IT8921973A1

IT8921973A1 - Impianto di chiarificazione.

Info

Publication number: IT8921973A1
Application number: IT1989A21973A
Authority: IT
Inventors: Hans Joachim Bassfeld; Stefan Pape
Original assignee: Envicon Luft Und Wassertechnik Gmbh& Co Kg
Priority date: 1988-10-11
Filing date: 1989-10-10
Publication date: 1991-04-10
Also published as: AT396682B; US5011605A; GB2225779A; GB2225779B; FR2637583A1; IT1236539B; IT8921973A0; CH679038A5; FR2637583B1; BE1002716A3; GB8921910D0; CA1331407C; DE3929510A1; EG18766A; DE3929510C2; JPH02131194A; SE467923B; LU87598A1; SE8902992L; ES2015833A6

Description

DESCRIZIONE

Gli impianti di chiarificazione per il trattamento di acque di rifiuto domestiche, comunali e industriali sono noti da tempo. La maggior parte degli impianti di chiarificazione ? installata fissa, e l'acqua di rifiuto percorre di regola innanzitutto un bacino di chiarificazione preliminare, successivamente uno stadio di trattamento biologico e successivamente un bacino di chiarificazione successiva. Il fango delle acque di rifiuto estratto dalla chiarificazione preliminare e successiva viene poi stabilizzato, in parte disinfettato e successivamente utilizzato o depositato. Il trattamento biologico dell'acqua di rifiuto pu? avvenire in modi diversi. I procedimenti pi? noti sono il processo con fanghi, attivi e il processo con corpi solidi.

L'inconveniente dei grandi impianti di chiarificazione consiste nel fatto che essi funzionano economicamente soltanto a partire da una quantit? di acque di rifiuto determinata. L'inconveniente degli impianti di chiarificazione pi? piccoli consiste nel fatto che essi possono venire adattati soltanto con molta difficolt?, o non lo possono affatto, a diverse portate/qualit? delle acque di rifiuto. La portata dell'acqua di rifiuto, la concentrazione e il tipo di impurit? possono per? a volte variare fortemente, per esempio per diverse abitudini di vita nel corso di una giornata o per acque di rifiuto dipendenti dalla stagione (per esempio di Hotels, usi agricoli, centri di villeggiatura ecc.). Pu? anche accadere che per esempio in giorni di riposo, durante le ferie o al difuori della stagione, non venga addirittura pi? convogliata acqua di rifiuto.

Poich? il ciclo biologico di un impianto di chiarificazione richiede per? una quantit? pi? o meno costante di biomassa attiva, non resta altro da fare che chiudere l'impianto e riavviarlo successivamente. Ci? per? non soltanto ? estremamente complicato, laborioso e costoso, ma ha anche la conseguenza che le acque di rifiuto che giungono nell'intervallo di tempo devono essere scaricate senza venire chiarificate, oppure depositate temporaneamente, il che a sua volta ha come conseguenza problemi olfattivi, ecc.

Anche in caso di qualit? fluttuanti delle acque di rifiuto sussistono grandi problemi, in particolare per gli impianti di chiarificazione pi? piccoli, perch? entro stadi di trattamento prestabiliti ? possibile soltanto un trattamento determinato e prestabilito delle acque di rifiuto.

Scopo dell'invenzione ? mettere a disposizione un impianto di chiarificazione che possa essere adattato facilmente e flessibilmente a portate diverse e qualit? diverse delle acque di rifiuto. L'impianto deve preferibilmente essere eseguito in modo che anche in tempi nei quali non affluisce alcuna nuova acqua di rifiuto esso possa continuare ad essere fatto operare invariato per un lungo tempo.

Partendo dal presupposto che a causa di

- tempi di sedimentazione di lunghezze diverse durante la chiarificazione preliminare,

- tipo di trattamento diverso nello stadio di depurazione biologico, nonch?

- variazione della durata del trattamento dell'acqua di rifiuto, nonch?

- ripetizione sequenziale delle singole fasi di trattamento

debbano essere "manipolabili" nella loro biologia acque di scarico diversamente caricate o portate di acqua di scarico diverse internamente al processo di depurazione, l'invenzione ? basata sul riconoscimento che un impianto di chiarificazione deve essere eseguito flessibile per quanto riguarda l'associazione dei singoli stadi di trattamento, per un adattamento a portate diverse e a qualit? diverse delle acque di rifiuto.

