ITMI940958A1 - Disco a frizione - Google Patents

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ITMI940958A1
ITMI940958A1 IT000958A ITMI940958A ITMI940958A1 IT MI940958 A1 ITMI940958 A1 IT MI940958A1 IT 000958 A IT000958 A IT 000958A IT MI940958 A ITMI940958 A IT MI940958A IT MI940958 A1 ITMI940958 A1 IT MI940958A1
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IT
Italy
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rotation
respect
peripheral
angle
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IT000958A
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English (en)
Inventor
Theodor Gassmann
Original Assignee
Gkn Automotive Ag
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    • FMECHANICAL ENGINEERING; LIGHTING; HEATING; WEAPONS; BLASTING
    • F16ENGINEERING ELEMENTS AND UNITS; GENERAL MEASURES FOR PRODUCING AND MAINTAINING EFFECTIVE FUNCTIONING OF MACHINES OR INSTALLATIONS; THERMAL INSULATION IN GENERAL
    • F16FSPRINGS; SHOCK-ABSORBERS; MEANS FOR DAMPING VIBRATION
    • F16F15/00Suppression of vibrations in systems; Means or arrangements for avoiding or reducing out-of-balance forces, e.g. due to motion
    • F16F15/10Suppression of vibrations in rotating systems by making use of members moving with the system
    • F16F15/16Suppression of vibrations in rotating systems by making use of members moving with the system using a fluid or pasty material
    • F16F15/161Suppression of vibrations in rotating systems by making use of members moving with the system using a fluid or pasty material characterised by the fluid damping devices, e.g. passages, orifices

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  • Aviation & Aerospace Engineering (AREA)
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Description

sull'altra orientate sul contorno, laddove inoltre la camera è riempita con un liquido ammortizzatore e superfici della prima parte anulare e della seconda parte anulare nella camera formano intercapedini periferiche che si estendono in direzione periferica e nelle quali, con la rotazione relativa delle due parti anulari, si verifica un ammortizzamento viscoso nel liquido ammortizzatore, laddove le intercapedini periferiche presentano un ammortizzamento viscoso variabile, in dipendenza dell'angolo di rotazione relativa quasi statico e in dipendenza dell'angolo di oscillazione periodico della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare. (Figura 1)
Descrizione del trovato
L'invenzione riguarda un dispositivo per trasmettere coppie, con smorzamento delle vibrazioni, specialmente come disco di frizione nel ramo di trasmissione motrice di un autoveicolo, conformemente alla definizione del genere della rivendicazione principale.
Il disco di frizione nel ramo di trasmissione motrice di un autoveicolo possiede come sistema di interfaccia fra il motore e il cambio di velocità un'influenza decisiva sul comportamento vibratorio e quindi sul comportamento acustico del tratto di trasmissione motrice dell 'autoveicolo.
Nella gamma utilizzabile del numero di giri di un motore endotermico è insita una pluralità di forme di vibrazioni intrinseche del ramo di tasmissione motrice, che possono essere eccitate passando per la disuniformità rotatoria del motore endotermico e portano a risonanze, e quindi a rumori.
La tendenza verso motori sempre più leggeri, con elevata densità di potenza e disuniformità rotatoria corrispondentemente grande e verso tratti di trasmissione motrice più leggeri, di poche perdite e quindi di poco smorzamento, con più alta sensibilità, spinge sempre più in primo piano i problemi vibratori e quelli acustici e porta a maggiori requisiti imposti al sistema di interfaccia del disco di frizione nel ramo di trasmissione motrice dell 'autoveicolo.
I compiti più importanti dell'ammortizzatore del disco di frizione sono:
1. Spostamento di frequenze intrinseche al di fuori della banda utilizzabile del numero di giri
2. Isolamento del ramo di trasmissione motrice dall'eccitazione dovuta al motore endotermico.
3. Smorzamento di frequenze di risonanza.
In via di principio l'ammortizzatore del disco di frizone opera come filtro Low-Pass.
Un tale sistema presenta un comportamento di trasmissione ideale, quando lo smorzamento nella risonanza .
fosse infinito mentre nel campo di isolamento .
fosse pari a zero. Lo scopo di tutti gli accorgimenti attuati sul disco della frizione è quello di approssimarsi a questo ideale.
L'ottimizzazione di un ammortizzatore del disco di frizione viene resa difficile dal fatto che per differenti stati di carico e di esercizio del motore endotermico (accelerazione a pieno carico, funzionamento al minimo, cambio di carico) sono necessarie caratteristiche di rigidezza e di ammortizzamento del tutto differenti.
