ITBG20090025A1 - Banco di bloccaggio per la lavorazione di un semilavorato in legno e macchina comprendente tale banco - Google Patents

Banco di bloccaggio per la lavorazione di un semilavorato in legno e macchina comprendente tale banco Download PDF

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ITBG20090025A1
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Francesco Capoferri
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Capoferri Serramenti S R L
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    • BPERFORMING OPERATIONS; TRANSPORTING
    • B27WORKING OR PRESERVING WOOD OR SIMILAR MATERIAL; NAILING OR STAPLING MACHINES IN GENERAL
    • B27MWORKING OF WOOD NOT PROVIDED FOR IN SUBCLASSES B27B - B27L; MANUFACTURE OF SPECIFIC WOODEN ARTICLES
    • B27M1/00Working of wood not provided for in subclasses B27B - B27L, e.g. by stretching
    • B27M1/08Working of wood not provided for in subclasses B27B - B27L, e.g. by stretching by multi-step processes

Description

“Banco di bloccaggio per la lavorazione di un semilavorato in legno e macchina comprendente tale banco.â€
DESCRIZIONE
La presente invenzione à ̈ relativa ad un banco di bloccaggio per la lavorazione di un semilavorato preferibilmente in legno. La presente invenzione comprende altresì una macchina per la lavorazione di semilavorati in legno comprendente tale banco di bloccaggio.
Come noto i semilavorati destinati alla realizzazione di un telaio per un serramento (ad esempio una porta o una finestra) sono sottoposti ad una prima serie di lavorazioni finalizzate a conferire un profilo alle diverse parti e ad una seconda serie di lavorazioni finalizzate, invece, a ricavare le sedi per il posizionamento degli accessori necessari alla funzionalità del prodotto finito, quali cerniere, maniglie o serrature nel caso di porte e finestre. La prima serie di lavorazioni comprende, generalmente la profilatura in lunghezza del semilavorato e la sagomatura delle estremità, detta tenonatura, che consiste nella realizzazione di tenoni destinati ad accoppiarsi con relative mortase o viceversa.
E’ altrettanto noto che per la lavorazione di tali semilavorati sono tradizionalmente impiegate delle macchine automatiche o semiautomatiche. In una prima forma di realizzazione conosciuta tali macchine comprendono una pluralità di stazioni di lavoro indipendenti quali possono essere, ad esempio, una stazione di tenonatura, una di profilatura e una di foratura. Il semilavorato, dopo essere stato lavorato in una di queste stazioni di lavoro, viene fatto avanzare fino alla successiva stazione di lavoro fino al completamento del ciclo di lavorazione. In altre parole in questa tipologia le stazioni di lavoro, mantengono una posizione fissa nello spazio, mentre il semilavorato viene movimentato da una stazione di lavoro alla successiva. In molte macchine tradizionali il semilavorato viene movimentato, rispetto ad una stazione di lavorazione, anche durante il funzionamento della stazione stessa. Nel caso ad esempio della stazione di profilatura, gli utensili mantengono una posizione fissa, mentre il semilavorato si sposta in modo da consentire la lavorazione su tutta la superficie del pezzo.
Una seconda tipologia di macchine altrettanto conosciuta, concettualmente differente dalla precedente, prevede l’impiego di un banco di bloccaggio per bloccare il semilavorato in una posizione di bloccaggio prefissata. Tali macchine comprendono una pluralità di gruppi di lavorazione che muovendosi rispetto al banco di bloccaggio intervengono contemporaneamente o in sequenza sul semilavorato realizzando le diverse lavorazioni.
Con riferimento a questa seconda tipologia di macchine, i banchi di bloccaggio tradizionali comprendono un piano di appoggio sul quale viene appoggiato in modo automatico o manualmente un semilavorato. Il banco comprende solitamente mezzi di allineamento per allineare l’asse longitudinale del semilavorato secondo una direzione prestabilita. Tali mezzi di allineamento comprendono solitamente una superficie, ad esempio ortogonale al piano di appoggio, su cui si appoggia una superficie laterale del semilavorato in modo tale che l’asse longitudinale di questo ultimo si disponga secondo una direzione parallela alla superficie stessa. I banchi di bloccaggio sono inoltre forniti di uno o più gruppi di bloccaggio i quali esercitano una forza di pressione verticale sul semilavorato distribuita sostanzialmente lungo tutta la sua lunghezza. In tal modo il semilavorato viene bloccato contro il piano di appoggio in modo tale che i gruppi di lavoro possano intervenire sullo stesso.
