ITTV20130167A1 - Macchina automatica e procedimento automatico per la piegatura e la calandratura dei profili distanziatori per l'ottenimento dei telai distanziatori per vetro isolante. - Google Patents

Macchina automatica e procedimento automatico per la piegatura e la calandratura dei profili distanziatori per l'ottenimento dei telai distanziatori per vetro isolante.

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ITTV20130167A1
ITTV20130167A1 IT000167A ITTV20130167A ITTV20130167A1 IT TV20130167 A1 ITTV20130167 A1 IT TV20130167A1 IT 000167 A IT000167 A IT 000167A IT TV20130167 A ITTV20130167 A IT TV20130167A IT TV20130167 A1 ITTV20130167 A1 IT TV20130167A1
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IT
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bending
spacer
synchronous
profile
Prior art date
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Fortunato Vianello
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Description

DESCRIZIONE
MACCHINA AUTOMATICA E PROCEDIMENTO AUTOMATICO PER LA PIEGATURA E LA CALANDRATURA DEI PROFILI DISTANZIATORI PER L' OTTENIMENTO DEI TELAI DISTANZIATORI PER VETRO ISOLANTE.
La presente invenzione ha per oggetto una macchina automatica ed un procedimento automatico per la piegatura e la calandratura dei profili distanziatori per ottenere i telai distanziatori utilizzati nella composizione del vetro isolante. In particolare 1' invenzione riguarda i mezzi per il trattenimento e la guida della porzione di telaio a valle della testa di piegatura / calandratura, soggetta ad azioni di gravità, inerzia ed attrito, non secondarie in relazione alla trascurabile capacità di resistere del profilo. Il trattenimento e la guida avvengono in sincronismo con le operazioni di esecuzione del telaio. Ciò consente di aumentare la velocità di piegatura e di calandratura cosi da incrementare la produttività della macchina e del procedimento, oltre che migliorare la qualità del telaio finito, in termini di regolarità geometrica ed estetica.
STATO DELLA TECNICA E PROBLEMI INERENTI
Oggigiorno è noto effettuare la cosiddetta piegatura dei "profili distanziatori" per ottenere "telai distanziatori" per vetro isolante, nel gergo conosciuto anche come vetrocamera (di seguito si utilizzerà tale termine), su macchine cosiddette piegaprofili sia con procedimenti semiautomatici (viene piegato un angolo alla volta mediante una testa di piegatura e tra una piegatura e 1' altra lo spostamento del profilo è effettuato manualmente dall' operatore) sia con procedimenti automatici (è escluso 1' intervento dell' operatore durante 1' intero processo, salvo eventualmente nelle fasi di caricamento dei profili nel magazzino polmone ed eventualmente di scarico del telaio distanziatore piegato sul quale 1' operatore effettua eventualmente 1' ulteriore operazione finale di innesto di un inserto per la chiusura testa-coda, per passare dalla forma aperta, seppure avente geometria di telaio completo ma non unito nella porzione di inizio e fine, alla forma chiusa e stabile). E' in questo settore che la macchina ed il procedimento oggetto della presente domanda trovano applicazione, introducendo un' importante miglioria, rispetto alla tecnica nota sopra sintetizzata e molto diffusa, che velocizza le operazioni sia di piegatura che di calandratura e conduce ad un' esecuzione geometrica ed estetica più raffinata.
Per meglio comprendere la configurazione e la funzione del telaio distanziatore e del suo semilavorato che lo origina, il profilo distanziatore, si riassumono qui di seguito alcuni concetti riguardanti sia il profilo distanziatore che il prodotto finale ossia il vetrocamera, dando per conosciuto il successivo impiego del vetrocamera ossia quale componente del serramento o quale elemento delle facciate continue e delle facciate strutturali.
Il vetrocamera è costituito dalla composizione di due o più lastre di vetro separate da uno o più telai distanziatori cavi microforati nella faccia rivolta verso 1' interno, i telai distanziatori essendo collocati in prossimità del perimetro delle lastre di vetro e contenendo nella loro parte cava del materiale igroscopico e la camera (o le camere) delimitata (delimitate) dalle lastre di vetro e dal telaio (dai telai) potendo contenere aria oppure gas diverso dall' aria o miscele di gas diversi dall' aria conferenti al vetrocamera particolari proprietà, per esempio termoisolanti e/o fonoisolanti. L' unione tra lastre di vetro e telaio (telai) è tipicamente ottenuta mediante due livelli di sigillatura, la prima avente funzione di realizzare ermeticità contro la fuoriuscita del gas e contro 1' entrata dell' umidità ambientale e interessante le superfici laterali del telaio e la parte delle lastre di vetro adiacenti, la seconda avente funzione di realizzare coesione tra ì componenti (lastre di vetro e telaio distanziatore / telai distanziatori) e resistenza meccanica del giunto tra gli stessi e interessante il vano costituito dalla superficie esterna del telaio (telai), inclusa la parte variamente conformata di raccordo con le pareti laterali, e dalle facce delle lastre di vetro sino al bordo delle stesse, verso le sollecitazioni di natura meccanica (carico del vento, della neve, etc.) o di natura termica (esposizione ai cicli ti variazione di temperatura tra parte esterna e parte interna dell' edificio). La figura 1 prospetta alcune soluzioni relative a tale giunto perimetrale del vetrocamera.
Per completare la premessa sintetica inerente al vetrocamera è opportuno addentrarsi più specificatamente nella configurazione delle lastre di vetro, non tanto nel loro possibile impiego isolato ma, soprattutto, in funzione del loro impiego in combinazione con il telaio distanziatore per la costituzione appunto del vetrocamera, riassumendo qui di seguito alcuni concetti riguardanti i semilavorati stesso, ossia le lastre di vetro ed il telaio distanziatore, ed il prodotto finale, ossia il vetrocamera. Il successivo impiego del vetrocamera, ossia quale componente dei serramenti o delle facciate continue o delle facciate strutturali, come già detto, è noto al tecnico del ramo e non viene qui disquisito in dettaglio.
Con riferimento alla rappresentazione schematica 1A del vetrocamera riportata nella figura 1, più dettagliatamente il vetrocamera è tipicamente costituito da due o più lastre di vetro 1001, 1002, etc., separate reciprocamente da uno o più telai distanziatori 1003, etc., i quali sono internamente cavi e, nella faccia rivolta verso l'interno della camera, sono microforati.