Mediante ammortizzatori a frizione multistadio e aggiuntivi stadi di frizione, presentanti giuoco per i punti di risonanza, si cerca di ottimizzare il comportamento ammortizzatore, il che rende però complicati i sistemi, può portare a problemi interni di vibrazioni e di rumorosità (arresto dei diversi stadi) e costituisce sempre un compromesso più o meno incompleto.
È sempre più difficile soddisfare i requisiti crescenti con il convenzionale disco di frizione a più stadi, ammortizzato a frizione.
Dal DE-AS 2848 748 è noto un innesto elastico, in cui fra una prima parte anulare ed una seconda parte anulare, mediante superfici che si integrano, sono rivolte verso l'interno su una parte anulare e sono rivolte verso l'esterno sull'altra parte anulare, vengono formate camere e canali di strozzatura che le collegano, laddove in caso di rotazione relativa di una parte anulare rispetto all'altra la grandezza di camere vicine varia in senso contrario, cosicché liquido ammortizzatore viene pressato attraverso i canali producendo un effetto di strozzatura. Le camere sono delimitate lateralmente per mezzo di pareti radiali piane.
Dal DE 35 28 175 Al è noto il fatto di prevedere su un volano in due parti un ammortizzamento viscoso, che viene ad agire soltanto dopo una certa corsa libera, ad esempio dopo una rotazione relativa, senza ammortizzamento, delle due parti del volano di /- 10°. Ciò viene assicurato per mezzo di superfici ammortizzatrici, uniformemente distribuite sul contorno, sulle due parti, accoppiate fra di loro elasticamente, del volano, che nella posizione non ruotata non presentano reciprocamente copertura e dopo una rotazione formano insieme un'intercapedine ammortizzatrice, in cui ha luogo una sollecitazione di taglio sul liquido. Dal DE 36 21 997 Al è noto un volano in due parti del genere precedentemente menzionato, in cui aggiuntivamente sono previste guarnizioni di frizione eseguite differentemente anche sul contorno, che sono a contatto fra di loro e sono accoppiate rispettivamente con l'una e con l'altra parte del volano, laddove in un primo momento un grande ammortizzamento sia nell'ambito della guarnizione di frizione, come pure nell'ambito delle intercapedini ammortizzatrici, è grande e, dopo un angolo di rotazione di ad esempio /- 10° di rotazione relativa delle due parti del volano, è decisamente ridotto.
Un disco di frizione del genere della presente invenzione è noto dal US 4 674 991. In tal caso sono ricavate intercapedini periferiche fra la prima parte anulare e la seconda parte anulare mediante sporgenze anulari che in sezione trasversale si impegnano l'una nell'altra. Le superfici formanti le intercapedini periferiche sono in tal caso ricavate direttamente sulla prima parte anulare e sulla seconda parte anulare, cosicché l'azione di taglio del liquido viscoso è costante sull'angolo di rotazione relativa. In tal modo risulta estremamente limitata la possibilità di influenzamento sulla caratteristica di ammortizzamento .
Partendo da ciò l'invenzione si pone il compito di realizzare un disco di frizione presentante una caratteristica di ammortizzamento migliorata. La soluzione al riguardo sta nel fatto che la sezione trasversale delle intercapedini periferiche, ad azione ammortizzatrice, sull'anoglo di rotazione della prima parte anulare è variabile rispetto alla seconda parte anulare, cosicché nelle intercapedini periferiche in seguito ad un'azione di taglio nel liquido ammortizzatore ha luogo un ammortizzamento variabile in dipendenza dell'angolo di rotazione quasistatico in seguito ad una coppia e in dipendenza dell'angolo di oscillazione periodico in seguito a vibrazioni rotatorie fra la prima parte anulare e la seconda parte anulare.
Esecuzioni preferite sono illustrate nelle sottorivendicazioni, e in particolare è previsto che la lunghezza periferica delle intercapedini periferiche, ad azione ammortizzatrice, sull'angolo di rotazione della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare è variabile e inoltre che il movimento relativo ad azione ammortizzatrice fra le superfici formanti le intercapedini periferiche, non varia proporzionalmente alla variazione dell'angolo di oscillazione della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare. Come angolo di rotazione relativa quasistatico è indicato lo stato di base del disco di frizione, dipendente dalla coppia trasmessa, come angolo di oscillazione periodico dello stato oscillatorio sovrapposto in seguito alla disuniformità rotatoria del motore endotermico.
