ITTV20090169A1 - Macchina depallettizzatrice compatta a controllo manuale - Google Patents

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ITTV20090169A1 IT000169A ITTV20090169A ITTV20090169A1 IT TV20090169 A1 ITTV20090169 A1 IT TV20090169A1 IT 000169 A IT000169 A IT 000169A IT TV20090169 A ITTV20090169 A IT TV20090169A IT TV20090169 A1 ITTV20090169 A1 IT TV20090169A1
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Description

DESCRIZIONE
“MACCHINA DEPALLETTIZZATRICE COMPATTA A CONTROLLO MANUALEâ€
La presente invenzione à ̈ relativa ad una macchina depallettizzatrice compatta a controllo manuale.
Più in dettaglio, la presente invenzione à ̈ relativa ad una macchina a controllo manuale per lo sfaldamento manuale di bancali di bottiglie di vetro e prodotti similari; impiego a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Com’à ̈ noto nel settore dell’imbottigliamento à ̈ prassi comune disfare i “bancali di bottiglie di vetro†utilizzando delle macchine depallettizzatrici che sono in grado di sfaldare in modo completamente automatico un “bancale di bottiglie di vetro†alla volta, fornendo in uscita una successione di bottiglie sfuse, pronte per essere inviate ad altre macchine.
I “bancali di bottiglie di vetro†sono infatti costituiti da un numero determinato di strati di bottiglie di vetro impilati uno sopra l’altro, ed appoggiati su di un pallet in legno di forma generalmente rettangolare o quadrata, in modo tale da formare, una volta imballati, un blocco unico facilmente trasportabile; mentre ciascun strato di bottiglie à ̈ composto da un numero determinato di file di bottiglie di vetro, disposte parallele ed affiancate tra loro su di un vassoio o falda di supporto, poggiante sullo strato di bottiglie immediatamente sottostante.
Visto il peso non trascurabile delle bottiglie di vetro, le macchine depallettizzatrici destinate allo sfaldamento dei “bancali di bottiglie di vetro†generalmente comprendono:
- una intelaiatura portante con struttura a traliccio e di forma sostanzialmente parallelepipeda, opportunamente ancorata al suolo;
- una piattaforma di stoccaggio del bancale da sfaldare, che à ̈ generalmente posizionata al centro dell’intelaiatura portante, a livello del suolo;
- un ripiano di accumulo delle bottiglie sfuse che à ̈ fissato sull’intelaiatura portante, a fianco ed in posizione sopraelevata rispetto alla piattaforma di stoccaggio del bancale, e dal quale si diparte solitamente un nastro trasportatore; ed
- una testa prensile che à ̈ montata mobile sull’intelaiatura portante in senso orizzontale e verticale, al disopra della piattaforma di stoccaggio del bancale e del ripiano di accumulo delle bottiglie sfuse, ed à ̈ provvista di un dispositivo di presa delle bottiglie che à ̈ strutturato in modo tale da poter prelevare dalla sommità del bancale fermo sulla piattaforma di stoccaggio un numero prestabilito di file di bottiglie alla volta, e poi depositare tali file di bottiglie sul ripiano di accumulo immediatamente adiacente alla suddetta piattaforma di stoccaggio del bancale.
Più in dettaglio, il dispositivo di presa delle bottiglie à ̈ in grado di afferrare dalla sommità del bancale fermo sulla piattaforma di stoccaggio, un intero strato di bottiglie od una parte dello stesso, ed à ̈ generalmente composto da una serie di camere d’aria gonfiabili di forma tubolare allungata, tradizionalmente chiamate “lame gonfiabili†, che sono fissate in posizione orizzontale sul telaio della testa prensile una parallela all’altra, ricalcando la distribuzione spaziale delle file di bottiglie che compongono ciascuno strato del bancale.
Le “lame gonfiabili†sono solitamente collegate ad un circuito pneumatico che, a comando, à ̈ in grado di gonfiare le “lame gonfiabili†in modo tale da intrappolare i colli delle bottiglie posizionati tra le “lame†.
Le macchine depallettizzatrici sopra descritte sono infine provviste anche di un sistema di movimentazione della testa prensile che, sotto il comando di una centralina elettronica di controllo, à ̈ in grado di spostare la testa prensile sull’intelaiatura portante in senso orizzontale e verticale, dalla piattaforma di stoccaggio del bancale al piano di accumulo delle bottiglie e viceversa, in modo tale da poter sfaldare il bancale di bottiglie in modo completamente automatico.
Visto che le macchine depallettizzatrici automatiche hanno degli ingombri tutt’altro che trascurabili, negli ultimi anni si à ̈ assistito ad una rapida diffusione delle macchina depallettizzatrice a controllo manuale, che sono intrinsecamente più economiche da produrre ed hanno degli ingombri molto più contenuti.
Con riferimento alla domanda di brevetto EP-2070849, la macchina depallettizzatrice compatta a controllo manuale che ha riscosso il maggior successo commerciale, à ̈ composta da una colonna portante che à ̈ ancorata al suolo in posizione verticale; da un carrello porta-testa montato scorrevole sulla colonna portante in direzione verticale; da un sistema di movimentazione del carrello, che à ̈ in grado di spostare il carrello porta-testa lungo la colonna portante sotto il diretto controllo della persona che sovrintende al funzionamento della macchina; ed infine da una testa prensile che à ̈ fissata all’estremità di una struttura portante con geometria a parallelogramma articolato, che si prolunga a sbalzo dal carrello porta-testa rimanendo parallelamente al suolo sottostante.
