IT201600120325A1 - Metodo di cardatura laniera e relativo impianto - Google Patents

Metodo di cardatura laniera e relativo impianto

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IT201600120325A1
IT201600120325A1 IT102016000120325A IT201600120325A IT201600120325A1 IT 201600120325 A1 IT201600120325 A1 IT 201600120325A1 IT 102016000120325 A IT102016000120325 A IT 102016000120325A IT 201600120325 A IT201600120325 A IT 201600120325A IT 201600120325 A1 IT201600120325 A1 IT 201600120325A1
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IT
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textile fibers
carding
feeding
unit
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IT102016000120325A
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Lucio Nocentini
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Fil 3 S R L
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    • DTEXTILES; PAPER
    • D01NATURAL OR MAN-MADE THREADS OR FIBRES; SPINNING
    • D01GPRELIMINARY TREATMENT OF FIBRES, e.g. FOR SPINNING
    • D01G15/00Carding machines or accessories; Card clothing; Burr-crushing or removing arrangements associated with carding or other preliminary-treatment machines
    • D01G15/02Carding machines
    • D01G15/70Arrangements for producing decorative or fancy effects in products

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  • Engineering & Computer Science (AREA)
  • Textile Engineering (AREA)
  • Preliminary Treatment Of Fibers (AREA)
  • Absorbent Articles And Supports Therefor (AREA)

Description

“Metodo di cardatura laniera e relativo impianto”
La presente invenzione ha per oggetto un metodo di cardatura.
In particolare la presente invenzione concerne un metodo di cardatura laniera, atto alla cardatura di fibre tessili di vario tipo.
L’invenzione è inoltre relativa ad un impianto di cardatura di fibre tessili. La cardatura laniera è un’operazione propedeutica alla preparazione del filato e consiste essenzialmente nel districare le fibre tessili e renderle parallele così da consentirne un’agevole filatura.
Le fibre tessili utilizzabili sono fibre naturali, artificiali o sintetiche. Inoltre, tali fibre possono essere utilizzate pure o miscelate tra loro.
A titolo esemplificativo tra le fibre naturali si annovera esemplificativamente la lana, da cui appunto, per ragioni storiche, tale tipo di cardatura deriva il proprio nome.
La cardatura laniera costituisce un’operazione fondamentale del ciclo di filatura cardata, mediante la quale, dopo opportuni trattamenti tra i quali ad esempio un lavaggio, si aprono e si sgrovigliano i fiocchi della fibra eliminando eventuali impurità vegetali in essi contenute.
Il processo di cardatura, sebbene nato di tipo manuale, è stato da moltissimi anni meccanizzato mediante l’adozione di appositi rulli cardatori.
In breve, la fibra tessile è fatta transitare attraverso una serie di cilindri rotanti provvisti di aghi o denti dove viene separata e liberata dalle impurità presenti e le sue fibre orientate tutte nello stesso senso.
In dettaglio, ancora oggi, un impianto di cardatura comprende normalmente una pluralità di macchine (chiamate “carde”) disposte in serie e raggruppate in cosiddetti "assortimenti".
La carda è costituita da due cilindri rotanti di grandi dimensioni (tamburo e pettinatore) muniti di denti metallici (detti guarnizioni) di opportuna finezza e numero, registrati tra di loro a pochi centesimi di millimetro (da 40 a 15 progressivamente), da organi ausiliari cardanti (lavoratori e volteggiatori) e da numerosi altri organi ausiliari (volano, sopravolano, sottovolano, entrate, rouletabosse).
Le fibre passano attraverso queste due superfici mobili munite di punte, per essere districate ed orientate, fino a ridursi, nei successivi passaggi, in un velo di fibre parallelizzate che viene trasformato in nastro cardato (piatto) e poi in stoppino (cilindrico) nell'ultima parte della macchina detta "divisore".
La descritta architettura di impianto, sebbene declinata in alcune limitate varianti, risulta ormai assodata.
Negli anni, le principali migliorie apportate al processo di cardatura e alle relative macchine in esso utilizzate, si sono concentrate soprattutto su problematiche di sicurezza, visti i pericoli cui erano esposti gli addetti al loro funzionamento.
