ITUB20156282A1 - Scarpone da sci - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
"SCARPONE DA SCI"
La presente invenzione è relativa ad uno scarpone da sci .
Più in dettaglio, la presente invenzione è relativa ad uno scarpone da scialpinismo, impiego a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per guesto perdere in generalità.
Come è noto, gli scarponi da scialpinismo attualmente sul mercato comprendono fondamentalmente : uno scafo rigido in materiale plastico o composito, che è sagomato in modo tale da accogliere il piede dell'utilizzatore , ed ha la parte inferiore specificamente strutturata per essere fissata sul dorso di uno sci da discesa o similare per mezzo di un apposito attacco da scialpinismo; ed un gambetto rigido in materiale plastico o composito, che è sagomato in modo tale da abbracciare da dietro la parte inferiore della gamba dell'utilizzatore , ed è incernierato alla parte superiore dello scafo in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento trasversale, che è sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone, ed è anche localmente sostanzialmente coincidente con 1'asse di articolazione della caviglia.
In aggiunta gli scarponi da scialpinismo sopra menzionati comprendono anche: una scarpetta interna in materiale morbido e termoisolante, che è inserita all'interno dello scafo e del gambetto, ed è sagomata in modo tale da accogliere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dell'utilizzatore; ed una serie di organi di chiusura ad azionamento manuale che sono posizionati sia sullo scafo e sul gambetto, e sono strutturati in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo ed il gambetto così da immobilizzare stabilmente la gamba dell' utilizzatore all'interno della scarpetta.
Infine, gli scarponi da scialpinismo sopra menzionati sono provvisti di un dispositivo di bloccaggio del gambetto ad azionamento manuale, che è tradizionalmente collocato nella zona soprastante il tallone dello scarpone, ed è strutturato in modo tale da poter, selettivamente ed alternativamente, bloccare il gambetto in modo rigido allo scafo per impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto sullo scafo, e svincolare completamente il gambetto dallo scafo in modo tale da permettere al gambetto di oscillare liberamente sullo scafo.
Nella maggior parte degli scarponi da scialpinismo, il dispositivo di bloccaggio del gambetto è costituito da un braccetto di aggancio che è incernierato di tasta sul gambetto al disopra del tallone , in modo tale da potersi muovere sul piano di mezzeria dello scarpone tra una posizione abbassata in cui il braccetto si aggancia saldamente allo scafo in modo tale da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto sullo scafo, ed una posizione sollevata in cui il braccetto non si aggancia allo scafo e consente guindi al gambetto di oscillare liberamente sullo scafo.
Più in dettaglio, nella posizione abbassata il braccetto di aggancio generalmente si prolunga verso il basso rasente al tallone dello scarpone , in modo tale che la estremità distale del braccetto possa agganciarsi saldamente ad un punto specifico dello scafo così da bloccare il gambetto allo scafo in una posizione prestabilita.
Negli scarponi da scialpinismo da competizione , in aggiunta, il braccetto di aggancio è collegato anche ad una cavo di chiusura che è avvolto ad anello attorno alla parte superiore del gambetto, in modo tale che lo spostamento del braccetto di aggancio nella posizione abbassata possa portare in tensione il cavo di chiusura a tal punto da stringere saldamente il gambetto contro la gamba dell' utilizzatore .
Purtroppo 1'utilizzo del cavo di chiusura, pur permettendo all'utilizzatore di stringere e bloccare il gambetto allo scafo con un solo movimento, consente di stringere in modo efficace solo una stretta fascia orizzontale del gambetto, con tutti i problemi di confort di calzata che ne conseguono . Questo sistema di chiusura, infatti , ha una capacità di adattamento alla morfologia della gamba dell' utilizzatore assai limitata.
Scopo della presente invenzione è guello di realizzare un sistema di chiusura della parte superiore del gambetto che offra una maggior capacità di adattamento alla morfologia della gamba dell'utilizzatore .
In accordo con guesti obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzato uno scarpone da sci come definito nella rivendicazione 1 e preferibilmente , ma non necessariamente, in una gualsiasi delle rivendicazioni dipendenti .
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi , che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 è una vista laterale di uno scarpone da scialpinismo realizzato secondo i dettami della presente invenzione ;
- la figura 2 è una vista frontale della parte superiore dello scarpone da scialpinismo illustrato in figura 1, in una prima configurazione di funzionamento;
- la figura 3 è una vista frontale della parte superiore dello scarpone da scialpinismo illustrato in figura 1, in una seconda configurazione di funzionamento;
- la figura 4 è una vista laterale della parte superiore dello scarpone da scialpinismo illustrato in figura 1; mentre
- la figura 5 è una vista frontale della parte superiore dello scarpone da scialpinismo illustrato in figura 1, in una opzionale terza configurazione di funzionamento.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3, 4 e 5, con il numero 1 è indicato nel suo complesso uno scarpone da sci, che può essere vantaggiosamente utilizzato per praticare lo scialpinismo.
