ITTV950113A1 - Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno del tipo ottenuta in filo metallico - Google Patents

Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno del tipo ottenuta in filo metallico Download PDF

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Abstract

Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno del tipo ricavata mediante del filo metallico, consistendo nel prevedere:- un ponte di collegamento e mezzo di supporto dei naselli, ottenuto monoliticamente con una forma ad "U" capovolta, in cui ognuna delle due estremità discendenti realizza inferiormente un anello, per poi prevedere un tratto ascendente, seguito sull'estremità da una forcella le cui estremità sono introdotte obliquamente attraverso la lente interessata;- alternativamente alla soluzione precedente, in cui al tratto ascendente segue un risvolto a 90° verso l'esterno interferendo in parte con una lente, preventivamente fresata, seguito da un tratto ulteriormente ripiegato che attraversa obliquamente la stessa;- l'andamento delle estremità del musetto che realizzano una curva verso l'esterno;- gli anelli del musetto allineati alle due estremità parallele di ancoraggio alla lente;- la realizzazione di un incavo lungo il bordo di ogni lente, accogliendo un anello perimetrale.

Description

PERFEZIONAMENTO AD UNA STRUTTURA DI OCCHIALE A GIORNO DEL TIPO OTTENUTA IN FILO METALLICO.
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto un perfezionamento ad una s di occhiale a giorno del tipo ottenuta in filo metallico.
L'innovazione, trova particolare se pur non esclusiva applicazione-nel settore della produzione e nella commercializzazione in quantità non limitate di occhiali, sia per l'uso correttivo che da sole, od anche per l'abbellimento personale.
E' noto che partecipano, nello stato della tecnica, una moltitudine di montature per occhiali, le quali, si compongono principalmente di una parte atta al sostegno delle lenti, data da due oculari spesso uniti tra di loro da un ponte; dai naselli, che talvolta possono essere ottenuti monoliticamente con gli oculari; ed infine da astine di sostegno. Buona parte di queste ultime, prevede dei dispositivi, ottenuti in prossimità dell'incemieramento agli oculari, per consentire l'impegno elasticizzato a quella parte associata alla montatura propriamente detta muso o musetto. Tale funzione, ottenuta su entrambi i lati dell'occhiale, da un lato, ha il vantaggio di conferire una maggiore ergonomicità, consentendo anche una buona dose di adattamento alle diverse conformazioni anatomiche del viso di ogni soggetto portatore, dall'altro renderebbe più agevole l’indossabilità, e contestualmente più facilmente sopportabili dal vasto pubblico poiché le astine generalmente tenderebbero a comprimere di meno le tempie.
Le aziende del settore, quindi, da tempo si sono orientate in tal senso, con lo scopo principale di ricercare delle soluzioni innovative e spesso migliorative, sia in termini di funzionamento che di dimensioni, rispetto alle preesistenti.
Ad esempio, una tradizionale astina elasticizzata, che ha trovato largo consenso nel pubblico consumatore, è costituita dalla domanda di brevetto europeo n.79400087.7, in cui si descrive una cerniera elastica per montatura di occhiali, essenzialmente costituita da una scatola, associata di lato all'astina, di contenimento di un mezzo tirante coassiale alla detta scatola, ed in cui la parte terminale del tirante è filettata, sulla quale si avvita una bussola che assicura il posizionamento di una molla, mentre dall'altro lato è in battuta, all'interno di una sede ricavata nella detta scatola.
Ancora un sistema, basato concettualmente sulla soluzione prevista dal brevetto precedente, può essere costituito dal modello di utilità italiano n. 181221, avente per oggetto una cerniera perfezionata per l'articolazione ad una montatura di occhiali di una asta elasticamente divaricabile, in cui si prevede un supporto squadrato annegato nella montatura, sul quale si impernia un supporto anch'esso squadrato costituente spallamento per la compressione di una molla.
Il brevetto italiano n. 1 147 198, ha per oggetto un'astina per occhiali ad incender amento elastico, in cui l'estremità dell'astina comporta un blocchetto forato assialmente entro il quale si infila una estremità di connessione della cerniera. Proseguendo con un diametro ridotto, porta infilata una lamina spigolata che si incastra entro la foratura mentre posteriormente a questa è prevista una molla elicoidale di tensione bloccata all'estremità dell'elemento con una ghiera filettata. In tal caso si consente l'apertura elastica dell'astina secondo un determinato angolo mediante cedimento elastico dell'attacco di cerniera.
