ITMI20000379A1 - Uso di derivati mono- e bifunzionali (per)fluoropolieterei nel trattamento di materiali ceramici - Google Patents

Uso di derivati mono- e bifunzionali (per)fluoropolieterei nel trattamento di materiali ceramici Download PDF

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Dominicis Mattia De
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Description

Descrizione dell'invenzione industriale a nome:
La presente invenzione riguarda l'uso di prodotti per il trattamento protettivo di materiali ceramici nei confronti di agenti sporcanti.
In particolare, l'invenzione riguarda l'applicazione su superfici ceramiche di specifici prodotti (per)fluoropolieterei in grado di fornire una facile rimozione di agenti sporcanti (easy stain removai) . Detti prodotti sono utilizzabili in maniera efficace a concentrazioni superficiali molto basse, evitando di modificare l'aspetto superficiale del materiale ceramico trattato. Gli agenti sporcanti che devono essere rimossi sono rappresentati da vino, caffè, coca-cola, aceto, pennarelli, permanganato di potassio, tintura di iodio, sigillanti, ecc. Preferibilmente, i materiali su cui vengono applicati i prodotti dell'invenzione sono i cosiddetti gres porcellanati che per struttura superficiale presentano particolari problemi per quanto riguarda la rimozione degli agenti sporcanti sopra citati.
il problema tecnico che si propone di risolvere la presente invenzione non è quello di prevedere coating protettivi oleo- ed idro-repellenti, ma quello di garantire una facile rimozione degli agenti sporcanti, una volta che il gres porcellanato dopo trattamento con i prodotti dell'invenzione, è stato sporcato dagli agenti sporcanti. Elevati valori di idroed oleo-repellenza di un trattamento superficiale protettivo non rappresentano necessariamente una condizione sufficiente per garantire una facile rimozione degli agenti sporcanti so-pra citati, una volta penetrati nelle porosità del materiale ceramico .
E' ben noto che la sporcabilità dei materiali ceramici è connessa alla loro porosità e quindi alla penetrazione degli agenti sporcanti all'interno dei pori. La rimozione di tali agenti, una volta penetrati, non è poi possibile con gli usuali sistemi di lavaggio e richiede l'intervento di agenti chimici aggressivi che possono rovinare il materiale ceramico e devono essere maneggiati con cautela.
Sono noti nell'arte diversi sistemi per il trattamento protettivo di materiali ceramici. La protezione superficiale può essere ottenuta attraverso coating polimerici che tendono a formare un film protettivo sulla superficie del materiale, oppure attraverso la formazione di rivestimenti vetrosi ottenuti con una fase di cottura. Un altro metodo consiste nell'impregnazione delle porosità di superficie con formulazioni contenenti derivati polimerici e particelle di silicati.
L'impiego di coating polimerici per conferire protezione alle superfici ceramiche è descritto ad esempio nel brevetto US 5,919,527 in cui si impiega un rivestimento a base di polimeri acrilici fluorurati per conferire proprietà di idro- ed oleo-repellenza ed anti-macchia a superiici dure, come ad esempio marmi, graniti, ceramiche. Il metodo descritto in questo brevetto dà luogo alla formazione di film polimerici che tendono ad occludere le porosità superficiali del materiale ceramico. Tale sistema comporta l'inconveniente di modificare l'aspetto superficiale del materiale ceramico, inoltre per effetto di usura si possono verificare fenomeni di cracking del film polimerico che peggiorano ulteriormente l'aspetto superficiale del materiale ceramico.
La protezione superficiale attraverso rivestimenti vetrosi è descritta ad esempio nel brevetto US 5,702,761 in cui la protezione di corpi ceramici porosi è ottenuta tramite la formazione di uno strato di particelle di silice contenente agenti leganti. Dopo questa prima fase, viene condotta una cottura ad alta temperatura (T=370-55Q°C) che permette di ottenere un rivestimento vetroso protettivo. Tale sistema applicativo comporta un elevato consumo energetico e in generale comporta la modifica dell'aspetto superficiale del materiale ceramico in conseguenza della variazione dell'indice di rifrazione causata dalla presenza dello strato superficiale vetroso.