La manipolazione dei veli, la loro introduzione nelle carde nonché la frequente pulizia dei tamburi rotanti dai residui di fibra esponevano infatti gli operai addetti a tali attività all’alto rischio di incidenti dati dalla prossimità con corpi meccanici in movimento.
Si sono quindi concentrati gli sforzi nella riduzione dei rischi da parte degli addetti e anche, chiaramente, su impianti sempre più produttivi ma questo ha comportato, d’altro canto, un sostanziale immobilismo sul fronte delle innovazioni di prodotto.
In altre parole, gli impianti di cardatura oggi presenti sul mercato, seppur presentando un migliorato grado di sicurezza per gli operatori ed una ottima produttività, non consentono particolari modifiche al filato da essi prodotto.
Tale esigenza è altresì particolarmente sentita al giorno d’oggi in quanto gli stilisti richiedono tessuti sempre nuovi.
Richieste sempre più pressanti sono ad esempio indirizzate a filati non uniformi, con ciò intendendo disuniformità sia in termini di colore, di composizione che di dimensione.
Con riferimento a questa ultima caratteristica si cita ad esempio il filato cosiddetto fiammato, ovvero un filato con ingrossamenti irregolari, a forma di siluro, che si formano per difetto tecnico sul filato. Creando volutamente questi ingrossamenti a intervalli programmati si ottengono filati fiammati per maglieria e tessuti, come ad esempio il pregiato “shantung”.
Filati presentanti le suddette irregolarità non sono, con gli impianti noti, né di pratica realizzazione in quanto ottenuto alimentando in maniera grossolana fibre di natura diversa alla macchina cardatrice.
Ulteriormente, gli effetti di tali procedimento, essendo in buona parte affidati al caso, non sono di facile riproducibilità, con ciò impedendo agli stilisti di poter disporre in maniera continuativa di prodotti presentanti le medesime caratteristiche.
Scopo della presente invenzione è quello di fornire un metodo ed un impianto di cardatura laniera che sia esente dagli inconvenienti sopra elencati e che sia al contempo di pratica attuazione.
Ulteriore scopo della presente invenzione è quello di fornire un metodo ed un impianto di cardatura che garantisca una elevata sicurezza per l’operatore.
Un altro scopo ancora della presente invenzione è quello di fornire un impianto di cardatura efficace e di limitato ingombro.
Le caratteristiche tecniche dell’invenzione, secondo i suddetti scopi, sono chiaramente riscontrabili dal contenuto delle rivendicazioni sotto riportate, ed i vantaggi della stessa risulteranno maggiormente evidenti nella descrizione dettagliata che segue, fatta con riferimento ai disegni allegati, che ne rappresentano una forma di realizzazione puramente esemplificativa e non limitativa, in cui:
- la figura 1 illustra, in una vista prospettica schematica con alcune parti sezionate ed altre asportate, una preferita forma realizzativa dell’impianto oggetto dell’invenzione;
- la figura 2 illustra, in scala ingrandita e con alcune parti asportate per meglio vederne altre, un particolare dell’impianto di figura 1.
Secondo quanto illustrato nelle allegate figure, con il numero 1 di riferimento è indicato nel suo complesso un impianto di cardatura laniera realizzato in accordo con la presente invenzione.
L’impianto 1 di cardatura è destinato ad essere integrato in una linea di filatura laniera, di tipo sostanzialmente noto e non illustrata.
L’impianto 1 di cardatura comprende un nastro 2 trasportatore ed una stazione 3 di cardatura.
Il nastro 2 trasportatore si sviluppa longitudinalmente secondo una prima direzione D1 rettilinea determinata ed alimenta alla stazione 3 di cardatura, lungo tale prima direzione D1, un velo 4 di fibre tessili.
Il velo 4 di fibre tessili è avanzato dal nastro 2 secondo il verso della freccia D1 riportata in figura 2.
