ITTO990954A1 - Sistema ottico di illuminamento per videoproiettore. - Google Patents

Sistema ottico di illuminamento per videoproiettore. Download PDF

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ITTO990954A1 IT1999TO000954A ITTO990954A ITTO990954A1 IT TO990954 A1 ITTO990954 A1 IT TO990954A1 IT 1999TO000954 A IT1999TO000954 A IT 1999TO000954A IT TO990954 A ITTO990954 A IT TO990954A IT TO990954 A1 ITTO990954 A1 IT TO990954A1
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optical
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Description

Descrizione della domanda di brevetto per invenzione industriale dal titolo: SISTEMA OTTICO DI ILLUMINAMENTO PER VIDEOPROIETTORE
RIASSUNTO
Sistema di illuminamento per un videoproiettore, del tipo che comprende una lampada di illuminazione (1), la quale emette un fascio luminoso su un primo asse ottico (AB) e una lente di proiezione (10) attraversata da detto fascio luminoso lungo un secondo asse ottico (DE), detti primo asse ottico (AB) e secondo asse ottico (DE) essendo sostanzialmente non paralleli fra loro e appartenenti rispettivamente a un primo piano (PI) e un secondo piano (P2), detto fascio luminoso essendo guidato lungo un cammino ottico da mezzi di deviazione ottica (6; 11 ,11) che lo traslano dal primo piano (PI) al secondo piano (P2) e mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9’”) che lo traslano dal primo asse ottico (AB) al secondo asse ottico (DE), detti mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9’”) comprendendo un dispositivo di formazione dell’immagine (9). Secondo l invenzione la proiezione geometrica del cammino ottico sul primo piano (PI) comprende un percorso chiuso (BB’CDX).
DESCRIZIONE
La presente invenzione riguarda un sistema ottico di illuminamento per un videoproiettore basato sulla tecnologia DMD (Digital Micromirror Device).
I sistemi di videoproiezione basati sulla tecnologia DMD (Digital Micromirror Device) si vanno sempre più diffondendo, soprattutto per l’ottima qualità dell’immagine che consentono di ottenere, in particolare sotto l aspetto della luminosità e risoluzione di detta immagine, e a causa delle ridotte dimensioni dei proiettori rispetto, ad esempio, alle apparecchiature che impiegano i cinescopi.
Un dispositivo DMD è costituito sostanzialmente da un insieme di specchi quadrati in alluminio, con il lato di dimensione micrometrica, ad esempio di 16 μm, ognuno associato ad un elemento deH’immagine da proiettare, cioè a un pixel. Detti specchi possono ruotare di un piccolo angolo, ad esempio ±10 gradi, attorno ad una diagonale, e la rotazione in un senso o nell’altro è prodotta da due elettrodi situati sotto lo specchio in posizioni opposte rispetto all’asse di rotazione. La luce, dunque, colpisce lo specchio con un angolo di circa 20 gradi rispetto alla perpendicolare al piano dello specchio, quando questo è in condizione di “riposo”, quando cioè non è attirato da nessuno dei due elettrodi. Se lo specchio viene ruotato in un verso, il raggio riflesso subisce una deviazione tale per cui non incide nella lente di proiezione e quindi non viene inviato allo schermo. Il corrispondente pixel risulta perciò “spento”. Se la la rotazione avviene nel verso opposto il pixel è acceso, in quanto la luce riflessa incide sulla lente di proiezione ed è inviata allo schermo.
