ITUD20070099A1 - Dispositivo chirurgico - Google Patents

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ITUD20070099A1
ITUD20070099A1 IT000099A ITUD20070099A ITUD20070099A1 IT UD20070099 A1 ITUD20070099 A1 IT UD20070099A1 IT 000099 A IT000099 A IT 000099A IT UD20070099 A ITUD20070099 A IT UD20070099A IT UD20070099 A1 ITUD20070099 A1 IT UD20070099A1
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prosthesis
oblong
oblong prosthesis
axis
fixing holes
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IT000099A
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Enzo Scaglia
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Enzo Scaglia
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    • A61MEDICAL OR VETERINARY SCIENCE; HYGIENE
    • A61BDIAGNOSIS; SURGERY; IDENTIFICATION
    • A61B17/00Surgical instruments, devices or methods, e.g. tourniquets
    • A61B17/16Bone cutting, breaking or removal means other than saws, e.g. Osteoclasts; Drills or chisels for bones; Trepans
    • A61B17/17Guides or aligning means for drills, mills, pins or wires
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Description

"DISPOSITIVO CHIRURGICO"
CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente trovato si riferisce ad un dispositivo chirurgico utilizzabile nel corso di un intervento chirurgico di ricostruzione di un osso fratturato, particolarmente, ma non esclusivamente, un osso di un arto inferiore del corpo umano, quale il femore o la tibia, mediante l'impianto di una protesi intramidollare.
STATO DELLA TECNICA
È noto che, in un'operazione chirurgica, in caso di rottura di un osso di un arto inferiore, tipo tibia o femore, il chirurgo inserisce una protesi intramidollare, di profilo e dimensioni appropriate, nell'osso. Tale protesi ha, in posizioni predefinite, fori trasversali per il fissaggio, a mezzo viti, all'osso stesso. L'inserimento avviene con l'ausilio di un'apposito elemento di supporto accoppiato alla protesi stessa. Il chirurgo, in seguito, perfora l'arto e l'osso, per realizzare fori di passaggio, allineati con i fori di fissaggio della protesi, attraverso i quali inserire le viti di fissaggio e le eventuali aste di posizionamento.
Una volta inserita la protesi nell'arto, la posizione della protesi, in particolare quella dei fori trasversali di fissaggio, non è più visibile dall'esterno, rendendo difficoltosa l'operazione di perforazione dell'osso in esatto allineamento con i fori trasversali stessi.
Per ovviare a ciò, dopo avere inserito la protesi nell'osso, solitamente si effettua una radiografia dell'arto. Da tale radiografia si ha un'indicazione della posizione interna dei fori di fissaggio. Ciò ha l'inconveniente di sottoporre il paziente, e soprattutto il chirurgo, ad elevate dosi di radiazioni, che con il tempo sono dannose.
Alternativamente, è noto realizzare l'elemento di supporto, che viene utilizzato per l'inserimento nell'osso, con una maschera di foratura fissa, in corpo unico con l'elemento di supporto. Tale soluzione, tuttavia, ha un'operatività limitata, può essere poco precisa ed è ingombrante durante la fase d'inserimento della protesi
Uno scopo del presente trovato è quello di realizzare un dispositivo chirurgico che permetta al chirurgo di avere una precisa indicazione della posizione della protesi e dei relativi fori di fissaggio anche quando la protesi stessa è inserita nell'osso e quindi non è più visibile ad occhio nudo e che consenta, perciò, di realizzare i fori di passaggio attraverso l'osso in esatto allineamento con i relativi fori di fissaggio della protesi inserita nell'osso, che non sia d'ingombro, particolarmente durante l'operazione d'inserimento della protesi stessa, e che sia applicabile a varie condizioni operative.
Per ovviare agli inconvenienti della tecnica nota e per ottenere questo ed ulteriori scopi e vantaggi, la Richiedente ha studiato, sperimentato e realizzato il presente trovato.
ESPOSIZIONE DEL TROVATO
Il presente trovato è espresso e caratterizzato nelle rivendicazioni indipendenti.
Le relative rivendicazioni dipendenti espongono altre caratteristiche del presente trovato, o varianti dell'idea di soluzione principale.
In accordo con il suddetto scopo, un dispositivo chirurgico secondo il presente trovato è utilizzabile per inserire e fissare, in un osso di un arto, una protesi oblunga provvista, in posizioni predefinite, di fori trasversali di fissaggio, per il fissaggio della protesi stessa all'osso. Tale dispositivo chirurgico comprende un elemento di supporto atto ad essere accoppiato temporaneamente alla protesi oblunga per inserire quest'ultima nell'osso.
