IT201900016553A1 - Dispositivo di protezione e procedimento per realizzare tale dispositivo di protezione - Google Patents

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Description

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE E PROCEDIMENTO PER REALIZZARE TALE
DISPOSITIVO DI PROTEZIONE
DESCRIZIONE
La presente divulgazione si riferisce ad un dispositivo di protezione per una protezione di un utilizzatore. Il dispositivo di protezione include un elemento gonfiabile che, in condizione gonfiata, è atto a proteggere da impatti e/o da cadute un passeggero, un pilota di motoveicolo o un simile utilizzatore, durante un'attività sportiva e/o lavorativa e/o una qualsiasi attività.
Un dispositivo di protezione noto è per esempio come quello descritto nel brevetto europeo EP3291697B1. Un tale dispositivo include un elemento gonfiabile atto ad assumere una condizione gonfiata attiva ed una condizione sgonfiata di riposo. L’elemento gonfiabile include un corpo realizzato a maglia, vale a dire realizzato mediante una lavorazione a maglia. Detto corpo realizzato a maglia è una struttura chiusa, o almeno tubolare definente una regione o area o camera interna. Tale camera interna è occupata almeno parzialmente da una pluralità di fili di unione che connettono tra di loro porzioni opposte del corpo lavorato a maglia. Il fatto di realizzare un corpo unico a maglia ha il vantaggio di limitare scarti di lavorazione e di minimizzare i tempi di produzione; infatti fili di unione e maglie possono essere lavorati con un’unica macchina da maglieria. I fili di unione sono parte di un unico filo collegato alle porzioni opposte del corpo lavorato a maglia. In particolare, il filo passa a tratti alterni, e continuativamente, tra una prima porzione ed una seconda porzione del corpo lavorato a maglia
L’elemento gonfiabile include preferibilmente pareti impermeabilizzati che consentono di contenere il fluido di gonfiaggio per un determinato periodo di tempo. Le pareti sono, per esempio, un primo foglio o prima parete ed un secondo foglio o seconda parete fissate l’una con l’altra lungo rispettivi bordi perimetrali le quali ricoprono e rivestono rispettivamente su un lato esterno o superficie esterna il corpo lavorato a maglia.
Alla base della presente divulgazione vi è il riconoscimento che in un dispositivo di protezione, quando l’elemento gonfiabile è in condizione gonfiata, un corpo lavorato a maglia con fili di unione presenta un comportamento “elastico”, vale a dire una certa cedevolezza, che impedisce di prevedere a priori un comportamento del corpo lavorato a maglia al momento del gonfiaggio. A tal fine si rende necessario utilizzare pareti di copertura più rigide o di consistenza predefinita per contrastare il comportamento del corpo lavorato a maglia.
Inoltre in merito al dispositivo di protezione noto, si è riscontrato che talvolta, nella condizione gonfiata attiva, si possono verificare tagli o fessurazioni su corpo lavorato a maglia stesso, o sul primo foglio o parete, e/o sul secondo foglio o parete. Per rimediare a tale inconveniente una possibile soluzione è quella di aumentare lo spessore o la resistenza a taglio del primo foglio o parete e del secondo foglio o parete. Tuttavia, ciò comporta, svantaggiosamente, un maggiore peso, volume e rigidezza dell’elemento gonfiabile anche in condizione sgonfiata che può essere non compatibile con alcune attività, come per esempio attività sportive dinamiche come lo sci, o l’equitazione.
Un problema tecnico alla base della presente divulgazione risiede nel mettere a disposizione un dispositivo di protezione per la protezione di un utente in grado di superare detto/i inconveniente/i, o ridurre il rischio di lacerazione delle pareti, senza un appesantimento o irrigidimento dell’elemento gonfiabile, e/o di conseguire ulteriori vantaggi, e di mettere a disposizione un indumento includente detto dispositivo per la protezione personale.
Tale problema viene risolto da un dispositivo di protezione per la protezione di un utilizzatore, da un procedimento produttivo per la realizzazione di un dispositivo di protezione e da un utilizzo secondo le rispettive rivendicazioni indipendenti.
Caratteristiche secondarie dell’oggetto della presente divulgazione sono definite nelle rispettive rivendicazioni dipendenti.
Un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione per la protezione di un utilizzatore comprende un elemento gonfiabile, atto ad assumere una condizione gonfiata attiva ed una condizione sgonfiata di riposo. L’elemento gonfiabile include un corpo lavorato a maglia, realizzato in almeno un primo filo o primo filamento a formare una pluralità di unità di maglia, in cui la struttura di maglia è chiusa su almeno quattro facce, vale a dire presenta una forma almeno parzialmente tubolare, a definire una zona interna o camera interna. Il corpo lavorato a maglia comprende un secondo filo o secondo filamento che si estende più volte nella zona interna o camera interna tra almeno una prima faccia e una seconda faccia del corpo lavorato a maglia a formare una pluralità di porzioni di secondo filo o secondo filamento. Le porzioni di secondo filo o di secondo filamento sono chiamate anche fili di unione.
Secondo un aspetto caratteristico della presente divulgazione, il secondo filo o secondo filamento è intrecciato a formare un nodo con almeno una unità di maglia della prima faccia ed è intrecciato a formare un nodo almeno con una unità di maglia della seconda faccia in una corrispondente zona di collegamento o punto di aggancio tra il secondo filo o secondo filamento e l’ unità di maglia.
