ITBS20100176A1 - Impianto per lavorazioni di alleggerimento di pannelli o lastre sottili mediante asportazione di materiale - Google Patents

Description

D E S C R I Z I O N E

del BREVETTO PER INVENZIONE INDUSTRIALE avente per titolo:

“IMPIANTO PER LAVORAZIONI DI ALLEGGERIMENTO DI

PANNELLI O LASTRE SOTTILI MEDIANTE ASPORTAZIONE DI

MATERIALEâ€

Campo dell’Invenzione

La presente invenzione riguarda un impianto per lavorazioni meccaniche con asportazione di materiale di pezzi sottili, flessibili e sagomati, in particolare pannelli, lastre o lamiere in leghe leggere, di alluminio, di titanio, o composti metallici o a base di resine organiche.

Stato della Tecnica

In taluni settori dell’industria, per esempio in campo aeronautico per il rivestimento di fusoliere, sono richiesti e si utilizzano pannelli di tipo metallico aventi spessori sottili, dell’ordine di pochi mm, ed anche variamente sagomati e curvi, sui quali, dopo una loro pre-formatura, devono essere effettuate delle operazioni finalizzate ad una realizzazione di tasche o alveoli, svasature o semplicemente ad una riduzione degli spessori per un alleggerimento dov’à ̈ possibile farlo senza inficiarne la resistenza.

Secondo lo stato della tecnica, tali operazioni possono essere eseguite mediante un processo di attacco chimico definito anche fresatura chimica. Questo processo à ̈ condotto con una preventiva mascheratura, mediante una pellicola protettiva cosiddetta “maskant†, della superficie dei pannelli, liberandone poi, per lasciarle scoperte, le sole zone da trattare. Dopo, i pannelli sono immersi in o spruzzati con una soluzione capace di convertire il metallo in un sale metallico, che viene quindi allontanato mediante un continuo rinnovo della soluzione reagente. Questo processo, comunque, comporta operazioni nonché inconvenienti vari. Infatti i pannelli devono essere sottoposti a una pulizia preliminare. Poi devono essere ricoperti con la pellicola protettiva avendo cura di tagliare ed asportare parti della pellicola dove effettuare la fresatura chimica. Dopo il trattamento chimico, i pannelli devono essere lavati quanto meno per rimuovere la rimanente pellicola di mascheratura. E in più non à ̈ possibile realizzare con una sola operazione zone di differenti profondità; le soluzioni reagenti utilizzate possono diventare sorgenti di reflui da trattare ed anche i fluidi di lavaggio vanno riciclati.

Con l’obiettivo di ovviare agli inconvenienti del processo di fresatura chimica, à ̈ stata anche proposta la lavorazione meccanica di pannelli sottili e flessibili del tipo succitato mediante asportazione localizzata di materiale con utensili di fresatura, foratura e simili. Allora ogni pannello viene preso e sostenuto su un relativo supporto in modo da poter accedere dalla parte della sua faccia da lavorare con un utensile portato da almeno una testa operatrice di una macchina utensile che può essere di varia configurazione. In questo caso, però, la spinta dell’utensile tenderebbe a deformare indebitamente il pannello sottile e flessibile e a non poter controllare correttamente la profondità di passata nella zona di volta in volta lavorata. Da qui à ̈ sorto il problema di controbilanciare la spinta dell’utensile sul pezzo, problema che si à ̈ tentato di risolvere con l’uso di un elemento di riscontro da appoggiare alla faccia opposta del pannello in corrispondenza all’area di lavoro di fronte cioà ̈ all’utensile operante sull’altra faccia.

I documenti US 5 121 907, WO-2005 046931 ed EP 1564 135 B1, per esempio, sono indicativi dello stato della tecnica a questo riguardo.

