte inferiore della dose D, che, di norma, ha una porzione sagomata S di forma arrotondata (Figura 2). In questo caso, i mezzi di contrasto 7, 208, 210 hanno comunque la funzione di rendere ripetibile e stabile questa condizione che risulta utile nei casi nei quali si voglia ridurre la spinta in avanti indotta sulla dose D dall’elemento di imbocco 212 quando viene a contatto con la dose D.
Gli elementi volventi 209, 213 e 214 sono preferibilmente realizzati in materiale antiadesione, o rivestiti con materiale antiadesione, allo scopo di evitare che la dose D possa aderire a detti elementi volventi. Anche la sede 211 del secondo elemento di contrasto 210 Ã ̈ preferibilmente rivestita di materiale antiadesione.
Inoltre, la superficie esterna degli elementi volventi 209, 213, 214 può essere dotata di protuberanze 224 allo scopo di diminuire l’area di contatto tra le dosi D e gli elementi volventi 209, 213, 214.
In alternativa, sempre allo scopo di diminuire l’area di contatto tra le dosi D e gli elementi volventi 209, 213, 214, su questi ultimi possono essere investiti degli elementi anulari 225, per esempio di forma sostanzialmente torica, in materiale antiadesione, capaci di sopportare le elevate temperature del materiale plastico .
Infine, sempre allo scopo di minimizzare il rischio che la dose D possa aderire agli elementi volventi 209, 213, 214, à ̈ possibile prevedere dei circuiti di raffreddamento, che raffreddino il primo elemento di contrasto 208, il secondo elemento di contrasto 210, l’elemento di imbocco 212 e il corpo 219 dell’elemento di inserimento 101, anche senza raffreddare direttamente i rispettivi elementi volventi. Se si utilizza come fluido di raffreddamento un fluido gassoso à ̈ vantaggioso che gli elementi volventi 209, 213 e 214 e la sede 211 del secondo elemento di contrasto 210, siano realizzati con un materiale poroso, e che il fluido di raffreddamento gassoso sia inviato direttamente, rispettivamente, all’interno degli elementi volventi 209, 213, 214 e alla sede 211, in modo che fuoriuscendo dai pori delle superfici degli elementi volventi 209, 213, 214 e della sede 211, raffreddi direttamente la dose D.

Claims (42)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Apparato, comprendente un dispositivo erogatore (1) per erogare materia plastica (2), mezzi di taglio (3) per tagliare detta materia plastica (2) per ottenere una dose (D) e mezzi di contrasto (7; 107; 207) contrapposti a detti mezzi di taglio (3) per ricevere in appoggio detta materia plastica (2) durante e dopo il taglio, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di contrasto (7; 107; 207) comprendono un primo elemento di contrasto (13; 113; 208) ed un secondo elemento di contrasto (13; 113; 210) reciprocamente mobili.
  2. 2. Apparato secondo la rivendicazione 1, in cui detto primo elemento di contrasto (13; 113) e detto secondo elemento di contrasto (13; 113) sono mobili tra una configurazione aperta (O), nella quale detta materia plastica (2) Ã ̈ ricevuta tra detto primo elemento di contrasto (13; 113) e detto secondo elemento di contrasto (13; 113), ed una configurazione chiusa (C), nella quale detto primo elemento di contrasto (13; 113) e detto secondo elemento di contrasto (13; 113) parzialmente avvolgono detta dose (D) per sagomare detta dose (D).
  3. 3. Apparato secondo la rivendicazione 1, oppure 2, in cui detto primo elemento di contrasto (13; 113) e detto secondo elemento di contrasto (13; 113) comprendono superfici sagomanti (38) per sagomare detta dose (D).
  4. 4. Apparato secondo la rivendicazione 3, in cui dette superfici sagomanti sono curve.
  5. 5. Apparato secondo la rivendicazione 3, oppure 4, in cui dette superfici sagomanti (38) definiscono una sede (102) conformata in modo tale da parzialmente avvolgere detta dose (D).
  6. 6. Apparato secondo una delle rivendicazioni precedenti, in cui detto primo elemento di contrasto (13; 113) e detto secondo elemento di contrasto (13; 113) sono supportati da una struttura di supporto (14) e sono mobili rispetto a detta struttura di supporto (14).
  7. 7. Apparato secondo la rivendicazione 6 quando dipendente da una delle rivendicazioni da 3 a 5, in cui detta struttura di supporto (14) comprende un’ulteriore superficie sagomante (39) cooperante con dette superfici sagomanti (38) per sagomare detta dose (D).
  8. 8. Apparato secondo la rivendicazione 7, in cui detta ulteriore superficie sagomante (39) Ã ̈ curva.
  9. 9. Apparato secondo la rivendicazione 7, oppure 8, quando la rivendicazione 6 dipende dalla rivendicazione 5, in cui detta ulteriore superficie sagomante (39) coopera con dette superfici sagomanti (38) per definire detta sede (102).
