ITTV20090050A1 - Scarpone da sci - Google Patents

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ITTV20090050A1
ITTV20090050A1 IT000050A ITTV20090050A ITTV20090050A1 IT TV20090050 A1 ITTV20090050 A1 IT TV20090050A1 IT 000050 A IT000050 A IT 000050A IT TV20090050 A ITTV20090050 A IT TV20090050A IT TV20090050 A1 ITTV20090050 A1 IT TV20090050A1
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Davide Parisotto
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Scarpa Calzaturificio Spa
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Description

DESCRIZIONE
“SCARPONE DA SCIâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad uno scarpone da sci.
Più in dettaglio, la presente invenzione à ̈ relativa ad uno scarpone da scialpinismo o da Telemark, impieghi a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Come à ̈ noto, gli scarponi da scialpinismo o Telemark sono normalmente composti da uno scafo rigido in materiale plastico che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dello sciatore, ed à ̈ inferiormente provvisto di una suola anteriore e di un tacco posteriore realizzati in materiale elastomerico antisdrucciolo; da un gambetto rigido in materiale plastico che à ̈ sagomato in modo tale da abbracciare la caviglia dello sciatore, ed à ̈ incernierato alla parte superiore dello scafo in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia; da una scarpetta interna in materiale morbido e termoisolante, che à ̈ inserita in modo amovibile all’interno dello scafo e del gambetto, ed à ̈ sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dello sciatore; e da una serie di organi di chiusura ad azionamento manuale, che sono opportunamente distribuiti sullo scafo e sul gambetto, e sono strutturati in modo tale da poter stringere sia lo scafo che il gambetto così da immobilizzare la gamba dello sciatore stabilmente all’interno dello scarpone.
La maggior parte degli scarponi da scialpinismo o Telemark à ̈ inoltre provvista di una linguetta protettiva esterna in materiale plastico, di forma appiattiva e leggermente bombata, che à ̈ posizionata sullo scafo a copertura della fenditura longitudinale del medesimo.
Più in dettaglio, la linguetta protettiva à ̈ ripiegata sostanzialmente ad L in modo tale da poter coprire la fenditura longitudinale dello scafo fino al disotto del gambetto, ed ha l’estremità inferiore incernierata direttamente sullo scafo, al disopra della zona metatarsica del piede, in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento localmente sostanzialmente perpendicolare al piano verticale di mezzeria dello scarpone, ossia localmente sostanzialmente parallelo all’asse di articolazione della caviglia, così da potersi ribaltare in avanti e lasciare libero accesso alla sottostante fenditura longitudinale dello scafo.
La maggior parte degli scarponi da scialpinismo o Telemark à ̈ inoltre provvista di un dispositivo di bloccaggio del gambetto ad azionamento manuale che à ̈ in grado, a scelta ed alternativamente,
- di bloccare rigidamente il gambetto allo scafo in modo tale da impedire qualsiasi movimento relativo tra i due elementi;
- di agganciare il gambetto allo scafo in modo tale da permettere solamente oscillazioni positive del gambetto attorno all’asse di articolazione della caviglia che, a partire da una posizione di riposo prestabilita, avvicinano il gambetto alla punta dello scarpone; oppure - di svincolare completamente il gambetto dallo scafo in modo tale da permettere al gambetto di poter oscillare liberamente attorno all’asse di articolazione della caviglia sia in avanti che indietro.
Visto che nella pratica dello scialpinismo e del Telemark à ̈ necessario poter muovere il piede rispetto alla caviglia senza eccessive restrizioni, la linguetta protettiva di alcuni modelli di scarpone da scialpinismo e Telemark à ̈ inoltre provvista di una pieghettatura a soffietto trasversale a deformazione programmata, che si estende da un fianco laterale all’altro della linguetta, grosso modo in corrispondenza della zona dello scarpone dove lo scavo si insinua al disotto del gambetto. La pieghettatura a soffietto à ̈ strutturata in modo tale da consentire alla linguetta di flettersi in modo elastico nella zona centrale, così da assecondare l’oscillazione del gambetto rispetto allo scafo, rendendo quindi più flessibile e confortevole lo scarpone durante la camminata.