Gli inconvenienti riscontrabili, in genere comuni alle soluzioni citate; sono costituiti essenzialmente dalla eccessiva complessità dei dispositivi utilizzati. Infatti, nonostante svolgano egregiamente il proprio compito, determinano non pochi problemi in fase esecutiva, da un lato per quanto riguarda la Tealizzazione degli innumerevoli componenti di precisione, dall'altro nel loro assemblaggio, in definitiva incidendo in misura considerevole sui tempi e costi. Tra gli scopi principali delle aziende del settore, vi è stato quindi quello di giungere alla realizzazione di dispositivi di elasticizzazione dell'astina, che, pur essendo maggiormente contenuti dimensionalmente, offrissero una ricercata funzionalità mirando nel contempo a ridurre i componenti, facilitando l'assemblaggio ed abbattendo i costi.
Nel panorama delle montature più recenti, in linea con i principi sopra esposti, e che si propongono più o meno validamente sul mercato, è nota la soluzione di cui al brevetto europeo n. 546 589 (Lindberg), avente per oggetto dei mezzi per il supporto delle lenti negli occhiali, particolarmente del tipo con montatura a giorno. La caratteristica principale di tale occhiale, consiste nel prevedere, in luogo del tradizionale dispositivo di elasticizzazione dell'astina, peraltro complesso, poiché composto da innumerrevoli parti meccaniche, una modifica della conformazione della parte terminale dell'astina, in modo tale da renderla, pur semplificata, ugualmente cedevole rispetto al musetto di impemiamento. Più in dettaglio, l'occhiale in questione si compone di due lenti, con montatura a giorno, ovvero del tipo prive di telaio che contiene, circoscrivendo, le lenti. Conseguentemente, sempre le lenti, sono unite tra loro dal solo ponte, che nel caso di specie è ottenuto in filo, il quale oppurtanamente ripiegato, realizza delle semplici asole l'impegno di corrispondenti naselli. Il medesimo ponte in filo, sempre : della particolare conformazione, prevede di lato ai naselli delle zanche d'ancoraggio, date dalle due estremità contrapposte del filo ripiegato. A questo punto, l'ancoraggio della singola lente viene ottenuto praticando dei fori oblunghi necessari ad accogliere le estremità ripiegate in filo del ponte.
Un'ulteriore caratteristica innovativa, rilevabile dalla proposta Lindberg, è riscontrabile nelle astine. Anche in tal caso, sono ottenute in filo metallico, opportunamente ripiegate e rispettivamente, da un lato, risvoltate verso il basso per avvolgere come consuetudine parte del padiglione auricolare, dall'altro realizzando una spirale, dove la conformazione dell'avvolgimento si sviluppa ortogonalmente al tratto dell'astina. Il foro, ottenuto coassialmente alla spirale, costituisce mezzo femmina per l'incemierarnento della stessa al musetto-perno associato ad ogni lente dell'occhiale. Ancora più in dettaglio, una lente dell'occhiale, dal lato opposto di ancoraggio del nasello, prevede un foro che accoglie, passante trasversalmente, un tratto di filo ripiegato, da un lato ancorandosi lungo il bordo dell’occhiale, essendo ripiegato su se stesso, dall'altro protraendosi per un breve tratto in orizzontale seguito da un ulteriore tratto ripiegato a 90°, in modo tale da ottenere un perno disposto in verticale. Detto perno, viene quindi accolto coassialmente alla spirale, ottenendo l'incemieramento dell'astina. In definitiva, il cedimento elastico della stessa, è reso possibile dalla terminazione della spirale, la quale insiste, flettendo l'astina verso l'esterno, lungo il tratto orizzontale del mezzo maschio di incemieramento alla lente dell'occhiale.
In entrambi i casi, previsti nella soluzione Lindberg, per l’ancoraggio. alla lente sia del musetto di ogni singola astìna, che di una estremità del ponte e quindi dei naselli, il foro è singolo, ed interessa perpendicolarmente l’intero spessore della lente. Detto foro presenta, come illustrano le rispettive tavole, una tipica forma essenzialmente oblunga, per accogliere, previa l'interposizione di collanti, la terminazione del filo del componente interessato. Questa, è costituita da un tratto retto che attraversa per intero lo spessore della lente, sino a fuoriuscire, seguito da un tratto perpendicolare al primo e quindi essere ulteriormente ripiegato a 90° sopra il detto primo, disponendosi parallelo.