Il bancale da sfaldare viene appoggiato al suolo a ridosso della colonna portante; mentre la struttura portante con geometria a parallelogramma articolato à ̈ dimensionata in modo tale da sopportare il peso della testa prensile e quanto ad essa momentaneamente solidale, e da consentire alla testa prensile di spostarsi orizzontalmente sotto la spinta della persona che comanda la macchina.
Più in dettaglio, la struttura portante con geometria a parallelogramma articolato à ̈ strutturata in modo tale da consentire alla testa prensile di spostarsi, al disopra del bancale da sfaldare, lungo una traiettoria arcuata che giace su di un piano di brandeggio orizzontale; mentre l’operatore che comanda la macchina, può variare manualmente l’altezza del piano di brandeggio rispetto al suolo, pilotando in modo appropriato il sistema di movimentazione del carrello porta-testa.
Pur funzionando egregiamente, questo modello di macchina depallettizzatrice compatta richiede all’utilizzatore una certa praticità ed attenzione nel guidare lo spostamento della testa prensile sul piano di brandeggio orizzontale.
La testa prensile non si sposta infatti sul piano di brandeggio seguendo una traiettoria rettilinea, per cui l’utilizzatore deve compensare, istante per istante, la componente radiale della direzione di spostamento della testa prensile sul piano di brandeggio, spostando manualmente la testa prensile avanti ed indietro rispetto all’estremità libera della struttura portante con geometria a parallelogramma articolato.
Scopo della presente invenzione à ̈ quello di migliorare ulteriormente il funzionamento della macchina depallettizzatrice compatta e ad azionamento manuale sopra descritta.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzata una macchina depallettizzatrice compatta come definita nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
- la figura 1 Ã ̈ una vista laterale di una macchina depallettizzatrice compatta realizzata secondo i dettami della presente invenzione;
- la figura 2 mostra, in scala ingrandita e con parti asportate per chiarezza, un particolare della macchina depallettizzatrice illustrata in figura 1, con parti asportate per chiarezza;
- la figura 3 Ã ̈ una vista in pianta della macchina depallettizzatrice compatta illustrata nelle figure 1 e 2 in una possibile posizione di funzionamento, con parti asportate per chiarezza.
Con riferimento alle figure 1 e 2, con il numero 1 à ̈ indicata nel suo complesso una macchina depallettizzatrice compatta tramite la quale una persona può disfare manualmente, e senza sforzi fisici eccessivi, un bancale 2 di bottiglie di vetro fornendo in uscita una successione di bottiglie 3 di vetro sfuse, pronte per essere inviate ad altre macchine.
Ovviamente, la macchina depallettizzatrice 1 può essere impiegata anche per sfaldare bancali contenenti altri tipi di prodotti, come vasi di vetro o similari.
Analogamente ad un qualsiasi altro tipo di “bancale di prodotti†, i bancali 2 di bottiglie di vetro sono infatti costituiti da un insieme ordinato e compatto di bottiglie 3 di vetro, che risulta essere composto da una serie di strati di bottiglie 2a impilati uno sopra l’altro su di una generica piattaforma di trasporto di forma preferibilmente, ma non necessariamente, rettangolare o quadrata, tradizionalmente chiamata pallet, in modo tale da formare, una volta imballati, un blocco unico facilmente trasportabile. Ciascuno strato di bottiglie 2a à ̈ invece costituito da un numero determinato di file di bottiglie 2b, distribuite parallele ed affiancate tra loro, preferibilmente, ma non necessariamente, a quinconce.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il bancale 2 di bottiglie à ̈ composto da quattro strati di bottiglie 2a sovrapposti, ciascuno dei quali à ̈ composto da quindici file di bottiglie 2b disposte a quinconce una rispetto all’altra. Ciascuna fila di bottiglie 2b à ̈ invece composta da quindici bottiglie 3.
La macchina depallettizzatrice 1 comprende un basamento 4 di appoggio al suolo che à ̈ atto ad essere appoggiato e fissato rigidamente sul terreno 5 tramite una serie di tirafondi o altri elementi di ancoraggio di tipo noto, a ridosso di un’area di stoccaggio 5a nel cui perimetro à ̈ atto ad essere appoggiato il bancale 2 da sfaldare; una colonna portante 6 che si estende a balzo dal basamento 4 in direzione sostanzialmente verticale, a ridosso dell’area di stoccaggio 5a destinata ad accogliere il bancale 2 da sfaldare; un carrello porta-testa 7 montato scorrevole sulla colonna portante 6 in direzione verticale; e mezzi di movimentazione del carrello 8 a controllo manuale che sono atti a spostare verticalmente il carrello porta-testa 7 lungo la colonna portante 6 sotto il diretto ed esclusivo controllo dell’operatore che aziona la macchina.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, nell’esempio illustrato, in particolare, il basamento 4 à ̈ costituito da una serie di tubolari metallici 9 a sezione quadra che sono fissati uno all’altro in modo tale da formare una intelaiatura piana e rigida di forma sostanzialmente rettangolare, ai cui vertici sono collocati dei piedini 10 di appoggio al suolo di tipo regolabile che, a loro volta, sono fissati sul terreno 5 tramite dei tirafondi o bulloni di ancoraggio di tipo noto.