Ad ogni pixel dell’immagine è associata una cella di una memoria statica del tipo SRAM (Static Random Access Memory), che contiene le informazioni per comandare gli elettrodi che ruotano lo specchio. Anche se la luce riflessa ha sempre la stessa intensità, variando il tempo in cui un pixel resta acceso, si ottiene l’effetto di variazione di luminosità dovuto all’azione di integrazione prodotta dall’occhio umano. Un videoproiettore può comprendere un solo dispositivo DMD e in tal caso i suoi specchi sono illuminati in successione dai tre colori primari, rosso, verde e blu, ottenuti inviando la luce della lampada di illuminazione a una ruota girevole, detta ruota colore, divisa in almeno 3 settori ciascuno costituito dal filtro dicroico, cioè selettivo rispetto alla lunghezza d’onda, relativo a uno dei 3 colori primari. La rotazione della ruota fa si che il fascio luminoso inviato al dispositivo DMD assuma in successione i tre diversi colori. Nel caso invece di videoproiettore con tre dispositivi DMD, la luce della lampada di illuminazione è scomposta nei tre colori da un prisma, e ciascun colore è inviato a un diverso dispositivo DMD.
Particolare importanza assume in un videoproiettore DMD la scelta del sistema ottico di illuminamento, dal quale dipendono, in particolare, le dimensioni e le modalità di impiego del videoproiettore stesso.
In figura 1 è rappresentato tramite uno schema di principio un primo sistema di illuminamento noto. Detto schema di principio è tracciato supponendo che un videoproiettore 21 sia sistemato in posizione orizzontale per proiezione frontale su uno schermo verticale 22, e pertanto detto schema corrisponde a una vista in pianta di detto videoproiettore 21; questa premessa è valida, a meno che non venga diversamente specificato, per tutte le figure successive. Inoltre, per maggior chiarezza, i blocchi indicati con lo stesso numero di riferimento nelle varie figure hanno la stessa funzione. Col numero di riferimento 1 è indicata una lampada di illuminazione con riflettore parabolico, il numero 2 rappresenta un condensatore asferico che focalizza la luce all’ingresso di una barretta integratrice 4, la quale è costituita da un parallelepipedo di vetro ottico, la cui funzione è di rendere uniforme il fascio di luce proveniente dalla lampada di illuminazione 1. La barretta integratrice 4 è preceduta da una ruota colore 3 che, come detto, tramite i suoi filtri dicroici consente la riproduzione dei colori nei videoproiettori . che impiegano un solo dispositivo DMD, come è il caso appunto di figura 1. In alcuni casi il tratto tra la lampada di illuminazione 1 e la ruota colore 3 viene chiuso con un collettore, non indicato in figura, avente lo scopo di evitare che raggi riflessi vengano diffusi nello spazio circostante illuminando l’ambiente. La luce in uscita dalla barra integratrice 4 viene raccolta da un sistema di lenti, nel caso in esame tre lenti convergenti, note come relay Iens e indicate collettivamente con il numero di riferimento 5. Dette lenti 5, unitamente a uno specchio 6 e un prisma 7 convogliano la luce emessa dalla lampada di illuminazione 1 verso un dispositivo di microformazione deirimmagine, cioè un dispositivo DMD, rappresentato dal numero 9, sul quale si forma una immagine focalizzata che risulta ingrandita rispetto a quella presente all’uscita della barra integratrice 4. Questo schema di illuminazione, in cui la focalizzazione avviene sul dispositivo di microformazione dell’immagine 9 è noto come illuminazione critica o di Abbe.
Il percorso ottico tra la lampada di illuminazione 1 e il dispositivo di microformazione deirimmagine 9 subisce due deviazioni: una prima deviazione dovuta alla superficie riflettente dello specchio 6; e una seconda deviazione dovuta al prisma 7. Detto prisma 7 convoglia il fascio luminoso verso il dispositivo di micro formazione deirimmagine 9 con un angolo di circa 20 gradi, come richiesto dalle specifiche fornite dal costruttore del dispositivo di microformazione dell’immagine 9. Il prisma 7 è del tipo noto come TIR (Total Internai Reflection), cioè opera in riflessione totale, per la presenza di uno strato di aria di circa 10 pm che lo separa da un secondo prisma indicato col numero di riferimento 8. Detto prisma 8 devia il fascio luminoso proveniente dai microspecchietti sulla superficie del dispositivo di microformazione dell’immagine 9 verso una lente di proiezione indicata con il numero di riferimento 10, la quale proietta rimmagine su μηο schermo verticale 22.