Nel medesimo testo brevettuale, vengono inoltre descritte delle varianti tecniche, soprattutto per quanto riguarda la struttura di sostegno delle lenti, nel caso di specie, prevedendo la lavorazione del filo in modo tale da interessare la sola parte superiore in una prima soluzione, od alternativamente, la sola parte inferiore. Di conseguenza, si ottiene mediante opportune pieghe e risvolti dello stesso una unica struttura che assolve alla funzione di musetto, ai lati dell'occhiale per rincemierainento delle astine, e centralmente, di unione, mediante ponte, delle due lenti nonché costituendo mezzi di ancoraggio per i rispettivi naselli.
Gli inconvenienti che si possono riscontrare nella predetta soluzione, soprattutto con riguardo all’incemieramento, possono essere attribuiti alla complessità di lavorazione del filo, con particolare riferimento alla necessità di dovere ricorrere in prossimità delle terminazioni delle astine, all'ottenimento della spirale. In secondo luogo, non risulterebbe efficace nelfassicurare la tenuta tra il perno maschio, previsto nel musetto, e la sede ricettacolo della spirale, tendendo frequentemente a fuoriuscire dalla propria sede. Da ultimo, per effetto della precipua conformazione a spirale attuata sulla terminazione
delle astine, parrebbe eccessivamente cedevole, diminuendo l'efficacia-di tenuta sul viso.
Una precedente domanda nazionale, effettuata dagli stessi richiedenti il presente perfezionamento, ha previsto una struttura di occhiale a giorno ed' astina perfezionata così ottenuta, del tipo ricavata mediante del filo metallico ripiegato di sostegno delle lenti e comprendente; un ponte di collegamento al quale sono impegnati corrispondenti naselli, prevedendo sul lato esterno di un occhiale così assemblato, ovvero in prossimità del bordo di ogni singola lente, l'ancoraggio di un musetto monolitico di incemieramento del'astina, essendo ottenuto anch'esso in filo, con da un lato, due estremità parallele e pressoché rettilinee, introdotte obliquamente attraverso la corrispondente lente, dall'altro prevedendo due anelli, uniti da un successivo tratto curvo; consentendo, all'interno dei detti anelli, l'introduzione dell'estremità maschio di una corrispondente astina, l'estremità, essendo essenzialmente conformata ad "L", ed in cui il tratto maggiore della detta astina dapprima si protrae rettilineo, poi da un lato è curvato dovendo risvoltare in prossimità del padiglione auricolare, mentre il lato interessato all'incemieramento, prevede un retto perpendicolare al tratto maggiore seguito da un breve tratto ripiegato sulla sommità a 90°, in modo tale che quest'ultimo, ruotando l'astina, interferisca, con una parte del detto musetto.
La soluzione così descritta, tuttavia non trattava delle possibilità di ancoraggio alle lenti di un corrispondente ponte di collegamento e contestuale mezzo di supporto dei rispettivi naselli. In secondo luogo, la precedente conformazione del musetto, poteva far sì che le astine insistessero in maniera eccessiva sulle tempie, mancando di un buon grado di confortevolezza. Le stesse inoltre, essendo particolarmente convergenti, potevano anche impedire una corretta calzata.
Scopo della presente miglioria è anche quello di ovviare ai succitati inconvenienti.