Nell’esempio illustrato, la colonna portante 6 à ̈ invece formata da due profilati metallici 11 rettilinei con sezione trasversale ad U, che hanno le estremità inferiori fissate in modo rigido sui tubolari metallici 9 che formano il basamento 4, e si estendono a sbalzo dal basamento 4 in direzione sostanzialmente verticale rimanendo paralleli e distanziati tra loro; e da una serie di longheroni orizzontali 12 di irrigidimento che sono atti a collegare tra loro in modo rigido le estremità superiori ed inferiori dei due profilati metallici 11.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, la macchina depallettizatrice 1 comprende inoltre:
- un braccio di supporto 13 che si estende a balzo dal carrello porta-testa 7 in direzione sostanzialmente orizzontale, al disopra dell’area di stoccaggio 5a del bancale 2 da sfaldare, ed à ̈ incernierato al corpo del carrello porta-testa 7 in modo tale da potersi muovere liberamente rispetto al carrello porta-testa 7 con un movimento a brandeggio attorno ad un primo asse A di riferimento sostanzialmente verticale;
- una staffa portante 14 intermedia che à ̈ fissata in modo liberamente girevole sull’estremità libera del braccio di supporto 13, in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto al braccio di supporto 13 attorno ad un secondo asse B di riferimento localmente parallelo all’asse A, ossia sostanzialmente verticale; ed
- una testa prensile 15 che à ̈ strutturata in modo tale da poter, a comando, trattenere e rilasciare un numero prestabilito di file di bottiglie 2b dallo strato di bottiglie 2a posto sulla sommità del bancale 2 fermo nell’area di stoccaggio 5a, ed à ̈ appesa al disotto della staffa portante 14 con possibilità di scorrere liberamente rispetto al corpo della staffa in una direzione d orizzontale che risulta essere localmente parallela all’asse longitudinale F della testa e localmente perpendicolare all’asse B, ossia parallela al terreno 5.
In altre parole, la testa prensile 15 à ̈ fissata a sbalzo sul carrello porta-testa 7, in modo tale da fluttuare al disopra dell’area di stoccaggio 5a, ed à ̈ in grado di spostarsi e ruotare liberamente al disopra del bancale 2 fermo nell’area di stoccaggio 5a, rimanendo su di un piano di riferimento orizzontale che à ̈ localmente sostanzialmente coincidente con il piano di brandeggio del braccio di supporto 13.
Ovviamente, gli assi A e B sono perpendicolari al piano di brandeggio del braccio di supporto 13.
Analogamente alle macchine depallettizatrici compatte attualmente conosciute, il braccio di supporto 13 à ̈ dimensionato in modo tale da supportare il peso complessivo della staffa portante 14 e della testa prensile 15, con l’eventuale carico di bottiglie 3 prelevate dalla sommità del bancale 2 da sfaldare.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il braccio di supporto 13 à ̈ costituito da una trave tubolare rettilinea a sezione quadra che si estende perpendicolarmente agli assi A e B, e termina con un giunto girevole 16 che à ̈ disposto coassiale all’asse B ed à ̈, a sua volta, collegato alla staffa portante 14.
Con riferimento alle figure 2 e 3, la testa prensile 15 comprende invece una intelaiatura portante 17 rigida che risulta essere fissata al disotto della staffa portante 14, in modo tale da potersi muovere liberamente rispetto al corpo della staffa nella direzione d localmente parallela all’asse longitudinale F della testa; ed una pluralità di dispositivi di presa 18 che sono attaccati al disotto dell’intelaiatura portante 17 in modo tale da essere affacciati al terreno 5.
I dispositivi di presa 18 sono selettivamente atti a trattenere le file di bottiglie 2b che compongono lo strato 2a disposto sulla sommità del bancale 2, e sono distribuiti sulla intelaiatura portante 17 in modo tale da ricalcare la distribuzione spaziale delle file di bottiglie 2b che compongono un singolo strato del bancale 2 in corso di sfaldamento, o di una parte di esso. È opportuno infatti precisare che il numero e la distribuzione spaziale dei dispositivi di presa 18 sulla intelaiatura portante 17, varia in funzione del numero di file di bottiglie 2b che si vogliono prelevare contemporaneamente dallo strato di bottiglie 2a collocato sulla sommità del bancale 2.
Nell’esempio illustrato, in particolare, i dispositivi di presa 18 sono composti da una serie di camere d’aria 19 gonfiabili di forma oblunga, che sono fissate in posizione orizzontale sull’intelaiatura portante 17 in modo tale da essere localmente sostanzialmente parallele all’asse longitudinale F della testa, e da ricalcare la distribuzione spaziale delle file di bottiglie 2b che compongono uno strato 2a del bancale 2; e da una o più elettrovalvole 20 ad apertura e chiusura comandata, che sono atte a regolare l’afflusso di aria in pressione dal circuito pneumatico della macchina (non illustrato) verso le camere d’aria 19 in modo tale da provocare, a comando, il gonfiaggio e lo sgonfiaggio controllato delle medesime.
Le camere d’aria 19, tradizionalmente chiamate “lame gonfiabili†, sono dispositivi già ampiamente utilizzati nel settore dell’imballaggio, e non verranno quindi descritti in modo dettagliato.
Per quanto riguarda invece le elettrovalvole 20 che comandano il gonfiaggio e lo sgonfiaggio delle camere d’aria 19, ciascuna di esse à ̈ in grado di controllare l’ingresso e l’uscita dell’aria in pressione da una o più camere d’aria 19, ed à ̈ atta ad essere pilotata direttamente dall’operatore che comanda la macchina, tramite pulsanti o altri tipi di selettore a comando manuale, collocati su di un pannello di comando 21 che, nell’esempio illustrato, risulta essere fissato a sbalzo sull’intelaiatura portante 17 della testa prensile 8, nelle immediate vicinanze di una maniglia 22 che l’utilizzatore può impugnare per spostare orizzontalmente l’intera testa prensile 15.
In altre parole, l’attivazione e la disattivazione dei dispositivi di presa 18 sono comandate manualmente dall’operatore solamente ed esclusivamente tramite pulsanti o altri dispositivi di comando ad azionamento manuale, collocati sul pannello di comando 21.