Lo scarpone da sci 1 comprende fondamentalmente: uno scafo rigido 2, che è sagomato in modo tale da accogliere il piede dell'utilizzatore, ed ha la parte inferiore specificamente strutturata/ sagomata per potersi accoppiare/ agganciare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, ad un attacco da sci (non illustrato) di tipo noto, che a sua volta è atto ad essere fissato in modo rigido sul dorso di uno generico sci da discesa o similare; ed un gambetto rigido 3 sostanzialmente tubolare , che è sagomato in modo tale da cingere la parte inferiore della gamba dell'utilizzatore , ed è incernierato sulla parte superiore dello scafo 2 in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse di rotazione A trasversale, che è localmente sostanzialmente perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone (ossia perpendicolare al piano del foglio in figure 1) , ed è inoltre localmente sostanzialmente coincidente con Γ asse di articolazione della caviglia dell' utilizzatore .
Più in dettaglio, la parte inferiore dello scafo 2 è dotata di una punta anteriore 4 e di un tacco posteriore 5. La punta anteriore 4 è preferibilmente strutturata in modo tale da potersi accoppiare/ agganciare in modo stabile , ma facilmente rilasciabile , al puntale (non illustrato) di un attacco da sci che, a sua volta, è fissato stabilmente sul dorso di un generico sci da discesa o similare. 11 tacco posteriore 5 invece è preferibilmente strutturato in modo tale da potersi accoppiare/ agganciare in modo stabile , ma facilmente rilasciabile , alla talloniera (non illustrata) di un attacco da sci che, a sua volta, è fissato stabilmente sul dorso di un generico sci da discesa o similare.
Preferibilmente , la parte inferiore dello scafo 2 ha inoltre un profilo tassellato in modo tale da consentire all'utilizzatore di camminare su neve e ghiaccio.
Nell'esempio illustrato, in particolare, lo scafo 2 è preferibilmente composto da un guscio rigido 6 in materiale plastico o composito, che è sagomato a forma sostanzialmente di vasca in modo tale da poter accogliere al suo interno il piede dell'utilizzatore; e da una suola 7 inferiore che è preferibilmente realizzata in gomma vulcanizzata o altro materiale elastomerico con elevato coefficiente di attrito, ed è fissata saldamente sulla parete di fondo del guscio rigido 6 preferibilmente tramite incollaggio.
Preferibilmente lo scafo 2 inoltre comprende anche un primo inserto in materiale metallico 8 che è incorporato nel guscio rigido 6 in corrispondenza della punta 4 dello scafo 2, ed strutturato in modo tale da potersi accoppiare/ agganciare in modo noto con il puntale (non illustrato) di un attacco da sci; ed opzionalmente anche un secondo inserto in materiale metallico 9 che è invece incorporato nel guscio rigido 6 in corrispondenza del tacco posteriore 5, ed strutturato in modo tale da potersi accoppiare/ agganciare in modo noto con la talloniera (non illustrata) di un attacco da sci.
Più in dettaglio, nell'esempio illustrato 1'inserto anteriore 8 è preferibilmente annegato all'interno della parete di fondo del guscio rigido 6 in corrispondenza della punta 4 dello scafo 2, e si estende all'interno del guscio 6 perpendicolarmente al piano di mezzeria dello scarpone in modo tale che le due estremità opposte dell'inserto 8 possano emergere/affiorare all'esterno del guscio 6, da bande opposte del piano di mezzeria dello scarpone, in corrispondenza dei due fianchi laterali della punta 4.
Preferibilmente le due estremità dell'inserto anteriore 8 sono inoltre sagomate/strutturate in modo tale da potersi accoppiare in modo noto con la ganascia del puntale di un attacco da scialpinismo.
1/inserto posteriore 9 invece è preferibilmente incassato all'interno di una sede cava appositamente realizzata sul guscio rigido 6 in corrispondenza del fianco laterale del tacco posteriore 5 dello scafo 2, sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria dello scarpone, ed è preferibilmente strutturato in modo tale da essere impegnato in modo noto dai perni di bloccaggio della talloniera di un attacco da scialpinismo.
