ITBO20120283A1 - Dispositivo per il tensionamento ciclico del film di chiusura dei vassoi nelle macchine sigillatrici - Google Patents

Description

DESCRIZIONE

“Dispositivo per il tensionamento ciclico del film di chiusura dei vassoi nelle macchine sigillatri-

ci

TESTO DELLA DESCRIZIONE

Il trovato trova fa riferimento alle cosiddette tray sealers, ossia alle macchine che sigillano con un film di copertura delle vaschette o vassoi riempiti con un prodotto da confezionare, quale ad esempio un prodotto alimentare. In particolare il trovato trova applicazione nella stazione di saldatura di queste macchine, usualmente dotata di una campana inferiore ed orizzontale, con dei vani nei quali delle pinze inseriscono i vassoi pieni di prodotto e dotata di una campana superiore ed usualmente statica, sotto la quale transita un film di materia termoplastica proveniente da una bobina di alimentazione posta al di sopra ed in corrispondenza d’una estremità della campana e collegato ad un subbio di raccolta posto al di sopra ed in corrispondenza dell’altra estremità della stessa campana superiore, all’ interno della quale sono previsti dei mezzi di termosaldatura e di taglio che dopo il sollevamento della campana inferiore, provvedono rispettivamente a chiudere ogni vassoio con una porzione del film interposto e che poi tagliano perimetralmente tale porzione di film di chiusura d’ogni vassoio, così che quando la campana inferiore scende, in questa rimangono i vassoi chiusi col film termosaldato, che per mezzo di estrattori si dispongono in una posizione sollevata per la presa da parte di un tratto dei mezzi a pinza che mentre effettuano la detta fase di alimentazione, trasferiscono i vassoi chiusi dalla detta stazione di chiusura in una stazione successiva di scarico. Lo sfrido del tratta di film posto al di sotto della campana superiore viene ciclicamente fatto avanzare in modo da essere allontanato verso i mezzi di raccolta a valle e per essere sostituito da un nuovo trato di film intatto proveniente dai mezzi di alimentazione a monte. Mentre a monte della campana superiore il film che proviene dalla bobina di alimentazione può essere rinviato su un normale rullo folle e rettilineo, a valle della stessa campana il film viene usualmente rinviato su un rullo od una guida di distensione, il cosiddetto spreader, usualmente di forma arcuata e convessa, che distende il film col quale à ̈ a contatto, in modo che questo si disponga sotto alla campana superiore ben disteso e privo di pieghe o grinze. Questa soluzione dà i risultati desiderati solo se si fa avanzare il film fino a quando questo giunge a toccare lo spreader con un tratto intonso di se stesso, ossia fin quando tutto lo sfrido si à ̈ trasferito a valle dello spreader e questo porta ad un grande spreco di film tra i cicli successivi di funzionamento della tray sealer. Come stato della tecnica più prossimo al ritrovato si cita la pubblicazione della domanda di brevetto US 2004/098947 che prevede di collocare a valle della stazione di saldatura e taglio, delle coppie di rallini a profilo complementare ed utile per pinzare i bordi longitudinali del film all’uscita dalla detta stazione, che sono tra loro divergenti nel senso d’avanzamento dello stesso film e che sono montati su ruote a scatto libero, in modo da consentire il solo avanzamento dello stesso film. Questa soluzione à ̈ problematica in quanto richiede un’azione specifica di infilaggio dei bordi del film tra i detti rullini e sottopone il film sostanzialmente ad una sola azione di stiro trasversale, del tutto equivalente a quella eseguita del detto rullo spreader. Scopo del trovato à ̈ ridurre i consumi di film nelle tray sealers, riducendo al minimo possibile l’avanzamento del film tra i cicli successivi di queste macchine, anche se lo sfrido del film rimane in cooperazione con lo spreader, con un dispositivo come dalla rivendicazione 1) e successive rivendicazioni dipendenti, che prevede a valle delle campane di termosaldatura e taglio, dei mezzi a pinza che in fase con la chiusura di tali campane, si chiudono sui bordi longitudinali del film appena a valle delle stesse campane, per imprimere a quest’ultimo uno stiro di allargamento e preferibilmente anche di allungamento, con una componente trasversale e preferibilmente anche longitudinale, di entità sufficiente ad assicurare la corretta distensione del tratto di film tra le campane di cui trattasi, prima che queste si chiuy dano ed ammorsino il film stesso. Secondo una forma preferita di realizzazione, i componenti delle

due pinze sono montati sulle due campane od in qualsiasi modo tale da sfruttare il movimento

relativo di queste per chiudersi ed aprirsi sul film, con notevole semplificazione costruttiva e con

grande affidabilità funzionale del dispositivo. Maggiori caratteristiche del trovato ed i vantaggi che

ne derivano, appariranno evidenti dalla seguente descrizione di una forma preferita di realizzazione dello stesso, illustrata a puro titolo d’esempio, non limitativo, nelle figure dell’unica tavola

allegata di disegni, in cui:

- La fig. 1 Ã ̈ una vista schematica e laterale della stazione di saldatura e taglio del film di copertura dei vassoi, nella posizione aperta di riposo, col percorso del film e con applicati i dispositivi di

tensionamento secondo il ritrovato;

- La fig. 2 illustra in pianta dall’alto, come indicato dalla freccia K in figura 1, il fronte di uscita

della stazione di saldatura e taglio, con applicati i dispositivi di tensionamento secondo il ritrovato;

- Le figg. 3 e 4 sono viste in prospettiva del dispositivo di tensionamento posto sul lato destro

della stazione di figura 2 e ripreso rispettivamente in una fase iniziale ed in quella finale del

proprio ciclo di lavoro.

Nella figura 1, con S Ã ̈ indicata la stazione di saldatura e taglio di una tray sealer, con la campana

inferiore T 1 sulla quale dei mezzi a pinza non illustrati posizionano ciclicamente un gruppo ordinato di vassoi, anch’essi non illustrati e che nella posizione di riposo à ̈ abbassata ed opportunamente distante da una campana superiore T2 che come detto contiene i mezzi di saldatura e taglio,

che à ̈ montata staticamente su un telaio di supporto e sotto la quale transita e si dispone a breve

distanza il film F proveniente dalla sinistra, da una bobina di alimentazione non illustrata e dal

rinvio su un rullo folle Ri e che alla destra della stazione S viene rinviato sul rullo spreader R2 e

che sotto forma di strido F’ va collegato ad un subbio di raccolta, anch’esso non illustrato. La

campana inferiore TI à ̈ montata su mezzi di sollevamento e di abbassamento e dopo che à ̈ stata

