ITTV980070A1 - Struttura di occhiale del tipo leggero ed occhiale in filo metallico cosi' ottenuto con lavorazione a semi-giorno - Google Patents

Struttura di occhiale del tipo leggero ed occhiale in filo metallico cosi' ottenuto con lavorazione a semi-giorno

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Fabio Coppe
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Cidi Occhialeria Di Coppe & C
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Titolo:
STRUTTURA DI OCCHIALE DEL TIPO LEGGERO ED OCCHIALE IN FILO METALLICO COSI' OTTENUTO CON LAVORAZIONE A SEMI-GIORNO.
DESCRIZIONE
Il presente trovato ha per oggetto una struttura di occhiale del tipo leggero ed occhiale in filo metallico così ottenuto con lavorazione a semigiorno.
L’innovazione, trova particolare se pur non esclusiva applicazione nel settore della produzione e commercializzazione di occhiali, sia per l'uso correttivo che con finalità protettive.
Stato dell’arte.
Sono certamente note le montature per occhiali, le quali, si compongono principalmente di una parte, atta al sostegno delle lenti, data da due oculari spesso uniti tra di loro da un ponte, nonché dai naselli, che talvolta possono essere ottenuti monoliticamente con gli oculari, ed infine da astine di sostegno con terminali rettilinei o ricurvi. Queste ultime, poi, possono prevedere dei dispositivi, comunemente denominati -flex- ottenuti in prossimità dell'incemieramento agli oculari, per consentire l'impegno elasticizzato a quella parte associata od integrata nella montatura, propriamente detta muso. Tale funzione, ottenuta su entrambi i lati dell'occhiale, da un lato, ha il vantaggio di conferire una maggiore ergonomicità, consentendo anche una buona dose di adattamento alle diverse conformazioni anatomiche del viso di ogni soggetto portatore, dall'altro, pare renda più agevole l'indossabilità.
Molte in proposito sono le soluzioni in cui si prevedono delle astine elasticizzate. Ad esempio, una, tradizionale, che ha trovato largo consenso tra i consumatori, è costituita dalla domanda di brevetto europeo n. 79400087. 7 (Safilo<®>). In essa, si descrive una cerniera elastica per montatura di occhiali, essenzialmente costituita da una scatola, associata di lato all'astina, di contenimento di un mezzo tirante coassiale alla detta scatola, ed in cui la parte terminale del tirante è filettata, sulla quale si avvita una bussola che assicura il posizionamento di una molla, mentre dall'altro lato è in battuta, all'interno di una sede ricavata nella detta scatola.
Tra gli inconvenienti, riscontrabili nella soluzione citata, ma in genere comuni anche ad altre soluzioni, vi è l'eccessiva complessità delle astine. Infatti, nonostante svolgano egregiamente il proprio compito, determinano non pochi problemi in fase esecutiva, da un lato per quanto riguarda la realizzazione degli innumerevoli componenti di precisione, dall'altro, nel loro assemblaggio, in definitiva incidendo in misura considerevole sui tempi e costi di esecuzione. Se non chè, fra gli scopi principali delle aziende del settore, vi è stato anche quello di giungere alla realizzazione di strutture perfezionate per occhiali, le quali, contenute dimensionalmente, offrissero una ricercata funzionalità mirando nel contempo ad una semplificazione della struttura di montatura, riducendone i componenti, con la conseguenza di facilitare l'assemblaggio e di abbattere i costi.
La rapida evoluzione del settore, legata ad una particolare tendenza di mercato, ha imposto sul mercato le cosiddette montature -ultralight- od ultraleggere, in pratica degli occhiali cosiddetti a giorno, privi di una struttura vera e propria, poiché provvisti di singole parti svincolate le une dalle altre, come ad esempio, le astine, musetti e nasello, che, diversamente conformate, vengono impegnate alle lenti di materiale plastico. Una volta assiemato i singoli componenti, secondo diversi sistemi e tecniche di lavorazione si ottiene un occhiale molto leggero, soprattutto resistente, contrariamente alle soluzioni sino ad oggi utilizzate in cui la struttura era praticamente saldata in più punti, qualora ottenuta in metallo, od alternativamente, stampata mediante l'utilizzo di materiale plastico.