Nelle versioni più avanzate, i banchi di bloccaggio permettono di realizzare allo stesso tempo la profilatura e la tenonatura del semilavorato. Più precisamente viene lavorato allo stesso tempo un lato longitudinale del semilavorato, opposto al lato che appoggia contro la superficie di allineamento, e uno o entrambi i lati di testa. La configurazione dei banchi di bloccaggio non permette invece di realizzare eventuali lavorazioni di foratura o di fresatura sulla superficie superiore del semilavorato opposta cioà ̈ a quella che appoggia sul piano del banco. Tale limite à ̈ determinato dalla presenza del sistema di bloccaggio che esercitando una pressione sostanzialmente su tutta la superficie superiore del semilavorato impedisce l’intervento di gruppi di foratura sulla superficie stessa.
Tale limite tecnologico determina la necessità di lavorare la superficie superiore e/o quella inferiore del semilavorato al termine della profilatura e/o della tenonatura e soprattutto successivamente alla rimozione del semilavorato dal banco di bloccaggio. In altre parole à ̈ necessario ricorrere ad un’ulteriore stazione di lavoro dedicata esclusivamente alla lavorazione della superficie superiore e inferiore del semilavorato. E’ evidente che questo aspetto rappresenta un vincolo in termine di tempi costi di lavorazione ossia un limite produttivo dell’impianto.
In base a queste considerazioni emerge la necessità di disporre di nuove soluzioni tecnologiche che consentano in primis di incrementare la produttività di un impianto per la lavorazione di semilavorati in legno destinati alla realizzazione di serramenti.
Pertanto compito precipuo di quanto forma oggetto della presente invenzione à ̈ quello di fornire un banco di bloccaggio per la lavorazione di semilavorati in legno che consenta di superrare i limiti sopra indicati.
Nell’ambito di questo compito un primo scopo della presente invenzione à ̈ quello di fornire un banco di bloccaggio la cui configurazione consenta di intervenire su un numero di superfici del semilavorato superiore a quello consentito dalle soluzioni attuali.
Non ultimo scopo di quanto forma oggetto della presente invenzione à ̈ quello di fornire un banco di bloccaggio che sia affidabile e di facile realizzazione a costi competitivi.
Questo compito nonché detti ed altri scopi che meglio appariranno nel corso della presente invenzione sono raggiunti mediante un banco di bloccaggio per bloccare un semilavorato in legno, caratterizzato dal fatto di comprendere una pluralità di morse di bloccaggio disposte secondo una fila che si sviluppa lungo una direzione di fila, ciascuna morsa di bloccaggio essendo suscettibile di esercitare un’azione di bloccaggio su detto semilavorato, ciascuna morsa di bloccaggio comprendendo mezzi di movimentazione per movimentare detta morsa di bloccaggio lungo una direzione di movimentazione, differente da detta direzione di fila, fra una posizione operativa, in cui detta morsa di bloccaggio esercita detta azione di bloccaggio, e una posizione non operativa, in cui detta morsa di bloccaggio non esercita detta azione di bloccaggio.
La mobilità delle morse di bloccaggio aumenta vantaggiosamente la versatilità funzionale del banco di bloccaggio. Infatti a seconda del numero e della tipologia delle lavorazioni da effettuarsi sul semilavorato possono essere vantaggiosamente selezionate le morse in posizione operativa e quelle in posizione non operativa. Ciò si traduce nella possibilità di realizzare non solo le tradizionali lavorazioni di profilatura e tenonatura, ma anche ulteriori lavorazioni, ad esempio fresatura e/o foratura, su tratti del semilavorato che non sono interessati dal bloccaggio.
Ulteriori vantaggi e caratteristiche emergeranno maggiormente nel corso della descrizione di forme realizzative preferite, ma non esclusive, del banco di bloccaggio secondo la presente invenzione illustrate a titolo esemplificativo e non limitativo negli uniti disegni in cui:
- la figura 1 Ã ̈ una vista di una macchina per la lavorazione di semilavorati comprendente un banco di serraggio secondo la presente invenzione;
- la figura 2 à ̈ una prima vista prospettica di un banco di serraggio secondo l’invenzione in una possibile configurazione operativa;
- la figura 3 Ã ̈ una vista in pianta del banco di serraggio di figura 2;
- la figura 4 Ã ̈ una vista secondo la linea IV-IV di figura 3;
- la figura 5 Ã ̈ una vista secondo la linea V-V di figura 3;
- la figura 6 Ã ̈ una seconda vista prospettica del banco di serraggio di figura 2;
- la figura 7 Ã ̈ una vista in pianta del banco di figura 6;
- la figura 8 Ã ̈ una vista secondo la linea VIII-VIII di figura 6;
- la figura 9 Ã ̈ una vista secondo la linea IX-IX di figura 6;
- la figura 10 Ã ̈ una terza vista prospettica del banco di serraggio di figura 2;
- la figura 11 Ã ̈ una vista in pianta del banco di serraggio di figura 2;
- la figura 12 Ã ̈ una vista secondo la linea XII-XII di figura 11;
- la figura 13 Ã ̈ una vista secondo la linea XIII-XIII di figura 11.