Questo ed altri scopi vengono raggiunti con la presente innovazione secondo le caratteristiche di cui alle annesse rivendicazioni, risolvendo i problemi esposti mediante un perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno del tipo ricavata mediante del filo metallico ripiegato di sostegno delle lenti, comprendente; un ponte di collegamento al quale sono impegnati corrispondenti naselli, prevedendo sul lato esterno di un occhiale così assemblato, ovvero in prossimità del bordo di ogni singola lente, l'ancoraggio di un musetto monolitico di incernieramento dell'astina, essendo ottenuto anch'esso in filo, con da un lato, due estremità parallele e pressoché rettilinee, introdotte obliquamente attraverso la corrispondente lente, dall'altro prevedendo due anelli, uniti da un successivo tratto curvo; consentendo, all'interno dei detti anelli, l'introduzione dell'estremità maschio di una corrispondente astina, l'estremità, essendo essenzialmente conformata ad "L", ed in cui il tratto maggiore della detta astina dapprima si protrae rettilineo, poi da un lato è curvato dovendo risvoltare in prossimità del padiglione auricolare, mentre il lato interessato all'incemieramento, dispone di un retto perpendicohire al tratto maggiore seguito da un breve tratto ripiegato sulla sommità a 90°, in modo tale che quest'ultimo, ruotando Pastina, interferisca con una parte del detto musetto, il perfezionamento consistendo nel prevedere: - un ponte di collegamento e mezzo di supporto dei naselli, ottenuto monoliticamente con una forma essenzialmente ad "U" capovolta, in cui ognuna delle due estremità discendenti realizza inferiormente un anello per circa tre quarti della propria circonferenza chiuso, per poi prevedere un tratto ascendente, seguito sull'estremità da una forcella le cui estremità sono introdotte obliquamente attraverso la lente interessata;
- un ponte di collegamento e mezzo di supporto dei naselli alternativo al precedente, in cui al tratto ascendente segue un risvolto a 90° verso l'esterno interferendo in parte con una lente, preventivamente fresata, seguito da un tratto ulteriormente ripiegato che attraversa obliquamente la stessa;
- l’andamento delle estremità del musetto, alla fuoriuscita verso la parte concava della lente, che realizzano una curva verso l'esterno;
- gli anelli del musetto all'interno dei quali viene introdotta l'estremità ad "L" dell'astina, pressoché allineati alle due estremità parallele di ancoraggio alla lente;
- la realizzazione di un incavo lungo il bordo, ovvero ottenuto anularmente ad ogni lente, impegnando un anello perimetrale di tipo cedevole elasticamente.
In tal modo, attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato progresso tecnico vengono conseguiti alcuni vantaggi.
In primo luogo, è possibile semplificare la lavorazione dell'occhiale, a tutto vantaggio dei tempi e dei costi di esecuzione. Secondariamente, la particolarità del'incernieramento offre buone garanzie di robustezza, consentendo per un verso il raggiungimento di un progressivo ed uniforme cedimento dell'astina, infine, mantenendo inalterata nel tempo una ragionevole forza di contrasto all'azione esercitata. Il particolare ancoraggio, sia del musetto che del ponte di collegamento, dato dalle forcelle introdotte attraverso la lente, conferisce una buona garanzia di tenuta, dappoiché l'introduzione obliqua consente di aumentare lo spessore della lente interessato, ovviando all'impiego di collanti, previsto nella soluzione Lindberg, e permettendo contemporaneamente l’assenza di tensioni rispetto al tipo di inserimento ricavabile dagli insegnamenti precedenti. Per quanto riguarda dettagliatamente il perfezionamento, esso determina una miglioria nella calzata dell'occhiale, e con riferimento aH'incernieramento, un considerevole aumento della superfìcie di battuta dell'elemento maschio dell'astina, garantendo una perfetta rotazione dell'astina nonché irrobustendo ulteriormente la struttura. Infine, per merito della particolare conformazione dei mezzi di supporto dei naselli, questi ultimi vengono definitivamente assicurati alla struttura dell'occhiale, impedendo la fuorìsucita accidentale.
Altre peculiarità vantaggiose, possono essere riassunte in una ricercata ergonomicità, e discreta estetica. Per l’impresa, migliorando sensibilmente l'offerta sul mercato, si ottiene una considerevole riduzione dei costi di realizzazione, considerato il fatto che non risulta essere una applicazione particolarmente complessa e laboriosa, ed in seconda battuta, tanto è affidabile, non necessitando di particolare manutenzione.
Questi, ed altri vantaggi appariranno dalla successiva particolareggiata descrizione di una soluzione preferenziale di realizzazione con l'aiuto dei disegni schematici allegati i cui particolari di esecuzione non sono da intendersi limitativi ma solo esemplificativi.
La Figura 1., rappresenta una vista in prospettiva di una parte dell'occhiale, nella fattispecie, di una sola delle due lenti interessate, alla quale, di lato è stata applicata Pastina in filo metallico del tipo cedevole elasticamente.
La Figura 2., è ancora una vista in prospettiva della medesima lente di cui alla Figura precedente, ma con Pastina in posizione ulteriormente sollecitata a flettere verso l'esterno dell’occhhiale.
La Figura 3., rappresenta una vista di pianta e di un particolare della Figura successiva, relativo all'incernieramento dell'astina al corrispondente musetto da ancorare sulla rispettiva lente.
La Figura 4., sempre in vista di pianta, rappresenta una astina completa del musetto da ancorare sulla rispettiva lente di un occhiale.
Le Figure 5. e 6. rappresentano le singole parti di una cerniera in filo metallico per l'elasticizzazione di una astina, rispettivamente il musetto ed una terminazione dell'astina.