Nel panorama delle montature più recenti, in linea con i principi sopra esposti, e che si propongono più o meno validamente sul mercato, è nota la soluzione di cui al brevetto europeo n. 546 589 (Lindberg), avente per oggetto dei mezzi per il supporto delle lenti negli occhiali, particolarmente del tipo con montatura a giorno. La caratteristica principale di tale occhiale, consiste nel prevedere, in luogo del tradizionale dispositivo di elasticizzazione dell'astina, peraltro complesso, poiché composto da innumerevoli parti meccaniche, una modifica della conformazione della parte terminale dell'astina, in modo tale da renderla, pur semplificata, ugualmente cedevole rispetto al musetto di impemiamento. Più in dettaglio, l'occhiale in questione si compone di due lenti, con montatura a giorno, ovvero del tipo prive di telaio che contiene, circoscrivendo, le lenti. Conseguentemente, sempre le lenti, sono unite tra loro dal solo ponte, che nel caso di specie è ottenuto in filo, il quale oppurtanamente ripiegato, realizza degli anelli per l'impegno di corrispondenti naselli. Il medesimo ponte in filo, sempre in virtù della particolare conformazione, prevede di lato ai naselli delle zanche d'ancoraggio, date dalle due estremità contrapposte del filo ripiegato. A questo punto, l'ancoraggio della singola lente viene ottenuto praticando dei piccoli fori necessari ad accogliere le estremità in filo del ponte.
Un'ulteriore caratteristica innovativa, rilevabile dalla proposta Lindberg, è riscontrabile nelle astine. Anche in tal caso, sono ottenute in filo metallico, opportunamente ripiegate e rispettivamente, da un lato, risvoltate verso il basso per avvolgere come consuetudine parte del padiglione auricolare, dall'altro realizzando una spirale, dove la conformazione dell'avvolgimento si sviluppa ortogonalmente al tratto dell'astina. Il foro, ottenuto coassialmente alla spirale, costituisce mezzo femmina per l'incernieramento della stessa al musetto-perno associato ad ogni lente dell'occhiale. Più in particolare, una lente dell'occhiale, dal lato opposto di ancoraggio del nasello, prevede un foro che accoglie, passante trasversalmente, un tratto di filo ripiegato, da un Iato ancorandosi lungo il bordo dell'occhiale, essendo ripiegato su se stesso, dall'altro protraendosi per un breve tratto in orizzontale seguito da un ulteriore tratto ripiegato a 90°, in modo tale da ottenere un perno disposto in verticale. Detto perno, viene quindi accolto coassialmente alla spirale, ottenendo l'incernieramento dell'astina. In definitiva, il cedimento elastico della stessa, è reso possibile dalla terminazione della spirale, la quale insiste, flettendo l'astina verso l'esterno, lungo il tratto orizzontale del mezzo maschio di incemieramento alla lente dell'occhiale.
Nel medesimo testo brevettuale, vengono inoltre descritte delle varianti tecniche, soprattutto per quanto riguarda la struttura di sostegno delle lenti, nel caso di specie, prevedendo la lavorazione del filo in modo tale da interessare la sola parte superiore in una prima soluzione, od alternativamente, la sola parte inferiore. Di conseguenza, si ottiene, mediante opportune pieghe e risvolti dello stesso, un'unica struttura che assolve alla funzione di musetto, ai lati dell'occhiale per l'incemieramento delle astine, e centralmente, di unione, mediante ponte, delle due lenti nonché costituendo mezzi di ancoraggio per i rispettivi naselli.
