ITVI20110124A1 - Dispositivo a pistone per la chiusura automatica controllatadi porte, ante o similari - Google Patents

Description

DESCRIZIONE

Campo di applicazione

La presente invenzione à ̈ generalmente applicabile al settore tecnico delle cerniere di chiusura, ed ha particolarmente per oggetto un dispositivo a pistone per la chiusura automatica controllata di un elemento di chiusura, quale una porta, un’anta o similare, ancorato ad una struttura di supporto stazionaria, quale una parete, un telaio e/o un pavimento.

L’invenzione ha altresì per oggetto un dispositivo a cerniera che include tale dispositivo a pistone.

Stato della Tecnica

Come noto, le cerniere di chiusura comprendono, generalmente, un elemento mobile, solitamente fissato ad una porta, un’anta o similare, imperniato su un elemento fisso, solitamente fissato al telaio di supporto di queste, oppure ad una parete e/o al pavimento.

Sono previsti, altresì, mezzi di chiusura agenti sull’elemento mobile per richiamare automaticamente la porta, l’anta o similare verso la posizione chiusa, ed un fluido di lavoro, generalmente olio, agente sui mezzi di chiusura per contrastarne idraulicamente l’azione, controllando la rotazione della porta, anta o similare dalla posizione di aperta verso la chiusa.

Generalmente, i mezzi di chiusura comprendono un elemento a camma interagente con un elemento a pistone scorrevolmente mobile in una camera di lavoro all’elemento fisso o mobile.

Dalle domande internazionali WO2007/125524 e WO2011/016000 sono noti alcuni esempi di tali note cerniere, le quali presentano un perno definente un primo asse sostanzialmente verticale perpendicolare all’asse orizzontale di scorrimento dell’elemento a pistone.

Tali cerniere, pur presentando un’elevata funzionalità ed affidabilità, presentano il riconosciuto svantaggio che l’elemento a pistone à ̈ inseribile dalla parte posteriore del corpo cerniera, previa la realizzazione della camera di lavoro mediante un’accurata lavorazione per asportazione di truciolo e filettatura interna della stessa per permettere l’avvitamento del tappo di chiusura.

Tale lavorazione, di per sé lunga, difficoltosa e quindi costosa, à ̈ resa ancor più difficile dal fatto che l’elemento a pistone lavora in bagno d’olio, per cui le tolleranze di lavorazione da adottare sono minime.

In tali condizioni, à ̈ evidente che la forma del corpo cerniera à ̈ fortemente condizionata dalla presenza del tappo di chiusura.

I materiali da impiegare, poi, dovranno essere di primissima qualità, poiché eventuali interventi di manutenzione e sostituzione della meccanica interna risulterebbero oltremodo difficili e richiederebbero, in ogni caso, lo smontaggio della porta, anta o similare dalil dispositivo a cerniera, e di quest’ultima dalla struttura di supporto a cui à ̈ accoppiata.

Gli ingombri del dispositivo a cerniera, poi, sono fortemente condizionati dalla lavorazione di cui sopra.

Presentazione dell’invenzione

Scopo del presente trovato à ̈ quello di superare almeno parzialmente gli inconvenienti sopra riscontrati, mettendo a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera di elevata funzionalità, semplicità costruttiva e costo contenuto.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone che consenta di realizzare un dispositivo a cerniera di qualsivoglia forma esterna.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera di ingombri estremamente contenuti.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera che garantisca la chiusura automatica della porta dalla posizione di porta aperta.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera che garantisca il movimento controllato della porta a cui à ̈ vincolata, sia in fase di apertura che in quella di chiusura.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera che sia in grado di sorreggere porte e serramenti anche molto pesanti, senza variare il comportamento e senza necessità di regolazioni.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera che presenti un minimo numero di parti costitutive.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera in grado di mantenere nel tempo l’esatta posizione di chiusura.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera che siano sicuri.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e un relativo dispositivo a cerniera che risultino facili da installare.

Un altro scopo del trovato à ̈ mettere a disposizione un dispositivo a pistone e una relativa cerniera che semplifichino le operazioni di manutenzione e/o sostituzione della stessa.

Tali scopi, nonché altri che appariranno più chiaramente nel seguito, sono raggiunti da un dispositivo a pistone e/o un dispositivo a cerniera avente una o più delle caratteristiche qui descritte e/o rivendicate e/o illustrate.

Forme di realizzazione vantaggiose del trovato sono definite in accordo con le rivendicazioni dipendenti.