La Figura 7., rappresenta una vista in prospettiva di una parte dell'occhiale, nella fatispecie, di una sola delle due lenti interessate, alla quale da un lato è stato applicato una prima soluzione di ponte di collegamento e mezzo di supporto dei naselli.
La Figura 8., è ancora una vista in prospettiva della medesima lente di cui alla Figura precedente, ma con una variante al modo di ancoraggio del relativo ponte di collegamento e mezzo di supporto dei naselli.
La Figura 9., rappresenta una vista in prospettiva del particolare, relativo all'incemieramento dell’astina alla corrispondente variante di musetto ancorato sulla rispettiva lente.
La Figura 10., rappresenta una vista di una lente dal lato concavo, opposta alla vista della lente illustrata in Figura 8, sulla quale perimetralmente è stato applicato un anello elastico.
Infine, la Figura 11. è una vista di una lente, presa lungo la sezione A-A della Figura precedente.
Facendo riferimento anche alle figure, si osserva in primo luogo che una struttura di occhiale, comprende almeno una lente (A), del tipo provvista lungo il perimetro, dal lato prospicente il viso, di mezzi per il sostegno della stessa. Detti mezzi, sono dati essenzialmente da due parti, entrambe ottenute, ripiegando più volte del Filo metallico, una prima statica, associabile alla lente, ed una seconda dinamica, costituita dall’astina propriamente detta.
La prima parte, statica, è ottenuta ripiegando un breve tratto di filo, essenzialmente a forcella ovvero ad "U", di modo tale che le due estremità (1, 1) si trovino volte verso il medesimo senso, quindi parallele e leggermente distanti l’una dall'altra ottenendo una sorta di forcella. Tra le dette estremità (1, 1 ) ed il catto trasversale che le unisce (3), ottenuto leggermente ricurvo, sono ricavate due spire (4, 4’) ognuna corrispondendo al tratto terminale (1, 1') interessato. Mentre le estremità (1, 1') sono ancorate alla lente (A), in modo preferenziale, introdotte leggermente inclinate a convergere verso il centro della lente (A), le spire (4, 4') sporgono dalle lenti, offrendo attraverso i fori così ottenuti, l'incernieramento della parte dinamica dell'astina. Nell’esempio che si discute, le spire (4, 4') sono volte verso l'interno dell'occhiale, di modo tale da offrire l'incernieramento della corrispondente astina, dal lato meno in vista. Per quanto riguarda la conformazione, nonché la posizione così conseguita delle dette spire intermedie (4, 4'), è tale da consentire che almeno unti prima parte che precede l'elemento trasversale (3) sia pressoché complanare ovvero ottenendone l'allineamento con le estremi (1, 1), seguita dal detto elemento di collegamento (3) il quale viceversa tende a convergere verso il centro dell'occhiale. In una ulteriore forma, preferenziale, le estremità simmetriche (1 , 1 ') di ancoraggio del musetto alla lente (A), anziché presentare una conformazione essenzialmente retta, prevedono l'ottenimento di una curva (8) protratta verso l'esterno, in modo tale da disassare le spire (4, 4'), che quindi tendono a sporgere ulteriormente verso l'esterno dell'occhiale, rispetto alle terminazioni di ancoraggio alla lente (A). Ancora in una soluzione preferenziale, può essere previsto l'impiego di un elemento distanziatore, in pratica una boccola a n ti -frizione, la quale si interpone tra le due spire (4, 4') impedendo, in caso di eccessiva flessione, il naturale richiamo verso l'interno.
Per quanto attiene almeno una lente (A) dell’occhiale, in prossimità del bordo, sia per l'ancoraggio del musetto che del ponte di collegamento (9) vengono eseguiti dei fori non perpendicolari (2, 2'), per accoglierne le estremità, senza l'ausilio di collanti, i quali oltre ad essere ottenuti obliqui, ovvero convergenti verso il centro della lente, prevedono preferibilmente un grado di lavorazione foro H6 albero P5 "bloccato serrato", secondo un sistema di accoppiamento che in meccanica è noto come ISO.