Nell’esempio illustrato, in particolare, le camere d’aria 19 sono in numero di cinque in modo tale da poter trattenere contemporaneamente quattro file di bottiglie 2b, e sono posizionate sull’intelaiatura portante 17 ad una distanza l’una dall’altra sostanzialmente uguale al valore dell’interasse tra due file di bottiglie 2b adiacenti, e la testa prensile 15 à ̈ dotata di una sola elettrovalvola 20 per comandare contemporaneamente tutte le camere d’aria 19 presenti sulla medesima.
Con riferimento alle figure 2 e 3, nell’esempio illustrato l’intelaiatura portante 17 à ̈ invece formata da una cornice rettangolare 23 rigida in materiale metallico, che giace su di un piano orizzontale localmente perpendicolare all’asse B, con le barre o profilati che definiscono i lati maggiori della cornice, orientati parallelamente all’asse longitudinale F della testa; e da due rastrelliere 24 di supporto dei dispositivi di presa, ciascuna delle quali à ̈ disposta, in posizione orizzontale, al disotto di un rispettivo lato minore della cornice rettangolare 23, ed à ̈ fissata in modo rigido alla barra o profilato che definisce il suddetto bordo laterale minore.
L’intelaiatura portante 17 à ̈ infine provvista anche di una barra tubolare cilindrica ripiegata sostanzialmente ad L che sporge a sbalzo da uno dei due lati minori della cornice rettangolare 23, in modo tale da formare la maniglia 22 che l’operatore deve impugnare per spostare orizzontalmente la testa prensile 15.
Per quanto riguarda invece la staffa portante 14, nell’esempio illustrato essa à ̈ formata da una piastra 25 di supporto superiore, che à ̈ localmente parallela al piano di brandeggio del braccio di supporto 13, ed à ̈ centralmente ancorata al giunto girevole 16 del braccio di supporto 13 in modo tale da poter ruotare liberamente attorno all’asse B; e da due pattini o guide longitudinali 26 di supporto che sono fissate al disotto della piastra 25, e sono strutturate in modo tale da accoppiarsi in modo scorrevole alle due barre che formano i lati maggiori della cornice rettangolare 23, consentendo a queste ultime di scorrere liberamente parallelamente al proprio asse longitudinale, ossia nella direzione d.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, diversamente dalle macchine depallettizzatrici compatte attualmente conosciute, la macchina depallettizzatrice 1 à ̈ infine provvista di un braccio articolato 27 con movimento a pantografo, che à ̈ posizionato al disotto del braccio di supporto 13, con una prima estremità fissata sul carrello porta-testa 7 ed una seconda estremità fissata sulla intelaiatura portante 17 della testa prensile 15, ed à ̈ strutturato in modo tale da potersi divaricare a forbice su di un piano orizzontale localmente parallelo al piano di brandeggio del braccio di supporto 13, mantenendo le due estremità del braccio articolato 27 sempre allineate su di una stessa retta r orizzontale di riferimento immobile nello spazio, in modo tale da costringere la testa prensile 15 a spostarsi sul piano di brandeggio, durante la rotazione del braccio di supporto 13 attorno all’asse A, seguendo una traiettoria orizzontale rettilinea che risulta essere localmente parallela alla retta r orizzontale di riferimento.
In altre parole, il braccio articolato 27 con movimento a pantografo non sostiene il peso della testa prensile 15, ma ha invece la funzione di guidare lo spostamento della testa prensile 15 sul piano di brandeggio del braccio di supporto 13.
Durante lo spostamento della testa prensile 15 sul piano di brandeggio, inoltre, il braccio articolato 27 à ̈ atto anche a mantenere la testa prensile 15 sempre parallela ad un piano P di riferimento che coincide con, o à ̈ comunque parallelo a, il piano verticale di giacitura della colonna portante 6, su cui si muove il carrello porta-testa 7. In altre parole, il braccio articolato 27 à ̈ atto a mantenere l’asse longitudinale F della testa prensile 15 sempre parallelo al piano P di riferimento.
Nell’esempio illustrato, in particolare, il piano P di riferimento à ̈ preferibilmente, ma non necessariamente perpendicolare alla retta r orizzontale di riferimento, lungo cui sono posizionate le due estremità del braccio articolato 27. Ovviamente, il piano P risulta essere sempre perpendicolare al piano di brandeggio del braccio di supporto 13.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, nell’esempio illustrato, in particolare, il carrello porta-testa 7 à ̈ dotato di una trave portante 7a sporgente che si prolunga a sbalzo dal corpo del carrello in direzione sostanzialmente orizzontale, al disopra dell’area di stoccaggio 5a del bancale da 2 sfaldare, rimanendo al disotto del braccio di supporto 13; ed il braccio articolato 27 con movimento a pantografo ha la prima estremità infulcrata in modo assialmente girevole sulla trave portante 7a, e la seconda estremità infulcrata in modo assialmente girevole sulla intelaiatura portante 17 della testa prensile 15 preferibilmente, ma non necessariamente, mediante l’interposizione di un organo di collegamento 28 di tipo elasticamente deformabile.
