ITTV960085A1 - Dispositivo di controllo della frenata particolarmente per pattini - Google Patents

Dispositivo di controllo della frenata particolarmente per pattini Download PDF

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ITTV960085A1
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Maurizio Roman
Alessandro Pozzobon
Roberto Gorza
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Nordica Spa
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    • A63SPORTS; GAMES; AMUSEMENTS
    • A63CSKATES; SKIS; ROLLER SKATES; DESIGN OR LAYOUT OF COURTS, RINKS OR THE LIKE
    • A63C17/00Roller skates; Skate-boards
    • A63C17/14Roller skates; Skate-boards with brakes, e.g. toe stoppers, freewheel roller clutches
    • A63C17/1409Roller skates; Skate-boards with brakes, e.g. toe stoppers, freewheel roller clutches contacting one or more of the wheels

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  • Footwear And Its Accessory, Manufacturing Method And Apparatuses (AREA)
  • Slot Machines And Peripheral Devices (AREA)

Description

"DISPOSITIVO DI CONTROLLO DELLA FRENATA, PARTICOLARMENTE PER PAT-TINI"
D E S C R I Z I O N E
La presente domanda ha per oggetto un dispositivo di controllo della frenata, particolarmente utilizzabile per pattini .
Oggi giorno nei pattini a rotelle di tipo noto, siano ess costituiti da una calzatura associata ad un supporto per due coppie di ruote disposte parallelamente tra loro o da una calzatura associata ad un telaio di supporto per due o più ruote disposte in linea, risulta sentito il problema di conseguire la frenatura delle ruote stesse per potersi regolare la velocità del pattino medesimo.
E’ noto quindi l'utilizzo di predisposti tasselli o tamponi, realizzati usualmente in gomma, disposti in corrispondenza della zona della punta o del tacco della calzatura; quando l'utilizzatore impone una inclinazione alla calzatura, in avanti o all' indietro, si ha che l'estremità libera dei tasselli o tamponi viene ad interagire con il terreno e quindi si consegue la frenata. Tali dispositivi noti però presentano l ' inconveniente di dover inclinare la calzatura sollevando le ruote dal terreno, questo potendo comportare possibili perdite di equilibrio soprattutto per chi comincia a praticare tale attività sportiva.
A parziale soluzione di tale inconveniente la medesima richiedente è titolare della domanda di brevetto italiana TV92U000026 depositata il 29.04.1992 in cui è illustrata una struttura di dispositivo di frenatura , particolarmente per pattini comprendenti una calzatura composta da un gambale articolato da uno scafo a sua volta associato ad un telaio di supporto per due o più ruote in linea, la cui caratteristica è quella di comprendere uno o più elementi astiformi ad una estremità associati lateralmente al gambale e contemporaneamente girevolmente associati al gambale e/o allo scafo:
Tali elementi astiformi presentano, all 'altra estremità, mezzi di interconnessione al perno di una delle ruote i quali risultano scorrevoli rispetto al telaio in direzione della ruota attigua cosi da potersi conseguire una frenata in corrispondenza delle ruote ad uno spostamento all ' indietro del gambale.
Altre soluzioni, tra cui la medesima richiedente annovera la domanda di brevetto italiana N . TV92A000151 del 30.11. 1992 , prevedono che la struttura di dispositivo di frenatura comprenda almeno un elemento di trazione, quale una asta od un cavetto, che interconnette il gambale ad un elemento frenante interagente con le ruote.
Anche in questo caso ad una rotazione, in avanti o all'indietro, del gambale corrisponde l'azionamento, tramite ad esempio l'asta od il cavetto, dell'elemento frenante che va ad interagire ad esempio direttamente con la superficie volvente delle ruote.
Tali soluzioni risultano tra loro accomunate dall'azione che il dispositivo frenante effettua direttamente in corrispondenza delle ruote: questo può comportare degli inconvenienti in quanto l'intensità della forza che l'utilizzatore esercita sugli elementi frenantiper ottenere una efficace frenata è data dalla inclinazione che l'utilizzatore impone al gambale e dipende da molti fattori quali le sconnessioni del terreno, il peso dell'utilizzatore,il tipo di ruota.
