IT9020126A1 - Microsfere di aerogels di ossidi inorganici a stretta distribuzione dei diametri dei pori e metodo per la loro preparazione - Google Patents

Microsfere di aerogels di ossidi inorganici a stretta distribuzione dei diametri dei pori e metodo per la loro preparazione

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IT9020126A1
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Description

Descrizione dell'invenzione industriale avente per titolo: "MICROSFERE DI AEROGELS DI OSSIDI INORGANICI A STRETTA DISTRIBUZIONE DEI DIAMETRI DEI PORI E METODO PER LA LORO PREPARAZIONE"
RIASSUNTO
Miscrosfere di aerogels di uno o più ossidi sono caratterizzate da un'elevata porosità e dal fatto che almeno il 30% dei pori presenti possiede un diametro compreso in uno strettissimo intervallo di valori. L'area superficiale è maggiore di 300 m /g, e più frequentemente maggiore di 500 m /g, mentre il volume totale dei pori è superiore a 1 ml/g.
DESCRIZIONE
La presente invenzione si riferisce a microsfere di aerogels di uno o più ossidi inorganici caratterizzate da una bassa densità, da elevata porosità e da una stretta distribuzione dei diametri dei pori, microsfere che sono particolarmente adatte per essere utilizzate quali supporto di catalizzatori per la polimerizzazione di composti olefinicamente insaturi; essa si riferisce inoltre al metodo seguito per la preparazione di tali microsfere
Aerogels di ossidi inorganici, specie di ossidi metallici, sono ben noti nello stato della tecnica in relazione ad un discreto numero di applicazioni: ad esempio, possono essere impiegati quali catalizzatori, supporti per catalizzatori, mezzi per adsorbimento, impaccattura per colonne cromatografiche, pigmenti, opacizzanti, abrasivi e per altri scopi.
Esempi di impiego quali catalizzatori o supporti per catalizzatori sono così presenti nel brevetto statunitense n. 3.673· IH (preparazione di acidi fosforici), o nell’articolo "Journal of Molecular Catalysis, Voi. 17, 219-223 (1983)" (supporto per catalizzatori al radio nella preparazione di olefine a partire da CO e sono altresì impiegati quali supporti per catalizzatori nella preparazione di anidride ftalica o nella decomposizione del perossido d'idrogeno.
Normalmente le polveri note, particolarmente quelle destinate ad essere utilizzate quali supporti per catalizzatori, sono costituite dagli ossidi inorganici ottenuti per precipitazione degli idrossidi dalle soluzioni acquose dei corrispondenti cationi e successiva calcinazione.
Le polveri così ottenute hanno generalmente superficie specifica e porosità molto basse, le particelle sferiche non sempre possiedono proprietà meccaniche idonee, e la loro granulometria si disperde in un ampio spettro, il che talvolta ne sconsiglia l’uso proprio nel settore di impiego cui sono destinate: infatti, non è infrequente il caso Che i sistemi catalitici ottenuti impiegando tali polveri non permettano di realizzare le reazioni di interesse con buone produttività, ciò che costringe ad utilizzare concentrazioni crescenti di catalizzatore e, perciò, a ricorrere poi ad onerosi procedimenti di lavaggio dei residui catalitici. Sono evidentemente note possibilità di preparare aerogels, indipendentemente da ogni eventuale finale destinazione .
Ad esempio l’articolo in "Advances in Colloid and Interface Science, (1976), 245-273" descrive un metodo generale per la preparazione di aerogels di e altri, attraverso l'idrolisi e la policondensazione dell'alcolato del metallo di interesse, ed il successivo essiccamento in condizioni supercritiche: tuttavia, secondo tale metodo, non è possibile controllare la granulometria delle particelle sferiche e mantenere un'interessante percentuale di queste all'interno di un ristretto valore dei diametri dei pori.