In figura 1 è altresì indicato con linea tratteggiata il percorso ottico del fascio luminoso emesso dalla lampada di illuminazione 1. Un primo segmento AB, con direzione lungo l’asse di illuminazione della lampada di illuminazione 1, parte da un punto A in corrispondenza di detta lampada di illuminazione 1 e raggiunge un punto B in corrispondenza della superficie dello specchio 6. Detto primo segmento AB giace in un primo piano indicato con PI in figura la, che riporta una vista prospettica di principio del percorso ottico all’interno del videoproiettore 21.
Il fascio luminoso viene quindi deviato verso l’alto dallo specchio 6, come si può meglio apprezzare in figura la e raggiunge un punto C, appartenente a un secondo piano P2 e localizzato sul prisma 7, da dove viene riflesso su un punto D appartenente alla superficie del dispositivo di microformazione dell’immagine 9. Il dispositivo di microformazione dell’immagine 9 forma l’immagine modulando il fascio luminoso, come detto. Infine detto fascio luminoso, ora modulato, raggiunge un punto E immediatamente all’esterno della lente di proiezione 10, individuando cioè un segmento di proiezione DE, che è parte dell’asse di proiezione. Il prolungamento del segmento DE raggiunge Io schermo 22.
E’ da notare che lo specchio 6 devia il percorso ottico verso l’alto lungo il segmento BC, cioè è inclinato e quindi nella vista in pianta appare come un rettangolo anziché come un segmento. La suddetta deviazione risulta di notevole entità per evitare che componenti di grande ingombro, come i prismi 7 e 8 e il dispositivo di microformazione dell’immagine 9, che reca associata una voluminosa scheda di pilotaggio non rappresentata in figura 1, interferiscano con il percorso ottico del fascio luminoso lungo il segmento AB e/o con la barretta integratrice 4.
Questo sistema di illuminamento può anche essere usato nella configurazione a retroproiezione con specchio, cioè la configurazione nella quale l immagine è proiettata verso l’alto-, in quanto l’asse di illuminazione della lampada di illuminazione 1 è orizzontale e sostanzialmente perpendicolare all’asse di proiezione e quindi, ponendo il videoproiettore 21 in posizione verticale, in modo che la lente di proiezione 10 invii l’immagine verso l’alto, non cambia la posizione della lampada di illuminazione 1, che, nella posizione mostrata in figura 1, è nelle condizioni ottimali per smaltire il calore, garantendo cosi una lunga vita di funzionamento al videoproiettore 21.
Tuttavia il sistema di illuminamento per un videoproiettore di figura 1 presenta l’inconveniente di un ingombro eccessivo, specialmente in altezza, dovuto, come detto, alla sistemazione di componenti ingombranti sopra o in prossimità del segmento AB del percorso ottico.