Con riferimento alla figura 1, il gambetto 3 è invece fissato in modo liberamente girevole sullo scafo 2, o meglio sul guscio rigido 6, tramite due cerniere di collegamento 10 laterali che sono posizionate sui fianchi laterali interno ed esterno dello scafo 2 e del gambetto 3, allineate lungo 1'asse A, in modo tale da consentire al gambetto 3 di oscillare liberamente sullo scafo 2 sia in avanti che indietro, rimanendo sempre su di un piano di riferimento ortogonale all asse A e sostanzialmente coincidente con il piano di mezzeria dello scarpone,
Il gambetto 3 è inoltre dotato di due lembi laterali oblunghi 11 e 12 che abbracciano da bande opposte la gamba dell'utilizzatore grosso modo all'altezza del polpaccio, e si sovrappongono uno all'altro più o meno in corrispondenza della parte anteriore della gamba dell'utilizzatore, in modo tale da formare una struttura sostanzialmente tubolare che circonda e protegge la gamba dell' utilizzatore.
Più in dettaglio, nell'esempio illustrato il gambetto 3 preferibilmente consiste in un guscio rigido 13 in materiale plastico o composito, che è piegato sostanzialmente a forma di C in modo tale da coprire la parte posteriore della gamba dell'utilizzatore all'altezza del polpaccio, ed è dotato di due lembi laterali oblunghi che si prolungano in avanti da bande opposte del piano di mezzeria dello scarpone, grosso modo all' altezza del polpaccio, in modo tale da sovrapporsi uno all'altro in corrispondenza della parte anteriore della gamba, formando una struttura tubolare che cinge la gamba dell'utilizzatore dalla caviglia fino all'altezza del polpaccio ed è inferiormente incernierata sullo scafo 2.
Con riferimento alla figura 1, preferibilmente lo scarpone da sci 1 è inoltre dotato anche di una scarpetta interna 14 con struttura morbida e termoisolante, ed opzionalmente anche di tipo termoformabile, che è inserita all'interno dello scafo 2 ed opzionalmente anche del gambetto 3 preferibilmente, ma non necessaria-mente, in modo rimovibile, ed è sagomata in modo tale da accogliere e proteggere il piede ed eventualmente anche la parte inferiore della gamba dell'utilizzatore.
In aggiunta lo scarpone da sci 1 comprende anche un meccanismo di chiusura dello scafo 15 ed un meccanismo di chiusura del gambetto 16, entrambi ad azionamento manuale.
Il meccanismo di chiusura dello scafo 15 è strutturato in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere lo scafo 2 sul piede dell'utilizzatore così da immobilizzare il piede dell'utilizzatore all'interno dello scafo 2, o meglio della scarpetta 14.
Con riferimento alla figura 1, nell'esempio illustrato, in particolare, il meccanismo di chiusura dello scafo 15 preferibilmente consiste in un dispositivo di allacciatura a verricello ad azionamento manuale, come quelli attualmente commercializzati dalla società statunitense BOA TECHNOLOGY INC, che è collocato sullo scafo 2 preferibilmente nella zona soprastante il collo del piede, ed è complessivamente strutturato in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere in modo noto la parte superiore dello scafo 2 sul piede dell'utilizzatore così da poter immobilizzare il piede dell'utilizzatore stabilmente all'interno dello scafo 2, o meglio all'interno della scarpetta interna 14.
In una diversa forma di realizzazione, tuttavia il meccanismo di chiusura dello scafo 15 potrebbe comprendere uno o più ganci di chiusura a leva di tipo noto.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3, 4 e 5, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è invece strutturato in modo tale da poter selettivamente chiudere/stringere la parte superiore del gambetto 3 sulla gamba dell'utilizzatore così da immobilizzare la gamba dell'utilizzatore all' interno del gambetto 3, o meglio della scarpetta 14.
Più in dettaglio, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è selettivamente atto a tirare uno verso 1'altro i due lembi laterali 11 e 12 del gambetto 3, in modo tale da poter stringere la parte superiore del gambetto 3 sulla gamba dell'utilizzatore così da immobilizzare la gamba dell'utilizzatore all'interno dello scarpone 1, o meglio della scarpetta 14.
In aggiunta, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è anche preferibilmente strutturato in modo tale da poter, selettivamente ed alternativamente,
bloccare il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2 così da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 sullo scafo 2; oppure
sbloccare/svincolare completamente il gambetto 3 dallo scafo 2 in modo tale da permettere al gambetto 3 di oscillare liberamente avanti ed indietro sullo scafo 2 attorno all'asse A, rimanendo sul piano di mezzeria dello scarpone. In altre parole, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è preferibilmente strutturato in modo tale da poter, selettivamente ed alternativamente,
bloccare il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2 così da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 sullo scafo 2, stringendo contemporaneamente il gambetto 3 sulla gamba dell'utilizzatore così da immobilizzare la gamba dell'utilizzatore all'interno dello scarpone 1; oppure
sbloccare/svincolare completamente il gambetto 3 dallo scafo 2 in modo tale da permettere al gambetto 3 di oscillare liberamente avanti ed indietro sullo scafo 2 attorno all'asse A, rimanendo sul piano di mezzeria dello scarpone. Nell'esempio illustrato, in particolare, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è preferibilmente strutturato in modo tale da poter bloccare il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2 in una posizione di discesa prefissata, in cui il gambetto 3 è inclinato in avanti rispetto alla verticale di un angolo a prestabilito e preferibilmente compreso tra 3° e 30°, impedendo qualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 sullo scafo 2.