Vantaggiosamente la stazione 3 di cardatura è del tipo cosiddetto "divisore", destinato a realizzare cioè, in uscita dallo stesso, una pluralità di stoppini, non illustrati, dai quali poi, in modo noto, sono realizzati altrettanti filati. Più in particolare, nel “divisore” il velo 4 di fibre è trasformato in strisce (nastro cardato, piatto) e poi, nell’ultima parte, in stoppino (cilindrico).
Il velo 4 è realizzato con una prima tipologia di fibre tessili, con ciò intendendo fibre tessili di determinate e definite caratteristiche, quali la composizione, il colore e la consistenza.
Le fibre tessili costituenti il velo 4 sono vantaggiosamente fibre di origine naturale, artificiale o sintetica, indifferentemente pure o miscelate tra loro. Tra le fibre naturali si annovera esemplificativamente la lana.
Sul velo 4 è vantaggiosamente realizzata una lacuna 5 di forma determinata.
Come apparirà più chiaro nel seguito della presente trattazione, la forma e l’estensione della lacuna 5 dipendono da scelte operative e possono variare in funzione del filato che si vuole ottenere.
A titolo esemplificativo, secondo quanto illustrato nelle allegate figure, la stazione 3 di cardatura comprende un primo cilindro 6 di lavoro ed un tamburo 7 cardante aventi assi di rotazione paralleli tra loro e ad una seconda direzione D2 trasversale alla citata prima direzione D1 determinata.
La stazione 3 di cardatura comprende inoltre, un cilindro 8 di introduzione all’interno stazione 3 stessa, delle fibre tessili supportate e avanzate dal nastro 2 trasportatore.
Disposta a monte del citato cilindro 3 di introduzione secondo il verso della freccia D1 di figura 2, l’impianto 1 comprende un’unità 9 di alimentazione di fettucce, delle quali solo una illustrata in figura e indicata con 10, di fibre realizzate con rispettive tipologie di fibre diverse tra loro e dalla prima tipologia che caratterizza il velo 4 avanzato dal nastro 2.
Con il termine fettuccia si intende, ai fini della presente trattazione, un nastro di fibre tessili avente consistenza comparabile a quella del velo 4. In particolare, la fettuccia 10 comprende fibre di origine naturale, artificiale o sintetica, indifferentemente pure o miscelate tra loro, compatibili comunque con le fibre che costituiscono il velo 4 o altre fettucce 10 ai fini dell’ottenimento di un filato.
L’impianto 1 presenta una struttura 11 di sostegno dell’unità 9 di alimentazione la quale struttura 11 si sviluppa superiormente al nastro 2 trasportatore ed è conformata a mo’ di ponte.
Lungo la struttura 11 di sostegno si sviluppa, secondo la citata seconda direzione D2 trasversale, un binario 12.
Sul binario 12 si impegna scorrevolmente la citata unità 9 di alimentazione.
L’unità 9 di alimentazione comprende un organo 13 motore atto a movimentare, con modalità di tipo sostanzialmente noto e non ulteriormente descritte, l’unità 9 stessa lungo il citato binario 12 secondo la direzione D2.
Secondo quanto illustrato in figura 2, l’unità 9 di alimentazione della fettuccia 10 comprende, tra loro affiancati, tre organi 14 di somministrazione regolata della fettuccia 10.
In figura 2, a titolo puramente esemplificativo e per esigenze di chiarezza, uno solo di tali tre organi 14 di somministrazione è impegnato con una relativa fettuccia 10.
Ciascun organo 14 di somministrazione comprende un corpo 15 centrale e, superiormente a questo, un imbuto 16 convogliatore.
L’imbuto 16 convogliatore riceve la fettuccia 10 proveniente da un elemento di accumulo, non illustrato, e la convoglia all’interno del corpo 15 centrale.
All’interno del corpo 15 centrale sono alloggiati, non illustrati, mezzi atti all’avanzamento della fettuccia.
I citati e non illustrati mezzi atti all’avanzamento, comprendono vantaggiosamente due rulli controrotanti dei quali almeno uno motorizzato e tra i quali si impegna la fettuccia 10.
In altre parole, la fettuccia 10 proveniente dall’alto, dai citati e non illustrati elementi di accumulo, e impegnata nel rispettivo organo 14 di somministrazione, è avanzata in maniera regolata verso il nastro 2 trasportatore dai citati e non illustrati mezzi atti all’avanzamento.
