IT201800010719A1 - Scarpa da arrampicata - Google Patents
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Description
DESCRIZIONE
del brevetto per invenzione industriale dal titolo:
“SCARPA DA ARRAMPICATA”
La presente invenzione è relativa ad una scarpa da arrampicata.
Come è noto, le scarpe da arrampicata attualmente più diffuse comprendono: una tomaia in pelle e/o tessuto che è sagomata sostanzialmente a forma di calzino in modo tale da accogliere e coprire il piede dell’utilizzatore, pianta del piede compresa; una fascia di tensionamento anteriore, che è realizzata in materiale elastomerico ad elevata elasticità, è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata sulla punta della tomaia tramite incollaggio in modo tale da cingere la porzione tarso-falangea del piede dell’utilizzatore; una fascia di tensionamento posteriore, che è realizzata in materiale elastomerico ad elevata elasticità, è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata tramite incollaggio sulla parte posteriore della tomaia in modo tale da coprire la zona soprastante il calcagno del piede dell’ utilizzatore, e poi estendersi lungo i due fianchi laterali della tomaia, fino a raggiungere ed unirsi alla fascia di tensionamento anteriore; ed una suola inferiore, che è realizzata in materiale polimerico morbido e flessibile con elevato coefficiente di attrito e sostanzialmente inestensibile, ed è fissata tramite incollaggio sul fondo della tomaia sovrapponendosi parzialmente alle fasce di tensionamento anteriore e posteriore, in modo tale da coprire l’intera pianta del piede dell’utilizzatore.
Nel brevetto EP2274994 è inoltre descritta una scarpa da arrampicata provvista di una fascia di tensionamento addizionale, sempre realizzata in materiale elastomerico ad elevata elasticità, che è sagomata sostanzialmente a forma di V ed è fissata tramite incollaggio sulla parte inferiore della tomaia, al disotto della suola, in modo tale da coprire il fondo della tomaia nella zona metatarso-falangea della pianta del piede, e poi prolungarsi lungo i due fianchi laterali della tomaia, fino a raggiungere ed unirsi alla fascia di tensionamento posteriore.
Purtroppo, pur funzionando egregiamente, la scarpa da arrampicata sopra descritta ha una limitata capacità di adattamento alla morfologia del piede dell’utilizzatore, ed una eccessiva rigidità con i limiti operativi che ne conseguono.
La scarpa da arrampicata sopra descritta, infatti, è poco adatta a scalare pareti di roccia con grado IV o superiore.
Scopo della presente invenzione è quello di realizzare una scarpa da arrampicata che sia più leggera di quelle attualmente in uso, e sia inoltre in grado di fasciare il piede dello scalatore adattandosi maggiormente alla morfologia del piede dell’utilizzatore, così da incrementare la capacità contenitiva della calzatura.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzata una scarpa da arrampicata come definita nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 è una vista prospettica e schematica di una scarpa da arrampicata realizzata secondo i dettami della presente invenzione;
- la figura 2 è una vista della parte anterosuperiore della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1;
- la figura 3 è una vista della parte posteriore della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1;
- la figura 4 è una vista prospettica e parzialmente sezionata della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1, con parti asportate per chiarezza;
- la figura 5 è una vista della parte posteriore di una prima variante realizzativa della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1; mentre
- la figura 6 è una vista prospettica e parzialmente sezionata di una seconda variante realizzativa della scarpa da arrampicata illustrata in figura 1.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, con il numero 1 è indicata nel suo complesso una scarpa da arrampicata che trova utilizzo particolarmente vantaggioso nella scalata di pareti di roccia con grado IV o superiore.
La scarpa da arrampicata 1 in primo luogo comprende: una tomaia 2 preferibilmente realizzata in pelle e/o tessuto, che è sagomata a forma sostanzialmente di calzino in modo tale da accogliere ed avvolgere completamente il piede dell’ utilizzatore, pianta del piede compresa; ed una suola anteriore 3 che è realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile con un elevato coefficiente di attrito e preferibilmente anche sostanzialmente inestensibile, ed è fissata saldamente sul fondo 4 della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da coprire la parte anteriore del fondo 4 della tomaia 2.
Più in dettaglio, il fondo 4 della tomaia 2, ossia la parte/settore della tomaia 2 che copre la pianta del piede dell’utilizzatore, è suddiviso longitudinalmente in una porzione anteriore o tarso-falangea 4a che si trova immediatamente al disotto della regione tarso-falangea della pianta del piede dell’utilizzatore; in una porzione centrale o arcoplantarea 4b che si trova immediatamente al disotto della regione dell’arco plantare; ed in una porzione posteriore o astragalo-calcagnea 4c che si trova immediatamente al disotto della regione astragalo-calcagnea della pianta del piede dell’utilizzatore.