Breve descrizione dei disegni

Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente evidenti alla luce della descrizione dettagliata di alcune forme di realizzazione preferite ma non esclusive di un dispositivo a pistone e/o un dispositivo a cerniera secondo il trovato, illustrate a titolo di esempio non limitativo con l'ausilio delle unite tavole di disegno in cui:

la FIG. 1a à ̈ una vista assonometrica esplosa di una prima forma di realizzazione del dispositivo a pistone 1, con in FIG. 1b una vista laterale del dispositivo di FIG. 1a in configurazione assemblata e nelle FIGG. 1c e 1d alcune viste in sezione del dispositivo di FIG.1b prese lungo rispettivi piani di traccia I c – I c e I d – I d;

la FIG. 2a à ̈ una vista assonometrica esplosa di una seconda forma di realizzazione del dispositivo a pistone 1, con in FIG. 2b una vista laterale del dispositivo di FIG. 2a in configurazione assemblata e nelle FIGG. 2c e 2d alcune viste in sezione del dispositivo di FIG.2b prese lungo rispettivi piani di traccia II c – II c e II d – II d;

le FIGG. 3a e 3b sono viste rispettivamente assonometrica e laterale del dispositivo a pistone 1, rispettivamente prima e dopo l’inserimento dello stesso nella sede S del corpo cerniera B del dispositivo a cerniera H;

le FIGG. 4a, 4b e 4c sono viste rispettivamente dall’alto e sezionate lungo rispettivi piani di traccia IV b – IV b e IV c – IV c del dispositivo a cerniera H con l’elemento mobile M in posizione chiusa;

le FIGG. 5a, 5b e 5c sono viste rispettivamente dall’alto e sezionate lungo rispettivi piani di traccia V b – V b e V c – V c del dispositivo a cerniera H con l’elemento mobile M in posizione aperta;

le FIGG. 6a e 6b sono viste in sezione rispettivamente totalmente e parzialmente esplose di un primo esempio di realizzazione di dispositivo a cerniera H in cui la posizione angolare della superficie piana di battuta A dell’elemento a camma C à ̈ regolabile;

le FIGG. dalla 7a alla 7f sono viste assonometriche ed in sezione radiale di alcuni esempi di realizzazione del perno V del dispositivo a cerniera H, in cui le FIGG. 7a e 7b illustrano una prima forma di realizzazione in cui la superficie piana di battuta A giace sul piano mediano Ï€M, le FIGG.7c e 7d illustrano una seconda forma di realizzazione in cui la superficie piana di battuta A à ̈ sfalsata rispetto al piano mediano Ï€Med i bordi E sono arrotondati, le FIGG.7e e 7f illustrano una terza forma di realizzazione in cui la superficie piana di battuta A à ̈ sfalsata rispetto al piano mediano Ï€Med i bordi E sono rastremati;

le FIGG. dalla 8a alla 8c sono viste assonometriche di ulteriori esempi di realizzazione del perno V del dispositivo a cerniera H che include le sporgenze 100;

le FIGG. 9a, 9b e 9c sono viste rispettivamente in sezione e dall’alto parzialmente sezionate secondo un piano IX - IX di un secondo esempio di realizzazione di dispositivo a cerniera H in cui la posizione angolare della superficie piana di battuta A dell’elemento a camma C à ̈ regolabile;

le FIGG. 10a, 10b e 10c sono viste rispettivamente in sezione e dall’alto parzialmente sezionate secondo un piano X - X di un terzo esempio di realizzazione di dispositivo a cerniera H in cui la posizione angolare della superficie piana di battuta A dell’elemento a camma C à ̈ regolabile;

la FIG. 11 à ̈ una vista assonometrica esplosa di un’ulteriore forma di realizzazione del dispositivo a pistone 1;

la FIG. 12 à ̈ una vista assonometrica esplosa di un’ulteriore forma di un dispositivo a cerniera H atto a cooperare con la forma di realizzazione del dispositivo a pistone 1 di FIG.11;

la FIG. 13 Ã ̈ una vista assonometrica esplosa di un elemento di chiusura D, in particolare un cancello, nel cui telaio tubolare 310 Ã ̈ inserito un dispositivo a cerniera H in accordo con la configurazione di FIG.12;

la FIG. 14 à ̈ una vista frontale ingrandita di una zona d’angolo di un elemento di chiusura D, ad esempio un cancello pedonale oppure l’anta di un frigorifero, nel cui telaio tubolare 310 à ̈ direttamente inserito un dispositivo a pistone 1.

Descrizione dettagliata di alcuni esempi di realizzazione preferiti

Con riferimento alle figure citate, il dispositivo a pistone secondo il trovato, indicato generalmente con 1, sarà particolarmente utile per la movimentazione girevole di un elemento di chiusura D, quale ad esempio una porta, un’anta o similare, il quale potrà essere ancorato ad una struttura di supporto stazionaria W, quale ad esempio un muro e/o un telaio di una porta o di una finestra e/o il pavimento.

Allo scopo, esso sarà vantaggiosamente impiegabile con un dispositivo a cerniera H che include un elemento fisso F ancorabile alla struttura di supporto stazionaria W ed un elemento mobile M ancorabile all’elemento di chiusura D. In modo in sé noto, gli elementi fisso F e mobile M potranno essere reciprocamente accoppiati per ruotare attorno ad un primo asse X, che potrà essere sostanzialmente verticale, tra una posizione aperta ed una posizione chiusa.