  10. 10. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 6 a 9, in cui detto primo elemento di contrasto (13; 113) e detto secondo elemento di contrasto (13; 113) sono incernierati a detta struttura di supporto (14).
  11. 11. Apparato secondo la rivendicazione 10, e comprendente inoltre una coppia di leve (23), una prima leva (23) di detta coppia di leve avendo un’estremità (24) girevolmente collegata a detto primo elemento di contrasto (13) ed un’ulteriore estremità (25) girevolmente collegata ad un corpo mobile (26, 29, 31) ed una seconda leva (23) di detta coppia di leve avendo un’estremità (24) girevolmente collegata a detto secondo elemento di contrasto (13) ed un’ulteriore estremità (25) collegata a detto corpo mobile (26, 29, 31).
  12. 12. Apparato secondo la rivendicazione 10, e comprendente inoltre una coppia di leve (123), una prima leva (123) di detta coppia di leve avendo un’estremità (124) collegata a detto primo elemento di contrasto (113) tramite un giunto sferico (128) ed un’ulteriore estremità (125) girevolmente collegata ad un corpo mobile (26, 29, 31) ed una seconda leva (123) di detta coppia di leve avendo un’estremità (124) collegata a detto secondo elemento di contrasto (113) tramite un ulteriore giunto sferico (128) ed un’ulteriore estremità collegata (125) a detto corpo mobile (26, 29, 31).
  13. 13. Apparato secondo la rivendicazione 11, oppure 12, in cui a detto corpo mobile (26, 29, 31) Ã ̈ girevolmente supportato un elemento volvente (35) impegnantesi con una pista (36) ricavata in un corpo rotante (47).
  14. 14. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 11 a 13, in cui detto corpo mobile (26, 29, 31) à ̈ scorrevole linearmente tra una posizione avanzata (M), nella quale detto corpo mobile (26, 29, 31) à ̈ più prossimo a detto dispositivo erogatore (1), ed una posizione arretrata (N), nella quale detto corpo mobile (26, 29, 31) à ̈ più distante da detto dispositivo erogatore (1).
  15. 15. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 6 a 14, in cui detta struttura di supporto (14) comprende un corpo (16) nel quale sono ricavati canali (17) di alimentazione e di scarico di un fluido di raffreddamento.
  16. 16. Apparato secondo la rivendicazione 15, in cui detti canali (17) di alimentazione e di scarico sono collegati tramite bocche (18) rispettivamente ad un dispositivo di alimentazione disposto per alimentare i mezzi sagomatori (12) con il fluido di raffreddamento e ad un dispositivo di scarico disposto per evacuare il fluido di raffreddamento dai mezzi sagomatori (12).
  17. 17. Apparato secondo la rivendicazione 16, oppure 17, in cui detti canali (17) di alimentazione e di scarico sono inoltre collegati tramite condotti (22) ad un condotto di raffreddamento (19) ricavato all’interno di ciascuno degli elementi di contrasto (13; 113).
  18. 18. Apparato secondo la rivendicazione 17, in cui detto fluido di raffreddamento à ̈ un fluido gassoso, e detti elementi di contrasto (13; 113) e detta ulteriore superficie sagomante (39) essendo realizzati in un materiale poroso.
  19. 19. Apparato secondo la rivendicazione 1, in cui detto primo elemento di contrasto (208) e detto secondo elemento di contrasto (210) sono reciprocamente mobili lungo una direzione (E) sostanzialmente perpendicolare ad una direzione di trasferimento (F) di detta dose (D).
  20. 20. Apparato secondo la rivendicazione 19, in cui detto primo elemento di contrasto (208) e detto secondo elemento di contrasto (210) sono reciprocamente mobili lungo un’ulteriore direzione (G) sostanzialmente perpendicolare a detta direzione (E) e a detta direzione di trasferimento (F)
  21. 21. Apparato secondo la rivendicazione 19, oppure 20, in cui detto primo elemento di contrasto (208) Ã ̈ posto sotto detto secondo elemento di contrasto (210).
  22. 22. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 19 a 21, in cui detto primo elemento di contrasto (208) ha forma come di U con una coppia di bracci (216, 217) tra loro sostanzialmente paralleli, raccordati da un tratto curvilineo (218).
  23. 23. Apparato secondo la rivendicazione 22, in cui all’interno di detto tratto curvilineo (218) sono disposti degli elementi volventi folli (209).
  24. 24. Apparato secondo la rivendicazione 23, comprendente una pluralità di elementi volventi folli (209a, 209b, 209c, 209d, 209e), comprendente un elemento volvente centrale (209a) e una pluralità di elementi volventi laterali (209b, 209c, 209d, 209e)
  25. 25. Apparato secondo la rivendicazione 24, in cui ciascuno di detti elementi volventi folli (209a, 209b, 209c, 209d, 209e) Ã ̈ girevole su un rispettivo albero (220a, 220b, 220c, 220d, 220e), tra detti elementi volventi folli (209a, 209b, 209c, 209d, 209e) e i rispettivi alberi (220a, 220b, 220c, 220d, 220e) essendo interposte coppie di cuscinetti (221).
