ITTO20090025A1 - Macchina per la produzione di gelato ed affini - Google Patents

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ITTO20090025A1
ITTO20090025A1 IT000025A ITTO20090025A ITTO20090025A1 IT TO20090025 A1 ITTO20090025 A1 IT TO20090025A1 IT 000025 A IT000025 A IT 000025A IT TO20090025 A ITTO20090025 A IT TO20090025A IT TO20090025 A1 ITTO20090025 A1 IT TO20090025A1
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IT
Italy
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box
tubular duct
union
way
locking plate
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IT000025A
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Valter Jejcic
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Valmar Global Vse Za Sladoled D O O
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Description

DESCRIZIONE
“MACCHINA PER LA PRODUZIONE DI GELATO ED AFFINIâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad una macchina per la produzione di gelato ed affini con vasca di lavorazione ad asse verticale.
Più in dettaglio, la presente invenzione à ̈ relativa ad un mantecatore per la produzione di gelato artigianale ed affini con vasca di lavorazione ad asse verticale, a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Com’à ̈ noto, la quasi totalità dei mantecatori che vengono attualmente utilizzati per la produzione del gelato artigianale, à ̈ dotata di una vasca di lavorazione “ad asse orizzontale†.
Più in dettaglio, la quasi totalità dei mantecatori che vengono attualmente utilizzati per la produzione del gelato artigianale, comprende un involucro scatolare esterno di forma sostanzialmente parallelepipeda; una vasca di lavorazione di forma cilindrica che si prolunga all’interno dell’involucro scatolare, a partire dalla faccia anteriore dello stesso involucro, mantenendosi coassiale ad un asse di riferimento sostanzialmente orizzontale; ed un portello di chiusura con struttura ad oblò, che à ̈ incernierato sulla faccia anteriore dell’involucro scatolare in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse verticale, ed essere posizionabile a chiusura dell’ingresso della vasca di lavorazione.
I mantecatori sopra menzionati comprendono inoltre: un circuito di refrigerazione interno, che à ̈ in grado di portare e mantenere la vasca di lavorazione e quanto in essa contenuto ad una temperatura inferiore a 0°C; un organo mescolatore che à ̈ montato girevole all’interno della vasca di lavorazione, in modo tale da poter amalgamare in modo uniforme i vari ingredienti durante il processo di mantecazione del gelato; ed infine un motore elettrico in grado di portare in rotazione l’organo mescolatore all’interno della vasca di lavorazione.
L’organo mescolatore à ̈ inoltre strutturato in modo tale da poter raschiare la superficie cilindrica interna della vasca di lavorazione, ed eventualmente anche il fondo della stessa vasca, in modo tale da impedire che, durante il processo di mantecazione, l’impasto ad alta viscosità che si forma all’interno della vasca di lavorazione possa aderire stabilmente alla parete laterale ed al fondo della vasca compromettendo la qualità del gelato artigianale prodotto.
Ovviamente, il portello di chiusura del mantecatore deve essere strutturato in modo tale da chiudere a tenuta di fluido l’ingresso della vasca di lavorazione, e da riuscire a trattenere l’impasto all’interno della vasca di lavorazione durante le fasi finali del processo di mantecazione, quando viscosità e consistenza dell’impasto raggiungono valori particolarmente elevati.
Esistono inoltre sul mercato alcuni modelli di mantecatore per la produzione di gelato artigianale, che sono dotati di vasca di lavorazione “ad asse verticale†.
Questa tipologia di macchine per la produzione di gelato artigianale, ha però evidenziato, fin da subito, una serie di problemi che ne hanno ostacolato enormemente la diffusione. Problemi derivanti principalmente dal fatto che questo tipo di mantecatore à ̈ dotato di due distinte aperture che permettono di accedere contemporaneamente alla vasca di lavorazione, e deve essere quindi dotato di due diversi sistemi di protezione, ciascuno dei quali à ̈ strutturato per segnalare quando un rispettivo ingresso della vasca di lavorazione non à ̈ chiuso dal corrispondente coperchio/portello.
Nei mantecatori “ad asse verticale†, la vasca di lavorazione à ̈ infatti collocata sulla sommità dell’involucro scatolare, in posizione verticale, ed à ̈ dotata di un collettore di scarico del gelato che collega il fondo della vasca di lavorazione con una bocca di uscita posizionata sulla faccia anteriore dell’involucro scatolare, e che ha purtroppo dimensioni tali da permettere il passaggio di una mano, con tutti i rischi che questo comporta.