Ovviamente, la presenza della pieghettatura a soffietto sulla linguetta protettiva dello scarpone crea notevoli problemi quando il dispositivo di bloccaggio del gambetto deve bloccare rigidamente il gambetto allo scafo, in modo tale da impedire qualsiasi movimento della caviglia rispetto al piede. Il dispositivo di bloccaggio del gambetto à ̈ infatti posizionato nella zona posteriore dello scarpone, immediatamente al disopra del tallone, a cavallo tra lo scafo ed il gambetto, e non può contrastare efficacemente la naturale deformazione elastica dei due lembi laterali del gambetto che raggiungono la parte anteriore della gamba dello sciatore, ovvero la zona tibiale, sovrapponendosi alla linguetta protettiva dello scarpone.
Per ovviare a questo inconveniente, alcuni produttori di scarponi da scialpinismo e Telemark hanno deciso di dotare ciascuno scarpone da scialpinismo o Telemark di due diversi modelli di linguetta protettiva facilmente intercambiabili tra loro: uno più rigido dell’altro.
Ovviamente, la pieghettatura a soffietto à ̈ presente solamente sulla linguetta più flessibile, mentre la linguetta più rigida à ̈ solitamente dotata di nervature longitudinali di irrigidimento.
Pur risolvendo egregiamente i problemi di rigidità dello scarpone, questa soluzione obbliga lo sciatore a dover portare sempre con se le linguette di ricambio, ed a dover sostituire le linguette all’occorrenza a prescindere condizioni ambientali del momento, con tutti gli inconvenienti che questo comporta.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di realizzare uno scarpone da scialpinismo o da Telemark, che sia più semplice e pratico da utilizzare, a parità di prestazioni.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzato uno scarpone da sci, come esplicitato nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 illustra una vista laterale di uno scarpone da scialpinismo realizzato secondo i dettami della presente invenzione; mentre
- la figura 2 illustra in vista prospettica, la linguetta dello scarpone illustrato in figura 1; mentre - la figura 3 illustra in scala ingrandita un particolare della linguetta di figura 2 in una diversa configurazione di funzionamento.
Con riferimento alla figura 1, con il numero 1 Ã ̈ indicato nel suo complesso uno scarpone da sci, ed in particolare uno scarpone da sci appositamente strutturato per praticare la disciplina sportiva dello scialpinismo o del Telemark.
Lo scarpone 1 comprende essenzialmente uno scafo 2 rigido esterno in materiale plastico che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed à ̈ dotato inferiormente di una suola 3 anteriore e di un tacco 4 posteriore realizzati preferibilmente, ma non necessariamente, in materiale elastomerico antisdrucciolo; ed un gambetto 5 rigido in materiale plastico che à ̈ sagomato a C in modo tale da abbracciare la caviglia dell’utilizzatore ed à ̈ incernierato sulla parte superiore dello scafo 2 in modo tale da poter oscillare liberamente attorno ad un asse A di rotazione che à ̈ sostanzialmente perpendicolare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone (parallelo al piano del foglio in figura 1), ed à ̈ localmente sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore.
Più in dettaglio, il gambetto 5 à ̈ fissato in modo liberamente girevole sullo scafo 2 tramite due cerniere 6 di collegamento, che sono posizionate sui fianchi laterali esterno ed interno dello scafo 2, allineate lungo l’asse A, ed à ̈ in grado di oscillare rispetto allo scafo 2 rimanendo sempre sostanzialmente complanare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone.
Lo scarpone 1 comprende inoltre una scarpetta 7 interna in materiale morbido e termoisolante, che à ̈ posizionata all’interno dello scafo 2 e del gambetto 5 preferibilmente, ma non necessariamente, in modo amovibile, ed à ̈ sagomata in modo tale da avvolgere e proteggere sia il piede che la parte inferiore della gamba dell’utilizzatore; ed una serie di organi di chiusura 8 ad azionamento manuale, che sono opportunamente distribuiti sullo scafo 2 e sul gambetto 5, e sono strutturati in modo tale da poter selettivamente stringere lo scafo 2 e/o il gambetto 5 così da immobilizzare la gamba dell’utilizzatore stabilmente all’interno dello scarpone 1.