Come particolarmente visibile nelle FIGG. 3a e 3b, il dispositivo a cerniera H potrà includere un corpo cerniera B con una sede S, la quale potrà preferibilmente essere controsagomata rispetto al dispositivo a pistone 1, così da consentire l’inserimento dello stesso all’interno del dispositivo a cerniera H e/o la rimozione dalla stessa. Allo scopo, occorrerà rimuovere la placca P, che potrà essere accoppiata al corpo cerniera B mediante i mezzi a vite T.

Si comprende che il corpo cerniera B potrà includere una o più sedi S per altrettanti dispositivi a pistone 1 senza per questo uscire dall’ambito di tutela definito dalle rivendicazioni allegate.

Il dispositivo a cerniera H potrà inoltre includere un elemento a camma C, affacciato alla sede S per interagire con l’elemento a pistone 1. Opportunamente, inoltre, l’elemento a camma C potrà essere solidalmente mobile con un perno V definente l’asse X, e potrà includere una superficie piana di battuta A destinata ad interagire con il dispositivo a pistone 1.

Come visibile nelle FIGG. dalla 7a alla 7f, la superficie piana di battuta A potrà avere qualsivoglia posizione rispetto al piano mediano πMpassante per l’asse X e perpendicolare all’asse Y. In particolare, la superficie piana di battuta A potrà giacere proprio sul piano mediano πM, come visibile nelle FIGG. 7a e 7b, oppure potrà essere sfalsato rispetto a questo, sia per difetto, in accordo con gli insegnamenti delle domande internazionali WO2007/125524 e WO2011/016000, che per eccesso, come visibile nelle FIGG. dalla 7c alla 7f.

Queste ultime forme di realizzazione, inoltre, potranno presentare bordi E sia arrotondati, come visibile nelle figure 7c e 7d, in modo che l’elemento di chiusura si chiuda sempre automaticamente anche dalla posizione completamente aperta, che rastremati, come visibile nelle FIGG. 7e e 7f, in modo che l’elemento di chiusura abbia una posizione di fermo in posizione completamente aperta.

Vantaggiosamente, l’elemento a camma C potrà essere realizzato secondo gli insegnamenti delle domande internazionali WO2007/125524 e WO2011/016000, ai quali si rimanda per consultazione.

Il dispositivo a pistone 1 potrà includere una struttura di supporto 10, la quale potrà comprendere un corpo tubolare cilindrico 11 avente una porzione anteriore 12 suscettibile di essere rivolta verso l’elemento a camma C del dispositivo a cerniera H ed una porzione posteriore 13 che include un primo tappo di chiusura 14’.

Nelle figure allegate sono illustrate due forme di realizzazione del corpo tubolare cilindrico 11, fra loro equivalenti.

Nella prima forma di realizzazione illustrata nelle FIGG. dalla 2a alla 2d, il corpo tubolare cilindrico 11 include un unico tappo di chiusura 14’, posto in corrispondenza della porzione posteriore 13.

Nella seconda forma di realizzazione illustrata nelle FIGG. dalla 1a alla 1d, invece, il corpo tubolare cilindrico 11 include sia il tappo di chiusura 14’ posto in corrispondenza della porzione posteriore 13 che un ulteriore tappo di chiusura 14’’ posto in corrispondenza della porzione anteriore 12.

La prima forma di realizzazione ha il vantaggio di presentare ingombri minori rispetto alla seconda forma di realizzazione.

La struttura di supporto 10, la quale potrà essere inseribile nella sede S del corpo cerniera B, potrà opportunamente includere una camera di lavoro 15 definente un secondo asse longitudinale Y.

Anche se nella forma di realizzazione qui illustrata il primo ed il secondo asse X, Y sono fra loro perpendicolari, si comprende che gli stessi potranno anche essere fra loro paralleli o coincidenti senza per questo uscire dall’ambito di tutela espresso dalle rivendicazioni allegate.

Il dispositivo a pistone 1, inoltre, potrà includere una testa attuatrice 20, esterna alla struttura di supporto 10, suscettibile di restare affacciata all’elemento a camma C del dispositivo a cerniera H per interagire con lo stesso.

Allo scopo, la testa attuatrice 20 potrà includere un elemento di spinta 21, che potrà avere forma sostanzialmente trapezoidale, con una faccia piana 22 atta ad interagire con la superficie piana di battuta A del perno V. L’elemento di spinta 21 potrà essere configurato in modo da inserirsi nel vano controsagomato del perno V che include la superficie piana di battuta A.

Vantaggiosamente, l’elemento di spinta 21 potrà presentare forma generalmente piastriforme, in accordo con gli insegnamenti della domanda internazionale WO2011016000, alla quale si rimanda per consultazione.

