ITVI20010007A1 - Pinza autobloccante per il sollevamento di materiale lastriforme - Google Patents

Pinza autobloccante per il sollevamento di materiale lastriforme Download PDF

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Fabrizio Seghetto
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Description

Descrizione
Il presente trovato riguarda una pinza autobloccante per il sollevamento di materiale lastriforme quali piastre, lastre metalliche o in cemento, lingotti ed altri prodotti similari.
In tutti i settori industriali ,ed in particolare in quello meccanico della lavorazione dei metalli, è necessario l'impiego di utensili definiti con il termine generico di pinze,atti alla movimentazione di semilavorati, quali lamiere, nonché al trasporto da un reparto all'altro di lavorazione di prodotti e nel settore edile per la posa in opera di vasche, anelli e lastre cementizie.
Tali tipi di pinze sono costituite sostanzialmente da due branche in acciaio duro incernierate reciprocamente in modo che possano essere chiuse o aperte e con le teste conformate in vari modi, a seconda dell'uso a cui sono destinate e che sono del tipo cosiddetto "autobloccante" , cioè garantiscono un serraggio automatico quando vengono a contatto con il prodotto da movimentare .
Allo stato attuale della tecnica sono note numerose tipo di pinza quali quelle descritte nei seguenti documenti brevettuali US-A-3843186 , US-A-4273373, US-A
Scopo del presente trovato è quello di realizzare una pinza autob loccante che risulti costruttivamente più semplice rispetto ai prodotti consimili di tipo noto e quindi con un costo inferiore rispetto alle pinze in commercio.
Ciò si ottiene mediante una pinza autobloccante composta da tre elementi; un corpo pinza fisso, una camma ed un carrello mobile porta-camma.
In dettaglio, il corpo pinza fisso, munito di un'apertura per l'inserimento del gancio di sollevamento, presenta la ganascia fissa che va a porsi in contrasto, in modo antagonista, con la forza di spinta generata dalla camma contrapposta realizzando, in tal modo ,la chiusura del prodotto da sollevare, individuato in seguito con il termine generico di piastra.
Una ulteriore novità del trovato prevede che la camma risulti montata all 'estremità inferiore del carrello mobile, in modo folle e con un opportuno profilo cosicché, dopo che essa è stata accostata manualmente alla superficie della lastra, tramite lo spostamento manuale del carrello, la stessa viene impegnata a compiere una minima rotazione angolare, sufficiente per generare la necessaria forza di presa che realizza l'ancoraggio della lastra stessa.
Detta camma presenta il suo profilo sagomato in modo tale da poter assicurare l'ancoraggio di lastre con spessori diversi .
Sempre costruttivamente il trovato prevede, quale ulteriore novità, che il carrello mobile abbia l'estremità superiore, opposta all’estremità munita di camma, scorrevole entro una losanga ricavata sul corpo fisso e risulti in appoggio contro un blocchetto solidale con il suddetto corpo fisso, il tutto essendo conformato in modo che detto carrello diventi autobloccante sotto carico, tramite l'azione di spinta della camma quando la stessa è in posizione di ancoraggio della lastra.
Il trovato verrà meglio definito mediante la descrizione di una sua possibile forma di realizzazione, resa a solo titolo di esempio illustrativo e non limitativo, con l'aiuto delle tavole di disegno allegate, doves
- la fig.l (Tav.I) rappresenta una vista prospettica della pinza di cui al trovato;
- le figg.E,3 e 4 (Tav.II) rappresentano, rispettivamente,la vista frontale, la vista laterale ed una vista sezionata, secondo la linea IV-IV, della pinza di cui alla fig.1;
- le figg.5 e 6 (Tav.III) rappresentano le forze agenti sulla pinza di cui al trovato quando essa è in posizione di ancoraggio sulla lamiera; - la fig.7 (Tav.IV) rappresenta una vista in dettaglio dell'estremità inferiore del carrello mobile, con la camma in tre diverse posizioni;
- le figg.8 e 9 (Tav.V) rappresentano due posizione di ancoraggio della pinza con lamiere di diverso spessore;
- le figg-10,11 e 12 (Tav.VI) rappresentano diversi modi di impiego della pinza di cui al trovato. Come visibile in fig.l, la pinza 1 è sostanzialmente costituita da un corpo fisso 2, da una camma 3 e da un carrello mobile portacamma 4.