L'invenzione riguarda quindi un impianto di chiarificazione per la depurazione delle acque di rifiuto, che mediante pareti intermedie ? suddiviso in compartimenti diversi per la chiarificazione preliminare, il trattamento biologico, la chiarificazione intermedia e/o successiva dell'acqua di rifiuto, ciascun compartimento presentando pi? camere, che sono separate tra loro da pareti divisorie, e le camere essendo collegabili fra loro dal punto di vista fluidodinamico in associazione arbitraria prestabilita, in dipendenza della portata e del tipo dell'acqua di scarico da trattare, nonch? con almeno un dispositivo, rispettivamente nella zona di chiarificazione preliminare, di chiarificazione intermedia e di chiarificazione successiva, per la rimozione del fango delle acque di rifiuto ivi sedimentato.

E' decisivo innanzitutto il fatto che i compartimenti di trattamento diversi (chiarificazione preliminare, stadio di trattamento biologico, chiarificazione intermedia e/o successiva) non siano disposti fissi fra loro come compartimenti assestanti, ma siano suddivi anche in singole esimere, le esunere potendo essere collegate fra loro in associazione arbitraria. Ci? ha lo scopo di poter regolare individualmente in dipendenza della qualit? delle acque di rifiuto e della portata delle acque di rifiuto il percorso dell'acqua di rifiuto attraverso l'impianto di chiarificazione e di poter cos? condurre l'impianto di chiarificazione, per esempio ad uno stadio, a due stadi o a pi? stadi.

Uno stadio significa che l'acqua di rifiuto, attraverso il bacino di chiarificazione preliminare, giunge nello stadio di trattamento biologico e successivamente nel bacino di chiarificazione successiva. Gi? il percorso a singolo stadio pu? essere eseguito in modo completamente diverso. Se per esempio le singole regioni sono costituite ciascuna da sei camere, l'acqua di rifiuto, a seconda della portata e della qualit?, pu? essere condotta attraverso un numero prestabilito di camere nelle singole regioni, il percorso di circolazione venendo regolato mediante un opportuno collegamento delle camere.

Due o pi? stadi significa che i singoli stadi di trattamento vengono essi stessi suddivisi in pi? parti, in modo che l'acqua di rifiuto durante il suo percorso attraverso l'impianto di chiarificazione percorra per esempio due o pi? volte lo stadio di trattamento biologico e venga sottoposta fra l'uno e l'altro sempre ancora ad una chiarificazione intermedia, nel qual caso preferibilmente le camere corrispondenti dello stadio di chiarificazione preliminare e di chiarificazione successiva servono per la chiarificazione intermedia, prima che l'acqua di rifiuto attraverso l'ultimo stadio di sedimentazione venga convogliata per esempio in un canale di raccolta.

In tal modo, l'impianto di chiarificazione acquista un carattere di labirinto, in cui il percorso attraverso il labirinto pu? essere impostato esternamente. Una forma di realizzazione a tale scopo prevede aperture chiudibili mediante valvole nelle pareti divisorie fra camere contigue. Le valvole, che per esempio possono essere semplici saracinesche, possono essere azionate meccanicamente, elettricamente, idraulicamente o pneumaticamente e collegano fra loro due camere, in modo che l'acqua di rifiuto possa tracimare, oppure le camere siano separate tra loro (in posizione di chiusura).

Un'alternativa consiste nell'applicare sui bordi superiori delle pareti divisorie elementi di bordo, quasi come elementi di guida per l'acqua di rifiuto, che quindi attraverso i bordi delle pareti divisorie circola da una camera alla successiva.

Cos? pure, le pareti divisorie possono per? anche essere esse stesse regolabili in altezza. L'acqua circola allora al disotto delle paresti divisorie da una camera alla successiva.