Il brevetto europo n. 213-987 si riferisce a supporti per catalizzatori costituiti da particelle sferoidali di silice che vengono ottenute granulando un idrosol di con un aerogel di SìO^ ed essiccando: il prodotto così ottenuto presenta un'area superficiale mai superiore a
Il brevetto statunitense n. 4.246.137 descrive un metodo per la preparazione di xerogels di silice-zirconia metodo che prevede la reazione fra un composto di zirconio con un silicato di un metallo alcalino, l'invecchiamento dell'idrogel ottenuto, il lavaggio e la finale calcinazione: il prodotto così ottenuto presenta un volume totale dei pori compreso fra 1.5 e 3,5 ml/g, un'area superficiale fra ma un diametro dei pori disperso nell’intervallo fra
La Richiedente ha trovato che è possibile isolare microsfere di aerogels di ossidi inorganici, utilizzabili già come tali quali catalizzatori o supporti per catalizzatori, o per altri usi secondo gli insegnamenti dell'arte nota, microsfere che sono caratterizzate da bassa densità, alta porosità e da una stretta distribuzione dei diametri dei pori, in qualunque intervallo di valori desiderato.
Costituisce pertanto un primo oggetto della presente invenzione una polvere costituita da microsfere di aerogel di uno o più ossidi inorganici contraddistinte da una area superficiale maggiore di particolarmente di un volume totale dei pori superiore a 1 ml/g, e da una stretta distribuzione dei diametri dei pori, intendendo con ciò che almeno il 90% dei pori presenti in dette microsfere possiede sostanzialmente lo stesso diametro o un valore di diametro compreso in un intervallo il cui delta non è mai superiore a detti valori potendo essere compresi fra
Costituisce un ulteriore oggetto della presente invenzione il procedimento per la preparazione della suddette microsfere, procedimento che comprende essenzialmente le seguenti operazioni:
idrolisi di uno o più derivati dei metalli di interesse;
trasformazione della soluzione colloidale in gocce del diametro desiderato,
passaggio sol/gel
lavaggio del gel
essiccamento in condizioni ipercritiche.
Particolarmente , il procedimento per la preparazione delle microsfere secondo la presente invenzione prevede le seguenti operazioni fondamentali:
a) preparazione di una soluzione colloidale (sol) di un ossido di un metallo di interesse o di una miscela di ossidi, per idrolisi di un alcossido o di una miscela di alcossidi in presenza di un catalizzatore e di una sostanza in grado di favorire il formarsi di pori delle dimensioni desiderate ed uniformi alle particelle di gel ottenute come detto in b); uno o più alcossidi possono essere vantaggiosamente sostituiti dai relativi alogenuri ;
b) trasformazione della soluzione colloidale così ottenuta in gocce del diametro desiderato, e loro dispersione in un mezzo immiscibile con il sol ;
c) trasformazione delle gocce di sol in particelle di gel;
d) lavaggio delle particelle di gel con un opportuno solvente;
e) essiccamento in condizioni ipercritiche.
La polvere ottenuta può essere infine calcinata per l'eventuale eliminazione di sostanze organiche ancora presenti o per conferire alla stessa caratteristiche particolari.
La soluzione colloidale secondo a) viene preparata mescolando almeno un alcossido con acqua: questa non è miscibile con 1'alcossido, mentre sono solubili in acqua i prodotti di idrolisi, il che determina la limpidezza della soluzione al completamento dell'idrolisi dell'alcossido (i).
Si possono impiegare, per la preparazione del sol di interesse, alcossidi dei metalli appartenenti ad un gruppo dal II al VI del sistema Periodico degli Elementi, ovvero al Gruppo VII B o al Gruppo Vili; particolarmente rilevante risulta l'impiego di ^ come detto, è possibile la preparazione di polveri di un solo ossido, ma anche di ossidi misti, nel qual caso l'idrolisi di cui al precedente punto a) prende le mosse da una opportuna miscela di alcossidi o da una miscela di alcossidi e cloruri. L'idrolisi viene realizzata in presenza di un catalizzatore costituito da un acido, una base o da un sale inorganico: regolando opportunamente il rapporto acqua/alcossido, il pH e/o la temperatura del sistema è possibile il controllo della cinetica di idrolisi, nonché delle dimensioni delle particelle o del diametro dei pori. Nel caso della preparazione di una miscela di ossidi, il secondo componente può anche essere aggiunto come sale (preferibilmente cloruro) all 'alcossido del primo componente già parzilamente idrolizzato: si ottiene in tal modo un prodotto di policondensazione nel quale i due metalli si trovano uniformemente dispersi e collegati attraverso ponti di ossigeno. Si possono ancora controllare le caratteristiche della soluzione colloidale, a seguito dell'idrolisi e della parziale policondensazione dell'alcossido, allontanando una parte del solvente costituita dall'acqua in eccesso e dall'alcool formatosi, ad esempio per evaporazione a bassa temperatura.