Sul corpo fisso 2 sono ricavati la ganascia fissa 5, munita di faccia dentata, che va in serraggio contro la camma 3, l'occhio di sollevamento 6 e l'apertura 7, per la presa ed il trasporto dell'attrezzo.
La camma 3, munita del profilo sagomato 8 a faccia dentata, costituisce la ganascia mobile della pinza ed è calettata in modo folle con il perno 9 all'estremità inferiore del carrello 4.
Il carrello 4, costituito da una coppia di segmenti piatti 10, fra i quali è confinata la suddetta camma, è vincolato a scorrere con la sua estremità superiore, tramite lo spinotto 12, entro la losanga 13, ricavata sul corpo fisso Ξ ed è tenuto in guida fra un blocchetto 14 ed un piolo 15, entrambi solidali con il corpo suddetto
Vantaggiosamente, il carrello 4 poggia e scorre sulla superficie superiore piana del blocchetto 14, mantenendo un contatto sostanzialmente puntiforme, realizzato con un dente 16, sagomato sul carrello medesimo.
Sempre vantaggiosamente, la camma 3 è munita di un piolo 11 avente lo scopo di limitare il campo di rotazione della camma stessa e nel contempo di fungere da impugnatura per lo spostamento manuale del carrello e della camma, nella posizione del punto morto superiore (vedi fig.7a)
Inoltre la camma 3 è munita di una molla 17, in battuta sul fermo 18 fisso, che serve a mantenere la camma "elastica" nella sua posizione intermedia (vedi fig.7b),impedendo alla stessa di posizionarsi nel punto morto inferiore (vedi fig.7c) e quindi inutilizzabile.
Come visibile in fig.l e nelle figg.7 e 8, il funzionamento della pinza 1 si realizza tramite il levarismo articolato carrello/camma che compie due movimenti; dapprima uno spostamento lineare del carrello, secondo la freccia "X", per accostare la camma 3 alla lastra 100 e di seguito, in automatico, la rotazione angolare della camma, secondo la freccia "K", con la quale si genera la forza di presa sulla lastra suddetta.
Il blocco stazionario della pinza sulla lastra è assicurato dal gioco di forze rappresentate nelle figg.
5 e b.
La particolare posizione del baricentro "G" della camma 3 rispetto al suo perno di rotazione 9 fa in modo che essa ruoti per gravità verso la lastra 100;andando ad appoggiarsi alla lastra e, quindi, a bloccarla con una forza di chiusura "Fc" direttamente proporzionale al carico "P" da sollevare.
Tale forza è aumentata di valore grazie al disassamento fra la direzione della forza di sollevamento "Fs", applicata nell'occhio di sollevamento 6 e la direzione del peso "P" della lastra 100.
Come visibile in fig.5, l'intero carrello 4 diventa autobloccante sotto carico e rimane in posizione poiché l'azione di spinta della forza "FI"/ generata dalla camma, viene contrastata dall'azione delle due forze "Fa" e "Fb" agenti sempre sul carrello ed aventi direzione opposta alla forza FI suddetta.
Le due forze "Fa" e "Fb" sono generate dalle reazioni vincolari per attrito rispettivamente "Ra" e "Rb" conseguenti alla forza "F2" applicata sul perno 9.
Il bloccaggio del carrello, che si verifica quando è valevole la relazione: (Fa+Fb) > FI, richiede un ben definito dimensionamento della lunghezza dei bracci di leva "c" , "d" ed "e".
Vantaggiosamente, questi tre bracci sono definiti dalla struttura rigida del carrello;per cui rimangono costanti con il variare dello spessore della lastre e quindi rimangono invariate anche le reazioni vincolar! sopra definite.