Scopo della presente invenzione à ̈ quindi quello di realizzare un mantecatore per la produzione di gelato artigianale con vasca di lavorazione ad asse verticale, che abbia un grado di sicurezza passiva paragonabile a quello di un mantecatore con vasca di lavorazione ad asse orizzontale, e che sia inoltre economico da produrre.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzata una macchina per la produzione di gelato ed affini come esplicitata nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 illustra in vista prospettica, e con parti asportate per chiarezza, la parte superiore di una macchina per la produzione di gelato ed affini realizzata secondo i dettami della presente invenzione;
- la figura 2 Ã ̈ una vista laterale della macchina illustrata in figura 1, con parti in sezione e parti asportate per chiarezza; mentre
- la figura 3 Ã ̈ una vista in esploso della parte anteriore della macchina illustrata nelle figure 1 e 2, con parti in sezione e parti asportate per chiarezza.
Con riferimento alle figure 1 e 2, con il numero 1 à ̈ indicata nel suo complesso una macchina per la produzione di gelato ed affini, e, più in dettaglio, un mantecatore 1 per la produzione di gelato artigianale e prodotti di pasticceria similari.
La macchina 1 comprende essenzialmente un involucro scatolare 2 esterno, rigido e di forma preferibilmente, ma non necessariamente, parallelepipeda; ed una vasca di lavorazione 3 di forma sostanzialmente cilindrica, che à ̈ atta ad accogliere al proprio interno i vari ingredienti da sottoporre a mantecazione per produrre la quantità desiderata di gelato, e che si prolunga verso l’interno dell’involucro scatolare 2, a partire dal parete superiore 2a dell’involucro, mantenendosi coassiale ad un asse longitudinale A di riferimento sostanzialmente verticale. L’asse longitudinale A à ̈ inoltre preferibilmente, ma non necessariamente, localmente sostanzialmente perpendicolare alla superficie esterna della stessa parete superiore 2a, in modo tale che l’ingresso della vasca di lavorazione 3 sia definito da un’apertura di forma sostanzialmente circolare.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’involucro scatolare 2 à ̈ la vasca di lavorazione 3 sono realizzati preferibilmente, ma non necessariamente, in materiale metallico, e la vasca di lavorazione 3 ha un diametro nominale, preferibilmente ma non necessariamente, compreso tra 15 e 45 centimetri.
Con riferimento alla figura 2, la macchina 1 comprende inoltre un circuito di refrigerazione 4 preferibilmente, ma non necessariamente, del tipo a pompa calore, che à ̈ alloggiato all’interno dell’involucro scatolare 2 ed à ̈ strutturato in modo tale da poter raffreddare, a comando, la vasca di lavorazione 3 in modo tale da portare e mantenere quanto in essa contenuto ad una temperatura inferiore a 0°C, e preferibilmente compresa tra -5°C e -35°C; ed un organo mescolatore 5 che à ̈ montato girevole all’interno della vasca di lavorazione 3 attorno ad un asse di rotazione sostanzialmente coincidente con l’asse longitudinale A della vasca, in modo tale da poter mescolare ed amalgamare in modo uniforme i vari ingredienti che vengono riversati all’interno della vasca nel corso del processo di mantecazione che darà origine al gelato artigianale.
L’organo mescolatore 5 à ̈ inoltre strutturato in modo tale da poter raschiare ininterrottamente la superficie cilindrica interna della vasca di lavorazione 3, ed eventualmente anche il fondo della stessa vasca, in modo tale da impedire che, durante il processo di mantecazione, l’impasto ad alta viscosità che si forma all’interno della vasca di lavorazione 3 possa aderire stabilmente alla parete laterale cilindrica ed al fondo della vasca, a causa della bassa temperatura raggiunta da quest’ultima.
Con riferimento alle figure 1 e 2, la macchina 1 à ̈ inoltre provvisto di una unità motrice 6 che à ̈ alloggiata all’interno dell’involucro scatolare 2, ed à ̈ meccanicamente accoppiata all’organo mescolatore 5 in modo tale da poterlo portare, a comando, in rotazione attorno all’asse longitudinale A; e di un coperchio mobile 7 ad azionamento manuale, che à ̈ in grado di chiudere completamente l’ingresso della vasca di lavorazione 3.