caricata coi vassoi, la stessa viene sollevata per alloggiare in proprie sedi i vassoi stessi e per chiudersi a pacco sotto alla campana T2, ammorsando il tratto di film interposto F che viene saldato e tagliato sul perimetro di ogni vassoio, così che nella successiva corsa di abbassamento della campana inferiore Tl, i vassoi chiusi vengono sollevati da estrattori e fatti sporgere al di sopra della stessa campana Tl, in condizione utile per la presa e per evacuazione verso destra, mentre nuovi vassoi giungono da sinistra, per la ripetizione di un nuovo ciclo di lavoro. Le campane Tl e T2 sono spesso predisposte per immettere dei gas di conservazione all'inerno dei vassoi, prima della loro chiusura, secondo soluzioni note e che non vengono qui considerate in quanto estranee e non necessarie alla comprensione del trovato. Durante l’abbassamento della campana inferiore T1, il film F viene fatto avanzare verso la destra di chi guarda la figura 1, per disporne un nuovo tratto intonso sotto la campana superiore T2, mentre il tratto sfinestrato e di sfrido F’ del film, prodotto nel precedente ciclo di lavoro, esce dal fronte di destra della stessa campana T2 e viene raccolto dagli appositi mezzi. Per far si che il film si disponga correttamente sotto alla campana superiore T2, senza che un tratto di film intonso giunga sul rullo spreader R2, per conseguire gli scopi di economicità detti nella parte introduttiva del presente esposto, il trovato prevede di collocare sul fronte di destra della stazione S, quello di uscita ciclica del film, dei mezzi a pinza P ed P’ (fig. 2) che in giusta fase con la corsa di sollevamento della campana Tl, prima che questa chiuda il film F tra se stessa e la campana superiore T2, afferrano i lati esterni e longitudinali del film F o dello sfrido F’ uscito dalla stazione S e lo sottopongono ad un lieve tensionamento sia in senso trasversale che in senso longitudinale, verso la destra di chi guarda la figura 1 , mentre il film stesso à ̈ opportunamente frenato a monte da mezzi noti, ad esempio associati alla bobina di alimentazione. Questa condizione à ̈ sufficiente a far si che il tratto di film posto tra le campane Tl e T2 risulti perfettamente disteso e si saldi sui vassoi, anche su quelli posti sulla destra della stazione S, senza la formazione di pieghe antiestetiche e che potrebbero creare saldature difettose e vassoi non chiusi a tenuta perfetta dallo stesso film. Secondo una forma preferita di realizzazione del trovato, ì detti mezzi a pinza P, P’ vengono realizzati associando ad una delle campane, ad esempio a quella statica e superiore T2, delle rispettive ganasce oscillanti e molleggiate 1, Γ, rivestite con un materiale ad alto coefficiente d’attrito nei confronti del film F, F’ verso il quale sono orientate con una disposizione obliqua (vedi oltre) e dal quale sono opportunamente sollevate per evitare interferenze indesiderate. In contrapposizione alle dette ganasce 1, 1’ ed in sostanziale allineamento verticale con queste, sul fronte di destra della campana inferiore TI vengono collocate delle ganasce 2, 2’ aventi un basso coefficiente d’attrito col detto film F, F’ e tali per cui quando la campana TI viene sollevata, prima che il film venga chiuso tra le campane TI e T2, le ganasce inferiori 2, 2’ tocchino delle corrispondenti porzioni dei lati del film e le portino a contatto con le ganasce superiori 1, Γ che mentre modificano la loro posizione in quota, per effetto del sollevamento di TI e delle ganasce 2, 2’, aderendo per attrito a tali porzioni laterali del film, le portano a scivolare sulla faccia piana e parallela delle ganasce inferiori 2, 2’, sottoponendo il film immediatamente all’uscita dalle campane a quel piccolo movimento composito di tensionamento trasversale e longitudinale, utile per il raggiungimento degli scopi prima detti. Dal dettaglio delle figure 2 e 3 si rileva come la ganascia superiore 1 della pinza P sia formata dal rivestimento inferiore in materiale elastomerico 101 di una piattina 201 posta di taglio e che con le estremità à ̈ articolata in 3 alle estremità di leve parallele 4, 104 a loro volta fulcrate in 5, con una disposizione a parallelogramma articolato, sulle facce tra loro parallele 106 di un supporto 6 che costituisce il quarto lato del parallelogramma e che à ̈ fisso sul fronte di destra della campana T2, con una disposizione tale per cui tutto il parallelogramma e con questo la ganascia inferiore 1, risultino orientati verso l’esterno del film e disposti obliquamente rispetto allo stesso film F od F’, con una inclinazione Z ad esempio di circa 15° rispetto al fronte della campana T2. All’estremità superiore di quella interna 104 delle leve parallele, à ̈ ancorata in 107 l’estremità di una molla ad elica 8 ancorata con l’altra estremità ad un perno 7 fisso al supporto 6 e contro il quale si dispone in battuta il tratto superiore della leva esterna 4 quando la ganascia 1 à ̈ nella posizione bassa di riposo come dalle figure 1 e 3. I componenti dell’altra ganascia superiore Γ sono uguali a quelli della ganascia 1 e sono evidenziati da indicazione “primo†. Quando la campana inferiore TI sale e solleva le ganasce inferiori 2, 2’, realizzate in modo semplice con dei piccoli pattini in Polizene ® od altro matenale equivalente, la faccia superiore e piana di tali ganasce 2, 2’ porta il lato del film contro le ganasce superiori 1, 1 ’e le solleva in contrasto all’azione delle molle 8, 8’. Le parti attive 101, 101 delle ganasce superiori 1, 1 aderiscono al film F, F’ per attrito e per l’azione antagonista delle molle 8, 8’, mentre il film stesso scivola sulle ganasce inferiori 2, 2’ , per cui alla chiusura ed al sollevamento progressivo delle ganasce delle pinze P, P’, grazie alla detta collocazione obliqua Z delle ganasce superiori 1, 1, queste si spostano contemporaneamente verso l’esterno e nella direzione A d’avanzamento del film, come illustrato nella figura 4, sottoponendo il tratto anteriore dello stesso film al doppio e contemporaneo tensionamento trasversale e longitudinale dianzi detto, prima che il film stesso venga bloccato tra le campane TI e T2. All’abbassamento della campana TI il dispositivo ritorna automaticamente nella posizione di riposo e di non interferenza col film F od F’ che può in tal modo esser fatto avanzare nella direzione A di figura 2, per la ripetizione di un nuovo ciclo di lavoro. Resta inteso che la collocazione delle due ganasce sulle campane TI e T2 può essere invertita rispetto a quella illustrata, anche se questa à ̈ da preferirsi in quanto la collocazione in alto della ganascia mobile, in associazione alla campana statica e superiore T2, rende tale collocazione più protetta e sicura. Dalle figure 2 e 3 si rileva che la parte superiore del meccanismo col supporto 6, 6’ e con la molla 8, 8’ può essere coperta da una piccola mcarteratura rimovibile 9, 9’, fissa ad esempio con viti agli stessi supporti 6, 6’ ed aperta verso il basso. Resta infine inteso che pinze analoghe a quelle descritte, possono essere disposte anche sul fronte di sinistra delle campane TI e T2, dal quale entra il film F. Resta infine inteso che la descrizione si à ̈ riferita ad una forma preferita di realizzazione del trovato, al quale possono essere apportate numerose modifiche costruttive, senza per altro abbandonare il principio informatore dell’invenzione, come descritto, illustrato ed a seguito rivendicato.