Una astina o parte dinamica dell'occhiale, si compone di un tratto rettilineo (5) piuttosto lungo, tale da coprire la distanza intermedia tra l'occhiale ed il padiglione auricolare. Detto tratto sostanzialmente rettilineo (5), da un Iato prevede una terminazione (6) rivestita di materiale plastico, più o meno da sagomare e volta ad ottenere l’assicurazione dell'occhial· agganciandosi alla membrana del padiglione auricolare. Dall'altro lato prevedendo una conformazione essenzialmente ad "L", in cui l’estremi ità (7) prevede una prima piega, volta preferibilmente verso il basso a 90° rispetto al tratto rettilineo (5), seguita da una seconda piega (7’) al termine di un tratto verticale e rettilineo corrispondente all'interasse esistente tra le due spire (4, 4') della parte statica. Con quest'ultima piega a 90°, (7') si ottiene un dente (7"), dato dall'estremità dell'astina troncata che si protende per un breve tratto. In conclusione il retto, come conseguente della piega (7), è accolto coassialmente alle spire (4, 4'), di modo tale che almeno il dente (7"), possa disporsi in battuta lungo una parte del L'elemento di collegamento (3). Inoltre, stragirando le spire (4, 4') si ottiene quasi l'allineamento di queste con le estremità (1, 1 '), in tal modo, consentendo una battuta sulla parte (3) pure del primo tratto piegato (7) del perno di rotazione ottenuto dalla conformazione ad "L" della terminazione dell’astina (5).
Come, meglio rappresentato in Figura 1., l'astina si propone in una fase aperta (a) non ancora sollecitata a flettere ulteriomente verso l'esterno per essere indossata. In questa condizione, il dente (7") ed eventualmente una parte interessata dalla piega (7), è distante od appena in battuta della parte statica corrispondente all'elemento di collegamento verticale (3). Nella Figura successiva, invece, viene rappresentata la medesima astina ma in una condizione piuttosto sollecitata (A), dove l'astina è portata a flettere oltre l’usuale raggio di apertura. In tal caso, il dente (7") ed eventualmente il tratto di piega (7), insiste maggiormente sulla parte statica (3) sino a comportarne una leggera flessione, contrastando l'azione esercitata di lato all'astina (5) Peculiare, risulta essere anche il ponte di collegamento tra le due lenti (A), rispettivamente destra e sinistra, il quale consente il sostegno contesto anche dei risjjettivi naselli. Nel caso di specie, il ponte (9) illustrato in Figura 7., si compone di tre elementi. Un primo monolitico, dato dal ponte vero e proprio, che prevede una conformazione tipica, essenzialmente ad "U" capovolta, per disporsi anatomicamente a cavallo del naso, dove alle estremità discendenti (9') lungo il profilo del naso, segue per ogni lato un tratto ascendente (9"), sempre ottenuto con il medesimo filo. La parte interessata dal risvolto, data dall'inversione di direzione, realizza degli anelli (10) ruotati di ca. 90°, seguiti da un restringimento (10') che riavvicina sostanzialmente i due tratti di filo (9', 9"), per solo successivamente tendere a divergere. Scopo degli anelli (10) è quindi quello di sostenere, impedendo la fuorisucita, dei naselli (12), dati da una superficie di appoggio morbida e provvisti dal lato opposto di un ingrossamento (12') al quale si interpone una riduzione. Detti naselli (12) vengono introdotti dall'alto, frapponendosi con la riduzione tra le due parti di filo (9', 9") e sospinti verso il basso sino all'alloggiamento naturale premio dagli anelli (10). L'estremità di ogni tratto (9") termina, dopo un'ulteriore piega a 90°, protesa verso l'interno della lente (A), per supportare perpendicolarmente una forcella (11), nel caso di specie saldata verticalmente, le cui estremità vengono introdotte in corrispondenti fori (2'), passanti ed ottenuti come abbiamo visto, inclinati. In una variante al ponte (9), ipotizzata nella figura successiva -Fig. 8-, si prevede una struttura monolitica, in cui le forcelle (11), sono sostituite da un tratto semplicemente ripiegato (13) ed introdotto obliquo nella lente (A). In tal caso, oltre alla preliminare realizzazione di un foro (2'), a lato della stessa ed in corrispondenza di ogni lente (A), viene realizzata una fresatura (14) che si estende dal bordo della lente sino al foro di inserimento (2'). Detta fresatura (14), accoglie la parte ripiegata (14') prossima al capo (13) introdotto attraverso la lente (A), preferibilmente mediante l'applicazione lungo la stessa di una piccola quantità di collante, onde migliorarne l'assicurazione.