L’unità 9 di alimentazione comprende inoltre, per ciascun organo 14 di somministrazione, rispettivi mezzi di taglio della fettuccia 10, non visibili nelle allegate figure, disposti a valle dei citati mezzi atti all’avanzamento, secondo il verso di avanzamento della fettuccia, come indicato in figura 2. Preferibilmente i citati e non illustrati mezzi di taglio comprendono una lama atta ad impegnarsi, a seguito di opportuno comando, con la fettuccia 10 per tagliarne opportuni spezzoni.
L’impianto 1 comprende inoltre un’unità computerizzata di controllo e comando, schematizzata in figura 2 con un blocco 17, collegata operativamente all’unità 9 di alimentazione della fettuccia 10 e configurata per gestirne il movimento lungo il binario 12.
L’unità 17 computerizzata di controllo e comando, oltre che per gestire il citato movimento lungo il binario 12, è configurata per regolare, in combinazione, la somministrazione della fettuccia 10 da parte dei citati organi 14 di somministrazione, in funzione di uno schema predeterminato. Tale schema predeterminato è vantaggiosamente registrato in un’apposita cella di memoria della stessa unità 17 computerizzata.
Si descrivono, di seguito, gli aspetti funzionali dell’impianto 1 di cardatura sopra descritto, in accordo con un preferito utilizzo dello stesso.
Secondo quanto illustrato in figura 2, dopo aver predisposto, con tecniche di cardatura sostanzialmente note, un velo 4 di fibre tessili realizzato con una prima tipologia di fibre tessili, lo stesso velo 4 è alimentato lungo la citata prima direzione D1 rettilinea determinata, sul nastro 2 trasportatore. Sempre con riferimento alla figura 2, sul velo 4 è realizzata una lacuna 5, mediante asportazione di una quantità determinata di fibre del velo 4 stesso.
In altri termini, la lacuna 5 è definita asportando una porzione del velo 4. La forma e l’estensione della lacuna 5 dipendono, come già sopra accennato, da scelte operative prese in funzione del risultato che si vuole ottenere sul filato.
La lacuna 5 è realizzata in alternativa manualmente o automaticamente, con opportuni mezzi, non illustrati, configurati per operare il taglio e l’asportazione di porzioni determinate di velo 4.
Col movimento del nastro 2 (vantaggiosamente avvolto ad anello attorno a due rulli dei quali almeno uno motorizzato) si ha un conseguente avanzamento del velo 4 lungo la direzione D1 e, a causa di tale movimento, la lacuna 5 viene a trovarsi in corrispondenza dell’unità 9 di alimentazione della fettuccia 10 posta a monte della stazione 3 di cardatura.
L’unità 9 di alimentazione, attraverso i propri organi 14 di somministrazione, deposita la fettuccia 10 sul nastro 2 per riempire la lacuna 5.
In altri termini, la fettuccia 10 in uscita dagli organi 14 di somministrazione si deposita, per caduta, cioè in virtù della forza di gravità, sul sottostante nastro 2, all’interno della lacuna 5.
A tal fine, cioè per depositare la fettuccia 10 sulla lacuna 5 in maniera distribuita ed uniforme, l’unità 9 di alimentazione è mossa lungo il binario 12 mediante attivazione del citato organo 13 motore.
L’unità 17 computerizzata di controllo e comando si occupa di sincronizzare il movimento dell’unità 9 di alimentazione lungo la seconda direzione D2 con l’azione di avanzamento della fettuccia provocata dagli appositi mezzi, non illustrati, posti all’interno del corpo 15 centrale degli organi 14 di somministrazione.
Pertanto, via via che la fettuccia 10 è avanzata dal rispettivo organo 14 di somministrazione, il movimento dell’unità 9, e quindi dell’organo 14 di somministrazione stesso, lungo la direzione D2 fa sì che la fettuccia 10 si disponga distesa ad occupare un corrispondente spazio della lacuna 5. L’unità 17 computerizzata di controllo e comando provvede quindi ad attivare i citati e non illustrati mezzi di taglio della fettuccia 10 disposti sull’organo 14 di somministrazione, per tagliare la fettuccia 10.