La suola anteriore 3 è preferibilmente sagomata/dimensionata in modo tale da coprire sostanzialmente la sola porzione anteriore o tarso-falangea 4a del fondo 4 della tomaia 2.
Preferibilmente la suola anteriore 3 è inoltre realizzata in un materiale polimerico avente una durezza (UNI 4916) preferibilmente inferiore a 80 ShoreA ed opzionalmente compresa tra 50 e 75 ShoreA.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato la suola anteriore 3 è preferibilmente realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile, come ad esempio la mescola XS Edge o la mescola GRIP 2 prodotte dalla società italiana VIBRAM S.P.A..
In aggiunta la scarpa da arrampicata 1 comprende anche una pluralità di fasce di tensionamento, che sono realizzate in materiale elastomerico ad elevata elasticità, sono preferibilmente pretensionate, e sono infine fissate saldamente sulla tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da abbracciare e stringere la tomaia 2 sul piede dell’ utilizzatore.
Più in dettaglio, ciascuna fascia di tensionamento ha una struttura monolitica, ed è preferibilmente realizzata in un materiale elastomerico con modulo di elasticità (modulo di Young) sensibilmente inferiore a quello del materiale polimerico che forma la suola anteriore 3.
In altre parole, le fasce di tensionamento sono preferibilmente realizzate con materiali elastomerici aventi un modulo di elasticità 2-10 volte inferiore a quello del materiale polimerico che forma la suola 3, e preferibilmente anche una durezza (UNI 4916) superiore a quella del materiale polimerico che forma la suola 3.
Preferibilmente la o le fasce di tensionamento sono inoltre pretensionate in modo tale da stringere la tomaia 2 sul piede dell’utilizzatore al limite del dolore fisico.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, in particolare, la scarpa da arrampicata 1 è preferibilmente dotata di una fascia di tensionamento anteriore 5 e di una fascia di tensionamento posteriore 6, entrambe con struttura monolitica e preferibilmente pretensionate.
La fascia di tensionamento anteriore 5 è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata saldamente sulla punta 7 della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da circondare/abbracciare la parte anteriore del fondo 4 della tomaia 2, unendosi saldamente alla suola anteriore 3 preferibilmente tramite incollaggio.
Più in dettaglio, la fascia di tensionamento anteriore 5 è fissata saldamente sulla punta 7 della tomaia 2 in modo tale da ricoprire la zona della tomaia 2 che circonda/ fiancheggia la porzione tarso-falangea 4a del fondo 4, preferibilmente prolungandosi anche sul fondo 4 della tomaia 2, al disotto della suola 3.
In altre parole, il bordo inferiore della fascia di tensionamento anteriore 5 si estende sul fondo 4 della tomaia 2 in modo tale da essere almeno parzialmente sormontato dalla suola 3, ed è fissato saldamente alla suola 3 preferibilmente tramite incollaggio.
Preferibilmente la fascia di tensionamento anteriore 5 inoltre si estende lungo i due fianchi laterali interno ed esterno della tomaia 2, verso la porzione tallonare 8 della tomaia 2 (ossia verso la porzione della tomaia 2 che copre e proteggere il calcagno del piede dell’utilizzatore), in modo tale che le due estremità 5a della fascia 5 raggiungano ed opzionalmente anche superino la linea di confine tra la porzione tarso-falangea 4a e la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4, preferibilmente rimanendo spaziate una dall’ altra.
Con particolare riferimento alla figura 2, in aggiunta la parte centrale della fascia di tensionamento anteriore 5 è preferibilmente anche sagomata in modo tale da estendersi sulla parte superiore della tomaia 2 verso il collo del piede dell’utilizzatore, preferibilmente sostanzialmente fino a raggiungere ed opzionalmente cingere/abbracciare l’estremità anteriore dell’apertura superiore di calzata 9 della tomaia 2, in modo tale da coprire sostanzialmente senza soluzione di continuità la parte anterosuperiore 10 della tomaia 2.
La parte anteriore del piede dell’utilizzatore è quindi protetta inferiormente dalla suola 3 e superiormente dalla parte centrale della fascia di tensionamento anteriore 5.
Preferibilmente la fascia di tensionamento anteriore 5 è infine realizzata in un materiale elastomerico che ha una durezza (UNI 4916) maggiore od uguale a 80 ShoreA.