Con riferimento alle figure 2 e 3, a sua volta il braccio articolato 27 con movimento a pantografo à ̈ composto essenzialmente da un semibraccio superiore, di seguito indicato con il numero 30, che ha una estremità infulcrata sulla trave portante 7a in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto a quest’ultima attorno ad un asse C di rotazione parallelo all’asse A; da un semibraccio inferiore, di seguito indicato con il numero 31, che risulta essere montato girevole sull’estremità libera del semibraccio 30 in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto a quest’ultimo attorno ad un asse D parallelo all’asse C; e da una prima cascata di ingranaggi 32 la quale à ̈ strutturata in modo tale da trasmettere al corpo del semibraccio 31 il moto di rotazione con cui il semibraccio 30 ruota attorno all’asse C, in modo tale che il corpo del semibraccio 31 sia costretto a ruotare attorno all’asse D e rispetto al semibraccio 30, con una velocità angolare doppia rispetto alla velocità angolare con cui il semibraccio 30 ruota attorno all’asse C e con senso di rotazione opposto a quest’ultimo.
In altre parole, la cascata di ingranaggi 32 à ̈ atta a trasmettere al semibraccio 31 il moto di rotazione con cui il semibraccio 30 ruota attorno all’asse C, in seguito ad uno spostamento del braccio di supporto 13, in modo tale da coordinare l’apertura a forbice dei semibracci 30 e 31 con la rotazione del semibraccio 30 attorno all’asse C.
Più in dettaglio, i semibracci 30 e 31 si estendono entrambi parallelamente al piano di brandeggio del braccio di supporto 13, uno al disopra dell’altro, e si posizionano sul piano P di riferimento, paralleli ed affacciati tra loro, quando il braccio articolato 27 à ̈ completamente chiuso (vedi figura 2).
Con riferimento alla figura 2, in particolare, il semibraccio 30 à ̈ fissato in modo liberamente girevole sulla trave portante 7a mediante un perno passante 33 che si estende attraverso la trave portante 7a coassialmente all’asse C, ed impegna in modo liberamente girevole il corpo del semibraccio 30 tramite l’interposizione di cuscinetti volventi di tipo noto (non illustrati). In altre parole, l’estremità prossimale del semibraccio 30 à ̈ montata girevole sul perno passante 33 che si estende a sbalzo dalla trave portante 7a del carrello porta-testa 7, ed à ̈ collegato in modo rigido alla trave portante 7a.
Il semibraccio 31 ha invece l’estremità prossimale infulcrata sull’estremità distale del semibraccio 30 tramite un perno passante 34 che si estende attraverso il corpo del semibraccio 30 e del semibraccio 31, rimanendo coassiale all’asse D. Più in dettaglio, il perno passante 34 à ̈ calettato in modo rigido sull’estremità prossimale del semibraccio 31, ed à ̈ inserito in modo assialmente girevole nel corpo del semibraccio 30 tramite l’interposizione di cuscinetti volventi di tipo noto (non illustrati).
Con riferimento alla figura 2, la cascata di ingranaggi 32 che sincronizza il movimento del semibraccio 31 attorno all’asse D con il movimento del semibraccio 30 attorno all’asse C, à ̈ formata da una puleggia o ruota dentata 35 principale che à ̈ calzata/calettata sul perno passante 33 del semibraccio 31 in modo tale da essere immobile rispetto alla trave portante 7a; da una puleggia o ruota dentata 36 secondaria che à ̈ calettata rigidamente sull’estremità superiore del perno passante 34; ed infine da una catena 37 di trasmissione avvolta ad anello attorno alle due ruote dentate 35 e 36. La ruota dentata 35 ha, inoltre, un diametro nominale doppio rispetto a quello della ruota dentata 36, in modo tale che la ruota dentata 36 ed il perno passante 34 ad essa solidale, siano costretti a ruotare attorno all’asse D con una velocità angolare doppia rispetto a quella con cui il semibraccio 30 ruota attorno alla ruota dentata 35.
Con riferimento alle figure 2 e 3, il braccio articolato 27 con movimento a pantografo à ̈ provvisto anche di un perno girevole 38 di fissaggio, che si estende coassiale ad un asse E parallelo agli assi C e D, à ̈ inserito in modo passante ed assialmente girevole nell’estremità distale del semibraccio 31, ed ha l’estremità inferiore fissata in modo angolarmente solidale sull’intelaiatura portante 17 della testa prensile 15.
In aggiunta a quanto sopra scritto, il perno girevole 38 à ̈ inoltre posizionato sul semibraccio 31 in modo tale che la distanza esistente tra gli assi D ed E sia uguale alla distanza esistente tra gli assi C e D, in modo tale che l’apertura a forbice dei semibracci 30 e 31 in contemporanea con la rotazione del semibraccio 30 attorno all’asse C, si traduca in una spostamento del perno girevole 38 di fissaggio sul piano di brandeggio del braccio di supporto 13, lungo la retta r orizzontale di riferimento, mentre il perno passante 33 rimane immobile sulla retta r orizzontale di riferimento.
Nell’esempio illustrato, in particolare, l’estremità inferiore del perno girevole 38 à ̈ fissata all’intelaiatura portante 17 della testa prensile 15 preferibilmente, ma non necessariamente, mediante l’interposizione di un giunto elastico 28 che à ̈ strutturato in modo tale da permettere al perno girevole 38 di spostarsi leggermente e temporaneamente dalla sua posizione di riferimento sull’intelaiatura portante 17, così da permettere alla testa prensile 15 di compiere piccoli spostamenti e/o rotazioni di assestamento attorno all’asse B. Più in dettaglio, nell’esempio illustrato il giunto elastico 28 comprende una boccola in materiale elastomerico, ossia in materiale elasticamente deformabile, che à ̈ interposta tra l’estremità inferiore del perno girevole 38 e l’intelaiatura portante 17.
