ITMI20102109A1 - Dispositivo per erogazione di liquido - Google Patents

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ITMI20102109A1
ITMI20102109A1 IT002109A ITMI20102109A ITMI20102109A1 IT MI20102109 A1 ITMI20102109 A1 IT MI20102109A1 IT 002109 A IT002109 A IT 002109A IT MI20102109 A ITMI20102109 A IT MI20102109A IT MI20102109 A1 ITMI20102109 A1 IT MI20102109A1
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IT
Italy
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plate
liquid
dispensing
slits
dispensed
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IT002109A
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English (en)
Inventor
Mario Tonelli
Original Assignee
Garef Di Bacchetta Roger
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    • EFIXED CONSTRUCTIONS
    • E03WATER SUPPLY; SEWERAGE
    • E03CDOMESTIC PLUMBING INSTALLATIONS FOR FRESH WATER OR WASTE WATER; SINKS
    • E03C1/00Domestic plumbing installations for fresh water or waste water; Sinks
    • E03C1/02Plumbing installations for fresh water
    • E03C1/04Water-basin installations specially adapted to wash-basins or baths
    • E03C1/0404Constructional or functional features of the spout
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B05SPRAYING OR ATOMISING IN GENERAL; APPLYING FLUENT MATERIALS TO SURFACES, IN GENERAL
    • B05BSPRAYING APPARATUS; ATOMISING APPARATUS; NOZZLES
    • B05B1/00Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means
    • B05B1/02Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means designed to produce a jet, spray, or other discharge of particular shape or nature, e.g. in single drops, or having an outlet of particular shape
    • B05B1/04Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means designed to produce a jet, spray, or other discharge of particular shape or nature, e.g. in single drops, or having an outlet of particular shape in flat form, e.g. fan-like, sheet-like
    • B05B1/044Slits, i.e. narrow openings defined by two straight and parallel lips; Elongated outlets for producing very wide discharges, e.g. fluid curtains
    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B05SPRAYING OR ATOMISING IN GENERAL; APPLYING FLUENT MATERIALS TO SURFACES, IN GENERAL
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    • B05B1/00Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means
    • B05B1/30Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means designed to control volume of flow, e.g. with adjustable passages
    • B05B1/32Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means designed to control volume of flow, e.g. with adjustable passages in which a valve member forms part of the outlet opening
    • B05B1/323Nozzles, spray heads or other outlets, with or without auxiliary devices such as valves, heating means designed to control volume of flow, e.g. with adjustable passages in which a valve member forms part of the outlet opening the valve member being actuated by the pressure of the fluid to be sprayed

Description

“DISPOSITIVO PER EROGAZIONE DI LIQUIDO”
DESCRIZIONE
La presente invenzione è relativa ad un dispositivo per erogazione di liquido. In particolare la presente invenzione è relativa ad un dispositivo in grado di erogare acqua con “effetto cascata”.
Ancor più particolarmente, la presente invenzione è relativa ad un soffione per doccia, rubinetteria o dispositivi simili per sanitari, in grado di erogare acqua con “effetto cascata”. Sono noti numerosi dispositivi per l’erogazione di acqua, quali soffioni e rubinetteria di vario genere, che costituiscono i mezzi ultimi con i quali è possibile erogare liquido, in particolare acqua alla temperatura desiderata, confluente in sanitari e/o contenitori ad uso domestico o meno.
Tali dispositivi comprendono soffioni per doccia e rubinetteria classici o generatori di cascate, quest’ultimi maggiormente utilizzati in piscine, centri termali e simili. I soffioni per doccia e la rubinetteria classica sono usualmente dispositivi realizzati mediante fusione dei materiali metallici, in particolare ottone, o stampaggio ed assemblaggio delle materia plastiche di cui sono costituiti. Tali dispositivi sono provvisti di un ingresso per l’acqua e di uno o più fori di erogazione, sovente parzializzabili per ottenere diverse tipologie di erogazione. I generatori di cascate, sono usualmente anch’essi realizzati mediante un unico elemento ottenuto mediante fusione, se di notevoli dimensioni, o assemblaggio di materiale plastico stampato, se costituiscono un dispositivo di ridotte dimensioni.
US 2008/0034490 descrive un dispositivo per l’erogazione d’acqua destinato in particolar modo all’utilizzo in centri termali e piscine. Tale dispositivo eroga il flusso d’acqua realizzando l’effetto “cascata”, consistente in una lama continua di acqua delle dimensioni desiderate. Secondo una delle forme realizzative il dispositivo si compone schematicamente di due camere separate da deflettori. Questi ultimi hanno la funzione di rimuovere la turbolenza dell’acqua, in ingresso nella prima camera, da utilizzare per la realizzazione della cascata, mediante la seconda camera. I deflettori dividono la porzione interna del dispositivo così che solo la seconda camera possa avere accesso diretto alla porzione di uscita realizzante la cascata. Il dispositivo descritto prevede sempre, sia in condizioni operative sia di riposo, la presenza di una porzione intermedia, realizzata mediante l’involucro del dispositivo stesso. Tale porzione intermedia, contenente le due camere, è utilizzata per la raccolta dell’acqua destinata a realizzare la cascata. In condizioni non operative la porzione intermedia contiene aria o acqua non in pressione, ad ogni modo non realizzando il contatto tra le due porzioni esterne che la compongono.