I telai distanziatori 1003 contengono, nella loro parte cava, materiale igroscopico 1008, il cui compito è di assorbire 1' umidità. La camera (o le camere) 1007 (o ulteriori)delimitata dai vetri 1001 e 1002 (o ulteriori) e dal telaio 1003 (o ulteriori) può (possono) contenere aria oppure gas o miscele di gas in essa (esse) iniettati, i quali conferiscono al vetrocamera particolari proprietà, per esempio proprietà termoisolanti e fonoisolanti. Recentemente si è diffuso 1' impiego di profilo distanziatore 1003, avente sezione essenzialmente rettangolare oppure rettangolare con due rientranze, in materiale organico (per esempio indicativo ma non esaustivo: silicone ed epdm) espanso e flessibile inglobante nella sua massa il materiale igroscopico, ma tale soluzione, seppure pratica dal punto di vista dell' automazione nella fabbricazione del vetro isolante in quanto viene eliminata 1' operazione della posa manuale del telaio distanziatore, e valida dal punto di vista dell' isolamento termico in quanto costituito da materiale a bassa conducibilità, presenta alcuni inconvenienti. Il principale di tali inconvenienti riguarda la preponderanza di materiale organico nella sua composizione e quindi la mediocre funzione di barriera sia per il trattenimento del gas presente nella camera, sia per la non penetrazione di umidità dall' ambiente esterno verso la camera che comporterebbe condensazione nell' interno della camera. Ulteriori inconvenienti sono: la complicazione nel cambio della larghezza e dei colori, la non adesione con taluni tipi di sigillanti e, non ultimo, la limitazione nelle dimensioni massime dei vetrocamera che ne esclude 1' impiego nelle vetrate strutturali. Di conseguenza ritorna in auge piuttosto la soluzione più tradizionale del telaio rigido. L'unione tra lastre di vetro e telaio è ottenuta mediante due livelli di sigillatura: la prima sigillatura 1004 serve per realizzare una chiusura ermetica e interessa le superfici laterali del telaio 1003 e le porzioni ad esse adiacenti delle lastre di vetro 1001, 1002 ed ha un comportamento termoplastico; la seconda sigillatura 1005 interessa il vano costituito dalla superficie esterna del telaio e dalle facce delle lastre di vetro 1001, 1002 sino al bordo delle stesse ed ha funzione di realizzare la coesione tra i componenti, una volta che il sigillante diviene catalizzato, ossia dopo qualche ora, mantenendo nel tempo la resistenza meccanica del giunto tra gli stessi. Nel caso del distanziatore flessibile, lo stesso è pre-cosparso per una porzione dei suoi fianchi con un adesivo acrilico 1006 che presenta, a suo unico ma non rilevante vantaggio, un vincolo immediato con le pareti delle lastre di vetro, così da consentire la manipolazione del vetrocamera senza attendere la catalisi dei sigillanti bi componenti.
La figura 1 mostra cinque delle molteplici possibili viste in sezione di configurazioni di vetrocamera 1A, 1B, 1C, 1D, 1E, di cui solo la prima è stata commentata. È immediato tuttavia estendere l' illustrazione di cui sopra alle configurazioni 1B, 1C, 1D, 1E ove vengono previsti o più telai o vetri sfalsati o vetri stratificati. In figura il sole rappresenta schematicamente l'ambiente esterno dell' edificio in cui i vetrocamera sono installati, mentre l' interno dell'edificio è schematicamente rappresentato da un radiatore .
Le lastre di vetro utilizzate nella composizione del vetrocamera possono avere diverse conformazioni in funzione dell' utilizzo, ad esempio il vetro esterno 1001 (rispetto all' edificio) può essere normale oppure selettivo oppure riflettente (per limitare l'apporto termico durante i mesi estivi) come pure può essere stratificato/blindato (per funzioni di antintrusione/antivandalismo) oppure può essere stratif icato/temprato (per funzioni di sicurezza) come pure combinato, ad esempio riflettente e stratificato, come pure sfalsato rispetto al vetro interno o al vetro intermedio. Il vetro interno 1002 (rispetto all'edificio) può essere normale oppure a bassa emissività (per limitare la dispersione di calore durante i mesi invernali) come pure stratificato/temprato (per funzioni di sicurezza) come pure combinato, ad esempio a bassa emissività e stratificato. Le proprietà relative all' isolamento termico, sia nelle condizioni invernali (per le quali è indicato il vetro basso emissivo) sia nelle condizioni estive (per le quali è indicato il vetro selettivo), come pure le proprietà relative alla trasmissione luminosa, sono ottenute mediante depositi di metalli e ossidi metallici, generalmente multistrato, di spessore totale dell' ordine delle centinaia di Angstrom, che devono però essere rimossi nelle porzioni perimetrali di interazione con i sigillanti.
Tutta tale apparentemente lunga premessa per dimostrare che la funzione del telaio distanziatore nella composizione del vetrocamera, in particolare di quello rigido, è primaria e da valorizzare per le seguenti essenziali ragioni:
# il costo delle lastre di vetro impiegate oggigiorno è sempre più consistente in ragione della scelta di soluzioni performanti quali i vetri rivestiti e/o temprati e/o laminati e/o sfalsati sopra descritti, per cui la non esecuzione a regola d' arte del telaio distanziatore andrebbe a compromettere un valore globale di ordini di grandezza più elevato, ossia quello del vetrocamera finito composto da lastre pregiate;
# in un vetrocamera finito ove il telaio distanziatore presentasse qualahe difettosità, funzionale oppure estetica, la scomposizione dell' insieme per recuperare le lastre di vetro non sarebbe agevole;
# la scelta dell' aspetto estetico del telaio distanziatore, che risulta visibile all' interno del vetrocamera, in quanto complemento dell' architettura non soltanto del vetrocamera ma dello stesso serramento o addirittura della facciata continua o della facciata strutturale, deve essere ampia, ciò che si ottiene in modo ottimale e pregevole soltanto con i profili distanziatori del tipo rigido;
# i produttori di profilo distanziatore rigido cavo microforato hanno potenziato e differenziato i loro impianti per dare prodotti sempre più performanti in termini di: isolamento termico (raggiungendo i bassi valori di conducibilità al pari dei distanziatori flessibili, mediante impiego di materiali inorganici a basso coefficiente di conducibilità o a materiali compositi inorganici / organici), ampia gamma, lavorabilità (segatura e piegatura), costi più che accessibili ed in particolare competitivi rispetto ad altre soluzioni;
# importanza della funzione di barriera, sia verso la fuga del gas che verso 1' entrata del vapor d' acqua, ciò che si ottiene soltanto con almeno una parete in materiale inorganico.