In altre parole, ciascuna porzione di secondo filo o secondo filamento è, non solo intrecciata o legata, ma anche annodata alla unità di maglia a cui è collegata, o viceversa ciascuna unità di maglia collegata alla porzione di secondo filo o di secondo filamento forma un nodo con detta porzione di secondo filo o di secondo filamento. Si tratta quindi di un intreccio non solo da lavorazione a maglia, ma un intreccio fatto in modo da creare, in particolare al momento del gonfiaggio, un nodo che stringe l’una o più unità di maglia e porzione di secondo filo.
Infatti il nodo è tale per cui nella condizione gonfiata attiva dell’elemento gonfiabile, il nodo è serrato, e impedisce il movimento relativo tra il secondo filo o secondo filamento e la una o più unità di maglia nella zona di collegamento o punto di aggancio, oppure il secondo filo o secondo filamento forma un serraggio con una o più unità di maglia, o viceversa, nella zona di collegamento o punto di aggancio. Preferibilmente, nella condizione sgonfiata di riposo dell’elemento gonfiabile, il nodo è lasco ed è atto a permettere un movimento relativo tra il secondo filo o secondo filamento e l’unità di maglia.
Ne consegue che, grazie al nodo, il secondo filo o filamento non è più libero di scorrere rispetto alle unità di maglia in condizione gonfiata. Si può avere un controllo maggiore del comportamento al momento del gonfiaggio e quindi della forma del corpo lavorato a maglia in condizione gonfiata.
In altre parole, si evita uno scorrimento del secondo filo o filamento lungo la faccia del corpo lavorato a maglia. Il secondo filo o filamento non può scorrere lungo la superficie esterna del corpo lavorato a maglia. Un movimento di questo tipo del filo o del filamento potrebbe esercitare infatti uno sfregamento tra primo filo e secondo filo del medesimo corpo lavorato a maglia, o attrito o sfregamento del secondo filo o del primo filo sulla parete esterna, se presente, vale a dire sulla copertura esterna che ricopre il corpo lavorato a maglia.
In particolare, preferibilmente nel caso in cui il corpo lavorato a maglia è ricoperto da due pareti o da due fogli, quando l’elemento gonfiabile è in condizione gonfiata attiva, le maglie del corpo lavorato a maglia e rispettivo foglio o parete aderiscono strettamente l’uno all’altra. In tale condizione, grazie al fatto che il secondo filo o filamento non scorre o non tende a scorrere lungo la superficie esterna del corpo lavorato a maglia, si evita uno sfregamento o attrito sul foglio o parete che, di conseguenza, può indebolirsi, ad esempio fessurandosi, o direttamente può tagliarsi.
Similmente, secondo un procedimento di protezione secondo la presente divulgazione si prevedono le seguenti fasi di lavorazione:
lavorare a maglia almeno un primo filo o primo filamento per ottenere un corpo lavorato a maglia avente struttura chiusa su almeno quattro facce o pareti, e presentante una forma almeno parzialmente tubolare, a definire una zona interna o camera interna; ed in cui detta fase di lavorare a maglia detto primo filo o primo filamento comprende
realizzare con detto primo filo o primo filamento una pluralità di unità di maglia su almeno una prima faccia ed una seconda faccia del corpo lavorato a maglia, e
lavorare a maglia almeno un secondo filo o secondo filamento in modo che il secondo filo o secondo filamento si estenda più volte nella zona interna o camera interna tra la prima faccia e la seconda faccia del corpo lavorato a maglia a definire una pluralità di porzioni di secondo filo o di secondo filamento, o una pluralità di fili di unione che attraversano la camera interna. La fase di lavorare a maglia il secondo filo o secondo filamento comprende
intrecciare detto secondo filo o secondo filamento con almeno una unità di maglia della prima faccia ed almeno una unità di maglia della seconda faccia e formare un nodo con dette unità di maglia in una rispettiva zona di contatto o punto di aggancio. Il nodo stringe secondo filo e unità di maglia almeno quando il secondo filo è portato in tensione.
Secondo un aspetto preferito del suddetto dispositivo e/o del procedimento, il secondo il filo o il secondo filamento si estende alternativamente e/o è disposto a zig zag e/o con andamento sinusoidale tra almeno un’unità di maglia di una prima faccia e un’unità di maglia di detta seconda faccia del corpo lavorato a maglia a formare una porzione di secondo filo o filo di unione tra l’unità di maglia della prima faccia e l’unità di maglia di detta seconda faccia del corpo lavorato a maglia. Il nodo è realizzato su entrambe le unità di maglia, vale a dire la porzione di filo di unione può essere bloccata al corpo lavorato a maglia in corrispondenza di entrambe le estremità dove è lavorata a maglia e intrecciata con le facce del corpo lavorato a maglia. Ne consegue che in condizione gonfiata dell’elemento gonfiabile ogni porzione di filo di unione è bloccata localmente e si può avere nel complesso una struttura molto rigida e fissa in condizione gonfiata.
Il nodo è preferibilmente tale che il serraggio avviene mano a mano che l’elemento gonfiabile si gonfia. Quindi ad una condizione intermedia di gonfiaggio, tra una condizione sgonfiata ed una condizione di massimo gonfiaggio, corrisponde o è associata una condizione intermedia di serraggio del nodo.
Ancora più preferibilmente il nodo è un nodo scorsoio da intendersi nel senso di un nodo che si stringe mano a mano che il secondo filo è in tensione. Ancora più in particolare per realizzare il nodo, va considerato che ciascuna unità di maglia è una asola o un occhiello della prima faccia o della seconda faccia opposta del corpo lavorato a maglia, e il secondo filo o secondo filamento è inserito in ciascuna di detta asola. Quando il sacco è in condizione gonfiata, il secondo filo passando in ciascuna asola le stringe tra loro, o viceversa. Ciascuna asola si stringe intorno alla porzione del secondo filo nella zona di aggancio.