Con riferimento alle citate figure, nel corso della descrizione con il riferimento 1 à ̈ indicato un banco di bloccaggio secondo la presente invenzione. La figura 1 à ̈ una vista relativa ad una macchina per la lavorazione del legno 100 comprendente un banco di bloccaggio 1 secondo la presente invenzione. Più precisamente la macchina 100 illustrata à ̈ una macchina per la profilatura di semilavorati in legno 2 preferibilmente ad asse longitudinale. La macchina 100 comprende un gruppo di lavoro 110 che sostiene operativamente uno o più utensili di profilatura i quali possono essere, ad esempio delle frese rotanti. Il gruppo di lavoro 110 potrebbe vantaggiosamente comprendere anche utensili di foratura e/o di fresatura destinati a realizzare relative operazioni sul semilavorato 2. La macchina utensile 100 potrebbe comprendere anche un’ulteriore unità di lavoro (non illustrata) preposta in modo specifico a realizzare forature o fresature su un lato del semilavorato 2 differente da quello che viene profilato attraverso il gruppo di lavoro 110. Più precisamente il banco di bloccaggio 1 secondo l’invenzione consente vantaggiosamente di realizzare simultaneamente la profilatura di un primo lato 4C longitudinale del semilavorato 2 e la fresatura o la foratura di un lato differente da quello profilato.
Nella macchina 100 à ̈ inoltre presente un gruppo di tenonatura 32 in grado di operare sull’estremità di detto semilavorato 2.
Nella soluzione illustrata in figura 1, la macchina 100 comprende vantaggiosamente anche un dispositivo di manipolazione 120 per la manipolazione automatica dei semilavorati 2. In particolare il dispositivo di manipolazione 120 comprende mezzi di presa 122 destinati ad afferrare un semilavorato 2 allo scopo di posizionare lo stesso sul banco di bloccaggio 1 per poi rimuoverlo uno volta che le relative operazioni sono concluse.
La macchina 100 di figura 1 comprende vantaggiosamente anche un dispositivo di incisione laser 125 (schematicamente illustrato in figura 1) per realizzare la marcatura dei semilavorati ossia per incidere dei riferimenti sul semilavorato 2 finalizzati ad un sua successiva identificazione. A tal proposito il dispositivo di manipolazione 120 ha anche la funzione di trasferire il semilavorato 2 dal banco di bloccaggio 1 ad una posizione di incisione.
Le figure 2 e 3 illustrano una possibile configurazione operativa del banco di bloccaggio 1. Sono illustrate morse di bloccaggio che fanno parte di tale banco di bloccaggio 1. Fra tali morse di bloccaggio, vi à ̈ un primo gruppo di morse di bloccaggio 3A ed un secondo gruppo di morse di bloccaggio 3B; le differenze fra tali primo gruppo di morse di bloccaggio 3A e secondo gruppo di morse di bloccaggio 3B saranno espresse in seguito.
In particolare, la figura 2 illustra in prospettiva un banco di bloccaggio 1 comprendente una pluralità di tali morse di bloccaggio 3A, 3B disposte secondo una fila che si sviluppa lungo una direzione di fila X.
Ciascuna morsa di bloccaggio à ̈ suscettibile di esercitare una forza di bloccaggio F sul semilavorato 2.
Una prima distinzione fra il primo gruppo di morse di bloccaggio 3A ed il secondo gruppo di morse di bloccaggio 3B à ̈ ottenuta dalla caratteristica secondo cui le morse di bloccaggio del primo gruppo 3A esercitano tale forza di bloccaggio F sul semilavorato 2, mentre le morse di bloccaggio del secondo gruppo 3B non esercitano tale forza di bloccaggio F sul semilavorato 2, pur essendo comunque in grado di esercitare tale forza F. Si vedrà in seguito che vi sono caratteristiche che distinguono il primo gruppo di morse di bloccaggio 3A dal secondo gruppo di morse di bloccaggio 3B.
Si noti pertanto che la distinzione fra il fra il primo gruppo di morse di bloccaggio 3A ed il secondo gruppo di morse di bloccaggio 3B Ã ̈ pertanto relativa alla particolare possibile configurazione operativa che viene assunta dal banco di bloccaggio 1. Pertanto, una morsa di bloccaggio che non esprime la forza di bloccaggio F fa parte del secondo gruppo 3B ma viene a far parte del primo gruppo 3A non appena la stessa morsa di bloccaggio inizia ad esprimere tale forza di bloccaggio F.
Quando una morsa di bloccaggio (3A) occupa la posizione operativa, detta morsa di bloccaggio (3A) interviene sul semilavorato 2 esercitando una corrispondente azione di bloccaggio. Quando invece una morsa di bloccaggio (3B) non interferisce con il semilavorato 2, detta morsa di bloccaggio (3B) consente la lavorazione su più lati (ciò apparirà più chiaro nel corso della descrizione).