In conclusione, sebbene il contributo del telaio distanziatore in termini di costo sia marginale, la sua funzione è invece primaria e la piegatura (o calandratura per le parti curvilinee) va effettuata a regola d' arte. Dalla premessa esposta risulta inoltre evidente che una linea di fabbricazione per ottenere il prodotto vetrocamera necessita di molte lavorazioni in cascata.
Le lavorazioni per la produzione del vetrocamera tipicamente sono numerose e ciascuna necessita di una relativa e particolare macchina da disporsi in serie rispetto alle altre complementari. Alcune lavorazioni o operazioni, a titolo esemplificativo ma non esaustivo e nello stesso tempo non tutte necessarie, sono le seguenti, descritte sinteticamente:
SBORDATURA, mediante smerigliatura, del margine periferico della faccia della lastra di vetro di eventuali rivestimenti, per consentire e mantenere nel tempo l'adesione dei sigillante, come già spiegato;
- MOLATURA degli spigoli dei singoli vetri, al fine di eliminare lo spigolo vivo degli stessi, pericoloso dal punto di vista infortunistico e origine di fratture del vetro stesso in quanto contenente microcricche, in particolare nei vetri destinati alla tempra; oppure MOLATURA completa del
bordo, per conferire dimensioni, forma e finitura allo 1/ stesso e quindi ancora maggiore pregio al vetrocamera;
- LAVAGGIO E ASCIUGATURA dei singoli vetri;
APPLICAZIONE DEL TELAIO DISTANZIATORE: il telaio distanziatore, preventivamente fabbricato, riempito di materiale igroscopico e cosparso sulle facce laterali con un sigillante adesivo avente funzioni di tenuta, viene applicato su uno dei vetri costituenti il vetrocamera in un'apposita stazione della linea di produzione del vetrocamera; la trasformazione da profilo distanziatore 1 a
telaio distanziatore 4 (1003) attraverso le operazioni di piegatura, calandratura e chiusura, in particolare la sua esecuzione a regola d' arte, è 1' oggetto della presente domanda di brevetto ed avviene in una macchina esterna alla
linea di macchine di cui alla presente elencazione, così
pure il riempimento della parte cava del profilo distanziatore con materiale igroscopico 1008 avviene in un'
altra macchina pure esterna alla linea;
- ACCOPPIAMENTO E PRESSATURA dell'insieme lastre di vetro /
telaio (telai);
- RIEMPIMENTO CON GAS della camera (delle camere) così ottenuta (ottenute);
- SECONDA SIGILLATURA.
I sopraelencati processi potendo essere svolti, dalla rispettiva macchina, in modo automatico o semiautomatico. La ricerca delle anteriorità brevettuali depositate in settori pertinenti o affini ha portato al seguente brevetto nel settore delle macchine automatiche per la fabbricazione del telaio distanziatore per vetrocamera e del relativo polmone di alimentazione: il brevetto EP1285708B1 del 20.08.2001 titolare Lisec Peter e numerosi altri analoghi dello stesso e di altri titolari. Tale trovato e quelli collegati, così pure le macchine costruite dalla stessa Lisec Peter e da tutti i concorrenti nulla insegnano o anticipano circa il concetto inventivo oggetto della presente domanda, anzi 1' insegnamento è addirittura fuorviante ossia è quello di sofisticare 1' utensile di piegatura per ottenere una piega esteticamente accettabile piuttosto che introdurre una movimentazione stabile del profilo man mano che diviene telaio e si trova a valle dell' utensile di piegatura, movimentazione che piuttosto ha un ruolo basilare sia sotto il profilo fisico che dal punto di vista della produttività rispetto all' esecuzione della piega affidata alla sola testa di piegatura.
Le maggiori problematiche insite nelle tecniche note sopra sintetizzate sono le seguenti:
# incidenza dell' effetto inerziale del profilo, che aumenta man mano che il profilo origina il telaio in quanto 1' estensione a valle dell' utensile di piegatura viene ad allungarsi, sia sull' esecuzione della piegatura (o calandratura) in corso, sia verso la deformazione della parte di telaio già creata;
# conseguente necessità di ridurre la velocità di piega e quindi la produttività, per contrastare gli effetti inerziali legati alla rotazione del profilo e della parte di telaio già formata, che man mano aumentano;
# conseguente necessità di ridurre anche la velocità ditraslazione e di conseguenza la produttività, nella fase in cui si deve allineare la posizione della piegatura (calandratura) successiva con la testa di piegatura (calandratura), per contrastare gli effetti inerziali legati alla traslazione del profilo e della parte di telaio già formata, che man mano aumentano.
# incidenza dell' attrito tra telaio in formazione e piano di scorrimento dello stesso;
# per quanto ai quattro punti che precedono, nonché per 1' azione gravitazionale, frequente ricorso all' intervento dell' operatore per un accompagnamento manuale della parte del telaio 2 in formazione, nel caso di telai di grandi dimensioni sui quali gli effetti gravitazionali, inerziali e di attrito non sarebbero sopportabili stante la modesta resistenza a flessione del profilo distanziatore 1, neppure riducendo la velocità del processo.
Vi è di più: dato il notevole sviluppo che ha avuto il vetrocamera, stanti le varie conformazioni ed applicazioni descritte in premessa, parimenti le tipologie del profilo distanziatore, un tempo limitate ad alcune unità, ora sono diventate decine. Basti pensare che, oltre all' aumento della gamma delle larghezze, una volta tipicamente 6,9,12,15 mm mentre ora 6,8,9,12,14,15,16,18,20,24,25,32 mm, si è verificata una differenziazione dei materiali, una volta unicamente alluminio decapato mentre ora si sono aggiunti: alluminio anodizzato in vari colori, alluminio verniciato in vari colori, alluminio serigrafato, alluminio plastificato, acciaio al carbonio galvanizzato, acciaio inossidabile, acciaio inossidabile / plastica in vari colori ed in varie fogge. Va da sé che, oltre che per 1' effetto dell' aumento della larghezza, le masse in gioco e le relative azioni gravitazionali e reazioni inerziali e di attrito sono aumentate anche in ragione dei materiali più densi rispetto all' alluminio e dell' incremento delle dimensioni dei vetrocamera (oggi si raggiungono anche valori pari a quelli delle lastre cosiddette jumbo, ossia 7,5m x 3.21m).