Modifiche possono pure esser pilotate mediante l'aggiunta di sostanze capaci di coordinarsi con il polimero quali, ad esempio, glicoli, dimetilformammide , acidi organici: di interesse, oltre alla dimetilformammide, risultano il glicole etilenico e l'acido ossalico.
E' pertanto evidente, da quanto precede, come si possano variare la concentrazione di polimero nel sol e la concentrazione dell'agente modificante e, di conseguenza, variare, in intervalli ristretti, il diametro medio dei pori, il volume totale dei pori, nonché l'area superficiale del gel e dell'aerogel ottenibili a valle dei trattamenti del sol e delle successive operazioni di essiccamento e calcinazione .
La soluzione colloidale preparata secondo a) viene quindi trasformata in gocce di sol delle dimensioni desiderate l'operazione sub b) può essere realizzata mediante tecniche convenzionali, fra le quali sia sufficente menzionare l'agitazione meccanica o la spruzzatura.
Volendo ricorrere all'agitazione meccanica, il sol viene aggiunto ad un solvente organico con il quale sia immiscibile; la miscela viene agitata sino all'ottenimento di un'emulsione, e si può agevolare l'ottenimento di questa mediante l'aggiunta di un tensioattivo. In questa fase è ancora possibile controllare il diametro medio delle gocce di sol disperso nel solvente e far si che la distribuzione dei loro diametri sia contenuta in uno spettro sufficentemente ristretto, giocando ad esempio sulla natura del solvente e del tensioattivo, variando il rapporto fra il volume della soluzione colloidale e il volume del solvente, ovvero il tipo e la concentrazione del tensioattivo, o la velocità di rotazione dell'agitatore.
Mentre la tecnica dell'agitazione meccanica si presta particolarmente nel caso si desiderino gocce con diametri sino a 100 ym, gocce con diametro sino a 1000 ym si possono più agevolmente preparare seguendo il metodo della spruzzatura: ad esempio il sol viene iniettato direttamente in una corrente di solvente .
Le gocce di sol prodotte secondo una delle precedenti vie vengono poi trasformate in microsfere di gel. Tale trasformazione può accadere direttamente come conseguenza ultima della reazione di policondensazione, ovvero può essere opportunamente accelerata mediante estrazione di una parte del solvente o mediante estrazione di anioni. L'estrazione di una parte dell'acqua dalle gocce di sol viene realizzata per il tramite di una solvente anidro nel quale l'acqua si possa parzialmente sciogliere: ad esempio si può ricorrere all'impiego di un alcool ad elevato peso molecolare.
A loro volta, gli anioni presenti nelle gocce di sol vengono estratti aggiungendo al solvente una quantità prefissata di uno scambiatore liquido anionico, ad esempio un'ammina alifatica.
Il lavaggio delle particelle di gel ha lo scopo di allontanare il tensioattivo e/o lo scambiatore anionico presente e, se del caso, sostituisce il solvente usato per la dispersione del sol con un composto chimico con basse temperature e pressione critiche .
Nella fase di essiccamento in condizioni ipercritiche i mezzi più usati sono l'alcool metilico, l'alcool etilico e l'anidride carbonica. Per l'essiccamento in condizioni ipercritiche le particelle di gel vengono poste in una autoclave insieme al solvente in quantità sufficiente a ricoprirle completamente. Si immette quindi nell'autoclave un gas inerte ad una pressione tale da evitare l'ebollizione del solvente durante il riscaldamento fino alla temperatura critica. Durante il riscaldamento dell'autoclave la pressione aumenta e supera la pressione critica del solvente. Una volta superata la pressione e la temperatura critica del solvente, la temperatura viene mantenuta costante e la pressione viene diminuita lentamente fino a raggiungere la pressione ambiente: a questo punto può essere spento il forno di riscaldamento dell'autoclave che si raffredda naturalmente fino a temperatura ambiente.