Nella configurazione di figura 2 è rappresentato uno schema di principio di un secondo sistema di illuminamento noto di un videoproiettore 31. Il percorso ottico, rappresentato dalla linea tratteggiata passante per dei punti ABB’CDE, viene deviato da tre superfici riflettenti, indicate rispettivamente dai numeri di riferimenti 6’, 6” e 6”’ ; le superfici 6’ e 6” riflettono il percorso ottico verso il basso, mentre la superficie 6”’ lo riflette verso l’alto. Come si può notare, lo sviluppo del percorso ottico è tale per cui non esistono problemi di interferenza con i componenti di maggior ingombro. Ciò consente di avere dimensioni più contenute in altezza rispetto alla soluzione di figura 1. Con questo sistema il fascio di luce viene focalizzato sull’ingresso della lente di proiezione IO anziché sul dispositivo di microformazione dellimmagine 9, secondo la nota configurazione di Kohler; alla corretta angolazione del fascio ottico inviato al dispositivo di microformazione deH’immagine 9 provvede la superficie riflettente 6”’ e pertanto non sono necessari i prismi 7 ed 8 di figura 1; l’insieme delle tre lenti o relay lens indicate col numero di riferimento 5 provvede alla focalizzazione deH’iinmagine. Il sistema di figura 2, non può però essere usato in configurazione retroproiezione con specchio e ciò è dovuto al fatto che l’asse della lampada, coincidente col segmento AB, è orizzontale ma non sostanzialmente perpendicolare all’asse di proiezione, rappresentato dal segmento DE; pertanto, se il videoproiettore 31 fosse posizionato verticalmente come richiesto per la retroproiezione con specchio, l’asse della lampada risulterebbe inclinato verso l’alto, per cui la lampada non riuscirebbe a smaltire il calore in modo ottimale e la sua durata si ridurrebbe notevolmente.
Un ulteriore inconveniente del sistema di figura 2 è dovuto al fatto che l’immagine focalizzata sull’ingresso della lente di proiezione di è dimensioni ridotte, in quanto i raggi luminosi che arrivano dal dispositivo di microformazione dell’immagine 9 risultano convergenti, e pertanto la lente di proiezione 10 non può essere spostata verticalmente, in quanto si perderebbe parte del fascio luminoso proveniente dal dispositivo di microformazione dell’immagine 9; non è quindi possibile regolare la posizione dell’immagine sullo schermo, cioè manca la possibilità di effettuare il cosiddetto offset verticale.
I sistemi di illuminamento noti, dunque, presentano vari inconvenienti tra cui i più importanti, come visto, sono l’elevato ingombro, l’impossibilità di utilizzare il videoproiettore in tutte le configurazioni possibili (frontale, a soffitto, in retroproiezione) e di regolare la posizione verticale dell’immagine (il cosiddetto offset). In particolare nella retroproiezione con specchio, molto usata nei televisori con schermo oltre i 40”, il videoproiettore è posizionato in verticale e invia il fascio luminoso verso l’alto a uno specchio, che a sua volta lo riflette sullo schermo, sicché si creano dei problemi di raffreddamento della lampada.
Scopo della presente invenzione è quello di indicare un sistema ottico di illuminamento per videoproiettori che, ovviando ai suddetti inconvenienti, permetta la costruzione di videoproiettori di dimensioni contenute ed utilizzabili in ogni configurazione.
Per conseguire tali scopi la presente invenzione ha per oggetto un sistema ottico di illuminamento avente le caratteristiche descritte nelle rivendicazioni allegate, che formano parte integrante della presente descrizione.
Ulteriori scopi e vantaggi della presente invenzione risulteranno chiari dalla descrizione particolareggiata che segue, e dai disegni annessi, fomiti a puro titolo di esempio esplicativo e non limitativo, in cui:
- la figura 1 rappresenta una vista schematica in pianta di un primo sistema di illuminamento noto;
la figura la rappresenta una vista schematica prospettica del cammino ottico del sistema di illuminamento di figura 1 ;
- la figura 2 rappresenta una vista schematica in pianta di un secondo sistema di illuminamento noto;
- la figura 3 rappresenta una vista schematica in pianta di un sistema di illuminamento secondo l’invenzione;
la figura 3 a rappresenta una vista schematica prospettica del cammino ottico del sistema di illuminamento di figura 3;
la Fig 4. rappresenta una vista schematica in pianta di una variante del sistema di illuminamento secondo l’invenzione;
In figura 3 è rappresentato un sistema ottico di illuminamento per sistemi di videoproiezione basati sulla tecnologia DMD, secondo l’invenzione. Come detto, i blocchi di figura 3 con lo stesso numero di riferimento di quelli in figura 1 e figura 2, svolgono le stesse funzioni già descritte in precedenza.