Compito principale di quanto forma oggetto della presente domanda è quindi quello di risolvere i problemi tecnici evidenziati eliminando tutti gli inconvenienti di cui alla tecnica nota citata e quindi escogitando un procedimento ed una macchina che consentano di piegare e calandrare i profili distanziatori per vetrocamera ottenendo una qualità pregevole della parte piegata o calandrata ed incrementando la produttività (per stabilire un termine di confronto, dagli attuali 120 telai/ora delle dimensioni rettangolari 1000mm x 750mm a circa 200 telai/ora).
DESCRIZIONE DELL' INVENZIONE
La descrizione sintetica dei disegni e la descrizione dettagliata di un modo di realizzazione dell' invenzione chiariranno come sia possibile, sostanzialmente mediante un braccio basculante dotato di carrello scorrevole recante pinze folli rispetto al proprio perno di vincolo al carrello, e semplicemente con due soli assi sincroni, attuare un sistema polare atto a trattenere la prima parte del telaio durante tutto il ciclo di produzione (per piegatura ed eventualmente calandratura) dello stesso, sistema agente in sincronismo con tutte le altre movimentazioni note della macchina cosiddetta piegaprofili.
BREVE DESCRIZIONE DELLE FIGURE
Ulteriori caratteristiche e vantaggi dell'invenzione risulteranno maggiormente evidenti dalla descrizione dettagliata, di cui al capitolo successivo, di una forma di realizzazione preferita (preferred embodiment) del trovato, illustrata a titolo puramente indicativo e non limitativo negli allegati disegni, in cui:
la figura 1 mostra in seziona parziale una serie tipiche configurazioni di vetrocamera, già descritte premessa;
la figura 2 rappresenta in vista assonometrica varie fogge di telai distanziatori come necessari per la composizione del vetrocamera, in particolare figura 2a rettangolare 4, figura 2b poligonale 4', figura 2c in parte rettilinea in parte curvilinea 4'', figura 2d dettaglio di angolo piegato;sono visibili le giunzioni di inizio e fine telaio [che trasformano le forme da aperte (3, 3', 3 ), come fabbricate dalla piegaprofili, a chiuse];
la figura 3 rappresenta una vista assonometrica d'assieme della macchina completa che incorpora la parte tradizionale e dunque appartenente alla tecnica nota e la parte inventiva costituita dal dispositivo atto a gestire il sostentamento e la movimentazione della parte di profilo distanziatore, già formato in porzione di telaio inizialmente, sino a telaio completo a fine ciclo, in sincronismo con le operazioni attuate dai tradizionali sistema di trasporto e testa di piegatura / calandratura;
la figura 4 mette in evidenza i principali dettagli costruttivi sia relativi alla parte tradizionale che relativi alla parte inventiva;
la figura 5 raggruppa nella sua completezza i componenti della parte inventiva;
la figura 6 costituisce un ingrandimento delle parti essenziali dei dettagli della figura 5;
la figura 7 riguarda quella porzione della parte inventiva che, accoppiata con una porzione rettilinea del telaio in fabbricazione, segue, in coordinate polari ω, r, il percorso che tale porzione del telaio descrive nel piano di appoggio della macchina durante il processo e le operazioni di piegatura / calandratura; per necessità di rappresentazione ω ed r sono indicati come vettori variabili, non nelle entità effettive;
le figure 8 e 9 illustrano schematicamente il principio di funzionamento del concetto inventivo, dal punto di vista del procedimento, la prima per il caso di un telaio distanziatore rettangolare, la seconda per il caso di un telaio distanziatore parzialmente rettilineo e parzialmente curvilineo ;
la figura 10 mostra la collocazione della macchina oggetto della presente domanda, ossia della piegaprofili, nell' ambito della linea di produzione del vetrocamera ed il relativo possibile interfacciamento.
MODI PER L’ ESECUZIONE DELL’ INVENZIONE
Veniamo ora alla descrizione dettagliata di un modo di realizzazione dell' invenzione.
Per meglio descrivere tale modo di attuazione del trovato, e che comprende tutti gli equivalenti, si fa riferimento dapprima alla parta relativa alla tecnica nota ossia a quelle parte della macchina che attua la piegatura o la calandratura per quindi passare al valore aggiunto rappresentato dalla presente domanda di brevetto di invenzione industriale, esponendo le fasi del ciclo di funzionamento ed i meccanismi utilizzati nella realizzazione preferita (preferred embodiment) dell' innovazione, ed accennando a possibili configurazioni alternative che poi saranno richiamate nelle rivendicazioni.
Con riferimento all' insieme delle figure si anticipano le identificazioni come segue:
numerazione a partire da 1, per gli elementi oggetto della lavorazione;
numerazione a partire da xOl, la cui prima cifra x è quella del gruppo di appartenenza, per i dettagli e i meccanismi costruttivi, attribuendo la serie 100 alla parte nuova della macchina, ossia al contenuto del trovato consistente nel sistema di guida (sostentamento e movimentazione) del telaio distanziatore durante la sua formazione, atto a compensare i carichi dovuti alla forza di gravità, alle reazioni inerziali e di attrito; ove usati pedici, a sta per anteriore mentre p sta per posteriore, il riferimento essendo la posizione dell' operatore dislocato sul fronte della macchina.
Le successive numerazioni identificano allora rispettivamente:
serie 200 il magazzino (noto) contenente molteplicità di differenti tipologie (o per dimensioni o per conformazioni) di profili distanziatori 1;
serie 300 il sistema di avanzamento (noto) del profilo distanziatore 1;
serie 400 la testa di piegatura / calandratura (nota) ivi comprendendo il braccio di piegatura (noto);
Con 1 si identifica il profilo distanziatore singolo, con 2 il telaio distanziatore nella sua fase in progressione di formazione, con 3, 3', 3'' il telaio come prodotto dalla macchina attuante il processo, con 4, 4', 4'' il telaio come completo della giunzione testa-coda destinato alla successiva operazione di riempimento con materiale igroscopico che viene attuata da una macchina non appartenente al presente trovato e comunque nota, prima di essere destinato alla composizione del vetrocamera 5.
Con 10 si identifica il piano della macchina di scorrimento del telaio distanziatore 2 durante la sua fase di formazione, che è anche piano di giacitura del telaio finito 3, 3', 3'' ove lo stesso sosta in attesa del suo scarico (prevalentemente manuale ma possibilmente anche automatico) . Tale piano è tipicamente inclinato rispetto al piano verticale, generalmente di 45°, quale condizione per compendiare le azioni della gravità e dell' attrito agenti durante la formazione del telaio 2 sullo stesso telaio 2, che sarebbero rispettivamente: massima e nulla se il piano avesse giacitura verticale, nulla e massima se il piano avesse giacitura orizzontale.