Nel brevetto US 5,356,716 materiali porosi, quali pietre, cementi, ceramici sono trattati mediante impregnazione delle porosità utilizzando una formulazione costituita da una miscela comprendente resine poliuretaniche, siliconiche e silicati.
Con tale sistema si ottiene una migliorata idro-repellenza. Non si fa alcun cenno alla facilità di rimozione degli agenti sporcanti sopra citati.
E' noto anche il trattamento superficiale di vari tipi di materiale con prodotti (per)fluoropolieterei aventi terminali neutri o funzionalizzati. In genere vengono riportati valori relativi al conferimento di proprietà di idro- ed oleo-repellenza, ma non vengono riportati esempi sulla facilità di rimozione degli agenti sporcanti sopra citati sui materiali ceramici, in particolare gres porcellanato.
I sistemi protettivi dell'arte nota permettono di conferire proprietà di idro- e oleorepellenza a vari supporti, ma non danno indicazioni sulla facilità di rimozione da supporti ceramici, in particolare gres porcellanato, nel caso di agenti sporcanti, quali ad esempio vino, aceto, caffè, pennarello, ecc . come sopra citati.
3ra pertanto sentita l'esigenza di disporre di una tecnica di protezione di supporti ceramici porosi, in particolare gres porcellanato, in grado di fornire una facile rimozione di agenti sporcanti (easy stain removai), evitando di modificare l'aspetto superficiale del materiale ceramico trattato, senza avere gli inconvenienti sopra citati dei sistemi dell'arte nota.
Costituisce pertanto un oggetto dell'invenzione l'uso nel trattamento di materiali ceramici per ottenere una facile rimozione degli agenti sporcanti, di derivati mono- e bifunzionali (per) fluoropolieterei aventi le seguenti strutture:
in cui:
m' è un intero da 0 a 20, preferibilmente da 0 a 4;
L è un gruppo organico scelto tra -CH2-(OCH2CH2)n-,
-CO-NR'- (CH2)q-, con R'=H o alchile C1-C4;
n=0-8, preferibilmente 1-3, q=1-8, preferibilmente 1-3;
z= H, metallo alcalino o gruppo NR4 con R=H o alchile C1-C4; Y=F, CF3;
m=1,2,3, preferibilmente 1,2,-w è un gruppo -Si(R1 )(OR2)3-0 con a=0,l,2, Ri ed R2 uguali o diversi tra di loro sono gruppi alchilici C1-C6, eventualmente contenenti uno o più O eterei, gruppi arilici C6-C10, alchil-arili o arili-alchili C7-C12;
Rf ha un peso molecolare medio numerico compreso tra 350 e 8.000, preferibilmente tra 500 e 3.000 e comprende unità ripetitive aventi almeno una delle seguenti strutture, disposte statisticamente nella catena:
dove
R4 ed R5, uguali o diversi fra loro, sono scelti fra H, Cl, o perfluoroalchile da 1 a 4 atomi di carbonio.
In particolare Rf può avere una delle strutture seguenti:
con a'/b' compreso tra 0,5 e 2, estremi inclusi, a' e b' essendo numeri interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato,·
con r/b = 0,5-2,0; (r+b)/t è compreso fra 10-30, b, r e t essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato, X ha il significato sopra indicato,-
t' potendo essere 0;
quando t' è diverso da 0 allora r'/t' = 10-30,
r' e t' essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato; X ha il significato sopra indicato;
dove z è un intero tale che il peso molecolare sia quello sopra indicato;
y è un intero compreso fra 0 e 1 ed R'f è un gruppo fluoroalchilenico ad esempio a 1-4 atomi di carbonio;
in cui:
q ed s sono interi tali che il peso molecolare sia quello sopra indicato;
R4, R5, R'f, y hanno il significato sopra indicato;
dove r'' '/t''' = 10-30,
r' '' e t''' essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato;
R'f e y aventi il significato sopra indicato.
Nelle formule sopra indicate:
-(C3FsO)- può rappresentare unità di formula
e/o
Nelle strutture (A) e (C) in cui Rf è monofunzionale, l'altro terminale è di tipo T-O-, dove T è un gruppo (per)-fluoroalchilico scelto tra·.
opzionalmente uno o due atomi di F, preferibilmente
uno, potendo essere sostituiti da H.
