ITVR20100080A1 - Migliorato metodo e apparato di fermentazione - Google Patents

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Bruno Crosato
Remo Crosato
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    • C12BIOCHEMISTRY; BEER; SPIRITS; WINE; VINEGAR; MICROBIOLOGY; ENZYMOLOGY; MUTATION OR GENETIC ENGINEERING
    • C12GWINE; PREPARATION THEREOF; ALCOHOLIC BEVERAGES; PREPARATION OF ALCOHOLIC BEVERAGES NOT PROVIDED FOR IN SUBCLASSES C12C OR C12H
    • C12G1/00Preparation of wine or sparkling wine
    • C12G1/005Methods or means to load or unload, to weigh or to sample the vintage; Replenishing; Separation of the liquids from the solids before or after fermentation

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Description

Descrizione di Breveto di Invenzione Industriale avente per titolo:
“MIGLIORATO METODO E APPARATO DI FERMENTAZIONE”
CAMPO TECNICO DELL'INVENZIONE
La presente invenzione riguarda un migliorato metodo e apparato di lavorazione e fermentazione per mosto composto da succo, o estrato della frutta, e dalla buccia relativa, in particolare mosto di uva.
STATO DELLA TECNICA ANTERIORE
Gli apparati di fermentazione noti, qui trattati come esempio quelli per la vinificazione, sono formati da un serbatoio in cui il mosto può fermentare creando uno strato di buccia galleggiante (il cappello) su una parte liquida.
A fermentazione ultimata, un sentito problema per i vini rossi è il trasferimento della vinaccia dal vinificatore ad una pressa senza che la vinaccia stessa e il mosto in essa contenuto si ossidi.
Fig. 1 mostra un metodo noto di trasferimento. Il cappello CP è adagiato sul fondo di un serbatoio 12 che ha un’apertura di scarico laterale 14. Si affianca al serbatoio 12, che da terra è sollevato di circa 50cm, una pressa 16 e con l’ausilio di un nastro trasportatore 18 si trasferisce la vinaccia dentro la pressa 16. Le presse hanno una bocca di carico 15 ricavata in un tamburo rotante, e per caricarlo è praticamente necessario che venga posizionato per portare tale bocca nel punto più alto, a qualche metro di altezza da terra. Pertanto il nastro 18 deve far superare alla vinaccia il dislivello.
Durante il passaggio dal serbatoio 12 alla pressa 16 la vinaccia subisce ossidazione, dato che sopra il nastro 18 rimane in contato con l’aria.
Fig. 2 mostra un altro metodo noto di trasferimento. Il cappello CP è ancora adagiato sul fondo del serbatoio 12.
Per portare la vinaccia alla pressa 16 si usa una pompa 20 e un tubo flessibile 22 per convogliarla dentro la pressa 16. La vinaccia in questo caso subisce minore ossidazione, essendo isolata dentro il tubo, ma un maggiore stress meccanico causato dalla pompa 20, che genera produzione di feccia e riduzione delle qualità organoletiche del pressato.
Fig. 3 mostra un terzo metodo noto di trasferimento. Il cappello CP è adagiato sul fondo di un serbatoio 32 che è sostenuto da gambe 34 ad una certa altezza, maggiore dell’ingresso 15 della pressa 16 collocata su un lato del vinificatore, Si scarica la vinaccia tramite uno scivolo 36 che per gravità convoglia la vinaccia dal vinificatore alla pressa 30. Come prima, la vinaccia subisce notevole ossidazione viaggiando sopra lo scivolo 36.
Tutti questi sistemi evidentemente determinano un abbassamento della qualità nella vinificazione.
SCOPI DELL’INVENZIONE
Scopo principale dell’ invenzione è migliorare questo stato dell’arte con un metodo di lavorazione e trasferimento della buccia da un serbatoio a una pressa senza ossidazione e/o stress meccanici.
Altro scopo è realizzare un migliorato apparato di fermentazione per realizzare il metodo, col quale ottenere dalla buccia pressata un succo migliore.
