ITMI20002406A1 - Struttura di leva particolarmente per calzature sportive - Google Patents

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ITMI20002406A1
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Giorgio Baggio
Luca Marconato
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Htm Sport Spa
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Description

D E S C R I Z I O N E
Quanto forma oggetto della presente domanda risulta essere una struttura di leva, particolarmente per calzature sportive quali scarponi da sci o pattini, a rotelle o da ghiaccio, o calzature per arrampicata su ghiaccio.
Un problema oggigiorno sentito per tali calzature sportive è quello di conseguire un ottimale serraggio dei lembi dì un gambale o di uno scafo e al contempo mantenere un buon comfort.
A tal riguardo sono presenti sul mercato leve di serraggio di tipo noto costituite da un braccio leva, articolata ad una basetta vincolata ad un primo lembo, e da un tirante a molla, associato al secondo lembo di una calzature sportiva.
Tale braccio leva presenta sulla sua superficie inferiore una successione di denti di impegno con l estremità libera di detto tirante a molla, quest’ultimo essendo costituito da due molle cilindriche parallele, unite solidalmente tra loro mediante detta estremità libera.
Rispetto ad altre leve di serraggio di tipo noto, il cui tirante è privo di elementi elasticamente deformabili, la presente ha il vantaggio di consentire una efficace ed uniforme azione di chiusura dei due lembi uno sull’altro, in quanto le molle tendono a compensare le differenze di regolazione frequentemente presenti tra le diverse leve della calzatura sportiva.
Tale leva di serraggio di tipo noto presenta però il principale inconveniente di essere una leva del tipo svantaggioso, in quanto tanto più si stringe in serraggio, impegnando i denti che più si discostano dal punto di fulcraggio del braccio leva, tanto più risulta difficoltosa la chiusura stessa da parte dell’utilizzatore, in quanto aumenta la forza che deve essere impressa sul braccio leva.
Un altro inconveniente è costituito dal fatto che, durante l’azione di serraggio, le due molle cilindriche sono soggette ad elongazioni, anche notevoli, in funzione del voluto serraggio imprimibile alla leva.
Tale situazione comporta il fatto che, soprattutto per i denti più lontani dal punto di fulcraggio del braccio leva, le due molle cilindriche si allunghino eccessivamente, sino al punto di snervamento delle medesime, rendendo ancor più difficoltosa l’azione di serraggio.
Inoltre tali molle, presentando grandi dimensioni ed essendo posizionate esternamente al braccio leva, in posizione esposta, sono svantaggiosamente predisposte a rotture, o quantomeno a venire danneggiate da urti con elementi estranei, quali rocce, rami, altre calzature, sci e quant’altro possa accidentalmente venire in contatto con la calzatura sportiva a cui è applicata detta leva di tipo noto.
Un ulteriore svantaggio consiste nel fatto che all’ interno delle due molle cilindriche si può facilmente inserire della sporcizia, come fango e fili d’erba, oppure elementi solidi, quali granelli di roccia, piccoli sassi o pezzi di ghiaccio, comportando eventuali difetti nel funzionamento della leva ed ancora il possibile danneggiamento della stessa.
Una seconda leva di tipo noto è costituita da un braccio leva, articolata ad una basetta sporgente da un primo lembo, e da un tirante, associato al secondo lembo di una calzature sportiva e presentante parti elasticamente deformabili.
Da detto braccio leva sporgono inferiormente dei denti che si impegnano con l’estremità libera del tirante, che risulta costituito da due elementi telescopici, contenenti elementi elasticamente deformabili, disposti parallelamente tra loro; ciascuno comprendente quindi un cilindro cavo entro il quale è posto scorrevolmente un pistone, costituito da una testa e da un gambo sporgente all’esterno del cilindro cavo in direzione opposta a detto secondo lembo.
Una molla cilindrica, coassiale a detto gambo, è posizionata in modo da venire compressa dalla testa del pistone quando il gambo scorre verso l’esterno del cilindro, così da opporsi all’allungamento del tirante.
I gambi dei pistoni esterni ai cilindri cavi sono tra loro raccordati in modo da formare detta estremità libera interagente con detti denti del braccio leva.