Come illustrato in figura 2, il banco di bloccaggio 1 comprende una struttura di sostegno 11 destinata ad appoggiarsi su un piano di appoggio e riferimento PO. La struttura di sostegno 11 sostiene superiormente le morse di bloccaggio 3A, 3B configurando una direzione di fila X per stesse tali morse di bloccaggio 3A, 3B; tale direzione di fila X risulta sostanzialmente parallela al piano di appoggio e riferimento PO sul quale appoggia la stessa struttura di sostegno 11. Più precisamente la struttura di sostegno 11 comprende un piano superiore di sostegno PM il quale sostiene le morse di bloccaggio 3A, 3B. Tale piano di sostegno PM à ̈ sostanzialmente parallelo al piano di appoggio PO in modo tale che e si colloca ad un’altezza H le morse di bloccaggio 3A, 3B risultino sostanzialmente ad una stessa altezza rispetto al piano di appoggio PO.
Con riferimento in particolare a figura 3, si osserva che le morse di bloccaggio 3A, 3B sono movimentate secondo una direzione di movimentazione Y che risulta sostanzialmente ortogonale alla direzione di fila X. Più precisamente morse di bloccaggio 3A, 3B sono movimentate in avanti o all’indietro lungo direzioni di movimentazione Y che risultano reciprocamente parallele ossia contenute in un piano di movimentazione PM sostanzialmente parallelo al piano di appoggio PO della struttura di sostegno 11.
I mezzi di movimentazione di ciascuna morsa di bloccaggio 3A, 3B rendono tale morsa di bloccaggio 3A, 3B movimentabile in modo indipendente dalle altre morse di bloccaggio 3A, 3B. In altre parole, ciascuna morsa di bloccaggio 3A, 3B può essere movimentata fra la posizione operativa e la posizione non operativa in modo del tutto indipendente dalla posizione che viene assunta dalle altre morse di bloccaggio 3A, 3B del banco di bloccaggio 1. Dal punto di vista costruttivo, nella soluzione illustrata i mezzi di movimentazione comprendono primi mezzi di azionamento (non illustrati), i quali comandano, ad una corrispondente morsa di bloccaggio 3A, 3B, il movimento lungo corrispondenti mezzi di guida, i quali, nella fattispecie illustrata, sono formati da una guida rettilinea 8 definita sul piano di sostegno PM della struttura 11. In questo modo, ciascuna morsa di bloccaggio 3A, 3B può essere movimentata in avanti o all’indietro lungo detta guida rettilinea 8.
La figura 4 à ̈ una vista in sezione che consente di osservare in dettaglio una possibile forma di realizzazione delle morse di bloccaggio 3A, 3B del banco di bloccaggio 1 illustrato nelle figure da 1 a 3. In dettaglio ciascuna morsa di bloccaggio 3A, 3B comprende un elemento di chiusura fisso 51 e almeno un elemento di chiusura mobile 52 affacciato a detto elemento di chiusura fisso 51. In particolare, l’elemento di chiusura fisso 51 e l’elemento di chiusura mobile 52 di una morsa di bloccaggio 3A, in posizione operativa, sono rispettivamente indicati con 51A, 52A; l’elemento di chiusura fisso 51 e l’elemento di chiusura mobile 52 di una morsa di bloccaggio 3B, in posizione non operativa, sono rispettivamente indicati con 51B, 52B.
Detto elemento di chiusura fisso 51 ed il corrispondente elemento di chiusura mobile 52 concorrono a formare un’unità di chiusura 5.
Sono inoltre previsti secondi mezzi di azionamento (non illustrati) per comandare la movimentazione dell’elemento di chiusura mobile 52A, 52B rispetto elemento di chiusura fisso 51A, 51B in modo tale da attuare il bloccaggio del semilavorato 2.
La posizione di ciascuna morsa di bloccaggio à ̈ un’ulteriore caratteristica che contribuisce a distinguere il gruppo (3A o 3B) a cui la morsa di bloccaggio fa parte, in aggiunta alla suddetta caratteristica di esercitare o non esercitare la forza F. In particolare, le morse di bloccaggio del primo gruppo 3A sono posizionate in avanti, in modo da essere in grado di stringere il semilavorato 2. Allo stesso modo, le morse di bloccaggio del secondo gruppo 3B sono posizionate all’indietro, in modo da permettere la lavorazione del semilavorato 2 dall’alto (ad esempio fresatura e foratura).