Questi scopi sono ottenuti con un metodo di lavorazione della buccia di un mosto composto da succo o estratto della frutta e dalla buccia relativa, in particolare mosto di uva, caratterizzato dal fatto di
lasciar fermentare il mosto in un serbatoio dotato sul fondo di un’apertura da cui estrarre la buccia,
a fine fermentazione evacuare il mosto liquido dal serbatoio e far depositare la buccia sul fondo,
posizionare una pressa per la buccia su un piano di terra sotto il serbatoio allineando e accostando direttamente detta apertura con una bocca di carico verticale della pressa,
spingere la vinaccia nella pressa.
La congiunzione diretta tra serbatoio e pressa, senza mezzi di trasporto intermedi per la buccia, annulla le possibilità di ossidazione per la buccia, e riduce al minimo l’intervento meccanico per spostarla.
L’invenzione riguarda anche un apparato di fermentazione, adatto a realizzare il metodo, comprendente
- un serbatoio atto a far fermentare il mosto e ivi creare uno strato di buccia galleggiante detto cappello, il serbatoio comprendendo un’apertura di scarico sul fondo per scaricare il cappello depositatosi dopo l’evacuazione del mosto liquido, e
- mezzi di supporto per supportare il serbatoio e mantenerlo ad una certa altezza rispetto un piano di terra, caratterizzato dal fatto che
tutti o solo alcuni dei mezzi di supporto si estendono dal serbatoio occupando solo lo spazio esterno almeno al volume sostanzialmente cilindrico o conico compreso tra il fondo e la sua proiezione sul piano di terra, di modo che sotto il serbatoio rimanga uno spazio vuoto sufficiente per collocare una pressa direttamente sotto detta apertura.
La particolare configurazione dei mezzi di supporto consente di ricavare sotto il serbatoio, in centro e/o su uno o più lati, lo spazio necessario per piazzare la pressa.
Preferite varianti dell’invenzione sono definite nelle rivendicazioni dipendenti. L’invenzione e i suoi vantaggi saranno comunque maggiormente chiari dalla descrizione che segue di alcune preferite forme di realizzazione, illustrate nell’allegato disegno in cui:
Fig. 1 mostra un elevato di un noto sistema di trasferimento di vinaccia da un serbatoio a una pressa;
Fig. 2 mostra un elevato di un secondo noto sistema di trasferimento di vinaccia da un serbatoio a una pressa;
Fig. 3 mostra un elevato di un terzo noto sistema di trasferimento di vinaccia da un serbatoio a una pressa;
Fig. 4 mostra un elevato di un vinificatore secondo l’invenzione;
Fig. 5 mostra una vista in pianta del vinificatore di Fig. 4;
Fig. 6 mostra un elevato di un secondo vinificatore secondo l’invenzione;
Fig. 7 mostra una vista in pianta del vinificatore di Fig. 6,
Fig. 8 mostra un elevato di un terzo vinificatore secondo l’invenzione.
FORME DI REALIZZAZIONE
Figure 4 e 5 mostrano un vinificatore secondo l’invenzione. Ecco comprende un serbatoio 22 per il mosto che ha forma circa cilindrica e ha un fondo 24 e un tetto 26.
Un cappello o strato CP di vinaccia è adagiato sul fondo 24 e può essere scaricato da un’apertura di scarico 28 presente nel fondo 24.
Sotto il serbatoio 22 è posta una pressa 30 avente una bocca di carico 32 che dà accesso ad un tamburo rotante di pressatura.
Il serbatoio 22 è rialzato da un piano di terra S, sul quale appoggia anche la pressa 30, grazie a mezzi di supporto realizzati come quattro gambe di supporto 40. Le gambe 40 sono fissate (ad es. per saldatura e/o imbullonatura) al tetto 26 del serbatoio 22, dal quale si estendono curvando verso il fondo 24 prolungandosi oltre il piano che lo contiene in modo da rialzare il fondo 24 di una distanza H dal piano S. Le gambe 40 possono anche essere fissate ai lati del serbatoio 22.