In particolare, il primo di tali documenti descrive semplicemente una tavola girevole per riconfigurare una lastra piana in una lastra curva/sagomata e supportarla durante lavorazioni meccaniche, senza però rivelare né suggerire come le lavorazioni vengono effettuare. Gli altri documenti riguardano delle modalità di lavorazioni materiali in lastra che contemplano essenzialmente l’uso di un elemento di appoggio individuale sostanzialmente sferico o con una testa semisferica di controspinta. Questo, però, definisce una superficie di appoggio al pezzo essenzialmente puntiforme e comunque di dimensioni all’incirca equivalenti alla superficie di spinta dell’utensile e che, quando il pezzo à ̈ curvo, si appoggia solo tangenzialmente all’area da sostenere. Pertanto, l’elemento di appoggio, perché abbia a risultare costantemente di fronte all’utensile e la sua azione di supporto sia efficiente, deve seguire continuamente i movimenti dell’utensile, tant’à ̈ vero che utensile ed elemento di appoggio devono essere comandati e mossi in sincronismo e che i loro assi debbano coincidere l’uno con l’altro. In altri termini, l’elemento di appoggio à ̈ funzionalmente e cinematicamente vincolato all’utensile dovendo seguire ogni spostamento di quest’ultimo e la distanza tra l’utensile e l’elemento di appoggio dev’essere misurata in permanenza nel corso del lavoro.

Scopo dell’Invenzione

La presente invenzione mira invece a risolvere in maniera innovativa il problema qui esposto e ad eliminare gli inconvenienti sopra lamentanti e a rendere più flessibile ed efficiente la lavorazione con asportazione di materiale di pannelli o lastre di tipo sottili, flessibili e sagomati (di seguito denominati semplicemente pezzo o pezzi) per l’impiego per esempio nella costruzione di velivoli commerciali.

Ed à ̈ infatti scopo della presente invenzione di proporre un impianto per lavorazioni meccaniche di alleggerimento di pezzi sottili, flessibili e sagomati, come pannelli, lastre o lamiere che comprende un centro di lavoro a portale mobile, una tavola porta-pezzo associata al centro di lavoro per ricevere e supportare un pezzo presagomato da lavorare, e un mezzo di controspinta destinato ad appoggiarsi a una parte della superficie del pezzo opposta a quella su cui deve di volta in volta lavorare l’utensile, dove

- la tavola porta-pezzo comprende due spalle laterali parallele a distanza variabile e, in relazione a dette spalle, dei mezzi di appoggio, destinati a costituire un letto o piano di configurazione variabile per un appoggio transitorio del pezzo da lavorare, e dei mezzi di presa destinati ad ammorsare almeno i lati longitudinali del pezzo e sostenerlo durante la sua lavorazione indipendentemente da detti mezzi di appoggio, e dove

- il mezzo di controspinta consiste in una tavoletta portante una pluralità di elementi di sostegno emergenti dalla sua superficie rivolta verso il pezzo da lavorare, e

la tavoletta à ̈ movibile secondo più assi e detti elementi di sostegno sono posizionabili per definire un piano di appoggio dipendente dalla sagoma della superficie del pezzo cui il mezzo di controspinta deve appoggiarsi.

L’impianto qui proposto apporta dei significativi miglioramenti e vantaggi rispetto alla tecnica nota. Esso infatti consente, complessivamente, di ottimizzare lo spazio di lavoro, limitandolo a non molto di più delle dimensioni del pezzo massimo da lavorare, di diminuire l’area da mantenere pulita dagli sfridi, facilitando per di più l’evacuazione degli stessi e di ridurre i tempi dei cicli di lavoro.

In particolare, poi, per sua configurazione la tavola porta-pezzo consente un unico piazzamento del pezzo durante l’intero ciclo di lavorazione, e pertanto meno necessità di manipolazione del pezzo, assenza di rilascio e riprese del pezzo nel corso del ciclo di lavoro, minore rischio di errori di lavorazione ed anche possibilità di effettuare lavorazioni accessorie come forature o altro all’interno della fase di alleggerimento. Inoltre e vantaggiosamente la tavola porta-pezzo à ̈ regolabile per un suo adattamento a pezzi di diverse dimensioni e sagome e con essa il pezzo rimane sempre e stabilmente nella stessa posizione orizzontale per tutte le lavorazioni.