Si possono usare anche miscele binarie, ternarie e quaternarie dei composti (A), (B), (C) e (D) sopra indicati.
I fluoropolieteri indicati sono ottenibili con i processi ben noti nell'arte, si vedano ad esempio i brevetti seguenti qui incorporati integralmente per riferimento: USP 3,665,041, 2,242,218, 3,715,378, e il brevetto europeo EP 239123. I fluoropolieteri funzionalizzati con terminazione ossidrilica si ottengono ad esempio secondo i brevetti EP 148482, USP 3,810,874.
La preparazione dei fosfati (per)fluòropolieterei monofunzionali di struttura (A) può essere effettuata facendo reagire i corrispondenti (per)fluoroalchilenossidi idrossi-terminati con POCl3. Per ottenere il derivato monoestere (m=1) è necessario utilizzare un rapporto molare POCl3/composto idrossi-terminato compreso tra 2/1 e 10/1, preferibilmente tra S/1 e 8/1. La reazione viene condotta gocciolando lentamente il composto idrossi-terminato in POCl3, ad una temperatura tra 50 e 100°C, preferibilmente tra 70 e 80°C, eliminando i vapori di HCl in una trappola di KOH. L'eccesso di POCl3 viene eliminato per distillazione mentre l'addotto formatosi viene idrolizzato tramite H2O. La separazione del prodotto ottenuto avviene tramite estrazione con un opportuno solvente organico, quale ad esempio l'acetato di etile. Dalla fase organica si separa il prodotto di struttura (A) con m=1 secondo tecniche note, per esempio evaporazione del solvente.
Per ottenere il derivato biestere (m=2) di formula (A) si procede come nel caso del monoestere con la differenza che dopo l'eliminazione del POCl3, l'addotto di reazione viene ulteriormente fatto reagire con una quantità equimolare di conposto idrossi-terminato. Successivamente si effettua l'idrolisi e si procede come sopra descritto.
Per ottenere il derivato triestere (m=3) di formula (A) si procede come nel caso del monoestere con la differenza che dopo l'eliminazione del POCl3, l'addotto di reazione viene ulteriormente fatto reagire con una quantità dimoiare di composto idrossi-terminato. Successivamente si effettua l'idrolisi e si procede come sopra descritto.
La preparazione dei fosfati (per)fluoropolieterei bifunzionali di struttura (B) può essere effettuata facendo reagire i corrispondenti (per)fluoroalchilenossidi di-idrossi-terminati con POCl3. Per ottenere il derivato con m'=0, è necessario utilizzare un rapporto molare POCl3/composto di-idrossi-terminato compreso tra 4/1 e 20/1, preferibilmente tra 12/1 e 16/1. La reazione viene condotta gocciolando lentamente il composto idrossi -terminato in POCl3, ad una temperatura tra 50 e 100°C, preferibilmente tra 70 e 80°C, eliminando i vapori di HCl in una trappola di KOH. L'eccesso di POCl3 viene eliminato per distillazione mentre l'addotto formatosi viene idrolizzato tramite H2O. La separazione del prodotto (B) con m'=0 avviene tramite estrazione con un opportuno solvente organico, quale ad esempio l'acetato di etile. Dalla fase organica si separa il prodotto secondo tecniche note, per esempio evaporazione del solvente.
Per ottenere il prodotto di struttura (B) con m'>0, si procede come nel caso m'=0 con la differenza che dopo l'eliminazione del POCl3, l'addotto di reazione viene ulteriormente fatto reagire con quantità variabili di composto di-idrossiterminato. Successivamente si effettua l'idrolisi e si attua la procedura sopra descritta.
I silani (per)f luoropolieterei di struttura (C) e (D) sono prodotti noti, e possono essere preparati secondo guanto descritto ad esempio nei brevetti US 4.094.911, US 4.818.619.
La Richiedente ha sorprendentemente trovato che impiegando i derivati (per)fluoropolieterei sopra definiti, è possibile ottenere un'efficace rimozione nei confronti degli agenti sporcanti di materiali ceramici, senza fare utilizzo di rivestimenti polimerici filmanti ed ottenendo un'elevata durabilità del trattamento protettivo, fino ad oltre 6 mesi. Senza volersi vincolare ad alcuna teoria, La Richiedente ritiene che i risultati dell'invenzione siano dovuti alla capacità dei prodotti di penetrare nelle porosità dei materiali ceramici, di interagire chimicamente con gli ioni metallici presenti nel materiale ceramico, ottenendo in tal modo una protezione duratura .