Si ha così che in tali soluzioni si verifica in moltissimi casi,all'atto della frenata, il bloccaggio della o dèlie ruote, questo comportando una usura irregolare della superficie delle medesime.
Infatti l'attrito che ad esempio si sviluppa tra la ruota ed una eventuale tampone che con la stessa va ad interagire, porta alcompleto bloccaggio della rotazione della ruota trasformandosi l'attrito esistente tra ruote e terreno da attrito volvente (di rotolamento) ad attrito radente (di strisciamento): essendo il terreno su cui scorre la ruota generalmente molto abrasivo e ruvido si ha che il bloccaggio nella fase di frenata provoca un consumo della ruota localizzato nella zona dì contatto, ottenendosi quindi uno "spianamento" della ruota stessa con la formazione di zone essenzialmente piane lungo la circonferenza esterna della ruota che, oltre a provocare la rapidissima usura non uniforme della ruota stessa, compromettono la stabilità e l'equilibrio del pattino nonché dell'utilizzatore stesso.
Compito principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati eliminando gli inconvenienti di cui alla tecnica nota citata e quindi escogitando un trovato che permetta di conseguire sia una ottimale frenata da parte dell'utilizzatore sia di preservare le ruote da possibili "spianamenti" dovuti allo strisciamento della ruota sul terreno in caso di bloccaggio della medesima.
Nell'ambito del compito .sopra esposto un altro importante scopo è quello di realizzare un trovato che permetta all'utilizzatore di conseguire una ottimale frenata indipendentemente dal fatto che il medesimo eserciti una forza anche molte volte superiore a quella necessaria in corrispondenza di dispositivi frenanti agenti sulle ruote o sui mozzi delle medesime.
Ancora un importante scopo è quello di realizzare un trovato che risulti strutturalmente semplice e la cui attivazione sia indipendente da interventi, specifici e diretti da parte dell'utilizzatore.
Ancora un importante scopo è quello di realizzare un trovato che risulti attivabile in modo agevole da parte dell 'utilizzatore.
Ancora un improntante scopo è quello di conseguire un trovato che risulti affidabile e sicuro nell'uso, il medesimo presentando costi realizzativi contenuti.
Il compito e gli scopi sopra accennati, nonché altri che più chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da un dispositivo di controllo della frenata, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura inferiormente associata ad un telaio a cui sono fulcrate folli più ruote delle quali una o più interagenti con elementi frenanti il loro moto, che si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi atti a consentire il trasferimento dell'energia a detti elementi frenanti sino ad un valore, predeterminabile, preferibilmente prossimo a quello necessarlo per il bloccaggio di dette ruote, ed oltre il quale l'energia in eccesso viene dissipata.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di alcune particolari, ma non esclusive, forme di realizzazione, illustrate a titolo indicativo e non limitativo, nelle allegate tavole di disegni in cui:
la fig. 1 illustra, in una vista laterale, una prima forma realizzativa del trovato;
la fig. 2 illustra, in una vista analoga alla precedente.
una seconda forma realizzativa;
la fig. 3 illustra, in una vista analoga alla precedente, una ulteriore forma realizzativa in cui è illustrata la condizione di non attivazione degli elementi frenanti;
la fig.4 illustra, in una vista analoga alla precedente, la condizione di attivazione degli elementi frenanti ma non del dispositivo di controllo della frenata;
la fig. 5 illustra, in una vista analoga alla precedente, la condizione di attivazione del dispositivo di controllo della frenata;
la fig. 6 illustra in uno schema grafico il rapporto tra la forza applicata sul mozzo o sulla ruota e l'ampiezza della ruotazione all'indietro del gambale;
la fig. 7 illustra, in una vista analoga a quella di fig.3, una ulteriore forma realizzativa;
la fig. 8 illustra, in una vista analoga alla precedente, una ulteriore forma realizzativa nella condizione di non attivazione degli elementi frenanti;
la fig.9 illustra, in una vista analoga alla precedente, il pattino nella condizione di arretramento del gambale;
la fig. 10 comprende due schemi grafici che evidenziano la forza applicata alla ruota e la forza assorbita dalla molla in funzione della forza applicata al gambale.