Secondo un aspetto ancora più preferito del suddetto dispositivo e/o procedimento, il secondo filo o secondo filamento forma detto nodo con tre unità di maglia nella rispettiva zona di collegamento o punto di aggancio. In altre parole, per dare una maggiore stabilità al serraggio il secondo filo blocca tre unità di maglia.
Ancora più in particolare e preferibilmente, se consideriamo che ciascuna faccia del corpo lavorato a maglia comprende una pluralità di righe di maglia e dette unità di maglia sono realizzate lungo dette righe di maglia, delle suddette tre unità di maglia una prima unità di maglia ed una terza unità di maglia sono affiancate o adiacenti l’un l’altra e sono parte di una prima riga di maglia e una seconda unità di maglia è parte di una seconda riga di maglia, a formare tre zone di collegamento o punti di aggancio del secondo filo o secondo filamento alle rispettive unità di maglia.
Ancora più preferibilmente, per creare un serraggio regolare sul corpo di maglia, la seconda unità di maglia è disposta in una zona o posizione intermedia lungo la rispettiva seconda riga di maglia rispetto alla prima unità di maglia e alla terza unità di maglia.
Ancora più preferibilmente, il secondo filo o secondo filamento è inserito entro detta prima unità di maglia e detta seconda unità di maglia a formare un’asola o un occhiello che impegna detta prima unità di maglia e seconda unità di maglia, ed in cui il secondo filo o secondo filamento è inserito due volte nella terza unità di maglia. Tale struttura di nodo è più facilmente realizzabile tramite macchina da maglieria.
Più in particolare, preferibilmente, il procedimento secondo la presente divulgazione prevede di lavorare a maglia detto primo filo o primo filamento per realizzare una pluralità di righe di maglia e di realizzare una prima asola o occhiello a formare una prima unità di maglia e realizzare una terza asola o occhiello a formare una terza unità di maglia affiancate tra di loro in corrispondenza di una prima riga di maglia e di realizzare una seconda asola o occhiello a formare una seconda unità di maglia in corrispondenza di una seconda riga di maglia in una zona o posizione intermedia rispetto a dette prima unità di maglia e detta terza unità di maglia.
Il corpo lavorato a maglia può essere, similmente al corpo a maglia del brevetto EP3291697B1 sopra citato, anche un corpo chiuso su cinque lati, e comprende almeno una terza faccia, collegata in continuo a maglia con la prima faccia e con la seconda faccia, almeno una quarta faccia collegata in continuo a maglia con la prima faccia e la seconda faccia, in cui la quarta faccia è contrapposta alla terza faccia, una quinta faccia collegata in continuo con le rimanenti facce, e anche eventualmente una sesta faccia che chiude ad involucro il corpo lavorato a maglia. Inoltre, come per il precedente brevetto le porzioni di fili di unione hanno una lunghezza minore in una regione del corpo lavorato a maglia adiacente alla terza faccia e/o alla quarta faccia rispetto ad una zona centrale del corpo lavorato a maglia lontana dalla terza faccia e/o la quarta faccia, in modo da controllare ulteriormente la forma dell’elemento gonfiabile in condizione gonfiata.
In pratica, secondo un aspetto preferito della presente divulgazione, il procedimento prevede di lavorare il secondo filo in modo da regolare la lunghezza dei fili di unione a seconda della regione dell’elemento gonfiabile.
Ancora più preferibilmente, il corpo lavorato a maglia è rivestito da una prima parete ed una seconda parete, o da un’unica copertura. La copertura o le pareti possono essere quelle descritte nelle forme di realizzazione nelle domande internazionali di brevetto WO 2010-067288 A1, WO20171323196A1, o nella domanda di brevetto europeo EP3167730A1.
Secondo un ulteriore aspetto della presente divulgazione, il primo filo o primo filamento ed il secondo filo o secondo filamento sono lavorati a maglia mediante una medesima macchina da maglieria, e pertanto anche il nodo è realizzato durante la lavorazione a maglia.
Ancor più preferibilmente la macchina da maglieria è una macchina da maglieria rettilinea.
La “lavorazione a maglia” e corpo lavorato a maglia della presente divulgazione sono da intendersi come quelli del brevetto europeo EP3291697B1 sopra citato. E’ da osservare che il corpo lavorato a maglia può essere realizzato anche da più fili vale a dire il suddetto primo filo ed un terzo filo e le unità di maglia possono essere realizzate da tali uno o più fili. I nodi possono essere quindi realizzati con uno qualsiasi dei fili che formano il corpo lavorato a maglia e i fili (il suddetto secondo filo) che formano i fili di unione.
Altri vantaggi, caratteristiche e modalità di impiego dell'oggetto della presente divulgazione risulteranno evidenti dalla seguente descrizione dettagliata di alcune sue forme di realizzazione preferite, date a scopo esemplificativo e non limitativo. È comunque evidente come ciascuna forma di realizzazione possa presentare uno o più dei vantaggi sopra elencati; in ogni caso non è comunque richiesto che ciascuna forma di realizzazione presenti simultaneamente tutti i vantaggi elencati. Verrà fatto riferimento alle figure dei disegni allegati, in cui:
− La figura 1 mostra una vista dall’alto di un dispositivo di protezione appoggiato su un piano e realizzato secondo la presente divulgazione;
− La figura 2 mostra una vista in sezione secondo la linea II-II di figura 1;
− La figura 3 mostra un particolare III di figura 2 in condizione lasca;
− La figura 4 mostra il particolare III di figura 3 in condizione di tensione;
− La figura 5 mostra una vista dall’alto di un corpo lavorato a maglia secondo la presente divulgazione;
− La figura 6 mostra una vista di una fase di realizzazione di un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione in cui un corpo lavorato a maglia viene associato ad una copertura.