Gli inconvenienti che si possono riscontrare nella predetta soluzione, soprattutto con riguardo all'incemieramento, possono essere attribuiti alla complessità di lavorazione del filo, con particolare riferimento alla necessità di dovere ricorrere in prossimità delle terminazioni delle astine, all'ottenimento della spirale. In secondo luogo, non risulterebbe efficace nell'assicurare la tenuta tra il perno maschio, previsto nel musetto, e la sede ricettacolo della spirale, tendendo frequentemente a fuoriuscire dalla propria sede. Ulteriori inconvenienti che si possono riscontrare nelle soluzioni in cui si prevede la lavorazione del. filo metallico, consistono nel fatto che, per effetto della precipua conformazione a spirale attuata sulla terminazione delle astine, queste ultime, in concorso con la naturale flessione del filo, di ridotto diametro, paiono eccessivamente cedevoli, risultando una struttura inefficace per una corretta compressione di tenuta in corrispondenza delle tempie. Ciò in definitiva, causa il frequente spostamento dell'occhiale indossato, e conseguentemente origina dei problemi di messa a fuoco, sino ad obbligare il fruitore a correggerne in continuo la posizione.
Ancora un inconveniente, può essere riferito al materiale impiegato il quale essendo del filo in titanio, comporta delle difficoltà di reperimento da un lato, e dei costi d'acquisto piuttosto considerevoli dall'altro. Quest'ultimo aspetto, unitamente alla novità oggettiva nella lavorazione dell'occhiale ed al ricarico del commerciante finale, aveva prodotto inizialmente un consistente lievitamento dei prezzi di acquisto al pubblico, facendo sì che l'acquisto fosse precluso alla gran parte dei consumatori, essendo inserito in un mercato piuttosto di nicchia.
Anche a causa di tali limiti, le imprese hanno individuato dei settori presso cui intervenire, proponendo prodotti più o meno analoghi, ma a costi decisamente inferiori, conseguentemente aumentando la platea del potenziale acquirente, tanto che ad oggi, l'occhiale a giorno "ultra leggero" risulta uno dei modelli tra i più diffusi e richiesti. Alcune di queste soluzioni, prevedono la realizzazione di una montatura sempre del tipo ultra leggera, ma in acciaio inox trattato al titanio, la cui caratteristica è data dal fatto di prevedere una astina, la quale termina in corrispondenza dell'incemieramento alle lenti, con delle particolari conformazioni atte a costituire incemieramento alla restante parte di montatura, detta muso, preventivamente fissata sulle lenti a giorno. Ad esempio un sistema noto, consiste nel fatto di prevedere un anello sulla terminazione d'incernieramento dell'astina, detto anello essendo ancorato al musetto mediante una vite passante assialmente. La precipua conformazione del musetto prevede un'ansa che delimita la sede di accoglimento della terminazione ad anello dell'astina, poi risvoltato perpendicolarmente a realizzare un'asola, ed all'interno della quale viene introdotta l'estremità della detta astina. Un'ulteriore caratteristica di questo occhiale a giorno, è data dal fatto di prevedere un ponte di collegamento tra le due lenti, il quale necessita di una fresata lungo il bordo dell'occhiale per accogliere una parte del filo, la cui estremità termina da ambo i lati, ancorato in un accessorio. L'accessorio in questione, è provvisto da un Iato, di un foro filettato per l'ancoraggio mediante vite alla rispettiva lente, dall'altro prevede un'appendice inferiore, ottenuta monoliticamente dallo stesso, che comprende mezzi di sostegno del corrispondente nasello.