Anche questa seconda leva presenta il vantaggio di consentire una efficace ed uniforme azione di chiusura dei due lembi: essa infatti presenta una struttura del tutto simile alla leva di serraggio di tipo noto precedentemente descritta, differenziandosi solamente per il tipo di elemento elasticamente deformabile utilizzato.
Tale seconda leva di tipo noto presenta però svantaggi analoghi alla precedente leva di serraggio, in quanto anche essa è una leva di tipo svantaggioso, risultando tanto più difficoltosa la chiusura tanto più distante, rispetto al punto di fulcraggio del braccio leva si trova il dente utilizzato per l interconnessione con l’estremità libera del tirante.
Inoltre tali elementi telescopici risultano difficoltosi da produrre, in quanto sono composti da vari pezzi, per lo più di ridotte dimensioni, per i quali sono necessarie costose lavorazioni di precisione.
Tutte le leve di tipo noto in generale, inoltre presentano un ulteriore inconveniente: premesso che sullo scafo o sul gambale sono disposte più leve, si ha che la chiusura di una leva attigua ad un’altra già serrata può infatti portare ad un diverso posizionamento dei lembi, variando con il carico di chiusura della leva già serrata.
Questo comporta continui aggiustamenti che, ancora, comportano una variazione del carico di chiusura delle leve attigue, sino al raggiungimento di un compromesso.
Lo scopo principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di risolvere gli inconvenienti sopra enunciati, e quindi risolvere le problematiche tecniche esposte realizzando una leva in cui sia possibile, da parte dell’utilizzatore, conseguire un ottimale comfort per il piede mantenendo il carico di chiusura costante.
Ancora uno scopo è quello di ottenere una leva in cui sia possibile mantenere il carico di chiusura costante anche quando i lembi, assestandosi ed allungandosi, tendono a far diminuire il carico di chiusura iniziale della leva.
Ancora un importante scopo è quello di realizzare una leva che riduca il numero di messe a punto della chiusura delle varie leve applicate alla calzatura sportiva.
Un altro scopo è quello di ottenere una leva la cui chiusura non comporti l’accidentale apertura di una leva attigua.
Ancora uno scopo è quello di realizzare una leva in cui sia possibile evidenziare il valore del carico di chiusura ottenuto.
Un altro scopo è quello di potere sciare con leve non eccessivamente chiuse, il cui carico di chiusura sia confortevole ed elasticamente ammortizzato, e che eviti l’apertura accidentale delle leve in fase di flessione e distensione.
Non ultimo scopo è quello di realizzare un trovato che risulti strutturalmente semplice, il medesimo presentando costi realizzativi contenuti.
II compito e gli scopi accennati, nonché altri che più· chiaramente appariranno in seguito, vengono raggiunti da una struttura di leva, particolarmente per calzature sportive, comprendente una basetta, associata ad un primo lembo, dotata di una coppia di spalle tra cui è articolato un braccio leva conformato ad “U” tra le cui ali è fùlcrato un tirante girevolmente associato, all estremità libera, ad un ponte presentante un perno selettivamente associabile ad uno tra più denti di una rastrelliera associata ad un secondo lembo, caratterizzata dal fatto che detta basetta risulta scorrevolmente associata a detto primo lembo in contrasto con almeno un elemento elasticamente deformabile interagente con un elemento di interconnessione associato o solidale a detto primo lembo stesso, detto almeno un elemento elasticamente deformabile essendo atto a mantenere il carico di chiusura costante.
Ulteriori caratteristiche e vantaggi del trovato risulteranno maggiormente dalla descrizione dettagliata di una particolare forma di realizzazione, illustrata a titolo indicativo e non limitativo nelle tavole di disegni allegate, in cui:
le figg. 1 e 2 illustrano, in una vista laterale, il trovato rispettivamente in posizione aperta e chiusa;
la fig. 3 illustra, in una vista dall’alto, un particolare del trovato, posto in posizione chiusa;
le figg. 4 e 5 illustrano, in una vista laterale, una ulteriore realizzazione del trovato rispettivamente in posizione aperta e chiusa;
la fig. 6 illustra, in una vista dall’alto, il trovato posto in posizione aperta.
Con riferimento alle figure precedentemente citate, si è indicata con il numero 1 una struttura di leva, particolarmente per calzature sportive quali ad esempio pattini e scarponi da sci.