Il trattamento delle particelle di gel ed elevate temperature e pressioni può modificare la loro struttura e composizione chimica provocando ad esempio la precipitazione di un componente o la sua trasformazione da amorfo a cristallino. Se, ad esempio, è stato ottenuto un gel costituito da un polimero inorganico costituito da atomi di silicio e di titanio intervallati da atomi di ossigeno, l'essicamento ad elevate temperature e pressione può provocare una dissoluzione di ossido di titanio ed una sua precipitazione sotto forma di anatase. Il supporto di ossido misto di silice e titanio risulta così disomogeneo essendo costituito da una matrice di silice in seno alla quale si trovano isole di ossido di titanio cristallino (anatase). Al fine di evitare tale inconveniente, il solvente nel quale si trovano le particelle di gel viene sostituito a temperature ambiente con anidride carbonica liquida in una autoclave: una volta effettuata tale sostituzione, la temperatura dell'autoclave viene aumentata fino a superare la temperatura critica dell'anidride carbonica (32’C). A questo punto anche la pressione risulta superiore a quella critica della CO2 (73 bar) e quindi si può procedere a diminuire la pressione mantenendo costante la temperatura in modo del tutto analogo a quanto sopra descritto. Le particelle di gel di silice-titania così ottenute sono perfettamente omogenee e amorfe. Le particelle di aerogel vengono quindi calcinate per allontanare ogni traccia di composto organico ancora presente e per conferire la necessaria stabilità chimica e meccanica e permettere quindi un facile 'impiego come supporto per catalizzatori.
Le particelle di aeorgel hanno forma perfettamente sferica, granulometria compresa tra 10 e 1000 um e con dispersione non superiore al 20%: le loro porosità (volume totale dei pori) ed area superficiale dipendono dal diametro medio dei pori presenti .
Il valore di tale diametro può variare in un ampio intervallo, da 50 a ma almeno il 90% delle microsfere possiede lo stesso diametro, ò un valore di diametro compreso in un intervallo molto ristretto (ad esempio:
L'area superficiale dipende, come detto, del diametro dei pori, rispetto al quale è inversamente proporzionale, mantenendosi tuttavia sempre su 2 valori molto elevati, al di sopra di 300 m /g e, particolarmente, al di sopra di
Le caratteristiche e la preparazione degli aerogels secondo la presente invenzione risulteranno più evidenti della lettura dei seguenti esempi illustrativi, dai quali l'invenzione stessa non deve tuttavia essere considerata limitata.
ESEMPIO N. 1
100 mi di TEOS (tetraetilortosilicato) vengono aggiunti a 100 mi di HC1 0,01 N e posti sotto vigorosa agitazione meccanica a temperatura ambiente .
Dopo circa 30’ si ottiene una soluzione colloidale (sol) perfettamente limpida.
Il pH di tale soluzione viene portato da 2.4 a 5 per aggiunta goccia a goccia di
100 mi della soluzione colloidale ottenuta come sopra descritto vengono versati in una miscela costituita da 400 mi di 1.1.1 tricloroetano, 200 mi di n-esano e 5 g di SPAN 20 ed agitati meccanicamente .
Si ottiene una emulsione costituita da piccole goccie di sol che, dopo circa 30' si sono trasformate in particelle sferiche di gel.
Si interrompe l’agitazione e le particelle di gel che si raccolgono sul fondo del contenitore vengono lavate tre volte per decantazione con 100 mi di alcool etilico. Le particelle di gel vengono infine ricoperte con alcool etilico e poste in una autoclave. Viene inviato nell'autoclave azoto fino alla pressione di 60 bar e quindi la temperatura dell'autoclave stessa viene innalzata dalla temperatura ambiente sino a 300"C; la pressione dell'autoclave aumenta per effetto del riscaldamento fino a 110 bar. Dopo circa un'ora la pressione dell'autoclave viene fatta gradualmente diminuire (50 bar/ora) fino a pressione ambiente e l'autoclave viene raffreddata.
ESEMPIO N. 2
100 mi di TEOS (tetraetilortosilicato ) vengono aggiunti a 100 mi di HC1 0,01 N e posti sotto rigorosa agitazione meccanica a temperatura ambiente.
Dopo circa 30' si ottiene una soluzione colloidale (sol) perfettamente limpida.
Tale soluzione viene distillata sotto vuoto a 30<e>C in modo da ridurre il suo volume da 200 mi a 150 mi.
100 mi della soluzione concentrata di sol ottenuta come sopra descritto vengono versati in una miscela costituita da 400 mi di 1.1.1. tricloroetano, 200 mi di n-esano e 5 g di SPAN 20 ed agitati meccanicamente .