I derivati (per)fluoropolieterei dell'invenzione esercitano un'azione protettiva molto efficace nel caso di agenti sporcanti rappresentati ad esempio da vino, caffè, coca-cola, aceto, pennarello nero, permanganato di potassio (si vedano gli eserrpi). Gli agenti più aggressivi sono il pennarello nero, che può essere considerato come l'agente sporcante più significativo, ed il KMnO,. Altri agenti sporcanti nei confronti dei quali l'applicazione dei prodotti (per)fluoropolieterei dell'invenzione ha dato risultati positivi sono la soluzione .iodica comunemente utilizzata negli ospedali come disinfettante ed il materiale utilizzato come sigillante per le fughe delle piastrelle.
in particolare per tutti gli agenti sporcanti sopra citati, i migliori risultati si ottengono impiegando i fosfati (per)fluoropolieterei bifunzionali di struttura (B) in cui m' è preferibilmente 0-1 ed Rf ha struttura 1).
I prodotti (per)fluoropolieterei dell'invenzione possono essere applicati facilmente tramite brushing, spraying, pad-, ding impiegando formulazioni comprendenti acqua o solventi a basso impatto ambientale. La facilità applicativa dei (per)-fluoropolieteri dell'invenzione, gli elevati risultati protettivi ottenuti e la preservazione dell'aspetto esteriore del materiale ceramico, permettono di utilizzare tale invenzione in diversi settori applicativi che vanno da quelli industriali a quelli domestici, dove il trattamento protettivo è relativo alla protezione di piastrelle, o accessori di bagni e cucine in materiale ceramico.
I fosfati (per)fluoropolieterei di struttura (A) e (B) possono essere utilizzati sia in forma acida (Z*= H"), sia salificati con un idrossido di un metallo alcalino (Z<+ >= M<+ >, con M = Li, Na, K, ecc.) oppure con ammoniaca o con un'ammina (Z<*>= N(R)/).
I fosfati (per)fluoropolieterei di struttura (A) e (B) possono essere formulati in acqua, in solventi o in miscele acqua/solvente. Solventi, o miscele di solventi, adatti allo scopo possono essere scelti tra le seguenti classi: alcoli alifatici aventi da 1 a 6 atomi di carbonio; glicoli alifatici aventi da 2 a 8 atomi di carbonio, aventi eventualmente un idrossile esterificato; chetoni od esteri aventi da 3 a 10 atomi di carbonio, ecc. Possono essere altresì impiegate miscele solvente/acqua, quali, ad esempio, miscele chetone/acqua oppure alcol/acqua in rapporti compresi tra 10:90 e 90:10 in volume .
Nelle formulazioni sopra citate la concentrazione di fosfati (per)fluoropolieterei è compresa tra 0,1 e 30%· in peso con una quantità di prodotto (per)fluoropolietereo applicato alla superficie ceramica compresa tra 0,1 e 20 g/m<2>, in dipendenza della porosità del materiale trattato e delle proprietà barriera che si vogliono ottenere.
Il prodotto formulato può essere applicato secondo i convenzionali metodi di dipping, spraying, brushing, padding. Dopo l'applicazione il prodotto è lasciato penetrare nelle porosità del materiale ceramico per un tempo compreso tra 10 secondi e 2 ore a seconda del tipo di applicazione e della formulazione utilizzata. Dopo l'evaporazione del solvente si può rimuovere l'eccesso superficiale di prodotto applicato tramite spazzolamento.
I silani (per)fluoropolieterei di struttura (C) e (D) possono essere applicati da formulazioni contenenti solventi polari, ad esempio alcoli, glicoli, o solventi idrocarburici, in cui la concentrazione dei prodotti dell'invenzione è compresa tra 0,1 e 10% in peso. Anche in questo caso, la quantità di prodotto (per)fluoropolietereo applicato alla superficie ceramica è compresa tra 0,1 e 20 g/m<2>. Per ottenere i risultati migliori è preferibile che il solvente polare sia associato ad una piccola quantità di acqua, eventualmente in presenza di un catalizzatore di siìanizzazione . In alternativa, si può utilizzare un ciclo di trattamento termico per favorire la reticolazione del prodotto di struttura (C) o (D) applicato.
