ITTO20070900A1 - Macchina depallettizzatrice compatta a controllo manuale - Google Patents

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ITTO20070900A1
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Giampietro Baldi
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Oma Srl
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Description

DESCRIZIONE
La presente invenzione è relativa ad una macchina depallettizzatrice compatta a controllo manuale.
Più in dettaglio, la presente invenzione è relativa ad una macchina a controllo manuale per lo sfaldamento manuale di pallet di bottiglie di vetro e prodotti similari; impiego a cui la trattazione che segue farà esplicito riferimento senza per questo perdere in generalità.
Com'è noto nel settore dell'imbottigliamento vendono frequentemente utilizzate delle macchine depallettizzatrici che sono in grado di sfaldare in modo automatico un "pallet di bottiglie di vetro" e di fornire in uscita una successione di bottiglie sfuse, pronte per essere inviate ad altre macchine.
I "pallet di bottiglie di vetro" sono infatti costituiti da un numero determinato di strati di bottiglie di vetro impilati uno sopra l'altro, su di un bancale di trasporto di forma sostanzialmente rettangolare, in modo tale da formare, una volta imballati, un blocco unico facilmente trasportabile, mentre ciascuno strato di bottiglie è composto da un numero determinato di file di bottiglie di vetro, disposte parallele ed affiancate tra loro su di un vassoio o falda di supporto, poggiante sullo strato di bottiglie immediatamente sottostante.
Visto il peso delle bottiglie di vetro, la maggior parte delle macchine depallettizzatrici per "pallet di bottiglie di vetro" attualmente conosciute è formata essenzialmente da una intelaiatura rigida di supporto di forma sostanzialmente parallelepipeda, opportunamente ancorata al suolo; da una piattaforma di stoccaggio del pallet da sfaldare, che è generalmente posizionata al centro dell'intelaiatura, a livello del suolo; da un ripiano di accumulo delle bottiglie sfuse che è fissato sull'intelaiatura ad un'altezza prestabilita dal suolo, a fianco ed al disopra della piattaforma di stoccaggio del pallet; ed infine da una testa prensile che è mobile sull'intelaiatura in senso orizzontale e verticale, al disopra della piattaforma di stoccaggio del pallet e del ripiano di accumulo delle bottiglie, ed è provvista di un dispositivo di presa delle bottiglie in modo tale da poter prelevare dalla sommità del pallet fermo sulla piattaforma di stoccaggio un numero prestabilito di file di bottiglie, e poi depositare tali file di bottiglie sul ripiano di accumulo immediatamente adiacente alla suddetta piattaforma di stoccaggio del pallet.
Più in dettaglio, il dispositivo di presa delle bottiglie è in grado di afferrare dalla sommità del pallet fermo sulla piattaforma di stoccaggio un intero strato di bottiglie, od una parte dello stesso, ed è generalmente composto da una serie di camere d'aria gonfiabili di forma tubolare allungata, tradizionalmente chiamate "lame gonfiabili", che sono fissate in posizione orizzontale sul telaio della testa prensile una parallela all'altra, ricalcando la distribuzione spaziale delle file di bottiglie che compongono ciascuno strato del pallet. Le "lame gonfiabili" sono inoltre collegate ad un circuito pneumatico che è in grado di gonfiarle o sgonfiarle a comando.
Quando si ferma sulla sommità del pallet in via di sfaldamento, la testa prensile è atta a posizionare le "lame gonfiabili" tra le singole file di bottiglie che formano lo strato di bottiglie, in modo tale che i colli delle bottiglie di vetro di ciascuna fila di bottiglie siano disposti tra due "lame gonfiabili" adiacenti, mentre il circuito pneumatico è atto a gonfiare contemporaneamente tutte le "lame gonfiabili" in modo tale da intrappolare i colli delle bottiglie tra due "lame gonfiabili" adiacenti, vincolando ciascuna fila di bottiglie al telaio della testa prensile.
Le macchine depallettizzatrici sopra descritte sono ovviamente provviste anche di un sistema di movimentazione della testa prensile che, sotto il controllo di una centralina elettronica, è in grado di spostare la testa prensile sull'intelaiatura in orizzontale e verticale, dalla piattaforma di stoccaggio del pallet al piano di accumulo delle bottiglie e viceversa, in modo tale da poter sfaldare il pallet di bottiglie in modo completamente automatico .