Con riferimento alle figure precedentemente citate si è indicato con il numero 1 un pattino il quale risulta comprendere una calzatura 2 composta da uno scafo 3 a cui risulta girevolmente associato almeno un gambale 4, entro detti scafo e gambale essendo posizionata una scarpetta morbida 5, gli stessi risultando serrabili mediante predisposti dispositivi di chiusura di tipo noto i quali ad esempio predisposte leve 6.
La calzatura 2 risulta inferiormente associata ad un predisposto telaio 7 presentante preferibilmente in sezione trasversale una conformazione essenzialmente a "C", tra le cui ali 8 risultano trasversalmente fulcrate folli più ruote 9 disposte così in linea tra loro.
Il pattino 1 comprende inoltre predisposti elementi frenanti interagenti con una o più delle ruote 9, tali elementi essendo ad esempio del tipo costituiti da una barra 10, filettata, ad una estremità interconnessa, mediante una predisposta vite 11, in corrispondenza di una o più asole 12 ricavate,circa longitudinalmente al gambale 4 in prossimità del suo bordo perimetrale inferiore 13 nella zona circa soprastante il tallone dell‘utilizzatore.
La barra 10 risulta scorrevolmente associata in corrispondenza di una predisposta sede ricavata su di una prima appendice 14 sporgente posteriormente ad un,tampone 15 posto tra le ali 8 del telaio 7 e soprastante l'ultima ruota 9, tale tampone essendo fulcrato da parte opposta, mediante un predisposto perno 16, tra le ali 8 del telaio 7.
Vantaggiosamente in prossimità di tale perno 16 il tampone 15 presenta una seconda appendice 17 affacciata alla penultima ruota 9 così che ad una attivazione del tampone corrisponda una interazione del medesimo con due ruote.
L’estremità terminale della barra 10 presenta una conformazione a "T" definente una testa 18 facente battuta con la prima appendice 14 ad una eventuale rotazione imposta al gambale in senso orario.
A costituire il dispositivo di controllo della frenata, genericamente indicato con il numero 19, concorrono almeno un elemento elasticamente deformabile, quale una molla 20 posta coassialmente alla barra 10 ed interposta tra l'appendice 5 e un dado 21 associato alla barra 10 stessa.
La presenza del dado 21 permette di precaricare la molla 20 ad un valore prestabilito in modo che la stessa non si comprima ad una rotazione imposta in senso antiorario,·e quindi all'indietro, del gambale da parte dell'utilizzatore così da consentire la trasmissione diretta delle forze in corrispondenza della prima appendice 14 del tampone 15.
In tale condizione si ha quindi che gli elementi frenanti, e quindi il o i tamponi, esercitano la loro funzione in corrispondenza delle ruote, frenando il loro moto.
Il valore di precarico impostato sulla molla 20 sarà tale per cui superato il medesimo si avrà una compressione della molla stessa cosicché non si abbia trasferimento di energia e quindi trasmissione di forze óltre un certo valore in corrispondenza della prima appendice 14 del tampone 15; in questa fase la barra 10 è quindi scorrevole rispetto all'appendice 14 in contrasto alla molla 20.
Il dispositivo di controllo della frenata 19 consente quindi di regolare il limite della forza applicabile agli elementi frenanti oltre il quale si ha l'intervento della molla quest'ultimo può essere impostato in modo tale che gli elementi frenanti arrivino ad interagire con le ruote ad una condizione prossima al bloccaggio delle stesse, senza che il bloccaggio avvenga dato che la molla consente di dissipare l'energia in eccesso data dall'utilizzatore ad una eventuale ulteriore inclinazione all'indietro imposta al gambale.