US 2010/0187326 descrive un dispositivo per l’erogazione di un flusso laminare d’acqua all’intemo di un contenitore, quale una vasca, una piscina o un centro termale. Secondo la forma realizzativa preferita il dispositivo è provvisto di un foro per la raccolta dell’acqua, una camera di riempimento e un elemento allungato per la formazione del flusso laminare di acqua in uscita. Anche in tale dispositivo vi è la presenza di una camera di contenimento atta alla raccolta dell’acqua da erogare. Tale camera di contenimento è presente anche in fase non operativa essendo fissa, cioè ottenuta dalle pareti del dispositivo stesso.
Generalmente, i dispositivi noti definiscono, sia per soffioni che per rubinetteria, almeno una camera intermedia tra la porzione di ingresso e la porzione di uscita dell’acqua da erogare. Tale camera presenta il principale svantaggio di convogliare e mantenere acqua stagnante al termine dell’erogazione con alta probabilità di formazione di depositi calcarei che, col tempo, ostruiscono il regolare condotto dell’acqua. In tal modo la formazione dell’effetto cascata, ma anche dell’erogazione tradizionale, è compromessa nel tempo a causa delle irregolarità che si formano all’ interno della camera intermedia o a causa delle ostruzioni delle fenditure di erogazione, richiedendo notevoli sforzi per una continua pulizia o addirittura la sostituzione del dispositivo stesso.
Ulteriore svantaggio dei dispositivi noti è il notevole spessore con cui è necessario progettare tali dispositivi per realizzare una camera intermedia di dimensioni e volume sufficienti a garantire l’erogazione. Ciò influenza notevolmente la conformazione, e dunque il design, di tali dispositivi limitando le possibili scelte progettuali.
Un ulteriore svantaggio è costituito dal costo necessario alla costruzione dei dispositivi noti. Ciò è dovuto sia al numero di componenti necessari per la costruzione di un singolo dispositivo, sia alla modalità costruttiva con cui vengono realizzati i diversi componenti per la formazione di una camera intermedia, ovvero la fusione in un sol pezzo o lo stampaggio di più parti da assemblare.
Sarebbe pertanto desiderabile disporre di un dispositivo per l’erogazione di liquido che permetta di minimizzare, ed al limite eliminare, la formazione di depositi calcarei al suo interno, riducendo tempi e costi di manutenzione e aumentando la vita dello stesso.
Sarebbe desiderabile ulteriormente che detto dispositivo fosse in grado di garantire un’erogazione di liquido con uno o più “effetti cascata”, conferendo all’utente una maggiore sensazione di comfort durante il suo utilizzo. Sarebbe inoltre desiderabile che tale dispositivo fosse economicamente realizzabile, minimizzando i costi relativi al numero di componenti, al loro assemblaggio e alla loro interazione. Infine sarebbe desiderabile che tale dispositivo fosse in grado di adattarsi a diverse opzioni di progettazione, eliminando il vincolo strutturale relativo allo spessore della camera intermedia.
Il compito della presente invenzione è pertanto quello di fornire un dispositivo per erogazione di liquido in grado di realizzare un “effetto cascata”, minimizzando gli inconvenienti relativi ai dispositivi noti, secondo quanto precedentemente descritto.
Nell’ambito del compito suddetto, uno scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo in grado di minimizzare o eliminare i problemi derivanti da depositi calcarei nello stesso.
Un ulteriore scopo della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo in grado di minimizzare le operazioni di pulizia e manutenzione, assicurando una lunga durata dello stesso. Ancora uno scopo, rientrante nel compito suddetto, è quello di fornire un dispositivo costituito da un numero minimo di componenti, dal costo di produzione, assemblaggio ridotto. Ulteriormente, compito della presente invenzione è quello di fornire un dispositivo tale da garantire una progettazione ed un design semplificati, con un ridotto numero di vincoli gravanti sulla struttura del dispositivo stesso.
Gli scopi sopra menzionati vengono raggiunti da un dispositivo per l’erogazione di liquido comprendente almeno una prima piastra ed almeno una seconda piastra, caratterizzato dal fatto che la seconda piastra è sovrapposta parallelamente e accoppiata a tenuta di liquido con i bordi della prima piastra, almeno una delle piastre essendo flessibile; e dal fatto che in condizioni di non erogazione del liquido la prima piastra è a contatto con la seconda piastra senza che sia definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse; mentre in condizioni di erogazione del liquido la prima piastra è separata dalla seconda piastra per effetto della deformazione indotta sulla piastra flessibile dalla pressione esercitata dal liquido in erogazione, definendosi così una camera di contenimento per il liquido in erogazione.
In tal modo, il dispositivo non presentando la camera intermedia, come descritto per i dispositivi noti, evita che l’acqua ristagni all’interno dello stesso e dunque minimizza, ed al limite elimina, le formazioni di depositi calcarei. Ulteriormente, lo spessore del dispositivo è drasticamente ridotto, garantendo una progettazione ed un design svincolati dalla caratteristica camera di contenimento intermedia.
Preferibilmente la prima piastra è provvista di almeno una fenditura per la captazione del liquido. In tal modo viene minimizzato il numero di componenti necessari alla realizzazione del dispositivo.