Con 11 si identifica il quadro elettrico (dislocato sotto il piano di scorrimento 10), contenente oltre alla componentistica elettrica anche l' hardware della parte logica, ossia il PLC (Controllore Logico Programmabile) ed il PC (Personal Computer).
Con 12 si identifica 1' interfaccia operatore, costituita da un monitor touch screen e da una tastiera.
Genericamente con 13 sono indicate le strutture di protezione, siano esse del tipo ripari meccanici o barriere ottiche o barriere laser configurabili secondo la regione da proteggere o tappeti elettrosensibili etc., particolare attenzione essendo dedicata, oltre che agli aspetti funzionali, economici ed ergonomici, propri del presente trovato, anche agli aspetti antinfortunistici.
Con le numerazioni a partire da 1001 si identificano i componenti principali del vetrocamera, come visti nel giunto periferico di cui alla figura 1A, ove il principale componente è il telaio distanziatore 4, sebbene rinominato 1003 nella configurazione del giunto per uniformità con gli altri componenti.
La descrizione che segue è riferita ad una disposizione della macchina in cui il magazzino 200 dei profili distanziatori 1 è disposto a sinistra ed il piano di lavorazione 10 del telaio distanziatore 2 e di giacitura del telaio distanziatore finito 3, 3', 3'' è disposto a destra, cosi come rappresentato nelle figure. Va da sé che la condizione potrebbe essere speculare in funzione di esigenze di layout di stabilimento e sarebbe supportata dalla stessa ma descrizione adattata al differente orientamento.
Iniziando dunque con le fasi del ciclo ed i componenti della macchina appartenenti alla tecnica nota, il seguente è il percorso e le seguenti sono le lavorazioni cui è soggetto il profilo distanziatore 1 (di seguito profilo 1) per divenire porzione di telaio distanziatore 2 e telaio distanziatore 3, 3', 3'' (di seguito telaio 3, 3', 3'')·
Il profilo 1 giacente assieme ad altri identici in uno dei compartimenti del magazzino 200, mentre negli altri compartimenti possono essere contenuti altri profili della stessa o di differente tipologia, viene condotto attraverso meccanismi del trascinatore / alimentatore (in particolare i nastri trasportatori sincroni 301a, 301p ad azione continua, ma potendo essere parimenti utilizzato un carrello dotato di pinze ad azione intermittente e bidirezionale) alla testa di piegatura / calandratura 400. Per la formazione progressiva del telaio 2 sino a giungere al suo completamento nelle configurazioni 3, 3', 3'', il procedimento ed i meccanismi funzionano come segue a seconda della tipologia finale, appunto tra le alternative 3, 3', 3''.
Caso tipologia 3 (telaio rettangolare, ossia conformato con quattro angoli retti, ivi includendo dunque il caso particolare di telaio quadrato): il profilo 1, se introdotto per la prima volta viene condotto, attraverso 1' alimentatore a cinghie 301a, 301p sino ad una posizione di riferimento individuata da un sensore, leggermente a monte della quale una sega lo intesta per stabilire la posizione di zero (questa operazione non sarà ripetuta nella continuazione della produzione di telai aventi la stessa tipologia di profilo, premettendo che il profilo si può considerare di lunghezza illimitata in quanto il magazzino 200 esegue, come noto, la giunzione automatica di profili progressivi mediante inserimento di un connettore meccanico sulle cavità di coda e di testa dei profili distanziatori 1 generalmente della lunghezza di 6 m). Da questa posizione definita di zero il profilo 1 viene fatto avanzare tra le ganasce 401a, 401p mediante 1' azione sincrona delle cinghie di alimentazione 301a, 301p, sino ad oltrepassare la posizione del punzone di piegatura 402 (intesa quando il punzone sarà successivamente abbassato sino ad interferire con 1' intradosso del profilo 1) di una lunghezza di primo preset impostabile come dato. Successivamente le ganasce 401a, 401ρ si chiudono contro le pareti laterali del profilo, comunque mantenendo un leggero gioco, il punzone di piegatura 402 si abbassa e la leva di piegatura 403 compie una rotazione, il cui asse coincide, salvo regolazioni di aggiustaggio per la buona esecuzione della piega, con la linea di contatto punzone 402 / intradosso del profilo 1, tale rotazione essendo di 90° più o meno una quantità di secondo preset costituita da un dato di ingresso, atta ad ottenere un preciso angolo di piegatura di 90° in considerazione del ritorno elastico del profilo 1 stesso (tipicamente la rotazione richiede una fasatura di qualche grado, rispetto ai 90°, in funzione della tipologia di profilo. Effettuata la piegatura, il punzone 402 ritorna nella posizione di riposo, la leva di piegatura 403 ritorna nella posizione di riposo e le ganasce 401a, 401p dapprima si stringono ulteriormente per calibrare la larghezza del profilo 1 e quindi si riaprono. Successivamente per azione sincrona delle cinghie di alimentazione 301a, 301p, il profilo 1 viene fatto avanzare di una lunghezza pari alla lunghezza del primo lato completo del rettangolo (preferibilmente ma non necessariamente il più corto), dopo di che viene reiterata la successione delle azioni dei meccanismi (elencati in sequenza completa, corrispondente alla precedente descrizione) 401a, 401p, 402, 403, 403, 402, 401a, 401p, 401a, 401p per la conclusione della seconda piega. Così di seguito sino all' esecuzione delle terza e quarta piega, dopo di che le cinghie di alimentazione 301a, 301p fanno avanzare il profilo 1 di una quantità pari alla lunghezza dell' ultimo lato meno il primo preset più indietro determinato e quindi la sega taglia il profilo 1 così che lo sviluppo perimetrale del telaio 3 sìa quello corrispondente al rettangolo richiesto. Va da sé che 1' azione della sega è coordinata con quella di una morsa, appartenente al gruppo sega che trattiene il profilo durante 1' operazione di taglio. A questo punto il telaio 3 è disponibile per la sua estrazione manuale o automatica.
Caso tipologia 3' (telaio conformato con almeno due angoli differenti dal rettangolo, ossia differenti da 90°): la progressione delle fasi e dei meccanismi riproduce quanto descritto al caso precedente ma vengono a variare 1' angolo di oscillazione (ossia sia della corsa attiva che di quella di ritorno alla posizione di riposo) della leva di piegatura 403 e la quantità di operazioni in quanto parametri in funzione delle geometria del telaio 3' di forma poligonale (dalla condizione del triangolo, regolare o meno, avente tre lati e tre angoli alla condizione di poligono, regolare o meno avente n lati ed n angoli.