Pertanto, lo spostamento di una morsa di bloccaggio 3B da detta posizione non operativa a detta posizione operativa (in modo da diventare una morsa di bloccaggio 3A) comprende i seguenti passi:
- movimentazione in avanti della morsa di bloccaggio 3B attraverso detti mezzi di guida 8 per azione dei primi mezzi di azionamento;
- generazione della forza F per azione dei suddetti secondi mezzi di azionamento che movimentano detto elemento di chiusura mobile in modo da stringere il semilavorato 2 fra tale elemento di chiusura mobile ed il corrispondente elemento di chiusura fisso. Parimenti, lo spostamento di una morsa di bloccaggio 3A da detta posizione operativa a detta posizione non operativa (in modo da diventare una morsa di bloccaggio 3B) comprende i seguenti passi:
- rilascio del semilavorato 2 per cessazione della forza F per azione dei suddetti secondi mezzi di azionamento che movimentano detto elemento di chiusura mobile in modo da rilasciare il semilavorato 2;
- movimentazione all’indietro della morsa di bloccaggio attraverso detti mezzi di guida 8 per azione dei primi mezzi di azionamento.
I secondi mezzi di azionamento sono, come preferibile, contenuti all’interno di un corpo principale 31A, 31B della morsa di bloccaggio 3A, 3B; da un lato di tale corpo principale 31A, 31B emergono i due elementi di chiusura. L’elemento di chiusura fisso 51A, 51B può essere realizzato in un pezzo unico con tale corpo principale 31A, 31B, mentre l’elemento di chiusura mobile 52 à ̈ mobile rispetto allo stesso corpo principale 31A, 31B. Con riferimento nuovamente alla figura 3, si osserva che le morse di bloccaggio 3A, 3B presentano un orientamento comune tale per cui i gruppi di chiusura delle relative morse di bloccaggio 3A, 3B risultano disposti su un lato comune e prestabilito di detta fila di morse.
La figura 5 Ã ̈ una vista in sezione secondo la linea V-V di figura 3 che consente di osservare in dettaglio una prima morsa di bloccaggio 3A, in posizione operativa, e una seconda morsa di bloccaggio 3B, in posizione non operativa. Si osserva che gli elementi di chiusura 51B, 52B della seconda morsa 3B non intervengono sul semilavorato 2, e mantengono una posizione arretrata dallo stesso semilavorato 2 (posizione valutata rispetto alla struttura di sostegno 11). Gli elementi della prima morsa 3A emergono invece dalla struttura di sostegno 11 bloccando il semilavorato 2 su due superfici sostanzialmente contrapposte.
Il banco di bloccaggio 1 comprende mezzi di allineamento che definiscono una o più superfici di riscontro 61 per allineare il semilavorato 2 secondo una direzione di allineamento prestabilita. Con questo si intende che il semilavorato 2 viene orientato in modo tale che il suo asse longitudinale risulti sostanzialmente parallelo ad una direzione prestabilita che coincide, come preferibile, con la direzione di fila X.
Con riferimento in particolare alle figure 2 e 3, i mezzi di allineamento comprendono una pluralità di elementi di allineamento 66 forniti di un’estremità di battuta 65 che definisce una superficie di riscontro 61. Il semilavorato 2 appoggia su un primo lato, interno, 4B contro tali superfici di riscontro 61, mentre un suo secondo lato, esterno, 4C contrapposto al primo 4B emerge di una quota a sbalzo H rispetto agli elementi di chiusura 51A, 52A di ciascuna delle morse 3A occupanti la posizione operativa. Una volta che il semilavorato 2 à ̈ bloccato, tale secondo lato 4C può essere profilato ad esempio mediante un gruppo operatore 110 come quello illustrato in figura 1.
La posizione delle superfici di riscontro 61 definisce il valore della quota di sbalzo H del semilavorato 2 ossia la distanza, misurata secondo una direzione ortogonale a quella di fila X (vedi figura 4), fra gli elementi di chiusura 51A, 52A di ciascuna morsa 3A e il secondo lato 4C del semilavorato 2. Il valore della quota di sbalzo H à ̈ stabilito in base alle tipologie di lavorazioni che devono essere fatte sul semilavorato 2 per esempio in funzione della profondità di profilatura richiesta dalla forma del secondo lato 4C. La registrabilità dei mezzi di allineamento consente in pratica di variare la posizione delle superfici di riscontro 61 ossia di variare il valore della quota di sbalzo H a seconda delle esigenze. In altre parole, le superfici di riscontro vengono allontanate o avvicinate alla struttura di sostegno 11 in modo da variare la quota a sbalzo H del semilavorato.