Ancor più preferibilmente il dispositivo comprende una terza piastra flessibile sovrapposta parallelamente e accoppiata a tenuta di liquido mediante i bordi della terza piastra con la seconda piastra in corrispondenza di fenditure per il trasferimento del liquido, di cui è provvista la seconda piastra. In condizioni di non erogazione del liquido la terza piastra è a contatto con la seconda piastra non essendo definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse; mentre in condizioni di erogazione del liquido la terza piastra è separata dalla seconda piastra per effetto della deformazione indotta sulla piastra flessibile dalla pressione esercitata dal liquido in erogazione. Inoltre, preferibilmente, la seconda piastra e/o la terza piastra sono provviste di almeno una fenditura per l’erogazione del liquido. Ciò consente di massimizzare il confort e l’esperienza di utilizzo dell’utente, consentendo un’erogazione di liquido multipla, tale da garantire la più vasta area di copertura.
Preferibilmente le fenditure per l’erogazione del liquido sono ricavate in corrispondenza di almeno una porzione perimetrale della seconda piastra e/o della terza piastra. Ancor più preferibilmente tali fenditure per l’erogazione sono ricavate mediante un intaglio nelle porzioni perimetrali della seconda piastra e/o della terza piastra. In tal modo si realizza un effetto cascata reale, contemporaneamente minimizzando i costi produttivi legati alla produzione del dispositivo.
Preferibilmente la prima piastra e/o la seconda piastra e/o la terza piastra hanno forma poligonale e le fenditure per l’erogazione del liquido sono ricavate su almeno un lato perimetrale della seconda piastra e/o della terza piastra. Ciò garantisce una maggiore autonomia di progettazione e ancora un maggior comfort nella fruibilità da parte dell’utente. Ancor più preferibilmente le fenditure per il trasferimento e/o le fenditure per l’erogazione del liquido sono equidistanti dal centro della seconda piastra e/o della terza piastra. In tal modo consentendo una erogazione uniforme e costante del liquido, aumentando notevolmente la reale sensazione dell’effetto cascata e contestualmente il confort di utilizzo.
Preferibilmente il dispositivo comprende deflettori posti in corrispondenza delle fenditure per l’erogazione del liquido. Ancor più preferibilmente tali deflettori hanno lunghezza almeno pari a dette fenditure per l’erogazione del liquido. In tal modo è assicurato l’effetto cascata del fluido in erogazione, garantendo al contempo maggior solidità strutturale all’intero dispositivo.
La pressione del liquido a cui si fa riferimento nella presente descrizione è di regola la pressione di erogazione dell’acqua in una rete idrica alimentata da un acquedotto, o la pressione di erogazione da un’autoclave condominiale o simile. Una tale pressione di erogazione è normalmente variabile da 1 bar a 6 bar, ma può essere ugualmente superiore per i paesi soggetti a temperature ambientali medie particolarmente basse.
Con il termine “piastra flessibile” si intende, nella presente invenzione, una piastra suscettibile di deformazione elastica a seguito della pressione del liquido con cui è a contatto, come precedentemente descritto.
La condizione di erogazione, nella presente invenzione, è relativa ad una condizione di operatività del dispositivo in cui il liquido viene erogato secondo quanto richiesto dall’utente. Allo stesso modo, la condizione di non erogazione, nella presente invenzione, è relativa ad una condizione di non operatività del dispositivo in cui l’erogazione del liquido è interrotta, alla richiesta dell’utente.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi della presente invenzione risulteranno evidenti dalla descrizione di forme realizzative preferite, illustrate a titolo esemplificativo e non limitativo nelle allegate figure, in cui:
la figura 1 è una vista prospettica in esploso di una prima forma realizzativa del dispositivo secondo la presente invenzione;
la figura 2 è una vista in pianta dall’altro della forma realizzativa rappresentata in figura 1; la figura 3 è una vista in sezione A- A della forma realizzativa rappresentata in figura 1, con dispositivo in condizioni di erogazione;
la figura 4 è una vista in sezione B-B della forma realizzativa rappresentata in figura 1, con dispositivo in condizioni di erogazione;
la figura 5 è una vista prospettica in esploso di una seconda forma realizzativa del dispositivo, secondo la presente invenzione;
la figura 6 è una vista in sezione parziale della forma realizzativa rappresentata in figura 5, con dispositivo in condizioni di non erogazione;
la figura 7 è una vista in sezione parziale della forma realizzativa rappresentata in figura 5, con dispositivo in condizioni di erogazione;
la figura 8 è una vista prospettica in esploso di una terza forma realizzativa del dispositivo, secondo la presente invenzione;
la figura 9 è una vista in sezione della forma realizzativa rappresentata in figura 8, con dispositivo in condizioni di non erogazione;
la figura 10 è una vista in sezione della forma realizzativa rappresentata in figura 8, con dispositivo in condizioni di erogazione.
Con riferimento alla figure 1-4, una prima forma realizzativa del dispositivo per erogazione di liquido 1, secondo la presente invenzione, comprende una prima piastra 11 ed una seconda piastra 21, entrambe costituite da materiale flessibile elasticamente, ad esempio acciaio AISI 304. Tali piastre 11 e 21 hanno forma poligonale, in particolare hanno la forma di due rettangoli, con le stesse dimensioni.