Caso tipologia 3'' (telaio contenente almeno una parte curvilinea) : per le parti non curvilinee vale quanto descritto per i precedenti due casi; per le parti curvilinee sinteticamente (il dettaglio sarebbe più complesso in quanto corredato anche della logica, comunque nota, sulla pre-piega in quanto variabile a seconda della forma del telaio) il principio riguardante il ciclo ed i meccanismi è il seguente. Dapprima la leva di piegatura 403 esegue una prepiega di entità finita, mentre il punzone 402 contrasta 1' intradosso del profilo 1, quindi la stesa leva rimane in posizione stazionaria prossima o corrispondente a quella di fine pre-piega, il punzone 402 si discosta leggermente dall' intradosso del profilo 1 per non danneggiarlo nella successiva fase, ed intervengono le cinghie di alimentazione 301a, 301p a far sì che il profilo 1 scivolando con il suo intradosso sotto al punzone 402 e con il suo estradosso sopra la leva di piegatura 403, subisca un' azione di calandratura. Chiaramente i parametri posizionamento angolare della leva di piegatura 403 ed estensione della corsa del profilo 1 spinto dalle cinghie di alimentazione 301a, 301p determinano raggio ed ampiezza della parte curvilinea del telaio 3''; tali parametri, residenti in un data base della macchina, vengono automaticamente prelevati dal software della macchina in funzione degli inputs descriventi forme e dimensioni dei telai finiti 3''.
Si potrebbero affrontare anche i casi di telai completamente curvilinei (caso degli oblò utilizzati in nautica e navale), il procedimento ed i meccanismi potendoli attuare (dal cerchio all' ellisse alle forme con vari raggi o con raggio variabile continuamente), ma con la sola superflua conseguenza di appesantire la descrizione. In ogni caso per questa tipologia la modalità di lavorazione verterebbe unicamente sulla calandratura, come facilmente intuibile.
Tutta tale lunga premessa sulla parte relativa alla tecnica nota era indispensabile per comprendere 1' importante funzione del trovato attraverso schemi facilmente interpretabili e richiamabili.
Passando dunque alle fasi del ciclo ed ai componenti della macchina introdotti con 1' innovazione inventiva, il seguente è il modo di operare e i seguenti sono i componenti della macchina che intervengono a far sì che la parte di telaio man mano in formazione 2 sia sostenuta e guidata, mediante un dispositivo che d' ora in avanti nominiamo come sostentatore, a valle della testa di piegatura / calandratura, per contrastare le azioni gravitazionali, inerziali e dì attrito cui il telaio 2 viene sottoposto durante la sua formazione, in modo da migliorarne 1' esecuzione, sia in termini qualitativi che produttivi.
Caso tipologie 3 e 3' La descrizione viene riunita per le due tipologie in quanto una descrizione puntuale differenziata è già stata eseguita per la parte nota del procedimento e dei meccanismi e sostanzialmente la distinzione riguarda solamente la successione delle pieghe e dei lati del poligono, che possono essere differenti da quattro, e le entità degli angoli di piega che possono essere in parte 90° in parte differenti da 90° o tutti differenti da 90°.
Per quanto riguarda il procedimento, è utile commentare lo schema della figura 8, nella quale non sono indicate le porzioni progressive del telaio 2 ma il telaio 3 finito, in quanto le sequenze darebbero sovrapposizioni. Con le lettere da A a H sono rappresentate le posizioni in cui viene ad operare il vinoolo tra il sostentatore 110 introdotto con il presente trovato ed il telaio 2 durante la sua progressiva formazione sino alla conclusiva formazione dello stesso nelle situazioni 3 (e 3' da immaginare). Il sostentatore 110 progredisce nella sua posizione di vincolo con il telaio 2 rispettando, con movimentazione del tipo polare (r, ω) il percorso seguito dal punto in comunione con il lato del telaio 2, che in figura 8 va inteso essere sul primo lato corto (ossia quello immediatamente dopo la piega di primo preset), mentre per l' orientabilità in sintonia con l' orientamento del lato del telaio 2 è il telaio 2 stesso che aziona la registrazione angolare p del sostentatore 110, in quanto il sostentatore è folle (con ritorno a molla quando nella posizione di inizio ciclo). Dalla posizione A, di riposo (condizione derivante da reset macchina, ο da fine ciclo dopo aver prodotto un telaio di qualsiasi forma (3, 3', 3''), il sostentatore 110 si porta alla posizione B, a distanza r dal centro di rotazione della leva di piegatura, distanza r stabilita dal software di processo in funzione delle dimensioni del lato del telaio 2 interessato dalla piegatura ed attende, per accoppiarvisi, 1' arrivo ed il posizionamento del profilo 1 già trasformato in porzione di telaio 2 essendo dotato della prima piega di estensione limitata di cui al dato di primo preset definito nella descrizione della tecnica nota. Quindi, unitamente all' esecuzione della seconda piegatura, ossia alla rotazione della leva di piegatura 403 il sostentatore 110 si muove sviluppando un angolo ω di 90° (± il valore del secondo preset) per giungere alla posizione C, mentre rispetto a se stesso compie una rotazione angolare pari a p attuata dalla porzione del telaio 2 dato che il sostentatore 110 è folle rispetto al braccio 101 e dotato di bassi attrito ed inerzia ed elevata elasticità. A questo punto, il telaio 2 compiendo un movimento longitudinale ad opera del trascinatore 300, il sostentatore 110 passa dalla posizione C alla posizione D ad opera degli azionamenti che agiscono in modo concatenato relativi all' asse rotazionale ω ed all' asse radiare r in ulteriore concatenamento con 1' asse longitudinale sincrono operato dal trascinatore 300. È superfluo reiterare la descrizione relativa ai successivi percorsi che portano il sostentatore 110 alle posizioni E, F, G, H. In tratteggio è rappresentata la posizione del telaio 2 durante la fase di rotazione ove viene indicato il progresso della rotazione p del sostentatore 110.