E' preferibile che le camere dei singoli compartimenti di trattamento siano disposte in file allineate longitudinalmente e siano tutte di uguale grandezza. Per effetto di questa semplice associazione geometrica si ottengono vantaggi sorprendenti. Essi verranno chiariti nell'esempio di un impianto di chiarificazione in cui le camere dei singoli compartimenti sono disposte in tre file una accanto all'altra, la fila centrale rappresentando lo stadio di trattamento biologico. Se quindi l'acqua di rifiuto viene chiarificata preliminarmente soltanto da due camere, nell'acqua di rifiuto rimane per esempio una percentuale notevolmente pi? elevata di sostanze organiche rispetto al caso in cui la chiarificazione preliminare sia stata eseguita su quattro camere. L'acqua di rifiuto viene allora, per esempio, condotta attraverso una valvola aperta dalla seconda camera alla seconda camera contigua dello stadio di trattamento biologico, e da essa, contro la direzione di circolazione, viene fatta proseguire verso la chiarificazione preliminare nella camera successiva. Il trattamento biologico avviene sotto un carico elevato, a causa della breve chiarificazione preliminare. Per una portata di ossigeno costante si possono ottenere condizioni di trattamento parzialmente anaerobiche. L'acqua di rifiuto cos? trattata giunge ora attraverso altre valvole aperte nella prima camera di chiarificazione successiva, e deve ivi obbligatoriamente percorrere ora almeno tre camere di chiarificazione successiva, per venire ricondotta successivamente in un'altra camera di trattamento biologico. Per effetto del funzionamento sotto forte carica nel primo stadio di trattamento bioio gico vengono ivi selezionati soltanto microorganismi che riducono la percentuale di sostanze facilmente riducibili nell'acqua di rifiuto. Corrispondentemente alta ? la percentuale di sostanze solide in sospensione (fango biologico) che giunge nello stadio di chiarificazione collegato a valle, il quale - come descritto - per effetto della geometria dell'impianto di chiarificazione ? prolungato, per cui automaticamente viene ottenuto un tempo di permanenza pi? lungo per la sedimentazione del fango biologico.

Se deve essere trattata un'acqua di rifiuto che presenta una pi? elevata percentuale di sostanze difficilmente riducibili, pu? essere preferibile eseguire la chiarificazione preliminare su tre o pi? camere e regolare corrispondentemente gli altri stadi di trattamento.

L'impianto di chiarificazione pu? in tal modo venire adattato a quantit? e qualit? di acqua di rifiuto completamente diverse.

Per esempio, tramite trasportatori a coclea o condotti di aspirazione nella regione delle camere di trattamento laterali il fango delle acque di rifiuto pu? venire estratto delicatamente per la chiarificazione preliminare, intermedia e/o successiva.

Preferibilmente, il fango viene direttamente scaricato in un contenitore di deposito dei fanghi o di trattamento dei fanghi, a questo contenitore, che preferibilmente ? disposto con gli altri elementi strutturali in un Container compatto, viene attribuita una particolare importanza secondo l'invenzione., Il contenitore deve infatti servire come deposito intermedio e per la stabilizzazione preliminare del fango delle acque di rifiuto e deve presentare un condotto per il ritorno parziale del fango prestabilizzato in una delle camere. In tal modo viene consentito, in tempi in cui vi ? un minor afflusso di acqua di rifiuto o addirittura non vi ? pi? alcun afflusso di acqua di rifiuto, di mantenere ancora attivo il funzionamento biologico dell ' impianto, in quanto la biomassa necessaria per lo stadio biologico viene resa disponibile ora non pi?, o soltanto parzialmente, dall'acqua di rifiuto affluente, ma da una corrispondente quantit? di fango retrocesso, prestabilizzato.

Corrispondentemente, l'invenzione comprende anche un procedimento per la depurazione delle acque di rifiuto con l'ausilio di almeno una camera di trattamento biologicamente attiva, secondo il quale il fango separato o estratto viene depositato provvisoriamente e prestabilizzato, e sottoalimentando la camera di reazione con acqua di rifiuto affluente, di volta in volta viene addotta alla camera o alle camere di reazione una quantit? di fango prestabilizzato pari a quella necessaria per il mantenimento dei processi di reazione ivi in corso.

E' indifferente il tipo di procedimento secondo il quale avviene la depurazione biologica delle acque di rifiuto. Ci? vale anche per l'impianto precedentemente descritto, il cui stadio di trattamento biologico pu? essere fatto operare anaerobicamente oppure aerobicamente nel processo con fango attivo oppure nel processo con corpi solidi. Corrispondentemente, le singole camere presentano relativi dispositivi di aerazione e/o un letto di corpi solidi, come noto allo stato della tecnica. Cosi pure, ? possibile un trattamento chimico, per esempio mediante flocculazione o agglomerazione.