Più in dettaglio, con riferimento alle figure 1, 2, 3, 4 e 5, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è almeno parzialmente collocato sul gambetto 3, e comprende: almeno due organi rinvia-cavo 18 e 19, che sono posizionati sul lembo laterale esterno 11 del gambetto 3 verticalmente spaziati uno di fianco all'altro; ed un cavo di serraggio 20, che ha le due estremità fissate saldamente sul gambetto 3, direttamente sul o in prossimità del lembo laterale interno 12 del gambetto 3, e si estende verso il lembo laterale esterno 11 più o meno rasente alla superficie del lembo laterale interno 12, in modo tale da poter raggiungere ed impegnare in modo liberamente scorrevole ed in successione i due organi rinvia-cavo 18 e 19 seguendo un tracciato a forma sostanzialmente di U. Un tratto/segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20 pertanto si estende a ponte tra i due organi rinvia-cavo 18 e 19.
Preferibilmente ciascun organo rinvia-cavo 18, 19 è inoltre strutturato in modo tale da essere impegnabile dal cavo di serraggio 20 in modo manualmente rimovibile.
In aggiunta a quanto sopra scritto, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 inoltre comprende anche un gruppo tesa-cavo 21 ad azionamento manuale, che è agganciato o agganciabile al cavo di serraggio 20 in un punto di aggancio posizionato lungo il segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20, ed è in grado di tirare il segmento centrale 2Oa del cavo trasversalmente alla retta r congiungente i due organi rinvia-cavo 18 e 19, in modo tale da tesare il cavo di serraggio 20 e tirare i due lembi laterali 11 e 12 del gambetto 3 uno verso l'altro.
Più in dettaglio, il gruppo tesa-cavo 21 è fissato sul gambetto 3 sostanzialmente a lato del segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20, è agganciato o agganciabile al cavo di serraggio 20 in un punto posizionato sostanzialmente al centro del segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20, ed è in grado di tirare il segmento centrale 2Oa del cavo più o meno perpendicolarmente alla retta r su cui giacciono i due organi rinvia-cavo 18 e 19, in direzione delle due estremità del cavo di serraggio 20, in modo tale da tesare il cavo di serraggio 20 e tirare i due lembi laterali 11 e 12 del gambetto 3 uno verso 1'altro.
Preferibilmente il gruppo tesa-cavo 21 è inoltre strutturato in modo tale da poter selettivamente bloccare il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2 così da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 sullo scafo 2 attorno all'asse A.
Con riferimento alla figura 1, nell'esempio illustrato, in particolare, le due estremità del cavo di serraggio 20 sono preferibilmente fissate saldamente al gambetto 3 mediante due organi di fissaggio 22, che sono posizionati sul fianco esterno del gambetto 3, preferibilmente sostanzialmente verticalmente allineati tra loro.
Più in dettaglio, nell'esempio illustrato ciascun organo di fissaggio 22 è preferibilmente costituito da un cavallotto che è posizionato sul fianco esterno del gambetto 3, preferibilmente a ridosso del lembo laterale interno 12 del gambetto 3, ed è dimensionato in modo tale da essere impegnato in modo passante dal cavo di serraggio 20, ma non da un qualsiasi nodo realizzato lungo il cavo di serraggio 20. Preferibilmente il cavallotto è inoltre realizzato in pezzo unico con il gambetto 3, o meglio con il guscio rigido 13 in materiale plastico o composito.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 5, ciascun organo rinvia-cavo 18, 19 invece è preferibilmente costituito da un blocchetto piastriforme sostanzialmente semicircolare, che è posizionato in appoggio sulla superficie del lembo laterale esterno 11 del gambetto 3, ed è dotato, sul fianco laterale curvo, di una lunga scanalatura o gola periferica 23 atta ad essere impegnata in modo liberamente scorrevole dal cavo di serraggio 20.
Preferibilmente il blocchetto piastriforme è inoltre realizzato in pezzo unico con il gambetto 3, o meglio con il guscio rigido 13 in materiale plastico o composito.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3, 4 e 5, preferibilmente il gruppo tesa-cavo 21 invece comprende un cavo ausiliario che si estende trasversalmente al segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20, ed ha una prima estremità agganciata al segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20; ed un dispositivo tesa-cavo ad azionamento manuale, che è in grado di tirare il cavo ausiliario in modo tale da allontanare la prima estremità del cavo ausiliario dalla retta r congiungente i due organi rinviacavo 18 e 19 in modo tale da tesare il cavo di serraggio 20.