Per guanto riguarda i meccanismi, ci si riferisce alle figure 5,6,7 per completare le modalità di attuazione degli assi descritti nella parte relativa al processo. L' asse rotazionale ω viene attuato dal motore sincrono 102 che attraverso il riduttore 103 e la staffa 104 agisce sul braccio 101. Ciò risulta evidente dalla figura 6, rappresentante una vista assonometrica dal piano 10 verso 1' operatore, dove la parte non numerata compresa tra il riduttore 103 e la staffa 104 costituisce lo staffaggio alla macchina piegaprofili nota, staffaggio che viene registrato in modo da far coincidere 1' asse di rotazione ω del braccio 101 con 1' asse di rotazione ω della leva di piegatura 403. L' asse radiale r viene attuato dal motore sincrono 108 che agisce attraverso il riduttore 109 e la ruota dentata 107 sulla trasmissione a cinghia dentata 105 rinviata dalla ruota dentata folle 106, detta cinghia essendo vincolata al carrello recante il sostentatore 110. Il tutto sempre in concatenamento con l' asse sincrono longitudinale operato dall' alimentatore 300 e con 1' asse sincrono rotazionale, pure nominato ω, operato dalla leva di piegatura 403 i quali sono ottenuti con motori sincroni e componenti di trasmissione tutti noti. L' asse rotazionale p, invero non attuato in quanto originato dalla capacità della porzione del telaio 2 di ruotare componenti rotazionalmente folli, è reso possibile attraverso i seguenti componenti riportati, completi di ogni dettaglio, nella figura 7 ove: con 110 si indica il sostentatore nel suo assieme; con 111 si indica 1' asse di rotazione attorno al quale la parte del sostentatore 110 folle compie 1' escursione angolare p come comandata da quella porzione del telaio 2 che è in accoppiamento con lo stesso sostentatore 110; con 112 la molla del tipo a spirale avvolta sui tamburi 113 e 114 la quale molla, al disaccoppiamento dal telaio 2, riporta le morse di vincolo sostentatore 110 / telaio 2 nella posizione di riposo; con 115 il gruppo di rotelle folli che rendono il sostentatore 110 scorrevole lungo il braccio 101 del dispositivo innovativo; con 116 il morsetto che vincola il sostentatore 110 alla cinghia di trasmissione 105 per la corsa dello stesso secondo l' asse radiale sincrono r ; con 117f la ganascia fissa e con 117g la ganascia girevole, azionata dall' attuatore pneumatico 118, le quali ganasce, in fase di chiusura, si accoppiano con una porzione localmente rettilinea del telaio 2; con 119 il corpo slitta che unisce il sistema di rotelle folli 115 al cuscinetto 120 che materializza 1' asse di rotazione folle 111. A quanto descritto più indietro è quindi soltanto da aggiungere che il sostentatore 110 viene accoppiato al ramo del telaio 2, nella condizione di prima piega (quella con estensione di lato breve) eseguita e telaio portato dal trascinatore / alimentatore 300 allo sviluppo del primo lato, ad una distanza r del sistema polare r / ω con ω = 0, mediante chiusura della ganascia girevole 117g e quindi esegue tutti i percorsi descritti nel processo, ora con sola attivazione dell' asse ω (fase di piega), ora con attivazione concatenata degli assi r e ω (fase in cui il telaio 2 viene fatto avanzare dal trascinatore / alimentatore 300), mentre la fase p della rotazione folle si autoregola in quanto comandata dal ramo del telaio 2.
Caso tipologia 3'' (telaio contenente almeno una parte curvilinea). Per quanto riguarda il procedimento, è utile commentare lo schema della figura 9, mentre per i meccanismi vale quanto già detto per le tipologie precedenti. La figura 9 è di per sé eloquente se si legge con i commenti già sviluppati per la figura 8, va soltanto aggiunto che il software di processo ottimizzerà la posizione di inizio e fine della lavorazione del telaio 3'' in modo che 1' accoppiamento tra sostentatore 110 e telaio 2 avvenga in una posizione in cui il telaio 2 è rettilineo.
In generale va osservato che tutti i meccanismi del gruppo inventivo 100 agiscono sopra il piano di lavoro 10, ossia dal lato dell' operatore in quanto il sostentatore agendo su tutto il piano 10 non potrebbe essere azionato con meccanismi situati nella parte opposta del piano.
Naturalmente ed ulteriormente, tutti i movimenti connessi alle fasi del ciclo sono tra di loro interbloccati, attraverso una logica parallela sempre attiva, corredata di sensori, al fine di evitare, durante i moti dei meccanismi, condizioni di interferenza dei profili distanziatori 1 e dei telai distanziatori 2, 3, 3', 3'' con parti della macchina o delle parti della macchina tra di loro.
11 presente trovato è suscettibile di numerose varianti realizzative (rispetto a quanto evincibile dai disegni, i cui dettagli sono evidenti ed eloquenti, e dalla descrizione) tutte rientranti nell' ambito dell' equivalenza con il concetto inventivo, cosi ad esempio le soluzioni meccaniche per la traslazione del profilo distanziatore 1, che può essere a slitta anziché a cinghie, i mezzi di azionamento che possono essere elettrici, elettrico elettronici, pneumatici, oleodinamici e/o combinati, etc, i mezzi di controllo che possono essere elettronici o fluidici e/o combinati, etc.
I dettagli costruttivi possono essere sostituiti con altri tecnicamente equivalenti . I materiali e le dimensioni possono essere qualsiasi a seconda delle esigenze in particolare derivanti dalle dimensioni, forme e tipologie dei profili distanziatori 1 e dei telai distanziatori finiti 3, 3', 3''. In particolare i dispositivi come descritti attuanti la movimentazione del sostentatore 110 possono operare anche procedimenti alternativi, per esempio quello di attivarsi accoppiandosi di volta in volta con la parte del telaio 2 disposta orizzontalmente a valle della testa di piegatura 400 dopo che 1' alimentatore 300 ha fatto avanzare il profilo 1 e prima che la testa di piegatura effettui la piegatura. Sebbene tale procedimento non sia efficace al pari di quello trattato, tuttavia può risultare necessario per esempio nel caso in cui le estensioni di taluni lati del telaio 2 non consentano il trattenimento durante la successiva alimentazione per limite della corsa r del sostentatore 110 sul braccio 101.
Così pure, 1' asse 111 con rotazione p del sostentatore 110 descritta come folle e comandata dalla porzione del telaio (2) in accoppiamento, può invece essere effettuata da un attuatore sincrono. Così pure il sistema polare r / ω può essere sostituito da un sistema Cartesiano x / y.