Con riferimento in particolare alla vista in pianta di figura 3, si osserva che le morse 3B, in posizione non operativa, non contattano le superfici 4E del semilavorato 2, le quali sono invece a contatto con gli elementi di chiusura 51A, 52A delle morse 3A, in posizione operativa. Questa condizione rende in pratica possibili altre operazioni (ad esempio foratura e fresatura) su tali superfici e più precisamente su un loro tratto longitudinale L definito fra due morse 3A, in posizione operativa, separate da morse 3B, nella posizione non operativa. In altre parole sul tratto longitudinale L, oltre all’operazione di profilatura, può essere vantaggiosamente realizzata contestualmente anche un’altra operazione quale ad esempio un’operazione di foratura realizzata o di fresatura.
Da quanto sopra indicato risulta evidente che la mobilità delle morse di bloccaggio rende il banco di bloccaggio 1 particolarmente versatile in quanto tale banco di bloccaggio 1 à ̈ in grado di permettere una pluralità di operazioni su diverse superfici del semilavorato che tradizionalmente richiedono una pluralità di operazioni in sequenza. Ciò ovviamente aumenta vantaggiosamente la produttività complessiva in quanto riduce i tempi e dunque i costi di realizzazione.
Con riferimento nuovamente alla vista prospettica di figura 2, l’elemento di chiusura fisso 51A, 51B di ciascuna morsa à ̈ formato da una coppia di porzioni parallele piana 55 fra le quali à ̈ libero di essere movimentato uno degli elementi di allineamento 66. Secondo questa soluzione il numero di elementi di allineamento 66 à ̈ equivalente a quello del numero di morse di bloccaggio 3A, 3B. Più precisamente secondo questa soluzione ciascun elemento di allineamento 66 à ̈ operativamente associato ad una corrispondente morsa di bloccaggio 3A, 3B.
Con riferimento nuovamente a figura 5, si osserva che le superfici di riscontro 61 dei relativi elementi di allineamento 66 presentano la stessa posizione rispetto al semilavorato 2 per fornire a detto semilavorato 2 punti di allineamento distribuiti per tutta la sua lunghezza. Gli elementi di allineamento 66 vengono, come preferibile, movimentati in modo simultaneo differentemente dalle morse di bloccaggio 3A, 3B le quali presentano un controllo indipendente.
Il banco di bloccaggio 1 comprende, come preferibilmente, mezzi di raddrizzamento i quali cooperano con i mezzi di allineamento per raddrizzare il semilavorato 2 prima del successivo bloccaggio attuato dalle morse di bloccaggio 3A, in posizione operativa. I mezzi di raddrizzamento comprendono, come preferibile, una pluralità di elementi di raddrizzamento 91, i quali esercitano una forza sul semilavorato 2 in modo da costringere tale semilavorato 2 ad essere premuto contro le superfici di riscontro 61. Più precisamente, tali elementi di raddrizzamento 91 agiscono, come preferibile, su un lato del semilavorato 2 opposto al lato che appoggia contro le superfici di riscontro 61.
Nella soluzione illustrata nelle figure, gli elementi di raddrizzamento 91 sono formati da “pistoni†, i quali sono provvisti di una testa operativa 92 movibile fra una posizione neutra e una posizione di azione attraverso uno stelo mobile. In pratica, la testa operativa 92, nella posizione di azione, esercita un’azione di spinta sul semilavorato 2 costringendo tale semilavorato 2 contro le superfici di riscontro 61. Al termine di questa azione, le teste operative 92 vengono ritirate nella posizione neutra, così da consentire le lavorazioni del semilavorato 2.
Preferibilmente i pistoni sono in numero equivalente al numero di elementi di allineamento 66 ossia al numero delle morse di bloccaggio 3A, 3B del banco di bloccaggio 1. Più precisamente, i pistoni sono sostenuti dalla struttura di sostegno 11 del banco di bloccaggio 1; ciascuno dei pistoni à ̈ in posizione sostanzialmente sottostante al piano di sostegno PM delle morse 3A, 3B. Ciascun pistone à ̈ collocato in una posizione sottostante ad un corrispondente elemento di allineamento 66 ossia nella fattispecie illustrata ad una corrispondente morsa di bloccaggio 3A, 3B. La testa operativa 92 si muove dalla posizione neutra a quella di azione secondo una direzione di spostamento S dello stelo, la quale à ̈ sostanzialmente perpendicolare alla direzione di fila X, ossia sostanzialmente parallela quella alla direzione di movimentazione Y delle morse di bloccaggio 3A, 3B. Grazie a questa soluzione, le teste operative 92 esercitano l’azione di spinta attraverso una superficie di spinta 92B che agisce su una porzione del lato esterno 4C del semilavorato 2 sostanzialmente opposta a quella su cui appoggia la superficie di riscontro 61 del corrispondente elemento di allineamento 66. In questo modo, viene ottimizzata la distribuzione delle sollecitazioni sul semilavorato 2 con ovvi vantaggi dal punto di vista operativo.
