ITTV970124A1 - Struttura leggera di montatura per occhiale, del tipo con almento una astina e cerniera flex in filo metallico. - Google Patents

Struttura leggera di montatura per occhiale, del tipo con almento una astina e cerniera flex in filo metallico. Download PDF

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Mauro Furlan
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Description

Brevetto per invenzione industriale
Classificazione Intemazionale: G 02 C (01/00)
Titolo:
STRUTTURA LEGGERA DI MONTATURA PER OCCHIALE, DEL TIPO CON ALMENO UNA ASTINA E CERNIERA FLEX IN FILO METALLICO.
DESCRIZIONE
Il presente modello ha per oggetto una struttura leggera di montatura per occhiale, del tipo con almeno una astina e cerniera flex in filo metallico.
L'innovazione, trova particolare se pur non esclusiva applicazione nel settore della produzione e commercializzazione di occhiali leggeri, sia per l’uso correttivo che da sole, od anche solo per l'abbellimento personale. Stato dell'arte.
Sono note le montature per occhiali. Esse, si compongono principalmente di una parte atta al sostegno delle lenti, data da due telai oculari spesso uniti tra di loro da un ponte; dai naselli, che talvolta possono essere ottenuti monoliticamente con i detti telai oculari e/o con il ponte; ed infine da astine di sostegno. Una discreta parte di queste ultime, prevede dei dispositivi, ottenuti in prossimità deH'incemieramento ai telai oculari, per consentire l'impegno elasticizzato a quella parte compresa nella montatura propriamente detta muso. Tale funzione, contraddistinta tecnicamente dal termine -flex-, è ottenuta su entrambi i lati dell'occhiale, e per un verso, ha il vantaggio di conferire una maggiore ergonomicità, consentendo anche una buona adattabilità alle diverse conformazioni anatomiche del viso di ogni soggetto portatore. Dall'altro lato, renderebbe più agevole l'essere calzati, e contestualmente, gli occhiali, sarebbero meglio sopportabili dal vasto pubblico poiché le astine, generalmente, sarebbero propense a comprimire di meno le tempie.
Le aziende del settore, quindi, da tempo si sono orientate in tal senso, con lo scopo principale di ricercare delle soluzioni innovative e spesso migliorative, sia in termini di funzionamento che di dimensioni, rispetto alle preesistenti.
Ad esempio, una tradizionale astina elasticizzata, che ha trovato un largo consenso nel pubblico consumatore, è costituita dalla domanda brevetto europeo n.79400087.7, in cui si descrive una cerniera elastica per montatura di occhiali, essenzialmente costituita da una scatola, associata di lato all'astina, di contenimento di un mezzo tirante coassiale alla detta scatola, ed in cui la parte terminale del tirante è filettata, sulla quale si avvita una bussola che assicura il posizionamento di una molla, mentre dall'altro Iato è in battuta, all'interno di una sede ricavata nella detta scatola.
Ancora un sistema, basato concettualmente sulla soluzione prevista dal brevetto precedente, può essere costituito dal modello di utilità n.181221, avente per oggetto una cerniera perfezionata per l'articolazione ad una montatura di occhiali di una asta elasticamente divaricabile, in cui si prevede un supporto squadrato annegato nella montatura, sul quale si impernia un supporto anch'esso squadrato costituente spallamento per la compressione di una molla.
Gli inconvenienti riscontrabili, in genere comuni alle soluzioni citate, sono costituiti essenzialmente dalla eccessiva complessità dei dispositivi utilizzati. Infatti, nonostante svolgano egregiamente il proprio compito, determinano non pochi problemi in fase esecutiva, da un lato per quanto riguarda la realizzazione degli innumerevoli componenti di precisione, dall'altro nel loro assemblaggio, in definitiva incidendo in misura considerevole sui tempi e costi. Tra gli scopi principali delle aziende del settore, vi è stato quindi quello di giungere alla realizzazione di strutture flex per occhiali, che, pur essendo maggiormente contenute dimensionalmente, offrissero una ricercata funzionalità mirando nel contempo a ridurre i componenti, facilitando l'assemblaggio ed abbattendo i costi.