Come si vede, l’apertura di scarico 28 e la bocca di carico 32 sono allineate e sostanzialmente combacianti, per cui la vinaccia può passare direttamente dal serbatoio 22 alla pressa 30 senza mezzi intermedi di trasporto. Ciò assicura l’assenza sia di ossidazione sia di stress meccanico, limitato al minimo dalla spinta di una pala di raschiamento 34.
Il valore di H dipende dall’ ingombro (verticale) della pressa 30, e va scelto per minimizzare la distanza in aria tra l’apertura di scarico 28 e la bocca di carico 32. Con presse ordinarie e serbatoi di medie dimensioni H può variare ad es. da lm a 4m.
Le gambe 40 oltre ad assicurare un’altezza H sufficiente per l’inserimento della pressa 30 sotto il serbatoio devono preferibilmente anche intralciare al minimo il posizionamento e lo spostamento della pressa 30. Pertanto si preferisce esse stiano ad una distanza minima D (v. fig. 5) dalla frontiera P di un volume cilindrico (o conico) V compreso tra il fondo 24 e la sua proiezione ortogonale sul piano S.
Anche la variabile D dipende dall’ ingombro (orizzontale) della pressa 30, e va scelta per assicurare che una pressa comune si possa infilare sotto il serbatoio 22 per sostare perpendicolarmente sotto l’apertura di scarico 28. Con presse ordinarie e serbatoi di medie dimensioni D può variare ad es. da 50cm a 2m.
Figure 6 e 7 mostrano un altro vinificatore secondo l’invenzione, che comprende un serbatoio 52 per il mosto con un fondo 54 e un tetto 56. Come in precedenza il fondo 54 ha un’apertura di scarico 58 per il cappello CP.
Sotto il serbatoio 52 è posta una pressa 30 avente una bocca di carico 32 che dà accesso al tamburo rotante di pressatura.
Il serbatoio 52 è rialzato da un piano di terra S, sul quale appoggia anche la pressa 30, grazie a mezzi di supporto realizzati come quattro travi di sostegno 60. Le travi 60 sono fissate (ad es. per imbullonatura o saldatura) al tetto 56 (o ai lati) del serbatoio 52, dal quale si estendono curvando verso l’alto (distanziandosi dal tetto 56 in direzione opposta al fondo 54) fino ad ancorarsi al soffitto o ad una travatura portante rialzata T, ad es. di tipo edile.
In questo modo non solo il volume cilindrico V compreso tra il fondo 54 e la sua proiezione sul piano S tramite generatrici P è sgombro da mezzi di supporto, ma lo è tutta l’area sottostante il serbatoio 52. In altre parole, le gambe 60 non solo assicurano un’altezza H sufficiente per l’inserimento della pressa 30 sotto il serbatoio 52 ma, tenendo sospeso il serbatoio 52 da sopra, eliminano ogni intralcio al posizionamento o spostamento della pressa 30 (come se virtualmente D→∞).
Si noti che per “volume cilindrico o conico” qui e in precedenza si intende il volume interno alla superficie luogo delle rette generatrici (P in fig. 4 e 6), parallele a una direzione prefissata (qui la perpendicolare al piano S) e passanti per i singoli punti di una data curva (in questo caso il perimetro del fondo 24 o 54). Questa definizione geometrica è rigorosa per scrupolo descrittivo ma chiaramente va stemperata per definire Γ ampiezza dell’invenzione, la quale contempla in sostanza di lasciare sotto il serbatoio un sufficiente volume vuoto da usare come spazio di manovra e/o di sosta per la pressa.
Nella variante di fig. 6 c’è il grande vantaggio di eliminare completamente ogni intralcio o vincolo durante e per il posizionamento della pressa 30. Soprattutto in questa variante è vantaggioso dotare il fondo 54 di più aperture 58 e affiancare sotto il serbatoio 52 più presse 30, in cui scaricare contemporaneamente la vinaccia e ridurre i tempi della fase di pressatura.