− La figura 7 mostra un indumento includente un dispositivo di protezione secondo una forma di realizzazione della presente divulgazione.
Con riferimento alle figure allegate, con il numero di riferimento 1 viene indicato un dispositivo di protezione secondo la presente divulgazione in accordo ad una specifica ed esemplificativa forma di realizzazione.
In particolare, il dispositivo di protezione 1 comprende un elemento gonfiabile 2 atto ad assumere sostanzialmente una prima condizione di riposo o condizione sgonfiata, ed una seconda condizione attiva o condizione gonfiata. Le modalità di gonfiaggio dell’elemento gonfiabile 2 saranno descritte nel seguito della descrizione. In particolare, il dispositivo di protezione comprende opzionalmente mezzi di gonfiaggio, una centralina di controllo e uno o più sensori di impatto.
Il dispositivo di protezione 1 comprende un corpo lavorato a maglia 3 avente, nell’esempio una struttura chiusa vale a dire si tratta di un corpo conformato sostanzialmente a involucro, vale a dire una struttura tridimensionale almeno di forma tubolare, e preferibilmente prevalentemente chiusa su cinque lati o su tutti i lati e definente una zona o camera interna 4.
Nella forma di realizzazione illustrata il corpo lavorato a maglia 3 è un corpo sostanzialmente a sacchetto che presenta una sola apertura di 6 che consente un accesso alla zona interna 4.
Il corpo lavorato a maglia 3 include quindi, quando disteso su un piano e schiacciato in tale posizione distesa, due porzioni/facce o pareti contrapposte 3a, 3b ed almeno tre porzioni/facce laterali 3c, 3d, due sole delle quali si vedono in figura 2 che si estendono senza soluzione di continuità tra le due porzioni contrapposte 3a, 3b.
Nell’esempio illustrato nei disegni, l’elemento gonfiabile 2 presenta una forma con due ali laterali 8, 9 per la copertura delle spalle di un utilizzatore, una porzione centrale sagomata sostanzialmente a forma di “C” 10 ed una porzione spinale 11, destinata a tutelare la spina dorsale dell’utilizzatore. Il corpo lavorato a maglia 3 ha una sagoma che riprende e segue la sagoma dell’elemento gonfiabile 2 ed è realizzato in un corpo unico secondo detta sagoma a definire un’unica zona interna 4.
In figura 5 e in figura 6, il corpo lavorato a maglia 3 mostra, in modo schematico, una forma sostanzialmente rettangolare al fine di mostrare come esso viene rivestito e ricoperto mediante una copertura. E’ da intendersi, come detto, che il corpo lavorato a maglia 3 può avere o presentare una sagoma corrispondente a quella dell’elemento gonfiabile 2 da ottenere. Il corpo lavorato a maglia 3 è incluso tra due pareti di copertura 15, 16. Alternativamente il corpo lavorato a maglia 3 può essere privo di copertura, se in grado di tenere il fluido in condizione gonfiata, o se eventualmente i fili sono impregnati di un materiale impermeabilizzante.
Nella forma di realizzazione illustrata, la porzione spinale 11 può presentare detta apertura di accesso 6 per consentire di posizionare all’interno della zona interna 4 un generatore di gas in pressione 12. In pratica, il gas in pressione viene immesso a partire dalla porzione spinale 11.
Di fatto il corpo lavorato a maglia 3 e le pareti di copertura 15, 16 possono essere realizzati secondo le informazioni e la tecnica di lavorazione descritta nel brevetto europeo EP3291697B1 a nome della medesima titolare, e a cui si fa riferimento per le informazioni tecniche comuni con la presente divulgazione.
Il corpo lavorato a maglia 3 include una struttura di maglia chiusa su almeno quattro lati o facce e presenta una forma almeno parzialmente tubolare a definire una zona interna o camera interna 4. Come detto nella forma di realizzazione specifica, il corpo lavorato a maglia 3 ha cinque o sei facce. La struttura di maglia è formata tramite almeno un primo filo o primo filamento 30 e definisce una pluralità di unità di maglia 32.
Il corpo lavorato a maglia 3 comprende un secondo filo o secondo filamento 50 che si estende più volte nella zona interna o camera interna 4 tra detta prima faccia 3a e detta seconda faccia 3b del corpo lavorato a maglia 3 a formare una pluralità di porzioni di secondo filo 50 o cosiddetti fili di unione. Ancora più in particolare, il secondo il filo o il secondo filamento 50 si estende alternativamente e/o è disposto a zig zag e/o con andamento sinusoidale tra almeno un’unità di maglia 32 della prima faccia 3a e almeno un’unità di maglia 32 della seconda faccia 3b del corpo lavorato a maglia 3, a formare dette porzioni di secondo filo o fili di unione.
Le porzioni di secondo filo 50 o cosiddetti fili di unione hanno funzione di tiranti, e sono sottoposte a tensione quando l’elemento gonfiabile viene gonfiato.
Secondo un aspetto della presente divulgazione, il secondo filo o secondo filamento 50 è intrecciato con almeno una unità di maglia 32 della prima faccia 3a ed almeno una unità di maglia 32 della seconda faccia 3b a formare rispettivi nodi 35 in una corrispondente zona di collegamento o punto di aggancio.
In altre parole, il secondo filo o secondo filamento 32 serra mediante nodo 35 una o più unità di maglia 32 del corpo lavorato a maglia, o viceversa. Il nodo 35 è formato tra la maglia 32 e il filo 50 su ciascuna faccia, vale a dire alle estremità dei singoli fili di unione o tiranti.