Una recente tendenza di settore, ha imposto sul mercato le cosiddette montature ultralight od ultraleggere, in pratica degli occhiali a giorno privi di una struttura vera e propria, poiché provvisti di singole parti svincolate le une dalle altre come, le astine, i musetti ed il nasello, che diversamente conformate vengono impegnate alle lenti, esclusivamente, di materiale plastico. Una volta assiemato i singoli componenti, secondo diversi sistemi e tecniche di lavorazione si ottiene un occhiale molto leggero di qui il termine -ultralight-, soprattutto flessibile e discretamente deformabile con una certa memoria di ritorno elastico, contrariamente alle soluzioni sino ad oggi utilizzate in cui la struttura, saldata in più punti, non permetteva una buona deformazione richiedendo per il ripristino delle condizioni originarie e quando possibile, l'intervento dell'ottico.
Una soluzione che, a tutt'oggi, ha avuto indubbiamente un certo peso nel panorama articolato di tali tipi di occhiale, in linea con i principi sopra esposti, e che si propongono più o meno validamente sul mercato, è consistita nel brevetto europeo n. 546589 (Lindberg), avente per oggetto dei mezzi per il supporto delle lenti negli occhiali, particolarmente del tipo con montatura a giorno. La caratteristica principale di tale occhiale, consiste nel prevedere, in luogo del tradizionale dispositivo di elasticizzazione dell'astina, peraltro complesso, poiché composto da innumerevoli parti meccaniche, una modifica della conformazione della parte terminale dell'astina, in modo tale da renderla, pur semplificata, ugualmente cedevole rispetto al musetto di impemiamento. Più in dettaglio, l'occhiale in questione si compone di due lenti, con montatura a giorno, ovvero del tipo prive di telaio che contiene, circoscrivendo, le lenti. Conseguentemente, sempre le lenti, sono unite tra · loro dal solo ponte, che nel caso di specie è ottenuto in filo, il quale opportunamente ripiegato, realizza degli anelli per l'impegno di corrispondenti naselli. Il medesimo ponte in filo, sempre in virtù della particolare conformazione, prevede di lato ai naselli delle zanche d'ancoraggio, date dalle due estremità contrapposte del filo ripiegato. A questo punto, l'ancoraggio della singola lente viene ottenuto praticando dei piccoli fori necessari ad accogliere le estremità in filo del ponte.
Un'ulteriore caratteristica innovativa, rilevabile dalla proposta Lindberg, è riscontrabile nelle astine. Anche in tal caso, sono ottenute in filo metallico, opportunamente ripiegate e rispettivamente, da un lato, risvoltate verso il basso per avvolgere, come consuetudine, parte del padiglione auricolare, dall'altro realizzando una spirale, dove la conformazione dell'avvolgimento si sviluppa ortogonalmente al tratto dell'astina. Il foro, ottenuto coassialmente alla spirale, costituisce mezzo femmina per rincemieramento della stessa al musetto-perno associato ad ogni lente dell'occhiale. Più in particolare, una lente dell'occhiale, dal lato opposto di ancoraggio del nasello, prevede un foro che accoglie, passante trasversalmente, un tratto di filo ripiegato, da un lato ancorandosi lungo il bordo dell'occhiale, essendo ripiegato su se stesso, dall'altro protraendosi per un breve tratto in orizzontale seguito da un ulteriore tratto ripiegato a 90°, in modo tale da ottenere un perno disposto in verticale. Detto perno, viene quindi accolto coassialmente alla spirale, ottenendo l’incernieramento dell'astina. In definitiva, il cedimento elastico della stessa, è reso possibile dalla terminazione della spirale, la quale insiste, flettendo Pastina verso l’esterno, lungo il tratto orizzontale del mezzo maschio di incernieramento lente dell’occhiale.
Nel medesimo testo brevettuale, vengono inoltre descritte delle varianti tecniche, soprattutto per quanto riguarda la struttura di sostegno delle lenti, nel caso di specie, prevedendo la lavorazione del filo in modo tale da interessare la sola parte superiore in una prima soluzione, od alternativamente, la sola parte inferiore. Di conseguenza, si ottiene mediante opportune pieghe e risvolti dello stesso un’unica struttura che assolve alla funzione di musetto, ai lati dell'occhiale per l'incemieramento delle astine, e centralmente, di unione, mediante ponte, delle due lenti nonché costituendo mezzi di ancoraggio per i rispettivi naselli.