Con riferimento alle figure 1 e 2, lo scarpone 1 à ̈ infine provvisto di una linguetta protettiva 9 esterna in materiale plastico, che à ̈ posizionata in appoggio sullo scafo 2 nella zona sovrastante il collo del piede e la parte inferiore della gamba, a copertura di una fenditura longitudinale 2a passante che, a sua volta, si estende lungo la parte superiore dello scafo 2 che sovrasta e ricopre il collo del piede, rimanendo sostanzialmente complanare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone. La fenditura longitudinale 2a permette all’utilizzatore di infilare agevolmente il piede all’interno dello scafo 2.
Più in dettaglio, la linguetta protettiva 9 à ̈ costituita essenzialmente da un guscio rigido in materiale plastico di forma oblunga e bombata, che giace sul piano longitudinale di mezzeria dello scarpone 1, ed à ̈ ripiegato sostanzialmente ad L, in modo tale che la porzione inferiore 9a della linguetta si estenda al disopra dello scafo 2, a completa copertura del tratto iniziale della fenditura longitudinale 2a dello scafo che si estende al disopra del collo del piede, a partire approssimativamente dalla zona metatarsica del piede; ed in modo tale che la porzione superiore 9b della linguetta si estenda al disopra dello scafo 2 ed al disotto del gambetto 5, a completa copertura del tratto finale della fenditura longitudinale 2a dello scafo che si estende sostanzialmente al disopra della tibia.
Con riferimento alla figura 1, la linguetta protettiva 9 à ̈ inoltre strutturata in modo tale che la porzione inferiore 9a e la porzione superiore 9b della linguetta siano entrambe sostanzialmente rigide ed indeformabili, ed ha l’estremità della porzione inferiore 9a incernierata direttamente sullo scafo 2, al disopra della zona metatarsica del piede, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse B di riferimento localmente sostanzialmente perpendicolare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone, ossia localmente sostanzialmente parallelo all’asse A di oscillazione del gambetto 5, così da potersi ribaltare in avanti e lasciare libero accesso alla fenditura longitudinale 2a sottostante.
Con riferimento alle figure 1 e 2, il guscio rigido 9 che forma la linguetta protettiva 9, à ̈ infine provvisto di una porzione intermedia 9c elasticamente deformabile che raccorda tra loro la porzione inferiore 9a e la porzione superiore 9b della linguetta, grosso modo in corrispondenza della zona dello scarpone dove lo scavo 2 si insinua al disotto del gambetto 5, ossia grosso modo all’altezza dell’attaccatura della Tibia all’Astragalo del piede, ed à ̈ strutturata in modo tale da consentire alla linguetta protettiva 9 di flettere in modo elastico in corrispondenza del gomito centrale.
Più in dettaglio, la porzione intermedia 9c elasticamente deformabile si estende da un fianco all’altro della linguetta protettiva 9, in modo tale da separare e raccordare tra loro la porzione inferiore 9a e la porzione superiore 9b della linguetta, entrambe sostanzialmente rigide ed indeformabili, e da raggiungere i due fianchi laterali esterno ed interno dello scafo 2 sovrapponendosi ai medesimi.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la porzione intermedia 9c della linguetta à ̈ costituita da una pieghettatura a soffietto 9c a deformazione programmata, che si estende da un fianco all’altro della linguetta protettiva 9, grosso modo all’altezza dell’attaccatura della Tibia all’Astragalo del piede, ed à ̈ strutturata in modo tale permettere alla porzione superiore 9b della linguetta di inclinarsi liberamente in avanti rispetto alla porzione inferiore 9a della linguetta che à ̈ in appoggio sulla zona dello scafo 2 sovrastante il collo del piede, assecondando l’eventuale oscillazione del gambetto 5 rispetto allo scafo 2.
Con riferimento alla figura 1, lo scarpone 1 à ̈ infine provvisto di un organo di bloccaggio della linguetta 11 ad azionamento manuale, che à ̈ strutturato in modo tale da poter collegare la porzione superiore 9b della linguetta in modo rigido alla porzione inferiore 9a della linguetta, così da impedire alla linguetta protettiva 9 di flettersi centralmente in modo elastico, avvicinando la porzione superiore 9b della linguetta alla porzione inferiore 9a.