Preferibilmente il dispositivo tesa-cavo è inoltre strutturato in modo tale da poter, guando porta in tensione il cavo ausiliario, anche bloccare il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2, così da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 attorno all'asse A.
Più in dettaglio, nell'esempio illustrato il gruppo tesa-cavo 21 preferibilmente comprende: un braccetto di aggancio 25 di forma oblunga, che è incernierato sul gambetto 3 in modo tale da poter ruotare sul gambetto 3 da e verso una posizione di bloccaggio in cui il braccetto di aggancio 25 si estende a cavallo tra lo scafo 2 ed il gambetto 3, e si aggancia stabilmente allo scafo 2 in modo tale da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 attorno all'asse A; ed un cavo ausiliario 26 che ha una prima estremità agganciata sul segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20, impegna in modo passante e liberamente scorrevole il corpo del braccetto di aggancio 25 ad una distanza prestabilita dall'asse di rotazione B del braccetto, ed ha infine la seconda estremità fissata saldamente sul gambetto 3.
Più in dettaglio, il braccetto di aggancio 25 è preferibilmente incernierato di testa sul gambetto 3 nella zona soprastante il tallone dello scarpone, in modo tale da poter ruotare sul gambetto 3 rimanendo sostanzialmente sul piano di mezzeria dello scarpone, ed è mobile da e verso una posizione di bloccaggio in cui il braccetto di aggancio 25 si estende verso il basso più o meno rasente al tallone dello scarpone in modo tale da disporsi a cavallo tra lo scafo 2 ed il gambetto 3, e 1'estremità distale 25a del braccetto si aggancia stabilmente allo scafo 2 in modo tale da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto 3 attorno all'asse A.
Nell'esempio illustrato, in particolare, il braccetto di aggancio 25 è preferibilmente realizzato in materiale metallico, ed è preferibilmente incernierato di testa sul gambetto 3 in prossimità del bordo inferiore del gambetto 3, al disopra del tallone dello scarpone, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse B trasversale che è sostanzialmente parallelo all'asse A e perpendicolare al piano di mezzeria dello scarpone.
Il braccetto di aggancio 25 ha inoltre 1'estremità distale 25a opportunamente strutturata/sagomata in modo tale da potersi agganciare/accoppiare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile , allo scafo 2 in corrispondenza di uno specifico punto di aggancio che è posizionato sulla parte posteriore dello scafo 2, a cavallo del piano di mezzeria dello scarpone e ad una distanza prestabilita dal bordo inferiore del gambetto 3.
Più in dettaglio, nell'esempio illustrato 1'estremità distale 25a del braccetto di aggancio 25 è preferibilmente strutturata/sagomata in modo tale da potersi innestare in modo rigido e stabile, ma facilmente rimovibile, su di una appendice sporgente 27 che si estende a sbalzo dalla parte posteriore dello scafo 2, a cavallo del piano di mezzeria dello scarpone.
Con riferimento alla figura 1, preferibilmente il braccetto di aggancio 25 è inoltre mobile anche da e verso una posizione di sbloccaggio in cui il braccetto 25 si estende verso 1'alto più o meno rasente al gambetto 3, in modo tale da non agganciare lo scafo 2 e consentire guindi al gambetto 3 di oscillare liberamente sullo scafo 2 attorno all'asse A.
In altre parole, il braccetto di aggancio 25 è preferibilmente incernierato sul gambetto 3 nella zona soprastante il tallone dello scarpone, in modo tale da poter ruotare sul piano di mezzeria dello scarpone tra una posizione abbassata o di bloccaggio in cui il braccetto di aggancio 25 blocca il gambetto 3 in modo rigido allo scafo 2, ed una posizione sollevata o di sbloccaggio in cui il braccetto di aggancio 25 consente al gambetto 3 di oscillare liberamente sullo scafo 2 attorno all'asse A.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3, 4 e 5, il cavo ausiliario 26, invece, è preferibilmente piegato sostanzialmente a V ed è disposto a cavallo del piano di mezzeria dello scarpone in modo tale che la sua ansa o gomito impegni in modo passante e liberamente scorrevole il corpo del braccetto di aggancio 22, e che le sue due estremità siano disposte da bande opposte del piano di mezzeria dello scarpone, rasenti alla superficie esterna del gambetto 3.
In aggiunta la seconda estremità del cavo ausiliario 26 è preferibilmente fissata stabilmente sul gambetto 3 in modo manualmente registrabile/regolabile, preferibilmente mediante un dispositivo strozza-cavo 28, che è fissato stabilmente sul gambetto 3 preferibilmente in prossimità del lembo laterale 11.