Gli inconvenienti che si possono riscontrare nelle soluzioni in cui si prevede la lavorazione del filo, soprattutto con riguardo all'incemieramento, possono essere attribuiti alla complessità di lavorazione, con particolare riferimento alla necessità di dovere ricorrere in prossimità delle terminazioni delle astine, aH’ottenimento della spirale o forme equivalenti. In secondo luogo, non risulterebbe efficace nell'assicurare la tenuta tra il perno maschio, previsto nel pseudo-musetto, e la sede ricettacolo della spirale, tendendo frequentemente a fuoriuscire dalla propria sede. Da ultimo, per effetto della precipua conformazione a spirale attuata sulla terminazione delle astine, parrebbe eccessivamente cedevole, risultando inefficace per una corretta compressione di tenuta a lato del viso.
Ancora un inconveniente può essere attribuito al materiale impiegato, il quale essendo del filo in titanio, comporta delle difficoltà di reperimento da un lato, e dei costi d'acquisto piuttosto considerevoli dall'altro. Quest'ultimo aspetto, unitamente alla novità oggettiva nella lavorazione dell'occhiale ed ricarico del commerciante finale, ha prodotto un consistente lievitamento dei prezzi di acquisto al pubblico, facendo sì che tale occhiale, sia precluso alla gran parte dei potenziali acquirenti, essendo inserito in un mercato piuttosto ristretto, diciamo pure d'elite.
Anche a causa di tale limite, le imprese di settore hanno individuato delle nicchie presso cui intervenire, proponendo prodotti più o meno analoghi, ma a costi decisamente inferiori, conseguentemente aumentando la platea del potenziale acquirente, tanto che ad oggi, l'occhiale a giorno cd. "ultraleggero" risulta uno tra i più diffusi e richiesti. Alcune di queste, prevedono la realizzazione di una montatura sempre del tipo ultraleggera, ma in acciaio inox trattato al titanio, la cui caratteristica è data dal fatto di prevedere una astina, la quale termina in corrispondenza dell'incemieramento alle lenti, con delle particolari conformazioni atte a costituire incemieramento alla restante parte di montatura, detta muso. Ad esempio un sistema noto, consiste nel fatto di prevedere un anello sulla terminazione d'incemieramento dell'astina, detto anello essendo ancorato al musetto mediante una vite passante assialmente. La precipua conformazione del musetto prevede una ansa che delimita la sede di accoglimento della terminazione ad anello dell'astina, poi risvoltato perpendicolarmente a realizzare un'asola, ed aU'interno della quale viene introdotta l'estremità della detta astina. Un ulteriore caratteristica di questo occhiale a giorno, è data dal fatto di prevedere un ponte di collegamento tra le due lenti, il quale necessita di una fresata lungo il bordo dell'occhiale per accogliere una parte del filo, la cui estremità termina da ambo i lati, ancorato in un accessorio. L'accessorio in questione, è provvisto da un lato, di un foro filettato per l'ancoraggio mediante vite alla rispettiva lente, dall'altro prevede un'appendice inferiore, ottenuta' monoliticamente dallo stesso, che comprende mezzi di sostegno del corrispondente nasello.
Ma a prescindere dalle singole problematiche che interessano ogni occhiale ultraleggero, ne emergono alcune particolarmente rilevanti e assai comuni alla categoria. La definizione stessa, ultraleggero, presuppone una struttura non particolarmente resistente, e che contrariamente alla struttura di occhiale tradizionale, richiede una particolare attenzione. Ciò è dovuto non solo all'impiego di tutte le parti in filo metallico, ma alla mancanza di una struttura semi-rigida che supporti perimetralmente le lenti e che, di conseguenza, realizzi un vincolo più stabile tra le stesse in mutua concorrenza con le astine. Detta condizione, produce un'eccessiva elasticità dell’occhiale, che, nel calzarlo impone una deformazione asimmetrica delle due lenti, cedendo localmente il ponte di collegamento. Con la ripetizione dell'evento, tale effetto, può portare ad una diminuizione della memoria elastica e conseguentemente ad una deformazione stabile nel tempo della struttura, modificando il corretto assetto per una visione ottimale. L'eccessiva elasticità, peraltro, trova origine anche nella naturale flessione delle astine, poiché ottenute in filo metallico. Sicché la sommatoria dei due effetti produce ancora una maggiore cedevolezza, aggravandone gli inconvenienti esposti. Per altri versi, l'insieme conferisce al consumatore una sensazione di instabilità dell'occhiale, una volta indossato, soprattutto in considerazione del fatto che le astine, non paiono comprimere sufficientemente sulle tempie al fine di· assicurare correttamente il posizionamento dell’occhiale. Pertanto, non è affatto raro osservare lo slittamento dell'occhiale verso la parte anteriore, od anche il semplice sollevamento delle lenti ad un minimo sobbalzo del corpo.