Infine, in una ulteriore variante almeno una lente (A) dell'occhiale, come previsto nelle Figure 10. ed 11., può essere del tipo ottenuta con un incavo anulare (15), in pratica visto in sezione, dato da una gola perimetrale ad "U", all'interno del quale accogliere un anello (16), di tipo cedevole elasticamente, preferibilmente ottenuto in gomma od altro materiale colorato, avente una serione tonda.

Claims (18)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Struttura dì occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, del tipo ricavata mediante del filo metallico ripiegato di sostegno delle lenti e comprendente; un ponte di collegamento al quale sono impegnati corrispondenti naselli, prevedendo sul lato esterno di un occhiale così assemblato, ovvero in prossimità del bordo di ogni singola lente, l'ancoraggio di un musetto monolitico di incemieramento deH'astina, ottenuto anch'esso in filo, caratterizzata dal fatto che da un lato, il musetto prevede almeno due estremità parallele e pressoché rettilinee (1, 1 '), impegnate alla corrispondente lente (A), dall'altro prevedendo due anelli (4, 4'), uniti da un successivo tratto perpendicolare (3); consentendo, all’intemo dei detti anelli (4, 4’), l'introduzione dell'estremità maschio (7, 7') di una corrispondente astina, l'estremità, essendo essenzialmente conformata ad "L".
  2. 2. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo la rivendicazione 1., caratterizzata dal fatto che la parte statica o musetto, è ottenuta ripiegando un breve tratto di filo, essenzialmente ad "U", di modo tale che le due estremità (1, 1') si trovino rivolte verso il medesimo senso, quindi parallele e leggermente distanti l'una dall'altra ottenendo una sorta di forcella; ed in cui tra le dette estremità (1, 1 ') ed il trato trasversale che le unisce (3), ottenuto leggermente ricurvo, sono previsti degli anelli costituiti da due spire (4, 4') ognuna corrispondendo al tratto terminale (1, 1 ') interessato.
  3. 3. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo le rivendicazioni 1. e 2., caratterizzata dal fatto che le estremità (1,1 ') sono ancorate alla lente (A), introdotte in convenienti piccoli fori leggermente inclinate a convergere verso i naselli.
  4. 4. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che le spire (4, 4') sono volte verso l'interno dell’occhiale, di modo tale da offrire rincemieramento della corrispondente astina, dal lato meno in vista.
  5. 5. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l'elemento di collegamento (3) tende a convergere verso il centro dell'occhiale.
  6. 6. Astina perfezionata, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che si compone di un tratto (5), tale da coprire la distanza intermedia tra l'occhiale ed il padiglione auricolare; detto tratto sostanzialmente rettilineo (5), da un lato prevede una terminazione (6) rivestita di materiale plastico, volta ad ottenere l'assicurazione dell'occhiale agganciandosi alla membran; del padiglione auricolare; dall'altro prevedendo una conformazione essenzialmente ad "L".
  7. 7. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l'estremità (7) di un'astina prevede una prima piega, volta preferibilmente verso il basso a 90° rispetto al tratto rettilineo (5), seguita da una seconda piega (7') al termine di un tratto verticale e rettilineo corrispondente circa all'interasse esistente tra le due spire (4, 4') della parte statica.
  8. 8. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che successivamente alla piega a 90° (7’), si ottiene un dente (7"), dato dall'estremità dell'astina troncata che si protende per un breve tratto.
  9. 9. Struttura di occhiale a giorno ed astina perfezionata così ottenuta, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il trattino retto, come conseguente della piega (7), è accolto coassialmente alle spire (4, 4'), di modo tale che il dente (7"), possa disporsi in battuta lungo una parte dell'elemento di collegamento (3) .