Per favorire l'eliminazione del solvente presente nelle porosità dopo l'applicazione delle formulazioni comprendenti i composti dell'invenzione (A),(B), (C),(D), può seguire un ulteriore trattamento termico della superficie trattata a temperatura compresa tra 60-i50°C .
La presente invenzione verrà meglio illustrata dai seguenti esempi, i quali hanno funzione puramente indicativa ma non limitativa della portata dell'invenzione stessa.
ESEMPI
Caratterizzazione
Valutazione delle proprietà antisporco
Le prestazioni dei prodotti perfluoropolieterei dell'invenzione, depositati tramite brushing su piastrelle di gres porcellanato a diverse concentrazioni superficiali, sono valutate in termini di facilità di rimozione di diversi agenti sporcanti quali vino, caffè, coca-cola, aceto e pennarello nero (Pentel Pen N50 della Pentel CO., LTD), permanganato di potassio KMnO< (soluzione 0,1 N). Gli agenti più aggressivi sono il pennarello nero, che può essere considerato come l'agente sporcante più significativo, ed il KMnO,.
La facilità di rimozione degli agenti sporcanti è stata valutata in due casi differenti utilizzando come agenti di rimozione acqua o alcool etilico, viene associata una lettera relativa all'agente di rimozione utilizzato: A (acqua) ed S (alcool etilico).
Le prestazioni relative alla facilità di rimozione degli agenti sporcanti sopra citati sono state valutate costruendo una scala di valutazione visiva relativa alla percentuale di rimozione della macchia, come mostrato in Tabella 1.
TABELLA 1
Esempio 1
Viene utilizzato un fosfato perfluoropolietereo (PFPE) monefunzionale avente struttura:
[Cl(C3F6O)PCF2CH2O (CH2CH2O)J aP(O)(OH)=-3
con p=2-5, n=1-4, m=1-3
il prodotto perfluoropolietereo sopra indicato viene disperso al 10% in peso in alcool isopropilico ed applicato a mattonelle di gres porcellanato levigato delle dimensioni di 5x5 cm, a temperatura ambiente.
Per l'applicazione della dispersione è stata utilizzata una siringa da 2,5 mi, depositando diverse quantità di prodotto in modo da avere diverse concentrazioni finali di prodotto perfluoropolietereo per unità di superficie. In particolare l'efficacia del prodotto dell'invenzione nel favorire la rimozione delle macchie è stata valutata a concentrazioni pari a 0,1 g/m<2>, 0,5 g/m<2>, 1 g/m<2>, 5 g/m<2 >e 10 g/m<2>.
Dopo la fase di applicazione, il prodotto viene lasciato penetrare nelle porosità del materiale per 30 secondi, al termine dei quali l'eccesso di prodotto rimasto in superficie viene rimosso con una spazzola.
I test di sporcamento sono condotti dopo circa 12 ore dal trattamento, in modo da consentire la completa evaporazione del solvente ancora presente nelle porosità del materiale ceramico. Gli agenti sporcanti sono deposti sul materiale ceramico e rimossi dopo 24 ore tramite panno con acqua (A) o alcool etilico (S) nel caso in cui l'acqua non fosse sufficiente. I risultati dei test sono illustrati in Tabella 2.
TABELLA 2
Esempio 2
Viene utilizzato un fosfato periluoropolietereo (PFPE) bifunzionale che è una miscela della strutture sotto riportate:
in cui p=1-4 , n=2 -4 , m=2 - 6
dove il composto 1) rappresenta il 90% in moli ed il composto 2) il 10% in moli.
il prodotto perfluoropolietereo sopra indicato viene disperso al 10% in peso in alcool isopropilico ed applicato a mattonelle di gres porcellanato levigato delle dimensioni di 5x5 cm, a temperatura ambiente.
Le condizioni di applicazione del prodotto ed i test di sporcamel o sono stati eseguiti analogamente all'esempio l. I risultati sono illustrati in Tabella 3.