Purtroppo, pur assolvendo egregiamente allo scopo, le macchine depallettizzatrici automatiche sopra descritte hanno degli ingombri notevoli che ne pregiudicano la diffusione negli impianti di imbottigliamento di piccole dimensioni, dove lo spazio a disposizione dei macchinari è estremamente ridotto.
In aggiunta, visto il peso non trascurabile delle bottiglie, il sistema di movimentazione della testa prensile è relativamente complicato e costoso da realizzare, incidendo pesantemente su quelli che sono i costi complessivi di costruzione della macchina sopra descritta.
Scopo della presente invenzione è quindi quello di realizzare una macchina depallettizzatrice di bottiglie di vetro e prodotti similari che sia più economica da produrre e, cosa ancora più importante, abbia ingombri sensibilmente inferiori a quelli delle macchine attualmente conosciute.
In accordo con questi obiettivi, secondo la presente invenzione viene realizzata una macchina depallettizzatrice compatta a controllo manuale come esplicitata nella rivendicazione 1 e preferibilmente, ma non necessariamente, in una qualsiasi delle rivendicazioni dipendenti.
La presente invenzione verrà ora descritta con riferimento ai disegni annessi, che ne illustrano un esempio di attuazione non limitativo, in cui:
la figura 1 è una vista laterale di una macchina depallettizzatrice realizzata secondo i dettami della presente invenzione, con parti in sezione e parti asportate per chiarezza;
la figura 2 è una vista frontale della macchina depallettizzatrice illustrata in figura 1, con parti asportate per chiarezza; mentre
la figura 3 è una vista in pianta della macchina depallettizzatrice illustrata nelle figure 1 e 2 , con parti in sezione e parti asportate per chiarezza.
Con riferimento alle figure 1 e 2, con il numero 1 è indicata nel suo complesso una macchina depallettizzatrice compatta tramite la quale una persona può disfare manualmente, e senza sforzi fisici eccessivi, un pallet 2 di bottiglie di vetro o prodotti similari, for-nendo in uscita una successione di bottiglie 3 di vetro sfuse, pronte per essere inviate ad altre macchine.
Ovviamente, la macchina depallettizzatrice 1 può essere impiegata anche per sfaldare pallet contenenti altri tipi di prodotti.
Analogamente ad un qualsiasi altro tipo di "pallet di prodotti", i pallet 2 di bottiglie di vetro sono infatti costituiti da un insieme ordinato e compatto di bottiglie 3 di vetro, che risulta essere composto da una serie di strati di bottiglie 2a impilati uno sopra l'altro su di una generica piattaforma di trasporto di forma preferibilmente, ma non necessariamente, rettangolare o quadrata, in modo tale da formare, una volta imballati, un blocco unico facilmente trasportabile. Ciascuno strato di bottiglie 2a è invece costituito da un numero determinato di file di bottiglie 2b, distribuite parallele ed affiancate tra loro, preferibilmente, ma non necessariamente, a quinconce.
Nell'esempio illustrato, in particolare, il pallet 2 di bottiglie è composto da quattro strati di bottiglie 2a sovrapposti, ciascuno dei quali è composto da quindici file di bottiglie 2b disposte a quinconce una rispetto all'altra. Ciascuna fila di bottiglie 2b è invece composta da quindici bottiglie 3.
La macchina depallettizzatrice 1 comprende un basamento 4 di appoggio al suolo che è atto ad essere fissato rigidamente sul terreno 5 tramite una serie di tirafondi o altri elementi di ancoraggio di tipo noto, a ridosso di un'area di stoccaggio 5a del pallet, nel cui perimetro è atto ad essere appoggiato il pallet 2 da sfaldare; una colonna portante 6 che si estende a balzo dal basamento 4 in direzione sostanzialmente verticale, a ridosso dell'area di stoccaggio 5a destinata ad accogliere il pallet 2 da sfaldare; un carrello porta-testa 7 montato scorrevole sulla colonna portante 6 in direzione verticale; e mezzi di movimentazione del carrello 8 a controllo manuale che sono atti a spostare verticalmente il carrello porta-testa 7 lungo la colonna portante 6 sotto il diretto ed esclusivo controllo dell'operatore che aziona la macchina.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, nell'esempio illustrato, in particolare, il basamento 4 è costituito da una serie di tubolari metallici 9 a sezione quadra che sono fissati uno all'altro in modo tale da formare una intelaiatura piana rigida di forma sostanzialmente rettangolare, ai cui vertici sono collocati dei piedini 10 di appoggio al suolo di tipo regolabile che sono a loro volta fissati sul terreno 5 tramite dei tirafondi o bulloni di ancoraggio di tipo noto.