Nella fig. 2 è illustrata una versione analoga in cui la seconda appendice del tampone 15 costituisce un elemento a sè stante articolato in corrispondenza del perno 16.
Si è cosi constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati essendosi escogitato un dispositivo che permette il controllo della frenata facendo in modo che, indipendentemente dalla forze impresse dall'utilizzatore, gli elementi frenanti non arrivino a bloccare le ruote e permettano quindi di mantenere per le stesse l'ottimale condizione di attrito volvente con il terreno.
Vengono cosi ad evitarsi possibili "spianamenti" delle ruote consentendo di pervenire ad una più uniforme usura delle stesse dovute essenzialmente al rotolamento sul terreno.
E ' inoltre possibile variare, in funzione delle specifiche necessità quali il tipo di terreno, il peso dell'utilizzatore ed altre, il carico massimo che l'utilizzatore potrà applicare agli elementi frenanti senza pervenire al bloccaggio delle ruote, e questo semplicemente agendo in corrispondenza del dado 21 atto a regolare il precarico della molla 20.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del medesimo concetto inventivo.
Così, ad esempio, nelle figg. 3, 4 e 5 è illustrato un pattino 201 in cui gli elementi frenanti sono costituiti da un elemento di trazione, quale un cavetto 222, presentante un tratto passante inferiormente alla base piana 223 del telaio 207 e interconnesso, ad una estremità e in corrispondenza circa delle ruote 209, a degli elementi trapezoidali 224 scorrevoli nell'interspazio presente tra la base 223 ed il profilo rettilineo di una barretta 225 ad una estremità fulcrata ad una prima asta 226 ed all'altra estremità scorrevole su di una asola 227 ricavata su una seconda asta 228, detta prima e seconda asta sporgendo inferiormente alla base 223.
Le barrette 225 risultano interagire in corrispondenza di un sottostante mozzo 229 facenti parti delle ruote 209.
Una tale soluzione è illustrata nella domanda presentata dalla medesima richiedente con N. MI91A002373 depositata il 06.09.1991.
In prossimità dell'estremità posteriore del telaio 207 il cavetto 209 risulta scorrevolmente associato in corrispondenza di una predisposta guaina 230 la quale viene associata in corrispondenza dello scafo 203 sino ad essere interposto tra quest'ultimo ed il gambale 204 per poter essere poi rivoltata in modo che l'estremità terminale sia affacciata in corrispondenza della zona del tallone dell 'utilizzatore.
Il cavetto 222 risulta quindi associato in corrispondenza dell'estremità superiore di un cilindretto 231 scorrevolmente associato in corrispondenza di una controsagomata sede 232 ricavata in corrispondenza di un predisposto supporto 233 resa solidale e sporgente posteriormente allo scafo 203 in corrispondenza della zona del tallone del piede.
In corrispondenza del bordo perimetrale inferiore 213 del gambale 204 risulta sporgere, in direzione del cilindretto 231 é in asse con-il medesimo, una spina 234 la quale, nella condizione di pattino a riposo, risulta affacciata in corrispondenza del cilindretto 231, come illustrato in fig. 3.
Il cilindretto 231 presenta, ad una estremità rivolta in direzione del suolo, un fondo 235 chiuso e, da parte opposta, un foro 236 di dimensioni tali da consentire, ad una rotazione all'indietro del gambale, l'inserimento libero della spina 234.
Internamente al cilindretto 231 è posto un disco 236 con il quale fa battuta l'estremità di un elemento elasticamente deformabile quale una molla 220 all’altra estremità facendo battuta con il fondo 235 del cilindretto 231 stesso.
Ad una rotazione all'indietro del gambale corrisponde quindi l'inserimento dell'astina 234 in corrispondenza del foro 236 del cilindretto: come nel caso precedentemente illustrato la molla 220 presenterà un precarico tale per cui essa permetterà lo scorrimento del cilindretto 231 nella sede 232 trascinando anche al contempo il cavetto 222 che così attiverà gli elementi frenanti.