La prima piastra 11 è provvista di una fenditura per la captazione 111 del liquido da erogare, realizzata mediante un foro adiacente ad uno dei due lati corti perimetrali della prima piastra 11
La seconda piastra 21 è provvista di una fenditura per l’erogazione 121 del liquido da erogare. Tale fenditura per l’erogazione 121 è ricavata in corrispondenza di una porzione perimetrale della seconda piastra 21. In particolare la fenditura per l’erogazione 121 è prevista sul lato corto perimetrale opposto al lato adiacente alla fenditura di captazione 111 ed è ottenuta intagliando, per la sua intera lunghezza, detto lato corto perimetrale della seconda piastra 21. L’uniformità di erogazione del fluido è così ottenuta grazie alla uniforme distribuzione delle pressioni garantita dalla distanza tra la fenditura di captazione 111 e la fenditura di erogazione 121, distanza tale da permettere al fluido di convogliare verso la fenditura di erogazione 121 alla medesima pressione.
Il dispositivo 1 è dunque ottenuto sovrapponendo parallelamente e accoppiando a tenuta di liquido la prima piastra 11 e la seconda piastra 21. Tale accoppiamento, a tenuta di liquido, è realizzato lungo i reciproci bordi, con esclusione del bordo sul quale è realizzata la fenditura di erogazione 121.
Per realizzare un realistico effetto cascata e permettere un controllato scorrimento verticale del liquido in erogazione, il dispositivo 1 è altresì provvisto di un deflettore 211 posto in corrispondenza della fenditura per l’erogazione 121 e accoppiato con la prima piastra 11 lungo il bordo perimetrale libero, perpendicolarmente all’estensione di detta prima piastra 11. Tale deflettore 211 ha lunghezza pari alla fenditura per l’erogazione 121, ovvero pari al lato corto perimetrale del prima piastra Il e, dunque, della seconda piastra 21. Ulteriormente, il deflettore 211 assolve il compito di irrigidire l’intera struttura con cui è accoppiato, ovvero la prima piastra 11, evitando la deformazione di entrambe le piastre 11 e 21 e contestualmente garantendo il design di progettazione originario.
Secondo quanto descritto, il dispositivo 1 in condizione di non erogazione consiste di una prima piastra 11 e di una seconda piastra 21, accoppiate e a contatto. Il contatto è tale che non risulta definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse, ovvero il volume tra le due piastre 11 e 21 è pari sostanzialmente a zero. In tal modo il dispositivo 1 non presenta alcuna camera di contenimento per il liquido in erogazione e ciò evita che l’acqua ristagni all’interno dello stesso formando fastidiosi depositi calcarei. Ulteriormente, lo spessore del dispositivo 1 risulta drasticamente ridotto, essendo definito solamente dalla somma degli spessori delle due piastre 11 e 21 accoppiate.
Alla richiesta di erogazione da parte dell’utente, mediante mezzi di apertura e chiusura noti, il dispositivo 1 si pone in condizione di erogazione. Tale condizione è definita dalla separazione della prima piastra 11 dalla seconda piastra 21, pur mantenendo l’accoppiamento a tenuta di liquido lungo i bordi. La separazione si produce per effetto della deformazione elastica delle due piastre 11 e 21 a seguito della pressione esercitata lungo le superfici dal liquido da erogare, in entrata attraverso la fenditura per la captazione 111 e diretto lungo la fenditura per l’erogazione 121. Tale deformazione definisce dunque una camera di contenimento 41, atta a contenere il liquido in fase di erogazione. Grazie alle posizioni opposte della fenditura per la captazione 111 e della fenditura per l’erogazione 121, il liquido ha la possibilità di uniformare la pressione di erogazione alla fenditura per l’erogazione 121 mediante il contatto con le superfici frapposte tra le due piastre 11 e 21. Inoltre, il liquido erogato dalla fenditura per l’erogazione 121 incontra il deflettore 211, il quale, accoppiato in modo da protrudere perpendicolarmente al bordo di accoppiamento con la prima piastra 11, realizza una deviazione del flusso di liquido. Tale deviazione consente un’erogazione controllata del liquido con “effetto cascata”, ovvero creando una lama d’acqua uniformemente rivolta perpendicolarmente all’estensione del dispositivo 1.
Quando l’utente cessa la richiesta di liquido, interrompendo l’afflusso d’acqua, le piastre Il e 21 costituenti il dispositivo 1 ritornano in posizione di non erogazione, conseguendo il reciproco contatto. In tal modo la camera di contenimento 41 è svuotata dal liquido che conteneva in condizione di erogazione, eliminando la formazione di possibili residui calcarei. Ciò è dovuto all’ annullamento della pressione del liquido da erogare e contestualmente alla deformazione elastica inversa che le piastre 11 e 21 subiscono, ritornando nelle condizioni di riposo, dunque sostanzialmente piatte.
Con riferimento alla figure 5-7, una seconda forma realizzativa del dispositivo per erogazione di liquido 2, secondo la presente invenzione, comprende una prima piastra 12 ed una seconda piastra 22 entrambe costituite da materiale flessibile elasticamente, ad esempio acciaio AISI 304. Tali piastre 12 e 22 hanno forma poligonale, in particolare la loro conformazione corrisponde a quella di due esagoni regolari, delle stesse dimensioni.