La colonna portante 6 è invece formata da due profilati metallici 11 rettilinei a sezione complessa che hanno le estremità inferiori fissate in modo rigido sui tubolari metallici 9 che formano il basamento 4, e si estendono a sbalzo dal basamento 4 in direzione sostanzialmente verticale mantenendosi paralleli ed affacciati tra loro; e da una serie di longheroni orizzontali 12 di irrigidimento che sono atti a collegare tra loro le estremità superiori ed inferiori dei due profilati metallici 11 in modo rigido.
Con riferimento alle figure 1, 2 e 3, la macchina depallettizzatrice 1 è inoltre provvista di una testa prensile 13 che è montata a sbalzo sul carrello porta-testa 7, in modo tale da potersi muovere in senso verticale al disopra dell'area di stoccaggio 5a del pallet 2 da sfaldare, ed è strutturata in modo tale da poter trattenere e rilasciare a comando un numero prestabilito di file di bottiglie 2b dallo strato di bottiglie 2a posto sulla sommità del pallet 2 fermo nell'area di stoccaggio 5a.
Più in dettaglio, diversamente dalle macchine depallettizzatrici attualmente conosciute la testa prensile 13 è fissata in modo girevole sull'estremità di un braccio portante 14 che si estende a balzo dal carrello porta-testa 7 in una direzione sostanzialmente orizzontale, al disopra dell'area di stoccaggio 5a del pallet 2 da sfaldare; è incernierato al corpo del carrello porta-testa 7 in modo tale da potersi muovere liberamente rispetto al suddetto carrello porta-testa 7 con movimento a brandeggio attorno ad un primo asse A di rotazione sostanzialmente verticale; ed è infine dimensionato in modo tale da supportare l'itero peso della testa prensile 13 e delle bottiglie 3 da essa prelevate. Più in dettaglio, la testa prensile 13 è fissata all'estremità del braccio portante 14 tramite un giunto girevole 15 di collegamento che permette alla testa prensile 13 di poter ruotare rispetto al braccio portante 14 attorno ad un secondo asse B di rotazione localmente parallelo all'asse A, ossia perpendicolare al terreno 5.
Nell'esempio illustrato, in particolare, il giunto girevole 15 di collegamento è strutturato in modo tale da permettere alla testa prensile 13 di poter ruotare attorno all'asse B rispetto al braccio portante 14, solamente quando l'operatore esercita manualmente sulla testa prensile 13 una forza in grado di generare una coppia torcente superiore ad un valore di soglia prestabilito, in modo tale da impedire rotazioni indesiderate della testa prensile 13 attorno all'asse B durante il normale funzionamento della macchina.
Nell'esempio illustrato, inoltre, il braccio portante 14 è formato da una trave tubolare a sezione quadra che si estende perpendicolarmente agli assi A e B, e termina in un mozzo sagomato in modo tale da poter alloggiare il giunto girevole 15.
Con riferimento alla figura 1, 2 e 3, la macchina depallettizzatrice 1 è inoltre provvista di un braccio guida 16 ausiliario che si estende a balzo dal carrello porta-testa 7 sostanzialmente parallelo al braccio portante 14, ed ha le due estremità fissate in modo girevole una sul carrello porta-testa 7, e l'altra sulla testa prensile 13, in modo tale da formare con il braccio portante 14 una struttura portante con geometria a parallelogramma articolato 17 che è in grado sostenere stabilmente la testa prensile 13 ed il suo carico di file di bottiglie 2b, permettendo contestualmente all'operatore che comanda la macchina di spostare manualmente l'intera testa prensile 13 parallelamente al terreno 5 lungo una traiettoria curva con centro sull'asse A mentre la testa prensile 13 rimane sempre sostanzialmente parallela a se stessa.
Più in dettaglio, il braccio guida 16 ha la prima estremità collegata al corpo del carrello porta-testa 7 tramite un giunto sferico 18 di tipo noto che permette al braccio guida 16 di ruotare rispetto carrello porta-testa 7 attorno ad un asse C parallelo agli assi A e B, mentre la seconda estremità del braccio guida 16 è collegato alla testa prensile 13 tramite un organo di collegamento 19 elasticamente deformabile che permette al braccio guida 16 di ruotare rispetto al corpo della testa prensile 13 attorno ad un asse D parallelo agli assi A, B e C, consentendo inoltre una temporanea variazione della distanza tra gli assi C e D nel caso in cui l'operatore che guida la macchina applichi manualmente sulla testa prensile 13 una forza meccanica superiore ad un valore di soglia prestabilito .