  10. 10. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno del tipo ricavata mediante del filo metallico ripiegato di sostegno delle lenti, comprendente; un ponte di collegamento al quale sono impegnati corrispondenti naselli, dove sul lato esterno di un occhiale così assemblato, ovvero in prossimità del bordo di ogni singola lente, l'ancoraggio di un musetto monolitico di incernieramento dell'astina, è ottenuto anch'esso in filo, detto musetto, da un lato prevede! almeno due estremità parallele e pressoché rettilinee (1, 1'), impegnate alla corrispondente lente (A), dall'altro prevedendo due anelli (4, 4'), uniti da un successivo tratto perpendicolare (3); consentendo, all'interno dei detti anelli (4, 4'), l’introduzione dell'estremità maschio (7, 7') di una corrispondente astina, l’estremità, essendo essenzialmente conformata ad "L", caratterizzato dal fatto di consistere in: - un ponte di collegamento (9) tra due lenti (A) e mezzo di supporto dei naselli (12), ottenuto monoliticamente con una forma essenzialmente ad "U" capovolta, in cui ognuna delle due estremità discendenti (9') realizza inferiormente un anello (10) per circa tre quarti della propria circonferenza chiuso, per poi prevedere un tratto ascendente (9"), seguito sull'estremità da una forcella (11) le cui estremità sono introdotte obliquamente attraverso la lente interessata; - un ponte di collegamento (9) e mezzo di supporto dei naselli alternativo al precedente, in cui al tratto ascendente (9") segue un risvolto a 90° (14') verso l'esterno interferendo in parte con una lente (A), preventivamente fresata (14), seguito da un tratto ulteriormente ripiegato (13) che attraversa obliquamente la stessa; - l'andamento delle estremità (1, 1' ) di un musetto, alla fuoriuscita verso la parte concava della lente (A), che ottiene una curva (8) verso l'esterno; - gli anelli (4, 4') di un musetto al'intemo dei quali viene introdotta restremità ad "L" dell'astina, pressoché allineati alle due estremità (1, 1’) parallele di ancoraggio alla lente (A).
  11. 11. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che in almeno una lente (A) dell'occhiale, in prossimità del bordo, sia per l'ancoraggio del musetto che del ponte di collegamento (9) vengono eseguiti dei fori non perpendicolari (2, 2’), per accoglierne le estremità, che oltre ad essere ottenuti obliqui, ovvero convergenti verso il centro della lente, prevedono preferibilmente un grado di lavorazione foro H6 albero P5, "bloccato serrato", secondo un sistema di accoppiamento che in meccanica è noto come ISO.
  12. 12. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che le estremità simmetriche (1, 1 ') di ancoraggio del musetto alla lente (A), prevedono l'ottenimento di una curva (8) protratta verso l’estemo, disassando le spire (4, 4'), ed in cui è previsto l'impiego di un elemento distanziatore, in pratica una boccola anti-frizione, la quale si interpone tra le due spire (4, 4').
  13. 13. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che un ponte (9) è costituito dal ponte vero e proprio, che prevede una conformazione essenzialmente ad "U" capovolta, per disporsi a cavallo del naso, dove alle estremità discendenti (9'), segue per ogni lato un tratto ascendente (9"), ottenuto dal medesimo filo, dove la parte interessata dal risvolto, data dall'inversione di direzione, realizza degli anelli (10) ruotati di ca. 90°, seguiti da un restringimento (10') che riavvicina sostanzialmente i due tratti di filo (9’, 9"), per solo successivamente tendere a divergere.
  14. 14. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo 1 rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che gli anelli (10' sostengono dei naselli (12), dati da una superficie di appoggio e provvisti dal lato opposto di un ingrossamento (12') al quale si interpone una riduzione; detti naselli (12) vengono introdotti dall'alto, frapponendosi con la riduzioni tra le due parti di filo (9', 9") e sospinti verso il basso sino all'alloggiamento naturale previsto dagli anelli (10).
  15. 15. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che l'estremità di ogni tratto (9") termina, dopo un’ulteriore piega a 90°, protesa verso l'intemo della lente (A), per supportare perpendicolarmente una forcella (11), nel caso di specie saldala verticalmente, le cui estremità sono introdotte in corrispondenti fori (2'), passanti ed ottenuti obliqui.
  16. 16. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo la rivendicazione 10., caratterizzato dal fatto che nel ponte (9) al tratto ascendente (9") segue un primo tratto (14‘) ed un successivo semplicemente ripiegato (13) introdotto obliquo nella lente (A).
  17. 17. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo le rivendicazioni 10. e 16., caratterizzato dal fatto che in corrispondenza di ogni lente (A), viene realizzata una fresatura (14) che si estende dal bordo della lente sino ad un foro (2’), detta fresatura (14), accogliendo mediante l'applicazione lungo la stessa di una piccola quantità di collante la parte ripiegata (14') prossima al capo (13) introdotto attraverso la lente (A).
  18. 18. Perfezionamento ad una struttura di occhiale a giorno, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fato che almeno una lente (A) dell'occhiale, può essere del tipo ottenuta con un incavo anulare (15), pratica visto in sezione, dato da una gola perimetrale ad "U", all'interno delir quale accogliere un anello (16), di tipo cedevole elasticamente, preferibilmente ottenuto in gomma od altro materiale colorato, avente una sezione tonda.
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