APPLICAZIONE INDUSTRIALE
Va da sé che l' applicazione industriale è di sicuro successo in quanto le macchine che attuano la piegatura dei profili distanziatori 1 per la formazione dei telai distanziatori 4 destinati ai vetrocamera 5 sono consolidate nel mercato da più di venti anni ed ora le tipologie dei profili 1 continuano ad essere incrementate da novità, per esempio l' acciaio inossidabile o i materiali compositi, ora in notevole sviluppo stante il loro basso valore del coefficiente di conducibilità termica. Vi è di più, il mercato del vetrocamera è in continua espansione, essendo negli ultimi anni stato incrementato da tutte quelle applicazioni che richiedono una forma differente dalla rettangolare ed è evidente che i nuovi investimenti saranno rivolti alla più recente ed innovativa tecnologia la quale ricorre alle piegaprofili essendo queste macchine in grado di produrre anche i telai distanziatori [4] aventi forma addirittura curvilinea. L' oggetto del presente trovato conduce a valori aggiunti importanti rispetto alla tecnica nota, in termini di considerevole aumento della produttività e di miglioramento della qualità del telaio finito.
L' inserimento del presente trovato nella linea di produzione del vetrocamera 5 è mostrato nella figura 10 (vista in pianta), che include la macchina a valle della piegaprofili ossia la carica desiccante per 1' inserimento del materiale igroscopico 1008 nella cavità del telaio distanziatore 4, 4', 4'' e 1' ulteriore macchina per la spalmatura del sigillante butilico 1004 sui fianchi del telaio distanziatore stesso, ad evidente conferma della diffusa applicazione industriale.

Claims (10)

  1. RIVENDICAZIONI 1.
  2. Macchina automatica per la piegatura e/o la calandratura dei profili distanziatori (1) destinati a formare telai distanziatori (4, 4', 4'') per il vetro isolante (5) composta da: un carrello o un alimentatore a cinghie (300) per il trascinamento sincrono del profilo distanziatore (1) a monte di una testa di piegatura (400); una testa di piegatura (400) composta da una matrice consistente in ganasce registrabili (401a, 401p) in funzione della larghezza del profilo distanziatore (1) e da un punzone (402) accostabile verso 1' intradosso del profilo stesso; una leva di piegatura (403) immediatamente a valle del punzone (402) dotata di movimento sincrono di rotazione (ω); le azioni coordinate di tutti tali meccanismi attuando la piegatura e/o la calandratura secondo tecnica nota, c a r a t t e r i z z a t a d a l f a t t o c h e a valle della testa di piegatura (400) è disposto un meccanismo (100) che si accoppia con la porzione iniziale (2) del telaio distanziatore (3, 3', 3'') sostenendolo e guidandolo durante tutte le fasi operative della piegatura e/o calandratura secondo un percorso sincrono con la posizione geometrica descritta da tale porzione iniziale (2) del telaio distanziatore durante la formazione del telaio distanziatore (3, 3', 3'') operata dall' alimentatore (300) e dalla testa di piegatura (400). i z z a t a d a l f a t t o c h e il meccanismo (100) è composto da un braccio (101) dotato di moto rotazionale sincrono il cui asse di rotazione (ω) si identifica nello stesso asse di rotazione (ω) della leva di piegatura (403) e la cui attuazione è ottenuta attraverso un motore sincrono (102), un riduttore (103) sul cui albero di uscita è calettata una staffa (104) avente funzione di mozzo vincolante il braccio (101), il quale braccio (101) reca un carrello/sostentatore (110), scorrevole attraverso le rotelle (115), mosso attraverso una cinghia dentata (105) rinviata su ruota dentata folle (106) e comandata da ruota dentata motrice (107) azionata da motore sincrono (108) attraverso riduttore (109), sul quale carrello/sostentatore (110) è disposta una morsa composta da ganascia fissa (117f) e ganascia girevole (117g) il cui comando di apertura e chiusura è attivata da un attuatore pneumatico rotante (118), tale morsa essendo folle su asse di rotazione (lll=p) ottenuto con un cuscinetto (120) ed essendo richiamata nella sua posizione di zero mediante un meccanismo composto da una molla a spirale (112) avvolta sui tamburi (113 e 114).
  3. 3. Macchina come alle rivendicazioni l e 2, c a r a t t e r i z z a t a d a l f a t t o c h e il meccanismo (100) non mantiene 1' accoppiamento con la porzione iniziale (2) del telaio distanziatore durante tutto il processo di formazione del telaio (3, 3', 3''), ma si disaccoppia prima che la leva di piegatura (403) compia la piegatura successiva e si riallinea e riaccoppia con la porzione del nuovo lato dopo che il braccio (101) è stato portato in posizione angolare orizzontale (ω=0) .
  4. 4 . Macchina come ad una o più delle rivendicazioni precedenti c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e i meccanismi che permettono la rotazione folle delle ganasce (117f, 117g) secondo l' asse (111) con escursione p sono a bassi attrito ed inerzia ed elevata elasticità, in modo che il telaio (2), composto da profilo (1) a bassa resistenza, sia in grado di governare la rotazione delle stesse ganasce (117f, 117g) secondo p.
  5. 5. Macchina come ad una o più delle rivendicazioni precedenti c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e l' asse (111) non è folle ma azionato da un attua tore sincrono che governa la fase p in base all' orientamento che la porzione di telaio (2), con la quale il sostentatore (1 10) è accoppiato, descrive durante le operazioni di piegatura e/o calandratura.
  6. 6. Procedimento di piegatura e/o calandratura di profili distanziatori (1) destinati a formare telai distanziatori (4, 4', 4'') per il vetro isolante (5), tale piegatura e/o calandratura essendo effettuate per fasi progressive sul profilo distanziatore (1) quando nella sua condizione rettilinea, c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e durante tali fasi progressive la parte già processata a guisa di telaio parziale (2) viene sostenuta e guidata per contrastare le azioni dovute alla gravità, all' inerzia ed all' attrito.
  7. 7. Procedimento come alla rivendicazione 6, c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e sostegno e guida sono ottenuti mediante attuatori sincroni a posizionamento polare (ω, r) e rotazione p folle.
  8. 8 . Procedimento come alla rivendicazione 6, c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e sostegno e guida sono ottenuti mediante attuatori sincroni a posizionamento polare (co, r, p).
  9. 9 . Procedimento come alla rivendicazione 6, c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e sostegno e guida sono ottenuti mediante attuatori sincroni a posizionamento cartesiano (x, y, anziché ω, r) a parità delle soluzioni di cui alle rivendicazioni 7 o 8 per la rotazione p (rispettivamente folle o attuata).
  10. 10. Procedimento come alle rivendicazioni da 6 a 9, c a r a t t e r i z z a t o d a l f a t t o c h e sostegno e guida non agiscono senza soluzione di continuità durante la formazione del telaio (2) ma con posizionamenti progressivi su porzioni differenti del telaio (3, 3', 3'').
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