Ma a prescindere dalle singole problematiche che interessano ogni occhiale ultraleggero, ne emergono alcune particolarmente rilevanti e assai comuni alla categoria. La definizione stessa, sottende una struttura non particolarmente resistente, e che, contrariamente all'occhiale tradizionale; richiede una particolare cura ed attenzione nella manipolazione. Ciò è dovuto non solo all'impiego di tutte le parti in filo metallico, ma alla mancanza di una struttura rigida o semi-rigida che quantomeno funga da supporto semiperiferico delle lenti e che, di conseguenza, realizzi un vincolo più stabile e solido tra le stesse in mutua concorrenza con le astine. Questi inconvenienti, conferiscono una eccessiva elasticità all'occhiale, che, soprattutto nel calzarlo, causano una deformazione asimmetrica delle due lenti, il più delle volte, cedendo localmente il ponte di collegamento. Con il ripetersi delle condizioni, tale circostanza, può portare ad una diminuizione della memoria elastica e conseguentemente ad una deformazione permanente della struttura, un problema questo tutt’affatto marginale per gli occhiali da vista in quanto ne modifica i parametri di correzione. L'eccessiva elasticità, peraltro come già osservato, trova origine anche nella naturale flessione delle astine, proprio perchè ottenute in filo metallico, con la conseguenza che la sommatoria dei due effetti produce ancora una maggiore cedevolezza, aggravando gli inconvenienti esposti. Per altri versi, le attuali strutture conferiscono al consumatore una sensazione di instabilità dell'occhiale, una volta indossato, soprattutto in considerazione del fatto che non paiono comprimere sufficientemente le tempie al fine di assicurare, correttamente, il posizionamento dell’occhiale.
Scopo del presente trovato è anche quello di ovviare ai succitati inconvenienti.
Questo ed altri scopi, vengono raggiunti con la presente innovazione secondo le caratteristiche di cui alle annesse rivendicazioni, risolvendo i problemi esposti mediante una struttura di occhiale del tipo leggero occhiale in filo metallico con lavorazione a semi-giorno così ottenuto. comprendente la cooperazione di almeno tre elementi e rispettivamente: due speculari, finalizzati ognuno a sostenere la corrispondente lente, destra e sinistra, e ad impegnare la relativa astina, essendo costituiti monoliticamente da un filo metallico sagomato, che estendendosi ad arco interessa da un lato all'altro il profilo superiore della corrispondente lente dell'occhiale, realizzando alle-estremità asole di impegno di mezzi a vite e da un solo lato ottenendo anche un relativo musetto a sbalzo di incernieramento dell’astina; nonché prevedendo un terzo elemento, di unione delle dette due lenti, costituito da un ponte di collegamento, anch’esso monolitico, vincolato sull'estradosso delle dette lenti, ed al quale si impegnano, in corrispondenza delle appendici inferiori convenientemente ripiegate, relativi naselli rimovibili.
In tal modo, attraverso il notevole apporto creativo il cui effetto costituisce un immediato progresso tecnico, vengono conseguiti alcuni vantaggi.
In primo luogo, si semplifica la lavorazione dell'occhiale, a tutto vantaggio dei tempi e dei costi di esecuzione. Ciò viene reso possibile, per il fatto che non è necessario fissare preventivamente i musetti alle lenti dell'occhiale, essendo previsto un unico elemento per parte, il quale funge da musetto e contemporaneamente, mezzo di sostegno della corrispondente lente. Il fissaggio del detto elemento, inoltre, così come del ponte di collegamento, viene attuato unicamente mediante delle viti comuni, nella fattispecie quattro, le quali contrariamente alle tecniche precedenti ove si prevedeva l'impiego di collanti, assicura una maggiore solidità della struttura.
Un secondo, non trascurabile vantaggio, consiste nel fatto che si' incrementa la rigidità dell'occhiale, poiché la particolare disposizione del filo ad arco, nel caso di specie sopra ma anche sotto la lente, nonché il vincolo strutturale così raggiunto tra le due estremità concorrendo la presenza del musetto di incemieramento dell'astina, fa sì che la struttura risulti più robusta, meno deformabile, che non le precedenti, con la possibilità di mantenere nel tempo roriginaria conformazione. Ne consegue anche, che la maggiore rigidità conferisce una buona stabilità dell'occhiale, una volta posizionato, evitando al soggetto fruitore delle continue manipolazioni volte a ripristinare la posizione, che viceversa, nelle soluzioni precedenti viene costantemente a mancare per una insufficiente pressione della montatura a livello delle tempie, nonostante i terminali delle astine siano ricurvi. Ne discende infine, dal lato pratico e particolarmente per il soggetto portatore di lenti, il mantenimento di una corretta e costante messa a fuoco.