All'emulsione così ottenuta vengono aggiutni goccia a goccia 5 mi di Primere JMT diluiti in 50 mi di n-esano L'emulsione viene mantenuta sotto agitazione per 30'. Le particelle di gel ottenute vengono lavate con alcool etilico ed essicate in autoclave in condizioni ipercritiche come descritto nell'esempio 1.
Si ottiene una polvere costituita da particelle sferiche di con diametro compreso tra 90 e 100 pm, area superficiale di e volume totale dei pori di 1.97 ml/g. Il 95% dei pori presenti nelle particelle ha diametro compreso tra 100 e 150 A.
ESEMPIO N. 3
100 mi di TEOS (tetraetilortosilicato) vengono aggiunti a 100 mi di HC1 0,01 N e posti sotto vigorosa agitazione meccanica a temperatura ambiente. . . Dopo circa 30' si ottiene una soluzione colloidale (sol) perfettamente limpida.
Tale soluzione viene distillata sotto vuoto a 30<°>C in modo dsi ridurre il suo volume da 200 a 100 mi. Questi ultimi vengono versati in una miscela costituita da 400 mi di 1.1.1. tricloroetano, 200 mi di n-esano e 5 g di SPAN 20 ed agitati meccanicamente .
Nell’emulsione così ottenuta vengono aggiunti goccia a goccia 5 mi di Primene JMT diluiti in 50 mi di n-esano. L’emulsione viene mantenuta sotto agitazione per 30'. Le particelle di gel ottenute vengono lavate con alcool etilico ed essicccate in autoclave in condizioni ipercritiche come descritto nell'esempio 1.
Si ottiene una polvere costituita da particelle sferiche di Si02 con diametri compresi tra 100 e 120 pm, area superficiale di 86 m /g e volume totale dei pori di 1.05 ral/g. Il 90% dei pori presenti nelle particelle hanno diametri compresi tra 20 e 30A.
ESEMPIO N. 4
Viene preparata una soluzione colloidale al silice secondo le modalità descritte nell'esempio 1.
Tale soluzione viene alimentata mediante una pompa nel bulbo capillare centrale di uno spruzzatore a due fluidi. Il secondo fluido è costituito da una soluzione di decanolo anidro contenente 1% in peso di SPAN 80. Le portate di sol e di decano sono regolate in modo da ottenere delle gocce di sol di diametro 200 um che cadono in una colonna verticale in vetro di ampiezza 1500 mm contenente decanolo. Durante la loro decantazione il decanolo anidro estrae dalle particelle l'acqua sufficiente a provocare la loro trasformazione in gel: in tal. modo sul fondo della colonna di vetro si raccolgono particelle sferiche di gel di silice.
Le particelle di gel ottenute vengono coperte con alcool etilico ed essicate in autoclave in condizoni ipercritiche come descritto nell’esempio 1.
Si ottiene una polvere costituita da particelle sferiche di Si02 con diametro compreso tra 200 e 250 pm, area superficiale e volume totale dei pori Il S3% dei pori presenti nelle particelle hanno diametro compreso tra 100 e
ESEMPIO N. 5
109-8 mi di TEOS (tetraetilortosilicato), pari a 0.49 moli di vengono aggiunti a di alcool etilico ed a 9 mi di HC10,01 N e mantenute a 50‘C sotto agitazione meccanica per 30’. Si aggiungono quindi 2.23 mi di isopropilato di titanio, pari a 0,0075 moli di diluiti in 20 mi di alcool etilico. Dopo 30' la soluzione colloidale ottenuta viene , raff'redata a 15’C e quindi vengono aggiunti goccia goccia 36 mi di HC12.01 N diluiti in 50 mi di alcool etilico. La soluzione colloidale di ottenuta viene mantenuta sotto agitazione per un’ora e quindi viene distillata sotto vuoto a 30°C fino a ridurne il volume a 120 mi.
30 mi della soluzione colloidale ottenuta come sopra descritto vengono versati sotto agitazione meccanica a 100 mi di decanolo contenente 2.6 g di SPAN 80. Sempre mantenendo in azione l'agitazione, vengono aggiunti goccia a goccia 5 ml di Primene JMT diluiti in 50 mi di decanolo. Al termine dell'aggiunta del Primene JMT le gocce di sol si sono trasformate in particelle di gel che vengono raccolte sul fondo del contenitore.