Degli inconvenienti sono anche riferibili alle cerniere in filo ricavate sugli occhiali a giorno. Questi, consistono nella non perfetta funzionalità soprattutto a causa dell'attrito tra i materiali, che per forza di cose, essendo ricavate in filo, avvolgono in un modo o nell'altro i perni di incemieramento, siano essi dati da viti che, in maniera maggiormente negativa, dal filo stesso. L'avvolgimento del perno d'incemieramento, di per sé, da parte di strutture a filo, ne causa la compressione, soprattutto quando le astine vengono sollecitate, come accade quando occorre effettuare la chiusura per sovrapposizione delle stesse. Ne consegue una mancanza di morbidità nella movimentazione delle astine da chiuse ad una posizione aperta per essere calzata, richiedendo sempre un ulteriore intervento manuale a completamento delle azioni.
Scopo del presente trovato è anche quello di ovviare ai succitati inconvenienti, ma soprattutto di individuare una soluzione mediata, essendo posta sostanzialmente a metà strada tra un occhiale a giorno in riio metallico, ultraleggero, ed un occhiale tradizionale, provvisto di terminali flex d'incemieramento delle astine al muso di una montatura.
Questo ed altri scopi, vengono raggiunti con la presente innovazione secondo le caratteristiche di cui alle annesse rivendicazioni, risolvendo i problemi esposti mediante una struttura leggera di montatura per occhiale, del tipo con almeno una astina e cerniera flex in filo metallico, essenzialmente costituita da un muso, i cui due telai oculari sono uniti tra loro da un ponti intermedio provvisto monoliticamente di appendici inferiori costituenti mezzi immetrici di sostegno dei corrispondenti naselli speculari, ed in cui alle estremità del detto muso si prevede associato, per parte, un musetto a sbalzo convenientemente supportato, detto musetto del tipo squadrato, prevedendo una sede interessata verticalmente da un perno di incemieramento, aH'intemo della quale è fulcrata l'estremità ad anello di una corrispondente astina in filo metallico, ed ancora in cui in prossimità di detta terminazione è associato all'estradosso dell'astina un secondo elemento metallico, finalizzato a costituire una molla di contrasto, essendo protratto almeno sino all'altezza del detto musetto ed interferendo, forzando con la terminazione, con le superfici a squadra del detto rau setto.
In tal modo, attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato progresso tecnico vengono conseguiti innumerevoli vantaggi.
In primo luogo, si ottiene un occhiale che tuttosommato beneficia della leggerezza e della vestibilità propria di un occhiale ultraleggero ricavato in filo metallico, senza trascurare i pregi di robustezza e stabilità di un occhiale tradizionale, soprattutto con riferimento aH'incemieramento delle astine.
Più in dettaglio, la struttura dell'occhiale non determina un'eccessiva deformazione dello stesso durante la fase della calzata, mantenendo stabile la posizione delle lenti, e pertanto assicurando nel contempo il corretto assetto della montatura. Secondariamente, l'adozione di un precipuo dispositivo flex in corrispondenza delle estremità delle astine, ripropone i vantaggi propri del· dispositivi attualmente montati sulle montature tradizionali, dunque, oltre alla stabilità dell'occhiale che deriva da una proporzionata compressione sulle tempie delle astine, una maggiore ergonomicità, consentendo la perfetta adattabilità alle diverse conformazioni anatomiche del viso di ogni soggetto portatore. Dall'altro lato renderebbe più agevole l'essere calzati, e contestualmente, gli occhiali sarebbero meglio sopportabili dal vasto pubblico. Un ennesimo vantaggio consisterebbe nel richiamare in chiusura e viceversa, con il tipico effetto a scatto, le astine, non necessitando di manipolazione e presentandosi nelle condizioni ottimali sia per riporre l'occhiale nell'astuccio che per essere calzato.
Altre peculiarità vantaggiose, possono essere riassunte in una ricercata ergonomicità, e discreta estetica. Per l'impresa, migliorando sensibilmente l'offerta sul mercato, richiede dei costi di realizzazione non eccessivi, considerato il fatto che non risulta essere un'applicazione particolarmente complessa.