Nella condizione gonfiata attiva dell’elemento gonfiabile 2, il nodo 35 è serrato, e impedisce il movimento relativo tra detto secondo filo o secondo filamento 50 e detta una o più unità di maglia 32 nella zona di collegamento o punto di aggancio oppure detto secondo filo o secondo filamento 50 forma un serraggio con una o più unità di maglia 32 nella zona di collegamento o punto di aggancio. Ancora più in particolare, nella condizione sgonfiata di riposo dell’elemento gonfiabile 2, il nodo 35 è lasco ed è atto a permettere un movimento relativo tra il secondo filo o secondo filamento 50 e l’unità di maglia 32;
Il nodo 35 può essere un nodo scorsoio, vale a dire è un nodo che ha la caratteristica di serrarsi in risposta della tensione del filo di unione. Il nodo stringe sempre di più il secondo filo alla una o più unità di maglia mano a mano che l’elemento gonfiabile si gonfia. Preferibilmente, il nodo è formato dalla medesima unità di maglia e dal medesimo secondo filo. Infatti l’unità di maglia è un occhiello che si stringe mano mano che il secondo filo va in tensione e blocca quest’ultimo.
Preferibilmente per dare stabilità il secondo filo o secondo filamento 50 forma detto nodo 35 con tre unità di maglia 32 nella rispettiva zona di collegamento o punto di aggancio, vale a dire ciascuna unità di maglia 32 delle tre unità di maglia è una asola o un occhiello della prima faccia 3a o della seconda faccia 3b corpo lavorato a maglia 3, e detto secondo filo o secondo filamento 50 è inserito in ciascuna di detta asola.
Ancora più in particolare, come visibile in figure 3 e 4, la prima faccia 3a per esempio del corpo lavorato a maglia 3 comprende una pluralità di righe di maglia 31a, 31b, ed in cui dette unità di maglia 32 sono realizzate lungo dette righe di maglia 31a, 31b. Ancora più in particolare delle dette tre unità di maglia 32 una prima unità di maglia 321 ed una terza unità di maglia 323 sono affiancate l’un l’altra e sono parte di una prima riga di maglia 31a e una seconda unità di maglia 322 è parte di una seconda riga di maglia 31b, a formare tre zone di collegamento o punti di aggancio del secondo filo o secondo filamento 50 alle rispettive unità di maglia 321, 322, 323.
Per favorire il serraggio, la seconda unità di maglia 322 è disposta in una zona o posizione intermedia lungo la rispettiva seconda riga di maglia 31b rispetto alla prima unità di maglia 321 e alla terza unità di maglia 323. In questo modo il secondo filo o secondo filamento 50 è inserito nella prima unità di maglia 321 e nella seconda unità di maglia 322 a formare un’asola o un occhiello che impegna detta prima unità di maglia 321 e terza unità di maglia 323. Il secondo filo o secondo filamento 50 è quindi inserito due volte, o con due porzioni, entro detta seconda unità di maglia 322. Le due porzioni sopra dette formano i fili di unione o tiranti sopra menzionati.
Ne consegue che in detta configurazione gonfiata attiva dell’elemento gonfiabile 2, tutte la prima unità di maglia 321, la seconda unità di maglia 322 e la terza unità di maglia 323 si chiudono, vale a dire le rispettive asole diventano più piccole e serrano stabilmente il secondo filo o secondo filamento 50, e di fatto creano il nodo 35.
Secondo un ulteriore aspetto della presente divulgazione, si utilizza una macchina da maglieria per lavorare il secondo filo o secondo filamento 50 insieme a detto primo filo o primo filamento 30 e in modo che anche il nodo sia realizzato al momento della lavorazione a maglia.
In tal caso, la macchina da maglieria è programmata opportunamente per condurre il secondo filo 50 in modo tale da creare il suddetto nodo con le unità di maglia 32.
Un procedimento per realizzare un dispositivo di protezione 1 per la protezione di un utilizzatore secondo la presente divulgazione comprende le fasi di
lavorare a maglia almeno un primo filo o primo filamento 30 per ottenere un corpo lavorato a maglia 3 avente struttura chiusa su almeno quattro facce o pareti, e presentante una forma almeno parzialmente tubolare, a formare una pluralità di unità di maglia 32,
lavorare a maglia insieme al primo filo 50 anche un secondo filo o secondo filamento 50 in modo che il secondo filo o secondo filamento 50 si estenda più volte nella zona interna o camera interna 4 tra due facce del corpo lavorato a maglia 3 a definire una pluralità di fili di unione 5 che attraversano la camera interna 4; ed in cui in cui detta fase di lavorare a maglia detto secondo filo o secondo filamento 50 si prevede di intrecciare detto secondo filo o secondo filamento 50 con almeno una unità di maglia 32 di una faccia ed almeno una unità di maglia 32 di un'altra faccia a formare un nodo 35 con dette unità di maglia 32 in una rispettiva zona di contatto o punto di aggancio.
E’ da intendersi che il secondo filo o secondo filamento 50 viene lavorato a maglia con il primo filamento mano a mano che il corpo lavorato a maglia viene realizzato. Pertanto i nodi 35 vengono realizzati mano a mano che il corpo lavorato a maglia è in fase di realizzazione, e non è ancora completato.
La lavorazione a maglia viene fatta in modo tale che preferibilmente il nodo 35 sia lasco quando avviene la lavorazione, vale a dire durante la costruzione del corpo lavorato a maglia con il secondo filo.