Il deposito temporaneo dei fanghi di acqua di rifiuto nel contenitore pu? avvenire in condizioni anaerobiche. E' per? anche possibile, durante il deposito nel contenitore, assicurare una aerazione corrispondente al consumo endogeno di ossigeno del fango, per mantenere continuativamente i processi di metabolismo nel fango.

La quantit? di fango retrocessa dal contenitore viene preferibilmente scelta in modo che la carica biologica dell'acqua di rifiuto trattata sia costante.

L'impianto di chiarificazione pu? essere disposto compatto in un Container e comprende tutti gli stadi del trattamento, dalla depurazione preliminare fino al trattamento dei fanghi. Un particolare vantaggio consiste nel fatto che l'impianto di chiarificazione dal punto di vista costruttivo, malgrado la possibilit? di seguire percorsi di trattamento completamente diversi, non richiede di essere modificato, se si prescinde dalla impostazione del percorso di circolazione. Ci? vale per esempio anche per i dispositivi per la rimozione o il deposito temporaneo e la retrocessione del fango delle acque di rifiuto. Ci? nonostante, i compartimenti della chiarificazione preliminare, il vano di trattamento biologico o i compartimenti della chiarificazione successiva possono essere rimpiccioliti o ingranditi entro ampi limiti e quindi essere adattati alle occorrenze locali.

E' ovvio che i dispositivi usuali, qui non citati, che appartengono ad un impianto di chiarificazione di questo tipo, sono parimenti presenti. Cos?, nel container pu? essere disposto un dispositivo meccanico di depurazione preliminare, che ? collegato mediante un tubo con una camera di alimentazione, dalla quale l'acqua di rifiuto, per esempio, attraverso uno sfioratore giunge nella prima camera di chiarificazione preliminare. Per lo scarico dell'acqua purificata ? previsto che l'ultima camera, che serve per la chiarificazione successiva, sia collegata direttamente o indirettamente ad un canale di raccolta. Pu? essere interposta una camera di scarico.

Il fango viene condotto, eventualmente attraverso i suddetti alimentatori a coclea, direttamente nel contenitore di trattamento. Esso pu? ivi venire trattato, per esempio aerobicamente (termicamente) e stabilizzato. Cos? pure, il fango pu? essere (pre)stabilizzato e - come ? descritto - almeno parzialmente ricondotto negli stadi di trattamento biologici. Infine, il contenitore pu? essere eseguito come un semplice contenitore impil?bile.

Altre caratteristiche dell'invenzione sono desumibili dalle caratteristiche delle sottorivendicazioni nonch? dall'altra documentazione della presente domanda.

Nell'esempio di realizzazione seguente l'invenzione viene descritta con riferimento ai disegni. Essi mostrano in rappresentazione fortemente schematizzata

in Figura 1: una vista di un impianto di chiarificazione disposto in un Container, con apparecchi periferici associati;

in Figura 2: una vista parziale in prospettiva del contenitore a camere dell'impianto secondo la Figura 1; in Figura 3: una sezione orizzontale di una parete intermedia nella zona di un?apertura con una saracinesca;

in Figura 4: un'altra forma di realizzazione di un contenitore a camere;

in Figura 5: una sezione trasversale orizzontale

di un punto di collegamento di diverse pareti intermedie/divisorie del contenitore di Figura 4;

in Figura 6: un'altra forma di realizzazione di un contenitore a camere in rappresentazione prospettica, e in Figura 7: il contenitore di Figura 6 in una sezione longitudinale.

Nelle Figure, elementi strutturali uguali o equivalenti sono individuati da numeri di riferimento uguali. L'espressione "contenitore a cerniere" comprende il complesso delle camere dei singoli stadi di trattamento per il trattamento di un'acqua di rifiuto .

Il contenitore a camere ? costituito da lamiere di acciaio saldate. Esso presenta in vista una forma rettangolare e possiede due pareti laterali 2 e due pareti frontali 3. In direzione longitudinale si estendono attraverso il contenitore a camere 1 due . pareti intermedie 4, parallele e a distanza fra loro. In tal modo il contenitore a camere 1 viene suddiviso in tre compartimenti 6, 7, 8. Ciascun compartimento 6, 7, 8 ? inoltre suddiviso mediante pareti divisorie 5 estendentisi trasversalmente in sei camere, rispettivamente da 6a a 6f, da 7a a 7f e da 8a a 8f. Le Figure 1, 2 e 6 mostrano che le pareti divisorie 5 fra le pareti laterali 2 si estendono a filo e a distanza fra loro, e le camere da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f presentano in tal modo ciascuna un uguale lunghezza L.