Conformemente al primo enunciato può aver luogo una variazione delle intercapedini periferiche ad azione ammortizzatrice, in modo tale che queste si restringono o si allargano al crescere dell'angolo di rotazione relativa e/oppure che la loro superficie ad azione ammortizzatrice in funzione dell'angolo relativa aumenta o diminuisce. Al riguardo ad esempio nella prima parte anulare formante la cassa si possono effettuare variazioni del contorno, laddove la corrispondente controsuperficie verso una lamella, accoppiata con il mozzo, soltanto dopo un angolo di rotazione preassegnato forma con questa una stretta intercapedine periferica e/oppure la superficie della lamella situata fra intercapedini periferiche attive, viene variata con l'angolo di rotazione.
Conformemente ad un'esecuzione concreta con il mozzo può essere accoppiata solidale alla rotazione almeno una lamella radiale formante con la prima parte anulare almeno due intercapedini periferiche radiali, laddove almeno una lamella presenta aperture passanti, che in una posizione neutra sono associate a rientranze della prima parte anulare, e che con la rotazione relativa della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare parti di lamella entrano in zone più strette delle intercapedini periferiche tra le rientranze.
Un'altra esecuzione costruttiva può consistere nel fatto che con il mozzo è accoppiata solidale alla rotazione almeno una lamella radiale e con la prima parte anulare si impegna almeno una lamella radiale nel senso di rotazione, le quali fra di loro formano almeno un'intercapedine periferica, laddove le lamelle presentano aperture passanti reciprocamente sfalsate, il cui grado di copertura varia con la rotazione relativa della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare.
Conformemente al secondo enunciato è possibile far ruotare liberamente lamelle, accoppiate con la prima parte anulare, all'inizio dell'ampiezza oscillatoria fra prima parte anulare e seconda parte anulare, rispetto alla prima parte anulare, in quanto si prevede una corsa libera o un giuoco periferico, e solo dopo una definita deviazione angolare la corrispondente lamella viene accoppiata solidale alla rotazione alla prima parte anulare mediante arresti girevoli. In tal modo si ottiene un aumento dell'ammortizzamento viscoso al superamento di un angolo di oscillazione preassegnato mediante la corsa libera.
Conformemente ad un'esecuzione costruttiva per rappresentare questa caratteristica di ammortizzamento graduale, dipendente dall'angolo di oscillazione, almeno una lamella, accoppiata con la prima parte anulare nel senso di rotazione, può essere girevole in ragione di un angolo di rotazione limitato rispetto alla prima parte anulare. È possibile ottenere una graduazione più precisa, quando per rappresentare una caratteristica di ammortizzamento graduata, molteplicemente dipendente dall'angolo di oscillazione, più lamelle accoppiate con la prima parte anulare nel senso di rotazione, sono girevoli in ragione di differenti deviazioni angolari rispetto alla prima parte anulare.
L'esecuzione costruttiva può avvenire in modo che lamelle con sporgenze dentate radialmente esterne ingranano con rientranze dentate della prima parte anulare, laddove sono previsti giuochi periferici preassegnati S2 fino all'arresto di rotazione.
Come generalmente usuale, e neccessario per rappresentare la menzionata posizione neutra, i mezzi elastici sono eseguiti come molle di pressione. Queste sono situate in rigonfiamenti nella cassa della prima parte anulare, racchiudenti rispettivamente un cilindro circolare estendentesi tangenzialmente all'asse di rotazione, e in rientranze associate nelle lamelle, laddove le molle di pressione nella posizione neutra poggiano sulla prima parte anulare e con la rotazione relativa della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare ad un'estremità vengono sollecitate da quest'ultimo.
Preferibilmente i mezzi elastici sono eseguiti come molle di pressione, laddove queste sono situate in rigonfiamenti nella cassa e rientranze associate nel corpo a disco radiale, rispettivamente nelle lamelle.
Inoltre preferibilmente è previsto che sono previste molle di pressione di differente lunghezza assiale, che vengono ad agire in base ad angoli di rotazione relativa graduali della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare.
In un'esecuzione preferita l'appoggio delle molle di pressione rispetto alle parti anulari viene provocato tramite dischi inseriti perpendicolarmente all'asse longitudinale delle molle di pressione elicoidali.