Per quanto attiene alla tavoletta di sostegno e controspinta essa ha i vantaggi di:

di potersi adattare a qualsiasi configurazione della superficie del pezzo da lavorare in accordo a un programma di controllo che tenga conto della sagoma di tale superficie,

fornire un’ampia superficie di appoggio per meglio sostenere il pezzo e contrastare la spinta dell’utensile in lavoro,

essere funzionalmente svincolata dall’utensile, così da potere rimanere ferma mentre l’utensile esegue l’operazione in atto, ed anche poter consentire le lavorazioni con l’utensile in più parti del pezzo nell’ambito dell’area che si trova appoggiata alla stessa tavoletta di controspinta,

poter regolare e gestire la profondità di passata nonché i movimenti dell’utensile in dipendenza dell’operazione da effettuare di volta in volta.

L’impianto ed il ciclo di lavorazione di ciascun pezzo potrà essere programmato e gestito con sistemi a controllo numerico.

Breve Descrizione dei Disegni

L’invenzione sarà peraltro illustrata più in dettaglio nel seguito della descrizione fatta con riferimento agli allegati disegni, indicativi e non limitativi, nei quali:

la Fig. 1 mostra, schematicamente, una vista assonometrica dell’impianto;

la Fig.1a mostra una vista dall’alto dell’impianto in Fig. 1;

la Fig. 2 mostra una vista di lato dell’impianto in Fig. 1a nella fase di collocazione di un pezzo sulla tavola porta-pezzo;

la Fig. 3 mostra una vista dell’impianto analoga a quella in Fig.2, ma con il pezzo nella posizione di lavoro preso dai morsetti laterali e con la tavoletta di controspinta in diverse posizioni;

la Fig.4 mostra una vista nel piano verticale F-F in Fig.3;

la Fig. 4a mostra una vista analoga alla Fig. 4, ma con utensile e tavoletta di controspinta in diverse posizioni operative;

la Fig. 5 mostra una vista prospettica della sola tavoletta di controspinta;

le Figg. 5a, 5b e 5c mostrano, rispettivamente, le viste di lato, da sopra e di fronte della tavoletta di controspinta in Fig. 5;

la Fig. 6 mostra una sezione verticale di un elemento di sostegno sulla tavoletta porta-pezzo;

la Fig. 6a mostra una vista ingrandita della porzione inquadrata in Fig. 6; e

la Fig. 7 mostra una posizione della tavoletta di controspinta relativa all’utensile in lavoro e l’area entra la quale l’utensile può lavorare rispetto alla tavoletta.

Descrizione Dettagliata dell’Invenzione

L’impianto secondo l’invenzione à ̈ indicato genericamente con 11 e comprende essenzialmente un centro di lavoro 12 a controllo numerico, una tavola porta-pezzo 13 ed mezzo o tavoletta di controspinta 14 –Fig.1.

In particolare il centro di lavoro 12 può essere del tipo, peraltro di per sé noto, avente una testa operatrice multiassi 15, montata su una struttura di supporto a ponte 16 movibile lungo binari 17 e recante almeno un utensile 18 per lavorazioni meccaniche da effettuarsi su pezzi 19 sottili, flessibili ed anche preventivamente curvati, per esempio, ma non esclusivamente, nella forma di pannelli destinati al rivestimento di fusoliere di velivoli.

La tavola porta-pezzo 13 à ̈ disposta tra i binari 17 del centro di lavoro 12, di preferenza in posizione stazionaria. Essa comprende due spalle laterali 20, che sono parallele tra loro e ai binari 17 nonché a distanza variabile l’una dall’altra secondo un asse Y –Fig. 1a- entrambe supportate su guide trasversali 21 ed opportunamente comandate. Tra le due spalle laterali 20 sono trasversalmente montati dei traversi o bancaletti 22 portanti ciascuno almeno un ordine di mezzi di appoggio 23. Tali bancaletti 22 sono guidati e traslabili individualmente o a gruppi, parallelamente a se stessi, in modo da poter essere avvicinati ed allontanati reciprocamente, secondo un asse X –Fig. 1a- in dipendenza del pezzo da lavorare.