Più in dettaglio, l’unità motrice 6 à ̈ posizionata all’interno dell’involucro scatolare 2 preferibilmente, ma non necessariamente, immediatamente al disotto della vasca di lavorazione 3, ed à ̈ composta da un motore elettrico di tipo noto (non illustrato) e da un riduttore ad ingranaggi provvisto di un albero di uscita 6a rotante che impegna in modo passante il fondo della vasca di lavorazione 3, e si prolunga a sbalzo all’interno della vasca di lavorazione 3 mantenendosi localmente coassiale all’asse di rotazione dell’organo mescolatore 5, ossia all’asse longitudinale A della vasca. L’albero di uscita 6a à ̈ trascinato in rotazione dal motore elettrico, e l’organo mescolatore 5 à ̈ strutturato in modo tale da essere innestabile sull’estremità superiore dell’albero di uscita 6a in modo stabile, ma facilmente rimovibile, accoppiandosi a quest’ultimo in modo angolarmente solidale.
Con riferimento alle figure 1 e 2, nell’esempio illustrato il coperchio mobile 7 à ̈ invece costituito da un corpo a tazza 7 di forma sostanzialmente circolare, che à ̈ dimensionato in modo tale da coprire completamente l’ingresso della vasca di lavorazione 3, ed à ̈ spostabile manualmente dall’operatore tra una posizione di chiusura (vedi figura 1) in cui il corpo a tazza 7 à ̈ appoggiato sulla parete superiore 2a dell’involucro scatolare 2, in posizione rovesciata, in modo tale da coprire completamente l’ingresso della vasca di lavorazione 3; ed una posizione di apertura in cui il corpo a tazza 7 à ̈ collocato lontano dall’ingresso della vasca di lavorazione 3 in modo tale da consentire libero accesso alla vasca di lavorazione 3.
Più in dettaglio, il corpo a tazza 7 à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, fissato a sbalzo sul tratto centrale di un braccio 8 di supporto che, a sua volta, à ̈ incernierato sulla parete superiore 2a dell’involucro scatolare 2 in corrispondenza di una estremità, in modo tale da poter ruotare liberamente attorno ad un asse B di articolazione sostanzialmente orizzontale, tra una posizione completamente abbassata in cui il braccio 8 à ̈ adagiato in posizione sostanzialmente orizzontale, a cavallo dell’ingresso della vasca di lavorazione 3 (vedi figure 1 e 2); ed una posizione sollevata in cui si erge in posizione sostanzialmente verticale, a sbalzo dalla parete superiore 2a dell’involucro scatolare 2.
Ovviamente, il corpo a tazza 7 à ̈ fissato a sbalzo ed in posizione rovesciata sul braccio 8 di supporto, in modo tale da potersi disporre, quando il braccio 8 à ̈ in posizione abbassata, con il bordo perimetrale in battuta sulla superficie della parete superiore 2a dell’involucro scatolare 2, circondando completamente l’ingresso della vasca di lavorazione 3, così da coprire completamente la vasca di lavorazione 3.
Il circuito di refrigerazione 4, l’organo mescolatore 5 e l’unità motrice 6, sono componenti già ampiamente conosciuti nel settore, e non verranno quindi ulteriormente descritti.
Con riferimento alle figure 2 e 3, la macchina 1 à ̈ inoltre dotata di un collettore di scarico 9 del gelato che si dirama dal fondo della vasca di lavorazione 3 fino a raggiungere ed oltrepassare l’involucro scatolare 2 in corrispondenza della parete anteriore 2b di quest’ultimo, ed à ̈ strutturato in modo tale da permettere il deflusso controllato del gelato contenuto nella vasca di lavorazione 3, all’esterno della macchina 1.
Il collettore di scarico 9 del gelato à ̈ formato essenzialmente da un condotto tubolare 10 che si prolunga a sbalzo dal fondo della vasca di lavorazione 3, e termina in un bocchettone 11 che impegna in modo passante un’apposita apertura 11a ricavata sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2. Nell’esempio illustrato, in particolare, il condotto tubolare 10 à ̈ realizzato preferibilmente, ma non necessariamente, in materiale metallico, ed à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, rettilineo ed a sezione circolare; mentre l’apertura 11a presente sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, ha preferibilmente, ma non necessariamente, una forma circolare.