Il dispositivo a pistone 1, inoltre, potrà comprendere un cursore 30 scorrevolmente mobile nella camera di lavoro 15 lungo il secondo asse Y tra una posizione di fine corsa ritratta, illustrata nelle figure dalla 5a alla 5c, ed una posizione di fine corsa estesa, illustrata nelle figure dalla 4a alla 4c.

Anche se nella particolare forma di realizzazione illustrata nelle figure allegate la posizione di fine corsa ritratta del cursore 30 corrisponde alla posizione aperta dell’elemento mobile M e quella di fine corsa estesa corrisponde alla posizione chiusa dello stesso, si comprende che sarà possibile anche il contrario, e cioà ̈ che alla posizione di fine corsa estesa del cursore 30 corrisponda la posizione aperta dell’elemento mobile M e a quella di fine corsa ritratta corrisponda la posizione chiusa dello stesso, senza per questo uscire dall’ambito di tutela espresso dalle rivendicazioni allegate.

Opportunamente, la testa attuatrice 20 ed il cursore 30 potranno essere reciprocamente collegati per muoversi solidalmente lungo l’asse Y.

Allo scopo, potrà essere previsto uno stelo 40 passante attraverso la porzione anteriore 12 del corpo tubolare cilindrico 11 avente una prima estremità 41 interna alla camera di lavoro 15 accoppiata con il cursore 30 e una seconda estremità 42 esterna alla camera di lavoro 15 accoppiata con la testa attuatrice 20.

Opportunamente, la camera di lavoro 15 potrà includere mezzi elastici di contrasto, ad esempio una molla 50, agenti sul cursore 30 per richiamarlo automaticamente dalla posizione di fine corsa ritratta verso quella di fine corsa estesa.

In tal modo, il dispositivo a cerniera H consentirà la chiusura automatica dell’elemento mobile M dalla posizione aperta verso quella chiusa.

Si comprende che, in luogo della molla 50, qualsiasi altro mezzo elastico di contrasto potrà essere impiegato, ad esempio un cuscino di fluido, senza per questo uscire dall’ambito di tutela espresso dalle rivendicazioni allegate.

Si comprende, altresì, che i mezzi elastici di contrasto potranno anche agire al contrario, cioà ̈ agire sul cursore 30 per richiamarlo automaticamente dalla posizione di fine corsa estesa verso quella di fine corsa ritratta, senza per questo uscire dall’ambito di tutela espresso dalle rivendicazioni allegate.

Opportunamente, la camera di lavoro 15 potrà includere inoltre un fluido di lavoro, ad esempio olio, agente sul cursore per contrastare idraulicamente l’azione della molla 50.

In tal modo, il dispositivo a cerniera H controllerà la rotazione dell’elemento mobile M dalla posizione aperta a quella chiusa.

Più in generale, il dispositivo a cerniera H garantisce un movimento controllato dell’elemento di chiusura D sia in apertura che in chiusura.

Ciò consentirà, ad esempio, di evitare che l’elemento di chiusura D in fase di chiusura impatti violentemente contro il battente. In apertura, poi, il movimento controllato eviterà che l’elemento di chiusura D si apra di scatto, così da salvaguardare sia la porta stessa che un eventuale utente che si trovi nel relativo raggio d’azione.

Opportunamente, il cursore 30, che potrà includere un corpo tubolare con una porzione anteriore 31’’ ed una porzione posteriore 31’’ accoppiata con la molla 50, potrà separare la camera di lavoro 15 in un primo ed un secondo vano a volume variabile 16, 17, fra loro fluidicamente comunicanti e, preferibilmente, adiacenti.

Nella forma di realizzazione preferita ma non esclusiva illustrata nelle figure, la mola 50 à ̈ posta nel primo vano 16, in modo che il primo ed il secondo vano 16, 17 presentino rispettivamente massimo e minimo volume in corrispondenza della posizione chiusa dell’elemento mobile M, come visibile nelle FIGG. dalla 4a alla 4c, e rispettivamente minimo e massimo volume in corrispondenza della posizione aperta dello stesso, come visibile nelle FIGG. dalla 5a alla 5c.

Opportunamente, il cursore 30 potrà comprendere mezzi valvolari per il controllo del passaggio del fluido di lavoro tra il primo ed il secondo vano 16, 17 all’atto della rotazione in apertura oppure in chiusura dell’elemento mobile M.

In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, i mezzi valvolari, che potranno essere di tipo unidirezionale, potranno includere un disco 32 ed una relativa molla di contrasto 33.

Allo scopo, il disco 32 e la relativa molla 33 potranno essere inseriti in un’opportuna sede 34, definita dal foro cieco praticato nella porzione posteriore 41 dello stelo 40. Quest’ultima, a sua volta, à ̈ atta ad innestarsi nella porzione anteriore 31’ del cursore 30 per un tratto T della stessa.