Come in figura 4 e 5, l’apertura di scarico 58 e la bocca di carico 32 sono allineate e sostanzialmente combacianti, con gli stessi vantaggi già descritti.
Il valore di H in fig. 6 dipende dall’ingombro (verticale) della pressa 30, e va ancora scelto per minimizzare la distanza in aria tra l’apertura di scarico 58 e la bocca di carico 32. Anche qui H può variare preferibilmente da lm a 4m.
Per adattare, ovvero sovrapporre, i serbatoi dei vinificatori a presse di vari formati, è vantaggioso che i mezzi di sostegno abbiano geometria variabile e regolabile. Ad es. si possono realizzare gambe o travi telescopiche, cioè con lunghezza variabile, e/o con parti snodate, per variarne Γ inclinazione relativamente alle altre parti e/o al serbatoio. La variazione di geometria o configurazione delle varie parti componenti si può ottenere e controllare con mezzi attuatori, ad es. pistoni idraulici, motori elettrici e simili montati direttamente sulle gambe o travi.
Una costruzione sofisticata per i mezzi di supporto può prevedere ad es. un controllo integrato da parte di un PLC o computer per comandare tutti i mezzi attuatori. Una molteplicità di mezzi attuatori può consentire alle gambe o travi movimenti o variazioni di struttura complesse, ad es. come le articolazioni robotiche. In modelli ad alte prestazioni i mezzi di supporto possono essere vere e proprie articolazioni robotiche.
Ciò consente una collocazione pressoché senza vincoli del serbatoio, e perfino di spostarlo nello spazio pilotando e gestendo adeguatamente la struttura e la configurazione dei mezzi di supporto, al limite facendolo “camminare” simulando con le gambe o le travi il movimento motorio di zampe animali, ad es. quelle di un ragno.
Soprattutto quando i mezzi di supporto hanno geometria variabile e configurabile a comando, le operazioni di congiungimento con la pressa sono di molto semplificate e portano ad un raccordo più preciso. Ad es. si può aumentare H prima di spostare la pressa 30 sotto il serbatoio 22, 52, e poi diminuirla gradualmente finché l’apertura 28, 58 si appoggia perfettamente sulla bocca di ingresso 32. In pratica la pressa 30 diventa così una continuazione del serbatoio 22, 52.
L’invenzione è aperta a molte altre varianti. Ad es. le gambe 40, 60 potrebbero comunque essere in numero diverso da quello illustrato, ovvero tre, cinque, sei o più, e disposte sia simmetricamente che asimmetricamente. Questo in base alle esigenze di progetto proprie del vinificatore.
In fig. 8 è mostrato come ulteriore esempio un vinificatore 80 formato da un serbatoio 82 rialzato da gambe 84, 86 e avente un fondo 88. Solo una o alcune gambe 86 si estendono dal serbatoio 82 occupando solo lo spazio esterno al volume V sostanzialmente cilindrico o conico compreso tra il fondo 88 e la sua proiezione sul piano di terra S (individuata da rette generatrici P). In effetti, se l’apertura di scarico sul fondo 88 non è al centro ma sfalsata radialmente, basta fare spazio per la pressa 30 sotto il serbatoio 82 sul lato dove c’è tale apertura.
Si capisce quindi che è anche possibile - secondo l’invenzione - trasformare vinificatori esistenti modificandone parzialmente i mezzi di sostegno, in modo da ricavare lo spazio vuoto necessario per la pressa.
Per il serbatoio dell’ invenzione la forma preferita è quella cilindrica o la troncoconica.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Metodo di lavorazione della buccia di un mosto composto da succo o estratto della frutta e dalla buccia relativa, in particolare mosto di uva, caratterizzato dal fatto di lasciar fermentare il mosto in un serbatoio (22; 52) dotato sul fondo di un’apertura (28; 58) da cui estrarre la buccia, a fine fermentazione evacuare il mosto liquido dal serbatoio e far depositare la buccia sul fondo, posizionare una pressa (30) per la buccia su un piano di terra (S) sotto il serbatoio allineando e accostando direttamente detta apertura con una bocca di carico verticale (32) della pressa, spingere la vinaccia nella pressa.