Diversamente dai mantecatori ad asse verticale attualmente conosciuti, il bocchettone 11 posto all’estremità del condotto tubolare 10 comprende, invece, un manicotto centrale a sezione preferibilmente, ma non necessariamente, circolare, che à ̈ fissato in modo rigido ed inamovibile al corpo del condotto tubolare 10, e si prolunga a sbalzo dall’estremità del condotto tubolare 10 verso l’esterno dell’involucro scatolare 2, impegnando in modo passante l’apertura 11a sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2; ed una flangia di accoppiamento esterna che à ̈ posizionata sul condotto tubolare 10, a monte del manicotto centrale, ed à ̈ atta a disporsi in battuta sulla superficie interna della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, lungo il bordo perimetrale dell’apertura 11a.
Più in dettaglio, la flangia del bocchettone 11 à ̈ fissata in modo rigido ed inamovibile sul corpo del condotto tubolare 10, e giacere preferibilmente, ma non necessariamente, su di un piano localmente sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale C del condotto.
Con riferimento alle figure 2 e 3, il bocchettone 11 à ̈ inoltre provvisto di una grata protettiva interna che à ̈ posizionata a copertura dell’ingresso del manicotto centrale del bocchettone 11, in modo tale da impedire a corpi estranei di risalire lungo il condotto tubolare 10 retrostante, ed à ̈ fissata in modo rigido ed inamovibile al corpo del suddetto manicotto.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato, il tratto terminale 10a del condotto tubolare 10 ha una lunghezza maggiore dello spessore s della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2 nell’intorno dell’apertura 11, ed à ̈ provvisto esternamente di un risalto anulare sporgente che, a sua volta, ha una lunghezza l rilevata parallelamente all’asse longitudinale C del condotto, maggiore dello spessore s della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2 nell’intorno dell’apertura 11 e sostanzialmente uguale alla lunghezza complessiva del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10. Il tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, inoltre, impegna in modo passante l’apertura 11a sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, e sporge all’esterno dell’involucro scatolare 2 andando a costituire il manicotto centrale del bocchettone 11.
In altre parole, l’apertura 11a sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2 à ̈ dimensionata in modo tale da essere impegnata in modo passante dal tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, risalto anulare compreso.
La flangia di accoppiamento del bocchettone 11, invece, à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, costituita da una piastra piana 12 di forma preferibilmente, ma non necessariamente, ellissoidale, che à ̈ dotata di un’asola trasversale 12a passante che si estende dal bordo laterale della piastra fino al centro della medesima, ed à ̈ dimensionata in modo tale da essere impegnata dal tratto mediano del condotto tubolare 10, ossia il tratto del condotto posto immediatamente a monte del tratto terminale 10a, ma non dal tratto terminale 2a del condotto tubolare 10.
Più in dettaglio, la piastra piana 12 à ̈ strutturata per essere collocata a cavallo del tratto mediano del condotto tubolare 10 con un movimento a ghigliottina lungo un piano localmente sostanzialmente perpendicolare all’asse longitudinale C del condotto, ed essere poi posizionata con la faccia anteriore in battuta contemporaneamente sulla superficie interna della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, e sul fianco del risalto anulare presente sul tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, così da allineare il tratto terminale 10a del condotto tubolare 10 al bordo della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2 che delimita l’apertura 11a.
In altre parole, la piastra piana 12 Ã ̈ strutturata per essere realizzata separatamente dal condotto tubolare 10, ed essere poi fissata sul corpo del condotto tubolare 10 preferibilmente, ma non necessariamente, mediante punti di saldatura, dopo essere stata posizionata a cavallo del condotto tubolare 10 con la faccia anteriore in battuta sul fianco del risalto anulare presente sul tratto terminale 10a del condotto tubolare 10.
La grata protettiva del bocchettone 11 à ̈ invece preferibilmente, ma non necessariamente, costituita da una serie di barrette 13 rettilinee parallele e distanziate tra loro, che giacciono su di un stesso piano di riferimento localmente perpendicolare all’asse longitudinale C del condotto tubolare 10, sono inserite in modo passante sul tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, ed hanno le estremità assiali saldate alla parete laterale cilindrica del condotto tubolare 10 in modo tale da formare un corpo unico con quest’ultimo.