Con riferimento alle figure 2 e 3, il braccio articolato 27 con movimento a pantografo à ̈ infine provvisto di una seconda cascata di ingranaggi 39 che à ̈ strutturata in modo tale da trasmettere al perno girevole 38 il moto di rotazione con cui il semibraccio 31 ruota rispetto al semibraccio 30 attorno all’asse D.
Più in dettaglio, la cascata di ingranaggi 39 à ̈ strutturata in modo tale da trasmettere al perno girevole 38 il moto rotatorio del semibraccio 31 attorno all’asse D rispetto al semibraccio 30, con un rapporto di trasmissione prestabilito che obbliga il perno girevole 38 a ruotare attorno all’asse E, all’interno del semibraccio 31, in senso contrario a quello con cui il perno passante 34 ruota attorno all’asse D all’interno del semibraccio 30, e con una velocità angolare uguale a metà della velocità di rotazione di quest’ultimo.
In questo modo, durante la divaricazione dei semibracci 30 e 31, ovvero durante l’estensione del braccio articolato 27, la cascata di ingranaggi 39 à ̈ in grado di far ruotare il perno girevole 38 attorno all’asse E all’interno del semibraccio 31 in controfase rispetto al semibraccio 31, così da compensare la rotazione di quest’ultimo attorno all’asse D.
Più in dettaglio, la cascata di ingranaggi 39 à ̈ in grado di far ruotare il perno girevole 38 di fissaggio rispetto al semibraccio 31, a sua volta mobile di moto roto-traslatorio, in modo tale che, per un osservatore immobile nello spazio, il perno girevole 38 si sposti lungo la retta r orizzontale di riferimento senza alcuna rotazione attorno all’asse E.
Visto che l’estremità inferiore del perno girevole 38 à ̈ solidale alla testa prensile 15, i vincoli traslativi associati al perno girevole 38 (il perno girevole 38 può traslare solamente lungo la retta r orizzontale di riferimento, senza poter rotare attorno all’asse E) costringono la testa prensile 15 a spostarsi lungo una traiettoria orizzontale rettilinea che risulta essere parallela alla retta r orizzontale di riferimento, mantenendo il proprio asse longitudinale F sempre parallelo a se stesso.
In altre parole, la cascata di ingranaggi 39 à ̈ in grado di ruotare il perno girevole 38 all’interno del semibraccio 31 in modo tale da mantenere, durante l’estensione del braccio articolato 27, la testa prensile 15 sempre perfettamente parallela a se stessa.
Più in dettaglio, nell’esempio illustrato il perno girevole 38 à ̈ fissata all’intelaiatura portante 17 della testa prensile 15 in modo tale da mantenere l’asse longitudinale F della testa sempre sostanzialmente perpendicolare alla retta r orizzontale di riferimento, ossia sempre parallelo al piano P di riferimento.
Con riferimento alle figure 2 e 3, nell’esempio illustrato, in particolare, la cascata di ingranaggi 39 à ̈ composta da una puleggia o ruota dentata 40 principale che à ̈ calzata girevole sul perno passante 34, tra il semibraccio 30 ed il semibraccio 31; da una puleggia o ruota dentata 41 secondaria che à ̈ calettata rigidamente sull’estremità superiore del perno girevole 38, dalla parte opposta della testa prensile 15; ed infine da una catena 42 di trasmissione che à ̈ avvolta ad anello attorno alle due ruote dentate 40 e 41 sopra menzionate. In questo caso, la ruota dentata 40 à ̈ fissata rigidamente al corpo del semibraccio 30 e presenta un diametro nominale uguale alla metà di quello della ruota dentata 41, in modo tale che la catena 42 trascini in rotazione la ruota dentata 41 attorno all’asse E con una velocità angolare uguale a metà della velocità angolare con cui la ruota dentata 40 ruota rispetto al semibraccio 31.
Con riferimento alle figure 1 e 3, nell’esempio illustrato i mezzi di movimentazione del carrello 8 sono invece composti da due catene 44 di trascinamento che sono collocate in posizione verticale, ciascuna all’interno di un rispettivo profilato metallico 11 della colonna portante 6, e sono entrambe collegate rigidamente al carrello portatesta 7 lungo uno dei propri tratti verticali; ed un motore elettrico 45 che à ̈ atto a muovere le due catene 44 di trascinamento all’interno dei rispettivi profilati metallici 11 in modo tale da spostare il carrello portatesta 7 lungo la colonna portante 6.
Più in dettaglio, ciascuna delle due catene 44 di trascinamento à ̈ avvolta ad anello attorno ad una coppia di ruote dentate 46 che sono fissate in modo assialmente girevole all’interno del corrispondente profilato metallico 11, in prossimità delle due estremità dello stesso, mentre il motore elettrico 45 à ̈ fissato a sbalzo sull’estremità superiore della colonna portante 6, ed à ̈ meccanicamente accoppiato alle due ruote dentate 46 posizionate in corrispondenza dell’estremità superiore dei due profilati metallici 11, tramite un motoriduttore 47 che ha il proprio albero 47a di uscita che si estende in direzione orizzontale, attraverso le estremità superiori di entrambi i profilati metallici 11 della colonna portante 6.
In altre parole, l’albero 47a di uscita del motoriduttore 47 à ̈ montato assialmente girevole all’interno delle estremità superiori dei due profilati metallici 11, e le ruote dentate 26 superiori di entrambe le catene di trascinamento sono calettate sull’albero 47a in modo tale da permettere al motore elettrico 45 di muovere contemporaneamente entrambe le catene 44 di trascinamento, così da alzare o abbassare il carrello porta-testa 7 sulla colonna portante 6.