I dischi sono situati preferibilmente nei rigonfiamenti nella cassa della prima parte anulare, in sostanza ermeticamente, e con la rotazione relativa della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare provocano uno spostamento idrostatico per produrre un aggiuntivo effetto ammortizzatore.
Quando i rigonfiamenti sono eseguiti con diametro variabile in funzione della lunghezza, in particolare graduato, si può realizzare una caratteristica di ammortizzamento, dipendente dall'angolo di rotazione relativo, anche per questi aggiuntivi mezzi ammortizzatori.
Come liquido ammortizzatore preferito per riempire il disco di frizione secondo l'invenzione è previsto olio siliconico, che per comportamento termico e di taglio e per le sue proprietà viscoelastiche, vale a dire al crescere della frequenza diminuisce l'effetto ammortizzatore, si mostra superiore nei confronti di grassi ed oli. Il disco di frizione in particolare può essere riempito completamente oppure, per compensare variazioni di volume dipendenti dalla temperatura, solo parzialmente.
In un'ulteriore esecuzione è previsto che almeno una lamella, accoppiata con la seconda parte anulare, come pure la cassa della prima parte anulare, abbracciante la lamella, sono dotate di rientranze sagomate, che in direzione assiale si alternano reciprocamente in sensi contrari e si estendono radialmente.
Viene inoltre proposto che le rientranze sagomate della cassa nella loro estensione assiale sono sagomate in modo tale che cooperando con rientranze sagomate, dirette conformemente, del disco agiscono come limitazioni dell'angolo di rotazione relativa.
Esempi di realizzazione preferiti sono rappresentati nel seguito in base ai disegni.
In particolare:
la figura 1 mostra una sezione radiale attraverso un disco di frizione secondo l'invenzione, in una prima esecuzione, la figura 2 mostra una sezione tangenziale secondo la linea B - B secondo la figura 1,
la figura 3 mostra una semisezione assiale attraverso un disco di frizione secondo le figure 1 e 2,
la figura 4 mostra una sezione radiale attraverso un disco di frizione secondo l'invenzione, in una seconda esecuzione,
la figura 5 mostra una sezione tangenziale secondo la linea B - B conformemente alla figura 4,
la figura 6 mostra una sezione assiale attraverso un disco di frizione secondo l'invenzione in una terza esecuzione, la figura 7 mostra una sezione cilindrica attraverso le parti anulari di un innesto secondo l'invenzione, in un'ulteriore esecuzione,
la figura 8 mostra una sezione cilindrica attraverso le parti anulari di un innesto secondo l'invenzione, in un'ulteriore esecuzione,
la figura 9 mostra una sezione cilindrica attraverso le parti anulari di un innesto secondo l'invenzione, in un'ulteriore esecuzione,
la figura 10 mostra una sezione cilindrica attraverso le parti anulari di un innesto secondo l'invenzione, in un'ulteriore esecuzione.
Le figure 1 fino a 3 vengono descritte in seguito in comune, laddove particolari corrispondenti sono dotati degli stessi contrassegni. L'innesto è formato da una parte anulare esterna 10 e da una parte anulare interna 11 girevoli reciprocamente in ragione di un angolo di rotazione limitato. La parte anulare esterna 10 presenta una cassa 12 a parete doppia, sul cui bordo esterno mediante rivetti 14 è fissato un disco anulare 13, nella figura 1 essendo rappresentati soltanto i corrispondenti fori di fissaggio 15. Il disco anulare 13 reca guarnizioni di frizione 16 pure fissate mediante rivetti 18. Nel senso di rotazione con la cassa 12 della prima parte anulare 10 coopera una lamella centrale 19, che sul proprio contorno esterno possiede sporgenze 20 a dentatura ingrananti con giuoco periferico S2 con rientranze dentate 21 nella cassa 12. La seconda parte anulare 11 è formata da un mozzo 22, sul quale sono fissate solidali alla rotazione lamelle radiali 23. A tale scopo il mozzo 22 presenta una dentatura esterna 24 cooperante solidale alla rotazione con una dentatura interna 25 delle lamelle 23. La cassa 12 è chiusa a tenuta rispetto al mozzo 22 per mezzo di guarnizioni 26. Le lamelle 23 possiedono sporgenze dentate esterne 27 ingrananti con rientranze dentate 28 nella cassa 12, laddove è previsto un giuoco perfierico SI' SI". In tal modo è preassegnato un arresto per limitare l'angolo di rotazione relativa della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare. Come è indicato con le