Preferibilmente, la fettuccia 10 è tagliata nella misura idonea a far combaciare, almeno approssimativamente, una sua estremità con il corrispondente limite della lacuna 5.
Man mano che i non illustrati mezzi di avanzamento presenti nell’organo 14 di somministrazione spingono una determinata lunghezza di fettuccia 10 verso la lacuna 5, un equivalente tratto di fettuccia 10 è richiamato dei citati e non illustrati elementi di accumulo.
A titolo esemplificativo, la fettuccia 10 è vantaggiosamente avvolta in bobine e durante il consumo ad opera dei citati e non illustrati mezzi di avanzamento, si verifica uno srotolamento controllato delle bobine stesse. L’unità 17 computerizzata gestisce pertanto, utilizzando sia un’unica fettuccia 10 che differenti fettucce 10 (cioè fettucce 10 costituite da fibre di diversa tipologia), il riempimento della lacuna 5.
In questo modo, con il riempimento della lacuna 5 mediante deposizione delle fettucce 10, si ricostituisce una sostanziale continuità di materiale nel velo 4 che è alimentato alla stazione 3 di cardatura.
L’insieme del velo 4 di fibre della prima tipologia e della o delle fettucce 10 di fibre di differente tipologia è quindi alimentato dal nastro 2 trasportatore al cilindro 8 di introduzione, primo elemento della stazione 3 di cardatura. Su tale insieme di velo 4 e fettucce 10 sono quindi eseguite le operazioni di cardatura all’interno della stazione 3, operazioni che porteranno, in uscita dalla stazione 3 stessa, alla divisione del citato insieme in una pluralità di stoppini, non illustrati nelle allegate figure.
Tali stoppini, non illustrati, daranno luogo, a seguito delle opportune fasi di filatura, al filato laniero.
Secondo varianti attuative del metodo appena descritto comunque rientranti nella presente invenzione, la fettuccia 10 è depositata anche direttamente sul velo 4 e non necessariamente in corrispondenza di una relativa lacuna 5.
In tal caso, la densità della fettuccia 10 sarà da scegliersi opportunamente, anche in funzione del risultato che si vuole ottenere, considerando che in entrata alla stazione 3 di cardatura il suo spessore si sommerà a quello del velo 4.
L’impianto ed il metodo sopra descritti in accordo con la presente invenzione raggiungono gli scopi prefissi e permettono il conseguimento di importanti vantaggi.
Un primo vantaggio connesso alla presente invenzione è dato dalla possibilità di realizzare stoppini, e quindi filati, con un ampia gamma di effetti cromatici a partire da un medesimo velo, con il semplice apporto di fettucce del colore o colori desiderati.
La presenza di una pluralità di organi 14 di somministrazione disposti sull’unità 9 di alimentazione consente inoltre di disporre di altrettante differenti fettucce 10, così da poter con facilità miscelare anche tra loro gli effetti delle singole fettucce 10.
Analogamente alla variabilità cromatica, l’invenzione consente di disporre di una equivalente variabilità in termini di materiale utilizzato, potendo infatti le fettucce 10 utilizzate essere realizzate in fibre di diversa natura, sia dal punto di vista della consistenza, dell’effetto visivo o al tatto.
Ulteriore vantaggio connesso all’invenzione è dato dal fatto che l’inserimento delle fettucce avviene in prossimità delle ultime fasi di cardatura, cioè subito a monte del “divisore”, così da rendere più efficace l’effetto di disuniformità provocato dalle differenti fibre inserite con le fettucce. Se infatti tali fibre di diversa tipologia fossero introdotte a monte, ripetute operazioni di cardatura contribuirebbero ad una certa dispersione delle fibre, con ciò sfumando i desiderati effetti di disuniformità.
Ancora un vantaggio connesso all’invenzione è costituito dall’elevato grado di sicurezza per gli operatori in quanto il funzionamento dell’unità di alimentazione delle fettucce è sostanzialmente automatico e non richiede un continuo intervento da parte degli operatori.
