ITTV940095A1 - Struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini. - Google Patents

Struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini. Download PDF

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Abstract

In presente domanda ha per oggetto una struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio a cui sono fulcrate due o più ruote, a detto gambale essendo connesso almeno un elemento astiforme.L'elemento astiforme, risulta scorrevolmente associato in corrispondenza di una sede, facente funzione di guida, ricavata su detto telaio o su di un supporto a quest'ultimo associato.

Description

"STRUTTURA DI DISPOSITIVO FRENANTE, PARTICOLARMENTE PER PATTINI.
RIASSUNTO
La presente domanda ha per oggetto una struttura.di dispositivo frenante, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio a cui sono fulcrate due o più ruote, a detto gambale essendo connesso almeno un elemento astiforme.
L'elemento astiforme risulta scorrevolmente associato in corrispondenza di una sede, facente funzione di guida, ricavata su detto telaio o su di un supporto a quest’ultimo associato.
DESCRIZIONE
La presente domanda ha per oggetto una struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini. Oggi giorno nei pa -tini a rotelle di tipo noto, siano essi costituiti da una calzatura associata ad un supporto per due coppie di ruote disposte parallelamente tra loro o da una calzatura associata ad un telaio di supporto per una o più ruote disposte in linea, risulta sentito il problema di conseguire la frenatura delle ruote stesse per potersi regolare la velocità del pattino medesimo. E'noto quindi l’utilizzo di predisposti tasselli o tamponi, realizzati usualmente in gomma, disposti in corrispondenza della zona della punta o del tacco della calzatura; quando l'utilizzatore impone una inclinazione alla calzatura, in avanti o all'indietro, si ha che l'estremità libera dei tasselli o tamponi viene ad interagire con il terreno e quindi si consegue la frenata. Tali soluzioni però risultano essere non ottimali in quanto richiedono, da parte dell'utilizzatore, l'imposizione di una rotazione della calzatura, e quindi del telaio ad essa associata, in corrispondenza della punta o del tacco, ciò potendo essere causa di perdite di equilibrio con conseguenti cadute. E'·anche noto il brevetto US 1.402.010 in cui è illustrato un pattino a rotelle presentante una fascia, serrabile sulla gamba dell'utilizzatore al di sopra della zona dei malleoli, alla quale è interconnessa una astina. Quest'ultima risulta avvolgere posteriormente la gamba ed è quindi curvata ad interessare lateralmente la stessa sino ad essere alle estremità associata, nella zona dei malleoli, ad un leverismo articolato ad una struttura sporgente dal telaio di supporto per le ruote. Tale leverismo sporge posteriormente al telaio ed è raccordato ad una piastra circa controsagomata alla curvatura di parte di una sottostante, ed affacciata, ruota. Tale soluzione non è scevra da inconvenienti: innanzitutto si riscontra la definizione di un moto relativo tra la fascia e la gamba durante tutta la pratica sportiva, questo non rendendone confortevole l'impiego a causa del continuo sfregamento della fascia sulla gamba. L'attivazione della piastra si consegue inoltre ogni qualvolta 1'utilizzatore piega la gamba all'indietro oltre un determinato angolo, senza effettive ed agevoli possibilità di variare tale condizione.Ogni utilizzatore inoltre ha una sua determinata conformazione della gamba conseguendosi così la frenata per angoli di rotazione diversi a parità di lunghezza dell'astina. Quest'ultima inoltre„insiste nella zona dei malleoli, ciò potendo arrecare fastidio o potendo essere causa di urti accidentali. Infine si riscontra una notevole usura della ruota. A parziale soluzione di tale inconveniente è noto il brevetto americano US 4.275.895 nel quale è illustrato un freno per pattini, presentanti due coppie di ruote parallele tra loro, il quale agisce in corrispondenza delle ruote posteriori.Tale freno è costituito da una pattella associata posteriormente alla calzatura alla quale risulta posteriormente associata una lamina fulcrata in spondenza del telaio di supporto per la calzatura. Tale presenta, in corrispondenza dell’estremità libera, un eleme trasversale su cui è ricavata, alle estremità laterali,una coppia di elementi conformati a "C" i quali interagiscono, a seguito di una rotazione all'indietro imposta alla pattella, con le ruote posteriori ad essi affacciate nel senso di interagire con la superficie volvente delle medesime. Anche tale soluzione presenta però degli inconvenienti: essa risulta infatti strutturalmente complessa risultando quindi di difficile industrializzazione; inoltre la medesima prevede la presenza di predisposte molle atte a consentire il riposizionamento della pattella nella condizione di non interazione della coppia di elementi