Nell'esempio illustrato, in particolare, il braccio guida 16 è costituito da una trave rettilinea a sezione quadra che porta fissati alle due estremità il giunto sferico 18 e l'organo di collegamento 19, mentre l'organo di collegamento 19 è formato da una slitta 20 montata scorrevole su di una barra rettilinea 21 che è fissata sul braccio guida 16, parallelamente all'asse longitudinale L di quest'ultimo; da due molle elicoidali 22 reggispinta che sono calzate sulla barra rettilinea 21 da bande opposte della slitta 20, in modo tale da avere una estremità in battuta sulla slitta 20 e l'altra estremità in battuta sul supporto che collega la barra rettilinea 21 al corpo del braccio guida 16; e da un perno di collegamento 23 che si estende coassiale all'asse D, ha l'estremità inferiore collegata in modo rigido al corpo della testa prensile 13, ed ha l'estremità superiore innestata in modo liberamente girevole nella slitta 20 posta all'estremità del braccio guida 16.
Le due molle elicoidali 22 sono precaricate in compressione in modo tale da bilanciarsi reciprocamente e mantenere la slitta 20 ferma grosso modo al centro della barra rettilinea 21 in una posizione di equilibrio stabile, dalla quale la slitta 21 può allontanarsi temporaneamente sotto la spinta di forse esterne; mentre il perno di collegamento 23 è in grado di ruotare sulla slitta 20 solamente attorno all'asse D vincolando quindi la testa prensile 13 alla slitta 20 mobile sul braccio guida 16.
Ovviamente, quando la slitta 20 si trova al centro della barra rettilinea 21, nella posizione di equilibrio stabile, la distanza tra gli assi C e D è sostanzialmente uguale alla distanza tra gli assi A e B, mentre lo spostamento della slitta 20 dalla posizione di equilibrio stabile comporta una variazione della distanza tra gli assi C e D ed una conseguente rotazione di alcuni gradi della testa prensile 13 attorno all'asse B, rispetto alla posizione di riferimento imposta dalla geometria a parallelogramma articolato.
In altre parole, la struttura portante con geometria a parallelogramma articolato 17 è in grado di guidare la testa prensile 13 lungo una traiettoria curva che si sviluppa parallelamente al terreno 5, mantenendo la testa prensile 13 sempre parallela a se stessa, e di permettere inoltre alla testa prensile 13 di ruotare di alcuni gradi attorno all'asse B sotto la spinta dell'operatore, così da allontanarsi temporaneamente dalla posizione di riferimento imposta dalla geometria a parallelogramma articolato.
Con riferimento alle figure 2 e 3, la testa prensile 13 comprende invece una intelaiatura rigida 23 di supporto fissata al braccio portante 14 tramite il giunto di collegamento 15 in modo tale da essere sospesa al disopra dell'area di stoccaggio 5a, ed una pluralità di dispositivi di presa 24 fissati sull'intelaiatura rigida 23 in modo tale da essere disposti affacciati al terreno 5. I dispositivi di presa 24 sono selettivamente atti a trattenere le file di bottiglie 2b che compongono lo strato 2a disposto sulla sommità del pallet 2, e sono distribuiti sulla intelaiatura rigida 23 in modo tale da ricalcare la distribuzione spaziale delle file di bottiglie 2b che compongono un singolo strato del pallet 2 in corso di sfaldamento, o di una parte di esso.
È opportuno infatti precisare che il numero e la distribuzione dei dispositivi di presa 24 sulla intelaiatura rigida 23 varia in funzione del numero di file di bottiglie 2b che si vogliono prelevare contemporaneamente dallo strato di bottiglie 2a disposto sulla sommità del pallet 2.
Nell'esempio illustrato, in particolare, i dispositivi di presa 24 sono composti da una serie di camere d'aria 25 gonfiabili di forma tubolare allungata, che sono fissate in posizione orizzontale sull'intelaiatura rigida 23 della testa prensile 13 in modo tale da ricalcare la distribuzione spaziale delle file di bottiglie 2b che compongono uno strato 2a del pallet 2, e da una serie di elettro-valvole (non illustrate) ad apertura e chiusura comandata che sono atte a regolare l'afflusso di aria in pressione dal circuito pneumatico della macchina verso le camere d'aria 25 in modo tale da provocare, a comando, il gonfiaggio e lo sgonfiaggio controllato delle medesime.