TABELLA 3
Esempio 3
Viene utilizzato un silano periluoropolietereo (PEPE) monofunzionale avente la struttura sotto riportata:
in cui p=2-5
Il prodotto perfluoropolietereo sopra indicato viene disperso al 10% in peso in alcool isopropilico ed applicato a mattonelle di gres porcellanato levigato delle dimensioni di 5x5 cm, a temperatura ambiente.
Le condizioni di applicazione del prodotto sono state eseguite analogamente all'esempio 1, con la differenza che dopo l'applicazione del prodotto si esegue un trattamento termico che prevede il riscaldamento del campione ceramico in stufa a T=80°C per 2 ore. Dopo tale intervallo di tempo è possibile rimuovere l'eccesso superficiale e condurre i test di sporcamente come descritto nell'esempio l. I risultati dei test sono illustrati in Tabella 4.
TABELLA 4
Esemplo 4
viene utilizzato un silano perfluoropolietereo (PFPE) bifunzionale avente la struttura sotto riportata:
in cui n=2-4, m=2-6
Il prodotto perfluoropolietereo sopra indicato viene disperso al 10% in peso in alcool isopropilico ed applicato a mattonelle di gres porcellanato levigato delle dimensioni di 5x5 cm, a temperatura ambiente.
Le condizioni di applicazione del prodotto ed i test di sporcamento sono stati eseguiti analogamente all'esempio 3. I risultati sono illustrati in Tabella 5.
TABELLA 5
Dai risultati mostrati nelle Tabelle 2-5 si rileva che il fosfato perfluoropolietereo bifunzionale risulta essere il prodotto più efficace nel favorire la rimozione delle macchie dalla piastrella di gres porcellanato.
Esempio 5 (di confronto)
Viene utilizzato un prodotto siliconico idrogenato Wacker 090L prodotto dalla Wacker Chemie.
Il prodotto commerciale sopra indicato viene disperso al 10% in peso in alcool isopropilico ed applicato a mattonelle di gres porcellanato levigato delle dimensioni di 5x5 cm, a temperatura ambiente.
Le condizioni di applicazione del prodotto ed i test di sporcamerito sono stati eseguiti analogamente all'esempio 1. I risultati sono illustrati in Tabella 6, dove sono riportati i risultati dei test di rimozione degli agènti sporcanti nel case di piastrelle non trattate e nel caso di piastrelle trattate con detto silicone idrogenato commerciale.
TABELLA 6
il silicone tende a filmare sulla superficie della piastrella e testato ad una concentrazione inferiore (5 g/m<2>) ha dato risultati non significativamente superiori a quelli della piastrella non trattata.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Uso nel trattamento di materiali ceramici per ottenere una facile rimozione di agenti sporcanti, di derivati mono- e bifunzionali (per) fluoropolieterei aventi le seguenti strutture:
    in cui : m' è un intero da 0 a 20, preferibilmente da 0 a 4; L έ un gruppo organico scelto tra -CH2- (OCK2CH2) , -CO-NR' -(CH2)q-, con R'=H o alchile C1 C*; n=0-8, preferibilmente 1-3, q=i-8, preferibilmente 1-3; Z= H, metallo alcalino o gruppo NR4 con R=H o alchile C,-C4; Y=p, CF3; m=i,2,3, preferibilmente 1,2; W è un gruppo -Si (Ri)a (OR2)3-0 con a=0,i,2( Rx ed Ra uguali o diversi tra di loro sono gruppi alchilici C^-C8, eventualmente contenenti uno o più 0 eterei, gruppi arilici C6-C10, alchil-arili o arili-alchili C7-C12; Rf ha un peso molecolare medio numerico compreso tra 350 e 8.000, preferibilmente tra 500 e 3.000 e comprende unità ripetitive aventi almeno una delle seguenti strutture, disposte statisticamente nella catena:
    in CU Ì X = F, CF3 ; R4 ed R5, uguali o diversi fra loro, sono scelti fra H, Cl, o perfluoroalchile da 1 a 4 atomi di carbonio.