La prima piastra 12 è provvista di una fenditura per la captazione 112 del liquido da erogare, realizzata mediante un foro posto al centro della stessa, corrispondente al baricentro geometrico dell’esagono regolare.
La seconda piastra 22 è provvista di una pluralità di fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ del liquido da erogare. Tali fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ sono ricavate in corrispondenza delle porzioni perimetrali della seconda piastra 22. In particolare, tali fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ sono ottenute su ognuno dei sei lati perimetrali costituenti l’esagono regolare. Più in particolare, tali fenditure di erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ sono ottenute intagliando ogni lato perimetrale della seconda piastra 22. Ancor più particolarmente, ogni lato perimetrale presenta due intagli corrispondenti a due fenditure, per un tale di dodici fenditure di erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’. Queste presentano la medesima estensione e sono ulteriormente equidistanti dal centro della seconda piastra 22.
L’uniformità di erogazione del fluido è così ottenuta grazie alla uniforme distribuzione delle pressioni garantita dalla eguale distanza tra la fenditura di captazione 112 e ognuna delle fenditure di erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’. La distanza in questione è inoltre tale da permettere al fluido di fluire verso dette fenditure di erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ alla medesima pressione.
Il dispositivo 2 è dunque ottenuto sovrapponendo parallelamente e accoppiando a tenuta di liquido la prima piastra 12 e la seconda piastra 22. Tale accoppiamento a tenuta di liquido, è realizzato lungo i reciproci bordi, in particolare nelle porzioni di separazione delle fenditure di erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, porzioni che non sono provviste di intagli.
Per realizzare un realistico effetto cascata e permettere lo scorrimento solo in verticale del liquido in erogazione, il dispositivo 2 è altresì provvisto di una pluralità di deflettori 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f posti in corrispondenza delle fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, accoppiati con la prima piastra 12 lungo il bordo perimetrale ad essi destinati, perpendicolarmente all’estensione della prima piastra 12. In particolare ognuno dei deflettori 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f ha estensione tale da risultare interamente adiacente a due fenditure poste consecutivamente sul medesimo lato perimetrale dell’esagono. Tale estensione risulta possibile grazie all’accoppiamento di ogni deflettore 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f in appositi intagli 312a, 312b, 312c, 312d, 312e, 312f realizzati al centro di ogni bordo perimetrale della prima piastra 12. Ulteriormente, i deflettori 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f assolvono il compito di irrigidire l’intera struttura con cui sono accoppiati, cioè la prima piastra 12, evitando la deformazione di entrambe le piastre 12 e 22 e contestualmente garantendo il design di progettazione originario.
Secondo quanto descritto, il dispositivo 2 in condizione di non erogazione consiste di una prima piastra 12 e di una seconda piastra 22, accoppiate e a contatto. Il contatto è tale che non risulta definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse, ovvero il volume tra le due piastre 12 e 22 è pari sostanzialmente a zero. In tal modo il dispositivo 2 non presenta alcuna camera di contenimento per il liquido in erogazione e ciò evita che l’acqua ristagni all’interno dello stesso formando indesiderati depositi calcarei. Inoltre, lo spessore del dispositivo 2 risulta drasticamente ridotto, definito solamente dalla somma degli spessori delle due piastre 12 e 22 accoppiate.
Alla richiesta di erogazione da parte dell’utente, il dispositivo 2 si pone in condizione di erogazione. Tale condizione è definita dalla separazione della prima piastra 12 dalla seconda piastra 22, pur mantenendo l’accoppiamento a tenuta di liquido lungo i bordi. La separazione si produce per effetto della deformazione elastica delle due piastre 12 e 22 a seguito della pressione esercitata lungo le superfici dal liquido da erogare, in entrata attraverso la fenditura per la captazione 112 e diretto lungo le fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’. Tale deformazione definisce dunque una camera di contenimento 42, atta a contenere il liquido in fase di erogazione. Viste le uguali distanze di separazione tra le fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ rispetto alla fenditura per la captazione 112, il liquido ha la possibilità di uniformare la pressione di erogazione ad ogni fenditura per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ mediante il contatto con tutte le superfici contenute tra le due piastre 12 e 22. Inoltre, il liquido erogato dalle fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’ incontra i deflettori 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f i quali, accoppiati con la prima piastra 12 in modo da protrudere perpendicolarmente al bordo di questa, realizzano una deviazione del flusso di liquido in erogazione. Tale deviazione consente un’erogazione controllata del liquido con “effetto cascata”, ovvero creando una lama d’acqua uniformemente rivolta perpendicolarmente all’estensione del dispositivo 2. A seconda dell’angolo formato tra la prima piastra 12 e i deflettori 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f, è altresì possibile ottenere che le singole “lame” d’acqua abbiano un unico punto d’incontro posto parallelamente al baricentro geometrico dell’esagono costituente il dispositivo 2.
Quando l’utente cessa la richiesta di liquido, interrompendo l’afflusso d’acqua, le piastre 12 e 22 costituenti il dispositivo 2 ritornano in posizione di non erogazione, conseguendo il reciproco contatto. In tal modo la camera di contenimento 42 è svuotata dal liquido che conteneva in condizione di erogazione, eliminando la formazione di possibili residui. Ciò è dovuto all’annullamento della pressione del liquido da erogare e contestualmente alla deformazione elastica inversa che le piastre 12 e 22 subiscono, ritornando nelle condizioni di riposo, dunque sostanzialmente piatte.
