ITTV980167A1 - Struttura di dispositivo di frenatura, particolarmente per pattini. - Google Patents

Struttura di dispositivo di frenatura, particolarmente per pattini. Download PDF

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Description

"STRUTTURA DI DISPOSITIVO DI FRENATURA, PARTICOLARMENTE PER PAT-TINI"
D E S C R I Z I O N E
La presente domanda ha per oggetto una struttura di dispositivo di frenatura, particolarmente utilizzabile per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo il quale risulta a sua volta associato ad un telaio di supporto per due ο più ruote. Oggigiorno nei pattini a rotelle di tipo noto, siano essi costituiti da una calzatura associata ad un supporto per due coppie di ruote disposte parallelamente tra loro o da una calzatura associata ad un telaio di supporto per dueo più ruote disposte in linea, risulta sentito il problema di conseguire la frenatura delle ruote stesse per potersi regolare la velocità del pattino stesso. E' noto quindi l'utilizzo di predisposti tasselli o tamponi, realizzati usualmente in gomma, disposti in corrispondenza della zona della punta o del tacco della calzatura; quando l'utilizzatore impone una inclinazione alla calzatura, in avanti o all'indietro, si ha che l'estremità libera dei tasselli o tamponi viene ad interagire con il terreno e quindi si consegue la frenatura. Tali soluzioni però risultano essere non ottimali in quanto richiedono, da parte dell 'utilizzatore, l 'imposizione di una rotazione della calzatura, e quindi del telaio ad essa associata, in corrispondenza della punta o del tacco, ciò potendo eesere causa di perdite di equilibrio con conseguenti cadute. E' anche noto il brevetto US 1.402.010 in cui è illustrato un pattino a rotelle presentante una fascia, serrabile sulla gamba dell 'utilizzatore al di sopra della zona dei malleoli, alla quale è interconnessa una astina. Quest 'ultima risulta avvolgere posteriormente la gamba ed è quindi curvata ad interessare lateralmente la stessa sino ad essere alle estremità associata, nella zona dei malleoli, ad un leverismo articolato ad una struttura sporgente dal telaio di supporto per le ruote. Tale leverismo sporge posteriormente al telaio ed è raccordato ad una piastra circa controsagomata alla curvatura di parte di una sottostante, ed affacciata, ruota. Tale soluzione non è scevra da inconvenienti: innanzitutto si riscontra la definizione di un moto relativo tra la fascia e la gamba durante tutta la pratica sportiva, questo non rendendone confortevole l 'impiego a causa del continuo sfregamento della fascia sulla gamba. L'attivazione della piastra si consegue inoltre ogni qualvolta l 'utilizzatore piega la gamba all 'indietro oltre un determinato angolo, senza effettive ed agevoli possibilità di variare tale condizione. Ogni utilizzatore inoltre ha una sua determinata conformazione della gamba conseguendosi cosi la frenata per angoli di rotazione diversi a parità di lunghezza dell'astina. Quest.‘ultima inoltre insiste nella zona dei malleoli, ciò patendo arrecare fastidio o potendo essere causa di urti accidentali.
A parziale soluzione di tale inconveniente è noto il brevetto americano US 4.275.895 nel quale è illustrato un freno per pattini, presentanti due coppie di ruote parallele tra loro, il quale agisce in corrispondenza delle ruote posteriori. Tale freno è costituito da una pattella associata posteriormente alla calzatura alla quale risulta posteriormente associata una lamina fulcrata in corrispondenza del telaio di supporto per la calzatura. Tale lamina presenta, in corrispondenza dell'estremità libera, un elemento trasversale su cui è ricavata, alle estremità laterali, una coppia di elementi conformati a "C" i quali interagiscono, a seguito di una rotazione all'indietro imposta alla pattella, con le ruote posteriori ad essi affacciate nel senso di interagire con la superficie volvente delle medesime.
Anche tale soluzione presenta però degli inconvenienti; essa risulta infatti strutturalmente complessa risultando quindi di difficile industrializzazione; inoltre la medesima prevede la presenza di predisposte molle atte a consentire il riposizionamento della pattella nella condizione di non interazione della coppia di elementi conformati a “C" con le ruote, ciò incrementando ulteriormente la complessità strutturale. Inoltre la conformazione strutturale del freno fa si che la coppia di elementi a "C" vengano ad interagire con la ruota anche ad una minima rotazione all'indietro imposta alla pattella e quindi anche per movimenti involontari, ciò creando frenate non volute e quindi possibili situazioni di perdita di equilibrio o mancanza di coordinamento.