In accordo con un aspetto caratteristico del presente trovato, l'elemento di supporto è associabile ad una dima di foratura. Tale dima di foratura è atta ad essere selettivamente accoppiata in una predeterminata posizione all'elemento di supporto stesso, all'esterno dell'arto. Tale dima di foratura è coerente con la suddetta protesi oblunga ed è atta a riprodurre almeno la posizione predefinita di uno o più dei suddetti fori di fissaggio.
La dima di foratura è coerente con la protesi almeno nel senso che la sua sagoma e dimensione sono tali che, una volta montata la dima sull'elemento di supporto ed inserita la protesi nell'osso e quindi celata alla vista, la dima stessa funge da esatto riferimento, esterno e quindi visibile dal chirurgo, dei relativi fori trasversali di fissaggio presenti nella protesi, rispetto all'elemento di supporto.
Tale elemento di supporto, una volta accoppiato alla protesi, mantiene costante la sua posizione rispetto alla protesi stessa. Pertanto, la determinazione della posizione reciproca tra la protesi, ed in particolare i suoi fori di fissaggio, e la dima esterna rispetto a tale elemento di supporto risulta molto preciso, nonché agevole.
Il trovato consente, quindi, di realizzare i fori di passaggio attraverso l'osso in esatto allineamento con i relativi fori di fissaggio della protesi inserita nell'osso.
Inoltre, poiché la dima di foratura è selettivamente smontabile rispetto all'elemento di supporto accoppiato alla protesi, il trovato non è di alcun ingombro, particolarmente durante l'operazione d'inserimento della protesi stessa.
Inoltre, una variante del presente trovato consente una pluralità di regolazioni della dima, in modo che sia applicabile a varie condizioni operative e vari tipi di protesi.
Vantaggiosamente, inoltre, il presente trovato non è dannoso per la salute del chirurgo e del paziente.
ILLUSTRAZIONE DEI DISEGNI
Queste ed altre caratteristiche del presente tro vato appariranno chiare dalla seguente descrizione di una forma preferenziale di realizzazione, fornita a titolo esemplificativo, non limitativo, con riferimento agli annessi disegni in cui:
- la fig. 1 è una vista frontale di parte di un dispositivo chirurgico secondo il presente trovato;
- la fig. 2 è una vista frontale di un'altra parte di un dispositivo chirurgico secondo il presente trovato;
- la fig. 3 è una vista di una protesi inserita in un femore;
- la fig. 4 è una sezione parziale ingrandita di una parte del dispositivo chirurgico di fig. 2;
- la fig. 5 è una sezione parziale ingrandita di un'ulteriore parte del dispositivo chirurgico di fig. 1;
- la fig. 6 è una sezione parziale ingrandita di un'ulteriore parte del dispositivo chirurgico di fig. 1;
- la fig. 7 è una vista laterale parziale di una variante del dispositivo chirurgico di fig. 1; e
- la fig. 8 è una sezione della variante di fig. 7
DESCRIZIONE DI UNA FORMA PREFERENZIALE DI
REALIZZAZIONE
Con riferimento alla fig. 1, un dispositivo chirurgico 10 secondo il presente trovato comprende, in modo tradizionale, un supporto 16 atto ad essere accoppiato, mediante una vite 23 e come sarà illustrato nel dettaglio nel prosieguo della descrizione, ad una protesi oblunga 12, del tipo intramidollare, inseribile in un femore 14 (fig. 3). Tale supporto 16 è impiegato per inserire la protesi 12 nel femore 14 ed in particolare è provvisto di una porzione di battuta 38, sulla quale il chirurgo batte con un apposito martello specifico del settore chirurgico ortopedico, non rappresentato nei disegni, per inserire a forza la protesi 12 nel femore 14.
La protesi 12 è provvista di fori trasversali 13, 15, 17, una coppia di fori 13, 15 superiori, ed un singolo foro 17 inferiore, mediante i quali, e grazie a viti di fissaggio non rappresentate nei disegni, la protesi 12 stessa può essere fissata stabilmente al femore 14. Per fare ciò, il chirurgo deve effettuare fori di passaggio nel femore 14 (fig. 3) per il passaggio di tali viti, in posizione correttamente allineata con i suddetti fori 13, 15, 17, mediante la punta di un apposito trapano specifico del settore chirurgico ortopedico, non rappresentato nei disegni.