conformati a "C" con le ruote, ciò incrementando ulteriormente la complessità strutturale. Inoltre la coniorinazione strutturale del freno fa si che la coppia di elementi a "C" vengano ad interagire con la ruota anche ad una minima rotazione all'indietro imposta alla pattella e quindi anche per movimenti involontari, ciò creando frenate non volute e quindi possibili situazioni di perdita di equilibrio o mancanza di coordinamento. Infine, l'interazione dell'elemento a "C" in corrispondenza della superficie volvente delle ruote porta ad una rapida usura delle stesse e quindi ad un non ottimale rotolamento che comporta necessariamente una sostituzione continua delle stesse. E' anche noto il brevetto US 4.300.781 inerente un dispositivo frenante per pattini comprendenti coppie di ruote disposte parallelamente tra loro. E'quindi compreso un freno costituito da una lamina, trasversalmente fulcrata in corrispondenza dell'estremità posteriore del telaio di supporto per una calzatura, alle cui estremità sono associati dei tamponi af ciati alla superficie volvente della coppia di ruote posteriori La attivazione del freno avviene mediante l'utilizzo di un cavetto atto ad imporre una rotazione, in contrasto con una molla associata al supporto per la coppia di ruote anteriori, alla lamina cosi da portare i tamponi a contatto con la superficie volvente della coppia di ruote posteriori. La attivazione di tale cavetto è possibile tramite degli anelli o maniglie associati ad una fascia che può essere posizionata, grazie alla presenza di mezzi di connessione temporanea, sugli arti inferiori dell'utilizzatore. Tale soluzione presenta però notevoli inconvenienti: innanzitutto la attivazione del freno può portare a possibili perdite di equilibrio durante la pratica sportiva, in quanto 1'utilizzatore non assume con il corpo una posizione idonea a controllare la repentina riduzione di velocità; infatti nell'attivazione del freno è interessata esclusivamente la inano del pattinatore. Inoltre, dato cbe la pratica sportiva può avvenire calzando dei pantaloni, vi è la possibilità che all'atto della trazione operata sugli anelli la fascia scivoli sui pantaloni o trascini gli stessi a scorrere sulla gamba, vanificando l'azione di frenatura. Inoltre si ha la presenza di un cavo, libero, che oltre ad essere di impaccio al pattinatore, può impigliarsi accidentalmente durante la corsa tanto più che la coordinazione del movimento braccio-gambe porta queste ultime a disporsi ritmicamente lateralmente verso la parte esterna. E' anche noto il brevetto US 4.033.596 nel quale è illustrata una struttura di sci a rotelle presentante, oltre a dei mezzi di aggancio per la di una calzatura, dei mezzi per conseguire la frenata, i quali sono essenzialmente costituiti da una barra, sporgente superiormente ad un telaio di appoggio per la calzatura nella zona posteriore della medesima, la quale risulta ad una estremità fulcrata trasversalmente a detto telaio e dall'altra presenta una piastra curva di appoggio per il polpaccio dell'utilizzatore. Trasversalmente e posteriormente alla barra risulta associato un quadro che, una volta imposta una rotazione all'indietro alla barra stessa, risulta interagire con le superfici volventi di una cop pia di ruote a loro volta fulcrate folli al telaio di appoggio per la calzatura. Nella ipotesi si volesse utilizzare tale soluzione per i pattini a roteile vi sarebbero gravi inconvenienti dovuti al fatto che la pratica sportiva che si effettua con un pattino comporta continue oscillazioni della gamba che possono portare ad attivazioni indesiderate dell'azione frenante. In secondo luogo la presenza della barra risulterebbe pericolosa per l'utilizzatore in quanto costituisce un corpo contundente completamente avulso dalla gamba e che potrebbe quindi essere pericoloso in caso di caduta. Inoltre la soluzione illustrata non consente di pervenire ad una graduale azione frenante. La medesima richiedente ha anche presentato un brevetto per modello di utilità n. TV92U000025 in data 29.04.1992 in cui è illustrata una struttura di dispositivo di frenatura,particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio di supporto per una o ruote. Tale struttura risulta comprendere almeno un elemento astiforme, connesso al gambale e scorrevole rispetto allo scafo, tale elemento astiforme presentando una estremità conformata a forcella interagente con una o più delle ruote oltre un predeterrainabile angolo di rotazione all'indietro del gambale. Pur risultando tale soluzione indubbiamente migliorativa e valida, essa presenta alcuni piccoli inconvenienti legati al fatto che non è facilmente conseguibile una buona progressività nell'azione freriante, essendo la stessa demandata principalmente alla abilità e sensibilità dell'utilizzatore essendo inoltre possibili deformazioni della forcella durante la frenata o impuntamenti della medesima.