definizioni "senso di azionamento" e "senso di trascinamento" e come è riconoscibile dalle frecce dimensionali, questo giuoco periferico è differente in dipendenza del senso di azionamento. Nella cassa 12 sono previsti rigonfiamenti rettilinei 29, di andamento tangenziale, di limitata lunghezza assiale, che in prima approssimazione racchiudono un cilindro. In corrispondenza con queste rientranze le lamelle 19, 23 presentano aperture passanti 30, 31. Nei rigonfiamenti 29 e nelle aperture passanti 30, 31 sono inserite molle di pressione 32, 33, 34 poggianti rispettivamente sull'estremità su dischi 35, 36, 37. Le rientranze 31 sono leggermente più grandi delle rientranze 30 in cui sono inserite le molle di pressione, per consentire un movimento di rotazione relativa fra le parti anulari. Fra le lamelle 19 e le lamelle 23 sono formate prime intercapedini periferiche 38, mentre fra le lamelle 23 e la cassa 12 sono formate seconde intercapedini periferiche 39. Con la rotazione relativa della parte anulare esterna 10 rispetto alla parte anulare interna 11 si ottiene un ammortizzamento viscoso nelle intercapedini periferiche 39 fra le lamelle 23 e la cassa 12. In dipendenza della grandezza della deviazione angolare la lamella 19 in un primo momento tramite attrito viscoso può ruotare concomitantemente con le lamelle 23, sostanzialmente senza ritardo, fino a quando le sporgenze dentate 20 dopo il superamento del giuoco periferico S2', rispettivamente 2", vengono a poggiare sulla rientranza dentata 21 della cassa 12 della parte anulare esterna 10. A partire di qui la lamella 19 viene accoppiata rigidamente alla cassa 10 e in dipendenza delle vibrazioni si ottiene un ammortizzamento viscoso anche nelle intercapedini periferiche 38.
Con la rotazione relativa fra le parti anulari 10 e 11 contemporaneamente vengono dapprima accorciate le molle di pressione 33, e dopo il superamento di una corsa tangenziale S3 vengono accorciate anche le molle di pressione 32. In tal caso parti delle lamelle 23 agiscono su rispettivamente uno dei dischi 35, 36, mentre l'altro dei dischi poggia all'estremità dei rigonfiamenti 29 nella cassa 12. Il disco cooperante con le lamelle 23 viene in tal caso spostato di volta in volta assialmente nel rigonfiamento cilindrico 29 per cui si verifica uno spostamento idrostatico all'interno del rigonfiamento, che fa aumentare l'ammortizzamento.
Nelle figure 4 e 5 dettagli corrispondenti a quelli nelle figure 1 e 2 sono dotati di contrassegni aumentati rispettivamente di 100. Si fa riferimento completamente al contenuto della descrizione per quanto sussiste corrispondenza .
A differenza di ciò, è riconoscibile che nella lamella 119, che è associata alla cassa 112 e dopo il superamento dell'intercapedine S2 viene ad arrestarsi con questa, sono previste prime aperture passanti 140 e nelle lamelle 123 seconde aperture passanti 141. Inoltre la cassa 112 presenta rientranze 142 . In posizione neutra queste aperture passanti in rientranze sono reciprocamente sfalsate. Rispettivamente dove è prevista almeno una delle aperture passanti nella superficie delle lamelle, non viene a formarsi alcuna intercapedine periferica attiva. Qualora nel caso di una rotazione relativa della prima parte anulare 110 rispetto alla seconda parte anulare 111 queste aperture passanti 140, 141 si portino gradualmente in copertura, rispettivamente rispetto alle rientranze si portino fuori dalla copertura, si riducono le parti superficiali inattive delle lamelle e complessivamente aumenta la superficie delle intercapedini periferiche, cosicché viene aumentato l'ammortizzamento viscoso.
Però la forma delle aperture passanti 141 e 140 può essere eseguita liberamente, tenuto conto della relazione fra aumento dell'angolo di rotazione relativa e aumento dell'ammortizzamento.
Nella figura 5 è riconoscibile che i rigonfiamenti 129 non sono cilindrici ma diminuiscono con doppia conicità, rispettivamente verso il centro, nella sezione trasversale libera. L'intercapedine anulare 143 fra i dischi 135 e 136 quindi, in caso di rotazione relativa della prima parte anulare rispetto alla seconda parte anulare, diminuisce crescentemente , cosicché aumenta crescentemente l'ammortizzamento idrostatico. La variazione dell'ammortizzamento in funzione dell'angolo di rotazione relativa anche qui può essere conformata liberamente tramite adeguata conformazione dei rigonfiamenti 129.