Questi, ed altri vantaggi appariranno dalla successiva particolareggiata descrizione di una soluzione preferenziale di realizzazione con l'aiuto dei disegni schematici allegati i cui particolari di esecuzione non sono da intendersi limitativi ma solo esemplificativi.
La Figura 1., rappresenta una vista in prospettiva ed in parte di un occhiale leggero, completo di lente, il quale impiega una montatura con astina flessibile in filo metalico provvista di terminale d'incemieriamento flex.
La Figura 2., rappresenta in prospettiva sempre una parte dell'occhiale di cui in figura precedente, ma con l'astina flex incernierata alla montatura, abbattuta, corrispondendo ad una condizione statica di non utilizzo.
Le Figure 3. e 4., rappresentano unicamente il musetto di incemieramento dell'astina flex, secondo due viste, rispettivamente di pianta e di fronte.
La Figura 5., rappresenta il tratto di collegamento, in filo metallico ad esso associato, del detto musetto di cui in Figura precedente, al muso di una montatura.
La Figura 6., rappresenta una vista solo di pianta del terminale di incemieramento dell'astina, al musetto, di cui alle Figure 3. e 4.
Le Figure 7. ed 8. rappresentano rispettivamente una vista frontale ed una vista laterale di un elemento, ottenuto anch'esso in filo metallico, associato lungo l'astina incernierata al musetto, e finalizzato a costituire molla di contrasto atta a forzare sulla superfìcie perimetrale del detto musetto di cui in Figura 3. e 4 e Figure 1. e 2.
Infine, le Figure dalla 9. alla 13., rappresentano secondo diverse viste, un ponte di collegamento tra i due telai oculari di un muso, in una montatura, rispettivamente di fronte, dall'alto, di lato e due viste particolareggiate.
Descrizione di una possibile esecuzione.
Facendo riferimento anche alle figure, si osserva che una struttura di montatura per occhiale (A), si compone in primo luogo di un muso comprendente almeno un telaio (1), di tipo preferibilmente metallico, per il supporto perimetrale di una corrispondente lente (2). Completa il detto muso dell'occhiale (A) una seconda lente, adiacente la detta prima, (non illustrata) supportata analogamente, e quindi vincolate tra loro, da un ponte di collegamento (3)
Detto ponte di collegamento (3), è finalizzato anche a costituire mezzo di ancoraggio dei rispettivi naselli (4), ed allo scopo, esso è ottenuto monoliticamente, mediante una ripetuta serie di pieghe e contro pieghe attuate lungo un unico filo metallico che lo compone. Più in dettaglio un primo tratto (3<1>) costituisce il mezzo di collegamento tra i due telai (1) di sostegno delle lenti. Esso, appare leggermente inarcato ed ottenuto a sbalzo rispetto ai due telai (1), prevedendo due brevi tratti (3*), d'estremità, i quali dapprima, sono essenzialmente ripiegati ortogonalmente e poi in verticale (3<3>). Detti tratti d'estremità, rispettivamente (3<2>) e (3<3>), costituiscono poi le superfici saldate lungo l'estradosso di ogni singolo telaio (1), partecipando a conferire stabilità al muso dell’occhiale (A). Le successive pieghe del filo, che si protendono verso il basso, prevedono, specularmente per ogni estremità del detto filo, un primo tratto in diagonale (3<4>), con lo scopo di allontanare il supporto del nasello dal corrispondente telaio (1), seguito da un tratto verticale (3<5>) il quale termina con un'asola aperta (3<S>). Funzione di quest'ultima, è quella di consentire l'incastro di un corpo parallelepipedo in materiale plastico (4’), il quale è ricavato sull'intraddoso e monoliticamente, di un nasello di forma circolare (4), anch'esso di materiale plastico morbido, ad esempio a base di silicone anallergico. ;Ogni telaio (1), dal lato opposto di ancoraggio del comune ponte (3), prevede saldato sempre lungo l'estradosso, un tratto a sbalzo (5) in filo metallico da un lato ripiegato su se stesso, ricavando un'ampia curva. Questo, dispone di una estremità (5‘), protesa verso la parte posteriore dell'occhiale (A), ed atta a sostenere un musetto (6) associato mediante lieve introduzione della detta estremità (5<1>) in un corrispondente ricettacolo con saldatura della stessa lungo sulla superficie del musetto (6). L’altra estremità (5*), viceversa è finalizzata ad essere ancorata, nella fattispecie anch’essa mediante saldatura, al telaio (1). Il musetto (6) così sostenuto, per rincemieramento di una corrispondente astina (9), si compone essenzialmente di un corpo parallelepipedo, metallico, il quale perimetralmente, rispettivamente di lato e di testa prevede almeno due lati piani (6<1>) e (6<2>) e disposti a squadra. Detto corpo (6) è altresì interessato da un foro verticale (7) il quale interferisce, mediante una corrispondente vite passante (11), con una sottostante sede (8) finalizzata ad accogliere la terminazione ad anello (9<1>) di incerneriamento di una astina flex (9) al muso dell'occhiale (A).