Come mostra la Figura 2, le singole camere hanno altezze diverse. Le camere esterne da 6a a 6f e da 8a a 8f sono eseguite a canaletta nel loro tratto inferiore e sporgono verso il basso con questo tratto, a forma di V in sezione longitudinale, dalle camere intermedie da 7a a 7f.

In questo tratto inferiore, in ciascuna fila di camere 6, 8 ? disposto un trasportatore a coclea 10 in direzione longitudinale, il quale si estende attraverso corrispondenti aperture nelle pareti divisorie 5. I trasportatori a coclea 10 alla loro altra estremit? (prima delle camere 6a, 8a) sono accoppiati ad un motore di azionamento (non rappresentato) e sporgono con la loro altra estremit? at-, traverso le pareti divisorie posteriori delle camere 6f, 8f in un vano 40, che nel seguito verr? ancor meglio descritto. I trasportatori a coclea 10 vengono guidati sopra diversi punti di supporto (non rappresentati).

Nelle pareti intermedie 4 e pareti divisorie 5 fra camere contigue da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f sono previste aperture 14, come mostra la Figura 3, le aperture 14 sono rispettivamente chiudibili e apribili mediante saracinesche 15 regolabili in altezza, le saracinesche 15 essendo guidate su rotaie laterali di guida 16 con una battuta all'estremit? inferiore. Le saracinesche 15 possono venire sollevate meccanicamente oltre il bordo 19 ed essere fissate medieulte opportuni mezzi di arresto, per liberare le aperture 14 totalmente o parzialmente. Cos? pure, per?, anche organi di azionamento motorizzati possono servire a sollevare o abbassare le saracinesche 15.

In luogo di saracinesche possono anche essere impiegati altri tipi di valvole, tappi o simili.

Un altro tipo di collegamento delle camere da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f dal punto di vista fluidodinamico ? mostrato nelle Figure 4, 5. In esse le pareti intermedie 4 e le pareti divisorie 54 non sono saldate fra loro, ma sono guidate, regolabili in altezza, su montanti verticali 18 in corrispondenti alloggiamenti verticali 18a. La regolabilit? delle parete 4, 5 pu? avvenire nello stesso modo precedentemente descritto con riferimento alle saracinesche 15. In posizione sollevata si creano -come mostra la Figura 4 - fra il fondo 17 del contenitore a camere le i bordi inferiori 19' delle pareti 4, 5 aperture 14, attraverso le quali le camere contigue da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f vengono collegate in comunicazione fra loro.

Tramite questi collegamenti la corrente dell'acqua di rifiuto, a seconda di quali aperture 14 siano chiuse e quali siano aperte, pu? essere regolata miratamente.

Como mostra la Figura 1, l'acqua di rifiuto viene innanzitutto pompata attraverso un dispositivo 26 per la depurazione preliminare meccanica, che presenta un filtro a gravit? 27 e un contenitore di raccolta 28 per particelle di fango separate, tramite un condotto tubolare 11 in una camera di alimentazione 21, che ? applicata alla parete frontale 3 di sinistra in Figura 1 del contenitore a camere 1. L'acqua di rifiuto circola da essa, attraverso un bordo di sfioramento 33, nella camera 6a, che forma, una prima camera di chiarificazione preliminare.

Nell'esempio di realizzazione rappresentato, la camera 8f diametralmente contrapposta ? disposta nella regione della chiarificazione successiva, e da essa l'acqua di rifiuto giunge attraverso un bordo di sfioramento 33' in una camera di scarico 22, che sul lato di fondo ? eseguita con un tubo di scarico 12, attraverso il quale l'acqua di scarico viene asportata, e per esemplo condotta in un canale di raccolta (non rappresentato).

Il percorso dell'acqua di rifiuto dalla camera 6a alla camera 8f pu? secondo l'invenzione avvenire in modi diversi.