Più in dettaglio, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 à ̈ strutturato in modo tale da poter rendere la linguetta protettiva 9 un corpo rigido sostanzialmente indeformabile, in modo tale che la linguetta protettiva 9 possa, a sua volta, contrastare qualsiasi oscillazione del gambetto 5 rispetto allo scafo 2.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 comprende un braccetto rigido 12 di collegamento che ha l’estremità prossimale infulcrata sulla porzione superiore 9b della linguetta, in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse C di riferimento localmente sostanzialmente perpendicolare alla superficie della linguetta protettiva 9, e si prolunga a sbalzo fino alla porzione inferiore 9a della linguetta scavalcando completamente la pieghettatura a soffietto 9c; ed un corpo a tazza 13 che à ̈ collocato stabilmente sulla porzione inferiore 9a della linguetta, ed à ̈ dotato di una cavità centrale 13a che ricalca in negativo la forma dell’estremità distale 12a del braccetto rigido 12.
Più in dettaglio, con riferimento alle figure 2 e 3, il corpo a tazza 13 à ̈ atto ad accogliere l’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 all’interno della propria cavità centrale 13a, ed à ̈ dotato lateralmente di una fenditura passante 13b che si congiunge con l’apertura principale del corpo a tazza 13, ed à ̈ sagomata in modo tale da permette all’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 di entrare ed uscire dal corpo a tazza 13 spostandosi grosso modo perpendicolarmente alla parete laterale del corpo a tazza 13, in seguito alla rotazione del braccetto rigido 12 attorno all’asse C.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il corpo a tazza 13 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, realizzato in pezzo unico con la porzione inferiore 9a della linguetta.
In aggiunta a quanto sopra scritto, l’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 può essere sagomata in modo tale da realizzare un accoppiamento a coda di rondine con il corpo a tazza 13, in modo tale che il corpo a tazza 13 sia in grado di accogliere ed intrappolare stabilmente l’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 all’interno della propria cavità centrale 13a, in modo tale da impedire l’eventuale estrazione dell’estremità distale 12a del braccio attraverso l’apertura principale del corpo a tazza 13.
In questo caso, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 à ̈ in grado di impedire alla porzione superiore 9b della linguetta protettiva 9 qualsiasi spostamento rispetto alla porzione inferiore 9a, sia esso derivante da una flessione della linguetta protettiva 9 con conseguente avvicinamento della porzione superiore 9b alla porzione inferiore 9a, oppure derivante da una divaricazione della linguetta protettiva 9 con conseguente allontanamento della porzione superiore 9b dalla porzione inferiore 9a.
Il braccetto rigido 12, invece, à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, realizzato in materiale plastico; à ̈ fissato alla linguetta protettiva 9 in modo tale che l’asse C di rotazione sia preferibilmente, ma non necessariamente, disposto sostanzialmente complanare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone; e si estende a cavallo della pieghettatura a soffietto 9c della linguetta protettiva 9 mantenendosi sostanzialmente complanare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone, in modo tale che l’estremità distale 12a del braccetto possa oscillare attorno all’asse C rimanendo su di un piano di riferimento localmente perpendicolare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato, il braccetto rigido 12 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, incernierato alla linguetta protettiva 9 mediante una vite 14 di collegamento in materiale metallico che si estende coassiale all’asse C e funge da perno di supporto ed articolazione.