E' anche noto il brevetto US 4.300.781 inerente un dispositivo di frenatura per pattini comprendenti coppie di ruote disposte parallelamente tra loro. E' quindi compreso un freno costituito da una lamina, trasversalmente fulcrata in corrispondenza dell'estremità posteriore del telaio di supporto per una calzatura, alle cui estremità sono associati dei tamponi affacciati alla superficie volvente della coppia di ruote posteriori.
La attivazione del freno avviene mediante l'utilizzo di un cavetto atto ad imporre una rotazione, in contrasto con una molla associata al supporto per la coppia di ruote anteriori, alla lamina cosi da portare i tamponi a contatto con la superficie volvente della coppia di ruote posteriori. La attivazione di tale cavetto è possibile tramite degli anelli o maniglie associati ad una fascia cbe può essere posizionata, grazie alla presenza di mezzi di connessione temporanea, sugli arti inferiori dell'utilizzatore. Tale soluzione presenta però notevoli inconvenienti: innanzitutto la attivazione del freno può portare a possibili perdite di equilibrio durante la pratica sportiva, in quanto l'utilizzatore non assume con il corpo una posizione idonea a controllare la repentina riduzione di velocità; infatti nell'attivazione del freno è interessata esclusivamente la mano del pattinatore. Inoltre, dato che la pratica sportiva può avvenire calzando dei pantaloni, vi è la possibilità che all'atto della trazione operata sugli anelli la fascia scivoli sui pantaloni o trascini gli stessi a scorrere sulla gamba, vanificando l'azione di frenatura. Inoltre si ha la presenza di un cavo, libero, che oltre ad essere di impaccio al pattinatore, può impigliarsi accidentalmente durante la corsa tanto più che la coordinazione del movimento braccio-gambe porta queste ultime a disporsi ritmicamente lateralmente verso la parte esterna.
La stessa richiedente è inoltre titolare della domanda TV98A000105 in cui è illustrata una struttura di dispositivo di frenatura, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio di supporto per due o più ruote, comprendente una fascetta morbida che interconnette il gambale ad un elemento frenante fulcrato folle a detto telaio in corrispondenza dell'asse di fulcraggio dell'ultima ruota; la fascetta risulta, ad una prima estremità, associata al gambale, quindi rinviata su un mezzo fissato allo scafo, fatta scorrere su di esso e/o sulla superficie di una scarpetta interna ed interconnessa ad una seconda estremità ad una appendice sporgente dall'elemento frenante in una zona soprastante l'ultima ruota; l'elemento frenante risulta oscillare in contrasto con almeno un elemento elasticamente deformabile. Anche tale soluzione presenta degli inconvenienti, in quanto il percorso effettuato dalla fascetta morbida presenta molte curve che rendono molto basso il rendimento complessivo del dispositivo; infatti la presenza di tali curve comporta il dissipamento, sotto forma di attrito, della maggior parte della forza applicata dall'utilizzatore sul gambale.
Compito principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di eliminare gli inconvenienti sopra lamentati in tipi noti escogitando un dispositivo di frenatura per pattini che risulti molto efficiente dal punto di vista funzionale nonché strutturalmente molto semplice e di facile industrializzazione. Nell'ambito del compito sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un dispositivo di frenatura che presenti una elevata efficacia nella trasmissione delle forze dal gambale all’elemento frenante.
Ancora uno scopo è quello di realizzare un dispositivo la cui attivazione possa esser conseguita dall'utilizzatore in caso di effettiva necessità e non risulti quindi accidentale.
Ancora un importante scopo è quello di realizzare un dispositivo di frenatura che possa essere attivato in modo rapido semplice e sicuro da parte dell'utilizzatore, senza che questi debba fare movimenti, ad esempio con le mani, che ne pregiudichino l'equilibrio o la coordinazione. Non ultimo scopo è quello di ottenere un dispositivo che alle caratteristiche precedenti accomunì quella di risultare affidabile e sicuro nell’uso, il medesimo presentando costi realizzativi contenuti ed essendo applicabile anche a pattini di tipo noto.