Con riferimento alla figure 8-10, una terza forma realizzativa del dispositivo per erogazione di liquido 3, secondo la presente invenzione, comprende una prima piastra 13, una seconda piastra 23 ed una terza piastra 33, costituite da materiale flessibile elasticamente, ad esempio acciaio AISI 304. Tali piastre 13, 23 e 33 hanno forma poligonale, in particolare la conformazione della prima piastra 13 e della seconda piastra 23 corrisponde a quella di due esagoni regolari delle stesse dimensioni, mentre la terza piastra 33 ha una conformazione triangolare equilatera, di dimensioni ridotte, tali da essere iscritta alTinterno della seconda piastra 23.
La prima piastra 13 è provvista di una fenditura per la captazione 113 del liquido da erogare, realizzata mediante un foro posto al centro della stessa, corrispondente al baricentro geometrico dell’esagono regolare.
La seconda piastra 23 è provvista di una pluralità di fenditure per l’erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ del liquido da erogare. Tali fenditure per l’erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ sono ricavate in corrispondenza delle porzioni perimetrali della seconda piastra 23. In particolare, tali fenditure per l’erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ sono ottenute su ognuno dei sei lati perimetrali costituenti l’esagono regolare. Più in particolare, tali fenditure di erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ sono ottenute intagliando ogni lato perimetrale della seconda piastra 23. Ancor più particolarmente, ogni lato perimetrale presenta due intagli corrispondenti a due fenditure, per un tale di dodici fenditure di erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’. Queste presentano la medesime dimensioni e sono ulteriormente equidistanti dal centro della seconda piastra 23.
L’uniformità di erogazione del fluido è così ottenuta grazie alla uniforme distribuzione delle pressioni garantita dalla eguale distanza tra la fenditura di captazione 113 e ognuna delle fenditure di erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’. La distanza in questione è inoltre tale da permettere al fluido di fluire verso dette fenditure di erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ alla medesima pressione.
Ulteriormente la seconda piastra 23 è provvista di fenditure per il trasferimento 723a, 723b, 723c del liquido da erogare. Queste sono realizzate mediante tre fori equidistanti dal baricentro geometrico dell’ esagono. In particolare sono poste su ognuna delle tre linee di separazione di due fenditure consecutive poste sul medesimo lato perimetrale congiungenti il baricentro geometrico dell’esagono. In tal modo, tali fenditure per il trasferimento 723 a, 723b, 723c, risultano equidistanti l’una dall’altra, tali da formare i vertici di un triangolo equilatero virtuale.
La terza piastra 33 è anch’essa provvista di una pluralità di fenditure per l’erogazione 233a, 233b, 233c del liquido da erogare. Tali fenditure per l’erogazione 233a, 233b, 233c sono previste in corrispondenza delle porzioni perimetrale della terza piastra 33. In particolare, tali fenditure per l’erogazione 233 a, 233b, 233 c sono ottenute su ognuno dei tre lati perimetrali costituenti il triangolo equilatero, intagliando ogni lato ad ottenere una sola fenditura per lato. Dunque, ognuna delle fenditure per l’erogazione 233a, 233b, 233c si pone tra due fenditure per il trasferimento 723a, 723b, 723c consecutive, ad una distanza tale da permettere una erogazione a pressione uniforme per tutte le fenditure per l’erogazione 233a, 233b, 233c. Il dispositivo 3 è dunque ottenuto sovrapponendo parallelamente e accoppiando a tenuta di liquido la prima piastra 13 con la seconda piastra 23 e quest’ ultima con la terza piastra 33, in modo tale che i baricentri geometrici di ognuna delle tre piastre giacciano sulla medesima retta perpendicolare e passante per le tre piastre 13, 23 e 33, ovvero in modo tale che detti baricentri geometrici siano paralleli. Tale accoppiamento, a tenuta di liquido, è realizzato lungo i reciproci bordi, in particolare nelle porzioni di separazione delle fenditure di erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233a, 233b, 233c, le quali non sono provviste di intagli.