I mezzi di appoggio 23 su ogni bancaletto sono tutti a disposizione sostanzialmente verticale. Ognuno di essi consiste in un attuatore 24 dotato di un servomotore 25 per il comando di uno stelo 26 che à ̈ estensibile in altezza e che porta alla sua sommità una testa con una ventosa 27 orientabile in ogni direzione e collegata almeno a una sorgente d’aria del vuoto. Inoltre, detti mezzi di appoggio 23 possono essere fissi sul rispettivo bancaletto 22, ma di preferenza saranno comandati e movibili selettivamente lungo il bancaletto stesso secondo l’asse Y.

Complessivamente i mezzi di appoggio 23 opportunamente selezionati, attivati e variamente posizionati in altezza concorreranno a costituire un letto o piano di appoggio di configurazione variabile, corrispondente alla sagoma longitudinale e trasversale del pezzo 19 che vi viene di volta in volta adagiato transitoriamente.

Sulle spalle laterali 20 della tavola porta-pezzo sono montati dei mezzi di presa 28 orientati in direzione dell’asse Y, con quelli su una spalla rivolti verso quelli sull’altra spalla laterale.

In particolare, i mezzi di presa 28 comprendono ciascuno un morsetto 29 montato all’estremità di un’asta 30 posta a bordo di un supporto 31 associato a una rispettiva spalla laterale 20. Eventualmente i supporti 31 dei mezzi di presa 28 possono essere movibili e posizionabili lungo le spalle laterali 20 secondo l’asse X, ma le aste 30 portanti il morsetti 29 saranno comunque movibili e posizionabili secondo l’asse Y relativamente alle spalle laterali 20 e ciascun morsetto 29 sarà snodato e orientabile in ogni direzione. Inoltre, i mezzi di presa 28 potranno essere attivati selettivamente e posizionati in dipendenza della geometria del pezzo da lavorare così da poter:

ammorsare almeno i margini laterali longitudinali del pezzo da lavorare 19 quando questo à ̈ appoggiato sui mezzi di appoggio 23 della tavola porta-pezzo 13,

mantenere in forma e reggere stabilmente il pezzo senza i mezzi di sostegno durante la sua lavorazione, e

rilasciare il pezzo sui mezzi di appoggio al termine delle lavorazioni da praticarvi mediante il centro di lavoro.

La tavoletta di controspinta 14 Ã ̈ montata e movibile tra le spalle 20 della tavola porta-pezzo 13, di preferenza intercalata tra i bancaletti 22, con almeno un bancaletto da una parte e i restanti bancaletti dalla parte opposta della tavoletta stessa -Figg. 1 - 3.

Le operazioni da effettuarsi con l’impianto dell’invenzione sono usualmente rivolte alla formazione localizzata di tasche, alveoli, svasature, ecc. e/o riduzioni di spessori su almeno una faccia del pezzo 19 con un utensile 18 del centro di lavoro 12, il quale utensile si troverà allora ad esercitare una spinta con almeno una componente ortogonale nell’area di lavoro, spinta che, come detto in precedenza, necessita di un contro-bilanciamento per evitare deformazioni del pezzo.

La tavoletta di controspinta 14 à ̈ destinata a svolgere tale funzione, appoggiandosi ed adattandosi alla superficie del pezzo opposta a quella sulla quale si trova ad operare l’utensile, di volta in volta in corrispondenza all’area di lavoro. Quando l’utensile si troverà a lavorare dalla parte della superficie concava, la tavoletta di controspinta 14 si appoggerà dalla parte della superficie convessa del pezzo come mostrato nei disegni, o viceversa.

In particolare, la tavoletta di controspinta 14 –Fig. 5- comprende un corpo piano 32, sostanzialmente quadrilatero, avente delle dimensioni limitate rispetto alla superficie del pezzo 19, ma comunque maggiori di quelle dell’utensile in lavoro. Tale corpo 32 porta una pluralità ordinata di elementi di sostegno 33 che si elevano dalla sua superficie rivolta verso il pezzo 19. Ogni elemento di sostegno 33 può essere munito di una testa destinata ad appoggiarsi al pezzo 19, testa che può essere a guisa di ventosa 34 come nell’esempio mostrato nei disegni, o di qualsiasi altro tipo, ma configurata per oscillare in ogni direzione per potersi adattare alla superficie del pezzo stesso. Inoltre, ogni elemento di sostegno 33 –Figg. 6, 6a- ha un proprio attuatore 35 per un suo spostamento assiale verso e lontano dal pezzo in varia misura in dipendenza della sagoma della superficie cui deve appoggiarsi e può essere dotato di un freno o un qualche sistema di blocco per stabilizzarne la posizione una volta scelta.