Le particelle di gel ottenute vengono lavate tre volte con 50 mi di acetone quindi poste in una autoclave. Viene poi immessa nell'autoclave anidride carbonica liquida che si miscela con l'acetone presente. Vengono effettuati alcuni lavaggi con C02 liquido fino a quando l'anidride carbonica in uscita dall'autoclave non contiene più acetone. A questo punto la temperatura dell'autoclave viene elevata a 40'C con conseguente aumento della pressione a 80 bar. Dopo circa 30' la pressione dell'autoclave viene fatta scendere a pressione ambiente.
Si ottengono particelle sferiche di aerogel di La spettrometria X mostra che la loro struttura è amorfa. Il diametro delle particelle è compreso tra 150 e 200 , l'area superficiale ed il volume totale dei pori Il 90# dei pori ha diametro compreso tra
ESEMPIO N. 6
109.8 mi di TE0S (tetraetilortosilicato), pari a 0,49 moli di Si02 vengono aggiunti a 50 ml di alcool etilico ed a 9 mi di e mantenuti a 50’C sotto agitazione meccanica per 30'. Si aggiungono quindi pari a 0,0075 moli di Dopo 30' la soluzione ottenuta viene raffreddata a e quindi vengono aggiunti goccia a goccia 36 mi di acqua diluiti in 50 mi di alcool etilico. La soluzione colloidale di
viene manteuta sotto agitazione per un'ora e quindi viene distillata sotto vuoto a 30’C fino a ridurre il volume a 120 ml.
La dispersione del sol, la gelazione in particelle sferiche di gel ed il loro essiccamento avvengono secondo le modalità descritte nell'esempio 5·
Le particelle di aerogel ottenute hanno le medesime caratteristiche di quelle riportate nell'esempio 5

Claims (6)

  1. Microsfere di aerogels di uno o più ossidi di metalli dei Gruppi dal 2° al 6°, 7°B e 8° del Sistema Periodico contraddistinte da un'area superficiale superiore a 300 m /g, un volume totale dei pori superiore a 1 ml/g e dal fatto che almeno il 90% dei pori presenti possiede un diametro compreso in uno strettissimo intervallo di valori, la differenza fra il massimo e il minimo non essedo mai superiore a 50 A.
  2. Microsfere di aerogels secondo la precedente rivendicazione nelle quali il metallo dell'ossido è scelto preferibilmente fra uno o più fra Al, Si, Ti, B, La, Zr, Cr, Sn e Mg.
  3. 3 microsfere di aerogels secondo la precedente rivendicazione nelle quali l'ossido è SiC^·
  4. 4 Microsfere di aerogels secondo la rivendicazione 2 nelle quali l'ossido è una miscela
  5. 5) Microsfere di aerogels secondo la rivendicazione 2 nelle quali l'ossido è una miscela
  6. 6 Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la prima rivendicazione comprendente le seguenti operazioni idrolisi di almeno un derivato dei metalli di interesse trasformazione della soluzione colloidale in gocce di sol trasformazione delle gocce di sol in particelle di gel lavaggio delle particelle di gel essiccamento di queste ultime in condizioni ipercritiche. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la precedente rivendciazione nel quale l'idrolisi iniziale viene effettuata a carico di almeno un alcossido metallico. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi metallici secondo la rivendicazione 6 nel quale l'idrolisi iniziale viene effettuata a carico di una miscela di alcossidi e di alogenuri dei metalli di interesse. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la rivendicazione 6 caratterizzato dal fatto che l'idrolisi -iniziale viene effettuata in presenza di un catalizzatore scelto fra acidi, basi o sali inorganici. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la precedente rivendicazione caratterizzato dal fatto che l'idrolisi viene effettuata in presenza di una sostanza in grado di favorire la porosità desiderata scelto tra glicole etilenico, dimetilformammide ed acido ossalico. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che la preliminare idrolisi è accompagnata da una rimozione di parte del solvente. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la precedente rivendicazione nel quale il solvente è rimosso per evaporazione a bassa temperatura. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che l'essiccamento in condizioni ipercritiche viene realizzato in presenza di un alcool a basso numero di atomi di carbonio. Procedimento per la preparazione di aerogels di uno o più ossidi di metalli secondo la rivendicazione 9 caratterizzato dal fatto che l'essiccamento in condizioni ipercritiche viene effettuato in presenza di anidride carbonica.
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