Un ulteriore vantaggio, consiste nel fatto di prevedere un incernieramento dell’astina, al musetto dell'occhiale, di tipo tradizionale, il quale offre delle accreditate funzioni, consentendo per un verso di limitare il cedimento dell'assieme montatura, e dall'altro lato partecipando a mantenere inalterata nel tempo una ragionevole forza di contrasto all'azione esercitata dalle stesse, quando l'occhiale è indossato.
Altre peculiarità vantaggiose, possono essere riassunte in una ricercata ergonomicità, e discreta estetica. Per l'impresa, migliorando sensibilmente l’offerta sul mercato, si ottiene una considerevole riduzione dei costi di realizzazione, considerato il fatto che non risulta essere una applicazione particolarmente complessa.
Questi, ed altri vantaggi appariranno dalla successiva particolareggiata descrizione di una soluzione preferenziale di realizzazione con l’aiuto dei disegni schematici allegati i cui particolari di esecuzione non sono da intendersi limitativi ma solo esemplificativi.
Disegni allegati.
La Figura 1., rappresenta l'estradosso di una struttura di occhiale, con lenti montate, e priva di astine.
La Figura 2., è ancora un prospetto, ma dell'intradosso della medesima struttura di occhiale con lenti montate di cui alla figura precedente.
La Figura 3., rappresenta una vista prospettica e scomposta dei tre elementi che partecipano alla realizzazione della struttura di occhiale di cui alla Figura precedente, privata delle relative lenti.
La Figura 4., è una vista dall'alto del solo pónte di collegamento tra le due lenti, comprendente delle appendici di sostegno dei naselli (non illustrati).
Infine, la Figura 5., rappresenta una vista dall'alto del solo elemento che sostiene una corrispondente lente e con una estremità, funge contestualmente, da musetto per l'incemieramento di una corrispondente astina, non illustrata.
Descrizione di una probabile esecuzione.
Facendo riferimento anche alle figure, si osserva in primo luogo che una struttura di occhiale, comprende una coppia di lenti, rispettivamente destra e sinistra (a, a1), ognuna delle quali è interessata da un elemento (1) di sostegno e vincolo di una astina, pieghevole (3), essendo incernierata al detto elemento, nonché un elemento intermedio di collegamento tra le dette due lenti (a, a1), il quale è costituito dal ponte (2) comprensivo di due naselli (6).
Più in dettaglio, ogni elemento (1) è costituito da un tratto di filo metallico, sagomato, il quale si protende da un lato all'altro della corrispondente lente (a, a1). Nella fattispecie, il detto tratto di filo interessa la parte superiore della lente (a, a1), ed è associato alla stessa sull'intradosso, lungo il bordo. Nell'elemento (1), si rileva che ad una porzione più o meno inarcata, intermedia (1') seguono delle estremità opportunamente sagomate, sia per ancorare lo stesso alla detta lente, sia almeno da un lato per fruire della funzione di musetto. Quest'ultima estremità, dapprima comprende la realizzazione un'asola (12), quindi segue un tratto (13) ortogonale alla detta asola (I2), facendo sporgere oltre la lente (a, a1), dell'occhiale, una porzione ricurva (14), per poi ritornare su se stesso per un breve tratto (13), rientrando verso l'intemo dell'occhiale. Il finale del detto tratto (l<3>) (non illustrato), costituendo il musetto, può prevedere una cerniera femmina, costituita da una coppia di rebbi piatti, forati trasversalmente, attraverso i quali è passante coassiale una vite che impegna e trattiene centralmente l’elemento maschio di incende ramento di una astina (3).
Con lo scopo di mantenere il musetto in una posizione piuttosto ravvicinata alla lente (a, a<1>) dell'occhiale, il bordo di quest'ultima può essere interessato da una cava (4) all'interno della quale è alloggiata una porzione del filo, compresa tra il tratto (l<3>) e l'asola (l<2>). Per quanto riguarda quest'ultima, essa coincide con un unico foro, passante, ricavato attraverso la detta lente (a, a<1>), consentendo l'introduzione di un mezzo a vite (5), il quale sull'intradosso dell'occhiale è provvisto di una ranella stellare (8) che essendo così conformata, perimetralmente si sovrappone all'asola in filo (l<2>).