Il nodo è realizzato in modo da serrare i fili di unione in condizione gonfiata. Il nodo è di fatto realizzato dallo specifico intreccio tra il primo filo o primo filamento 30 e il secondo filo o secondo filamento 50, ed è tale per cui quando l’elemento gonfiabile 2 viene portato in condizione gonfiata, le maglie si stringono con il secondo filo 50, e quest’ultimo viene posto in tensione in modo tale creare un serraggio contemporaneo. Le asole delle maglie si stringono e il filo 50 va in tensione.
Per eseguire tale lavorazione si può utilizzare una macchina da maglieria rettilinea come descritto nel brevetto europeo EP3291697B1.
Una macchina da maglieria di tipo noto è una macchina per guanti come quella dal codice SWG0991N di , oppure la macchina da maglieria rettilinea SIR 122 SV F14.
La macchina può essere programmata creare dei punti di aggancio a nodo tra il primo filo 30 e il secondo filo 50. E’ da intendersi che un tecnico del ramo esperto dell’utilizzo nelle macchine da maglieria rettilinee può essere in grado di programmare la macchina nel modo più ottimale per ottenere il risultato desiderato. In particolare, la macchina da maglieria rettilinea può essere anche programmata per variare l’apertura di maglia, in modo tale da controllare la fase di serraggio delle maglie mano a mano che le porzioni di secondo filo 50 vanno in tensione.
Come per il brevetto precedente, il corpo lavorato a maglia può essere inoltre rivestito e ricoperto da una copertura.
La copertura può includere due pareti 15, 16 o fogli realizzate in un foglio di materiale morbido e a tenuta di gas, ad esempio di poliammide o poliuretano, le quali sono contrapposte l’una rispetto all’altra, e fissate perimetralmente lungo rispettivi bordi perimetrali 20, 21.
Le pareti 15, 16 possono essere come quelle descritte nella domanda internazionale di brevetto sopra menzionata e possono sono realizzate in un laminato, il quale è normalmente utilizzato come fodera per abbigliamento e comprendente uno strato di tessuto, nell'esempio in nylon 100% che rappresenta circa il 65% in peso del laminato ed uno strato di colla, nell'esempio un film di colla che rappresenta circa il 35% in peso del laminato, per esempio colla poliuretanica, distribuita sullo strato di tessuto, mediante spalmatura a rullo.
Il corpo lavorato a maglia 3 è fissato stabilmente alla superficie della rispettiva parete 15, 16, mediante un film di colla non visibile nelle figure. Nel caso di utilizzo del suddetto laminato, il film di colla è disposto a contatto con lo strato di colla del laminato.
Il dispositivo di protezione appena descritto è realizzato nel modo seguente in accordo ad una forma di realizzazione.
Si predispone il corpo lavorato a maglia 3 in condizione distesa, in modo che le due porzioni 3a, 3b contrapposte siano collassate una sopra l’altra. Il corpo lavorato a maglia 3 viene in tale configurazione disposto tra due pareti 15, 16 e fissato aderente ad una rispettiva parete 15, 16, per esempio mediante colla.
Successivamente, rispettivi bordi perimetrali 20, 21 contrapposti delle pareti 15 e 16 vengono sovrapposti l’uno con l’altro lungo il perimetro.
Dalla suddetta descrizione emerge che le due pareti 15 e 16 sono in buona sostanza due elementi o fogli dell’elemento gonfiabile 2 contrapposti e fissati lungo i rispettivi bordi perimetrali 20 e 21. Nulla vieta in ogni caso che le due pareti 15 e 16 siano porzioni opposte di un unico foglio piegato a libro, ed aventi pertanto bordi periferici estesi lungo una porzione del perimetro e chiusi mediante nastro sigillante. Grazie alla presenza dei nodi, si è osservato che tanto il corpo lavorato a maglia quanto le pareti 15 e 16 non subiscono lacerazioni o tagli.
Per realizzare il gonfiaggio dell’elemento gonfiabile 2, in caso di caduta e/o scivolata e/o impatto imprevisto da parte di un utilizzatore o di un veicolo su cui esso procede, il dispositivo di protezione 1 secondo la presente invenzione è atto a cooperare con appositi mezzi di attivazione collegati operativamente a mezzi di gonfiaggio, dei quali è illustrata in figure solo a titolo illustrativo una bomboletta 12 di gas freddo compresso, collegata mediante un condotto o cannula ad una valvola di intercettazione, fissata all’elemento gonfiabile 2, la quale consente l'introduzione di un fluido di gonfiaggio nell'elemento gonfiabile 2.
La bomboletta 12 può essere anche, come sopra indicato, inclusa all'interno dell'elemento gonfiabile 2.
Alternativamente, tali mezzi di gonfiaggio possono comprendere generatori di gas di tipo pirotecnico o di tipo ibrido o di altre tipologie note allo stato della tecnica.
Detti mezzi di gonfiaggio sono comandati da una centralina di controllo sulla base della rilevazione dello stato del sistema veicolo/pilota; ad esempio detta centralina di controllo può implementare un sistema di predizione della caduta che consenta un'identificazione tempestiva dell'evento caduta ed un'affidabile predizione di questa per mezzo di sensori accelerometrici solidali al veicolo o al pilota ed un'unità di elaborazione dei segnali prodotti dai sensori stessi.
In alternativa, il dispositivo secondo la presente divulgazione trova anche applicazione utilizzando un cavo di attivazione connesso ad un veicolo guidato da un utilizzatore, il quale cavo comanda il gonfiaggio dell’elemento gonfiabile 2 a seguito dell’allontanamento dell’utilizzatore dal veicolo, ad esempio, a seguito di una caduta o di un impatto imprevisto.
In ogni caso i suddetti mezzi di attivazione e gonfiaggio possono essere integrati nel dispositivo di protezione 1 secondo la presente invenzione oppure collocati esternamente allo stesso.