Compito principale della presente domanda è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati eliminando gli inconvenienti sopra lamentati in tipi noti escogitando un dispositivo frenante che risulti strutturalmente molto semplice, di.facile industrializzazione, ed il cui azionamento sia privo di impuntamenti.
Nell'ambito del compito sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un dispositivo frenante la cui attivazione possa essere definita dall'utilizzatore in caso di effettiva necessità e non risulti quindi accidentale potendosi al contempo preservare i componenti da possibili deformazioni durante l'uso.
Non ultimo scopo è quello di ottenere un dispositivo che alle caratteristiche precedenti accomuni quella di risultare affidabile e sicuro nell'uso, il medesimo presentando costi realizzativi contenuti.ed essendo applicabile anche a pattini di tipo noto.
Il compito e gli scopi sopra accennati nonché altri che più chiaramente appariranno in seguito vengono raggiunti da una struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio a cui sono fulcrate due o più ruote, a detto gambale essendo connesso almeno un elemento astiforme , che si caratterizza per il fatto che detto almeno un elemento astiforme è scorrevolmente associato in corrispondenza di una sede, facente funzione di guida, ricavata su detto telaio o su di un supporto associato a detto telaio o a detto scafo, detto almeno un elemento astiforme essendo operativamente connesso ad un freno interagente con il suolo ad una rotazione all'indietro imposta a detto gambale.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune particolari forme realizzative, illustrate a titolo indicativo nella allegata tavola di disegni in cui:
la fig. 1 illustra, in una vista laterale, la struttura di dispositivo frenante associata al pattino nella condizione di non attivazione;
la fig. 2 illustra, in una vista laterale, una ulteriore oluzione per la struttura nella condizione di non attivazione;
la fig.3 illustra la soluzione di cui alla figura precedente nella condizione di attivazione;
la fig. 4 illustra, in una vista laterale, una ulteriore soluzione per la struttura nella condizione di non attivazione;
la fig. 5 illustra la soluzione di cui alla figura precedente nella condizione di attivazione.
Con riferimento alle figure precedentemente citate, si è indicata con il numero 1 la struttura di dispositivo frenante la quale risulta essere particolarmente utilizzabile per pattini, indicati con il numero 2 comprendenti una calzatura 3 composta da un gambale 4, avvolgente la zona latero posteriore della gamba dell'utilizzatore, il quale risulta articolato ad uno scafo 5.
Inferiormente a quest'ultimo risulta inferiormente associato un telaio 6, conformato ad U, tra le cui ali sono fulcrate due o più ruote, indicate con il numero 7 ed eventualmente disposte in linea tra loro.
E' prevista la apposizione di predisposte e note leve di serraggio per il gambale 4 e lo scafo 5.
La struttura di dispositivo frenante comprende almeno un elemento astiforme 8, presentante una conformazione arcuata, una cui prima estremità 9 è fulcrata posteriormente e trasversalmente al gambale 4.
L'elemento astiforme 8 presenta quindi un corpo 10 il quale è scorrevolmente associato m corrispondenza di una sede facente funzione di guida , ricavata posteriormente su detto telaio 6 o su di un supporto 12 a quest 'ultimo posteriormente associato e da esso sporgente.
La sede 11 è ricavata assialmente al supporto 12 e presenta una conformazione leggermente arcuata a consentire , ad una rotazione all ' indietro del gambale , lo scorrimento libero e guidato del corpo 10 in direzione del suolo 13 senza che si abbiano deformazioni o impuntamenti.