Con riferimento alle figure 2 e 3, il bocchettone 11 del collettore di scarico 9 del gelato comprende inoltre una piastra di bloccaggio 14 esterna, che à ̈ dotata centralmente di un foro passante 14a di forma complementare a quella del manicotto centrale del bocchettone 11, ed à ̈ calzata direttamente sul manicotto centrale 10a del bocchettone 11, con la faccia posteriore in battuta sulla superficie esterna della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2; ed una serie di organi di ancoraggio 15 che sono strutturati in modo tale da stringere la flangia 12 e la piastra di bloccaggio 14 una contro l’altra, bloccando l’estremità del condotto tubolare 10 saldamente sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato, il foro passante 14a presente al centro della piastra di bloccaggio 14, ha un diametro che approssima per eccesso il diametro esterno del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10; mentre la piastra di bloccaggio 14 ha uno spessore w che approssima per eccesso la differenza tra la lunghezza del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, e lo spessore s della parete anteriore 2a dell’involucro scatolare 2 nell’intorno dell’apertura 11a, in modo tale che l’estremità del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10 sia sostanzialmente complanare alla faccia anteriore della piastra di bloccaggio 14, quando la piastra di bloccaggio 14 e la flangia 12 del bocchettone 11 sono entrambe in battuta sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2 sotto la stretta degli organi di ancoraggio 15.
Per quanto riguarda invece gli organi di ancoraggio 15, nell’esempio illustrato, il bocchettone 11 del collettore di scarico 9 del gelato à ̈ provvisto di due viti 15 con stelo filettato che sono montate passanti attraverso la piastra di bloccaggio 14 e la parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, e sono strutturate in modo tale da ingranare sulla flangia 12 del bocchettone 11 così da stringere la piastra di bloccaggio 14 contro la flangia 12, intrappolando nel mezzo la parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2.
Più in dettaglio, le viti 15 sono perpendicolari al piano di giacitura della piastra di bloccaggio 14 e della flangia 12 del bocchettone 11, ed impegnano in modo passante la piastra di bloccaggio 14, la parete anteriore 2a dell’involucro scatolare 2, ed infine la flangia 12, da bande opposte, rispettivamente, del foro passante 14a, dell’apertura 11a ed infine dell’asola trasversale 12a.
In altre parole, le due viti 15 di ancoraggio sono localmente parallele all’asse longitudinale C del condotto, e sono posizione approssimativamente in corrispondenza dei due fuochi dell’ellisse formata dal bordo perimetrale della piastra di bloccaggio 14, e dal bordo perimetrale della flangia o piastra piana 12 del bocchettone 11.
Nell’esempio illustrato, inoltre, ciascuna vite 15 di ancoraggio à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente, dotato di una molla elicoidale 15a o altro elemento elastico, che à ̈ calzato sullo stelo della vite ed à ̈ in grado di mantenere la piastra di bloccaggio 14 in battuta sulla flangia o piastra piana 12 del bocchettone 11 con una forza di compressione sostanzialmente costante nel tempo.
Con riferimento alle figure 2 e 3, il bocchettone 11 del collettore di scarico 9 del gelato comprende infine una guarnizione anulare 16 di tenuta, che à ̈ calzata sull’estremità del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10; ed un portello mobile 17 che à ̈ strutturato in modo tale da chiudere ermeticamente l’estremità del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, ed à ̈ incernierato sulla piastra di bloccaggio 14 in modo tale da essere spostabile manualmente tra un posizione di chiusura in cui il portello mobile 17 chiudere ermeticamente il condotto tubolare 10 impedendo la fuoriuscita del gelato, ed una posizione di completa aperta in cui il portello mobile 17 à ̈ distanziato dall’estremità del condotto tubolare 10 e permette la fuoriuscita del gelato attraverso l’intera sezione del condotto tubolare 10.
Più in dettaglio, il portello mobile 17 à ̈ costituito da una piastra piana 18 che à ̈ appoggia direttamente sulla piastra di bloccaggio 14, in modo tale da ostruire a tenuta di fluido l’estremità del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10, ed à ̈ infulcrata sulla piastra di bloccaggio 14, a lato del suo foro passante 14a, in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse D localmente perpendicolare al piano di giacitura delle due piastre, rimanendo sempre localmente tangente alla piastra di bloccaggio 14 ed alla guarnizione anulare 16 di tenuta calzata sull’estremità del condotto tubolare 10; e da un maniglia 19 che si prolunga a sbalzo dalla piastra piana 18 per permettere la movimentazione della stessa attorno all’asse D.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la piastra piana 18 ricalca la forma del perimetro della piastra di bloccaggio 14, ed à ̈ fissata in modo liberamente girevole sulla piastra di bloccaggio 14 mediante una delle due viti 15 di ancoraggio che stringono la piastra di bloccaggio 14 contro la flangia 12 del bocchettone 11. Tale vite 15 di ancoraggio, infatti, à ̈ dimensionata in modo tale da impegnare in modo passante anche la piastra piana 18 preferibilmente, ma non necessariamente, tramite l’interposizione di una boccola guida 20 all’interno della quale à ̈ alloggiata la molla elicoidale 15a.