Per un percorso monostadio, per esempio le camere da 6a a 6f possono essere collegate fra loro attraverso le aperture 14, in modo che tutte le camere da 6a a 6f servano per la chiarificazione preliminare, prima che l'acqua di rifiuto attraverso l'apertura 14 fra le camere 6f, 7f giunga nella fila di camere intermedia, che serve per la depurazione biologica delle acque di rifiuto, e attraverso le aperture 14 nelle pareti divisorie 5 fluisca dalla camera 7f attraverso le camere da'7e a 7b nella camera 7a. Ciascuna camera da 7f a 7a presenta un dispositivo di aerazione 24 disposto al disopra del fondo, ciascuno dei quali ? collegato ad un condotto centrale dell'aria 24', e attraverso il quale viene insufflato ossigeno nell'acqua di rifiuto. Addizionalmente, possono essere previsti agitatori (non rappresentati). La depurazione biologica dell'acqua di rifiuto nelle camere da 7f a 7a pu? avvenire secondo il procedimento con fango attivo; ? per? anche possibile disporre nelle singole camere da 7f a 7a un letto di corpi solidi, per esempio corpi immersi 25, per un processo con corpi solidi.

Dopo il trattamento biologico, l'acqua di rifiuto giunge attraverso l'apertura 14 fra le camere 7a, 8a nella carniera 8a e da essa, attraverso le camere da 8b a 8e, nella camera 8f, la fila di camere da 8a a 8f servendo per la chiarificazione successiva, prima che l'acqua di rifiuto venga asportata attraverso la camera di scarico 22.

L'invenzione consente di conformare anche in modo completamente diverso il percorso monostadio, in quanto per esempio la prechiarificazione viene svolta soltanto dalle camere 8a, 8b, prima che l'acqua di rifiuto attraverso le camere di trattamento biologico 7b, 7a percorra a sua volta le camere di chiarificazione successiva da 8a a 8f. Corrispondentemente, rispetto alla variante precedentemente descritta, soltanto le aperture fra le camere 6b, 6c e 7b, 7c vengono chiuse, per guidare corrispondentemente l'acqua di rifiuto. Un tale percorso ? adatto in particolare in un esercizio dell'impianto con cariche deboli o con acque di rifiuto che per esempio presentino una elevata percentuale di nematodi.

Questa configurazione di camere pu? anche venire utilizzata per un procedimento a pi? stadi. In tal caso, per esempio l'apertura 14 fra le camere 8c, 8d viene chiusa e la corrente dell'acqua di rifiuto viene condotta attraverso le camere 6a, 6b, 7b, 7a, 8a, 8b, 8c, 7c, 7d, 6d, 6e, 6f, 7f, 7e, 8e, 8f nella camera di scarico 22.

Le camere da 7a a 7f della fila 7 servono esclusivamente per il trattamento biologico, mentre le camere da 8a a 8c e da 6d a 6f assolvono ora al compito di una chiarificazione intermedia, prima che l'acqua di rifiuto venga chiarificata successivamente nelle carniere 8e, 8f.

Con questo percorso l'acqua di rifiuto viene depurata in tre stadi biologici di trattamento separati, con corrispondente chiarificazione intermedia. Per effetto della conformazione dell'impianto di chiarificazione, con questo percorso, con forte carica nel primo stadio di trattamento biologico (ca-, mere 7b, 7a) il tratto di sedimentazione nella prima chiarificazione intermedia (camere da 8a a 8c) viene obbligatoriamente prolungato, in modo che l'accresciuta percentuale di fango in eccesso possa sedimentarsi in un tempo di permanenza pi? lungo, e dalla terza camera 8c della prima chiarificazione intermedia giunga un'acqua di rifiuto caricata con una quantit? notevolmente inferiore di fango nel secondo stadio di trattamento biologico.

Il fango sedimentato viene condotto attraverso i trasportatori a coclea 10 nonch? gli annessi condotti di trasporto 10'in un contenitore 29 di trattamento del fango, che ? dotato di un dispositivo di aerazione 30. Nel contenitore 29 il fango viene trattato aerobicamente e stabilizzato, la reazione esotermica creando un livello di temperatura adatto per la stabilizzazione. Se necessario, il contenitore 29 pu? per? essere anche riscaldato addizionalmente. Il fango stabilizzato viene trasportato attraverso un tubo 31 in un contenitore impilabile 32, che nell'esempio di realizzazione di Figura 1 ? disposto lateralmente accanto al contenitore a camere 1 internamente al Container 1'.