Ogni astina (9), prevede lungo l'estradosso della stessa, un mezzo (10) il quale costituisce molla di contrasto alla condizione di ultradivaricazione dell'astina dinamica (9) ed agevola, con il tipico effetto a scatto, il richiamo della stessa in una condizione statica di non utilizzo, in modo da risultare perfettamente affiancata, e dal lato interno, rispetto al muso dell'occhiale (A). Più in dettaglio, detto mezzo a molla (10), è ricavato ripiegando del filo metallico, di modo tale da ottenere, da un lato (10<1>) una spirale, nel caso di specie a due spire contrapposte, ortogonale rispetto ad un tratto oblungo (10<2>) il quale conduce all'altra estremità con un terminale curvo. Poiché la molla (10) è associata lungo l'estradosso della terminazione di incemieramento dell’astina (9) al musetto (6), si prevede che l'estremità (10<1>) sia avvolta, e colà fissata, attorno alla detta astina (9) consentendo alla stessa un
il quale si estende oltre il detto musetto (6). H tratto oblungo (10<2>) , altro non è che la sovrapposizione del medesimo filo (10) in andata ed in ritorno lasciando tra i due un conveniente interspazio (12). Per quanto riguardafla collocazione della molla (10), essa è tale che il tratto oblungo (100. cov Pastina (9) in una condizione aperta normalmente, appoggi lungo tutta la superficie laterale (6<1>) del musetto (6), forzando leggermente sulla stessa Divaricando Pastina (9) oltre Passe normale di apertura, il tratto oblungo (IO<2 >della molla (10) tende a forzare maggiormente sulla superficie laterale (6<1>) soprattutto insistendo in corrispondenza dello spigolo più arretrato (Θ).
Viceversa, effettuando la chiusura di una astina (9), il tratto oblungo (IO<2>) della molla (10), essendo solidale alla stessa, tende a forzare maggiormente, sulla superfìcie laterale (6<2>) soprattutto insistendo in corrispondenza dello spigolo più avanzato (Ω) coincidente con l'estremità de lato (6<1>) di un musetto (6). Poi superando nella rotazione un dato arco, il trato oblungo (IO<2>) della molla (10), è propenso ad appiattirsi lungo la superficie laterale (6<2>), provocando quella tipica sensazione a scatto e che corrisponde all 'affiancamento in chiusura temporanea, al muso dell'occhiale (A) dell'astìna flex (9).
L 3⁄4

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Struttura leggera di montatura per occhiale, del tipo con almeno una astina e cerniera flex in filo metallico, caratterizzata dal fatto di prevedere associato, alle estremità del corrispondente muso, un musetto a sbalzo (6), prevedendo una sede (8) interessata verticalmente da un perno di incemieramento (7-11), all'intemo della quale è fulcrata l'estremità (9<1>), di una corrispondente astina (9) in filo metallico, ed ancora in cui in prossimità di detta terminazione è associato all'estradosso dell'astina (9) un elemento metallico (10), finalizzato a costituire una molla di contrasto, essendo protratto almeno sino all'altezza del detto musetto (6) ed interferendo, forzando con una terminazione, sulle superfici laterali (6<1>) o (6<1>), del detto musetto (6), o parti cospique di questo.