Con riferimento alla figura 4, nell'esempio illustrato in particolare il dispositivo strozza-cavo 28 è un dispositivo strozza-cavo a bloccaggio automatico ed apertura manuale. Più in dettaglio, il dispositivo strozza-cavo 28 preferibilmente comprende: un corpo piastriforme 29 che è fissato stabilmente sul gambetto 3, ed è dotato di una gola o scanalatura passante (non illustrata) che è atta ad essere impegnata in modo scorrevole dal cavo ausiliario 26; una ganascia mobile 30 che è posizionata all'interno della gola o scanalatura passante del corpo piastriforme 29, in modo tale da essere affacciata al fondo della gola o scanalatura passante del corpo piastriforme 29, immediatamente al disopra del cavo ausiliario 26; ed un leverismo a grilletto 31 che sporge a sbalzo dalla gola o scanalatura passante del corpo piastriforme 29, supporta direttamente la gana-scia mobile 30, ed è infuiorato a bilanciere sulla corpo piastriforme 29 in modo tale da poter ruotare liberamente all'interno della gola o scanalatura passante, da e verso una posizione di bloccaggio in cui spinge la ganascia mobile 30 contro il cavo ausiliario 26 in modo tale da premere e bloccare stabilmente il cavo ausiliario 26 sul fondo della gola o scanalatura passante del corpo piastriforme 29.
Preferibilmente, il dispositivo strozza-cavo 28 è infine dotato di una molla a torsione o altro elemento elastico (non visibile nelle figure) atto/a a portare e trattenere in modo elastico il leverismo a grilletto 31 nella posizione di bloccaggio.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 5, la prima estremità del cavo ausiliario 26, invece, è preferibilmente fissata stabilmente ad un organo di aggancio 32 che, a sua volta, è calzato/accoppiato/ agganciato in modo liberamente scorrevole al segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20 . Preferibilmente 1'organo di gancio 32 è inoltre accoppiato al segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20 in modo manualmente sganciabile/ rilasciabile .
Con riferimento alla figura 1 , preferibilmente il gruppo tesa-cavo 21 infine comprende anche un organo pass acavo 33 ausiliario, che è fissato sul gambetto 3 a ridosso del fianco laterale 12 del gambetto 3, in modo tale da essere sostanzialmente orizzontalmente allineato al segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20; ed il cavo ausiliario 26 impegna in modo passante ed liberamente scorrevole 1'organo pass acavo 33 prima di raggiungere il segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20.
Nell'esempio illustrato, in particolare, 1' organo pass acavo 33 è preferibilmente costituito da un terzo cavallotto che è dimensionato in modo tale da essere impegnato in modo passante e liberamente scorrevole dal cavo ausiliario 26, ed è posizionato sul fianco esterno del gambetto 3 tra i due organi di fissaggio 22, preferibilmente sostanzialmente verticalmente allineato agli organi di fissaggio 22. Analogamente ai cavallotti 22, anche il cavallotto 33 è preferibilmente realizzato in pezzo unico con il gambetto 3, o meglio con il guscio rigido 13 in materiale plastico o composito.
Nell'esempio illustrato, infine, il cavo di serraggio 20 ed il cavo ausiliario 26 sono preferibilmente realizzati in materiale plastico.
Il funzionamento dello scarpone da sci 1 è facilmente desumibile da guanto sopra descritto, e non necessita di ulteriori spiegazioni.
Per guanto riguarda invece il meccanismo di chiusura e bloccaggio del gambetto 16, lo spostamento del braccetto di aggancio 25 nella posizione di bloccaggio, porta in tensione il cavo ausiliario 26 che, a sua volta, tira il segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20 verso 1'organo passacavo 33, in modo tale da portare in tensione il cavo di serraggio 20 e poi tirare i due lembi laterali 11 e 12 del gambetto 3 uno verso l'altro.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura del meccanismo di chiusura e bloccaggio del gambetto 16 sono notevoli.
In primo luogo, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 consente di stingere in modo più uniforme la parte superiore del gambetto 3, incrementando in modo significativo il confort di calzata dello scarpone da sci 1.
In aggiunta, il meccanismo di chiusura e bloccaggio del 16 consente anche all'utilizzatore di scegliere il grado di chiusura del gambetto 3.
Con riferimento alle figure 2, 3 e 5, infatti, il meccanismo di chiusura e bloccaggio del gambetto 16 offre tre diverse modalità di chiusura del gambetto 3.