Cos? pure, ? per? anche possibile trattare anaerobicamente il fango di acqua di rifiuto nel contenitore 29, oppure provvedere ad una aerazione corrispondente al consumo endogeno di ossigeno del fango, per il mantenimento dei processi metabolici nel fango, e ricondurre il fango cos? prestabilizzato, successivamente, in una camera di trattamento biologica da 7a a 7f in determinate portate parziali, attraverso il condotto 31 ' con valvole 41. In tal modo, specialmente nel caso di un processo con fango attivo, pu? ancora essere salvaguardata la biomassa necessaria per il mantenimento dei processi metabolici, anche se l'afflusso di acqua di rifiuto si riduce o addirittura non viene pi? alimentata acqua di rifiuto caricata. L'impianto di chiarificazione pu? cos? superare senz'altro anche grandi fluttuazioni dell'alimentazione dell'acqua di rifiuto e alimentarsi quasi "autarchicamente". Ci? d? luogo ai notevoli vantaggi che l'impianto anche in caso di fluttuazioni della portata delle acque di rifiuto e in caso di acque di rifiuto con cariche biologiche diverse pu? essere adattato individualmente, senza modificare in alcun modo la struttura costruttiva. Se per esempio la quantit? di singoli microorganismi/enzimi si accresce o si riduce, per esempio stagionalmente, si pu? far fronte immediatamente mediaunte una corrispondente impostazione dell'impianto - come precedentemente descritto.

I singoli elementi strutturali dell'impianto possono essere eseguiti in modi diversi. In luogo della esecuzione a forma di imbuto delle camere da 6a a 6f, da 8a a 8f nella regione inferiore le pareti esterne corrispondenti possono anche estendersi a cuneo in direzione delle pareti interne (Figura 7).

Cos? pure, il contenitore a camere pu? presentare una superficie di base rotonda, e le camere sono allora eseguite per esempio come settori circolari. Cos? pure, il contenitore a camere pu? essere eseguito triangolare o poligonale. Le singole camere possono venire eseguite anche con contenitori di materia plastica, che sono disposti gli uni contro gli altri con le loro superfici corrispondenti, le aperture essendo allora eseguite preferibilmente come rappresentato in Figura 2 ed estendendosi attraverso ogni due pareti adiacenti. Questi contenitori di materia plastica vengono preferibilmente fabbricati con processo di stiro-imbutitura.

Un?altra forma di realizzazione per il collegamento comunicante delle singole camere ? mostrata in Figura 6. In luogo di aperture 14, sono qui applicati amovibilmente sui bordi superiori 19 di singole pareti intermedie 4 o pareti divisorie 5 elementi di bordo 20, gli elementi di bordo 20 essendo allineati a filo con il bordo periferico del contenitore a camere 1. Con questa forma di realizzazione il livello del liquido deve trovarsi al disopra dei bordi 19. L?acqua di rifiuto viene allora guidata attraverso le singole carniere corrispondentemente all'associazione degli elementi di bordo 20. Gli elementi di bordo 20 possono nel caso pi? semplice venire innestati. Essi possono per? anche venire fissati mediante collegamenti a cava/linguetta, occhielli o viti a innesto, amovibilmente sui bordi 19.