Come visibile nella fig.6, il rapporto esistente fra la forza di chiusura e il peso del carico da sollevare è in funzione dell'angolo di contatto definito dalle due rette intersecanti il punto di incernieramento della camma e dirette, rispettivamente, 1 'una (retta "a") verso il punto di contatto sulla lastra e l'altra (retta "b") perpendicolare alla lastra medesima·
Per le note leggi della meccanica, l'ampiezza dell'angolo deve risultare inferiore all'ampiezza dell'angolo di attrito quest'ultimo essendo in funzione del coefficiente di attrito β relativo ai materiali che costituiscono la camma e la piastra, secondo la nota relazione
Il trovato prevede che l'andamento del profilo della camma risulti conformato in modo tale da mantenere l'angolo di contatto sostanzialmente costante, indipendentemente dal variare dell'orientamento della camma in posizione di chiusura; e cioè avere sempre l'equivalenza
Da quanto sopra descritto sono evidenti i vantaggi del trovato, il quale:
- permette un facile ancoraggio in quanto è richiesto solamente di accostare la camma alla parete della lastra mediante lo spostamento manuale del carrello; - si blocca automaticamente sotto carico, senza la necessità di un intervento del1'operatore;
- permette di ancorare lastre di spessore diverso con un ampio range;
- consente la presa di materiale lastriforme con un ingombro ridotto da un lato,poiché i meccanismi di regolazione della pinza sono disposti solo da un lato;
Sono ovviamente possibili forme di realizzazione diverse da quella descritta, in funzione delle dimensioni e della sagomatura della pinza, senza, per questo, uscire dall'ambito delle rivendicazioni qui di seguito definite.

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. PINZA AUTOBLOCCANTE PER IL SOLLEVAMENTO DI MATERIALE LASTRIFORME, del tipo a due branche in acciaio, incernierate reciprocamente in modo che esse possano essere chiuse o aperte con un serraggio automatico quando vengono a contatto con il prodotto da movimentare, detta pinza caratterizzandosi per il fatto di essere composta da tre elementi: un corpo pinza fisso, una camma ed un carrello mobile porta camma e dove la ganascia fissa va a porsi in contrasto, in modo antagonista, con la forza di spinta generata dalla camma contrapposta realizzando, in tal modo,la chiusura sul prodotto da sollevare.
  2. 2. PINZA, secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la camma risulta montata al1'estremità inferiore del carrello mobile, in modo folle e con un opportuno profilo cosi che, dopo che è stata accostata manualmente alla superficie della lastra, tramite lo spostamento manuale del carrello, essa viene impegnata a compiere una minima rotazione angolare, sufficiente per generare la necessaria forza di presa che realizza l'ancoraggio della lastra stessa.
  3. 3. PINZA, secondo le rivendicazioni 1-2, caratterizzata dal fatto che il carrello mobile ha l'estremità superiore, opposta all'estremità munita di camma, scorrevole entro una losanga ricavata sul corpo fisso, detto carrello risultando in appoggio contro un blocchetto solidale con il suddetto corpo fisso, il tutto essendo conformato in modo che detto carrello diventi autobloccante sotto carico, tramite l'azione di spinta della camma quando la stessa é in posizione di ancoraggio della lastra. h.
  4. PINZA, secondo le rivendicazioni 1-3, caratterizzata dal fatto che la camma presenta il suo profilo sagomato in modo tale da poter assicurare l'ancoraggio di lastre con spessori diversi.
  5. 5. PINZA, secondo le rivendicazioni da i a 4, caratterizzata dal fatto di comprendere un corpo fisso (2), una camma <3), un carrello mobile portacamma (4), sul corpo fisso (2) essendo ricavati la ganascia fissa (5), munita di faccia dentata, che va in serraggio contro la camma (3), l'occhio di sollevamento (6) e l'apertura (7), per la presa ed il trasporto dell'attrezzo. h.