Il precarico della molla sarà tale per cui superato un certo limite prestabilito essa si comprimerà rimanendo il cilindretto in una posizione inalterata rispetto al supporto 233: cosi facendo si avrà che la maggior forza applicata dall'utilizzatore ad esempio imponendo una rotazione ulteriore al gambale 204 non comporterà un incremento nella interazione degli elementi frenanti con i mozzi delle ruote e quindi non si avrà l’indesiderato effetto di bloccaggio delle medésime.
Anche tale soluzione raggiunge quindi il compito e gli scopi prefissati con in più il vantaggio di presentare ingómbri assai contenuti e quindi migliorando sostanzialmente l'estetica del pattino.
In fig. 6 è illustrato un diagramma in cui sulle ascisse abbiamo indicato i valori degli angoli relativi all'ampiezza della rotazione all'indietro del gambale e nelle ordinate la forza applicata della gamba.
Il grafico illustra come, una volta identificato il valore di precarico della molla, ed indicato con F0 si ha che ad una ampiezza di rotazione del gambale sino ad un angolo si avrà la corsa libera del gambale e nel successivo tratto si avrà il trasferimento dell 'intera energia agli elementi frenanti, in questa fase non intervenendo la molla.
Ad una rotazione superiore al valore a2 si avrà l'assorbimento, ipotizzando una molla ideale con costante elastica pari a 1, dell' intera energia da parte della molla e quindi non si avrà una ulteriore forza applicata sulla ruota o sul mozzo.
Nel caso reale in cui si consideri una molla con constante elastica β>1 tale forza crescerà in maniera molto bassa e comunque potrà essere tale da non comportare il bloccaggio delle ruote essendo sufficiente variare l 'impostazione del valore FQ.
Nelle figg. 7, 8 e 9 è illustrato un pattino 101 in cui gli elementi frenanti sono ancora costituiti da un cavetto 122 presentante un tratto passante inferiormente alla base piana 123 del telaio 107 e interconnesso, ad una estremità e in , corrispondenza ci rca delle ruote 109 , a degli elementi trapezoidali 124 scorrevoli nell' interspazio presente tra la base 123 ed il profilo rettilineo di una barretta 125 ad una estremità fulcrata ad una prima asta 126 ed all 'altra estremità scorrevole su di una asola 127 ricavata su una seconda asta 128, detta prima e seconda asta sporgendo, inferiormente alla base 123.
Le barrette 125 risultano interagire in corrispondenza di un sottostante mozzo 129 facente parti delle ruote 109.
In prossimità dell' estremità posteriore del telaio 107 il cavetto 109 risulta scorrevolmente associato in corrispondenza di una predisposta guaina 130 la quale viene associata in corrispondenza dello scafo 103 sino ad essere interposta tra quest’ultimo ed il gambale 104 per poter essere poi rivoltata in modo che l'estremità terminale sia affacciata in corrispondenza della zona del tallone dell'utilizzatore, come illustrato nella figura 7, o posto lateralmente al gambale, come illustrato nelle figure 8 e 9.
Il cavetto 122 risulta quindi associato in corrispondenza dell’estremità inferiore di un cilindretto 131 scorrevolmente associato in corrispondenza di una controsagomata sede 132 ricavata in corrispondenza di un predisposto supporto 133 ottenuto in corrispondenza della zona posteriore o laterale gambale.
Il cilindretto 131 presenta, ad una estremità rivolta da parte opposta al suolo od in direzione del telaio, un fondo 135, forato, atto a permettere il passaggio del cavetto 122 il quale risulta ad una estremità associato, internamente al cilindretto, ad un disco 136 scorrevole entro il cilindretto stesso.
Coassialmente al cavetto 122 è posto un elemento elasticamente deformabile quale una molla 120 facente battuta con il fondo 135 ed il disco 136.