Con riferimento alle figure 1, 2, 3 e 4, la scarpa da arrampicata 1 in aggiunta comprende anche una piccola toppa posteriore 11 in materiale morbido e flessibile, che è disposta a cavallo della parte posteriore della tomaia 2, nella zona immediatamente adiacente e soprastante la porzione tallonare 8 della tomaia 2; e la fascia di tensionamento posteriore 6 è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata saldamente sulla tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale che il gomito/ansa centrale della fascia copra la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4, preferibilmente sovrapponendosi anche localmente al bordo inferiore della fascia di tensionamento anteriore 5, mentre i due rami della fascia di tensionamento posteriore 6 si estendono obliquamente lungo i due fianchi laterali interno ed esterno della tomaia 2, fino a raggiungere ed unirsi saldamente alla toppa posteriore 11.
Più in dettaglio, le due estremità 6a della fascia di tensionamento posteriore 6 sono preferibilmente sormontate dalla toppa posteriore 11, e sono fissate saldamente alla toppa posteriore 11 preferibilmente tramite incollaggio.
Nei punti di sovrapposizione, inoltre, la fascia di tensionamento posteriore 6 sormonta ed è fissata saldamente alla fascia di tensionamento anteriore 5 preferibilmente tramite incollaggio.
In aggiunta, il gomito centrale della fascia di tensionamento posteriore 6 è preferibilmente dimensionato in modo tale da prolungarsi anche all’interno della porzione tarsofalangea 4a del fondo 4 della tomaia 2, al disotto della suola anteriore 3.
La toppa posteriore 11, invece, è preferibilmente realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile ed opzionalmente anche sostanzialmente inestensibile, ed è preferibilmente fissata saldamente sulla parte posteriore della tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio.
In aggiunta la toppa posteriore 11 è preferibilmente posizionata a cavallo del piano di mezzeria M della calzatura, immediatamente al disopra della porzione tallonare 8 della tomaia 2, in modo tale da estendersi sostanzialmente a cavallo del punto dove il tendine di Achille si attacca al calcagno del piede dell’utilizzatore.
Preferibilmente il materiale polimerico che forma la toppa posteriore 11 ha inoltre una durezza inferiore al materiale elastomerico che forma la fascia di tensionamento posteriore 6.
Nell’esempio illustrato, in particolare, analogamente alla fascia di tensionamento anteriore 5, la fascia di tensionamento posteriore 6 è preferibilmente realizzata in un materiale elastomerico che ha una durezza (UNI 4916) maggiore od uguale a 80 ShoreA.
La toppa posteriore 11, invece, è preferibilmente realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile avente una durezza (UNI 4916) preferibilmente inferiore a 80 ShoreA, ed opzionalmente compresa tra 50 e 75 ShoreA.
Con riferimento alle figure 1, 3 e 4, preferibilmente la scarpa da arrampicata 1 in aggiunta comprende anche una falda protettiva posteriore 12, che è realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile ed opzionalmente anche sostanzialmente inestensibile, ed è fissata saldamente sulla tomaia 2 preferibilmente tramite incollaggio, in modo tale da coprire la parte posteriore del fondo 4 della tomaia 2, rimanendo distanziata dalla suola anteriore 3.
In aggiunta, la falda protettiva posteriore 12 è preferibilmente anche sagomata in modo tale da risalire lungo la parte posteriore della tomaia 2, verso la toppa posteriore 11, rimanendo sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria M della calzatura, in modo tale da coprire anche la porzione tallonare 8 della tomaia 2.
In altre parole, la falda protettiva posteriore 12 ha preferibilmente una forma oblunga ed è fissata saldamente sulla tomaia 2 in modo tale da coprire la parte posteriore del fondo 4 e la porzione tallonare 8.
Preferibilmente il materiale polimerico che forma la falda protettiva posteriore 12 ha inoltre una durezza inferiore al materiale elastomerico che forma la fascia di tensionamento posteriore 6, ed opzionalmente anche una durezza superiore al materiale polimerico che forma la suola anteriore 3.
Più in dettaglio, la falda protettiva posteriore 12 è preferibilmente dimensionata in modo tale da coprire la porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4 della tomaia 2, opzionalmente prolungandosi anche sulla porzione arcoplantarea 4b del fondo 4 preferibilmente rimanendo al disotto della fascia di tensionamento posteriore 6.
Preferibilmente la falda protettiva 12 è inoltre piegata sostanzialmente ad L ed è sagomata/dimensionata in modo tale da coprire anche la porzione tallonare 8 della tomaia 2, rimanendo distanziata dalla toppa posteriore 11.
In altre parole, la falda protettiva posteriore 12 ha preferibilmente una forma oblunga, ed è preferibilmente piegata sostanzialmente ad L in modo tale da coprire la porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4 e la porzione tallonare 8 della tomaia 2, rimanendo sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria M della calzatura.