Le camere d'aria 25, comunemente chiamate "lame gonfiabili", sono ampiamente utilizzate nel settore dell'imballaggio e non verranno quindi descritte in modo dettagliato.
Per quanto riguarda invece le elettro-valvole che comandano il gonfiaggio e lo sgonfiaggio delle camere d'aria 25, ciascuna di esse è in grado di controllare l'ingresso e l'uscita dell'aria aria in pressione da una o più camere d'aria 25, ed è atta ad essere pilotata direttamente dall'utilizzatore della macchina attraverso pulsanti a comando manuale o altri tipi di selettori a comando manuale, collocati su di un pannello di comando 26 che nell'esempio illustrato risulta essere fissato a sbalzo sull'intelaiatura rigida 23 della testa prensile 8, nelle immediate vicinanze di una maniglia che 1'utilizzatore può impugnare per spostare orizzontalmente l'intera testa prensile 13.
In altre parole, l'attivazione e la disattivazione dei dispositivi di presa 24 sono comandati manualmente dall'operatore solamente ed esclusivamente tramite i pulsanti a comando manuale o dispositivi di comando ad azionamento manuale similari, collocati sul pannello di comando 26.
Nell'esempio illustrato, in particolare, le camere d'aria 25 sono in numero di cinque in modo tale da poter trattenere contemporaneamente quattro file di bottiglie 2b, e sono disposte sulla struttura portante 12 ad una distanza l'una dall'altra sostanzialmente uguale alla distanza che separa due file di bottiglie 2b adiacenti, e la testa prensile 13 è dotata di una sola elettro-valvola per comandare contemporaneamente tutte le camere d'aria 25 presenti sulla medesima.
Con riferimento alle figure 2, 3 e 4, nell'esempio illustrato l'intelaiatura rigida 23 è invece formata da una cornice rettangolare 27 superiore che giace su di un piano orizzontale localmente perpendicolare all'asse B, e da due rastrelliere 28 di supporto dei dispositivi di presa, ciascuna delle quali si estende orizzontalmente al disotto di un rispettivo lato minore della cornice rettangolare 27. L'intelaiatura rigida 23 comprende inoltre due traverse di irrigidimento che sono atte a collegare i lati maggiori della cornice rettangolare 27 con il giunto girevole 15 di collegamento posto al centro della cornice rettangolare 27, mentre il perno 23 che collega l'estremità del braccio guida 16 con la testa prensile 13 si estende a sbalzo da uno dei due lati maggiori della cornice rettangolare 27.
L'intelaiatura rigida 23 è infine provvista anche di una barra tubolare cilindrica 27a ripiegata sostanzialmente ad L che sporge a sbalzo da uno dei due lati minori della cornice rettangolare 27 in modo tale da formare la maniglia che 1'utilizzatore può impugnare per spostare orizzontalmente la testa prensile 13.
Con riferimento alle figure 2 e 3, i mezzi di movimentazione del carrello 8 comprendono invece due catene 28 di trascinamento che sono collocate in posizione verticale, ciascuna all'interno di un rispettivo profilato metallico il della colonna portante 6, e sono entrambe collegate rigidamente al carrello porta-testa 7 lungo uno dei propri tratti verticali; ed un motore elettrico 29 che è atto a muovere le due catene 28 all'interno dei due profilati metallici il in modo tale da spostare il carrello porta-testa 7 lungo i profilati metallici 11 che formano la colonna portante 6. L'attivazione del motore elettrico 29 è ovviamente sotto il diretto ed esclusivo controllo dell'operatore che aziona la macchina: nell'esempio illustrato, infatti, il funzionamento del motore elettrico 29 viene controllato da un joystick o altro dispositivo di comando ad azionamento manuale, collocato sul pannello di comando 26.
Più in dettaglio, ciascuna delle due catene 28 di trascinamento è avvolta ad anello attorno ad una coppia di ruote dentate 30 che sono fissate in modo girevole in corrispondenza delle estremità del relativo profilato metallico 11, mentre il motore elettrico 29 è fissato a sbalzo sull'estremità superiore della colonna portante 6, ed è meccanicamente accoppiato alle ruote dentate 30 posizionate in corrispondenza delle estremità superiori dei due profilati metallici 11, tramite un motoriduttore 31 che ha il proprio albero 31a di uscita che si estende in direzione orizzontale, attraverso le estremità superiori di entrambi i profilati metallici 11 della colonna portante 6.