Analogamente alle macchine depallettizzatrici compatte attualmente conosciute, il funzionamento del motore elettrico 45 à ̈ sotto il diretto ed esclusivo controllo dell’operatore che aziona la macchina. In particolare, nell’esempio illustrato il funzionamento del motore elettrico 45 à ̈ controllato manualmente dall’operatore tramite un joystick o altro dispositivo di comando ad azionamento manuale, collocato sul pannello di comando 21.
Il funzionamento della macchina depallettizzatrice 1 à ̈ facilmente desumibile da quanto sopra descritto, e non necessità di ulteriori spiegazioni. Se non per precisare che l’operatore deve solamente spostare orizzontalmente la testa prensile 15 al disopra del bancale 2 fermo all’interno dell’area di stoccaggio 5a, lasciando al braccio articolato 27 con movimento a pantografo il compito di controllare la posizione della testa prensile 15 rispetto alla staffa portante 14.
Lo spostamento della testa prensile 15 in alto ed in basso viene invece effettuato con l’ausilio del motore elettrico 45, ovviamente sempre sotto il diretto ed esclusivo controllo dall’operatore che comanda la macchina.
La presenta del giunto elastico 28 consente invece all’operatore di spostare/allontanare temporaneamente la testa prensile 15 dalla posizione ideale imposta dal braccio articolato 27 con movimento a pantografo, in modo tale da allineare manualmente i dispositivi di presa 18 alle file di bottiglie 2b che compongono lo strato 2a collocato sulla sommità del bancale 2, facilitando in questo modo la successiva presa delle bottiglie 3.
I vantaggi della macchina depallettizzatrice 1 sono numerosi. In primo luogo, grazie alla braccio articolato 27 con movimento a pantografo, la testa prensile 15 non può più avvicinarsi pericolosamente all’operatore durante il brandeggio del braccio di supporto 13, riducendo quindi drasticamente il rischio di collisione della testa prensile 15 con la testa o il torace dell’operatore.
Inoltre, grazie alla braccio articolato 27 con movimento a pantografo, la macchina depallettrizzatrice 1 evita all’operatore l’incombenza di controllare istante per istante la traiettoria seguita dalla testa prensile 15 sul piano di brandeggio del braccio di supporto, rendendo lo sfaldamento del bancale più semplice e rapido da realizzare.
Infine, visto che la testa prensile 15 si sposta ora lungo una traiettoria orizzontale perfettamente rettilinea, la macchina depallettizzatrice 1 può essere istallata anche in ambienti molto stretti, con tutti i vantaggi che questo comporta.
Risulta infine chiaro che alla macchina debancaletizzatrice 1 sopra descritta ed illustrata possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall’ambito della presente invenzione.
Per esempio, anziché essere costituito da una trave rettilinea, il braccio di supporto 13 può essere costituito da una trave tubolare a sezione quadra arcuata a banana o ripiegata sostanzialmente a V con angolo ottuso.

Claims (14)

  1. R I V E N D I C A Z I O N I 1. Macchina depallettizzatrice (1) per lo sfaldamento di bancali (2) comprendente - una colonna portante (6) che si estende in direzione sostanzialmente verticale; - un carrello porta-testa (7) montato scorrevole sulla colonna portante (6) in direzione sostanzialmente verticale; - un braccio di supporto (13) che si estende a balzo dal carrello porta-testa (7) in una direzione sostanzialmente orizzontale, ed à ̈ incernierato al corpo del carrello porta-testa (7) in modo tale da potersi muovere rispetto al carrello porta-testa (7) con un movimento a brandeggio attorno ad un primo asse di riferimento (A) sostanzialmente verticale; - una staffa portante (14) intermedia che à ̈ fissata al braccio di supporto (13) in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto a quest’ultimo attorno ad un secondo asse di riferimento (B) localmente parallelo a detto primo asse di riferimento (A); ed - una testa prensile (15) che à ̈ strutturata in modo tale da poter, a comando, trattenere e rilasciare un numero prestabilito di prodotti (3) dalla sommità del bancale (2) da sfaldare, ed à ̈ appesa al disotto della staffa portante (14) con possibilità di scorrere liberamente rispetto a quest’ultima in una direzione (d) localmente parallela all’asse longitudinale (F) della testa e localmente perpendicolare al secondo asse di riferimento (B); la macchina depallettizzatrice (1) essendo caratterizzata dal fatto di comprendere anche un braccio articolato con movimento a pantografo (27), che à ̈ posizionato al disotto del braccio di supporto (13), con una prima estremità infulcrata sul carrello porta-testa (7) ed una seconda estremità infulcrata sulla testa prensile (15), ed à ̈ strutturato in modo tale da potersi divaricare a forbice su di un piano orizzontale localmente parallelo al piano di brandeggio del braccio di supporto (13), mantenendo le due estremità del braccio articolato (27) sempre su di una stessa retta orizzontale di riferimento (r) immobile nello spazio.
  2. 2. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la seconda estremità del braccio articolato con movimento a pantografo (27) à ̈ infulcrata sulla testa prensile (15) tramite l’interposizione di un organo di collegamento elasticamente deformabile (28).
  3. 3. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 1 o 2, caratterizzata dal fatto che il braccio articolato con movimento a pantografo (27) comprende: un semibraccio superiore 30 che ha una estremità infulcrata sul carrello porta-testa (7) in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto a quest’ultimo attorno ad un terzo asse di riferimento (C) parallelo a detto primo asse di riferimento (A); un semibraccio inferiore (31) che à ̈ montato girevole sull’estremità libera del semibraccio superiore (30) in modo tale da poter ruotare liberamente rispetto a quest’ultimo attorno ad un quarto asse di riferimento (D) parallelo a detto terzo asse di riferimento (C); ed una prima cascata di ingranaggi (32) la quale à ̈ strutturata in modo tale da trasmettere al semibraccio inferiore (31) il moto di rotazione con cui il semibraccio superiore (30) ruota attorno al terzo asse di riferimento (C), in modo tale da coordinare l’apertura a forbice dei semibracci superiore (30) ed inferiore (31) con la rotazione del semibraccio superiore (30) attorno al terzo asse di riferimento (C).