Per realizzare in modo corretto i fori di passaggio nel femore 14, corrispondenti ai fori 13, 15 e 17, il dispositivo 10 comprende una dima di foratura 40 (figg. 1 e 2).
Le dimensioni e/o la sagoma di tale dima 40 sono coerenti con la protesi 12 da inserire, in modo da poter fungere da esatto riferimento esterno per il chirurgo, quando la protesi 12 è inserita nel femore 14 e quindi non più visibile.
Tale dima 40 comprende tre elementi di guida tubolari 25, 26 e 28, di lunghezza compatibile con l'estensione del supporto 16.
Le corrispondenti cavità di tali tre tubolari 25, 26 e 28 fungono da guida di riferimento, lungo i rispettivi assi longitudinali T, T' e T'', per l'azione di perforazione della punta del trapano, in modo allineato con i suddetti fori 13, 15 e 17.
Come si vede, tali assi T, T' e T'' sono, in condizioni ideali di perforazione, allineati con gli assi dei fori 13, 15 e 17 (figg. 1 e 2).
La dima 40 ha una parte terminale 39 (fig. 1) che è selettivamente accoppiabile in modo univoco, mediante una vite 21, al supporto 16, per supportare i tubolari di guida 25 e 26, ed un'altra parte terminale 139, montabile in alternativa alla parte 39, anch'essa selettivamente accoppiabile in modo univoco, mediante la vite 21, al supporto 16, per supportare il tubolare 28, come di seguito illustrato.
In questo modo, il chirurgo, prima di inserire la protesi 12 nel femore 14, accoppia la dima 40 al supporto 16, con alternativamente la parte 39 o la parte 139, e predispone nella corretta posizione i tubolari 25, 26 e 28, in modo coordinato e coerente con la posizione predefinita di ciascuno dei fori 13, 15 e 17 della protesi 12.
A seguito di tale operazione di posizionamento, il chirurgo separa la dima 40 dal supporto 16 ed inserisce, così, la protesi 12 nel femore 14, senza l'ingombro e la scomodità di eseguire tale operazione con la dima 40 collegata alla protesi 12.
Una volta inserita la protesi 12, il chirurgo accoppia nuovamente la dima 40 al supporto 16, riproducendo, così, le corrette condizioni di allineamento ed il corretto riferimento di posizione dei fori 13, 15 e 17 della protesi 12, grazie all'univoco accoppiamento dima 40 — supporto 16 ed al corretto posizionamento dei tubolari 25, 26 e 28 effettuato in precedenza. Vantaggiosamente, inoltre, in questa fase i tubolari di guida 25, 26 e 28 sono resi scorrevoli lungo i relativi assi T, T' e T'' e sono, così, posizionabili con le rispettive estremità in determinate posizioni, in sostanziale contatto, o comunque in stretta prossimità, del femore 14. In questo modo si impedisce che la punta del trapano, guidata all'interno dei tubolari 25, 26 e 28 stessi, slitti o si inclini rispetto all'asse longitudinale di questi ultimi, ad esempio a causa delle irregolarità della superficie ossea o delle sollecitazioni che occorrono durante l'operazione di perforazione.
In questo modo il chirurgo, pur non vedendo effettivamente dove sono posizionati i fori 13, 15 e 17 della protesi 12, è in grado di risalire alla loro disposizione, grazie al corretto allineamento riferito dai tubolari 25, 26 e 28. A questo punto, il chirurgo può effettuare correttamente la perforazione mediante la punta del trapano, attraverso tali tubolari 25, 26 e 28.
Alternativamente, la dima 40 può rimanere accoppiata alla protesi 12, mentre quest'ultima viene inserita nel femore 14, con l'accorgimento di distanziare opportunamente i tubolari 25, 26 o 28 dalla protesi 12 facendoli scorrere lungo i rispettivi assi longitudinali T e T', in modo da far passare l'arto del paziente nello spazio tra protesi 12 e dima 40.
Vantaggiosamente, la dima 40 comprende un gruppo di regolazione, formato da organi di regolazione 18, 32, 34, 36 e 42, che consente un'ampia tipologia di regolazioni nello spazio dei tubolari 25, 26 e 28, per potersi adattare agevolmente ad un ampia gamma di tipologia di protesi 12, sia come sagoma, sia come dimensioni, sia come posizione dei fori della protesi stessa.
A titolo esemplificativo e non limitante, vengono di seguito illustrate forme di realizzazione dei suddetti organi di regolazione 18, 32, 34, 36 e 42. E' chiaro che, secondo necessità, le funzionalità di due o più di questi organi di regolazione possono essere raggruppate in un unico dispositivo di regolazione .