In detta figura 3 è dunque rappresentato un videoproiettore 41, in cui il percorso ottico, rappresentato dalla linea tratteggiata che passa per i punti ABB’CDE, subisce una prima deviazione dovuta a una prima superficie riflettente 11, ad esempio uno specchio, che è perpendicolare al piano PI. Pertanto i segmenti AB e BB’ sono entrambi paralleli al piano orizzontale e appartenenti al piano PI illustrato nella vista prospettica di figura 2a. Una seconda deviazione del percorso ottico è dovuta a una seconda superficie riflettente 11’ che risulta inclinata verso l’alto, per cui la sua proiezione su un piano orizzontale è rappresentata in figura 3 da un rettangolo anziché da un segmento. Il percorso ottico lungo il segmento B’C risulta inclinato verso l’alto, cioè raggiunge il piano P2 della lente di proiezione 10 e ciò permette l’inserimento dei prismi 7 e 8 e del dispositivo di microformazione dell’immagine 9 con relativa scheda di pilotaggio, componenti che presentano come detto un notevole ingombro. In questo caso, infatti, i suddetti componenti possono essere agevolmente posizionati in quanto non trovano in pratica nessun componente voluminoso nello spazio sottostante, come la barretta integratrice 4 che ora si trova dalla parte opposta del videoproiettore 41 rispetto alla dimensione individuata dall’asse di proiezione, e non devono attraversare nessuna parte del percorso ottico. Il percorso ottico è invece scavalcato dalla lente di proiezione 10, la quale ha però una dimensione verticale ridotta, sicché tutto il videoproiettore 41 può essere quindi realizzato con dimensioni verticalmente contenute.
Ne segue, infatti, che, contrariamente al sistema di figura 1, l inclinazione verso l’alto del segmento B’C, che porta il cammino ottico dal piano PI al piano P2, può essere contenuta, riducendo notevolmente l’ingombro verticale del videoproiettore 41.
Una terza deviazione del percorso ottico è prodotta dal prisma di tipo TIR indicato con il numero 7, già descritto in precedenza, che invia al dispositivo di microformazione dell’immagine 9 il fascio luminoso con la corretta inclinazione rappresentata dal segmento CD. Come visto in figura 1. il prisma 8 invia il fascio luminoso proveniente dal dispositivo di microformazione dell’immagine 9 alla lente di proiezione 10.
Per effetto delle deviazioni prodotte dagli specchi 11 e 11 , dal prisma 7 e dal dispositivo di microformazione 9, l’asse di proiezione, cui il segmento DE appartiene, risulta parallelo al piano orizzontale e sostanzialmente perpendicolare al segmento AB che appartiene all’asse di illuminazione della lampada di illuminazione 1. Per quanto detto in precedenza ciò permette l’utilizzò del videoproiettore 41 in posizione verticale per la retroproiezione con specchio. Inoltre, la proiezione del percorso ottico sul piano PI forma una linea chiusa, in quanto il segmento AB interseca la proiezione del segmento DE sul piano PI in un punto di intersezione X, e quindi il percorso chiuso in figura 4 è identificato da BB’CDX. Pertanto la dimensione del videoproiettore 41 nella direzione dell’asse di proiezione lungo il segmento DE risulta contenuta.
Il fascio luminoso in uscita dalla barretta integratrice 4, viene focalizzato dalle tre lenti convergenti indicate col numero 5 (relay lens), sul dispositivo di microformazione dell’immagine 9, secondo la già nominata configurazione di Abbe. Poiché l’immagine che si forma sul dispositivo di micro formazione dell’immagine 9 è sufficientemente grande e i raggi luminosi giungono divergenti all’ingresso della lente di proiezione 10, detta lente di proiezione IO può essere traslata in senso verticale di una piccola distanza, ± 6 mm, permettendo quindi la centratura (offset) dell’immagine sullo schermo 22. Risulta pertanto chiaro da quanto descritto che lo schema del percorso ottico proposto permette di ottenere un videoproiettore di dimensioni ridotte ed utilizzabile in ogni configurazione.