Tale leva 1 comprende una basetta, indicata con il numero 2, scorrevolmente associata ad un primo lembo 3 di detta calzatura sportiva.
La basetta 2 può infatti scorrere longitudinalmente per mezzo di opportune guide di scorrimento, vantaggiosamente costituite da una asola longitudinale, indicata con il numero 4, ricavata lungo la linea mediana di detta basetta 2.
Nell’asola longitudinale 4 insiste preferibilmente il gambo 6 di un rivetto 5 interposto tra detta basetta 2 ed il primo lembo 3 per la presenza di una coppia di teste 7a e 7b.
La basetta 2, di forma vantaggiosamente piana, presenta lateralmente una coppia di spalle, indicate con i numeri 8a ed 8b, sporgenti perpendicolarmente a detto primo lembo 3 ed affacciate tra loro, in modo che tra le medesime possa essere articolato un braccio leva, indicato con il numero 9.
Dalla coppia di spalle 8a ed 8b sporgono, verso l’estremità di un secondo lembo 22 da riunire al primo lembo 3, una coppia di alette 10a e 10b, vantaggiosamente giacenti su di un piano circa perpendicolare sia a detto primo lembo 3 sia a detta coppia di spalle 8a e 8b.
La basetta 2 risulta scorrevole lungo il primo lembo 3 in contrasto con una coppia di elementi elasticamente deformabili, indicati con i numeri I la e l lb, opportunamente interposti tra la coppia di alette 10a e 10b ed un elemento di interconnessione costituito da un elemento di appoggio 12.
Da detto elemento di appoggio 12, associato o solidale a detto primo lembo 3 stesso, sporgono una coppia di superfici di appoggio 12a e 12b rispettivamente affacciate a detta coppia di alette 10a e 10b.
La coppia di elementi elasticamente deformabili I la e l lb, vantaggiosamente costituita da una coppia di molle elicoidali cilindriche, è atta a mantenere costante il carico di chiusura di detta leva 1.
Detto braccio leva 9, articolato alla coppia di spalle 8a ed 8b, presenta in pianta una forma vantaggiosamente ad “U” in modo da definire una coppia di ali, indicate con i numeri 13a e 13b, atte ad essere fulcrate, in corrispondenza delle rispettive estremità libere, a detta coppia di spalle 8a ed 8b, preferibilmente mediante una coppia di primi elementi di fulcraggio 14a e 14b.
Tra detta coppia di ali 13a e 13b, preferibilmente in posizione intermedia, è opportunamente fiilcrato, mediante un alberino 15, un tirante, indicato con il numero 16.
Tale tirante 16 è alla estremità libera girevolmente associato ad un ponte 17, preferibilmente mediante secondi elementi di fulcraggio indicati con il numero 18.
Il ponte 17, vantaggiosamente conformato ad “U”, presenta all’estremità libera un perno, indicato con il numero 19, opportunamente posizionato trasversalmente rispetto a detto tirante 16, ed atto ad essere selettivamente associabile ad uno tra una pluralità di denti, indicati globalmente con in numero 20, sporgenti da una rastrelliera 21.
I denti 20 presentano, in sezione trasversale, una conformazione ricurva in direzione opposta a detto tirante 16, in modo da impedire al perno 19 qualsiasi spostamento verso il tirante 16 stesso.
II funzionamento è quindi il seguente: con riferimento alle figure indicate, a braccio leva 9 sollevato, si effettua il posizionamento del perno 19 in corrispondenza del dente 20 prescelto, e si ruota il braccio leva 9 attorno alla coppia di primi elementi di fulcraggio 14a e 14b, fino a disporlo parallelamente al primo lembo 3.
II posizionamento del tirante 16 tra il primo lembo 3 ed il piano passante tra i primi elementi di fulcraggio 14a e 14b e l’alberino 15 consente il blocco della leva 1 nella posizione stabilita.
Durante la rotazione del braccio leva 9, la basetta 2 scorre lungo il primo lembo 3, vantaggiosamente mediante la guida del rivetto 5 nella asola longitudinale 4.
Lo scorrimento è contrastato dalla presenza della coppia di molle I la ed l lb che, poggiando sulle superfici di appoggio 12a e 12b, vengono messe in compressione fino a portare le spire in contatto tra loro (disposizione “a pacco” delle molle).