Il compito e gli scopi sopra accennati nonché altri che più chiaramente appariranno in seguito vengono raggiunti da una struttura di dispositivo di frenatura, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio di supporto per due o più ruote, e comprendente almeno un elemento di trazione ad una estremità interconnesso ad una appendice sporgente da un elemento frenante posto in una zona attigua detta ultima ruota ed oscillante in contrasto con almeno un elemento elasticamente deformabile, che si caratterizza per il fatto che detto almeno un elemento di trazione è associato all'altra estremità con una o più leve operativamente interagenti con detto gambale ed atte a conseguire il recupero di detto elemento di trazione stesso ad una oscillazione all'indiet.ro di detto gambale stesso che attiva detto elemento frenante.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una particolare forma realizzativa, illustrata a titolo indicativo nella allegata tavola di disegni in cui:
la fig.1 illustra, in una vista laterale parzialmente sezionata, la struttura di dispositivo di frenatura associata al pattino; la fig. 2 illustra, in un esploso, i componenti la struttura di dispositivo di frenatura;
la fig. 3 illustra, in una ulteriore vista laterale parzialmente sezionata, una variante per la struttura di dispositivo di frenatura.
Con riferimento alle figure precedentemente citate, si è indicata con il numero 1 la struttura di dispositivo di frenatura la quale risulta essere particolarmente utilizzabile per pattini, indicati con il numero 2.
Questi ultimi risultano comprendere una calzatura 3 composta da un gambale 4, avvolgente la zona latero-posteriore della gamba dell'utilizzatore, il quale risulta articolato ad uno scafo 5 a cui risulta inferiormente associato un telaio 6, presentante una sezione ad "U" rovesciata, di supporto per due o più ruote, indicate con il numero 7 ed eventualmente disposte in linea tra loro.
E' prevista la apposizione di predisposte e note leve, non indicate, di serraggio per il gambale 4 e lo scafo 5, nonché di una scarpetta morbida contenuta entro il gambale 4 e/o lo scafo 5, anch'essa non indicata in quanto nota al tecnico del ramo.
La struttura di dispositivo di frenatura risulta comprendere almeno un elemento di trazione, indicato globalmente con il numero 8, costituito preferibilmente da una fascetta od un cavetto.
Tale elemento di trazione presenta una prima estremità 9, la quale risulta associata ad un elemento frenante 11 costituito da un supporto 12, conformato essenzialmente a C, le cui prime ali 13a e 13b risultano vantaggiosamente fulcrate in corrispondenza di un secondo perno 14 di fulcraggio per l'ultima ruota 7, a tale supporto 12 essendo associato un tampone 15 interagente con una superficie frenante costituita ad esempio dal terreno o da una o più zone di una o più ruote; in direzione di detto telaio sporge una appendice 16, soprastante l'ultima ruota.
All'elemento frenante 11 è consentita una oscillazione in contrasto con un elemento elasticamente deformabile quale una prima molla 17 alle estremità vincolata in corrispondenza dell'estremata' di detta appendice ed al telaio 6 o scafo 5.
Vantaggiosamente la prima estremità 9 dell'elemento di trazione risulta associata in corrispondenza di un primo perno di regolazione 10 girevolmente associato in corrispondenza di una predisposta sede ottenuta sull'elemento frenante 11; il primo perno 10 consente la regolazione della lunghezza utile dell'elemento di trazione 8.
L'elemento di trazione 8 fuoriesce esternamente alla appendice 16 attraverso una prima feritoia 19 ricavata sulla stessa; la fascetta viene quindi fatta passare attraverso una seconda feritoia 20 inferiormente alla appendice, quindi interessa la estremità terminale 21 della appendice per poi interessare la superficie laterale esterna dello scafo; la fascetta viene poi fatta entrare e fuoriuscire dallo scafo, preferibilmente in corrispondenza di terze aperture 22a, 22b ottenute attigue tra loro in una zona prossima il tallone dell'utilizzatore.
Alternativamente la fuoriscita dallo scafo può avvenire in corrispondenza del bordo perimetrale superiore dello stesso.