Con riferimento alle figure 1 e 3, nell’esempio illustrato, la macchina 1 à ̈ infine provvista anche di uno sgocciolatoio 21 a mensola, che si prolunga a sbalzo dalla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, immediatamente al disotto del bocchettone 11 del collettore di scarico 9 del gelato, in modo tale da convogliare i residui di gelato su di una vasca di raccolta, a sua volta fissata a sbalzo sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, al disotto del bocchettone 11 del collettore di scarico 9 del gelato e dello sgocciolatoio 21.
Nell’esempio illustrato, in particolare, lo sgocciolatoio 21 à ̈ costituito da un singolo pezzo di lamiera 21 che à ̈ ripiegato a forma sostanzialmente di scivolo, ed à ̈ saldato di costa, e senza soluzione di continuità, direttamente sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, in modo tale da evitare la formazione di incrostazioni e depositi di sporcizia lungo la giunzione.
Il funzionamento della macchina 1 per la produzione di gelato ed affini à ̈ facilmente desumibile da quanto sopra scritto, e non necessita quindi di ulteriori spiegazioni, se non per precisare che la piastra piana 12 viene fissata sul condotto tubolare 10 tramite punti di saldatura, dopo che il bocchettone 11 à ̈ stato completamente assemblato e bloccato sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, attraverso il serraggio delle viti 15 di ancoraggio.
I vantaggi derivanti dalla particolare struttura del collettore di scarico 9 del gelato sono numerosi.
In primo luogo, la particolare struttura del collettore di scarico 9 del gelato incrementa il livello di sicurezza passiva della macchina 1, perché la particolare struttura del bocchettone 11 permette di smontare e pulire molto facilmente tutto quanto si trova sulla parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2, nell’intorno dell’apertura 11a, senza il rischio che l’operatore possa infilare accidentalmente la mano all’interno del condotto tubolare 10 e raggiungere la vasca di lavorazione 3.
Particolarità che rende possibile istallare sulla macchina 1 un solo sistema di protezione in grado di arrestare il motore elettrico dell’unità motrice 6 quando il coperchio mobile 7 non si trova in appoggio sulla parete superiore 2a dell’involucro scatolare 2, a copertura dell’ingresso della vasca di lavorazione 3.
La particolare struttura del collettore di scarico 9 del gelato semplifica inoltre le operazioni di montaggio della vasca di lavorazione 3 all’interno dell’involucro scatolare 2, permettendo di ridurre i costi di assemblaggio della macchina.
Risulta infine chiaro che alla macchina 1 per la produzione di gelato artigianale ed affini sopra descritta possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, in una prima variante realizzativa non illustrata, il tratto terminale 10a del condotto tubolare 10 può essere privo del risalto anulare esterno, e la flangia del bocchettone 11 può essere costituita da una piastra piana 12 che ricalca la forma della piastra di bloccaggio 14, foro passante 14a compreso, ed saldata direttamente sul corpo del condotto tubolare 10 in corrispondenza della linea di separazione tra il tratto mediano ed il tratto terminale 10a del condotto tubolare 10.
Ed ancora, in una seconda variante realizzativa non illustrata, il condotto tubolare 10 può presentare un piccolo risalto anulare sporgente in corrispondenza della linea di separazione tra il tratto mediano ed il tratto terminale 10a del condotto tubolare 10. In questo caso, il risalto anulare ha una lunghezza l rilevata parallelamente all’asse longitudinale C del condotto, minore della lunghezza complessiva del tratto terminale 10a del condotto tubolare 10 e preferibilmente, ma non necessariamente, minore anche dello spessore s della parete anteriore 2b dell’involucro scatolare 2 nell’intorno dell’apertura 11.