Claims

RIVENDICAZIONI 1. Impianto di chiarificazione per la depurazione delle acque di rifiuto, con un contenitore a camere (1), che mediante pareti intermedie (4) ? suddiviso in compartimenti diversi (6, 7, 8) per una chiarificazione preliminare, un trattamento biologico o chimico, una chiarificazione intermedia e/o successiva dell'acqua di rifiuto, ciascun compartimento (6, 7, 8) presentando pi? camere (da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f), che mediante pareti divisorie (4, 5) sono separate tra loro, e le camere (da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f) sono collegabili fra loro fluidodinamicamente in associazione arbitraria, preselezionata in dipendenza della quanti- . t? e del tipo dell'acqua di rifiuto da trattare, nonch? con almeno un dispositivo (10) in ciascuna regione di chiarificazione preliminare, di chiarificazione intermedia e di chiarificazione successiva per la rimozione del fango delle acque di rifiuto ivi sedimentato.
2. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che nelle pareti divisorie (4, 5) fra camere contigue (da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f) sono previste aperture (14) chiudibili mediante valvole (15).
3. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzato da elementi di bordo (20) che sono fissabili amovibilmente sul bordo superiore (19) delle pareti divisorie (4, 5) e sporgono verso l'alto oltre il liquido dell'acqua di rifiuto .
4. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 3, caratterizzato dal fatto che le pareti divisorie (4, 5) sono spostabili verticalmente al disopra del livello liquido dell'acqua di rifiuto lungo elementi di guida laterali (18a).
5. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 4, caratterizzato dal fatto che le camere (da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f) dei compartimenti (6, 7, 8) sono disposte ciascuna in file una dopo l'altra.
6. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che la fila (7) con camere (da 7a a 7f) per il trattamento biologico dell'acqua di rifiuto ? disposta parallela accanto alle altre file di camere (6, 8).
7. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 6, caratterizzato dal fatto che le camere (da 6a a 6f, da 7a a 7f, da 8a a 8f), considerate nella direzione longitudinale delle file (6, 7, 8), presentano un uguale lunghezza (L) .
8. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 7, caratterizzato dal fatto che il dispositivo (10) per la rimozione del fango delle acque di rifiuto ? costituito da un trasportatore a coclea, che si estende nella direzione longitudinale della rispettiva fila (6, 8) al fondo delle relative camere (da 6a a 6f, da 8a a 8f) e si estende attraverso corrispondenti aperture nelle pareti divisorie (5).
9. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che all'estremit? posteriore, considerata nella direzione di trasporto, del trasportatore a coclea ? unito un dispositivo (10') per il trasferimento del fango in un contenitore (29) collegato a valle, di deposito del fango e/o di trattamento del fango.
10. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 8, caratterizzato dal fatto che il trasportatore a coclea (10), considerato nella direzione di trasporto, si estende attraverso l'ultima parete divisoria (5) in un contenitore (29) di deposito del fango o di stabilizzazione del fango.
11. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 9 o 10, caratterizzato dal fatto che il contenitore (29) ? eseguito chiuso per un deposito intermedio anaerobico del fango delle acque di rifiuto e presenta un condotto (31') per la retrocessione parziale del fango prestabilizzato in una delle camere (da 7a a 7f).
12. Impianto di chiarificazione secondo la rivendicazione 9 o 10, caratterizzato dal fatto che il contenitore (29) ? eseguito chiuso e presenta un dispositivo per l'aerazione parziale del fango.
13. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 12, caratterizzato dal fatto che le camere (da 7a a 7f) per il trattamento biologico dell'acqua di rifiuto sono eseguite con dispositivi di aerazione (24) e/o agitatori.
14. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 13, caratterizzato dal fatto che nelle camere (da 7a a 7f) per il trattamento biologico dell'acqua di rifiuto ? disposto un letto di corpi solidi (25).
15. Impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 14, caratterizzato dal fatto che l'ultima camera di chiarificazione successiva (8f), nella direzione di circolazione dell'acqua di rifiuto, presenta un'apertura di scarico (33') verso una camera di scarico (22), la quale ? collegabile ad un canale di raccolta.
16. Procedimento per la depurazione delle acque di rifiuto con l'ausilio di almeno una camera di trattamento agente biologicamente in presenza di una caratteristica fluttuante dell'alimentazione dell'acqua di rifiuto, in particolare con un impianto di chiarificazione secondo una delle rivendicazioni da 1 a 15, caratterizzato dal fatto che per una depurazione delle acque di rifiuto secondo il processo con fango attivo il fango in eccesso estratto da una camera di chiarificazione successiva o, nel caso di una depurazione dell'acqua di rifiuto secondo il processo con corpi solidi, il fango separato in una camera di chiarificazione successiva viene separato e depositato temporaneamente in un contenitore per la prestabilizzazione e, in presenza di sottoalimentazione della camera o delle camere di reazione con acqua di rifiuto affluente, di volta in volta viene convogliata nella camera o nelle camere di reazione (n) una portata di fango prestabilizzato necessaria per il mantenimento dei processi di reazione ivi in corso.
17. Procedimento secondo la rivendicazione 16, caratterizzato dal fatto che con l'impiego del processo con corpi solidi anche il fango primario sedimentato nella camera di chiarificazione preliminare dell'acqua di rifiuto viene depositato temporaneamente nel contenitore.
18. Procedimento secondo la rivendicazione 16 o 17, caratterizzato dal fatto che il fango ne viene depositato temporaneamente nel contenitore in condizioni anaerobiche.
19. Procedimento secondo la rivendicazione 16 o 17, caratterizzato dal fatto che il fango nel contenitore viene aerato con una portata d'aria corrispondente al consumo endogeno di ossigeno del fango.