L'elemento di trazione 8 presenta quindi una seconda estremità 18 la quale risulta associata ad un terzo perno 40 vincolato a sua volta in una zona mediana di una prima leva o biella 23; quest'ultima risulta ad una estremità fulcrata folle ad una coppia di seconde ali 24 sporgenti inferiormente e parallelamente tra loro da una prima basetta 25 vincolata posteriormente allo scafo 5; vantaggiosamente tale basetta presenta superiormente una coppia di terze ali 26 tra cui è girevolmente associato folle, mediante un sesto perno 43, un rullo 27 di rinvio per la fascetta 8, senza che quindi la stessa debba essere fatta rientrare ed uscire dallo scafo.
All'altra estremità la prima leva 23 è articolata, mediante un quarto perno 41, alla corrispondente estremità di una seconda leva 28 a sua volta fulcrata folle all'altra estremità, mediante un settimo perno 44, ad una coppia di quarte ali 29 sporgenti da una seconda basetta 30 vincolata posteriormente al gambale 4.
Coassialmente al quarto perno 41 è posta una seconda molla 31 atta a forzare il posizionamento della prima e della seconda leva o biella a ridosso dello scafo 5.
Come già osservato, la struttura può comprendere inoltre la possibilità di tensionare o regolare la lunghezza della fascetta essendo presente, sulla testa del primo perno 10 di regolazione. una corona dentata 32 interagente con un arpione 33 fulcrato, mediante un quinto perno 42, esternamente al supporto 12; una terza molla 34 forza l'arpione a contatto con la corona dentata nel senso di impedirne la rotazione a seguito di un parziale avvolgimento della fascetta sul primo perno 10; la disattivazione di tale regolazione si ha semplicemente agendo sulla estremità dell'arpione non interagente con la corona dentata.
L'utilizzo del ritrovato risulta essere il seguente: durante la attività sportiva, e quindi qualora al gambale venga impressa una inclinazione in avanti, si ha che l'elemento di trazione 8 non risulta soggetto ad alcun tensionamento.
Quando invece l'utilizzatore impone al gambale una inclinazione all'indietro oltre un angolo predeterminato si ha che la prima e la seconda biella sono portate ad allontanarsi dallo scafo 5 trascinando cosi, tramite il terzo perno 40, anche la seconda estremità 18 dell'elemento di trazione 8, ed imponendo a quest'ultimo un tensionamento.
Viene cosi ad essere forzato il tampone frenante 15 a contatto con la superficie frenante, quale il suolo.
Una volta cessata l'esigenza di effettuare la frenata, il riposizionamento del gambale in una posizione eretta porta la prima e la seconda biella a ridosso dello scafo 5, la presenza della prima molla 17 consentendo l'allontanamento del tampone 15 dalla superficie frenante costituita in questa forma realìzzativa dal suolo.
Si è constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati essendosi conseguita una struttura di dispositivo di frenatura che risulta attivabile dall'utilizzatore ad un predeterminabile angolo di rotazione all'indietro del gambale essendo al contempo notevolmente diminuita, rispetto alla tecnica nota citata, la quantità di energia dissipata a causa degli attriti; pertanto lo sforzo che l'utilizzatore dovrà applicare sarà inferiore. La presenza della prima e seconda biella inoltre consente di recuperare, nella fase di inclinazione all'indietro del gambale, una notevole quantità utile di fascetta, migliorando l'efficenza della frenata. Infine sia l'attivazione che la disattivazione dell'elemento frenante risultano conseguibili in modo assai semplice, permettendo all'utilizzatore di assumere una posizione idonea per controllare la frenata e quindi mantenendo la condizione ottimale di equilibrio e la coordinazione nei movimenti braccio-gambe. Il trovato risulta inoltre strutturalmente semplice e di facile industrializzazione, il medesimo potendo anche essere applicato a pattini di tipo noto in modo agevole. Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del medesimo concetto inventivo. Cosi, ad esempio, la regolazione della lunghezza utile della fascetta può essere ottenuta direttamente in corrispondenza della prima leva o biella 23 presentando la medesima, come illustrato in figura 3, una cremagliera 35 a cui interconnettere selettivamente la seconda estremità 18 della fascetta 8.