Claims (6)

1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo per il tensionamento del film di chiusura dei vassoi nelle cosiddette tray sealers, per evitare la formazione di pieghe in tale film (F) che coi vassoi vengono inseriti in una stazione di saldatura e taglio (S), tra una coppia di campane (Tl, T2) contrapposte e dotate di un movimento relativo d’avvicinamento e d’allontanamento reciproco, dove a valle di tale stazione (S) sono previsti dei mezzi per sottoporre lo sfrido del film che esce, ad un’azione di stiro trasversale che assicura la corretta distensione del film stesso tra le dette campane e che comprende dei mezzi per frenare il film a monte della detta stazione (S), caratterizzato dal comprendere dei mezzi a pinza (P, P’) con una ganascia (1, 1) montata sul od in corrispondenza del fronte della campana superiore (T2) dal quale esce il film, rivolta verso il basso e contrapposta verticalmente ad una corrispondente ganascia (2, 2’) montata sulla campana inferiore (Tl), il tutto per far si che nella fase d’ avvicinamento reciproco e di chiusura delle due campane (Tl, T2), prima che il film venga stretto e bloccato tra queste, delle porzioni longitudinali e laterali del film (F, F’) prossime alle campane, vengano pinzate tra dette coppie contrapposte di ganasce (1, 2, Γ, 2’) che afferrano il film anche per la presenza di molle antagoniste (8, 8’) e di pattini a frizione (101, 10Γ) e che per la loro conformazione e collocazione e per la loro mobilità reciproca, sottopongono il film ad uno stiro di distensione trasversale, prima che le campane (Tl, T2) si chiudano sullo stesso film.
2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1), in cui le dette pinze (P, P’), viste dall’alto, presentano una collocazione inclinata (Z) che le vede tra loro divergere nel senso (A) d’avanzamento del film, così che quando le stesse pinze si chiudono nella fase di avvicinamento reciproco delle dette campane (Tl, T2), sottopongono lo stesso film ad uno stiro sia trasversale che longitudinale e concorde allo stesso senso d’avanzamento (A) dianzi detto.
3. 3. Dispositivo secondo una od entrambe le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che una delle ganasce (1, 1 ’) delle dette pinze di tensionamento (P, P’), ad esempio quella montata sulla campana superiore (T2), à ̈ formata dal rivestimento con materiale elastomerico (101, 10Γ) di una piattina (201, 20 Γ) che con le estremità à ̈ articolata alle estremità (3, 3’) di leve parallele (4, 104, 4’, 104’) a loro volta fulcrate con una disposizione a parallelogramma articolato, su fulcri (5, 5’) portati dalle facce (106, 106’) tra loro parallele di un supporto (6, 6’) che forma il quarto lato del parallelogramma e che à ̈ fisso sul fronte della campana (T2), con una disposizione tale per cui tutto il parallelogramma e con questo la ganascia inferiore (1, Γ) risultino orientati verso l’estemo del film e disposti obliquamente rispetto allo stesso film (F, F’), con una sufficiente inclinazione (Z) rispetto al fronte della detta campana (T2), essendo all’estremità superiore (107, 107’) di una delle dette leve parallele (104, 104’) ancorata l’estremità di un mezzo elastico (8, 8’) ancorato con l’altra estremità ad un perno (7, 7’) fisso al detto supporto (6, 6’) e contro il quale si dispone in battuta il tratto superiore dell’altra leva parallela (4, 4’) quando la ganascia (1, Γ) à ̈ nella posizione bassa di riposo e di massima distensione verso il basso, mentre l’altra ganascia (2, 2’) fissa alla campana inferiore (Tl) à ̈ formata da un pattino fisso a tale campana, di un materiale a basso coefficiente d’attrito rispetto al film, dotato di almeno una faccia superiore piana e parallela alla detta ganascia superiore (1, Γ), in modo che quando le pinze (P, P’) si chiudono sul film, questo cooperi a frizione con le dette ganasce superiori e possa invece scorrere sulle ganasce inferiori.
4. 4. Dispositivo secondo la rivendicazione 3), in cui le ganasce superiori (1, Γ) sono collocate in modo tale che nella loro posizione di riposo non interferiscono col film (F) che può liberamente scorrere sotto di esse e sotto la campana superiore (T2) che le porta.
5. 5. Dispositivo secondo la rivendicazione 2), in cui la detta inclinazione (Z) delle ganasce superiori (1, Γ) à ̈ di circa 15° .
6. 6. Dispositivo secondo la rivendicazione 3), in cui la parte con le molle antagoniste (8, 8’) delle ganasce mobili (1, Γ) à ̈ protetta da una incarteratura rimovibile (9, 9’).