L'albero 31a di uscita del motoriduttore 31 è ovviamente montato assialmente girevole all'interno delle estremità superiori dei due profilati metallici 11, e le ruote dentate 29 superiori di entrambe le catene 28 di trascinamento sono calettate sull'albero 31 in modo tale da permettere al motore elettrico 29 di muovere contemporaneamente entrambe le catene 28 di trascinamento, così da alzare o abbassando il carrello porta-testa 7 sulla colonna portante 6.
Il funzionamento della macchina depallettizzatrice 1 è evidente: lo spostamento della testa prensile 13 in alto ed in basso viene effettuato dal motore elettrico 29, o meglio dai mezzi di movimentazione del carrello 8, sotto il diretto ed esclusivo controllo dall'operatore che utilizza la macchina, mentre gli spostamenti orizzontali della testa prensile 13 avvengono esclusivamente sotto la spinta dell'operatore che utilizza la macchina.
Ovviamente, le file di bottiglie 2b prelevate dalla sommità del pallet 2 da sfaldare appoggiato sul terreno 5 all'interno dell'area di stoccaggio 5a, possono essere depositata indifferentemente su di un tavolo o su di un convogliatore lineare a nastro temporaneamente posizionato a fianco del pallet 2.
I vantaggi della macchina depallettizzatrice 1 sono evidenti: grazie alla sua particolare struttura, la macchina depallettizzatrice 1 sopra descritta ha degli ingombri sensibilmente inferiori a quelli delle tradizionali macchine depallettizzatrici automatiche per lo sfaldamento di "pallet di bottiglie di vetro", è può essere posizionata anche negli spazzi più angusti, con tutti i vantaggi che questo comporta.
La macchina depallettizzatrice 1 ha inoltre dei consumi di energia elettrica particolarmente ridotti, perché il motore elettrico 29 deve erogare solamente la potenza necessaria per spostare in alto ed in basso il carrello porta-testa 7 e quanto da esso direttamente supportato. Gli spostamenti orizzontali della testa prensile 13 sono infatti a carico dell'operatore che comanda la macchina.
Un altro vantaggio della macchina depallettizzatrice 1 sopra descritta è quello di essere facilmente trasportabile da un luogo all'altro.
Risulta infine chiaro che alla macchina depallettizzatrice 1 qui descritta ed illustrata possono essere apportate modifiche e varianti senza per questo uscire dall'ambito della presente invenzione.

Claims (11)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Macchina depallettizzatrice (1) per lo sfaldamento di pallet (2) di prodotti (3) comprendente un basamento (4) di appoggio al suolo, una colonna portante (6) che si estende a balzo dal basamento (4) in direzione sostanzialmente verticale, un carrello porta-testa (7) montato scorrevole sulla colonna portante (6) in direzione verticale, mezzi di movimentazione del carrello (8) atti a spostare il detto carrello porta-testa (7) lungo la colonna portante (6), ed infine una testa prensile (13) fissata al carrello porta-testa (7) attraverso una struttura portante (17) che sporge a sbalzo dallo stesso carrello porta-testa (7); la macchina depallettizzatrice (1) essendo caratterizzata dal fatto che il detto basamento (4) è atto ad essere fissato al suolo (5) a ridosso di un'area di stoccaggio (5a) nel cui perimetro deve essere appoggiato il pallet (2) da sfaldare, che i mezzi di movimentazione del carrello (8) sono mezzi di movimentazione a controllo manuale, e che la detta struttura portante (17) è una struttura portante con geometria a parallelogramma articolato (17) che permette alla testa prensile (13) di compiere spostamenti orizzontali unicamente sotto la spinta dell'operatore che comanda la macchina.
  2. 2. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 1, caratterizzata dal fatto che la detta struttura portante con geometria a parallelogramma articolato (17) comprende un braccio portante (14) che si estende a balzo dal detto carrello porta-testa (7) in una direzione sostanzialmente orizzontale, al disopra della detta area di stoccaggio (5a), è incernierato al corpo del carrello porta-testa (7) in modo tale da potersi muovere liberamente rispetto al quest'ultimo con movimento a brandeggio attorno ad un primo asse di rotazione (A) sostanzialmente verticale, ed è infine dimensionato in modo tale da supportare l'itero peso della testa prensile (13) e delle bottiglie (3) da essa prelevate.