Nell’esempio illustrato, in particolare, la falda protettiva posteriore 12 è preferibilmente realizzata in un materiale polimerico avente una durezza (UNI 4916) preferibilmente inferiore a 75 ShoreA ed opzionalmente compresa tra 50 e 65 ShoreA.
Con riferimento alle figure 1, 3 e 4, preferibilmente la scarpa da arrampicata 1 è infine dotata di un inserto semirigido anteriore 13 e/o di un inserto semirigido posteriore 14, entrambi preferibilmente realizzati in materiale polimerico semirigido.
L’inserto semirigido anteriore 13 ha una struttura piastriforme che preferibilmente approssima per difetto la forma della suola anteriore 3, ed è fissato saldamente sul fondo 4 della tomaia 2, o meglio sulla porzione tarsofalangea 4a del fondo 4 della tomaia 2, al disotto della suola anteriore 3 e preferibilmente anche al disotto della fascia di tensionamento anteriore 5 e/o posteriore 6, in modo tale da irrigidire la parte anteriore della scarpa da arrampicata 1.
Più in dettaglio, l’inserto semirigido anteriore 13 è preferibilmente realizzato in nylon o in poliuretano termoplastico (TPU), ed è preferibilmente fissato saldamente alla suola anteriore 3 ed al fondo 4 della tomaia 2 tramite incollaggio.
L’inserto semirigido posteriore 14, invece, ha una struttura nastriforme, è piegato sostanzialmente ad L, ed è fissato saldamente sulla parte posteriore del fondo 4, o meglio sulla porzione astragalo-calcagnea 4c del fondo 4, e sulla porzione tallonare 8 della tomaia 2, al disotto della falda protettiva posteriore 12 e sostanzialmente a cavallo del piano di mezzeria M, in modo tale da irrigidire la parte posteriore della scarpa da arrampicata 1.
Analogamente all’inserto semirigido anteriore 13, anche l’inserto semirigido posteriore 14 è preferibilmente realizzato in nylon o in poliuretano termoplastico (TPU), ed è preferibilmente fissato saldamente alla tomaia 2 ed alla falda protettiva posteriore 12 tramite incollaggio.
Il funzionamento della scarpa da arrampicata 1 è facilmente desumibile da quanto sopra scritto, e non necessita di ulteriori spiegazioni.
I vantaggi associati alla particolare forma e disposizione della fascia di tensionamento posteriore 6 sono notevoli.
In primo luogo, la fascia di tensionamento posteriore 6 così realizzata consente di distribuire la forza elastica su di una superficie più ampia, che in aggiunta esclude la parte del piede dove il tendine di Achille si attacca al calcagno, migliorando sensibilmente il confort di calzata.
In aggiunta, la particolare forma della fascia di tensionamento posteriore 6 consente di pretensionare in modo differenziato il lato interno ed il lato esterno della calzatura, permettendo alla scarpa da arrampicata 1 di adattarsi maggiormente alla morfologia del piede dell’utilizzatore.
Da ultimo la scarpa da arrampicata 1 è sensibilmente più leggera delle scarpe da arrampicata attualmente in commercio, con tutti i vantaggi che ne conseguono.
Risulta infine chiaro che alla scarpa da arrampicata 1 possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, l’inserto semirigido anteriore 13 e/o posteriore 14 potrebbe/potrebbero essere realizzato/i in un materiale polimerico caricato con nanoparticelle di carbonio. Preferibilmente le nanoparticelle di carbonio inoltre sono delle particelle di grafene e/o nanotubi di carbonio.
In aggiunta, con riferimento alla figura 5, in una diversa forma di realizzazione la toppa posteriore 11 può essere realizzata in pezzo unico con la falda protettiva 12.
In altre parole, la toppa posteriore 11 può essere un prolungamento della falda protettiva posteriore 12.
Infine, con riferimento alla figura 6, in una forma di realizzazione più sofisticata le due estremità 5a della fascia di tensionamento anteriore 5 si estendono/prolungano sul fondo 4 della tomaia 2 una verso l’altra, in modo tale da congiungersi/unirsi saldamente tra loro preferibilmente in corrispondenza della porzione arco-plantarea 4b del fondo 4, ovviamente al disotto della fascia di tensionamento posteriore 6.
La fascia di tensionamento anteriore 5 è quindi atta a formare un anello elastico preferibilmente pretensionato, che circonda e stringe la porzione tarso-falangea 4a del fondo 4 della tomaia 2.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato, le due estremità 5a della fascia di tensionamento anteriore 5 sono preferibilmente sovrapposte ed incollate una sull’altra.