In particolare, tale gruppo di regolazione comprende un organo telescopico 18 che consente una regolazione lineare in altezza della posizione dei tubolari 25 e 26, lungo un asse Y' parallelo all'asse longitudinale Y della protesi 12 quando tale protesi 12 è accoppiata alla dima 40, come indicato dalla freccia M.
L'estensione in altezza di tale organo telescopico 18 è direttamente correlata con la dimensione longitudinale della protesi 12, in modo da poter regolare la distanza d e d', rispettivamente del tubolare 25 e 26, dal supporto 16. In particolare, tale organo telescopico 18 è formato da due montanti 20 e 22 coassiali all'asse Y', di cui un montante esterno 20 fissato alla parte terminale 39 della dima 40 ed un montante interno telescopico 22, scorrevole nel montante 20. La posizione relativa tra tali due montanti 20 e 22 è selettivamente determinata mediante una ghiera di bloccaggio 24, agevolmente manovrabile dall'esterno dal chirurgo o da un operatore preposto.
Tre organi di regolazione 32, 34 e 36 in particolare consentono la regolazione angolare dei due tubolari 25 e 26, ed un organo di regolazione 42 permette la regolazione sia lineare, sia angolare, del tubolare 28, in funzione delle contingenti necessità operatorie.
L'organo di regolazione 32 consente di ruotare e bloccare selettivamente in una posizione angolare determinata i tubolari 25 e 26 rispetto ad un asse Y'', parallelo agli assi Y e Y' sopraccitati, come indicato dalla freccia F. A tale scopo, l'organo 32 comprende una piastrina orizzontale 29, fissata all'estremità superiore del montante 22 sulla quale, mediante un perno verticale 31, è imperniato un blocchetto di supporto 33 attorno all'asse Y''. La posizione angolare di tale blocchetto 33 è selettivamente fissabile, mediante un dado di bloccaggio 35 del perno verticale 31, e ciò, come risulta evidente dai disegni allegati e dal prosieguo della descrizione, determina anche la posizione angolare dei tubolari 25 e 26 attorno all'asse Y''.
L'organo di regolazione 34 consente di ruotare e bloccare selettivamente in una posizione angolare determinata i tubolari 25 e 26 rispetto ad un asse X, ortogonale e complanare agli assi Y e Y' sopraccitati, come indicato dalla freccia G. Tale organo 34 è costituito da un ulteriore blocchetto 41 che, mediante un perno orizzontale 37, è imperniato al suddetto blocchetto 33 attorno al suddetto asse X. La posizione angolare di tale blocchetto 41 è selettivamente fissabile, mediante un dado di bloccaggio 43 del perno orizzontale 37, e ciò, come risulta evidente dai disegni allegati, determina anche la posizione angolare dei tubolari 25 e 26 attorno all'asse X.
L'organo di regolazione 36 consente di ruotare e bloccare selettivamente in una posizione angolare determinata i tubolari 25 e 26 rispetto ad un asse Z (fig. 5) ortogonale al piano definito dagli assi X, Y' ed Ϊ" ed individuato in fig. 1 dal punto, o centro di rotazione, C.
In particolare, tale organo 36 comprende una piastrina 30, montata sul suddetto blocchetto 41, e sulla quale sono montate due piastrine circolari 48 e 49, aventi ciascuna una sede di alloggiamento 48a, 49a in cui è posizionata un'estremità dei tubolari 25 e 26. Tali piastrine 48 e 49 sono imperniate, in corrispondenza del punto C, mediante una vite 45.
Le piastrine 48 e 49 possono essere bloccate selettivamente in un corpo unico, mediante la vite 45, in modo da poter essere ruotate contemporaneamente attorno al suddetto asse Z e poter determinare, così, la posizione angolare di entrambi i tubolari 25 e 26 attorno a tale asse Z, come indicato dalla freccia L di fig. 5.
Inoltre, l'organo di regolazione 36 consente anche di regolare la posizione angolare reciproca dei tubolari 25 e 26 rispetto al centro C, sostanzialmente a forbice, permettendo di divaricarli ed av vicinarli, come indicato dalla freccia N di fig. 1. Per fare ciò, la vite 45 viene sbloccata, le piastrine 48 e 49 sono ruotate indipendentemente l'una dall'altra e nuovamente bloccate mediante la vite 45, in determinate posizioni angolari.