  2. 2. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui si ricava lo spazio necessario per collocare la pressa sotto detto serbatoio e a diretto contatto con esso sostenendo il serbatoio con mezzi di supporto che, tutti o solo alcuni, si estendono dal serbatoio occupando solo lo spazio esterno almeno al volume sostanzialmente cilindrico o conico compreso tra il fondo e la sua proiezione (P) sul piano di terra (S), di modo che sotto il serbatoio rimanga uno spazio vuoto (V) sufficiente per collocare la pressa (30) direttamente sotto detta apertura.
  3. 3. Metodo secondo la rivendicazione 1, in cui si ricava lo spazio necessario per collocare la pressa sotto detto serbatoio e a diretto contatto con esso sospendendo il serbatoio al soffitto o ad una struttura edile preesistente dell’ ambiente che lo ospita, di modo che sotto il serbatoio rimanga uno spazio vuoto (V) sufficiente per collocare la pressa (30) direttamente sotto detta apertura.
  4. 4. Apparato di fermentazione per mosto composto da succo o estratto della frutta e dalla buccia relativa, in particolare mosto di uva, adatto a realizzare il metodo delle rivendicazioni precedenti e comprendente - un serbatoio (22; 52) atto a far fermentare il mosto e ivi creare uno strato di buccia galleggiante detto cappello, il serbatoio comprendendo un’apertura di scarico (28; 58) sul fondo (24; 54) per scaricare il cappello depositatosi dopo l’evacuazione del mosto liquido, e - mezzi di supporto (40; 60) per supportare il serbatoio e mantenerlo ad una certa altezza rispetto un piano di terra (S), caratterizzato dal fatto che tutti o solo alcuni dei mezzi di supporto (40; 60) si estendono dal serbatoio occupando solo lo spazio esterno almeno al volume sostanzialmente cilindrico o conico compreso tra il fondo e la sua proiezione (P) sul piano di terra (S), di modo che sotto il serbatoio rimanga uno spazio vuoto (V) sufficiente per collocare una pressa (30) direttamente sotto detta apertura.
  5. 5. Apparato secondo la rivendicazione 4, in cui i mezzi di supporto hanno punti di collegamento al serbatoio in corrispondenza del suo tetto (26; 56).
  6. 6. Apparato secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui i mezzi di supporto comprendono per l’appoggio al piano di terra elementi di supporto (40) che si prolungano per una lunghezza di almeno lm oltre il piano del fondo (24) del serbatoio (22) e in direzione opposta al tetto (26), e che sono distanziati radialmente da detto volume (V).
  7. 7. Apparato secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui detti elementi di supporto (40), oltre il piano del fondo (24) del serbatoio (22) e in direzione opposta al tetto del serbatoio, sono distanziati radialmente (D) da detto volume (V) di almeno 50cm.
  8. 8. Apparato secondo la rivendicazione 4 o 5, in cui i mezzi di supporto (60) si estendono solo nel semispazio che è delimitato da un piano passante per il fondo (54) del serbatoio (52) e che comprende il tetto (56) del serbatoio.
  9. 9. Apparato secondo la rivendicazione 8, in cui i mezzi di supporto comprendono elementi di supporto (60) atti ad essere fissati ad un soffitto (T) o travatura rialzata, così da tenere sospeso il serbatoio rispetto al piano di terra (S).
  10. 10. Apparato secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, in cui i mezzi di supporto hanno una struttura modificabile tra i loro punti di collegamento al serbatoio e i punti di sostegno del serbatoio all’ambiente circostante, in modo da poter variare la distanza dei mezzi di supporto da detto volume (V) sostanzialmente cilindrico o conico e/o la distanza tra i punti di collegamento al serbatoio e i punti di supporto all’ambiente circostante.
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