Il corpo 32 portante gli elementi di sostegno 33 della tavoletta 14 à ̈ applicato a un supporto 36 a sua volta associato a una slitta 37 che à ̈ movibile in altezza lungo un montante 38 –Figg. 2 e 3- posto a bordo di una traversa orizzontale 39 montata tra le spalle 20 della tavola portapezzo 13.

Più precisamente il corpo 32 à ̈ montato sul rispettivo supporto 36 tramite un primo asse orizzontale di oscillazione 40 ed à ̈ collegato a un sistema 41 di comando e controllo delle sue oscillazione su tale asse. Il supporto 36 à ̈ associato alla slitta 37 attraverso un secondo asse orizzontale di oscillazione 42 ortogonale al primo asse 40. La slitta 37 à ̈ collegata a mezzi attuatori –non rappresentati- per i suoi spostamenti in altezza lungo il montante 38 secondo un asse Z. Questo montante 38 à ̈ guidato, comandato e spostabile, mediante mezzi appropriati, lungo la traversa 39 orientata secondo l’asse Y della tavola porta-pezzo 13. E la traversa 39 à ̈ a sua volta guidata, comandata e spostabile secondo l’asse X della tavola porta-pezzo 13.

Pertanto la tavoletta di controspinta 14 viene a godere di più gradi di libertà: infatti essa à ̈ oscillante sia sul primo asse 40 che sul secondo asse 42, e suscettibile di movimenti lineari secondo gli assi X, Y e Z sopra definiti, oltre a portare degli elementi di sostegno 33 ognuno con una propria testa o ventosa 34 anch’essa suscettibile di oscillazioni.

Movimenti e posizioni dei bancaletti 22, dei mezzi di appoggio 23 e della tavola porta-pezzo 13, nonché della tavoletta di controspinta 14 ed eventualmente degli elementi di sostegno 33 saranno programmati e gestiti selettivamente in dipendenza delle forme e delle parti del pezzo e/o della superficie da sostenere di volta in volta e in relazione alle lavorazioni da effettuarsi sul pezzo tramite il centro di lavoro 12.

Da parte loro, gli elementi di sostegno 33 sulla tavoletta di controspinta 14 possono essere disposti a gruppi ed attivabili selettivamente al fine di evitare l’utilizzo di quegli elementi di sostegno che si dovessero trovare fuori dalla superficie del pezzo da lavorare, qualora quest’ultima sia più piccola della superficie della tavoletta o per ragioni dovute a particolari curvature del pezzo.

Di preferenza, poi, tutti gli elementi di sostegno 33 possono essere comandati e gestiti così da compiere idealmente sempre l’intera corsa tra le posizioni passiva ed attiva e in modo arrestarsi non appena vanno ad impattare con le relative ventose contro la superficie esterna del pezzo da lavorare comunque prima di aver completato tutta la corsa.

Allora gli elementi di sostegno 33 godono di un’autoadattavità in quanto le loro teste a ventosa 34 adeguano di volta in volta la loro posizione automaticamente alla sagoma della superficie del pezzo. In altri termini, dopo il posizionamento della tavoletta di controspinta 14 in una posizione sostanzialmente ortogonale e adiacente alla superficie del pezzo opposta a quella da lavorare, gli elementi di sostegno 33 ricevono l'impulso per compiere la loro intera corsa arrestandosi però prima di completarla non appena impattano con la testa a ventosa 34 contro la superficie da "acquisire".