Con l’ausilio delle figure, viene di seguito descritto il principio di funzionamento del banco di bloccaggio 1 e più precisamente il principio secondo il quale agiscono i mezzi di raddrizzamento sopra descritti. Con riferimento a figura 2, durante le lavorazioni sul semilavorato 2, i pistoni di raddrizzamento occupano una posizione neutra sottostante al piano di sostegno PM e ritratta rispetto alla posizione operativa assunta dalle morse. In questo modo, la presenza dei pistoni non ostacola le operazioni sul semilavorato 2.
Una volta che detto semilavorato 2 viene posizionato fra gli elementi di chiusura 51A, 52A delle morse di bloccaggio 3A, in posizione operativa, i pistoni si muovono dalla posizione neutra ritratta, visibile in figura 2, fino ad una posizione neutra intermedia, visibile nelle figure da 6 a 8. In tale posizione, i pistoni non agiscono ancora sul semilavorato 2 ma presentano una posizione avanzata rispetto alle morse di bloccaggio.
Una volta raggiunta tale posizione neutra intermedia, la testa operativa 92 ruota rispetto alla direzione di spostamento S fino a quando la sua superficie di spinta 92B risulta frontalmente affacciata al lato esterno 4C del semilavorato 2 e sostanzialmente ortogonale al piano di sostegno PM (condizione illustrata nelle figure da 10 a 13). A questo punti i pistoni vengono azionati in modo da spingere il semilavorato 2 contro le superfici di riscontro 61. Successivamente gli elementi di chiusura mobili 52A delle morse 3A, in posizione operativa, esercitano la loro azione di bloccaggio sul semilavorato 2. Raggiunta la condizione di bloccaggio, i pistoni 91 vengono disattivati e le teste operative 92 ruotano nuovamente dalla posizione di lavoro alla posizione ritratta per essere successivamente riportati nella posizione interna di fine corsa (vedi figure 4 e 5).
Le figure 6 e 7 sono rispettivamente una vista in prospettiva e una vista in pianta del banco di bloccaggio 1, in cui le teste operative dei pistoni 91B occupano la posizione neutra intermedia sopra indicata. Come illustrato in questa posizione le teste operative 92 sono inclinate e reciprocamente adiacenti in modo da assumere una posizione di minimo ingombro. Con riferimento alle viste in sezione nelle figure 8 e 9, si osserva che una volta assunta la posizione di minimo ingombro, le teste operative 92 risultano in posizione sottostante, rispetto al piano di sostegno PM sul quale sono posizionate le morse di bloccaggio 3A, 3B, ma sostanzialmente avanzata rispetto alle stesse (posizione considerata rispetto alla struttura di sostegno 11). Da questa condizione le teste operative 92 possono essere riportate nella posizione neutra ritratta visibile nelle figure 3 e 4, in modo da non ostacolare minimamente le lavorazioni che verranno effettuate sul semilavorato 2.
Le figure da 10 a 13 sono invece relative alla fase in cui i pistoni di raddrizzamento esercitano la loro azione sulle superfici del semilavorato. In particolare dalle viste in sezione nelle figure 12 e 13 emerge chiaramente che tale azione viene portata prima del bloccaggio del semilavorato 2. Si osserva, infatti, che l’azione di raddrizzamento si realizza con l’elemento di chiusura mobile 52A in posizione distanziata rispetto al semilavorato 2.
Le soluzioni tecniche adottate per il banco di bloccaggio consentono di assolvere pienamente il compito e gli scopi prefissati. In particolare il banco di bloccaggio presenta un’elevata versatilità funzionale che si traduce in un aumento del numero di operazioni che possono essere realizzate simultaneamente sul semilavorato. Il banco di bloccaggio 1 presenta inoltre una configurazione solida, affidabile e realizzata attraverso un numero di componenti relativamente contenuto a prezzi competitivi.
Sulla base della descrizione data, altre caratteristiche, modifiche o miglioramenti sono possibili ed evidenti al tecnico medio. Tali caratteristiche, modifiche e miglioramenti sono perciò da considerarsi parte della presente invenzione. In pratica, i materiali impiegati nonché le dimensioni e le forme contingenti, potranno essere qualsiasi secondo le esigenze e lo stato della tecnica.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Banco di bloccaggio (1) per bloccare un semilavorato (2) in legno, caratterizzato dal fatto di comprendere una pluralità di morse di bloccaggio (3A, 3B) disposte secondo una fila che si sviluppa lungo una direzione di fila (X), ciascuna morsa di bloccaggio (3A, 3B) essendo suscettibile di esercitare un’azione di bloccaggio (F) su detto semilavorato (2), ciascuna morsa di bloccaggio (3A, 3B) comprendendo mezzi di movimentazione per movimentare detta morsa di bloccaggio (3A, 3B) lungo una direzione di movimentazione (Y), differente da detta direzione di fila (X), fra una posizione operativa, in cui detta morsa di bloccaggio esercita detta azione di bloccaggio (F), e una posizione non operativa, in cui detta morsa di bloccaggio non esercita detta azione di bloccaggio (F).