Allo stesso modo, anche l'estremità (l<6>) dell'elemento (1), opposta alla precedente, e necessaria al sostentamento della lente (a, a<1>), realizza un'asola, coincidendo con un foro che interessa trasversalmente lo spessore della lente. All’intemo del detto foro, trattenendo l'asola (l<6>) sull'intradosso della lente (a, a<1>), si consente l'introduzione di un mezzo a vite (5<1>), il quale sempre sull’intradosso dell'occhiale, coopera con una ranella stellare (8<1>) che perimetralmente-si sovrappone alla detta asola in filo (l<6>).
Ovviamente un medesimo elemento (1), essendo speculare, interessa la lente adiacente (a, a<1>).
Per quanto riguarda il collegamento tra le dette due lenti (a, a<1>), esso è assicurato da un elemento (2), anch'esso ottenuto monoliticamente, sagomando del filo metallico. Questo, con funzione di ponte, comprende una parte intermedia estroflessa (2<l>), alle cui estremità, per parte, segue un primo tratto (2<2>) inclinato verso il basso, per poi procedere parallelamente al tratto intermedio, con una porzione curva oblunga a formare un'asola per estremità (2<3>). Dette asole (2<3>), vengono in tal modo ad essere sovrapposte alle lenti (a, a<1>), sull'estradosso delle stesse, di modo tale da coincidere con il medesimo foro praticato passante, che consente l'ancoraggio degli elementi (1) di supporto delle lenti (a, a<1>)· In questa condizione, la medesima vite (5<1>) che trattiene da un lato l’estremità ad asola (1<6>) dell'elemento (1), trattiene anche un lato del ponte-nasello (2). Il detto elemento (2), oltre ad essere configurato come un ponte di collegamento tra le dette due lenti (a, a<1>), è finalizzato anche al supporto di corrispondenti naselli (6). Più in particolare, esso realizza due appendici inferiori, (2<3>) di cui una per lato, con un breve tratto della parte superiore (2<4>) alloggiato in una piccola cava (7) ricavata lungo il bordo della lente (a, a<1>). Ogni appendice (2<3>), comprende dunque, un tratto di filo (2<4>) ripiegato ortogonalmente rispetto alla detta asola (2<3>), proteso verso l'interno dell'occhiale, seguito in continuo da un segmento, ripiegato verso il basso ed inclinato (2<3>) la cui estremità termina con un'asola (2<6>). Scopo di detta asola (2<6>) è quella consentire l'incastro di un dente di trattenuta, ottenuto monoliticamente e da un lato del nasello (6), il quale, risulta così rimovibile.

Claims (1)

  1. RIVENDICAZIONI .1.. Struttura di occhiale del tipo leggero ed occhiale in filo metallico con lavorazione a semi-giorno così ottenuto, caratterizzato dal fatto che comprende la cooperazione di almeno tre elementi e rispettivamente: due (1), speculari, finalizzati ognuno a sostenere la corrispondente lente, destra e sinistra (a, a<1>), e ad impegnare la relativa astina (3), essendo costituiti monoliticamente da un filo metallico sagomato, che estendendosi ad arco interessa da un lato all'altro il profilo superiore od inferiore della corrispondente lente (a, a<1>) dell'occhiale, realizzando alle estremità asole di impegno (16-1 <2>) di mezzi a vite (5, 5<1>) e da un solo lato, ottenendo anche un relativo musetto (1<3>-1<4>-1<3>) a sbalzo di incemieramento dell'astina (3); nonché prevedendo un terzo elemento (2), di unione delle dette due lenti (a, a1), costituito da un ponte di collegamento, anch'esso monolitico, vincolato sull'estradosso delle dette lenti (a, a<1>), ed al quale si impegnano in corrispondenza delle appendici convenientemente ripiegate, relativi naselli 2. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo la rivendicazione 1., caratterizzata dal fatto che ogni elemento (1) è costituito da un tratto di filo metallico, sagomato, il quale protendendosi da un lato all'altro della corrispondente lente (a, a<1>), interessa la parte superiore della lente (a, a<1>), ed è associato alla stessa sull'intradosso, lungo il bordo, rilevando che ad una porzione più o meno inarcata, intermedia (1<1>) seguono delle estremità opportunamente sagomate (1<6>-1<2>) , sia per ancorare lo stesso alla detta lente (a, a'), sia almeno da un lato per fruire della funzione di musetto che comprende la realizzazione di un'asola (1<2>), seguita da un tratto (1<3>) ortogonale alla detta asola (1<2>), facendo sporgere oltre la lente (a, a<1>), dell'occhiale, una porzione ricurva (1<4>), per poi ritornare su se stesso per un breve tratto (1<s>), rientrando verso lintemo dell'occhiale. 3. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni 1. e 2., caratterizzata dal fatto che il finale del detto tratto (1<5>), costituendo il musetto, può prevedere una cerniera femmina, costituita da una coppia di rebbi piatti, forati trasversalmente, attraverso i quali è passante coassiale una vite che impegna e trattiene centralmente l'elemento maschio di incemieramento di una astina (3). 4. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il bordo laterale della lente (a, a<1>) è interessato: - da un lato, da una cava (4) all’intemo della quale è alloggiata una porzione di filo, compresa tra il tratto (1<3>) e l'asola (1<2>); - dall'altro, da una seconda cava (7) che accoglie un breve tratto della parte superiore (2<4>) delle appendici inferiori, (2<3>). 5. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che restremità ad asola (1<2>) coincide con un unico foro, passante, ricavato attraverso la detta lente (a, a<1>), consentendo l'introduzione di un mezzo a vite (5), il quale sull'intradosso dell'occhiale è provvisto di una ranella stellare (8) che essendo così conformata, perimetralmente si sovrappone all'asola in filo (1<2>). 6. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che anche restremità (1<6>) dell'elemento (1), opposta alla precedente, e necessaria al sostentamento della lente (a, a<1>), realizza un'asola, coincidendo con un foro che interessa trasversalmente lo spessore della lente, dall'interno del detto foro, trattenendo l'asola (1<6>) sull'intradosso della lente (a, a<1>), essendo introdotto un mezzo a vite (5<1>). il quale sempre sull'intradosso dell'occhiale, coopera con una ranella stellare (8<1>) che perimetralmente si sovrappone alla detta asola in filo (1<6>). 7. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il collegamento tra le dette due lenti (a, a<1>), è assicurato da un elemento (2), ottenuto monoliticamente, sagomando del filo metallico; comprendente una parte intermedia estroflessa (2<1>), alle cui estremità, per parte, segue un primo tratto (2<2>) inclinato verso il basso, per poi procedere parallelamente al tratto intermedio, con una porzione curva oblunga a formare un'asola per estremità (2<3>), le quali sono sovrapposte alle lenti (a, a<1>), sull'estradosso delle stesse. 8. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che le asole d'estremità (2<3>), essendo sullestradosso sovrapposte alle lenti (a, a<1>), coincidono con il medesimo foro praticato passante, che consente l’ancoraggio degli elementi (1) di supporto delle lenti (a, a<1>). 9. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la medesima vite (5<1>) che trattiene da un lato l'estremità ad asola (1<6>) dell'elemento (1), trattiene anche un lato del pontenasello (2). 10. Struttura di occhiale del tipo leggero, secondo le rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che l'elemento (2), oltre ad essere configurato come un ponte di collegamento tra le dette due lenti (a, a1), è finalizzato anche al supporto di corrispondenti naselli (6), realizzando due appendici inferiori (2<5>), di cui una per lato, comprendente un tratto di filo (2<4>), ripiegato ortogonalmente rispetto alla detta asola (2<3>), proteso verso l'interno dell'occhiale, seguito in continuo da un segmento, ripiegato verso il basso ed inclinato (2<3>), la cui estremità termina con un'asola (2<6>), consentendo l’incastro di un dente di trattenuta, ottenuto monoliticamente da un corrispondente nasello (6)
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