Claims (14)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Macchina (1) per la produzione di gelato ed affini comprendente un involucro scatolare (2) esterno ed, all’interno dell’involucro scatolare (2), - una vasca di lavorazione (3) che si prolunga all’interno dell’involucro scatolare (2), a partire dal parete superiore (2a) di quest’ultimo; ed - un collettore di scarico (9) che si dirama dal fondo della vasca di lavorazione (3) fino a raggiungere l’involucro scatolare (2) in corrispondenza della parete anteriore (2b) di quest’ultimo, ed à ̈ strutturato in modo tale da permettere il deflusso del prodotto contenuto nella vasca di lavorazione (3), all’esterno della macchina (1); il collettore di scarico (9) comprendendo un condotto tubolare (10) che si prolunga a sbalzo dal fondo della vasca di lavorazione (3), e termina in un bocchettone (11) che impegna in modo passante un’apposita apertura (11a) ricavata sulla parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2); la macchina (1) per la produzione di gelato ed affini essendo caratterizzata dal fatto che detto bocchettone (11) comprende - un manicotto centrale (11a) che à ̈ fissato in modo rigido ed inamovibile al condotto tubolare (10), e si prolunga a sbalzo dall’estremità del condotto tubolare (10) verso l’esterno dell’involucro scatolare (2), impegnando in modo passante la detta apertura (11a) sulla parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2); - una flangia (12) di accoppiamento esterna che à ̈ fissata in modo rigido ed inamovibile all’esterno del condotto tubolare (10), a monte del manicotto centrale (10a), ed à ̈ atta a disporsi in battuta sulla superficie interna della parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2), lungo il bordo perimetrale di detta apertura (11a); - una grata protettiva (13) interna che à ̈ posizionata sul manicotto centrale (10a) del bocchettone (11) in modo tale da impedire a corpi estranei di risalire lungo il condotto tubolare (10) retrostante, ed à ̈ fissata in modo rigido ed inamovibile al corpo di detto manicotto centrale (10a); - una piastra di bloccaggio (14) esterna, che à ̈ dotata centralmente di un foro passante (14a) di forma complementare a quella del manicotto centrale (10a) del bocchettone (11), ed à ̈ calzata direttamente sul manicotto centrale (10a) del bocchettone (11), con la faccia posteriore in battuta sulla superficie esterna della parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2); ed infine - mezzi di ancoraggio (15) strutturati in modo tale da stringere la flangia (12) del bocchettone (11) e la piastra di bloccaggio (14) una contro l’altra, bloccando l’estremità del condotto tubolare (10) saldamente sulla parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2).
  2. 2. Macchina secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto di comprendere, all’interno dell’involucro scatolare (2), anche mezzi di refrigerazione (4) atti a raffreddare la vasca di lavorazione (3) in modo tale da portare e mantenere quanto in essa contenuto ad una temperatura inferiore a 0°C, ed un organo mescolatore (5) il quale à ̈ montato girevole all’interno della vasca di lavorazione (3) attorno ad un asse di rotazione (A) sostanzialmente coincidente con l’asse di riferimento (A) della vasca; detto organo mescolatore (5) essendo strutturato in modo tale da mescolare i vari ingredienti che vengono riversati all’interno della vasca di lavorazione (3), ed in modo tale da poter raschiare almeno la superficie laterale interna della vasca di lavorazione (3).
  3. 3. Macchina secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che il manicotto centrale (11a) del bocchettone (11) à ̈ costituito dal tratto terminale (10a) del condotto tubolare (10), che ha una lunghezza maggiore dello spessore (s) della parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2) nell’intorno dell’apertura (11), ed impegna in modo passante la detta apertura (11a) sulla parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2) sporgendo all’esterno della macchina.
  4. 4. Macchina secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che il condotto tubolare (10) à ̈ dotato di un risalto anulare sporgente in corrispondenza della linea di separazione tra il tratto terminale (10a) ed il tratto mediano di detto condotto tubolare (10), e che la flangia (12) del bocchettone (11) à ̈ costituita da una piastra piana (12) che à ̈ dotata di un’asola trasversale (12a) passante che si estende dal bordo laterale della piastra fino al centro della medesima, ed à ̈ dimensionata in modo tale da essere impegnata dal tratto mediano del condotto tubolare (10); detta piastra piana (12) essendo atta ad essere collocata a cavallo del tratto mediano del condotto tubolare (10) con un movimento a ghigliottina, e poi ad essere posizionata con la faccia anteriore in battuta contemporaneamente sulla superficie interna della parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2), e sul fianco del risalto anulare presente sul tratto terminale (10a) del condotto tubolare (10).