I mezzi valvolari sono inseriti nella sede 34 in modo che la molla 33 agisca sul disco 32 per tenerlo normalmente chiuso contro il foro 35 passante attraverso la porzione posteriore 31’’ del cursore 30.

Il foro passante 35 e quello cieco 34 sono atti a porre in comunicazione fluidica reciproca il primo ed il secondo vano 16, 17 passando attraverso il disco 32, che controlla il passaggio del flusso di fluido di lavoro.

Allo scopo, il foro passante 35 potrà presentare una prima apertura 36’ per il fluido di lavoro presente nel primo vano 16 ed una seconda apertura 36’’ destinata ad essere selettivamente aperta/chiusa dal disco 32 per consentire il passaggio del fluido di lavoro.

Il foro cieco 34, inoltre, potrà presentare una prima apertura 37’ affacciata alla seconda apertura 36’’ del foro passante 35 ed una seconda apertura 37’’ per consentire il passaggio del fluido di lavoro dal/verso il secondo vano 17.

Vantaggiosamente, il cursore 30 potrà essere inserito nella camera di lavoro 15 con gioco predeterminato, che potrà essere di qualche decimo di millimetro, in modo da definire con la stessa un’intercapedine tubolare 18 per il passaggio del fluido di lavoro tra il primo ed il secondo vano 16, 17.

In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, il disco 32 e la relativa molla 33 potranno essere configurati per aprirsi all’atto della rotazione in apertura dell’elemento mobile M, in modo da consentire il passaggio del fluido di lavoro dal primo vano 16 al secondo 17, e chiudersi all’atto della rotazione in chiusura dell’elemento mobile M, in modo da forzare il passaggio del fluido di lavoro dal secondo vano 17 al primo 16 attraverso l’intercapedine tubolare 18.

Si comprende tuttavia che il disco 32 e la molla 33 potranno essere configurati anche per lavorare al contrario, cioà ̈ aprirsi all’atto della rotazione in chiusura dell’elemento mobile M ed aprirsi all’atto della rotazione in chiusura dello stesso, senza per questo uscire dall’ambito di tutela espresso dalle rivendicazioni allegate.

In una forma di realizzazione preferita ma non esclusiva, l’elemento di spinta 21 potrà essere amovibilmente collegato alla seconda porzione 42 dello stelo 40. Allo scopo, la seconda porzione 42 potrà presentare un’appendice allungata 45 atta ad innestarsi in un’opportuna sede controsagomata dell’elemento di spinta 21.

Tale forma di realizzazione consente di contenere i costi di realizzazione del dispositivo 1. E’ possibile, infatti, realizzare l’elemento di spinta 21 in un primo materiale metallico avente proprietà meccaniche elevate, ad esempio acciaio inox, mentre lo stelo 40 potrà essere realizzato in un secondo materiale metallico avente proprietà meccaniche relativamente minori, ad esempio ottone o alluminio.

La testa di spinta 21, infatti, dovrà sopportare tutte le sollecitazione meccaniche date dall’interazione con l’elemento a camma C. La testa di spinta 21, inoltre, lavorerà sostanzialmente a secco o comunque non in bagno d’olio, perciò tenderà ad usurarsi maggiormente delle componenti che lavorano in bagno d’olio.

Vantaggiosamente, lo stelo 40, i mezzi valvolari 32 e 33, il cursore 30 ed i mezzi elastici di contrasto 50 potranno essere sequenzialmente inseriti “a pacco†nel corpo tubolare cilindrico 11, così da restare reciprocamente accoppiati nella camera di lavoro 15 senza viti o mezzi di collegamento similari. Ciò consente di contenere al massimo gli ingombri.

Al fine di impedire lo sfilamento dello stelo 40 dalla parte anteriore 12 del corpo tubolare cilindrico 11, potrà essere previsto un anello d’arresto 43, preferibilmente del tipo Seeger, atto ad impattare contro la parete interna 19 del corpo tubolare cilindrico 11 affacciata al primo tappo 14’.

L’anello d’arresto 43 potrà essere calzato sullo stelo 40 inserendolo in un’apposita sede 44. Vantaggiosamente, la posizione sullo stelo 40 della sede 44 potrà essere in una relazione spaziale con il tratto T di innesto dello stesso nella porzione 31’ del cursore 30 tale per cui quando quest’ultimo à ̈ nella posizione estesa, come ad esempio visibile nelle FIGG. dalla 4a alla 4c, l’anello d’arresto 43 impatti contro la parete 19 impedendo il totale sfilamento dello stelo 40 dal cursore 30, mantenendo di fatto l’insieme impaccato.

In un ulteriore aspetto, come particolarmente visibile nelle FIGG. dalla 6a alla 10c, il dispositivo a cerniera H potrà includere mezzi per la regolazione della posizione angolare della superficie piana di battuta A del perno V rispetto all’asse Y.