Nella prima modalità (vedi figure 1 e 2) il braccetto di aggancio 25 si trova nella posizione abbassata o di bloccaggio; 1'organo di aggancio 32 si trova alla massima distanza dai due organi rinvia-cavo 18 e 19, ed alla minima distanza dall'organo passacavo 33; ed il cavo di serraggio 20 stringe la parte superiore del gambetto 3 sulla gamba dell'utilizzatore in modo tale da impedire gualsiasi movimento della gamba all'interno del gambetto 3, o meglio della scarpetta 14.
Nella seconda modalità (vedi figura 3) il braccetto di aggancio 25 si trova nella posizione sollevata o di sbloccaggio; 1'organo di aggancio 32 si trova alla minima distanza dai due organi rinvia-cavo 18 e 19, ed alla massima distanza dall'organo passacavo 33; ed il cavo di serraggio 20 stringe la parte superiore del gambetto 3 sulla gamba dell'utilizzatore in modo tale da trattenere la gamba dell'utilizzatore all'interno del gambetto 3, o meglio della scarpetta 14, consentendo alla gamba una limitata possibilità di movimento/oscillazione all'interno del medesimo gambetto 3, o meglio della scarpetta 14.
Nella terza modalità (vedi figura 5) il segmento centrale 20a del cavo di serraggio 20 è completamente svincolato dall'organo di aggancio 32, ed il cavo di serraggio 20 blocca i due lembi laterali il e 12 del gambetto 3 uno sull'altro in modo tale da trattenere comungue la gamba dell'utilizzatore all'interno del gambetto 3, o meglio della scarpetta 14, consentendo però alla gamba una ampia possibilità di movimento/oscillazione all'interno del medesimo gambetto 3, o meglio della scarpetta 14.
Inoltre la presenza del dispositivo strozza-cavo 28 consente di variare rapidamente anche la lunghezza del cavo ausiliario 26, consentendo al meccanismo di chiusura del gambetto 16 di adattarsi alla forma della parte inferiore della gamba dell'utilizzatore.
Ultimo, ma non meno importante, il meccanismo di chiusura del gambetto 16 ha dei costi di produzione particolarmente bassi, con tutti i vantaggi che guesto comporta.
Risulta infine chiaro che allo scarpone da sci 1 sopra descritto possono essere apportate modifiche e varianti senza per guesto uscire dall'ambito della presente invenzione.
Per esempio, in una forma di realizzazione meno sofisticata il meccanismo di chiusura del gambetto 16 è privo del dispositivo strozza-cavo 28, e la seconda estremità del cavo ausiliario 26 è fissata direttamente sul corpo del braccetto di aggancio 25 in posizione eccentrica rispetto all' asse di rotazione B del braccetto.
In altre parole, la seconda estremità del cavo ausiliario 26 è fissata direttamente sul corpo del braccetto di aggancio 25 per esempio tramite un nodo, mentre la prima estremità del cavo ausiliario 26 è sempre fissata al segmento centrale 2Oa del cavo di serraggio 20 preferibilmente tramite 1'organo di aggancio 32.
Claims (5)
- R IV E N D I C A Z I O N I 1 . Scarpone da sci (1) comprendente uno scafo rigido (2) che è sagomato in modo tale da accogliere il piede dell' utilizzatore , ed ha la parte inferiore strutturata per potersi agganciare ad un attacco da sci; un gambetto rigido (3) che è infuicrato sullo scafo (2) in modo tale da poter oscillare attorno ad un asse di rotazione trasversale (A), ed è dotato di due lembi laterali (11, 12) che abbracciano da bande opposte la gamba dell'utilizzatore e si sovrappongono uno all'altro in modo tale da formare una struttura sostanzialmente tubolare che circonda la gamba dell'utilizzatore ; e mezzi di chiusura del gambetto (16) in grado di tirare uno verso 1'altro i due lembi laterali (11, 12) del gambetto (3), in modo tale da poter stringere il gambetto (3) sulla gamba dell'utilizzatore ; lo scarpone da sci (1) essendo caratterizzato dal fatto che i mezzi di chiusura del gambetto (16) comprendono : almeno due organi rinvia-cavo (18, 19) che sono posizionati su di un primo lembo laterale (11) del gambetto (3) verticalmente spaziati uno di fianco all'altro; un cavo di serraggio (20) che ha le due estremità fissate sul gambetto (3), direttamente sul o in prossimità del secondo lembo laterale (12 ) del gambetto (3), e si estende verso il primo lembo laterale (11) in modo tale da raggiungere ed impegnare in modo liberamente scorrevole ed in successione detti due organi rinvia-cavo (18, 19) seguendo un tracciato a forma sostanzialmente di U; ed un gruppo tesa-cavo (21) ad azionamento manuale , che è agganciato al cavo di serraggio (20) in un punto posizionato lungo un segmento centrale (2Oa) del cavo di serraggio (20), ed è in grado di tirare il segmento centrale (2Oa) del cavo trasversalmente alla retta (r) congiungente i due organi rinvia-cavo (18, 19), in modo tale da tesare il cavo di serraggio (20).