Ad una rotazione all’indietro del gambale corrisponde quindi una attivazione del cavetto e quindi dell'elemento frenante: come nel caso precedentemente illustrato la molla 120 presenterà un precarico tale per cui essa porrà in trazione il cavetto sino a quando la forza impressa non risulterà superiore ad un valore preimpostato per il precarico, oltre il quale essa si comprimerà senza che lo sforzo ulteriore venga trasmesso all'elemento frenante.
Anche tali soluzioni raggiungono quindi il compito e gli scopi prefissati.
Nella fig. 10 sono illustrati due grafici in cui sulle ascisse abbiamo indicato i valori della forza FG applicata al gambale e nelle ordinate rispettivamente la forza FR applicata sulla ruota e la forza assorbita dalla molla.
Naturalmente i materiali nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti il trovato potranno essere i più pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (14)

  1. RIVENDICAZIONI 1) Dispositivo di controllo della frenata, particolarmente per pattini comprendenti una calzatura inferiormente associata ad un telaio a cui sono fulcrate folli più ruote delle quali una o più interagenti con elementi frenanti il loro moto, che si caratterizza per il fatto di comprendere mezzi atti a consentire il tra sferimento dell'energia a detti elementi frenanti sino ad un valore, predeterminabile, preferibilmente prossimo a quello necessario per il bloccaggio di dette ruote ed oltre il quale l'energia in eccesso viene dissipata.
  2. 2) Dispositivo come alle rivendicazione 1, associato ad un pattino comprendente elementi frenanti costituiti da una barra ad una estremità interconnessa, mediante una predisposta vite, in corrispondenza di una o più asole ricavate circa longitudinalmente a detto almeno-un gambale in prossimità del suo· bordo perimetrale inferiore nella zona circa soprastante il tallone dell'utilizzatore, che si caratterizza per il fatto che detta barra è almeno parzialmente filettata e ad essa è girevolmente associato almeno un controfilettato dado.
  3. 3) Dispositivo come alle rivendicazioni 1 e 2, associato ad un pattino comprendente un elemento frenante costituito da un tampone posto tra le ali di detto telaio, soprastante l'ultima ruota e fulcrato ad una estremità, mediante un predisposto perno, tra dette ali, che si caratterizza per il fatto che detta barra è scorrevolmente associata in corrispondenza di una predisposta sede ricavata su di una prima appendice sporgente posteriormente a detto tampone, l'estremità terminale di detta barra presentando una conformazione a "T" definente una testa facente battuta con detta prima appendice stessa ad una eventuale rotazione imposta a detto gambale in senso orario.
  4. 4) Dispositivo come alle rivendicazioni 1 e 3 che si caratterizza per il fatto di comprendere almeno un elemento elasticamente deformabile, quale una molla posta coassialmente a detta barra ed interposta tra detta appendice e detto almeno un dado.
  5. 5) Dispositivo come alle rivendicazioni 1 e 4 che si caratterizza per il fatto che detto almeno un dado permette di precaricare detta molla ad un valore prestabilito in modo che la stessa non si comprima così che, ad una rotazione imposta a detto gambale che porti a non superare detto valore prestabilito, si consegua la trasmissione diretta delle'fòrze in corrispondenza di detta prima appendice di detto tampone.
  6. 6) Dispositivo come alle rivendicazioni 1 e 5 che si caratterizza per il fatto che, ad una rotazione imposta a detto gambale che porti a superare detto valore prestabilito a cui è precaricata detta molla, si consegua la compressione della medesima cosi da non avere trasferimento di energia e quindi trasmissione di forze in corrispondenza di detta prima appendice di detto tampone.