  3. 3. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 2, caratterizzata dal fatto che la detta testa prensile (13) è fissata all'estremità del detto braccio portante (14) tramite un giunto girevole di collegamento (15) che permette alla testa prensile (13) di poter ruotare rispetto al braccio portante (14) attorno ad un secondo asse di rotazione (B) localmente parallelo al detto primo asse di rotazione (A).
  4. 4. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 3, caratterizzata dal fatto che il detto giunto girevole di collegamento (15) è strutturato in modo tale da permettere alla testa prensile (13) di poter ruotare rispetto al braccio portante (14), attorno al detto secondo asse di rotazione (B), solamente quando l'operatore esercita manualmente sulla testa prensile (13) una forza in grado di generare una coppia torcente superiore ad un valore di soglia prestabilito.
  5. 5. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 2, 3 o 4, caratterizzata dal fatto che la detta struttura portante con geometria a parallelogramma articolato (17) comprende anche un braccio guida (16) ausiliario che si estende a balzo dal carrello porta-testa (7) sostanzialmente parallelo al detto braccio portante (14), ha una prima estremità fissata sul carrello porta-testa (7) in modo tale da poter ruotare rispetto a quest'ultimo attorno ad un terzo asse di rotazione (C) parallelo ai detti primo (A) e secondo asse di rotazione (B), ed ha infine una seconda estremità fissata sulla testa prensile (13) in modo tale da poter ruotare rispetto a quest'ultima attorno ad un quarto asse di rotazione (D) parallelo ai detti primo (A) e secondo asse di rotazione (B).
  6. 6. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 5, caratterizzata dal fatto che la prima estremità del detto braccio guida (16) è collegata al detto carrello porta-testa (7) tramite un giunto sferico (18), e che la seconda estremità del detto braccio guida (16) è collegato alla testa prensile (13) tramite un organo di collegamento elasticamente deformabile (19) che permette al braccio guida (16) di ruotare rispetto al corpo della testa prensile (13) attorno al detto quarto asse di rotazione (D), consentendo inoltre una temporanea variazione della distanza tra i detti terzo (C) e quarto asse di rotazione (D) sotto la spinta di forze meccaniche esterne superiore ad un valore di soglia prestabilito .
  7. 7. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che i detti mezzi di movimentazione del carrello a controllo manuale (8) comprendono un motore elettrico (29) in grado di spostare il detto carrello porta-testa (7) lungo la detta colonna portante (6); il funzionamento del detto motore elettrico (29) essendo sotto il diretto ed esclusivo controllo dell'operatore che aziona la macchina.
  8. 8. Macchina secondo la rivendicazione 7, caratterizzata dal fatto di comprendere un pannello di comando (26) ed il funzionamento del detto motore elettrico (29) viene controllato da un primo dispositivo di comando ad azionamento manuale, collocato sul detto pannello di comando (26).
  9. 9. Macchina depallettizzatrice secondo una qualsiasi delle rivendicazioni precedenti, caratterizzata dal fatto che la detta testa prensile (13) comprende una intelaiatura rigida (23) di supporto fissata alla detta struttura portante con geometria a parallelogramma articolato (17) in modo tale da essere sospesa al disopra della detta area di stoccaggio (5a), e mezzi di presa dei prodotti (24) che sono fissati sulla detta intelaiatura rigida (23) in modo tale da essere disposti affacciati al terreno (5) e sono strutturati in modo tale da poter, a comando, trattenere una o più file di prodotti (2b) che compongono lo strato (2a) disposto sulla sommità del pallet (2).
  10. 10. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 9, caratterizzata dal fatto che l'attivazione e la disattivazione dei detti mezzi di presa dei prodotti (24) sono controllati da almeno un secondo dispositivo di comando ad azionamento manuale, collocato sul detto pannello di comando (26).
  11. 11. Macchina depallettizzatrice secondo la rivendicazione 9 o 10, caratterizzata dal fatto che la detta testa prensile (13) comprende anche una maniglia (27a) che l'operatore può impugnare per spostare orizzontalmente l'intera testa prensile (13); detto pannello di comando (26) essendo fissato sulla detta intelaiatura rigida (23) in prossimità della detta maniglia (27a).
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