Preferibilmente le due estremità 5a della fascia di tensionamento anteriore 5, in aggiunta, si raccordano una all’altra a ridosso del confine tra la porzione tarsofalangea 4a e la porzione arco-plantarea 4b del fondo 4.
Claims (15)
- R I V E N D I C A Z I O N I 1. Scarpa da arrampicata (1) comprendente: una tomaia (2) che è sagomata in modo tale da accogliere e coprire sostanzialmente l’intero piede dell’utilizzatore; una suola (3) in materiale polimerico, che è fissata sul fondo (4) della tomaia (2) in modo tale da coprire la parte anteriore del fondo (4) di detta tomaia (2); ed una fascia di tensionamento anteriore (5) in materiale elastomerico, che è piegata sostanzialmente ad U ed è fissata sulla punta (7) della tomaia (2) in modo tale da abbracciare/cingere la parte anteriore del fondo (4) della tomaia (2), unendosi alla suola anteriore (3); la scarpa da arrampicata (1) essendo caratterizzata dal fatto di comprendere anche: una toppa posteriore (11) in materiale morbido e flessibile, che è disposta a cavallo della parte posteriore della tomaia (2), nella zona soprastante la porzione tallonare (8) della tomaia (2); ed una fascia di tensionamento posteriore (6) che è piegata sostanzialmente ad U, ed è fissata saldamente sulla tomaia (2) in modo tale che il gomito/ansa centrale della fascia di tensionamento posteriore (6) copra la porzione arco-plantarea (4b) del fondo (4), e che i due rami della fascia di tensionamento posteriore (6) si estendano obliquamente lungo i due fianchi laterali della tomaia (2) fino a raggiungere ed unirsi saldamente a detta toppa posteriore (11).
- 2. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 1, in cui la toppa posteriore (11) è realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile.
- 3. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui la toppa posteriore (11) è fissata saldamente sulla tomaia (2) tramite incollaggio.
- 4. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 1, 2 o 3, in cui il materiale polimerico che forma la toppa posteriore (11) ha una durezza inferiore al materiale elastomerico che forma la fascia di tensionamento posteriore (6).
- 5. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la fascia di tensionamento posteriore (6) sormonta ed è fissata saldamente alla fascia di tensionamento anteriore (5).
- 6. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere anche una falda protettiva posteriore (12), che è realizzata in un materiale polimerico morbido e flessibile, ed è fissata saldamente sul fondo (4) della tomaia (2) in modo tale da coprire la parte posteriore del fondo (4) della tomaia (2), rimanendo distanziata dalla suola (3).
- 7. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 6, in cui la falda protettiva posteriore (12) ha una forma oblunga ed è fissata saldamente anche sulla parte posteriore della tomaia (2) in modo tale da coprire anche la porzione tallonare (8) della tomaia (2).
- 8. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 6 o 7, in cui il materiale polimerico che forma la falda protettiva posteriore (12) ha una durezza inferiore al materiale elastomerico che forma la fascia di tensionamento posteriore (6).
- 9. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 7 o 8, in cui la toppa posteriore (11) è distanziata dalla falda protettiva posteriore (12).
- 10. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 7 o 8, in cui la toppa posteriore (11) è realizzata in pezzo unico con la falda protettiva posteriore (12).
- 11. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui la suola (3) è sagomata/ dimensionata in modo tale da coprire sostanzialmente la sola porzione tarso-falangea (4a) del fondo (4) della tomaia (2).
- 12. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui le due estremità (5a) della fascia di tensionamento anteriore (5) si estendono/prolungano sul fondo (4) della tomaia (2) una verso l’altra, in modo tale da congiungersi/unirsi saldamente tra loro sostanzialmente in corrispondenza della porzione arcoplantarea (4b) di detto fondo (4).
- 13. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere anche un inserto semirigido anteriore (13), che ha una struttura piastriforme, ed è fissato saldamente sul fondo (4) della tomaia (2), al disotto della suola (3).
- 14. Scarpa da arrampicata secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 7 a 13, caratterizzata dal fatto di comprendere anche un inserto semirigido posteriore (14), che ha una struttura nastriforme, è piegato sostanzialmente ad L, ed è fissato saldamente sul fondo (4) e sulla porzione tallonare (8) della tomaia (2), al disotto della falda protettiva posteriore (12).
- 15. Scarpa da arrampicata secondo la rivendicazione 13 o 14, in cui l’inserto semirigido anteriore (13) e/o posteriore (14) è realizzato in materiale polimerico semirigido.
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