  7. 7) Dispositivo come ad una opiù delle rivendicazioni precedenti, associato ad un pattino i cui elementi frenanti sono costituiti da un elemento di trazione, quale un cavetto,presentante un tratto passante inferiormente alla base piana di detto telaio ed interconnesso, ad una estremità e in corrispondenza circa di dette ruote, ad uno o più elementi trapezoidali scorrevoli nell'interspazio presente tra detta base ed il profilo rettilineo di una barretta ad una estremità fulcrata ad una prima asta ed all'altra estremità scorrevole su di una asola ricavata su una seconda asta, dette prima e seconda asta sporgendo inferiormente a detta base e detta barretta interagendo in corrispondenza di un sottostante mozzo facente parte di dette ruote, che si caratterizza per il fatto che in prossimità dell'estremità posteriore di detto telaio detto cavetto é scorrevolmente associato in corrispondenza di una predisposta guaina la quale viene associata in corrispondenza di detto scafo e/o di detto gambale ed essere poi rivoltata in modo che l'estremità'terminale sia affacciata in corrispondenza della zona del tallone dell'utilizzatore.
  8. 8) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 7 che si caratterizza per il fatto che detto cavetto é associato in corrispondenza dell'estremità superiore di un cilindretto scorrevolmente associato in corrispondenza di una controsagomata sede ricavata in corrispondenza di un predisposto supporto reso solidale e sporgente posteriormente a detto scafo in corrispondenza della zona del tallone del piede, in corrispondenza del bordo perimetrale inferiore di detto gambale sporgendo, in direzione di detto cilindretto ed in asse con il medesimo, una spina la quale, nella condizione di pattino a riposo, risulta affacciata in corrispondenza di detto cilindretto.
  9. 9) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 8 che si caratterizza per il fatto che detto cilindretto presenta, ad una estremità rivolta in direzione del suolo, un fondo chiuso e, da parte opposta, un foro di dimensioni tali da consentire, ad una rotazione all'indietro di detto gambale, l'inserimento libero di detta spina, internamente a detto cilindretto essendo posto un disco con il quale fa battuta l'estremità di un elemento elasticamente deformabile quale una molla all'altra estremità facente battuta con detto fondo di detto cilindretto stesso.
  10. 10) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 9 che si caratterizza per il fatto che il precarico di detta molla é tale cui superato un certo limite prestabilito essa si comprime rimanendo detto cilindretto in una posizione inalterata rispetto a detto supporto così che la eventuale maggior forza applicata dall'utilizzatore non comporta un incremento nella interazione di detti elementi frenanti con detti mozzi di dette ruote.
  11. 11) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per il fatto che in prossimità dell'estremità posteriore di detto telaio detto cavetto é scorrevolmente associato in corrispondenza di una predisposta guaina la quale viene associata in corrispondenza di detto scafo sino ad essere interposta tra quest'ultimo e detto gambale per poter essere poi rivoltata in modo che l'estremità terminale sia affacciata in corrispondenza della zona del tallone dell 'utilizzatore o posta lateralmente a detto gambale, detto cavetto essendo associato in corrispondenza dell'estremità inferiore di un cilindretto scorrevolmente associato in corrispondenza di una controsagomata sede ricavata in corrispondenza di un predisposto supporto ottenuto in corrispondenza della zona posteriore o laterale del gambale.
  12. 12) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 11 che si caratterizza per il fatto che detto cilindretto presenta, ad una estremità rivolta da parte opposta al suolo od in direzione di detto telaio, un fondo, forato, atto a permettere il passaggio di detto cavetto il quale risulta ad una estremità associato internamente a detto cilindretto, ad un disco scorrevole entìro detto cilindretto stesso, coassialmente a detto cavetto essendo posto un elemento elasticamente deformabile quale una molla facente battuta con detti fondo e disco.
  13. 13) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 12 che si caratterizza per il fatto che detta molla presenta un precarico tale per cui essa pone in trazione detto cavetto sino a quando la forza impressa dall 'utilizzatore non risulta superiore ad un valore preimpostato per detto precarico per cui essa si comprime senza che lo sforzo ulteriore venga trasmesso a detto elemento frenante.
  14. 14) Dispositivo di controllo della frenata come ad una o pili delle rivendicazioni precedenti che si caratterizza per quanto descritto ed illustrato nelle allegate tavole di disegni.
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