Dopo qualche flessione, o alla chiusura di una leva attigua, l’assestamento del piede nella calzatura sportiva comporta il fatto che il primo e secondo lembo della medesima si sono adattati e maggiormente sovrapposti tra loro.
La presenza della coppia di molle I la e 1 lb, precaricate nella chiusura, provocano il recupero della maggiore sovrapposizione del lembi, allontanando la basetta 2 dall’elemento di appoggio 12 e quindi mantenendo in trazione il tirante 16.
Viene quindi mantenuta circa inalterata la forza di chiusura applicata tra i lembi, garantendo un efficace bloccaggio del piede.
Tale struttura di leva 1 consente inoltre un più rapido e semplice serraggio delle varie leve disposte lungo il gambetto e lo scafo in quanto la coppia di molle I la ed 1 lb consente la compensazione delle differenze necessariamente presenti tra le forze di serraggio delle varie leve.
Si è così constatato come il trovato abbia raggiunto il compito e gli scopi prefissati, essendosi escogitata una struttura di leva in cui è possibile, da parte dell’ utilizzatore, conseguire un ottimale comfort per il piede, mantenendo il carico di chiusura costante.
Tale leva consente inoltre una più rapida ed efficace chiusura della calzatura sportiva, evitando molteplici regolazioni delle leve di serraggio.
Naturalmente il trovato è suscettibile di numerose modifiche e varianti, tutte rientranti nell’ambito del medesimo concetto inventivo.
Così, ad esempio, nelle figure dalla 4 alla 6 si è indicata con il numero 101 una ulteriore struttura di leva particolarmente per calzature sportive.
Tale leva 101 comprende una basetta, indicata con il numero 102, poggiante o scorrevolmente associata ad un primo lembo 103 di detta calzatura sportiva.
La basetta 102, di forma vantaggiosamente piana, risulta associata ad una prima estremità 130a, ad almeno un elemento elasticamente deformabile 111, quale una molla elicoidale cilindrica. a sua volta associata al primo lembo 103 mediante un elemento di interconnessione vantaggiosamente costituito da un distinto rivetto 131.
L’elemento elasticamente deformabile 11 1 risulta preferibilmente disposto circa in una zona sottostante l’estremità libera del braccio leva 109
In prossimità della seconda estremità, indicata con il numero 130b, la basetta 102 presenta lateralmente una coppia di spalle 108a e 108b sporgenti perpendicolarmente a detto primo lembo 103 ed affacciate, in modo che tra le medesime possa essere articolato un braccio leva, indicato con il numero 109.
Detto braccio leva 109, articolato alla coppia di spalle 108a e 108b, presenta una forma vantaggiosamente ad “U” in modo da definire una coppia di ali 113a e 1 13b atte ad essere fiilcrate, in corrispondenza delle rispettive estremità libere, a detta coppia di spalle 108a e 108b, preferibilmente mediante una coppia di primi elementi di fulcraggio 114a e 114b.
Tra detta coppia di ali 1 13a e 113b, preferibilmente in posizione intermedia, è opportunamente fulcrato, mediante un alberino 11 5, un tirante, indicato con il numero 116.
Tale tirante 116 è alla estremità libera girevolmente associato ad un ponte 117, preferibilmente mediante secondi elementi di fulcraggio indicati con il numero 118.
II ponte 117, vantaggiosamente conformato ad “U”, presenta all’estremità libera un perno, indicato con il numero 119, opportunamente posizionato trasversalmente rispetto a detto tirante 116, ed atto ad essere selettivamente associabile ad uno tra una pluralità di denti, indicati globalmente con in numero 120, sporgenti da una rastrelliera 121.
I denti 120 presentano, in sezione trasversale, una conformazione ricurva in direzione opposta a detto tirante 116, in modo da impedire al perno 119 qualsiasi spostamento verso il tirante 116 stesso.
II funzionamento ed i vantaggi di tale struttura di leva 101 risultano analoghi a detta leva 1, in quanto anche qui l’elemento elasticamente deformabile è atto a mantenere il carico di chiusura costante durante l’utilizzo della calzatura.
In particolare, la leva 101 risulta più semplice ed economica rispetto alla leva 1, in quanto costituita di un minor numero di elementi.