In alternativa, gli elementi di sostegno 33 possono essere predisposti in una posizione completamente estesa già durante la fase di avvicinamento della tavoletta di controspinta 14 al pezzo, cioà ̈ prima che le teste a ventosa 34 vadano ad impattare la superficie del pezzo opposta a quella da lavorare. In tal caso l’autoadattività à ̈ ottenuta grazie al fatto che gli elementi di sostegno, ovvero le loro teste di appoggio 34, si adattano alla superficie del pezzo grazie all'accostamento della tavoletta, ovviamente quando la distanza della tavoletta dalla superficie del pezzo à ̈ minore della quota completamente estesa dell'attuatore di ciascun elemento 33.

In pratica, non appena le teste 34 degli elementi di sostegno 33 trovano appoggio contro la superficie del pezzo, i loro attuatori 35 si retraggono parzialmente per schiacciamento, uniformando di volta in volta la posizione delle teste alla sagoma della superficie del pezzo.

In un variante costruttiva, gli elementi di sostegno 33 sulla tavoletta di controspinta 14 possono essere dotati di corsa preimpostabile e gestiti in modo da formare con le relative teste di appoggio 34 un letto "pre-sagomato" in dipendenza della geometria del pezzo ancor prima che la tavoletta o non appena questa arrivi ad appoggiarsi al pezzo stesso.

Quando l’impianto à ̈ in uno stato di riposo, la testa operatrice 15 del centro di lavoro à ̈ parcheggiata, per esempio, all’estremità della tavola porta-pezzo 13 e la tavoletta di controspinta 14 all’altra estremità - Figg. 1, 1a. Allora, prima di avviare un ciclo di lavoro di un pezzo presagomato 19, la distanza tra le spalle 20 della tavola porta-pezzo può essere regolata in accordo con le dimensioni del pezzo 19, i mezzi di presa 28 sono arretrati in una posizione inattiva ed i bancaletti 22 con i relativi mezzi di appoggio 23 sono gestiti e posizionati automaticamente per costituire, insieme, un letto o piano di appoggio configurato per ricevere il pezzo. Questo viene quindi sistemato sui mezzi di appoggio 23 -Fig. 2- con l’eventuale aiuto di mezzi di riferimento per il suo orientamento. Successivamente i morsetti 29 dei mezzi di presa 28 vengono dapprima accostati al pezzo 19 agendo, per esempio manualmente, sulle rispettive aste 30 e poi azionati per agganciare i margini longitudinali del pezzo. I mezzi di appoggio 23 sono poi disattivati e allontanati dal pezzo affinché questo rimanga sostenuto unicamente dai morsetti laterali. I bancaletti 22 con i relativi elementi di appoggio 23 vengono allora spostati in una posizione defilata, fuori da ogni interferenza con l’area di lavoro del pezzo, lasciando eventualmente uno di essi attivo con la funzione di “tenuta†in forma del pezzo Fig. 3.

A quel punto, la tavoletta di controspinta 14 viene posizionata sotto il pezzo (accanto all’eventuale bancaletto rimasto attivo) regolandone l’altezza ed orientandola in accordo alla geometria del pezzo stesso, nelle immediate vicinanze della sua superficie opposta alla zona da alleggerire, dopo di che gli elementi di sostegno 33, prima retratti, vengono attivati fino ad aderire alla superficie del pezzo in corrispondenza, ma opposta, a quella da lavorare, vale a dire in fronte all’utensile che andrà ad eseguire l’operazione

Da notare, che nel caso in cui gli elementi di sostegno 33 siano costituiti da ventose, quando tutte queste sono in presa sulla superficie del pezzo il loro stelo può essere bloccato mediante il sistema di frenatura o di blocco per stabilizzarne la posizione.

Il pezzo viene allora ad essere disposto e sostenuto per potervi effettuare delle prime operazioni con l’utensile 18 a bordo della testa operatrice 15 del centro di lavoro 12 in corrispondenza alla tavoletta di controspinta 14, entro l’area di appoggio di quest’ultima indicata con S in Fig. 7. Al termine di queste prime operazioni l’utensile viene portato in posizione di riposo, la tavoletta di controspinta 14 viene disattivata, quindi spostata e riattivata secondo programma per appoggiarsi ed adattarsi alla superficie in una nuova zona di lavoro del pezzo -Fig.3-dove effettuare altre lavorazioni con l’utensile. E così via per ulteriori lavorazioni prestabilite in varie zone del pezzo.