  2. 2. Banco di bloccaggio (1) secondo la rivendicazione 1, in cui dette morse di bloccaggio (3A, 3B) sono movimentabili secondo direzioni di movimentazione (Y) sostanzialmente parallele e ortogonali a detta direzione di fila (X), ciascuna morsa di bloccaggio (3A, 3B) essendo movimentabile lungo una corrispondente direzione di movimentazione (Y) in modo indipendente dalle altre morse di bloccaggio (3A, 3B).
  3. 3. Banco di bloccaggio (1) secondo la rivendicazione 2, in cui detto banco di bloccaggio (1) comprende una struttura di appoggio e sostegno (11) comprendente un piano di sostegno (PM) il quale sostiene detta pluralità di morse di bloccaggio (3A, 3B), detta direzione di fila (X) essendo sostanzialmente parallela ad un piano di appoggio (PO) su cui appoggia detta struttura di appoggio e sostegno (11), detta direzione di movimentazione (Y) essendo sostanzialmente parallela a detto piano di appoggio (PO).
  4. 4. Banco di bloccaggio (1) secondo la rivendicazione 3, in cui detti mezzi di movimentazione di dette morse di bloccaggio (3A, 3B) comprendono primi mezzi di azionamento i quali sono in grado di comandare il movimento di dette morse di bloccaggio (3A, 3B) lungo corrispondenti mezzi di guida (8).
  5. 5. Banco di bloccaggio (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 1 a 4, in cui almeno una morsa di bloccaggio (3A, 3B) comprende un elemento di chiusura fisso (51A, 51B) e un elemento di chiusura mobile (52A, 52B) affacciato a detto elemento di chiusura fisso (51A, 51B), detta morsa di bloccaggio (3A, 3B) comprendendo secondi mezzi di azionamento per comandare la movimentazione di detto elemento di chiusura mobile (52A, 52B) rispetto a detto elemento di chiusura fisso (51A, 51B).
  6. 6. Banco di bloccaggio (1) secondo la rivendicazione 5, in cui ciascuna morsa di bloccaggio (3A, 3B) comprende un elemento di chiusura fisso (51A, 51B) e un elemento di chiusura mobile (52A, 52B) affacciato a detto elemento di chiusura fisso (51A,51B), ciascuna morsa di bloccaggio (3A, 3B) comprendendo secondi mezzi di azionamento per comandare la movimentazione di detto elemento di chiusura mobile (52A, 52B) rispetto a detto elemento di chiusura fisso (51A, 51B), dette morse di bloccaggio (3A, 3B) essendo orientate in modo tale che detti elementi di chiusura fissi (51A, 51B) e detti elementi di chiusura mobili (52A, 52B) risultino su un lato prestabilito della fila di morse di bloccaggio (3A, 3B).
  7. 7. Banco di bloccaggio (1) secondo una o più delle rivendicazioni da 3 a 6, in cui detto banco di bloccaggio (1) comprende mezzi di allineamento che definiscono una pluralità di superfici di riscontro (61) per allineare detto semilavorato (2) secondo una direzione di allineamento prestabilita, detti mezzi di allineamento comprendendo una pluralità di elementi di allineamento (66) forniti di un’estremità di battuta (65) che definisce una corrispondente superficie di riscontro (61), detti elementi di allineamento (66) essendo registrabili in modo da regolare la posizione di dette superfici di riscontro (61).
  8. 8. Banco di bloccaggio (1) secondo la rivendicazione 7, in cui detto banco (1) comprende mezzi di raddrizzamento i quali cooperano con detti mezzi di allineamento per raddrizzare detto semilavorato (2) prima del suo bloccaggio per mezzo di dette morse di bloccaggio (3A, 3B), detti mezzi di raddrizzamento comprendendo una pluralità di elementi di raddrizzamento (91) configurati in modo da esercitare una forza su un lato di detto semilavorato (2) per costringere lo stesso contro dette superfici di riscontro (61) di detti elementi di allineamento (66).
  9. 9. Banco di bloccaggio (1) secondo la rivendicazione 8, in cui detti elementi di raddrizzamento (91) sono formati da pistoni provvisti di una testa operativa (92) movibile fra una posizione neutra e una posizione di azione attraverso uno stelo mobile, detti elementi di raddrizzamento essendo sostenuti da detta struttura di sostegno (11) e collocandosi in posizione sostanzialmente sottostante a detto piano di sostegno (PM) su cui appoggiano dette morse di bloccaggio (3A,3B).
  10. 10. Macchina per la lavorazione di semilavorati in legno, caratterizzata dal fatto di comprendere un banco di bloccaggio secondo una o più delle rivendicazioni da 1 a 9.
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