  4. 4. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che la prima cascata di ingranaggi (32) à ̈ atta a trasmettere al corpo del semibraccio inferiore (31) il moto di rotazione con cui il semibraccio inferiore (30) ruota attorno al terso asse di riferimento (C), in modo tale che il semibraccio inferiore (31) sia costretto a ruotare attorno al quarto asse di riferimento (D) e rispetto al semibraccio superiore (30), con una velocità angolare doppia rispetto alla velocità angolare con cui il semibraccio superiore (30) ruota attorno al terzo asse di riferimento (C) e con senso di rotazione opposto a quest’ultimo.
  5. 5. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 3 o 4, caratterizzata dal fatto che il braccio articolato con movimento a pantografo (27) comprende anche un perno girevole (38) di fissaggio, che si estende coassiale ad un quinto asse di riferimento (E) parallelo al terzo (C) e quarto asse di riferimento (D), à ̈ inserito in modo passante ed assialmente girevole nell’estremità distale del semibraccio inferiore (31), ed ha l’estremità inferiore fissata in modo angolarmente solidale alla testa prensile (15); ed una seconda cascata di ingranaggi (39) che à ̈ strutturata in modo tale da trasmettere al perno girevole (38) il moto di rotazione con cui il semibraccio inferiore (31) ruota rispetto al semibraccio superiore (30) attorno al quarto asse di riferimento (D).
  6. 6. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che la seconda cascata di ingranaggi (39) à ̈ strutturata in modo tale da trasmettere al perno girevole (38) il moto rotatorio del semibraccio inferiore (31) attorno al quarto asse di riferimento (D) rispetto al semibraccio superiore (30), con un rapporto di trasmissione prestabilito che obbliga il perno girevole (38) a ruotare attorno al quinto asse di riferimento (E), all’interno del semibraccio inferiore (31), in senso contrario a quello con cui il semibraccio inferiore (31) ruota rispetto al semibraccio superiore (30) attorno al quarto asse di riferimento (D), e con una velocità angolare uguale a metà della velocità di rotazione del semibraccio inferiore (31).
  7. 7. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che il braccio di supporto (13) à ̈ dimensionato in modo tale da supportare il peso complessivo della staffa portante (14) e della testa prensile (15), con l’eventuale carico di prodotti (3) prelevati dalla sommità del bancale (2) da sfaldare.
  8. 8. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto di comprendere anche mezzi di movimentazione del carrello (8) a controllo manuale, i quali sono atti a spostare il carrello porta-testa (7) lungo la colonna portante (6) sotto il diretto ed esclusivo controllo dell’operatore che aziona la macchina.
  9. 9. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la colonna portante (6) si prolunga a sbalzo da un basamento (4) di appoggio al suolo, che à ̈ atto ad essere appoggiato e ancorato rigidamente sul terreno (5), a ridosso di un’area di stoccaggio (5a) nel cui perimetro à ̈ atto ad essere appoggiato il bancale (2) da sfaldare.
  10. 10. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la testa prensile (15) comprende una intelaiatura portante rigida (17) che à ̈ fissata al disotto della staffa portante (14), in modo tale da potersi muovere liberamente rispetto a quest’ultima in una direzione orizzontale (d) parallela all’asse longitudinale (F) della staffa, ed una pluralità di dispositivi di presa dei prodotti (18) che sono attaccati al disotto dell’intelaiatura portante (17) in modo tale da essere affacciati al terreno (5); la seconda estremità del braccio articolato con movimento a pantografo (27) essendo infulcrata su detta intelaiatura portante rigida (17).
  11. 11. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 10, caratterizzata dal fatto che detta intelaiatura portante rigida (17) comprende una cornice rettangolare rigida (23) che giace su di un piano orizzontale localmente perpendicolare al secondo asse di riferimento (B), con le barre che definiscono i lati maggiori della cornice, orientate parallelamente all’asse longitudinale (F) della testa; e dal fatto che la staffa portante (14) comprende una piastra (25) di supporto superiore, che à ̈ centralmente fissata in modo assialmente girevole al braccio di supporto (13), e due pattini o guide longitudinali (26) di supporto che sono fissate al disotto della piastra (25), e sono strutturate in modo tale da accoppiarsi in modo scorrevole alle due barre che formano i lati maggiori della cornice rettangolare (23), consentendo a queste ultime di scorrere liberamente parallelamente al proprio asse longitudinale.
  12. 12. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la testa prensile (15) che à ̈ strutturata in modo tale da poter, a comando, trattenere e rilasciare una o più file di bottiglie (2b) dalla sommità del bancale (2) da sfaldare.
  13. 13. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni da 8 a 12, caratterizzata dal fatto di comprendere un pannello di comando (21); il funzionamento dei detti mezzi di movimentazione del carrello (8) essendo controllato manualmente dall’operatore tramite un primo dispositivo di comando ad azionamento manuale, collocato su detto pannello di comando (21).
  14. 14. Macchina depallettizzatrice secondo le rivendicazioni 13, caratterizzata dal fatto che l’attivazione e la disattivazione dei dispostivi di presa dei prodotti (18) sono controllati da almeno un secondo dispositivo di comando ad azionamento manuale, collocato su detto pannello di comando (21).
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