  26. 26. Apparato secondo la rivendicazione 24, oppure 25, in cui detti elementi volventi laterali (209b, 209c, 209d, 209e) sono orientabili tra loro e rispetto all’elemento volvente centrale (209a).
  27. 27. Apparato secondo la rivendicazione 26, quando dipendente dalla rivendicazione 25, in cui un’estremità di ciascun albero (220b, 220c, 220d, 220e) di ciascun elemento volvente laterale (209b, 209c, 209d e 209e) à ̈ fissata ad un rispettivo elemento a perno (222b, 222c, 222d e 222e), girevole intorno ad un rispettivo asse (223b, 223c, 223d, 223e) sostanzialmente perpendicolare all’asse del rispettivo albero (220b, 220c, 220d, 220e).
  28. 28. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 20 a 27, in cui detto secondo elemento di contrasto (210) à ̈ dotato, ad un’estremità rivolta verso detto tratto curvilineo (218) del primo elemento di contrasto (208), di una sede (211) avente sostanzialmente forma semicircolare.
  29. 29. Apparato secondo la rivendicazione 28, in cui detta sede (211) Ã ̈ rivestita con un materiale antiadesione.
  30. 30. Apparato secondo la rivendicazione 28, oppure 29, in cui detto tratto curvilineo (218) del primo elemento di contrasto (208) e detta sede (211) del secondo elemento di contrasto (210) definiscono un canale di guida per detta dose (D).
  31. 31. Apparato secondo una delle rivendicazioni precedenti, e comprendente inoltre mezzi di trasferimento (101) destinati a ricevere detta dose (D) e a trasferire detta dose (D), detti mezzi di trasferimento (101) essendo distinti da detti mezzi di contrasto (7; 107; 207).
  32. 32. Apparato secondo la rivendicazione 31, in cui detti mezzi di trasferimento comprendono elementi di trasferimento (101) supportati da una giostra girevole.
  33. 33. Apparato secondo la rivendicazione 32, in cui ciascun elemento di trasferimento (101) comprende un elemento di imbocco (212) di forma sostanzialmente semicilindrica, sulla cui superficie interna sono disposti degli ulteriori elementi volventi folli (213).
  34. 34. Apparato secondo la rivendicazione 32, oppure 33, in cui ciascun elemento di trasferimento (101) comprende una camera di trasferimento (215) aperta ad entrambe le estremità e dotata, sulla sua superficie interna, di ancora ulteriori elementi volventi folli (214).
  35. 35. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 31 a 34, e comprendente inoltre mezzi a stampo di formatura per compressione disposti per ricevere detta dose (D) da detti mezzi di trasferimento (101) e per formare per compressione detta dose (D).
  36. 36. Apparato secondo la rivendicazione 35, in cui detti mezzi a stampo di formatura per compressione sono supportati da mezzi a giostra girevole.
  37. 37. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 23 a 36, in cui detti elementi volventi folli (209) e/o detti ulteriori elementi volventi folli (213) e/o detti ancora ulteriori elementi volventi folli (214) sono realizzati con un materiale antiadesione, o rivestiti con un materiale antiadesione.
  38. 38. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 23 a 37, in cui una superficie esterna di detti elementi volventi folli (209) e/o di detti ulteriori elementi volventi folli (213) e/o di detti ancora ulteriori elementi volventi folli (214) Ã ̈ dotata di protuberanze (224).
  39. 39. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 23 a 36, in cui su detti elementi volventi folli (209) e/o su detti ulteriori elementi volventi folli (213) e/o su detti ancora ulteriori elementi volventi folli (214) à ̈ investita una pluralità di elementi anulari (225) realizzati con un materiale antiadesione.
  40. 40. Apparato secondo una delle rivendicazioni da 23 a 39, comprendente inoltre mezzi di raffreddamento per raffreddare detto primo elemento di contrasto (208), detto secondo elemento di contrasto (210), detto elemento di imbocco (212) e un corpo (219) di detto elemento di inserimento (101).
  41. 41. Apparato secondo la rivendicazione 40, in cui detti mezzi di raffreddamento sono atti a raffreddare direttamente detti elementi volventi folli (209) e/o detti ulteriori elementi volventi folli (213) e/o detti ancora ulteriori elementi volventi folli (214).
  42. 42. Apparato secondo la rivendicazione 41, in cui detti elementi volventi folli (209) e/o detti ulteriori elementi volventi folli (213) e/o detti ancora ulteriori elementi volventi folli (214) e/o detta sede (211) del secondo elemento di contrasto (210) sono realizzati in materiale poroso.
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