Si noti anche che le modalità di attivazione, pur essendo un aspetto di particolare rilevanza per un efficace funzionamento del dispositivo, non saranno ulteriormente descritte con maggiore dettaglio essendo metodi essenzialmente già noti ad un tecnico del settore della protezione di un individuo da impatti imprevisti.
Il corpo lavorato a maglia 3 può includere anche fili elettrici che possono essere lavorati a maglia insieme al corpo lavorato a maglia per il collegamento di sensori interni/esterni e/o di elettronica di gestione o di valvole o di altri dispositivi elettrici. Si osserva inoltre che il dispositivo di protezione può essere incluso in un indumento 100 (figura 7), o può essere parte integrante di un indumento. Infatti, nulla vieta, grazie alle potenzialità di programmazione di una macchina da maglieria rettilinea, di realizzare in un’unica fase di produzione un corpo lavorato a maglia insieme ad un capo di abbigliamento, vale a dire che il corpo lavorato a maglia sia integrato in corpo unico con il capo di abbigliamento, o addirittura che coincida con il capo di abbigliamento. Infatti per esempio il corpo lavorato a maglia può avere una forma a gilet o giacca e, per esempio, lavorato con una densità di maglia tale da consentire una adeguata tenuta di fluido del gas di gonfiaggio.
Per rendere impermeabile o quanto meno a tenuta temporanea di fluido il corpo lavorato a maglia, può essere prevista la realizzazione di una copertura localizzata del corpo lavorato a maglia, o la realizzazione di una maglia più fitta in corrispondenza del corpo lavorato a maglia.
Due strati di copertura possono essere previsti da lati opposti del corpo lavorato a maglia, e tali strati di copertura possono essere uniti attraverso opportune aperture previste intorno al corpo lavorato a maglia.
E’ anche possibile prevedere per particolari applicazioni che il dispositivo di protezione sia sempre in uno stato gonfiato, e non necessiti di una vera e propria attivazione.
L'oggetto della presente divulgazione è stato fin qui descritto con riferimento a forme preferite di realizzazione. È da intendersi che possono esistere altre forme di realizzazione che afferiscono al medesimo nucleo inventivo, tutte rientranti nell’ambito di protezione delle rivendicazioni qui di seguito annesse.

Claims (19)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo di protezione (1) per la protezione di un utilizzatore, detto dispositivo di protezione comprendendo un elemento gonfiabile (2), atto ad assumere almeno una condizione gonfiata attiva, ed in cui detto elemento gonfiabile (2) include un corpo lavorato a maglia (3) realizzato con almeno un primo filo o primo filamento (30) a formare una pluralità di unità di maglia (32), il corpo lavorato a maglia (3) definendo una zona interna o camera interna (4), ed in cui il corpo lavorato a maglia (3) comprende un secondo filo o secondo filamento (50) che si estende più volte nella zona interna o camera interna (4) tra una prima faccia (3a) ed una seconda faccia (3b) del corpo lavorato a maglia (3) a formare una pluralità di fili di unione (5), o di porzioni di secondo filo o secondo filamento, in cui detto secondo filo o secondo filamento (50) è intrecciato a formare un nodo (35) con almeno una unità di maglia (32) della prima faccia (3a) in una corrispondente zona di collegamento o punto di aggancio ed in cui in detta condizione gonfiata attiva dell’elemento gonfiabile (2), ciascun nodo (35) è serrato, e impedisce il movimento relativo tra detto secondo filo o secondo filamento (50) e detta una o più unità di maglia (32) nella zona di collegamento o punto di aggancio, oppure mediante detto nodo (35), detto secondo filo o secondo filamento (50) forma un serraggio con una o più unità di maglia (32) nella zona di collegamento o punto di aggancio.
  2. 2. Dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 1, in cui l’elemento gonfiabile è atto ad assumere anche una condizione sgonfiata di riposo in detta condizione sgonfiata di riposo dell’elemento gonfiabile (2), ciascun nodo (35) è lasco ed è atto a permettere un movimento relativo tra detto secondo filo o secondo filamento (50) e detta unità di maglia (32);
  3. 3. Dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detto nodo (35) è un nodo scorsoio formato da una o più unità di maglia ed il secondo filo (50) nella zona di aggancio, detto nodo scorsoio essendo atto a stringere in risposta ad una tensione di detto secondo filo (50).
  4. 4. Dispositivo di protezione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui ciascuna unità di maglia (32) è una asola o un occhiello della prima faccia (3a) o della seconda faccia (3b) corpo lavorato a maglia (3), e detto secondo filo o secondo filamento (50) è inserito in ciascuna di detta asola, e detta asola è più piccola o stretta in detta condizione di serraggio corrispondente alla condizione gonfiata dell’elemento gonfiabile (2).
  5. 5. Dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 4, in cui il secondo filo o secondo filamento (50) forma detto nodo (35) con tre unità di maglia (32) nella rispettiva zona di collegamento o punto di aggancio.
  6. 6. Dispositivo di protezione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta prima faccia (3a) e detta seconda faccia (3b) del corpo lavorato a maglia (3) comprendono ciascuna una pluralità di righe di maglia (31a, 31b), ed in cui dette unità di maglia (32) sono realizzate lungo dette righe di maglia (31a, 31b).
  7. 7. Dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 4 e 6, in cui di dette tre unità di maglia (32) una prima unità di maglia (321) ed una terza unità di maglia (323) sono affiancate l’un l’altra e sono parte di una prima riga di maglia (31a) e una seconda unità di maglia (322) è parte di una seconda riga di maglia (31b), a formare tre zone di collegamento o punti di aggancio del secondo filo o secondo filamento (50) alle rispettive unità di maglia (321, 322, 323).