Alla seconda estremità 14 dell'elemento astiforme 8 è associato, preferibilmente in maniera girevole, un freno 15, costituito da un tampone atto ad interagire con il suolo 13, e parzialmente o meno alloggiabile entro la sede 11.
L'utilizzo del trovato è il seguente: durante la normale fase di pattinaggio si ha che il gambale 4 può oscillare senza che il moto, trasmesso all'elemento astiforme 8, porti il freno 15 ad interagire con il suolo.
Solamente ad una determinata rotazione del gambale all'indietro, e quindi oltre ad un determinato o predeterminabile angolo, si ha che l'elemento astiforme forza il freno ad interagire con il suolo.
Il fatto che l’elemento astiforme scorra entro la sede 11 ricavata nel supporto 12 conferisce all'elemento stesso una m aggiore robustezza strutturale che , data l ' assenza di deformazioni o impuntamenti, assicura una ottimale interazione del freno con il suolo e quindi una ottimale frenata.
Si è cosi constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati essendosi conseguito un trovato strutturalmente molto semplice in cui l'azionamento del freno assicura una frenata stabile, continua e sicura in assenza di impuntamenti o deformazioni o vibrazioni.
L'elemento astiforme inoltre, risultando guidato entro il supporto, è esente da deformazioni durante l'uso dovute alla forza che agisce sul freno alla sua interazione con il suolo.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell'ambito del medesimo concetto inventivo.
Cosi, ad esempio, nelle figure 2 e 3 è illustrata con il numero 101 la struttura di dispositivo frenante la quale comprende almeno un elemento astiforme 108, presentante una conformazione leggermente arcuata, il quale sporge posteriormente e longitudinalmente al gambale 104 in direzione del suolo 113.
L'elemento astiforme 108 presenta quindi una seconda estremità 114 scorrevolmente associata in corrispondenza di una sede 111, facente funzione di guida, ricavata posteriormente su detto telaio 106 o su di un supporto 112 a quest'ultimo posteriormente associato e da esso sporgente.
La sede 111 è ricavata assialmente al supporto 112 presenta una conformazione leggermente arcuata a consentire, una rotazione all'indietro del gambale, lo scorrimento libero e guidato dell'elemento astiforme 108 in direzione del suolo 113 senza che si abbiano deformazioni o impuntamenti.
Sulla seconda estremità 114 dell'elemento astiforme 108 è ricavata longitudinalmente una asola 116 sede per l'estremità di un elemento di interconnessione, quale un cavetto od un anello 117, al freno 115.
Tale cavetto o anello risulta infatti alle estremità associato a detta asola e a detto freno.
Coassialmente o in una zona attigua a detti cavetto o anello 117 è posto un elemento elasticamente deformabile, quale una molla 118 ad elica cilindrica per compressione, le cui estremità fanno battuta su detti elemento astiforme e freno.
Nelle figure 4 e 5 è illustrata con il
numero 201 la struttura di dispositivo frenante la quale comprende almeno un elemento astiforme 208, presentante una conformazione leggermente arcuata, il quale sporge posteriormente e longitudinalmente al gambale 204 in direzione del suolo 213.
L'elemento astiforme 208 presenta quindi una seconda estremità 214 scorrevolmente associata in corrispondenza di una sede 211, facente funzione di guida, ricavata posteriormente su detto telaio 206 o su di un supporto 212 a quest'ultimo posteriormente associato e da esso sporgente.
La sede 211 è ricavata assialmente al supporto 212 e presenta una conformazione leggermente arcuata a consentire, ad una rotazione all'indietro del gambale, lo scorrimento libero e guidato dell'elemento astiforme 208 in direzione del suolo 213 senza che si abbiano deformazioni o impuntamenti.
Alla seconda estremità 214 dell'elemento astiforme 208 è associata l'estremità di un elemento di interconnessione, quale un cavetto od un anello 217, al freno 215.
Tale cavetto o anello risulta infatti alle estremità associato a detta seconda estremità e a detto freno.
La struttura comprende inoltre mezzi di compensazione della variazione della direzione delle forze impresse all'elemento astiforme 208 e al freno 215, tali mezzi essendo costituiti da almeno una sfera 219 interposta tra la seconda estremità 214 ed il freno 215.