Con riferimento alla figura 1, lo scarpone 1 à ̈ infine preferibilmente, ma non necessariamente, provvisto anche di un dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 ad azionamento manuale che, a scelta ed alternativamente, à ̈ in grado di bloccare rigidamente il gambetto 5 allo scafo 2 in modo tale da impedire qualsiasi movimento relativo tra i due elementi; di agganciare il gambetto 5 allo scafo 2 in modo tale da permettere solamente oscillazioni positive del gambetto 5 attorno all’asse A che, a partire da una posizione di riposo prestabilita, avvicinano il gambetto 5 alla punta dello scafo 2 dello scarpone 1; oppure di svincolare il gambetto 5 dallo scafo 2 in modo tale da permettere al gambetto 5 di poter oscillare liberamente attorno all’asse A sia in avanti che indietro.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato il dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 comprende:
- una piastra di supporto 16 superiore che à ̈ fissata sulla superficie esterna del gambetto 5 in corrispondenza della parte inferiore del polpaccio, ossia immediatamente al disopra della zona dello scafo 2 che copre il tallone del piede;
- una piastra di ancoraggio 17 inferiore che à ̈ fissata in modo rigido sullo scafo 2 al disotto della piastra di supporto 16, ovvero in corrispondenza della zona dello scafo 2 che copre il tallone del piede; ed infine
- una leva di aggancio 18 che giace sostanzialmente sul piano longitudinale di mezzeria dello scarpone, à ̈ incernierata sulla piastra di supporto 16 in corrispondenza dell’estremità prossimale, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse D localmente sostanzialmente parallelo all’asse A rimanendo sempre sul piano longitudinale di mezzeria dello scarpone, ed ha l’estremità distale sagomata in modo tale da potersi agganciare in modo rigido e stabile, ma facilmente rilasciabile, alla piastra di ancoraggio 17 così da vincolare il gambetto 5 in modo rigido allo scafo 2.
Il funzionamento dello scarpone 1 Ã ̈ facilmente desumibile da quanto sopra descritto, e non necessita quindi di ulteriori spiegazioni.
Per quanto riguarda invece l’organo di bloccaggio della linguetta 11, il braccetto rigido 12 può essere ruotato manualmente attorno all’asse C tra una prima posizione operativa (vedi figure 1 e 2) in cui l’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 à ̈ inserita all’interno della cavità centrale 13a del corpo a tazza 13 (vedi figura 2), ed una seconda posizione operativa (vedi figura 3) in cui l’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 à ̈ posizionata al di fuori del corpo a tazza 13.
Quando il braccetto rigido 12 à ̈ nella prima posizione operativa, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 à ̈ in grado di impedire alla porzione superiore 9b della linguetta protettiva 9 di flettersi in avanti verso la porzione inferiore 9a della medesima linguetta, contrastando quindi eventuali oscillazioni positive del gambetto 5. Mentre se il braccetto rigido 12 viene posizionato nella seconda posizione operativa, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 non ostacola la flessione della linguetta protettiva 9 e consente quindi alla porzione superiore 9b della linguetta protettiva 9 di flettere in avanti verso la porzione inferiore 9a sotto la spinta del gambetto 5, assecondando le eventuali oscillazioni del gambetto 5.
Ovviamente, se l’estremità distale 12a del braccetto rigido 12 à ̈ sagomata in modo tale da realizzare un accoppiamento a coda di rondine con il corpo a tazza 13, quando il braccetto rigido 12 à ̈ nella prima posizione operativa, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 à ̈ in grado anche di impedire alla porzione superiore 9b della linguetta protettiva 9 di flettersi indietro, ossia vero il tallone.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura dello scarpone 1 sono notevoli. In primo luogo, grazie alla presenza dell’organo di bloccaggio della linguetta 11, lo sciatore non à ̈ più obbligato ad utilizzare, e quindi a portare con sé, due diversi modelli di linguetta protettiva, uno dotato della pieghettatura a soffietto e l’altro invece privo della pieghettatura a soffietto.
Inoltre, l’eventuale presenza anche del dispositivo di bloccaggio del gambetto 15 offre all’utilizzatore una duplice possibilità di regolazione della rigidità strutturale dello scarpone 1: in questo caso, infatti, à ̈ possibile combinare gli effetti dell’organo di bloccaggio della linguetta 11 con quelli del dispositivo di bloccaggio del gambetto 15.
Infine, l’organo di bloccaggio della linguetta 11 si presta ad essere facilmente integrato anche negli scarponi da scialpinismo o Telemark già in commercio mediante la sostituzione della linguetta protettiva di primo equipaggiamento.