Pertanto, e come detto in precedenza, la tavoletta di controspinta 14 assume e rimane in una stessa posizione durante le lavorazioni da parte dell’utensile, e per ogni suo riposizionamento à ̈ movibile indipendentemente dagli spostamenti operativi dell’utensile.

Per di più con una opportuna gestione dei mezzi di appoggio 23 e dei mezzi di presa 28 del pezzo e della tavoletta di controspinta 23 potranno essere effettuare anche ulteriori lavorazioni accessorie e di contornatura del pezzo.

All’impianto sopra descritto, sia alla tavola porta-pezzo, sia alla tavoletta di controspinta e a rispettivi componenti funzionali e di azionamento potranno peraltro essere apportate delle modifiche di dettaglio senza con ciò uscire dall’ambito di protezione della presente invenzione definito dalle seguenti rivendicazioni.

Claims (19)

1. “IMPIANTO PER LAVORAZIONI DI ALLEGGERIMENTO DI PANNELLI O LASTRE SOTTILI MEDIANTE ASPORTAZIONE DI MATERIALE†R I V E N D I C A Z I O N I 1. Impianto per lavorazioni meccaniche di alleggerimento con asportazione di materiale di superfici di pezzi sottili, flessibili e sagomati, come pannelli, lastre o lamiere, comprendente un centro di lavoro a portale mobile, una tavola porta-pezzo associata al centro di lavoro per ricevere e supportare un pezzo presagomato da lavorare, e un mezzo di controspinta destinato ad appoggiarsi a una parte della superficie del pezzo opposta a quella su cui deve volta a volta lavorare l’utensile, caratterizzato in ciò che la tavola porta-pezzo (13) comprende due spalle laterali parallele (20) a distanza variabile e, in relazione a dette spalle, dei mezzi di appoggio (23), destinati a costituire un letto o piano di configurazione variabile per un appoggio transitorio del pezzo da lavorare, e dei mezzi di presa (28) destinati ad ammorsare almeno i lati longitudinali del pezzo e sostenerlo durante la sua lavorazione indipendentemente da detti mezzi di appoggio, e in ciò che il mezzo di controspinta consiste in una tavoletta (14) portante una pluralità di elementi di sostegno (33) emergenti da una sua superficie rivolta verso il pezzo da lavorare, dove la tavoletta (14) à ̈ movibile secondo più assi e detti elementi di sostegno (33) sono azionabili individualmente o a gruppi tra una posizione passiva e una posizione attiva per definire un piano di appoggio dipendente dalla sagoma della superficie del pezzo cui il mezzo di controspinta deve appoggiarsi.
2. 2. Impianto secondo la rivendicazione 1, in cui la tavola portapezzo (13) Ã ̈ fissa rispetto al centro di lavoro (12) e la tavoletta di controspinta (14) Ã ̈ movibile relativamente alla tavola porta-pezzo.
3. 3. Impianto secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detti mezzi di appoggio (23) sono portati da bancaletti (22) montati tra le spalle laterali (20) della tavola porta-pezzo (13), in cui detti mezzi di presa (28) sono associati a dette spalle laterali rivolti verso l’asse longitudinale della tavola porta-pezzo, ogni mezzo di appoggio essendo sostanzialmente verticale e ad altezza regolabile e detti bancaletti essendo guidati e traslabili secondo la direzione delle spalle laterali (20), parallelamente a se stessi per essere avvicinati ed allontanati reciprocamente in dipendenza del pezzo da lavorare.
4. 4. Impianto secondo la rivendicazione 3, in cui ogni mezzo di appoggio comprende un attuatore (24) con un servomotore (25) di comando di uno stelo (26) che à ̈ estensibile in altezza e che porta una testa con una ventosa (27) orientabile in ogni direzione e collegata almeno a una sorgente d’aria del vuoto.
5. 5. Impianto secondo la rivendicazione 4, in cui detti mezzi di appoggio (23) sono fissi sul rispettivo bancaletto (22).
6. 6. Impianto secondo la rivendicazione 4, in cui detti mezzi di appoggio (23) sono comandati e movibili selettivamente lungo il bancaletto (22) in direzione trasversale alla tavola porta-pezzo.