In figura 3 è rappresentato un videoproiettore 41 con un solo dispositivo DMD, ma il sistema può essere utilizzato in un videoproiettore che impiega due dispositivi DMD, oppure tre dispositivi DMD come mostrato per un videoproiettore 51 illustrato in figura 4. In questo caso per ottenere immagini a colori, non viene utilizzata la ruota colore 3 di figura 3, ma il fascio luminoso, proveniente dal prisma 7, viene scomposto nelle tre componenti primarie rosso, verde e blu da un prisma indicato con il numero di riferimento 12: Ciascuna delle tre componenti viene inviata con la corretta angolazione a uno fra tre dispositivi di microformazione dell’ immagine 9, 9’, 9” e da questo riflessa nuovamente verso il prisma 12 che provvede a ricomporre il fascio luminoso e ad inviarlo, attraverso i prismi 7 e 8, alla lente di proiezione 10.
Dalla descrizione effettuata risultano pertanto chiare le caratteristiche della presente invenzione, così come chiari risultano i suoi vantaggi.
Il sistema di illuminamento secondo l’invenzione permette vantaggiosamente di realizzare un videoproiettore facente uso di un dispositivo DMD in configurazione di Abbe evitando interferenze ottiche e meccaniche fra i componenti. Ciò vantaggiosamente consente di realizzare un videpro lettore di dimensioni contenute sia orizzontalmente, sia verticalmente, in quanto si evita che il fascio emesso dalla lampada e in particolare la barretta integratrice siano in prossimità dei prismi e dell’elettronica di controllo dei dispositivi DMD, anzi, in particolare, la barretta integratrice e il dispositivo DMD nello spazio consentito dal videoproiettore si trovano agli estremi opposti rispetto all’asse definito dalla direzione di proiezione.
Vantaggiosamente è inoltre possibile utilizzare tale videoproiettore anche in configurazione di retroproiezione..
E' chiaro che numerose varianti sono possibili per l'uomo del ramo al sistema di illuminamento, descritto come esempio, senza per questo uscire dai principi di novità insiti nell'idea inventiva, così come è chiaro che nella sua pratica attuazione le forme dei dettagli illustrati potranno essere diverse, e gli stessi potranno essere sostituiti con degli elementi tecnicamente equivalenti.
Ad esempio la superficie riflettente 11, anziché essere costituita da un semplice specchio, può essere realizzata con uno specchio del tipo “cold mirror”, che minimizza gli effetti di riscaldamento dovuti alla luce eliminando i raggi con lunghezza d’onda al di fuori del .visibile, in particolare quelli infrarossi; risulta quindi inferiore la quantità di calore che arriva al dispositivo DMD, che necessita perciò di minor raffreddamento

Claims (16)

  1. RIVENDICAZIONI 1. Sistema di illuminamento per un videoproiettore, del tipo che comprende una lampada di illuminazione (1), la quale emette un fascio luminoso su un primo asse ottico (AB) e una lente di proiezione (10) attraversata da detto fascio luminoso lungo un secondo asse ottico (DE), detti primo asse ottico (AB) e secondo asse ottico (DE) essendo sostanzialmente non paralleli fra loro e appartenenti rispettivamente a un primo piano (PI) e un secondo piano (P2), detto fascio luminoso essendo guidato lungo un cammino ottico da mezzi di deviazione ottica (6;1·1,11) che lo traslano dal primo piano (PI) al secondo piano (P2) e mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9”’) che lo traslano dai primo asse ottico (AB) al secondo asse ottico (DE), detti mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9’”) comprendendo un dispositivo di ' formazione dell’immagine (9), caratterizzato dal fatto che la proiezione geometrica del cammino ottico sul primo piano (PI) comprende un percorso chiuso (BB’CDX).