Per realizzare un realistico effetto cascata e permettere il flusso solo in verticale del liquido in erogazione, il dispositivo 3 è altresì provvisto di una pluralità di deflettori 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f posti in corrispondenza delle fenditure per l’erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, accoppiati con la prima piastra 13 lungo il bordo perimetrale ad essi destinati, perpendicolarmente all’estensione della prima piastra 13 stessa. Lo stesso dispositivo 3 è inoltre provvisto di un’ulteriore pluralità di deflettori 133a, 133b, 133c posti in corrispondenza delle fenditure di erogazione 233a, 233b, 233c, accoppiati con la seconda piastra 23, in adiacenza al contatto con la terza piastra 33. In particolare ognuno dei deflettori 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f ha estensione tale da risultare interamente adiacente a due fenditure poste consecutivamente sul medesimo lato perimetrale dell’esagono. Tale estensione risulta possibile grazie all’accoppiamento di ogni deflettore 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f in appositi intagli 313a, 313b, 313c, 313d, 313e, 313f realizzati al centro di ogni bordo perimetrale della prima piastra 13. Inoltre ognuno dei deflettori 133a, 133b, 133c ha un’estensione tale da risultare corrispondente ad ognuna delle fenditure di erogazione 233a, 233b, 233c. Ulteriormente, i deflettori 213a, 213b, 213c, 213d, 213 e, 213 f, 133 a, 133 b, 133 c, assolvono il compito di irrigidire l’intera struttura con cui sono accoppiati, ovvero la prima piastra 13 e la seconda piastra 23, evitando la deformazione di tutte le piastre 13, 23 e 33 e contestualmente garantendo il design di progettazione originario. Secondo quanto descritto, il dispositivo 3, in condizione di non erogazione, consiste di una prima piastra 13, di una seconda piastra 23, accoppiata e a contatto con la prima piastra 13, e di una terza piastra 33, accoppiata e a contatto con la seconda piastra 23. Il contatto è tale che non risulta definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse, ovvero il volume tra le tre piastre 13, 23 e 33 è pari sostanzialmente a zero. In tal modo il dispositivo 3 non presenta alcuna camera di contenimento per il liquido in erogazione e ciò evita che l’acqua ristagni alTinterno dello stesso formando indesiderati depositi calcarei. Ulteriormente, lo spessore del dispositivo 3 risulta drasticamente ridotto, risultando solamente dalla somma degli spessori delle tre piastre 13, 23 e 33 che lo costituiscono.
Alla richiesta di erogazione da parte dell’utente, il dispositivo 3 si pone in condizione di erogazione. Tale condizione è definita dalla separazione della prima piastra 13 dalla seconda piastra 23 nonché dalla separazione della terza piastra 33 dalla seconda piastra 23, pur mantenendo l’accoppiamento a tenuta di liquido lungo i bordi tra le stesse. La separazione si produce per effetto della deformazione elastica delle tre piastre 13, 23 e 33 a seguito della pressione esercitata lungo le superfici dal liquido da erogare, in entrata attraverso la fenditura per la captazione 113 e diretto dapprima verso le fenditure per l’erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ e verso le fenditure per il trasferimento 723a, 723b, 723c della seconda piastra 23, e successivamente da quest’ultime alle fenditure per l’erogazione 233a, 233b, 233c della terza piastra 33. Tale deformazione definisce dunque due camere di contenimento 43 e 43’, atte a contenere il liquido in fase di erogazione. Grazie alle uguali distanze di separazione tra le fenditure per l’erogazione 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’ della seconda piastra 23 rispetto alla fenditura per la captazione 113 e tra le fenditure per il trasferimento 723a, 723b, 723c della stessa piastra e le fenditure per l’erogazione 233 a, 233b, 233 c della terza piastra 33, il liquido ha la possibilità di uniformare la pressione di erogazione ad ogni fenditura per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 233, 233’, 233”mediante il contatto con tutte le superi! ci contenute tra le tre piastre 13 e 23 e tra le piastre 23 e 33. Inoltre, il liquido erogato dalle fenditure per l’erogazione 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 233 a, 233b, 233c incontra i deflettori 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f, 133a, 133b, 133c, i quali risultano accoppiati con la prima piastra 13 e con la seconda piastra 23 in modo da protrudere perpendicolarmente al bordo di queste, realizzano una deviazione del flusso di liquido in erogazione. Tale deviazione consente un’erogazione controllata del liquido con “effetto cascata”, ovvero creando una lama d’acqua uniformemente rivolta perpendicolarmente all’estensione del dispositivo 3. A seconda dell’angolo formato tra la prima piastra 13 e i deflettori 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f e tra la seconda piastra 23 e i deflettori 133a, 133b, 133c, è altresì possibile ottenere che le singole “lame” d’acqua abbiano un unico punto d’incontro posto parallelamente al baricentro geometrico dell’esagono costituente il dispositivo 3.
Quando l’utente cessa la richiesta di liquido, interrompendo l’afflusso d’acqua, le piastre 13, 23 e 33 costituenti il dispositivo 3 ritornano in posizione di non erogazione, conseguendo il reciproco contatto. In tal modo le camere di contenimento 43, 43’ sono svuotate dal liquido che contenevano in condizione di erogazione, eliminando la formazione di possibili residui. Ciò è dovuto all’ annullamento della pressione del liquido da erogare e contestualmente alla deformazione elastica inversa che le piastre 13, 23 e 33 subiscono, ritornando nelle condizioni di riposo, dunque sostanzialmente piatte.
Il dispositivo per l’erogazione di liquido secondo la presente invenzione presenta un elevata modularità che permette di ottenere il medesimo risultato pur modificando la geometria delle singole piastre, delle fenditure o dei deflettori. Ciò garantisce un comfort di erogazione ed utilizzo elevato in relazione alle specifiche necessità dell’utente.
Inoltre la possibilità di modificare facilmente la geometria, pur mantenendo inalterata la struttura prevista per il corretto funzionamento, consente la progettazione di un dispositivo secondo il design desiderato ed in grado di mantenere tale design anche in condizioni di erogazione.
Il dispositivo di erogazione di liquido secondo l’invenzione consente inoltre di realizzare un erogazione fluida, con un “effetto cascata” variabile in relazione alla definizione geometrica di fenditure e deflettori.