Risulta infine chiaro che allo scarpone 1 da scialpinismo o Telemark qui descritto ed illustrato possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, anziché essere infulcrato sulla porzione superiore 9b della linguetta, il braccetto rigido 12 di collegamento può avere l’estremità prossimale infulcrata sulla porzione inferiore 9a della linguetta. In questo caso, ovviamente, il braccetto rigido 12 si prolungherebbe a sbalzo fino alla porzione superiore 9b della linguetta scavalcando completamente la pieghettatura a soffietto 9c; mentre il corpo a tazza 13 à ̈ collocato sulla porzione superiore 9b della linguetta protettiva 9.
Ed ancora, in una diversa forma di realizzazione, anziché essere incernierata sullo scafo 2, al disopra della zona metatarsica del piede, la porzione inferiore 9a della linguetta protettiva 9 può essere infulcrata sul fianco laterale interno dello scafo 2, sempre grosso modo in corrispondenza della porzione metatarsica del piede, in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di riferimento localmente perpendicolare alla superficie esterna dello scafo 2.
In questo caso, quindi, la linguetta protettiva 9 Ã ̈ in grado di allontanarsi dalla fenditura longitudinale 2a dello scafo 2, scivolando sul fianco laterale interno dello scafo 2.

Claims (12)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Scarpone da sci (1) comprendente uno scafo (2) rigido che à ̈ sagomato in modo tale da accogliere il piede dell’utilizzatore, ed un gambetto (5) rigido che à ̈ incernierato sullo scafo (2) in modo tale da poter ruotare attorno ad un primo asse di riferimento (A) sostanzialmente coincidente con l’asse di articolazione della caviglia dell’utilizzatore, ed à ̈ sagomato in modo tale da cingere la caviglia dell’utilizzatore; lo scarpone (1) essendo inoltre provvisto di una linguetta protettiva (9) esterna di forma oblunga che à ̈ posizionata in appoggio sullo scafo (2), a copertura di una fenditura longitudinale (2a) passante che si estende lungo la parte superiore dello scafo (2) che sovrasta e ricopre il collo del piede, rimanendo sostanzialmente complanare al piano longitudinale di mezzeria dello scarpone; la linguetta protettiva (9) essendo ripiegata sostanzialmente ad L in modo tale che una porzione inferiore della linguetta (9a) si estenda al disopra dello scafo (2), a copertura del tratto iniziale della fenditura longitudinale (2a) dello scafo che si estende al disopra del collo del piede, ed in modo tale che una porzione superiore della linguetta (9b) si estenda al disopra dello scafo (2), a copertura del tratto finale della fenditura longitudinale (2a) dello scafo che si estende sostanzialmente al disopra della tibia; la linguetta protettiva (9) essendo strutturata in modo tale che la porzione inferiore (9a) e la porzione superiore della linguetta (9b) siano entrambe sostanzialmente rigide ed indeformabili, ed essendo inoltre provvista di una porzione intermedia (9c) elasticamente deformabile che raccorda tra loro la porzione inferiore (9a) e la porzione superiore della linguetta (9b), ed à ̈ strutturata in modo tale da consentire alla linguetta protettiva (9) di flettere in modo elastico in corrispondenza del gomito centrale; lo scarpone da sci (1) essendo caratterizzato dal fatto di comprendere inoltre mezzi di bloccaggio della linguetta (11) i quali sono selettivamente atti a collegare rigidamente tra loro la porzione inferiore (9a) e la porzione superiore della linguetta (9b), in modo tale da impedire alla porzione superiore della linguetta (9b) di flettere verso la porzione inferiore della linguetta (9a).
  2. 2. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio della linguetta (11) sono strutturati in modo tale da collegare rigidamente tra loro la porzione inferiore (9a) e la porzione superiore della linguetta (9b), in modo tale da impedire qualsiasi spostamento della porzione superiore della linguetta (9b) rispetto alla porzione inferiore della linguetta (9a).