  6. PINZA, secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che la camma (3), munita del profilo sagomato <8) a faccia dentata, costituisce la ganascia mobile della pinza ed è calettata in modo folle, con il perno (9),al1 'estremità inferiore del carrello (4).
  7. 7. PINZA, secondo le rivendicazioni 5 e 6, caratterizzata dal fatto che il carrello (4), costituito da una coppia di segmenti piatti (10), fra i quali è confinata la camma (3), è vincolato a scorrere con la sua estremità superiore, tramite lo spinotto (12), entro la losanga (13), ricavata sul corpo fisso (2) ed è tenuto in guida fra un blocchetto (14) ed un piolo (15), entrambi solidali con il corpo suddetto
  8. 8. PINZA, secondo le rivendicazioni da 5 a 7, caratterizzato dal fatto che il carrello (4) poggia e scorre sulla superficie superiore piana del blocchetto (14) mantenendo un contatto sostanzialmente puntiforme, realizzato con un dente (16) sagomato sul carrello medesimo.
  9. 9. PINZA, secondo le rivendicazioni da 5 a 8, caratterizzato dal fatto che la camma (3) è munita di un piolo (11) avente lo scopo di limitare il campo di rotazione della camma stessa e nel contempo di fungere da impugnatura per lo spostamento manuale del carrello e della camma, nella posizione del punto morto superiore.
  10. 10. PINZA, secondo le rivendicazioni da 5 a 9, caratterizzata dal fatto che la camma (3) è munita di una molla (17), in battuta sul fermo (18) fisso, che serve a mantenere la camma "elastica" nella sua posizione intermedia, impedendo alla stessa di posizionarsi nel punto morto inferiore.
  11. 11. PINZA, secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratter izzata dal fatto che il suo funzionamento avviene tramite il levarismo articolato carré 1-lo/camma che compie due movimenti; dapprima uno spostamento lineare del carrello, per accostare la camma alla lastra (100) e di seguito, in automatico, la rotazione angolare della camma stessa, con la quale si genera la forza di presa sulla lastra.
  12. 12. PINZA, secondo la rivendicazione 11, caratterizzata dal fatto che il baricentro "G" della camma (3) è posizionato rispetto al suo perno di rotazione (9) in modo tale che essa ruoti per gravità verso la lastra (100), andando ad appoggiarsi alla stessa e, quindi per bloccarla con una forza di chiusura (Fc), direttamente proporzionale al carico (P) da sollevare.
  13. 13. PINZA, secondo la rivendicazione 13, caratterizzata dal fatto che esiste un disassamento fra la direzione della forza di sollevamento (Fs), applicata nell'occhio di sollevamento dell'attrezzo e la direzione del peso (P) della lastra. 1^.
  14. PINZA, secondo la rivendicazione 13, caratterizzata dal fatto che il carrello diventa autobloccante sotto carico e rimane in posizione poiché l'azione di spinta della forza (FI)tgenerata dalla camma.viene contrastata dall'azione delle due forze (Fa) e (Fb) agenti sempre sul carrello ed aventi direzione opposta alla forza (FI) suddetta, dette due forze (Fa) e (Fb) essendo generate dalle reazioni vincolari per attrito (rispettivamente Ra e Rb) conseguenti alla forza (F2) applicata sul perno di rotazione della camma suddetta)
  15. 15. PINZA, secondo la rivendicazione 14, caratterizzata dal fatto che lunghezza dei bracei di leva (c), (d) ed (e), per i quali vale la. relazione
    per ottenere il bloccaggio del carrello, sono definiti dalla struttura rigida del carrello stesso, per cui rimangono costanti con il variare dello spessore della lastre e quindi rimangono invariate anche le reazioni vincolari corrispondenti .
  16. 16. PINZA, secondo la rivendicazione 15, caratterizzata dal fatto che l’andamento del profilo della camma risultò, conformato in modo tale da mantenere l'angolo di contatto sostanzialmente costante, indipendentemente dal variare dell'orientamento della camma in posizione di chiusura.
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