Un dispositivo realizzato secondo la presente invenzione consente inoltre di razionalizzare le operazioni necessarie per la sua produzione e messa in esercizio, nonché di minimizzare i costi associati alle operazioni di pulizia e manutenzione. Tale minimizzazione dei costi è dovuta in particolar modo alla eliminazione di residui di liquido e, conseguentemente, dei depositi calcarei che normalmente tali residui creano.
Ancora, un dispositivo secondo la presente invenzione consente una razionalizzazione degli elementi costituenti lo stesso, nonché dei costi produttivi ad esso associati in relazione al minimo numero di componenti utilizzati e alla operazioni necessarie per il loro assemblaggio. Infine un dispositivo secondo la presente invenzione consente una maggiore vita produttiva in relazione all’assenza di organi meccanici in movimento che, durante le fasi di erogazione e non erogazione connesse all’operatività dello stesso, potrebbero invece portare a rotture dovute a fatica.

Claims (12)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3) comprendente almeno una prima piastra (11; 12; 13) ed almeno una seconda piastra (21; 22; 23), caratterizzato dal fatto che detta seconda piastra (21; 22; 23) è sovrapposta parallelamente e accoppiata a tenuta di liquido con i bordi di detta prima piastra (11; 12; 13), almeno una di dette piastre essendo flessibile; e dal fatto che in condizioni di non erogazione di detto liquido detta prima piastra (11; 12; 13) è a contatto con detta seconda piastra (21; 22; 23) senza che sia definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse; mentre in condizioni di erogazione di detto liquido detta prima piastra (11; 12; 13) è separata da detta seconda piastra (21; 22; 23) per effetto della deformazione indotta sulla piastra flessibile dalla pressione esercitata da detto liquido in erogazione, definendosi così una camera di contenimento (41; 42; 43, 43’) per detto liquido in erogazione.
  2. 2. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta prima piastra (11; 12; 13) è provvista di almeno una fenditura per la captazione (111; 112; 113) di detto liquido.
  3. 3. Dispositivo per l’erogazione di liquido (3), secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detta seconda piastra (13) è provvista di almeno una fenditura per il trasferimento (723 a, 723b, 723 c) di detto liquido.
  4. 4. Dispositivo per l’erogazione di liquido (3), secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto di comprendere una terza piastra (33) flessibile sovrapposta parallelamente e accoppiata a tenuta di liquido mediante i bordi di detta terza piastra (33) con detta seconda piastra (23) in corrispondenza di dette fenditure per il trasferimento (723a, 723b, 723 c) di detto liquido; in condizioni di non erogazione di detto liquido detta terza piastra (33) è a contatto con detta seconda piastra (23) senza che sia definito sostanzialmente alcuno spazio tra di esse; mentre in condizioni di erogazione di detto liquido detta terza piastra (33) è separata da detta seconda piastra (23) per effetto della deformazione indotta sulla piastra flessibile dalla pressione esercitata da detto liquido in erogazione, definendosi così una camera di contenimento (43’) per detto liquido in erogazione.
  5. 5. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzato dal fatto che detta seconda piastra (21; 22; 23) e/o detta terza piastra (33) sono provviste di almeno una fenditura per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233a, 233b, 233c) di detto liquido.
  6. 6. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che dette fenditure per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233a, 233b, 233c) di detto liquido sono previste in corrispondenza di almeno una porzione perimetrale di detta seconda piastra (21; 22; 23) e/o di detta terza piastra (33).
  7. 7. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo la rivendicazione 5 o 6, caratterizzato dal fatto che dette fenditure per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233 a, 233b, 233 c) sono ricavate mediante un intaglio nelle porzioni perimetrali di detta seconda piastra (21; 22; 23) e/o di detta terza piastra (33).
  8. 8. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che detta prima piastra (11; 12; 13) e/o detta seconda piastra (21; 22; 23) e/o detta terza piastra (33) hanno forma poligonale.
  9. 9. Dispositivo per l’erogazione di liquido (3), secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che dette fenditure per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233 a, 233b, 233 c) di detto liquido sono ricavate su almeno un lato perimetrale di detta seconda piastra (21; 22; 23) e/o di detta terza piastra (33).
  10. 10. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 9, caratterizzato dal fatto che dette fenditure per il trasferimento (723a, 723b, 723c) e/o dette fenditure per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233a, 233b, 233c) di detto liquido sono equidistanti dal centro di detta seconda piastra (21; 22; 23) e/o di detta terza piastra (33).
  11. 11. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 10, caratterizzato dal fatto di comprendere deflettori (211; 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f; 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f, 133a, 133b, 133c) posti in corrispondenza di dette fenditure per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233 a, 233b, 233 c) di detto liquido.
  12. 12. Dispositivo per l’erogazione di liquido (1; 2; 3), secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che detti deflettori (211; 212a, 212b, 212c, 212d, 212e, 212f; 213a, 213b, 213c, 213d, 213e, 213f, 133a, 133b, 133c) hanno lunghezza almeno pari a dette fenditure per l’erogazione (121; 122, 122’, 222, 222’, 322, 322’, 422, 422’, 522, 522’, 622, 622’, 123, 123’, 223, 223’, 323, 323’, 423, 423’, 523, 523’, 623, 623’, 233 a, 233b, 233 c) di detto liquido.
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