Mediante l'organo di regolazione 36, inoltre, è possibile spostare linearmente i tubolari 25 e 26 lungo i rispettivi assi longitudinali T e T', avvicinandoli ed allontanandoli, in volute posizione, rispetto all'asse Y della protesi 12, come indicato dalla freccia R di fig. 1. E' sufficiente, infatti, sbloccare la vite 45 e far scorrere i tubolari 25 e 26 nelle sedi 48a e 49a, lungo gli assi T e T', per la lunghezza desiderata e bloccare nuovamente il tutto con la vite 45. Ciò è vantaggioso, come detto, perché permette di posizionare i tubolari 25 e 26 a contatto con il femore 14, in modo che, durante la perforazione, la punta del trapano non slitti né si inclini rispetto all'asse longitudinale T e T' .
Infine, l'organo di regolazione 42 viene montato sulla parte 139, in particolare su un montante verticale 120 di quest'ultima. Tale organo 42 permette la regolazione del tubolare 28, sia linearmente lungo l'asse Y', sia angolarmente, rispetto ad un asse Z', ortogonale all'asse Y'. A tale scopo, l'organo 42 (fig. 4) comprende una boccola 50, atta ad essere calzata sul montante 120 e fissata ad esso mediante due alette 51 bloccate da una vite 52. La boccola 50 è così, posizionabile, lungo l'asse Y' ad una voluta altezza.
Sulla boccola 50 è montata una piastrina di supporto 53, fissa rispetto alla boccola 50, ed una piastrina circolare 54 provvista di due asole anulari 56, concentriche rispetto all'asse Ζ'. A sua volta, la piastrina 54 supporta in modo solidale la boccola 128, nella quale viene inserito il tubolare 28 e che ne consente lo scorrimento lungo l'asse T'' per il posizionamento in sostanziale prossimità del femore 14. Il tutto è fissato alla boccola 50 mediante due viti 55, che impegnano nelle suddette asole anulari 56 della piastrina 54.
La piastrina 54 ha, così, la possibilità di ruotare guidata dalle asole anulari 56 come indicato dalla freccia P e di venire posta in una voluta posizione angolare, determinando la voluta inclinazione della boccola 128 e, quindi, del tubolare di guida 128.
Inoltre, potendo scorrere la boccola 50 lungo il montante 20, la posizione verticale della boccola 128, e quindi del tubolare 28 è, così, regolabile in altezza.
Secondo una variante del suddetto organo di regolazione 42, indicata per comodità con il riferimento 142, illustrata nelle figg. 7 e 8 in cui a parti uguali corrispondono numeri di riferimento uguali, 11 tubolare 28 è montato su una barra 57, che collega il terminale 39 della dima 40 con il supporto 16 per la protesi 12. In tal caso l'organo di regolazione 142 ha una vite 145 che lo posiziona sul braccio 57. Tale vite 145 è inserita in un'asola lineare 58 del braccio 57, in modo che l'organo 142 sia complessivamente scorrevole per regolare la posizione della boccola 128, e quindi del tubolare 28, lungo un asse X', ortogonale all'asse Y della protesi 12, in modo da avvicinare od allontanare selettivamente il tubolare 28 rispetto alla protesi 12 stessa. Inoltre, il tubolare 28, grazie alla vite 145, è anche selettivamente orientabile in determinate posizione angolari attorno ad un asse Z'', ortogonale al suddetto asse X'. In tale variante, il braccio 57 è vantaggiosamente sagomato con una rientranza, come si vede in fig. 8, in cui alloggia l'organo di regolazione 142, la quale è di idonee dimensioni, in modo da consentire un ottimale allineamento tra tubolare 28 e foro 17 della protesi 12.
E' da notare che l'accoppiamento tra il supporto 16 e la protesi 12 è rilevante per il presente trovato, in quanto la costanza e sicurezza della posizione del supporto 16 rispetto alla protesi 12 è alla base dell'esattezza dell'allineamento consentito dalla dima 40. In altre parole, il supporto 16 è un riferimento fisso ed inalterato per il chirurgo, tra la condizione in cui la protesi 12 è esterna all'arto e la dima 40 viene accoppiata e regolata coerentemente con la protesi 12 stessa e la condizione in cui la protesi 12 è nel femore 14, celata alla vista, e la dima 40 viene nuovamente accoppiata ad essa per realizzare i fori di passaggio nel femore 14.