Si comprende che tali mezzi di regolazione potranno equivalentemente essere inclusi sia in un dispositivo a cerniera H che comprende il dispositivo a pistone 1 che in un dispositivo a cerniera H configurata secondo gli insegnamenti delle domande internazionali WO2007/125524 e WO2011/016000.

In una prima forma di realizzazione, illustrata nelle FIGG. dalla 6a alla 8c, tali mezzi di regolazione potranno includere un perno V che include una o più sporgenze 100 atte ad impegnarsi nella superficie 110 dell’elemento di fissaggio 120 ad esse affacciata.

Allo scopo, potrà essere prevista una prima vite 130’ passante attraverso il cavalletto 120, non filettato, e atta ad impegnarsi nel perno V in corrispondenza dell’estremità che include le sporgenze 100.

In corrispondenza dell’estremità opposta, potrà essere prevista una seconda vite 130’ passante attraverso il cavalletto 120, filettato, e atta ad impegnarsi nel perno V, non filettato.

Per cambiare la posizione angolare della superficie piana di battuta A del perno V rispetto all’asse Y, quindi, sarà sufficiente allentare la vite 130’, ruotare il cavalletto 120 attorno all’asse X fino alla posizione voluta e riavvitare la vite 130’, così da permettere alle sporgenze 100 di penetrare nella superficie 110.

In una seconda forma di realizzazione, illustrata nelle FIGG. dalla 9a alla 10b, tali mezzi di regolazione potranno includere una spina 200 radialmente passante attraverso un’estremità del perno V e del cavalletto 120. La spina 200 potrà essere atta a impattare contro una coppia di grani di battuta 210’, 210’’ posti da un solo lato oppure da parti opposte del cavalletto 120, come rispettivamente visibile nelle FIGG. dalla 9a alla 9c e dalla 10a alla 10c.

In FIG. 11 à ̈ illustrata un’ulteriore forma di realizzazione del dispositivo a pistone 1, avente caratteristiche simili alle forme di realizzazione illustrate nelle FIGG. 1a e 2a, ma avente un corpo tubolare 11 di forma generalmente parallelepipedica.

Tale forma di realizzazione del dispositivo a pistone 1 à ̈ particolarmente indicata per essere inserita nel dispositivo a cerniera H illustrato in FIG. 12, il quale include un corpo cerniera B che definisce l’elemento mobile M ed un perno V, che a sua volta include l’elemento a camma C, definente l’elemento fisso F.

Allo scopo, il perno V potrà includere una porzione d’estremità sagomata V’, inseribile in un’opportuna sede controsagomata realizzata, ad esempio, in un pavimento, non illustrata nelle figure poiché in sé nota.

Il corpo cerniera B potrà includere una prima porzione allungata 300’ internamente cava per definire la sede S per l’inserimento amovibile del dispositivo a pistone 1. Preferibilmente, la sede S sarà controsagomata rispetto al corpo tubolare parallelepipedico 11 del dispositivo a pistone 1, in modo da evitare rotazioni dello stesso attorno all’asse Y.

Il corpo cerniera B potrà includere, inoltre, una seconda porzione allungata 300’’ anch’essa internamente cava per alloggiare il perno V, il quale definirà così l’asse di rotazione X del corpo cerniera B.

Vantaggiosamente, come particolarmente visibile in FIG. 13, la prima e/o la seconda porzione allungata 300’, 300’’, le quali potranno essere fra loro sostanzialmente perpendicolari, potranno essere scorrevolmente inserite a scomparsa nel telaio tubolare 310 di un elemento di chiusura D, ad esempio un cancello pedonale oppure un’anta di una cella frigorifero.

Si intende che la forma di realizzazione del dispositivo a cerniera H illustrato in FIG. 12 potrà anche essere realizzato in accordo con gli insegnamenti delle domande internazionali WO2007/125524 e/o WO2011/016000. In altre parole, il dispositivo a cerniera H illustrato in FIG. 12 potrà essere configurato per accogliere sia il perno V che un elemento a pistone realizzato direttamente nella sede S e non amovibile da questa, secondo gli insegnamenti di una delle domande sopra citate, oppure di entrambe.

In un’ulteriore forma di realizzazione, illustrata in FIG. 14, il dispositivo a pistone 1 ed il relativo perno V che include l’elemento a camma C potranno essere direttamente inseriti nel telaio tubolare 310. In altre parole, potrà essere previsto un elemento di chiusura D, ad esempio un cancello pedonale oppure un’anta di una cella frigorifero, il quale invece che essere predisposto per accogliere il dispositivo a cerniera H come in FIG. 13 potrà includere un telaio tubolare 310 opportunamente configurato per accogliere direttamente il dispositivo a pistone 1 ed il relativo perno V. Allo scopo, il telaio tubolare 310 potrà prevedere opportune sedi.