Nella figura 6 dettagli corrispondenti sono dotati di contrassegni aumentati rispettivamente di 200 rispetto alla figura 3. Si fa riferimento al contenuto della descrizione per quanto sussiste corrispondenza. Si trovano differenze nell'ambito dell'esecuzione del mozzo 222 e della cassa 212, che rispettivamente sono chiusi unilateralmente a forma di marmitta, cosicché è necessaria soltanto un'unica guarnizione anulare 226.
Nelle figure 7 fino a 10 i dettagli per semplicità vengono dotati di contrassegni impiegati nelle figure 1 fino a 3, che qui nelle diverse varianti sono dotati di indici.
Nella figura 7 è rappresentata la cassa 127 della prima parte anulare 107 nonché una singola lamella 237 accoppiata solidale alla rotazione con la seconda parte anulare 11. La cassa possiede zone di base 457, non sagomate e distribuite rispettivamente sul contorno, e rientranze 447, mentre la lamella 237 possiede, con distribuzione periferica, alternativamente zona di base 427 e in abbinamento alle zone di base 457 della cassa 127, aperture passanti 417. Fra la lamella 23 e le pareti della cassa 127 sono ricavate intercapedini 397. La posizione rappresentata delle parti dischiformi reciprocamente è la configurazione impostata nello stato privo di coppie quando non sono sollecitate le molle di pressione. È riconoscibile che nel caso di una rotazione reciproca a partire di qui dapprima si verifica un elevato ammortizzamento in seguito all'azione di taglio del liquido ammortizzatore nelle intercapedini 397, che diminuisce continuamente, in quanto le zone di base 427 della lamella 237 entrano nelle zone di base allargate 457 della cassa 127, per cui si elimina un'efficace azione di taglio, mentre contemporaneamente le aperture passanti 417 della lamella 237 entrano nelle zone delle rientranze 447 della cassa 127 e conseguentemente accorciano le intercapedini attive 397.
Nella figura 8 è mostrata la cassa 128 a due gusci di una prima parte anulare 108, che presenta fondamentalmente la stessa forma di quella indicata in figura 7 e presenta zone di base non deformate 458 e rientranze laterali 448. Due lamelle 238 fra di loro simmetriche, che sono accoppiate solidali alla rotazione con una seconda parte della cassa, presentano rispettivamente la stessa forma dei gusci della cassa. Fra le due lamelle 238 si trova una lamella 198 accoppiata solidale alla rotazione con la cassa 128 stessa. La lamella 198 menzionata per ultima presenta, con distribuzione periferica, zone di base 498 e aperture passanti 488, che tuttavia sono associate alle rientranze 448 delle lamelle 238. Questa posizione rappresenta la configurazione delle parti nello stato privo di coppia con molle di pressione non sollecitate. All'inizio di una rotazione relativa, da considerare come movimento relativo delle lamelle 238 rispetto alle lamelle 198, fra di loro fisse, e alle parti 128 della cassa, non sono pertanto formate intercapedini attive per l'azione di taglio del liquido ammortizzatore contenuto nella cassa. Queste si forinano soltanto nella zona indicata con 398, mediante entrata delle zone di base non deformate 468 delle lamelle 23 nelle zone della rientranza 428 della cassa 128, come pure nelle intercapedini, marcata con 388, in seguito all'entrata delle zone di rientranza 478 delle lamelle 238 nelle zone di base 498 della lamella centrale 19. Il comportamento ammortizzatore è pertanto reciproco rispetto all'esecuzione rappresentata in figura 7.
Nella figura 9 è mostrata la cassa 129 di una prima parte anulare 109 e inoltre una lamella 239 accoppiata con un secondo corpo anulare non rappresentato. I gusci della cassa 129 in particolare non sono sagomati simmetricamente rispetto al piano di mezzeria, ma anzi rientranze 449 (1) fronteggiano zone di base 459(2) nell'altro guscio della cassa, mentre rientranze 449(2) fronteggiano zone di base 459(1) nel guscio della cassa citato per ultimo. Nello stesso senso la lamella 239 è sagomata alternativamente, cosicché la disposizione può essere considerata come pila di piastre similari. Nella posizione di partenza rappresentata, che si imposta in caso di disco di frizione privo di coppie, con molle di pressione non sollecitate, similmente alla realizzazione secondo la figura 4 non sono riconoscibili strette intercapedini di taglio attive. Intercapedini di taglio si formano soltanto dopo rotazione relativa delle parti nelle zone contrassegnate con 399, cosicché si verifica un crescente ammortizzamento.