L’invenzione è inoltre estremamente versatile in quanto, vantaggiosamente, il funzionamento dell’unità di alimentazione delle fettucce è gestito in maniera computerizzata, con ciò consentendo un’elevata ed articolata operatività.
Vantaggiosamente, come detto, anche la forma e ampiezza della lacuna 5 o comunque la forma e ampiezza della zona su cui sono deposte le fettucce 10, incide sulla qualità finale del filato il quale risentirà infatti conseguentemente del modo (quantità, frequenza) in cui le fibre di diversa tipologia sono presenti nello stoppino dal quale il filato è ricavato.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo di cardatura laniera comprendente le fasi di: - predisporre un velo (4) di fibre tessili realizzato con una prima tipologia di fibre tessili, - alimentare detto velo (4) di fibre tessili di detta prima tipologia lungo una prima direzione (D1) rettilinea determinata su un rispettivo nastro (2) trasportatore, - predisporre almeno una fettuccia (10) di fibre tessili realizzata con una seconda tipologia di fibre diversa da detta prima tipologia di fibre di detto velo (4), - depositare, in corrispondenza di detto velo (4), detta almeno una fettuccia (10) di fibre tessili, secondo una seconda direzione (D2) trasversale a detta prima direzione (D1) determinata, - alimentare l’insieme di detto velo (4) e detta almeno una fettuccia (10) ad una stazione (3) di cardatura.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto di comprendere la fase di realizzare una lacuna (5) su detto velo (4), detta fase di depositare detta fettuccia (10) essendo attuata in corrispondenza di detta lacuna (5).
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1 o 2, in cui detta fase di depositare almeno una fettuccia (10) di fibre è attuata mediante un’unità (9) di alimentazione, caratterizzato dal fatto che detta fase di depositare detta almeno una fettuccia (10) comprende la fase di muovere detta unità (9) di alimentazione lungo detta seconda direzione (D2) trasversale.
  4. 4. Metodo secondo la rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che detta fase di alimentare detto velo (4) di fibre tessili di detta prima tipologia lungo detta prima direzione (D1) rettilinea determinata e detta fase di muovere detta unità (9) di alimentazione lungo detta seconda direzione (D2) trasversale sono attuate in sincronia.
  5. 5. Impianto di cardatura laniera di fibre tessili comprendente: - una stazione (3) di cardatura, - un nastro (2) trasportatore per alimentare a detta stazione (3) di cardatura, lungo una prima direzione (D1) rettilinea determinata, un velo (4) di fibre tessili realizzato con una prima tipologia di fibre tessili, - un’unità (9) di alimentazione di almeno una fettuccia (10) di fibre tessili realizzata con una seconda tipologia di fibre tessili diversa da detta prima tipologia, detta unità (9) essendo configurata per depositare detta almeno una fettuccia (10) in corrispondenza di detto velo (4), secondo una seconda direzione (D2) trasversale a detta prima direzione (D1) determinata.
  6. 6. Impianto secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto di comprendere un binario (12) sviluppantesi parallelo a detta seconda direzione (D2), detta unità (9) di alimentazione essendo configurata per scorrere lungo detto binario (12).
  7. 7. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni 5 e 6, caratterizzato dal fatto che detta unità (9) di alimentazione comprende organi (14) di somministrazione regolata di detta fettuccia (10).
  8. 8. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 7, caratterizzato dal fatto di comprendere un’unità (17) computerizzata di controllo e comando configurata per gestire il movimento di detta unità (9) di alimentazione lungo detto binario (12) e, in combinazione, regolare la somministrazione di detta fettuccia (10) da parte di detti organi (14) di somministrazione, in funzione di uno schema predeterminato.
  9. 9. Impianto secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 8, caratterizzato dal fatto che detta unità (9) di alimentazione comprende organi (14) di somministrazione di una pluralità di fettucce (10) realizzate con rispettive tipologie di fibre tessili diverse, tra loro e da detta prima tipologia.
  10. 10. Linea di filatura laniera, caratterizzata dal fatto di comprendere un impianto di cardatura secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 5 a 9.
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