  3. 3. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio della linguetta (11) comprendono un braccetto rigido (12) di collegamento che ha l’estremità prossimale infulcrata sulla porzione superiore della linguetta (9b) in modo tale da poter ruotare attorno ad un secondo asse di riferimento (C), e si prolunga a sbalzo fino alla porzione inferiore della linguetta (9a) scavalcando completamente la porzione intermedia (9c) elasticamente deformabile, ed un corpo a tazza (13) che à ̈ collocato stabilmente sulla porzione inferiore della linguetta (9a), ed à ̈ dotato di una cavità centrale (13a) che à ̈ atta ad accogliere l’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12); detto corpo a tazza (13) essendo inoltre lateralmente provvisto di una fenditura passante (13b) che à ̈ sagomata in modo tale da permette all’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12) di entrare ed uscire dal corpo a tazza (13) in seguito alla rotazione del braccetto rigido (12) attorno a detto secondo asse di riferimento (C).
  4. 4. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato dal fatto che detti mezzi di bloccaggio della linguetta (11) comprendono un braccetto rigido (12) di collegamento che ha l’estremità prossimale infulcrata sulla porzione inferiore della linguetta (9a) in modo tale da poter ruotare attorno ad un secondo asse di riferimento (C), e si prolunga a sbalzo fino alla porzione superiore della linguetta (9b) scavalcando completamente la porzione intermedia (9c) elasticamente deformabile, ed un corpo a tazza (13) che à ̈ collocato stabilmente sulla porzione superiore della linguetta (9b), ed à ̈ dotato di una cavità centrale (13a) che à ̈ atta ad accogliere l’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12); detto corpo a tazza (13) essendo inoltre lateralmente provvisto di una fenditura passante (13B) che à ̈ sagomata in modo tale da permette all’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12) di entrare ed uscire dal corpo a tazza (13) in seguito alla rotazione del braccetto rigido (12) attorno a detto secondo asse di riferimento (C).
  5. 5. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzato dal fatto che detto secondo asse di riferimento (C) Ã ̈ localmente sostanzialmente perpendicolare alla superficie della linguetta protettiva (9).
  6. 6. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 3, 4 o 5, caratterizzato dal fatto che la forma della cavità centrale (13a) del corpo a tazza (13) ricalca in negativo la forma dell’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12).
  7. 7. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 6, caratterizzato dal fatto che l’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12) à ̈ sagomata in modo tale da realizzare un accoppiamento a coda di rondine con il corpo a tazza (13), in modo tale che il corpo a tazza (13) sia in grado di accogliere ed intrappolare stabilmente l’estremità distale (12a) del braccetto rigido (12) all’interno della propria cavità centrale (13a).
  8. 8. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 3 a 7, caratterizzato dal fatto che il corpo a tazza (13) Ã ̈ realizzato in pezzo unico con la linguetta protettiva (9).
  9. 9. Scarpone da sci secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto di comprendere anche un dispositivo di bloccaggio del gambetto (15) che, a scelta ed alternativamente, Ã ̈ in grado di bloccare rigidamente il gambetto (5) allo scafo (2) in modo tale da impedire qualsiasi movimento relativo tra i due elementi; di agganciare il gambetto (5) allo scafo (2) in modo tale da permettere solamente oscillazioni del gambetto (5) attorno a detto primo asse di riferimento (A), che, a partire da una posizione di riposo prestabilita, avvicinano il gambetto (5) alla punta dello scafo (2); oppure di svincolare il gambetto (5) dallo scafo (2) in modo tale da permettere al gambetto (5) di poter oscillare liberamente attorno a detto primo asse di riferimento (A) sia in avanti che indietro.
  10. 10. Scarpone da montagna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l’estremità della porzione inferiore della linguetta (9a) à ̈ incernierata direttamente sullo scafo (2), al disopra della zona metatarsica del piede, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un terzo asse di riferimento (B) localmente sostanzialmente parallelo a detto primo asse di riferimento (A).
  11. 11. Scarpone da montagna secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che lo scafo (2), il gambetto (5) e la linguetta protettiva (9) sono realizzati in materiale plastico.
  12. 12. Scarpone da sci secondo la rivendicazione 11, caratterizzato dal fatto che la porzione intermedia (9c) della linguetta protettiva (9) à ̈ costituita da una pieghettatura a soffietto (9c) a deformazione programmata, che si estende da un fianco all’altro della linguetta protettiva (9), grosso modo all’altezza dell’attaccatura della Tibia all’Astragalo del piede.
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