Naturalmente i materiali nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti la struttura potranno essere i ρίύ pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (2)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Struttura di dispositivo di frenatura, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio di supporto per due o più ruote, e comprendente almeno un elemento di trazione ad una estremità interconnesso ad una appendice sporgente da un elemento frenante posto in una zona attigua detta ultima ruota ed oscillante in contrasto con almeno un elemento elasticamente deformabile, che si caratterizza per il fatto che detto almeno un elemento di trazione è associato all'altra estremità con una o più leve operativamente interagenti con detto gambale ed atte a conseguire il recupero di detto elemento di trazione stesso ad una oscillazione all'indietro di detto gambale stesso che attiva detto elemento frenante.
  2. 2) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il fatto che detto almeno un elemento di trazione è costituito preferibilmente da una fascetta od un cavetto presentanti una prima estremità associata ad un elemento frenante costituito da un supporto, conformato essenzialmente a C, le cui prime ali risultano vantaggiosamente fulcrate in corrispondenza di un secondo perno di fulcraggio per l'ultima ruota, a detto supporto essendo associato un tampone interagente con una superficie frenante e sporgendo, in direzione di detto telaio, una appendice, soprastante l'ultima ruota, a detto elemento frenante essendo consentita una oscillazione in contrasto con un elemento elasticernente deformabile quale una prima molla alle estremità vincolata in corrispondenza dell’estremità di detta appendice e a detti telaio o scafo. 3} Struttura come alle rivendicazioni 1 e 2 che si caratterizza per il fatto che detto elemento di trazione fuoriesce esternamente e rientra internamente a detta appendice attraverso una prima ed seconda feritoia, quindi interessa la estremità terminale di detta appendice per poi interessare la superficie laterale esterna di detto scafo, detto elemento di trazione essendo poi fatto entrare e fuoriuscire da detto scafo ed associato, in corrispondenza della seconda estremità ad un terzo perno vincolato a sua volta in una zona mediana di una prima leva o biella. 4) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 3 che si caratterizza per il fatto che detta prima leva o biella risulta ad una etremita fulcrata folle ad una coppia di seconde ali sporgenti inferiormente e parallelamente tra loro da una prima basetta vincolata posteriormente a detto scafo, vantaggiosamente detta basetta presentando superiormente una coppia di terze ali tra cui è girevolmente associato folle, mediante un sesto perno,un rullo di rinvio per detto elemento di trazione, 5) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 4 che si caratterizza per il fatto che all'altra estremità di detta prima leva o biella è articolata, mediante un quarto perno, la corrispondente estremità di una seconda leva o biella a sua volta fulcrata folle all'altra estremità, mediante un settimo perno, ad una coppia di quarte ali sporgenti da una seconda basetta vincolata posteriormente a detto gambale. 6) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 5 che si caratterizza per il fatto che coassialmente a detto quarto perno è posta una seconda molla atta a forzare il posizionamento di dette prima e seconda leva o biella a ridosso di detto scafo. 7) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che detta prima estremità di detto elemento di trazione è associata in corrispondenza di un primo perno di regolazione girevolmente associato in corrispondenza di una predisposta sede ottenuta su detto elemento frenate, e comprendente un mezzo atto a tensionare o regolare la lunghezza di detto elemento di trazione, detto mezzo essendo costituito da una corona dentata presente sulla testa di detto primo perno di regolazione, con detta corona dentata interagendo una estremità di un arpione fulcrato, mediante un quinto perno, esternamente a detto supporto, una terza molla forzando detto arpione a contatto con detta corona dentata nel senso di impedirne la rotazione a seguito di un parziale avvolgimento di detto elemento di trazione su detto primo perno. 8) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto ad una una inclinazione all'indietro imposta a detto gambale oltre un angolo predeterminato si ha che detto elemento di trazione risulta soggetto ad una tensione imposta da dette prima e seconda biella che si allontanano da detto scafo, forzando detto tampone a contatto con detta superficie frenante. 9) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 8 che si caratterizza per il fatto che una volta cessata l'esigenza di effettuare la frenata, il riposizionamento di detto gambale in una posizione eretta portando dette prima e seconda biella a ridosso di detto scafo. 10) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 9 che si caratterizza per il fatto che la presenza di detta prima molla consente l'allontanamento di detto tampone da detta superficie frenante. 11) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che a detta prima leva o biella è associata una cremagliera a cui interconnettere selettivamente detta seconda estremità di detto elemento di trazione. 12) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per quanto descritto ed illustrato nelle allegate tavole di disegni.
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