Nella figura 10 è impostata una disposizione ampiamente corrispondente con la figura 9 e si fa riferimento complessivamente alla relativa descrizione. A differenza di ciò le rientranze 442(10) di un guscio della cassa possiedono anche ulteriori più profonde parti impresse 5010 cooperanti con ribassi 5110 sulla lamella 2310 nel senso di un arresto di rotazione.

Claims (16)

  1. Rivendicazioni 1. Dispositivo per trasmettere coppie, con ammortizzamento delle vibrazioni, specialmente come disco di frizione nel ramo di trasmissione motrice di un autoveicolo, con una prima parte anulare {10, 110, 210), che sul contorno esterno presenta mezzi per trasmettere una coppia, specialmente guarnizioni di frizione (16, 216) di un innesto a frizione accoppiato con un volano del motore, e con una seconda parte anulare (11, 111, 211), che presenta un mozzo (22, 122, 222) per la presa di una coppia, specialmente per l'accoppiamento solidale alla rotazione con un albero di entrata del cambio di velocità, laddove la prima parte anulare (10, 110, 210) presenta una cassa (12) a parete doppia e forma una camera chiusa a tenuta rispetto alla seconda parte anulare (11, 111, 211) nella zona del mozzo (22, 222), e la seconda parte anulare (11, 111, 211) comprende almeno un corpo a disco radiale, laddove le due parti anulari sono girevoli reciprocamente in ragione di un limitato angolo di rotazione e tramite mezzi elastici (32, 33, 132, 133, 232, 233) poggiano l'una sull'altra, orientate sul contorno, laddove inoltre la camera è riempita con un liquido ammortizzatore e superfici della prima parte anulare (10, 110, 210) della seconda parte anulare (11, 111, 211) nella camera formano intercapedini periferiche (38, 39, 138, 139, 238, 239), che si estendono in direzione periferica e nelle quali, in caso di rotazione relativa delle due parti anulari, si verifica un ammortizzamento viscoso nel liquido ammortizzatore, caratterizzato dal fatto che la sezione trasversale delle intercapedini periferiche (38, 39, 138, 139, 238, 239), ad azione ammortizzatrice, in funzione dell'angolo di rotazione relativa della prima parte anulare (10, 110, 210) rispetto alla seconda parte (11, 111, 211) è variabile, cosicché nelle intercapedini periferiche (38, 39, 138, 139, 238, 239) in seguito ad un'azione di taglio nel liquido ammortizzatore ha luogo un ammortizzamento variabile in dipendenza dell'angolo di rotazione relativa quasistatico in seguito ad una coppia e in dipendenza dell'angolo di oscillazione periodico in seguito ad oscillazioni rotatorie fra la prima parte anulare (10, 110, 210) e la seconda parte anulare (11, 111, 211).
  2. 2. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che la lunghezza periferica delle intercapedini periferiche (28, 29, 138, 139, 238, 239), ad azione ammortizzatrice, in funzione dell'angolo di rotazione relativa della prima parte anulare (10, 110, 210) rispetto alla seconda parte anulare (11, 111, 211) è variabile.
  3. 3. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il movimento relativo, ad azione ammortizzatrice, delle superiici, formanti le intercapedini periferiche (38, 39, 138, 139, 238, 239), non ha un comportamento proporzionale rispetto alla variazione dell'angolo di oscillazione della prima parte anulare (10, 110, 210) rispetto alla seconda parte anulare (11, 111, 211) .
  4. 4. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni 1 oppure 2, caratterizzato dal fatto che con il mozzo (122) è accoppiata solidale alla rotazione almeno una lamella radiale (123) formante con la prima parte anulare (110) almeno due intercapedini periferiche radiali (139), che almeno una lamella (123) presenta aperture passanti (141), che in una posizione neutra sono associate a rientranze (142) della prima parte anulare (110), e che con la rotazione relativa della prima parte anulare (110) rispetto alla seconda parte anulare (111) parti di lamelle entrano ,in zone più strette delle intercapedini periferiche (139) fra le rientranze (142).