  2. 2. Uso secondo la rivendicazione 1 in cui Rf è scelto fratina delle strutture seguenti:
    con a'/b' compreso tra 0,5 e 2, estremi inclusi, a' e b' essendo numeri interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato;
    con r/b = 0,5-2,0; {r+b)/t è compreso fra 10-30, b, r e t essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato, X ha il significato sopra indicato,-
    t' potendo essere 0; quando t' è diverso da 0 allora r'/t' = 10-30, r' e t' essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato,· X ha il significato sopra indicato;
    dove z è un intero tale che il peso molecolare sia quello sopra indicato; y è un intero conpreso fra 0 e 1 ed R'f è un gruppo fluoroalchilenico ad esenpio a 1-4 atomi di carbonio;
    in cui q ed s sono interi tali che il peso molecolare sia quello sopra indicato,· R4, R5, R'f, y hanno il significato sopra indicato;
    dove r'''/t''' = 10-30, r''' e t''' essendo interi tali da dare il peso molecolare sopra indicato R'f e y aventi il significato sopra indicato.
  3. 3. Uso secondo le rivendicazioni 1-2 in cui nelle strutture (A) e (C) dove Rf è monofunzionaie, l'altro terminale è di tipo T-O-, dove T è un gruppo (per)fluoroalchilico scelto tra: -CF3, -C2F5, -C3F7, -CF2Cl, -C2F4Cl, -C3F6Cl; opzionalmente uno o due atomi di F, preferibilmente uno, essendo sostituiti da H.
  4. 4. Uso secondo le rivendicazioni 1-3 in cui si utilizzano miscele binarie, ternarie e quaternarie dei composti (A), (B), (C) e (D).
  5. 5. Uso secondo le rivendicazioni 1-4 in cui gli agenti sporcanti sono scelti tra vino, caffè, coca-cola, aceto, pennarello nero, permanganato di potassio, soluzione iodica disinfettante ed il sigillante per le fughe delle piastrelle .
  6. 6. Uso secondo le rivendicazioni 1-5 in cui si utilizzano i fosfati (per)fluoropolieterei bifunzionali di struttura (B) in cui m' è preferibilmente 0-1 ed Rf ha struttura 1) .
  7. 7. Uso secondo le rivendicazioni 1-6 in cui i composti di struttura (A),(B),(C),(D) sono applicati tramite brushing,-dipping, spraying, padding impiegando formulazioni comprendenti acqua o solventi a basso inpatto ambientale.
  8. 8. Uso secondo la rivendicazione 7 in cui i fosfati (per)-fluoropolieterei di struttura (A) e (B) sono formulati in acqua, in solventi o in miscele acqua/solvente.
  9. 9. Uso secondo le rivendicazioni 7-8 in cui i solventi sono scelti tra le seguenti classi: alcoli alifatici aventi da 1 a 6 atomi di carbonio,· glicoli alifatici aventi da 2 a 8 atomi di carbonio, aventi eventualmente un idrossile esterificato,- chetoni od esteri aventi da 3 a 10 atomi di carbonio.
  10. 10. Uso secondo le rivendicazioni 7-9 in cui si impiegano miscele chetone/acqua oppure alcol/acqua in rapporti compresi tra 10:90 e 90:10 in volume.
  11. 11. Uso secondo le rivendicazioni 1-10 in cui la concentrazione di fosfati (per)fluoropolieterei (A) e (B) nelle formulazioni è conpresa tra 0,1 e 30% in peso, la quantità di prodotto applicato alla superficie ceramica è compresa tra 0,1 e 20 g/m<2>.
  12. 12. Uso secondo le rivendicazioni 1-10 in cui i silani (per)-fluoropolieterei di struttura (C) e (D) sono applicati da formulazioni contenenti solventi polari, scelti tra alcoli, glicoli, o solventi idrocarburici, in cui la concentrazione dei prodotti nella formulazione è compresa era 0,1 e 10% in peso, la quantità di prodotto applicato alla superficie ceramica è compresa tra 0,1 e 20 g/m<2 >.
  13. 13. Uso secondo la rivendicazione 12 in cui il solvente polare è associato ad una piccola quantità di acqua, eventualmente in presenza di un catalizzatore di silanizzazione.
  14. 14. Uso secondo le rivendicazioni 1-13 in cui il materiale ceramico trattato è gres porcellanato.
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