Anche in questo caso, si intende che la forma di realizzazione di elemento di chiusura D illustrato in FIG. 14 potrà anche essere realizzato in accordo con gli insegnamenti delle domande internazionali WO2007/125524 e/o WO2011/016000. In altre parole, il telaio tubolare 310 dell’elemento di chiusura D illustrato in FIG. 14 potrà essere configurato per accogliere sia il perno V che un elemento a pistone realizzato direttamente al suo interno e non amovibile da questa, secondo gli insegnamenti di una delle domande sopra citate, oppure di entrambe.

Da quanto sopra descritto, appare evidente che il trovato raggiunge gli scopi prefissatisi.

In particolare, il dispositivo a pistone 1 consente di realizzare un dispositivo a cerniera H di qualsivoglia forma esterna, poiché tutta l’idraulica del dispositivo a cerniera à ̈ racchiusa all’interno del corpo cilindrico 11.

Come evidente, il dispositivo a pistone 1 risulta estremamente economico, semplice da realizzare ed affidabile nel tempo dato il limitato numero di parti costitutive previste.

In caso di bisogno di manutenzione o sostituzione, poi, sarà sufficiente smontare la placca P ed agire sul dispositivo 1. Laddove possibile, poi, tali operazioni potranno essere anche effettuate senza smontare l’elemento di chiusura D dal supporto W, cosa che semplifica al massimo la manutenzione sulil dispositivo a cerniera H.

Il trovato à ̈ suscettibile di numerose modifiche e varianti. Tutti i particolari potranno essere sostituiti da altri elementi tecnicamente equivalenti, ed i materiali potranno essere diversi a seconda delle esigenze, senza uscire dall'ambito di tutela del trovato definito dalle rivendicazioni allegate.

Claims (12)