La struttura di leva 101 è di tipo vantaggioso, in quanto consente all 'utilizzatore di compiere una prima fase di chiusura della leva stessa senza interessare l’elemento elasticamente deformabile, e quindi senza l’impiego di notevoli forze di chiusura.
L’elemento elasticamente deformabile viene attivato solamente nella ultima fase di chiusura del braccio leva, nella quale esso risulta già parzialmente ruotato.
In tale fase, la posizione del braccio leva quasi parallela al primo lembo consente di poter sviluppare una forza non elevata per completare la chiusura, ottenendo contemporaneamente la trazione dell’elemento elasticamente deformabile.
Naturalmente i materiali impiegati nonché le dimensioni costituenti i singoli componenti il ritrovato potranno essere più pertinenti a seconda delle specifiche esigenze.

Claims (12)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1) Struttura di leva, particolarmente per calzature sportive, comprendente una basetta, associata ad un primo lembo, dotata di una coppia di spalle tra cui è articolato un braccio leva conformato ad “U” tra le cui ali è fulcrato un tirante girevolmente associato, all’ estremità libera, ad un ponte presentante un perno selettivamente associabile ad uno tra più denti di una rastrelliera associata ad un secondo lembo, caratterizzata dal fatto che detta basetta risulta scorrevolmente associata a detto primo lembo in contrasto con almeno un elemento elasticamente deformabile interagente con un elemento di interconnessione associato o solidale a detto primo lembo stesso, detto almeno un elemento elasticamente deformabile essendo atto a mantenere il carico di chiusura costante.
  2. 2) Struttura come alla rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che detta basetta scorre longitudinalmente rispetto a detto primo lembo per mezzo di opportune guide di scorrimento, vantaggiosamente costituite da una asola longitudinale ricavata lungo la linea mediana di detta basetta.
  3. 3) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 2 caratterizzata dal fatto che in detta asola longitudinale insiste preferibilmente il gambo di un rivetto, interposto tramite una coppia di teste tra detti basetta e primo lembo.
  4. 4) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 3 caratterizzata dal fatto che detto elemento di interconnessione è costituito da un elemento di appoggio.
  5. 5) Strutura come alle rivendicazioni 1 e 4 caraterizzata dal fato che detto almeno un elemento elasticamente deformabile è interposto tra detta coppia di spalle e detto .elemento di appoggio, associato o solidale a detto primo lembo stesso.
  6. 6) Strutura come alle rivendicazioni 1 e 5 caratterizzata dal fatto che da detta coppia di spalle sporgono, verso l’estremità di detto secondo lembo, una coppia di alette, vantaggiosamente giacenti su di un piano circa perpendicolare sia a deto primo lembo sia a deta coppia di spalle.
  7. 7) Strutura come alle rivendicazioni 1 e 6 caraterizzata dal fato che deto elemento di appoggio comprende una coppia di superfici di appoggio sporgenti superiormente in modo da risultare rispettivamente affacciate a deta coppia di alete.
  8. 8) Strutura come alle rivendicazioni 1 e 7 caraterizzata dal fatto che detto almeno un elemento elasticamente deformabile è costituito da una coppia di elementi elasticamente deformabili, opportunamente interposti tra detta coppia di alete e deta coppia di superfici di appoggio.
  9. 9) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 8 caratterizzata dal fato che detta coppia di elementi elasticamente deformabili è vantaggiosamente costituita da una coppia di molle elicoidali cilindriche.
  10. 10) Struttura come alla rivendicazione 1 caraterizzata dal fatto che detta basetta risulta associata ad una prima estremità a deto almeno un elemento elasticamente deformabile, a sua volta associato a detto primo lembo mediante detto elemento di interconnessione, preferibilmente costituito da un distinto rivetto.
  11. 11) Struttura come alle rivendicazioni 1 e 10 caratterizzata dal fatto che detto almeno un elemento elasticamente deformabile è vantaggiosamente costituito da una molla elicoidale cilindrica, disposta circa in una zona sottostante l’estremità libera di detto braccio leva.
  12. 12) Struttura come ad una o più delle rivendicazioni precedenti caratterizzata dal fatto che detto almeno un elemento elasticamente deformabile viene attivato solamente nella ultima fase di chiusura del braccio leva, nella quale esso risulta già parzialmente ruotato.
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