7. 7. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui ogni mezzo di presa (28) comprende un morsetto (29) montato all’estremità di un’asta (30) portata da un supporto (31) associato a una rispettiva spalla laterale (20) della tavola porta-pezzo.
8. 8. Impianto secondo la rivendicazione 7, in cui i supporti (31) dei mezzi di presa (28) sono fissi alle spalle laterali (20) e le aste (30) portanti i morsetti (29) sono posizionabili in direzione trasversale alla tavola porta-pezzo.
9. 9. Impianto secondo la rivendicazione 7, in cui i supporti (31) dei mezzi di presa (28) sono movibili lungo le spalle laterali (20) e le aste (30) portanti i morsetti (29) sono posizionabili in direzione trasversale alla tavola porta-pezzo.
10. 10. Impianto secondo le rivendicazioni 7 e 8 o 9, in cui ciascun morsetto (29) Ã ̈ articolato e orientabile in ogni direzione rispetto alla rispettiva asta (30).
11. 11. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la tavoletta di controspinta (14) ha delle dimensioni limitate rispetto alla superficie del pezzo (19), ma maggiori di quelle dell’utensile in lavoro.
12. 12. Impianto secondo la rivendicazione 12, in cui la tavoletta di controspinta (14) à ̈ portata nella posizione di appoggio al pezzo mentre l’utensile à ̈ inoperante, ed à ̈ mantenuta ferma in detta posizione di appoggio quando l’utensile à ̈ in lavoro.
13. 13. Impianto secondo le rivendicazioni 11 e 12, in cui la tavoletta di controspinta (14) à ̈ movibile relativamente alla tavola porta-pezzo (13) secondo tre assi lineari ortogonali ed à ̈ suscettibile di oscillazioni/inclinazioni almeno in due direzioni tra loro ortogonali.
14. 14. Impianto secondo le rivendicazioni 11-13, in cui la tavoletta di controspinta (14) comprende un corpo piano (32) portante una pluralità ordinata di elementi di sostegno (33), dove detti elementi si sostegno sono attivabili e movibili tra le posizioni passiva e attiva a mezzo di un rispettivo attuatore (35).
15. 15. Impianto secondo la rivendicazione 14, in cui ogni elemento di sostegno (33) Ã ̈ munito di una testa destinata ad appoggiarsi al pezzo (19), detta testa essendo di preferenza nella forma di ventosa e suscettibile di oscillazioni in ogni direzione.
16. 16. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, il quale à ̈ gestito per eseguire programmi di fresatura in accordo con la superficie reale del pezzo rilevata grazie a un’autoadattività degli elementi di sostegno (33) sulla tavoletta di controspinta. (14)
17. 17. Impianto secondo la rivendicazione 16, in cui gli elementi di sostegno (33) sulla tavoletta di controspinta (14) sono comandati per autoadattarsi alla superficie del pezzo, detti elementi di sostegno essendo movibili simultaneamente tra le posizioni passiva ed attiva ed arrestandosi individualmente, ognuno in una propria posizione attiva, non appena si appoggiano con la loro testa di appoggio alla superficie del pezzo.
18. 18. Impianto secondo la rivendicazione 16 o 17, in cui gli elementi di sostegno (33) sulla tavoletta di controspinta (14) sono comandati per autoadattarsi alla superficie del pezzo, detti elementi essendo posizionati simultaneamente in una stessa posizione attiva ed arretrando in misura variabile rispetto a detta posizione non appena si appoggiano con la loro testa di appoggio alla superficie del pezzo, in dipendenza della sagoma di quest’ultima.
19. 19. Impianto secondo la rivendicazione 16 o 17, in cui ogni elemento di sostegno (33) Ã ̈ movibile tra le posizioni passiva ed attiva in varia misura in dipendenza della sagoma della superficie cui deve appoggiarsi la testa di appoggio (34), detto attuatore potendo includere un freno o altro sistema di blocco per stabilizzarne di volta in volta la posizione.