Inoltre, tale accoppiamento tra supporto 16 e protesi 12 deve impedire, oltre che movimenti assiali, anche indesiderate rotazioni della protesi 12 attorno al suo asse Y, poiché se ciò accadesse si avrebbe uno sfasamento angolare tra la posizione dei fori 13, 15 e 17 ed i corrispondenti tubolari 25, 26 e 28. In questo caso si avrebbero i fori 13, 15 e 17 ad un'altezza coordinata con l'altezza dei tubolari 25, 26 e 28, ma ruotati e quindi non in fase e sarebbe impossibile l'allineamento e l'inserimento delle viti di fissaggio del femore 14.
A tale scopo, ed in accordo con una forma realizzativa vantaggiosa del presente trovato, il supporto 16 comprende un innovativo gruppo di fissaggio 70 per l'accoppiamento con la protesi 12 (fig. 6). Tale gruppo di fissaggio 70 comprende un elemento tubolare 61 con un'estremità filettata 63. La protesi 12 ha un'estremità svasata, o a campana, 65, per poter essere calzata sul tubolare 61 ed è al suo interno sagomata a madrevite 66 coniugata alla estremità filettata 63 del tubolare 61. Una boccola 67 è atta ad essere calzata sul tubolare 61, risultando, in uso, inserita nella estremità svasata 65 della protesi 12, intermedia tra tubolare 61 e protesi 12. In particolare, tale boccola 67 ha sia una porzione conica 68 atta ad essere inserita nella suddetta estremità 65, sia una parte esterna filettata 69, di forma cilindrica coordinata con la sezione del tubolare 61, sulla quale avvitare un corrispondente dado 60 internamente filettato in modo coniugato alla boccola 67 stessa. La porzione conica 68 ha, vantaggiosamente, una sezione trasversale non completamente curvilinea, cioè con almeno un tratto rettilineo 71 antirotazione, vantaggiosamente due, che, cooperando con la superficie interna dell'estremità svasata 65, impediscono la rotazione della protesi 12 attorno al suo asse Y.
In questo modo si realizza sia un efficace bloccaggio assiale ed angolare tra il supporto 16 e la protesi 12, che sono, quindi, uniti come un corpo unico, sia un efficace sblocco.
L'accoppiamento e bloccaggio avviene inserendo la protesi 12 sulla boccola 67 ed avvitando il tubolare 61, mediante la vite 23. Ulteriormente, l'accoppiamento conico con la parte conica 68 della boccola 67, a seguito dell'azione del chirurgo con il martello sulla porzione di battuta 38, viene reso ancora più saldo e difficile da rilasciare. Nella tecnica nota lo sblocco avviene solitamente rilasciando la vite 23 e colpendo leggermente e ripetutamente l'estremità 65 della protesi, in modo da disaccoppiarla dalla porzione conica 68. Ciò, ovviamente, può portare a danneggiare sia il femore 14, sia la protesi 12.
Vantaggiosamente, il presente trovato consente, invece, lo sblocco della protesi 12 dalla parte conica 68 in modo sicuro e rapido. Infatti, secondo il presente trovato, una volta svitata la vite 23, il dado 60 viene avvitato verso l'estremità 65 della protesi 12, finché va in battuta su di essa, sbloccandone l'accoppiamento con la parte conica 67. Tale sblocco è agevole e rapido, in quanto sfrutta efficacemente la coppia rotante impartita al dado, trasformandola in spinta assiale sulla protesi 12.
Il gruppo di fissaggio 70 è vantaggioso, inoltre, poiché permette di adattare rapidamente il dispositivo 10 alle differenti conformazioni e dimensioni delle protesi 12, in particolare dell'estremità 65, normalmente utilizzate nella pratica chirurgica, senza cambiare tutto il supporto 16. E' sufficiente, infatti, cambiare il tipo di tubolare 61 e di boccola 67, selezionandole secondo le esigenze.
È chiaro che al dispositivo chirurgico fin qui descritto possono essere apportate modifiche e/o aggiunte di parti, senza per questo uscire dall'ambito del trovato.
Ad esempio, invece che realizzare tre diversi organi di regolazione 32, 34 e 36, ognuno dei quali definente un corrispondente imperniamento assiale, verticale od orizzontale, e quindi un'unica possibilità di regolazione lungo un relativo asse, è possibile integrare tali organi di regolazione in un unico organo di regolazione, utilizzando uno snodo sferico che consente di orientare secondo necessità i tubolari 25 e 26 nello spazio.