1. RIVENDICAZIONI 1. Un dispositivo a pistone per la chiusura automatica controllata di un elemento di chiusura (D) ancorato a una struttura di supporto stazionaria (W), il dispositivo a pistone essendo impiegabile con un dispositivo a cerniera (H) che include un elemento fisso (F) ancorabile alla struttura di supporto stazionaria (W) e un elemento mobile (M) ancorabile all’elemento di chiusura (D), detto elemento mobile (M) e detto elemento fisso (F) essendo reciprocamente accoppiati per consentire la rotazione dell’elemento mobile (M) tra una posizione aperta ed una posizione chiusa, il dispositivo a cerniera (H) includendo inoltre almeno una sede (S) per il dispositivo a pistone ed un elemento a camma (C) affacciato a detta almeno una sede (S) per interagire con il dispositivo a pistone, il dispositivo a pistone includendo: - una struttura di supporto (10) inseribile nella sede (S) del dispositivo a cerniera (H), detta struttura di supporto (10) includendo una camera di lavoro (15) definente un asse longitudinale (Y); - una testa attuatrice (20) esterna a detta struttura di supporto (10) suscettibile di restare affacciata all’elemento a camma (C) del dispositivo a cerniera (H) per interagire con lo stesso, in modo da consentire la chiusura automatica dell’elemento mobile (M) dalla posizione aperta; - un cursore (30) scorrevolmente mobile in detta camera di lavoro (15) tra una posizione di fine corsa ritratta ed una posizione di fine corsa estesa, detta testa attuatrice (20) e detto cursore (30) essendo reciprocamente collegati per muoversi solidalmente lungo detto asse (Y); in cui detta camera di lavoro (15) include mezzi elastici di contrasto (50) agenti su detto cursore (30) per richiamarlo automaticamente da una fra dette posizioni di fine corsa ritratta ed estesa verso l’altra fra dette posizioni di fine corsa ritratta ed estesa, detta camera di lavoro (15) includendo inoltre un fluido di lavoro agente su detto cursore (30) per contrastare idraulicamente l’azione di detti mezzi elastici di contrasto (50), in modo da controllare la rotazione dell’elemento mobile (M) del dispositivo a cerniera (H) dalla posizione aperta a quella chiusa.
2. 2. Dispositivo a pistone secondo la rivendicazione 1, in cui detto cursore (30) separa detta camera di lavoro (15) in almeno un primo ed un secondo vano a volume variabile (16, 17) fra loro fluidicamente comunicanti.
3. 3. Dispositivo a pistone secondo la rivendicazione 2, in cui detti almeno un primo ed un secondo vano a volume variabile (16, 17) sono fra loro adiacenti, detti mezzi elastici di contrasto (50) essendo posti in detto primo vano (16) in modo che il primo ed il secondo vano (16, 17) presentino rispettivamente massimo e minimo volume in corrispondenza della posizione chiusa dell’elemento mobile (M) e rispettivamente minimo e massimo volume in corrispondenza della posizione aperta dello stesso.
4. 4. Dispositivo a pistone secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, in cui detto cursore (30) comprende mezzi valvolari (32, 33) di tipo unidirezionale per il controllo del passaggio del fluido di lavoro tra il primo ed il secondo vano (16, 17) all’atto di una fra le rotazioni in apertura o in chiusura dell’elemento mobile (M), detto cursore (30) essendo inserito con gioco predeterminato in detta camera di lavoro (15) in modo da definire con la stessa un’intercapedine tubolare (18) per il passaggio del fluido di lavoro tra il primo ed il secondo vano (16, 17) all’atto dell’altra fra le rotazioni in apertura o in chiusura dell’elemento mobile (M).
5. 5. Dispositivo a pistone secondo la rivendicazione 4, in cui detti mezzi valvolari (32, 33) sono configurati per aprirsi all’atto della rotazione in apertura dell’elemento mobile (M), in modo da consentire il passaggio del fluido di lavoro dal primo al secondo vano (16, 17), e chiudersi all’atto della rotazione in chiusura dell’elemento mobile (M), in modo da forzare il passaggio del fluido di lavoro dal secondo vano al primo vano (16, 17) attraverso detta intercapedine tubolare (18).
6. 6. Dispositivo a pistone secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detta struttura di supporto (10) comprende un corpo tubolare (11) avente una porzione anteriore (12) suscettibile di essere rivolta verso l’elemento a camma (C) del dispositivo a cerniera (H) ed una porzione posteriore (13) che include almeno un tappo di chiusura (14’).
7. 7. Dispositivo a pistone secondo la rivendicazione 6, in cui detta struttura di supporto (10) include uno stelo (40) passante attraverso detta porzione anteriore (12) con una prima estremità (41) interna a detta camera di lavoro (15) accoppiata con detto cursore (30) e una seconda estremità (42) esterna a detta camera di lavoro (15) accoppiata con detta testa attuatrice (20), quest’ultima includendo un elemento di spinta (21) amovibilmente collegato alla seconda estremità (42) di detto stelo (40).
8. 8. Dispositivo a pistone secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, in cui detto cursore (30) include una porzione posteriore (31’’) accoppiata con detti mezzi elastici di contrasto (50) ed una porzione anteriore (31’) accoppiata con detta prima estremità (41) di detto stelo (40) per definire una sede (34) per detti mezzi valvolari (32, 33), detta porzione posteriore (31’’) di detto cursore (30) includendo un primo foro passante (35) interagente con detti mezzi valvolari (32, 33) per il passaggio selettivo del fluido di lavoro, detta prima estremità (41) di detto stelo (40) includendo un secondo foro (34) definente la sede di detti mezzi valvolari (32, 33) fluidicamente collegato a detto primo foro (35) per porre in collegamento fluidico reciproco detti primo e secondo vano (16, 17) passando per detti mezzi valvolari (32, 33).
9. 9. Dispositivo a pistone secondo la rivendicazione 7 o 8, in cui detto stelo (40) include almeno una sede anulare (44) per un corrispondente anello d’arresto (43) suscettibile di impattare contro la parete interna (19) del corpo tubolare (11) affacciata al primo tappo (14’) per impedire il disaccoppiamento dello stelo (40) dal corpo tubolare (11).
10. 10. Un dispositivo a cerniera (H) impiegabile con un dispositivo a pistone in accordo con una o più delle rivendicazioni precedenti per la chiusura automatica controllata di un elemento di chiusura (D) ancorato a una struttura di supporto stazionaria (W), il dispositivo a cerniera (H) includendo un elemento fisso (F) ancorabile alla struttura di supporto stazionaria (W) e un elemento mobile (M) ancorabile all’elemento di chiusura (D), detto elemento mobile (M) e detto elemento fisso (F) essendo reciprocamente accoppiati per ruotare tra una posizione aperta ed una posizione chiusa, in cui il dispositivo a cerniera include almeno una sede (S) per il dispositivo a pistone ed un elemento a camma (C) affacciato a detta almeno una sede (S) per interagire con il dispositivo a pistone.
11. 11. Dispositivo a cerniera secondo la rivendicazione precedente, comprendente inoltre un corpo cerniera (B) che include detta almeno sede (S) ed un perno (V) che include detto elemento a camma (C), uno fra detto corpo cerniera (B) e detto perno (V) includendo detto elemento mobile (M), l’altro fra detto corpo cerniera (B) e detto perno (V) includendo detto elemento fisso (F).
12. 12. Dispositivo a cerniera secondo la rivendicazione precedente, in cui detto corpo cerniera (B) include detto elemento mobile (M) e detto perno (V) include detto elemento fisso (F), detto corpo cerniera (B) includendo una prima porzione allungata (300’) internamente cava per definire detta almeno una sede (S) per detto dispositivo a pistone e una seconda porzione allungata (300’’) internamente cava per alloggiare detto perno (V), detta prima porzione allungata (300’) e/o detta seconda porzione allungata (300’’) essendo scorrevolmente inseribili nel telaio tubolare (310) di un elemento di chiusura (D).