  5. 5. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni 1 oppure 2, caratterizzato dal fatto che con il mozzo (122) è accoppiata solidale alla rotazione almeno una lamella radiale (123), e con la prima parte anulare (110) si impegna in senso di rotazione almeno una lamella radiale (119), le quali reciprocamente formano almeno un'intercapedine periferica (138), e che le lamelle (123, 119) presentano aperture passanti (141, 140), che sono reciprocamente sfalsate perifericamente e il cui grado di copertura varia con la rotazione relativa della prima parte anulare (110) rispetto alla seconda parte anulare (111).
  6. 6. Disco secondo una delle rivendicazioni da 1 fino a 5, caratterizzato dal fatto che per rappresentare una caratteristica di ammortizzamento, dipendente dall'angolo di oscillazione, almeno una lamella (19, 119) associata alla prima parte anulare (10, 110) è girevole in ragione di un limitato angolo di rotazione rispetto alla prima parte anulare (11, 110).
  7. 7. Disco secondo una delle rivendicazioni da 1 fino a 6, caratterizzato dal fatto che per rappresentare una caratteristica di ammortizzamento, molteplicemente graduata in dipendenza dell'angolo di oscillazione, più lamelle (19, 119) associate alla prima parte anulare (10, 110) sono girevoli in ragione di differenti angoli di rotazione rispetto alla prima parte anulare (10, 110).
  8. 8. Disco secondo una delle rivendicazioni 6 oppure 7, caratterizzato dal fatto che le lamelle (19, 119) con sporgenze dentate radialmente esterne (20, 120) si impegnano in rientranze dentate (21, 121) della prima parte anulare (10, 110), laddove sono previsti giuochi periferici preassegnati (S2) fino all'impegno attivo.
  9. 9. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni da 1 fino a 8, caratterizzato dal fatto che i mezzi elastici sono eseguiti come molle di pressione (32, 33, 34, 132, 133, 134, 232, 233), che sono inserite rispettivamente in rigonfiamenti (29, 129, 229) nella cassa (12, 112) e rientranze associate nel corpo a disco radiale rispettivamente nelle lamelle.
  10. 10. Disco secondo la rivendicazione 9, caratterizzato dal fatto che l'appoggio delle molle di pressione (32, 33, 34, 132, 133, 134) rispetto alle parti anulari avviene tramite dischi (35, 36, 135, 136) inseriti perpendicolarmente all'asse longitudinale delle molle di pressione elicoidali.
  11. 11. Dispositivo secondo una delle rivendicazioni 9 oppure 10, caratterizzato dal fatto che sono previste molle di pressione (32, 33, 132, 133) di differente lunghezza assiale, che vengono ad agire in base ad angoli di rotazione relativa graduali della prima parte anulare {10, 110) rispetto alla seconda parte anulare (11, 111).
  12. 12. Disco secondo una delle rivendicazioni da 1 fino a 11, caratterizzato dal fatto che i dischi (35, 36, 135, 136) sono inseriti in sostanza ermeticamente nei rigonfiamenti (29, 129) nella cassa (12, 112), e con la rotazione relativa della prima parte anulare (10, 110) rispetto alla seconda parte anulare (11, 111) tramite uno spostamento idrostatico producono un aggiuntivo effetto ammortizzatore.
  13. 13. Disco secondo una delle rivendicazioni da 1 fino a 12, caratterizzato dal fatto che i rigonfiamenti (29, 129) sono eseguiti con diametri variabili in funzione della lunghezza, in particolare graduali, per produrre una caratteristica di ammortizzamento dipendente dall'angolo di rotazione relativa.
  14. 14. Disco secondo una delle rivendicazioni da 1 fino a 13, caratterizzato dal fatto che il contorno della sezione trasversale della cassa (12, 112), formante le intercapedini periferiche (39, 139), è variabile in direzione periferica per produrre una caratteristica di ammortizzamento dipendente dall'angolo di rotazione relativa .
  15. 15. Dispositivo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che l'almeno una lamella (23), accoppiata con la seconda parte anulare (11), come pure la cassa (12) della prima parte anulare (10), abbracciante la lamella, sono dotate di rientranze sagomate, che si alternano reciprocamente in sensi contrari in direzione assiale e si estendono radialmente .
  16. 16. Dispositivo secondo la rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che le rientranze sagomate della cassa (12) nella loro estensione assiale sono sagomate in modo tale che cooperando con rientranze sagomate, orientate conformemente del disco (23), agiscono come limitazioni dell'angolo di rotazione relativa.
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