Un'altra modifica è quella di realizzare la dima 40 utilizzabile solo in correlazione con una specifica protesi 12 di determinate dimensioni e posizioni dei fori. In questa variante la dima 40 ha i tubolari di guida 25, 26 e 28 disposti fissi su tre corrispondenti montanti verticali, in una predeterminata posizione fissa corrispondente alla posizione dei fori della specifica protesi 12. Tale soluzione ha il vantaggio di non dover realizzare elementi telescopici od altri organi di regolazione.
Inoltre, un tecnico del settore potrà sostituire i tubolari di guida per la punta del trapano con altri congegni di guida, di tipo meccanico, elettronico, ottico, o combinazione di essi, in modo equivalente .
È anche chiaro che, sebbene il presente trovato sia stato descritto con riferimento ad esempi specifici, un esperto del ramo potrà realizzare altre forme equivalenti di dispositivo chirurgico, aventi le caratteristiche espresse nelle rivendicazioni e quindi tutte rientranti nell'ambito di protezione da esse definito.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Dispositivo chirurgico per inserire e fissare, all'interno di un osso (14) di un arto, una protesi oblunga (12) provvista, in posizioni predefinite, di fori trasversali di fissaggio (13, 15, 17), comprendente un elemento di supporto (16) atto ad essere accoppiato temporaneamente a detta protesi oblunga (12) per inserire detta protesi oblunga (12) in detto osso (14), caratterizzato dal fatto che comprende, inoltre, una dima di foratura (40) atta ad essere selettivamente accoppiata in una predeterminata posizione a detto elemento di supporto (16), all'esterno di detto arto, e che detta dima di foratura (40) è coerente con detta protesi oblunga (12) ed è atta a riprodurre almeno la posizione predefinita di uno o più di detti fori trasversali di fissaggio (13, 15, 17).
  2. 2. Dispositivo come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta dima di foratura (40) comprende elementi di guida (25, 26, 28), ciascuno dei quali è atto ad essere posizionato, di volta in volta, in modo coordinato con la posizione predefinita di detti fori trasversali di fissaggio (13, 15, 17), per guidare la punta di un utensile di perforazione per realizzare fori di passaggio in detto osso ( 14 ) .
  3. 3. Dispositivo come nella rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detta dima (40) comprende una pluralità di organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) atti a predeterminare e prefissare selettivamente la posizione di uno o più di detti elementi di guida (25, 26, 28) rispetto a detti fori di fissaggio (13, 15, 17), in modo che la posizione risultante di ciascuno di detti fori di passaggio sia coordinata con la posizione predefinita di ciascuno di detti fori di fissaggio (13, 15, 17).
  4. 4. Dispositivo come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che un primo (18) di detti organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) è atto a determinare selettivamente la distanza (d, d') tra almeno due primi (25, 26) di detti elementi di guida (25, 26, 28) e detto elemento di supporto (16), lungo una prima direzione di regolazione lineare (Y ') sostanzialmente parallela all'asse longitudinaie (Y) di detta protesi oblunga (12).
  5. 5. Dispositivo come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che un secondo (32) di detti organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) è atto a determinare selettivamente la posizione angolare di detti due elementi di collegamento (25, 26) rispetto ad un primo asse d'imperniamento (Y'') sostanzialmente parallelo a detta prima direzione di regolazione lineare (Υ').
  6. 6. Dispositivo come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che un terzo (34) di detti organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) è atto a determinare selettivamente la posizione angolare di detti due elementi di collegamento (25, 26) rispetto ad un secondo asse d'imperniamento (X) sostanzialmente ortogonale a detta prima direzione di regolazione lineare (Υ').
  7. 7. Dispositivo come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che un quarto (36) di detti organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) è atto a determinare selettivamente la posizione angolare di detti due elementi di collegamento (25, 26) attorno ad un centro di rotazione (C) associato ad un asse di rotazione (Z) ortogonale sia a detto secondo asse d'imperniamento (X), sia a prima detta direzione di regolazione lineare (Υ').
  8. 8. Dispositivo come nella rivendicazione 7, caratterizzato dal fatto che detto quarto organo di regolazione (36) è atto a determinare selettivamente la posizione angolare di un primo (25) di detti due elementi di collegamento (25, 26) rispetto ad un secondo (26) di detti due elementi di collegamento (25, 26), attorno a detto asse di rotazione (Z).
  9. 9. Dispositivo come nella rivendicazione 7 o 8, caratterizzato dal fatto che il quarto organo di regolazione (36) è atto, inoltre, a determinare selettivamente la posizione lineare di detti due elementi di collegamento (25, 26) lungo i rispettivi assi longitudinali (T, T'), rispetto all'asse longitudinale (Y) di detta protesi oblunga (12).