  8. 8. Dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 7, in cui detta seconda unità di maglia (322) è disposta in una zona o posizione intermedia lungo la rispettiva seconda riga di maglia (31b) rispetto alla prima unità di maglia (321) e alla terza unità di maglia (323).
  9. 9. Dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 7 o 8, in cui il secondo filo o secondo filamento (50) è inserito in detta prima unità di maglia (321) e detta seconda unità di maglia (322) a formare un’asola o un occhiello che impegna detta prima unità di maglia (321) e terza unità di maglia (323), ed in cui il secondo filo o secondo filamento (50) è inserito due volte entro detta seconda unità di maglia (322).
  10. 10. Dispositivo di protezione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui detta prima faccia (3a) e detta seconda faccia (3b) del corpo lavorato a maglia (3) sono contrapposte, ed in cui il corpo lavorato a maglia (3) comprende almeno una terza faccia (3c), collegata in continuo a maglia con la prima faccia (3a) e con la seconda faccia (3b), ed almeno una quarta faccia (3d), collegata in continuo a maglia con la prima faccia (3a) e la seconda faccia (3b), in cui la quarta faccia (3d) è contrapposta alla terza faccia (3c).
  11. 11. Dispositivo di protezione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui il corpo lavorato a maglia (3) è rivestito da una prima parete (15) ed una seconda parete (16), o in cui il corpo lavorato a maglia (3) include una copertura.
  12. 12. Indumento includente, o integralmente incorporante, un dispositivo di protezione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, o indumento coincidente con un dispositivo di protezione (1) secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti.
  13. 13. Procedimento per realizzare un dispositivo di protezione (1) per la protezione di un utilizzatore, comprendente le fasi di lavorare a maglia almeno un primo filo o primo filamento (30) per ottenere un corpo lavorato a maglia (3) presentante una zona interna o camera interna (4); ed in cui detta fase di lavorare a maglia detto primo filo o primo filamento (30) prevede di realizzare con detto primo filo o primo filamento (30) una pluralità di unità di maglia (32) su almeno una prima faccia (3a) ed una seconda faccia (3b) del corpo lavorato a maglia (3), durante la lavorazione a maglia del primo filo (30), lavorare a maglia almeno un secondo filo o secondo filamento (50) in modo che il secondo filo o secondo filamento (50) si estenda più volte nella zona interna o camera interna (4) tra detta prima faccia (3a) e detta seconda faccia (3b) del corpo lavorato a maglia (3) in lavorazione a definire una pluralità di fili di unione (5) che attraversano la camera interna (4); ed in cui in cui detta fase di lavorare a maglia detto secondo filo o secondo filamento (50) prevede di intrecciare detto secondo filo o secondo filamento (50) con almeno una unità di maglia (32) della prima faccia (3a) ed almeno una unità di maglia (32) della seconda faccia (3b) e formare un nodo (35) tra detto secondo filo (50) e una o più di dette unità di maglia (32) in una rispettiva zona di contatto o punto di aggancio.
  14. 14. Procedimento secondo la rivendicazione 13, in cui il nodo è ottenuto mediante serraggio della una o più di dette unità di maglia (32) e il secondo filo (50) o viceversa in una rispettiva zona di contatto o punto di aggancio.
  15. 15. Procedimento secondo la rivendicazione 13 o 14, in cui il procedimento prevede di lavorare a maglia detto primo filo o primo filamento (30) per realizzare una pluralità di righe di maglia (31a, 31b) e di realizzare una prima asola o occhiello a formare una prima unità di maglia (321) e realizzare una seconda asola o occhiello a formare una terza unità di maglia (323) affiancate tra di loro in corrispondenza di una prima riga di maglia (31a) e di realizzare una seconda asola o occhiello a formare una seconda unità di maglia (322) in corrispondenza di una seconda riga di maglia (31b) in una zona o posizione intermedia rispetto a dette prima unità di maglia (321) e detta terza unità di maglia (323).
  16. 16. Procedimento per realizzare un dispositivo di protezione (1) secondo la rivendicazione 15, in cui il procedimento prevede di lavorare a maglia detto secondo filo o secondo filamento (50) con la seguente sequenza: infilare detto secondo filo o secondo filamento (50) entro detta seconda unità di maglia (322), detta prima unità di maglia (321) e detta terza unità di maglia (323) e ancora entro seconda unità di maglia (322).
  17. 17. Procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 13 a 16, in cui il primo filo o primo filamento (30) ed il secondo filo o secondo filamento (50) sono lavorati a maglia mediante una medesima macchina da maglieria, preferibilmente una macchina da maglieria rettilinea, e il nodo è formato tramite la lavorazione a maglia.
  18. 18. Utilizzo di una macchina da maglieria rettilinea per la realizzazione di un dispositivo di protezione airbag (1) avente una camera interna (4), in cui detta macchina da maglieria rettilinea è configurata per lavorare un primo filo o primo filamento (30) per realizzare un corpo a maglia (3) comprendente una pluralità di unità di maglia (32) definente una camera interna (4) ed un secondo filo o secondo filamento (50) per realizzare fili di unione (5) disposti nella camera interna, in cui mediante la macchina da maglieria si crea un nodo o annodatura tra una o più unità di maglia e il secondo filo in una zona di reciproco collegamento o di aggancio.
  19. 19. Utilizzo di una macchina da maglieria rettilinea secondo la rivendicazione 18, in cui il dispositivo di protezione (1) è il dispositivo di protezione secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti da 1 a 11, o un dispositivo ottenuto mediante il procedimento secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 13 a 17.
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