Nella particolare forma realizzativa illustrata le sfere sono tre: la loro funzione è quella di permettere, ad una variazione della direzione della forza impressa dall’elemento astiforme 208 durante la"attivazione del freno,una compensazione della differenza di direzione tra la forza premente del gambale 104 e quindi dell'elemento astiforme 108 e la forza da imprimere al freno 215.
Le tre sfere, grazie alla possibilità di rotolare tra di loro e di muoversi all'interno della sede 211, compiono cosi un movimento di autocentraggio.
Naturalmente tutti i componenti descritti sono sostituibili con altri meccanicamente equivalenti; cosi, ad esempio,il supporto 12, 112, 212 potrà essere associato allo scafo anzichè al telaio,ottenendosi il medesimo risultato.
Inoltre i materiali nonché le dimensioni costituenti i sin goli componenti la struttura potranno essere i più pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (8)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato ad uno scafo associato ad un telaio a cui sono fulcrate due o più ruote, a detto gambale essendo connesso almeno un elemento astiforme , che si caratterizza per il fatto che detto almeno un elemento astiforme è scorrevolmente associato in corrispondenza di una sede, facente funzione di guida, ricavata su detto telaio o su di un supporto associato a detto telaio o a detto scafo, detto almeno un elemento astiforme essendo operativamente connesso ad un freno interagente con il suolo ad una rotazione all1indietro imposta a detto gambale.
  2. 2) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il f atto che detto almeno un elemento astiforme interconnesso ad un freno interagente con il suolo, de struttura comprendendo mezz;ii di compensazione della variazione della direzione delle forze impresse da detto almeno un elemento astiforme a detto freno.
  3. 3) Struttura come alla rivendicazione 1 che si caratterizza per il fatto che detto almeno un elemento astiforme presenta una conformazione arcuata con una prima estremità fulcrata posteriormente e trasversalmente a detto gambale, detto elemento astiforme presentando un corpo scorrevolmente associato in corrispondenza di una sede, facente funzione di guida, ricavata posteriormente su detto telaio o su di un supporto posteriormente associato a detto telaio o a detto scafo e da essi sporgente.
  4. 4) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 3 che si caratterizza per il fatto che detta sede è ricavata assialmente a detto telaio o supporto e presenta una conformazione leggermente arcuata a consentire, ad una rotazione all'indietro di detto gambale, lo scorrimento libero e guidato di detto corpo in direzione del suolo preservandolo da deformazioni o impuntamenti.
  5. 5) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 4 che si caratterizza per il fatto che alla seconda estremità di detto elemento astiforme è associato, preferibilmente in maniera girevole, un freno, costituito da un tampone atto ad interagire con il suolo e parzialmente o meno alloggiabile entro detta sede.
  6. 6) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che su detta seconda es tremità di detto almeno un elemento astif orme è ricavata longitudinalment e una asola sede per l 'estremità di un ele di interconnessione , quale un cavetto od un anello , a detto freno.
  7. 7) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 6 che si caratterizza per il fatto che detto cavetto o anello è alle estremità associato a detta asola e a detto freno.
  8. 8) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 6 che si caratterizza per il fatto che coassialmente o in una zona attigua a detti cavetto o anello è posto un elemento elasticamente def ormabile , quale una mol la ad elica ci l indrica per compressione, le cui estremità fanno battuta su detti elemento astiforme e freno. 9} Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che a detta seconda estremità di detto almeno un elemento astiforme è associata l'estremità di un elemento di interconnessione, quale un cavetto od un anello, a detto freno. 10) Struttura come alle rivendicazioni 1, 2 e 9 che si caratterizza per il fatto che detti mezzi di compensazione della variazione della direzione delle forze impresse a detto elemento astiforme e a detto freno sono costituiti da almeno una sfera interposta tra detta seconda estremità e detto freno. 11) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 10 che si caratterizza per il fatto di comprendere due o più sfere atte a consentire, ad una variazione della direzione della forza impress a da detto elemento astiforme durante la attivazione di detto no, una compensazione della differenza di direzione tra la premente di detto gambale e la forza da imprimere a detto freno. 12) Struttura di dispositivo frenante, particolarmente per pattini, come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per quanto descritto ed illustrato nelle allegate tavole di disegni.
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