  10. 10. Dispositivo come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che un quinto (42) di detti organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) è atto a determinare selettivamente la posizione di un terzo (28) di detti elementi di guida (25, 26, 28), sia linearmente lungo detta prima direzione di regolazione lineare (Υ') sia angolarmente attorno ad un asse (Z') ortogonale a prima detta direzione di regolazione lineare (Υ').
  11. 11. Dispositivo come nella rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che il quinto organo di regolazione (42) è atto, inoltre, a determinare selettivamente la posizione lineare del terzo elemento di guida (28) lungo il rispettivo asse longitudinale (T''), rispetto all'asse longitudinale (Y) di detta protesi oblunga (12).
  12. 12. Dispositivo come nella rivendicazione 3, caratterizzato dal fatto che un quinto (42) di detti organi di regolazione (18, 32, 34, 36, 42) è atto a determinare selettivamente la posizione di un terzo (28) di detti elementi di guida (25, 26, 28), sia linearmente lungo una seconda direzione di regolazione lineare (Χ') ortogonale a detto asse longitudinale (Y) di detta protesi oblunga (12), sia angolarmente attorno ad un asse (Z'') ortogonale a detta seconda direzione di regolazione lineare (Χ').
  13. 13. Dispositivo come in una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che comprende un gruppo di fissaggio (70) per l'accoppiamento selettivo di detta protesi oblunga (12) con detto elemento di supporto (16), il quale comprende : - un elemento tubolare (61), inserito in detto elemento di supporto (16) ed atto ad essere accoppiato ad una estremità filettata (65) di detta protesi oblunga (12), - una boccola (67) esternamente filettata atta ad essere calzata su detto elemento tubolare (61) ed avente una parte conica (68) atta ad essere inserita in detta estremità filettata (65) per realizzare un accoppiamento conico con detta protesi oblunga ( 12 ) ; ed - un elemento di bloccaggio (60) selettivamente azionabile per disaccoppiare detta estremità filettata (65) di detta protesi oblunga (12) da detta parte conica (68) di detta boccola (67).
  14. 14. Dispositivo come nella rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta dima di foratura (40) comprende elementi di guida (25, 26, 28), ciascuno dei quali è disposto in una predeterminata posizione fissa, in modo coordinato con la posizione predefinita di detti fori trasversali di fissaggio (13, 15, 17), per guidare la punta di un utensile di perforazione per realizzare fori di passaggio in detto osso (14).
  15. 15. Procedimento per determinare, mediante un dispositivo chirurgico, la corretta posizione di fori di fissaggio (13, 15, 17) di una protesi oblunga (12) inserita all'interno di un osso (14) di un arto, in cui la protesi oblunga (12) è atta ad assumere una prima condizione, in cui è visibile, ed una seconda condizione, in cui è inserita all'interno dell'osso (14), caratterizzato dal fat-to che comprende una prima fase in cui, nella prima condizione di detta protesi oblunga (12), viene accoppiata, in una determinata posizione, una dima di foratura (40) a detta protesi oblunga (12), mediante un elemento di supporto (16), in modo da individuare, nella dima di foratura (40), almeno la coordinata posizione predefinita di uno o più dei fori di fissaggio (13, 15, 17), una seconda fase in cui la protesi oblunga (12) viene fatta passare dalla prima condizione alla seconda condizione ed una terza fase in cui, nella seconda condizione della protesi oblunga (12), la dima di foratura (40) è configurata rispetto alla protesi oblunga (12) nella determinata posizione, in modo da riprodurre la posizione predefinita di uno o più dei fori di fissaggio (13, 15, 17) anche nella seconda condizione di detta protesi oblunga (12).
  16. 16. Procedimento come nella rivendicazione 15, caratterizzato dal fatto che, nella seconda fase, la dima di foratura (40) viene disaccoppiata dalla protesi oblunga (12) e nella terza fase viene nuovamente accoppiata alla protesi oblunga (12).
  17. 17. Procedimento come nella rivendicazione 15 o 16, caratterizzato dal fatto che, nella seconda fase, uno o più elementi di riferimento (25, 26, 28) della dima di foratura (40) vengono distanziati dalla protesi oblunga (12) e nella terza fase detti elementi di riferimento (25, 26, 28) vengono nuovamente avvicinati alla protesi oblunga (12).
  18. 18. Dispositivo chirurgico, sostanzialmente come descritto, con riferimento agli annessi disegni
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