  2. 2. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il primo asse ottico (AB) e la proiezione del secondo asse ottico (DE) sul primo piano (PI) presentano un punto di intersezione (X) appartenente a detto percorso chiuso (BB’CDX).
  3. 3. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 2, caratterizzato dal fatto che detto punto di intersezione (X) appartiene alla proiezione-delia lente di proiezione (10) su detto primo piano (PI).
  4. 4. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che detto fascio luminoso viene focalizzato sul dispositivo di formazione deH’immagine (9;9’,9”,9”’) per tramite dei mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9’”) e di lenti (5).
  5. 5. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo una delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che nella parte di percorso ottico che si svolge sul primo piano (PI) è prevista almeno una superficie riflettente (1 1).
  6. 6. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che detta superficie riflettente (11) è del tipo cold mirror.
  7. 7. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 5, caratterizzato dal fatto che nella parte di percorso ottico che si svolge sul primo piano (PI) è prevista almeno una seconda superficie riflettente (1 1 ’)
  8. 8. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che il primo piano (PI) si trova al di sotto del secondo piano (P2) e che il primo asse ottico (AB) passa al di sotto del secondo asse ottico (DE), in particolare al di sotto della lente di proiezione (10).
  9. 9. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 1, caratterizzato dal fatto che detta lente di proiezione (10) può essere traslata in senso verticale di una piccola distanza.
  10. 10. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che i mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9’”) comprendono più dispositivi di formazione dell’immagine (9’, 9”, 9’”).
  11. 1 1. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo la rivendicazione 10, caratterizzato dal fatto che i mezzi di trattamento ottico comprendono un prisma (12) per la scomposizione cromatica.
  12. 12. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo una o più delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal fatto che il dispositivo di formazione dellimmagine (9; 9’, 9”, 9’”) è realizzato attraverso un dispositivo DMD (Digital Micromirror Device).
  13. 13. Sistema di illuminamento per videoproìettore la rivendicazione 4, caratterizzato dal fatto che detto fascio luminoso viene focalizzato sul dispositivo di formazione dell’immagine (9;9,9”,9”’) per tramite dei mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9’”) e di lenti (5) secondo uno schema di illuminazione critica o di Abbe.
  14. 14. Sistema di illuminamento per un videoproiettore, del tipo che comprende una lampada di illuminazione (1), la quale emette un fascio luminoso lungo un primo asse ottico (AB) e una lente di proiezione (10) attraversata da detto fascio luminoso lungo un secondo asse ottico (DE), mezzi di deviazione ottica (6; 11,11 ’) e mezzi di trattamento ottico (7, 8, 9; 7, 8, 9, 12, 9’, 9”, 9”’)per guidare il fascio luminoso in un cammino ottico caratterizzato dal fatto che il fascio luminoso lungo il primo asse ottico (AB), compreso tra la lampada di proiezione (1) e una prima superficie riflettente (1 1), viene scavalcato dalla lente di proiezione (10).
  15. 15. Sistema di illuminamento per un videoproiettore, del tipo che comprende una lampada di illuminazione (1), la quale emette un fascio luminoso lungo un primo asse ottico (AB) e una lente di proiezione (10) attraversata da detto fascio luminoso lungo un secondo asse ottico (DE) caratterizzato dal fatto che in detto videoproiettore (41, 51) il primo asse ottico (AB) e un dispositivo di microformazione dell’ immagine (9) sono disposti in posizioni sostanzialmente estreme ed opposte lungo l’asse individuato dal secondo asse ottico (DE) rispetto alle dimensioni del videoproiettore (41,51).
  16. 16. Sistema di illuminamento per videoproiettore secondo gli insegnamenti della presente descrizione e dei disegni annessi.
IT1999TO000954A 1999-11-05 1999-11-05 Sistema ottico di illuminamento per videoproiettore. IT1308865B1 (it)

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