  2. 2. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo la rivendicazione 1 caratterizzata dal fatto che ogni telaio (1), di supporto di una corrispondente lente dal lato opposto di ancoraggio del comune ponte (3), prevede saldato sempre lungo l’estradosso, un tratto a sbalzo (5) in filo metallico, la cui estremità (5‘) sostiene un musetto (6) composto essenzialmente da un corpo parallelepipedo, il quale perimetralmente, rispettivamente di lato e di testa prevede almeno due lati piani (6<1>) e (6<2>) e disposti a squadra; detto corpo (6) essendo altresì interessato da un foro verticale (7) il quale interferisce, mediante una corrispondente vite passante (11), con una sottostante sede (8) finalizzata ad accogliere la terminazione ad anello (9<1>) di incemieriamento di una astina flex (9) al muso dell'occhiale (A).
  3. 3. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni 1. e 2., caratterizzata dal fatto che un mezzo a molla (10), è ricavato ripiegando del filo metallico, di modo tale da ottenere, da un lato (10<1>) una spirale, nel caso di specie a due spire contrapposte, ortogonale rispetto ad un tratto oblungo (10<2>) il quale conduce all'altra estremità con un terminale curvo.
  4. 4. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la molla (10) è associata lungo l’estradosso della terminazione di incemieramento dell’astina (9) al musetto (6), di modo che l'estremità (10<1>) sia avvolta, e colà fissata, attorno alla detta astina (9) consentendo alla stessa un attraversamento coassiale ed una disposizione parallela al tratto oblungo (10<2>) il quale si estende oltre il detto musetto (6).
  5. 5. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le riverì dicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il tratto oblungo (10<2>) , è costituìto dalla sovrapposizione del medesimo filo (10) in andata ed in ritorno,. lasciando tra i due un conveniente interspazio (12).
  6. 6. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la molla (10), è associata lungo l’astina (9) di modo tale che il tratto oblungo (IO<2>), con l'astina (9) in una condizione aperta normalmente, appoggi lungo tutta la superficie laterale (6<1>) del musetto (6), forzando leggermente sulla stessa; mentre divaricando l'astina (9) oltre l'asse normale di apertura, il tratto oblungo (10<2>) della molla (10) tende a forzare maggiormente, sulla superficie laterale (6<1>), soprattutto insistendo in corrispondenza dello spigolo più arretrato (0).
  7. 7. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che nell'effettuare la chiusura di una astina (9), il tratto oblungo (10<2>) della molla (10), essendo solidale alla stessa, tende a forzare maggiormente, sulla superficie laterale (62) soprattutto insistendo in corrispondenza dello spigolo più avanzato (Ω) coincidente con l’estremità del lato (6<1>) di un musetto (6).
  8. 8. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l'astina (9), affiancata temporaneamente, al muso dell'occhiale (A), dispone, il tratto oblungo (10<2>) della molla (10), appoggiato lungo la superficie laterale (6<1>), di un muso (6).
  9. 9. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i due telai oculari (1) sono uniti tra loro da un ponte intermedio (3) provvisto monoliticamente di appendici inferiori costituenti mezzi simmetrici di sostegno dei corrispondenti naselli speculari (4).
  10. 10. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che detto ponte di collegamento (3) costituisce contestuale mezzo di ancoraggio dei rispettivi naselli (4), essendo ottenuto monoliticamente mediante una ripetuta serie di pieghe, ed in particolare: - prevedendo un primo tratto (3‘), leggermente inarcato ed a sbalzo, quale mezzo di collegamento tra i due telai (1) di sostegno delle lenti (2), seguito da due brevi tratti (3<2>), d'estremità, i quali dapprima, sono essenzialmente ripiegati ortogonalmente e poi in verticale (3<3>), detti tratti d'estremità, rispettivamente (3<2>) e (3<s>), o parti di queste, costituendo superfici saldate lungo l'estradosso di ogni singolo telaio (1); - di seguito, protese verso il basso, specularmente per ogni estremità del detto filo, prevedendo un primo tratto in diagonale (3<4>), seguito da un tratto verticale (3<5>) il quale termina con una asola aperta (3<6>) nella quale si incastra la base in materiale plastico (4’), di supporto di un nasello (4).
  11. 11. Struttura leggera di montatura per occhiale, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che ogni astina (9), prevede lungo l'estradosso della stessa, un mezzo (10) il quale costituisce molla di contrasto alla condizione, di ultradivaricazione dell’astina dinamica (9) ed agevola, con un effetto a scatto, il richiamo della stessa in una condizione statica di non utilizzo, in modo da risultare perfettamente affiancata, e dal lato interno, rispetto al muso dell'occhiale (A).
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