  5. 5. Macchina secondo la rivendicazione 4, caratterizzata dal fatto che il risalto anulare sporgente ha una lunghezza (l) rilevata parallelamente all’asse longitudinale (C) del condotto tubolare (10), che à ̈ sostanzialmente uguale alla lunghezza complessiva del tratto terminale (10a) del condotto tubolare (10).
  6. 6. Macchina secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che la flangia (12) del bocchettone (11) à ̈ costituita da una piastra piana (12) centralmente forata che à ̈ calzata sul condotto tubolare (10) ed à ̈ fissata in modo inamovibile in corrispondenza della linea di separazione tra il tratto terminale (10a) ed il tratto mediano di detto condotto tubolare (10).
  7. 7. Macchina secondo la rivendicazione 3, 4, 5 o 6, caratterizzata dal fatto che detta piastra di bloccaggio (14) ha uno spessore (w) che approssima per eccesso la differenza tra la lunghezza del tratto terminale (10a) del condotto tubolare (10), e lo spessore (s) della parete anteriore (2a) dell’involucro scatolare (2) nell’intorno dell’apertura (11a), in modo tale che l’estremità del tratto terminale (10a) del condotto tubolare (10) sia sostanzialmente complanare alla faccia anteriore della piastra di bloccaggio (14), quando la piastra di bloccaggio (14) e la flangia (12) del bocchettone (11) sono entrambe in battuta sulla parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2).
  8. 8. Macchina secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto che il foro passante (14a) presente al centro della piastra di bloccaggio (14) esterna, ha un diametro che approssima per eccesso il diametro esterno del tratto terminale (10a) del condotto tubolare (10).
  9. 9. Macchina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il bocchettone (11) comprende anche un portello mobile (17) che à ̈ strutturato in modo tale da chiudere ermeticamente l’estremità del manicotto centrale (10a) del bocchettone (11), ed à ̈ incernierato sulla piastra di bloccaggio (14) in modo tale da essere spostabile manualmente da e verso un posizione di chiusura in cui il portello mobile (17) chiudere ermeticamente il condotto tubolare (10) impedendo la fuoriuscita del prodotto.
  10. 10. Macchina secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che il portello mobile (17) comprende una piastra piana (18) che à ̈ appoggia direttamente sulla piastra di bloccaggio (14) in modo tale da ostruire a tenuta di fluido l’estremità del manicotto centrale (10a) del condotto tubolare (10), ed à ̈ infulcrata su detta piastra di bloccaggio (14) a lato del suo foro passante (14a), in modo tale da poter ruotare attorno ad un asse di rotazione (D) localmente perpendicolare al piano di giacitura delle due piastre, rimanendo sempre localmente tangente alla piastra di bloccaggio (14); ed un maniglia (19) che si prolunga a sbalzo da detta piastra piana (18) per permettere la movimentazione della stessa attorno a detto asse di rotazione (D).
  11. 11. Macchina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i mezzi di ancoraggio (15) comprendono una pluralità di viti (15) che sono montate passanti attraverso la piastra di bloccaggio (14) e la parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2), e sono strutturate in modo tale da ingranare sulla flangia (12) del bocchettone (11) così da stringere la piastra di bloccaggio (14) contro la detta flangia (12), intrappolando nel mezzo la parete anteriore (2b) dell’involucro scatolare (2).
  12. 12. Macchina secondo le rivendicazioni 10 e 11, caratterizzata dal fatto che la piastra piana (18) del portello mobile (17) Ã ̈ fissata in modo liberamente girevole sulla detta piastra di bloccaggio (14) mediante una delle viti (15) che stringono la piastra di bloccaggio (14) contro la flangia (12) del bocchettone (11).
  13. 13. Macchina secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la grata protettiva di detto bocchettone (11) à ̈ costituita da una serie di barrette (13) rettilinee parallele e distanziate tra loro, che giacciono su di un stesso piano di riferimento localmente perpendicolare all’asse longitudinale (C) del condotto tubolare (10), sono inserite in modo passante sul manicotto centrale (10a) del bocchettone (11), ed hanno le estremità assiali saldate alla parete laterale cilindrica di quest’ultimo.
  14. 14. Macchina secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che i mezzi di refrigerazione (4) sono atti a raffreddare la vasca di lavorazione (3) in modo tale da portare e mantenere quanto in essa contenuto ad una temperatura compresa tra -5°C e -35°C.
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