- 2 . Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il gruppo tesa-cavo (21) comprende: un cavo ausiliario (26) che si estende trasversalmente al segmento centrale (2Oa) del cavo di serraggio (20), ed ha una prima estremità (32) agganciata al segmento centrale (20a) del cavo di serraggio (20); e mezzi tesa-cavo ad azionamento manuale (25) i guali sono in grado di tirare il cavo ausiliario (20) in modo tale da allontanare la prima estremità (32) del cavo ausiliario (26) dalla retta (r) congiungente i due organi rinvia-cavo (18, 19).
- 3 . Scarpone da sci secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che la prima estremità del cavo ausiliario (26) è fissata stabilmente ad un organo di aggancio (32) che è accoppiato in modo liberamente scorrevole al segmento centrale (2Oa) del cavo di serraggio (20).
- 4 . Scarpone da sci secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detto organo di aggancio (32) è accoppiato al segmento centrale (20a) del cavo di serraggio (20) in modo rilasciabile. 5 . Scarpone da sci secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che il gruppo tesa-cavo (21) comprende anche un organo passacavo (33) che è fissato sul gambetto (3) a ridosso del secondo fianco laterale (12) del gambetto (3), sostanzialmente orizzontalmente allineato al segmento centrale (2Oa) del cavo di serraggio (20), ed il cavo ausiliario (26) impegna in modo passante e liberamente scorrevole detto organo passacavo (33) prima di raggiungere il segmento centrale (2Oa) del cavo di serraggio (20). 6 . Scarpone da sci secondo la rivendicazione 2, 3, 4 o 5, caratterizzato dal fatto che detti mezzi tesa-cavo ad azionamento manuale (25), guando portano in tensione il cavo ausiliario (26), sono anche in grado di bloccare il gambetto (3) in modo rigido allo scafo (2), così da impedire gualsiasi movimento oscillatorio del gambetto (3) attorno a detto asse di rotazione trasversale (A). 7 . Scarpone da sci secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che detti mezzi tesa-cavo ad azionamento manuale comprendono un braccetto di aggancio (25), che è incernierato sul gambetto (3) in modo tale da poter ruotare sul gambetto (3) da e verso una posizione di bloccaggio in cui il braccetto di aggancio (25) si estende a cavallo tra lo scafo (2) ed il gambetto (3), e si aggancia stabilmente allo scafo (2) in modo tale da impedire qualsiasi movimento oscillatorio del gambetto (3) attorno a detto asse di rotazione trasversale (A). 8. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che il braccetto di aggancio (25) è incernierato di testa sul gambetto (3) nella zona soprastante il tallone dello scarpone, in modo tale da poter ruotare sul gambetto (3) rimanendo sostanzialmente sul piano di mezzeria dello scarpone, ed è mobile da e verso una posizione di bloccaggio in cui il braccetto di aggancio (25) si estende verso il basso più o meno rasente al tallone dello scarpone in modo tale da disporsi a cavallo tra lo scafo (2) ed il gambetto (3), e 1'estremità distale (25a) del braccetto si aggancia in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, allo scafo (2) in corrispondenza di un punto di aggancio (27) prestabilito.
- 5. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 7 o 8, caratterizzato dal fatto che il cavo ausiliario (26) ha detta prima estremità (32) agganciata sul segmento centrale (2Oa) del cavo di serraggio (20), impegna in modo passante e liberamente scorrevole il corpo del braccetto di aggancio (25) ad una distanza prestabilita dall'asse di rotazione del braccetto (B), ed ha infine la seconda estremità fissata saldamente sul gambetto (3). 10. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che la seconda estremità del cavo ausiliario (26) è fissata sul gambetto (3) in modo manualmente regolabile. 11. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che la seconda estremità del cavo ausiliario (26) è fissata al gambetto (3) mediante un dispositivo strozza-cavo (28) che è fissato sul gambetto (3). 12. Scarpone da sci secondo la rivendicazione il, caratterizzato dal fatto che la seconda estremità del cavo ausiliario (26) è fissata al gambetto (3) mediante un dispositivo strozza-cavo a bloccaggio automatico ed apertura manuale (28). 13. Scarpone da sci secondo una gualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere anche mezzi di chiusura dello scafo (14) in grado di stringere lo scafo (2) sul piede dell'utilizzatore. 14. Scarpone da sci secondo una gualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che lo scafo 2 e/o il gambetto 3 è/sono realizzati in materiale plastico o composito.
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